gigio2005
13-09-2008, 00:20
Rifiuti, pentito racconta ai magistrati: «Cosentino era il politico del mio clan»
Il sottosegretario all'Economia replica: «Accuse infamanti e infondate. Querelo». Minniti (Pd): «È ormai incompatibile»
NAPOLI - Il collaboratore di giustizia Gaetano Vassallo, che sta raccontando ai magistrati della Dda di Napoli i retroscena di 20 anni di smaltimento illegale di rifiuti tossici, chiama in causa anche alcuni politici: lo sostiene il settimanale «L’Espresso», in un articolo di Gianluca Di Feo ed Emiliano Fittipaldi pubblicato sul numero oggi in edicola, facendo il nome del parlamentare campano Nicola Cosentino (Fi), attuale sottosegretario all’Economia. «Cosentino era il politico del mio clan. L'ho visto prendere una somma in una busta gialla per gli appalti dei rifiuti. E Sergio Orsi (fratello di un imprenditore ucciso dai Casalesi, ndr) mi informò del suo contenuto». E ancora: «Le dichiarazioni di Vassallo sono state alla base di un maxisequestro avvenuto a giugno in provincia di Caserta: beni per 40 milioni di euro, appartenenti alla famiglia del pentito. L’imprenditore ha confessato, chiamando in causa i suoi 10 fratelli, di aver gestito per vent’anni lo smaltimento illegale di rifiuti, anche tossici, provenienti da varie regioni italiane, che finivano in aree agricole coltivate oppure in discariche già sature e prive dei requisiti di legge.
LA REPLICA DEL SOTTOSEGRETARIO - Cosentino da parte sua respinge le accuse e annuncia di aver dato mandato ai suoi legali per querelare il giornale e «gli autori di tali assunti calunniosi». «Respingo con sdegno le accuse infamanti e assolutamente false tese ad infangare la mia persona. La mia storia politica e personale parla da sola», dice Cosentino.
PERQUISITE LE CASE DEI GIORNALISTI - La Guardia di Finanza di Napoli ha perquisito le abitazioni e il luogo di lavoro dei giornalisti dell’Espresso Gianluca Di Feo ed Emiliano Fittipaldi. «È inaccettabile la perquisizione nella redazione dell'Espresso e nelle abitazioni dei due giornalisti autori di un'inchiesta, occorre subito un incontro con il ministro della Giustizia perchè è in atto un tentativo di affievolire la ricerca della verità», dice il segretario della Federazione nazionale della stampa italiana, Franco Siddi.
MINNITI E PICIERNO - Dopo gli sviluppi dell'inchiesta di Napoli, il sottosegretario Nicola Cosentino risulta incompatibile con incarichi di governo. Lo sostiene il ministro dell'Interno nel governo ombra del Pd Marco Minniti, che sollecita un intervento perchè la situazione sia «immediatamente risolta. Le indagini sul rapporto tra criminalità e traffico dei rifiuti in Campania - sottolinea in una nota Minniti - portano alla luce un intreccio gravissimo tra la camorra e interessi politici. Da quello che vediamo oggi sui giornali, emerge in particolare il nome del sottosegretario Cosentino chiamato in causa dalle confessioni di Gaetano Vassallo come figura chiave nel traffico illegale. E' una situazione insostenibile: c'è una evidente incompatibilità con incarichi di governo. E' una situazione che va immediatamente risolta». Sulla stessa linea Pina Picierno, deputata Pd: «Una situazione terribile che evidenzia, anche in attesa dei riscontri della magistratura, l' incompatibilità di Cosentino con incarichi di governo».
SOLIDARIETA' PDL - Il coordinamento campano del Popolo della Libertà, i senatori e i deputati campani del PdL, esprimono «piena, sincera e forte solidarietà all’onorevole Nicola Cosentino, per il violento e laido attacco sferrato nei suoi confronti, di cui è palese la strumentale finalità politica. Nel ribadire «incondizionata fiducia» nell’onorevole Cosentino - «di cui si conosce e testimonia l’assoluta correttezza, l’impegno quotidiano, costante e indiscusso, nella lotta al malaffare, alla malapolitica e alla criminalità organizzata» - il coordinamento e i parlamentari campani del Popolo della Libertà, esprimono «preoccupazione e sgomento per la mirata pubblicizzazione di atti e dichiarazioni che, oltre a dover essere coperti dal segreto investigativo, e a parte ogni valutazione nel merito, abbisognano di verifiche, riscontri e valutazioni».
12 settembre 2008
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/campania/politica/articoli/2008/09_Settembre/12/cosentino_pentito.shtml
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Il sottosegretario all'Economia replica: «Accuse infamanti e infondate. Querelo». Minniti (Pd): «È ormai incompatibile»
NAPOLI - Il collaboratore di giustizia Gaetano Vassallo, che sta raccontando ai magistrati della Dda di Napoli i retroscena di 20 anni di smaltimento illegale di rifiuti tossici, chiama in causa anche alcuni politici: lo sostiene il settimanale «L’Espresso», in un articolo di Gianluca Di Feo ed Emiliano Fittipaldi pubblicato sul numero oggi in edicola, facendo il nome del parlamentare campano Nicola Cosentino (Fi), attuale sottosegretario all’Economia. «Cosentino era il politico del mio clan. L'ho visto prendere una somma in una busta gialla per gli appalti dei rifiuti. E Sergio Orsi (fratello di un imprenditore ucciso dai Casalesi, ndr) mi informò del suo contenuto». E ancora: «Le dichiarazioni di Vassallo sono state alla base di un maxisequestro avvenuto a giugno in provincia di Caserta: beni per 40 milioni di euro, appartenenti alla famiglia del pentito. L’imprenditore ha confessato, chiamando in causa i suoi 10 fratelli, di aver gestito per vent’anni lo smaltimento illegale di rifiuti, anche tossici, provenienti da varie regioni italiane, che finivano in aree agricole coltivate oppure in discariche già sature e prive dei requisiti di legge.
LA REPLICA DEL SOTTOSEGRETARIO - Cosentino da parte sua respinge le accuse e annuncia di aver dato mandato ai suoi legali per querelare il giornale e «gli autori di tali assunti calunniosi». «Respingo con sdegno le accuse infamanti e assolutamente false tese ad infangare la mia persona. La mia storia politica e personale parla da sola», dice Cosentino.
PERQUISITE LE CASE DEI GIORNALISTI - La Guardia di Finanza di Napoli ha perquisito le abitazioni e il luogo di lavoro dei giornalisti dell’Espresso Gianluca Di Feo ed Emiliano Fittipaldi. «È inaccettabile la perquisizione nella redazione dell'Espresso e nelle abitazioni dei due giornalisti autori di un'inchiesta, occorre subito un incontro con il ministro della Giustizia perchè è in atto un tentativo di affievolire la ricerca della verità», dice il segretario della Federazione nazionale della stampa italiana, Franco Siddi.
MINNITI E PICIERNO - Dopo gli sviluppi dell'inchiesta di Napoli, il sottosegretario Nicola Cosentino risulta incompatibile con incarichi di governo. Lo sostiene il ministro dell'Interno nel governo ombra del Pd Marco Minniti, che sollecita un intervento perchè la situazione sia «immediatamente risolta. Le indagini sul rapporto tra criminalità e traffico dei rifiuti in Campania - sottolinea in una nota Minniti - portano alla luce un intreccio gravissimo tra la camorra e interessi politici. Da quello che vediamo oggi sui giornali, emerge in particolare il nome del sottosegretario Cosentino chiamato in causa dalle confessioni di Gaetano Vassallo come figura chiave nel traffico illegale. E' una situazione insostenibile: c'è una evidente incompatibilità con incarichi di governo. E' una situazione che va immediatamente risolta». Sulla stessa linea Pina Picierno, deputata Pd: «Una situazione terribile che evidenzia, anche in attesa dei riscontri della magistratura, l' incompatibilità di Cosentino con incarichi di governo».
SOLIDARIETA' PDL - Il coordinamento campano del Popolo della Libertà, i senatori e i deputati campani del PdL, esprimono «piena, sincera e forte solidarietà all’onorevole Nicola Cosentino, per il violento e laido attacco sferrato nei suoi confronti, di cui è palese la strumentale finalità politica. Nel ribadire «incondizionata fiducia» nell’onorevole Cosentino - «di cui si conosce e testimonia l’assoluta correttezza, l’impegno quotidiano, costante e indiscusso, nella lotta al malaffare, alla malapolitica e alla criminalità organizzata» - il coordinamento e i parlamentari campani del Popolo della Libertà, esprimono «preoccupazione e sgomento per la mirata pubblicizzazione di atti e dichiarazioni che, oltre a dover essere coperti dal segreto investigativo, e a parte ogni valutazione nel merito, abbisognano di verifiche, riscontri e valutazioni».
12 settembre 2008
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/campania/politica/articoli/2008/09_Settembre/12/cosentino_pentito.shtml
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