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View Full Version : una riforma seria della giustizia penale italiana


quasarcode
12-09-2008, 03:56
1) passaggio dalla obbligatorietà dell'azione penale alla generale discrezionalità della stessa mantenendo l'obbligatorietà solo per i reati più gravi qualitativamente e quantitativamente determinati
2) modifica del regime della prescrizione ,la prescrizione come negli USA dovrebbe decorrere solo dal momento della commissione del reato fino all'atto d'esercizio dell'azione penale e non fino alla sentenza definitiva.una volta che c'è il rinvio a giudizio o viene emanato decreto di citazione diretta il processo va avanti fino alla fine ci volessero pure 20 anni!(una norma del genere è un deterrente al fine di evitare il dibattimento e i suoi tempi lunghi e favorirebbe l'accesso ai riti alternativi che gli imputati chiederebbero)
3)depenalizzazione di una serie di reati minori e per altri trasferire la(errata corrige avevo fatto un mistone fra depenalizzazione e riduzione delle pene) competenza al giudice di pace ampliando il novero delle pene che può attribuire inserendo fra esse ad esempio il braccialetto elettronico o il soggiorno forzato in strutture di riabilitazione con conversione in carcere delle stesse in caso di violazione da parte del condannato
4) rendere obbligatorio il giudizio direttissimo in tutti i casi in cui è previsto
5) prevedere fra gli atti preliminari della prima udienza davanti al giudice del dibattimento,l'obbligo per il PM e i difensori dell'imputato di cercare l'accordo su quali atti d'indagine raccolti durante le indagini preliminari ritenere utilizzabili nel dibattimento evitando così la riassunzione della prova nello stesso
6) modificare il regime dei rinvii delle udienze dibattimentali rendendolo più difficile e stringente


altro che separazione delle carriere ,inasprimenti dei massimali e menate varie......Ora se un pi*rla come me riesce a pensare 6 cosucce che farebbero funzionare molto meglio la giustizia ,ma credete veramente che dei capoccioni come loro ste cose non le sappiano?
Se pertciò la giustizia non funziona è per una PRECISA SCELTA POLITICA,perchè ai politici va meglio una giustizia ingolfata da reatucoli che non persegue i reati complessi che loro commettono ovvero che quando lo fà poi finisce tutto a tarallucci prescrizione e vino!

giannola
12-09-2008, 06:51
1) passaggio dalla obbligatorietà dell'azione penale alla generale discrezionalità della stessa mantenendo l'obbligatorietà solo per i reati più gravi qualitativamente e quantitativamente determinati
2) modifica del regime della prescrizione ,la prescrizione come negli USA dovrebbe decorrere solo dal momento della commissione del reato fino all'atto d'esercizio dell'azione penale e non fino alla sentenza definitiva.una volta che c'è il rinvio a giudizio o viene emanato decreto di citazione diretta il processo va avanti fino alla fine ci volessero pure 20 anni!(una norma del genere è un deterrente al fine di evitare il dibattimento e i suoi tempi lunghi e favorirebbe l'accesso ai riti alternativi che gli imputati chiederebbero)
3)depenalizzazione di una serie di reati minori con competenza da trasferire al giudice di pace ampliando il novero delle pene che può attribuire inserendo fra esse ad esempio il braccialetto elettronico o il soggiorno forzato in strutture di riabilitazione con conversione in carcere delle stesse in caso di violazione da parte del condannato
4) rendere obbligatorio il giudizio direttissimo in tutti i casi in cui è previsto
5) prevedere fra gli atti preliminari della prima udienza davanti al giudice del dibattimento,l'obbligo per il PM e i difensori dell'imputato di cercare l'accordo su quali atti d'indagine raccolti durante le indagini preliminari ritenere utilizzabili nel dibattimento evitando così la riassunzione della prova nello stesso
6) modificare il regime dei rinvii delle udienze dibattimentali rendendolo più difficile e stringente


altro che separazione delle carriere ,inasprimenti dei massimali e menate varie......Ora se un pi*rla come me riesce a pensare 6 cosucce che farebbero funzionare molto meglio la giustizia ,ma credete veramente che dei capoccioni come loro ste cose non le sappiano?
Se pertciò la giustizia non funziona è per una PRECISA SCELTA POLITICA,perchè ai politici va meglio una giustizia ingolfata da reatucoli che non persegue i reati complessi che loro commettono ovvero che quando lo fà poi finisce tutto a tarallucci prescrizione e vino!

1)la discrezionalità è un nonsense se la legge è uguale per tutti.

2)Certo, perchè non sei tu a dover passare 20 anni tra carte e avvocati, mentre la tua vita va in frantumi magari con l'aiuto di cattiva pubblicità giornalistica....il tutto mentre si tratta magari solo di dimostrare che sei innocente.

3)depenalizzare non serve, serve istituire mezzi per recuperare una persona, altrimenti è probabile che ricommetterà gli stessi reati una volta fuori.

4) e 5) te li voglio concedere.

6) Sia per l'accusa che per la difesa si tratta di avere la possibilità di raccogliere prove a carico o discarico, ci sono situazioni in cui la fretta non va a vantaggio della scoperta della verità.

Manca la responsabilità civile e penale di giudici e Pm, nei casi in cui sbagliano.

E l'obbligatorietà dell'esecuzione della pena.

Tensai
12-09-2008, 07:02
1 e 3 non vanno bene, il resto lo concedo.

A proposito dell'obbligatorietà dell'azione penale ecco due post di Bruni Tinti sull'argomento:

Il 29 luglio alcuni senatori del PdL e del PD hanno partorito l’ “Atto di Sindacato Ispettivo n° 1-00019”, contenente una somma di proposte in materia di giustizia. Qui ne commento una: “f) la modifica della legge sulla responsabilità civile dei magistrati, con modalità tali da garantire ai cittadini, ingiustamente danneggiati da provvedimenti del giudice o del pubblico ministero, il risarcimento integrale dei danni direttamente dal magistrato, pur con la previsione di meccanismi volti ad eliminare il pericolo di azioni intimidatorie e strumentali;”

Apparentemente si tratta di norma condivisibile e razionale; non c’è dubbio che chi sbaglia, paga. Il punto è che, come si capisce bene dall’inciso “risarcimento integrale dei danni direttamente dal magistrato” il punto che interessa la nostra pattuglia di senatori in servizio estivo non è assicurare ai cittadini vittime di colpe professionali dei magistrati un adeguato risarcimento; ma è quello di fare in modo che questo risarcimento sia corrisposto proprio dal magistrato personalmente.

La cosa risulta incontrovertibile se solo si apprende (o si ricorda, per chi già lo sa) che una legge sulla responsabilità dei magistrati esiste dal 1988: è la legge 13 aprile 1988, n. 117. In base ad essa il cittadino vittima di provvedimenti giudiziari caratterizzati da
1 - una grave violazione di legge;
2 - l’affermazione di un fatto la cui esistenza è incontrastabilmente esclusa dagli atti del procedimento;
3 - la negazione di un fatto la cui esistenza risulta incontrastabilmente dagli atti del procedimento;
4 - l’emissione di un provvedimento concernente la libertà della persona fuori dei casi consentiti dalla legge oppure senza motivazione;
ha diritto ad un risarcimento del danno.

Il cittadino ha anche diritto al risarcimento del danno in caso di diniego di giustizia, che significa omissioni o ritardi ingiustificati nelle sentenze o in altri provvedimenti.

Il problema che evidentemente angustia i nostri senatori è che, al momento, chi risarcisce il danno al cittadino è lo Stato il quale poi si rivale sul magistrato, ma gli può chiedere solo una somma che non superi il terzo del suo stipendio annuale. Secondo loro il magistrato deve rimborsare lui tutto il danno cagionato, di tasca sua. E, come ho detto, non sarei contrario.

Bisogna però riflettere su alcuni aspetti del problema cui, mi pare evidente, la pattuglia di legislatori non ha prestato soverchia attenzione...

Prima di tutto bisogna intendersi su cosa significa “colpa professionale” del magistrato: è vero che la legge è molto chiara e non dovrebbe consentire equivoci. Ma chiunque abbia ascoltato le esternazioni dei nostri politici in occasione dei numerosi casi giudiziari che hanno riguardato loro stessi o i loro amici si sarà reso conto che l’interpretazione politica del concetto di errore giudiziario, da cui dovrebbe derivare responsabilità per il magistrato che lo ha asseritamene commesso, è alquanto singolare: c’è un errore giudiziario tutte le volte che una sentenza posteriore ribalta quella precedente. Insomma, le sole sentenze giuste sarebbero quelle che sono confermate in tutti i gradi di giudizio; beh, per la verità non è vero nemmeno questo perché molti politici hanno trovato parecchio da ridire sulle sentenze di Cassazione che li hanno condannati. Ma insomma, sorvolando sul fatto, pur incontrovertibile alla luce dell’esperienza, che secondo i nostri politici le sole sentenze giuste sono quelle che li assolvono ovvero quelle che condannano i loro avversari politici, sta di fatto che pare opinione diffusa che solo le sentenze confermate in tutti i gradi di giudizio sono da ritenersi corrette: le altre sono frutto di errore giudiziario. Dal che deriva, secondo l’opinione corrente (e a me chi mi risarcisce! esclama convinto il rapinatore assolto in appello ex art. 530 comma 2 codice procedura penale, la vecchia insufficienza di prove) che il magistrato che lo ha commesso dovrebbe essere tenuto al risarcimento.

Come ho detto, questo modo di ragionare (?) è, prima di tutto in contrasto con la legge che enumera molto chiaramente i casi di cosiddetto errore giudiziario. Non li trascrivo di nuovo ma è bene andarseli a rileggere. Si capisce subito che si tratta di casi in cui il magistrato ha agito con totale trascuratezza o ignoranza o pigrizia.

In secondo luogo bisogna sempre fare uno sforzo per ricordarsi che i casi di errore giudiziario, vero (perché frutto appunto di ignoranza, trascuratezza o pigrizia) o presunto che sia, restano tali qualunque ne sia la conseguenza; che l’errore giudiziario abbia dato luogo alla condanna di un innocente o all’assoluzione di un colpevole, la cosa non cambia. E invece tutti sappiamo bene che lo sdegno si manifesta sempre e solo per la precedente condanna di un (successivamente ritenuto) innocente; ma nessuno si scalda troppo (a meno che non sia un extra comunitario brutto sporco e cattivo) per la successiva assoluzione di un (precedentemente ritenuto) colpevole.

Ma soprattutto quello che bisognerebbe proprio capire è che la pretesa che la sentenza deve essere confermata in ogni grado di giudizio perché, se non ciò non avviene, è “sbagliata” è proprio un’assurdità. Il fatto che una sentenza successiva (per esempio una sentenza di Appello nei confronti d una sentenza di Tribunale) raggiunga conclusioni diverse dalla precedente significa solo che i Giudici hanno valutato diversamente le prove. Ma nessuno può sapere se la decisione “giusta” (quella conforme alla verità dei fatti e alla corretta applicazione della legge) non era per caso quella precedente e se coloro che hanno sbagliato non sono stati i Giudici di secondo grado. E questo vale sempre, per la sentenza di Cassazione nei confronti della sentenza di Tribunale o di Appello; per la sentenza del Giudice per le Indagini Preliminari o del Tribunale nei confronti delle richieste del Pubblico Ministero; per la decisione del Tribunale della Libertà nei confronti del provvedimento del Giudice etc. Insomma, la sentenza successiva, qualsiasi sentenza, anche quella definitiva, non ha un valore intrinseco superiore a quella precedente, che magari riforma o annulla; è solo, appunto, successiva e, in quanto tale, convenzionalmente quella che deve trovare attuazione, essere eseguita e rispettata. In questo senso si parla di “valore convenzionale” delle sentenze, per significare la loro necessaria funzione di regolatrici dei rapporti dei cittadini all’interno di una collettività. Il che attribuisce loro autorità ma non necessariamente “verità”.

Per capire bene questa cosa è sufficiente un esempio: pensate a un Giudice che si occupa di “famiglia”, cioè di separazioni, divorzi, affidamento dei figli, determinazione dell’assegno alimentare etc. Bene, questo Giudice fa del suo meglio, interroga i genitori, ascolta i testimoni, gli assistenti sociali, magari conferisce consulenze ad esperti psicologi o psichiatri. E poi decide; e magari affida i figli alla madre oppure determina un assegno di mantenimento pari a 100 a carico del marito. Naturalmente, in processi come questi (in tutte i processi, in verità) c’è sempre qualcuno che è soddisfatto e qualcuno che non lo è; e chi ha perso propone appello. E magari i Giudici della Corte d’Appello, dopo aver fatto anche loro del loro meglio, raggiungono una conclusione diversa; e affidano i figli al padre o diminuiscono a 50 l’assegno alimentare.

Chi lo sa quale delle due sentenze è “giusta”? Chi lo sa se era “meglio” che i figli stessero con la madre o con il padre? Ovviamente nessuno. Ma, e questo è il punto fondamentale, se non si attribuisse autorità alla sentenza successiva, quella della Corte d’Appello; se non fosse questa la sentenza che deve essere eseguita e non l’altra; se non fosse previsto dall’ordinamento che c’è poco da discutere e che si deve eseguire la sentenza successiva; cosa succederebbe? Succederebbe che la madre potrebbe dire che la sentenza “giusta” era la prima, quella del Tribunale, e che a lei della sentenza della Corte d’Appello non gliene importa nulla; e chiamerebbe intorno a sé il nuovo compagno e i suoi genitori, si presenterebbe a casa dell’ex marito e, affermando il suo buon diritto come riconosciuto dall’unica sentenza “giusta”, si riprenderebbe i figli con la forza. E allora, certamente, l’ex marito radunerebbe un’altra combriccola di amici e, rivendicando che invece la sentenza “giusta” è quella della Corte d’Appello, andrebbe dalla ex moglie e le toglierebbe i figli con la violenza; e via così…

Allora si capisce bene che l’autorità di una sentenza non deriva dal fatto di essere “giusta”; ma solo dal fatto che è stata emessa in seguito a un processo svoltosi secondo le regole e che ad essa la legge riconosce “convenzionalmente” (un vero e proprio patto sociale) efficacia.
Sicché tutte le volte che si strilla “errore giudiziario” quando qualcuno, incriminato o, peggio, arrestato dal Pubblico Ministero, viene assolto dal Tribunale; o quando qualcuno, condannato in primo grado (e magari anche in secondo) viene assolto successivamente; bene, sia chiaro che si dice una sciocchezza; magari ad alta voce, ma sempre una sciocchezza.

Esistono altri aspetti della questione assai degni di rilievo; ma ne parlerò in un prossimo post.

____________________________

Per continuare sul tema della responsabilità civile dei magistrati non è male riflettere prima di sposare le consuete categorie logiche.
Intendo dire che non c’è dubbio che chi sbaglia paga.
Solo che non c’è dubbio anche sul fatto che chi si trova in situazioni da cui può derivare una sua responsabilità economica si adopera principalmente in due modi: prima di tutto cerca di fare del suo meglio e non sbagliare; e poi cerca di non mettersi in situazioni in cui il rischio di sbagliare sia elevato e, comunque, in cui il danno che dovrebbe essere risarcito si preannuncia rilevante.

Cominciamo dal secondo; e, per capirci bene, vi propongo un storiella che mi ha raccontato un mio amico ortopedico che era andato negli Stati Uniti per specializzarsi nelle operazioni alla colonna vertebrale. Quando è tornato siamo andati a cena e gli ho chiesto come era andata. E lui: “Benissimo, ho imparato tutto” Cosa, ho detto io. E lui: “Ho imparato che le operazioni alla schiena è meglio non farle; e infatti io non ne farò”. Poi mi ha spiegato: “Negli USA le assicurazioni si rifiutano di stipulare contratti per le operazioni alla schiena; perché il rischio che la patologia non sia curata e che il paziente dopo l’operazione stia proprio come prima è elevato (cosa che sapevo anche prima di partire); e siccome il paziente che si è fatto operare e che poi non sta bene come pensava è un po’ …arrabbiato, in genere finisce con una citazione per danni; siccome in effetti è vero che l’operazione non gli è servita, finisce quasi sempre che le giurie gli danno ragione. Quindi le assicurazioni hanno deciso che si tratta di un ramo in perdita e lo hanno tagliato. Quindi gli ortopedici sanno che, in casi come questo, debbono pagare di tasca loro. Quindi gli ortopedici quste operazioni non le fanno.”

Adesso proviamo a immaginare cosa succede in un processo civile o penale, dove, come ho raccontato nel post precedente, il rischio che un sentenza successiva affermi che la sentenza precedente è sbagliata è alto; e dove la tendenza a scambiare questa evenienza con l’“errore giudiziario” che giustifica una richiesta di risarcimento danni è elevato.
Siccome il giudice non può fare come l’ortopedico, cioè non può rifiutarsi di decidere, cosa farà? Visto che non è né un martire per vocazione né necessariamente un imbecille, se proprio deve decidere (e lo deve per legge) per prima cosa adotterà supinamente la tesi giuridica consolidata, anche se magari nel caso che deve giudicare sarebbe proprio meglio adottarne una diversa, innovativa ma più giusta. E poi, comunque, darà ragione al più ricco e potente perché è quello che è in grado di fargli più male: può permettersi avvocati bravi e costosi, presumibilmente i danni che ritiene di aver subito saranno più rilevanti e insomma meglio prendersela con il poveraccio di turno.

Siccome queste cose, in tempi in cui la caccia al magistrato era vietata perché specie protetta, le capiva chiunque, ecco che la legge sulla responsabilità civile a seguito di errore giudiziario prevedeva che il danno lo pagasse lo Stato; perché solo così si era sicuri che il Giudice, tranquillo e sereno, facesse del suo meglio e restasse imparziale come tutti a gran voce si augurano.
Quando è arrivato il referendum (la famosa volontà popolare figlia della propaganda governativa e no) che voleva rendere finalmente questi giudici non privilegiati (e che diamine, chi sbaglia paga) si è cercato di limitare i danni (con una legge in effetti sensata, una delle ultime, quella di cui ho parlato nel post precedente), rendendo i magistrati direttamente responsabili nel caso di dolo o colpa grave e nei limiti di un terzo dello stipendio annuo.
Adesso non va bene nemmeno questo. Debbono pagare tutto, debbono pagare tutti e così imparano.
Nessuno che si chieda che cosa succederà alla giustizia italiana.

Quanto al primo problema, come ho detto, i magistrati fanno e faranno del loro meglio e cercheranno di non sbagliare, e poi faranno come fanno già oggi: si assicureranno. Solo che pagheranno un po’ di più.
Certo, pagare l’assicurazione è un po’ una scocciatura, si rischia di pagare una bella somma. Ma possibile che i nostri politici ritengano una riforma seria ed importante, utile per migliorare il sistema giudiziario italiano, questa trovata di far pagare ai Magistrati 1000 euro all’anno invece di 200, quanti ne pagano ora? Ma andiamo!
E comunque: ma non gli basta che un Magistrato che commetta una delle colpe (non parliamo dei casi in cui agisce con dolo) previste nella legge del 1988 passi un sacco di guai? Perché un magistrato che condanni qualcuno in base a fatti inesistenti, come minimo si becca censura, ammonimento, perdita di anzianità; e certamente si scorda, da quel momento in avanti di essere nominato Capo di un Ufficio. Un Magistrato che arresta qualcuno senza prove o lo fa scarcerare perché fa scadere i termini viene cacciato; proprio recentemente è successo, e non una sola volta.
Allora, se lo scopo è di fargli male, a questi Magistrati fannulloni, pigri, incompetenti, a prescindere dal risarcimento del danno (perché comunque quello o lo paga lo Stato o lo paga l’assicurazione); beh, già gliene succedono di tutti i colori.



Non so voi, ma per è me stato illuminante.

Ser21
12-09-2008, 07:22
Bruno tinti è veramente bravo,ho letto Toghe Rotte che ha scritto (consigliato a tutti) e per me,sarebbe lui la persona giusta per presiedere il ministero di grazia e giustizia in un ipotetico governo....

AlexGatti
12-09-2008, 08:53
1)la discrezionalità è un nonsense se la legge è uguale per tutti.
In teoria è un nonsense, in pratica evita alla polizia di dover indagare anche su crimini per i quali si vede subito che molto difficilmente si troverà un colpevole e di concentrarsi invece sui casi risolvibili.
Oggi invece si tende ad indagare su tutto e risolvere niente, solo in questo la legge è uguale per tutti.

2)Certo, perchè non sei tu a dover passare 20 anni tra carte e avvocati, mentre la tua vita va in frantumi magari con l'aiuto di cattiva pubblicità giornalistica....il tutto mentre si tratta magari solo di dimostrare che sei innocente.
Anche in Francia la prescrizione funziona come ha detto quasarcode, e anche in altri paesi.
Qui in italia no, e infatti tutti gli imputati tendono a far allungare un processo fino alla prescrizione, intasando i tribunali.
Se un imputato è innocente vuole provare la sua innocenza il prima possibile, non aspettare 10 anni una prescrizione che lascia comunque il dubbio della colpevolezza.


3)depenalizzare non serve, serve istituire mezzi per recuperare una persona, altrimenti è probabile che ricommetterà gli stessi reati una volta fuori.
Ma infatti di questo si parla. E' noto che il carcere non rende la gente più buona, ma a volte è una specie di "università del crimine". In questo senso depenalizzare certi reati istituendo misure alternative al carcere evita di "incattivire" piccoli delinquenti che potrebbero essere recuperati.

6) Sia per l'accusa che per la difesa si tratta di avere la possibilità di raccogliere prove a carico o discarico, ci sono situazioni in cui la fretta non va a vantaggio della scoperta della verità.
Io pensavo più che altro a rinvii più comuni, non per raccogliere prove, ma perchè il testimone x non si è presentato perchè guardacaso si trovava all'estero o gli faceva male il pancino -> rinvio di 3 mesi, dopo 3 mesi non ho ricevuto la notifica della convocazione, (perchè non mi sono fatto trovare dall'ufficiale giudiziario) -> rinvio di 6 mesi, dopo 6 mesi cambio avvocato -> rinvio di 6 mesi per permettere al nuovo avvocato di esaminare le carte del processo.

Ecco tutti questi rinvii presi singolarmente possono essere anche legittimi, messi insieme fanno quella strategia che serve a far scadere i termini di custodia cautelare, ad allontanare la condanna definitiva e a cercare di arrivare alla prescrizione.

Manca la responsabilità civile e penale di giudici e Pm, nei casi in cui sbagliano.

E l'obbligatorietà dell'esecuzione della pena.[/QUOTE]

giannola
12-09-2008, 10:12
e cmq l'indipendenza della giustizia è un buon prinicipio ma che poi nella realtà può portare terribili conseguenze....io sto dalla parte del comandante Adama. :O

Gos
12-09-2008, 10:21
1) passaggio dalla obbligatorietà dell'azione penale alla generale discrezionalità della stessa mantenendo l'obbligatorietà solo per i reati più gravi qualitativamente e quantitativamente determinati

non concordo

2) modifica del regime della prescrizione ,la prescrizione come negli USA dovrebbe decorrere solo dal momento della commissione del reato fino all'atto d'esercizio dell'azione penale e non fino alla sentenza definitiva.una volta che c'è il rinvio a giudizio o viene emanato decreto di citazione diretta il processo va avanti fino alla fine ci volessero pure 20 anni!(una norma del genere è un deterrente al fine di evitare il dibattimento e i suoi tempi lunghi e favorirebbe l'accesso ai riti alternativi che gli imputati chiederebbero)

concordo

3)depenalizzazione di una serie di reati minori con competenza da trasferire al giudice di pace ampliando il novero delle pene che può attribuire inserendo fra esse ad esempio il braccialetto elettronico o il soggiorno forzato in strutture di riabilitazione con conversione in carcere delle stesse in caso di violazione da parte del condannato

questa non sarebbe certo una depenalizzazione. Depenalizzare vuol dire non qualificare più come reato un certo comportamento (niente privazione della libertà et similia).
Numerosi reati andrebbero depenalizzati. (anche la guida in stato di ebbrezza)

5) prevedere fra gli atti preliminari della prima udienza davanti al giudice del dibattimento,l'obbligo per il PM e i difensori dell'imputato di cercare l'accordo su quali atti d'indagine raccolti durante le indagini preliminari ritenere utilizzabili nel dibattimento evitando così la riassunzione della prova nello stesso


le prove si assumono solo in dibattimento.
per il resto esiste già l'incidente probatorio

quasarcode
12-09-2008, 13:39
non concordo

le prove si assumono solo in dibattimento.
per il resto esiste già l'incidente probatorio

Al principio delle prove assunte in contradditorio si può derogare in presenza
1)di irripetibilità sopravvenuta dell'atto d'indagine
2)comprovata condotta illecita
3) accordo delle parti
Molte volte succede che in dibattimento vengano riassunte testimonianze sulle quali nè il pm nè i difensori hanno nulla da contestare il cui risultato probatorio è accettato da entrambi ,bastava che si fossero "parlati" ecco che perciò bisognerebbe prevedere una fase da situare o all'inizio della prima udienza davanti al giudice dibattimentale oppure un incontro prima addirittura in cui pm e difensori dell'imputato e della parte civile obbligatoriamente si incontrano e parlano CERCANDO un accordo su quali atti di indagine ritenere usabili come prove nel dibattimento per effetto dell'accordo intervenuto.


Quanto alla prescrizione non vuoi 20 anni di processo ?,bene patteggi o accedi ai riti abbreviati ,negli USA solo il 15% dei processi arriva al dibattimento in Italia l' 85% la maggior parte in cerca dell'agognata prescrizione
la discrezionalità dell'azione penale è alla base dei sistemi penali accusatori quali quello inglese ed americano ,non puoi adottare il sistema accusatorio e mantenere l'obbligatorietà dell'azione penale

WhiteWolf42
12-09-2008, 13:47
Numerosi reati andrebbero depenalizzati. (anche la guida in stato di ebbrezza)

6 matto ? Quando guidi sotto l'effetto degli alcolici sei una mina vagante, qualcosa di pericoloso.

IMHO reati del genere non andrebbero depenalizzati, ma ci vorrebbero dei deterrenti giusti (come ritiro immediato del mezzo e messa all'asta).

Vuoi fare il pirla, bere come una spunga e poi sfrecciare col Porsche ? Bene, se ti becco, te lo ritiro ... ANZI, ancora più perfido ... il giorno dopo LO SI DEMOLISCE e ti costringo ad assistere (poi il cubo te lo ridò)

Sono altri i reati da depenalizzare: l'offesa a ministro cattolico per esempio, andrebbe proprio abolita

Gos
12-09-2008, 14:02
6 matto ? Quando guidi sotto l'effetto degli alcolici sei una mina vagante, qualcosa di pericoloso.



non sono matto, semplicemente trovo che sia inutile prevedere l'arresto fino ad 1 anno visto che la pena non viene scontata (pena che del resto sarebbe controproducente far scontare).
Si fa lavorare la macchina della giustizia penale inutilmente.
Io la guida in stato di ebbrezza la punirei con una bella sanzione amministrativa e con la revoca della patente.
Es: hai un tasso compreso tra 0,5 e 1 -> sanzione amministrativa
hai un tasso superiore a 1 --> revoca della patente o sospensione minimo per 2-3 anni.

WhiteWolf42
12-09-2008, 14:08
non sono matto, semplicemente trovo che sia inutile prevedere l'arresto fino ad 1 anno visto che la pena non viene scontata (pena che del resto sarebbe controproducente far scontare).
Si fa lavorare la macchina della giustizia penale inutilmente.
Io la guida in stato di ebbrezza la punirei con una bella sanzione amministrativa e con la revoca della patente.
Es: hai un tasso compreso tra 0,5 e 1 -> sanzione amministrativa
hai un tasso superiore a 1 --> revoca della patente o sospensione minimo per 2-3 anni.

ok, così meglio ... avevo inteso male. Cmq costringere un figlio di papà mentre gli schiacciano il porsche del papi sarebbe l'ideale.

"marco, dov'è il prorsche"
"qui" (porgendo il cubo)

ahahahahahahaah LOLLISSIMO !

judas
12-09-2008, 16:58
le cose da fare sarebbero tantissime:

- rivedere le circoscrizioni territoriali: esistono troppi tribunali, troppo piccoli, quindi inefficienti. I tribunali più grandi sono divisi in sezioni, ogni sezione si occupa di deteminate cause: i giudici si specializzano in certi reati, quindi sono più bravi in quella materia (non devono ristudiarsela ogni giorno per decidere, conoscono le possibili insidie) rispetto a giudici che decidono su tutto: oggi un'omicidio, domani la vecchietta scippata, un'altra volta una truffa finanziaria ecc...

- regolare i magistrati onorari: oggi quasi la metà dei processi è fatta da giudici di pace, giudice onorario, ma questi non hanno alcuna forma di garanzia: sono come lavoratori in nero, non hanno diritto di ferie, malattia, assistenza sanitaria, maternità, e sono pagati a cottimo, durata contratto 4 anni rinnovabile 1 sola volta

- troppi reati inutili, meglio depenalizzare e prevedere sanzioni alternative ( multe salate, sequestri, interdizioni ecc...)

- l'edilizia giudiziaria: i tribunali fanno pena!!! es. a luglio è stato chiuso per qualche giorno il tribunale di lecce, perchè invaso dalle pulci, non ci sono i soldi per garantire adeguata pulizia, e tutti i processi di quei giorni sono saltati o rinviati, o trasferiti in altre sedi. Per la cronaca non è la prima volta che succede. Oppure altro paradosso, il tribunale di Bari, posto sotto sequestro dall'autorità giudiziaria per illeciti edilizi ( il colmo dei colmi, il trbunale abusivo)

- rivedere il sistema delle notificazioni: quasi il 40% dei processi (per la verità è un problema più della giustizia civile che di quella penale) ha vizi relativi alla notificazione degli atti; spesso il vizio di notificazione può essere causa di annullamento del processo

- piu risorse economiche, ma gestione manageriale e trasparente dei tribunali

- sospensione e contemporanea interruzione della prescrizione con l'esercizio dell'azione penale e per tutta la durata del processo

- ridurre le ipotesi di ricorso al rito ordinario

- meno carta, introdurre obbligatorie le registrazioni audio/video dei processi, e la possibilità di accedervi per gli avvocati, solo tramite reti informatiche, evitando così la trascrizione del verbale da parte degli stenografi, che sono sempre in sciopero perchè non ci sono soldi per rinnovare i contratti di lavoro... e intando i processi si rinviano e poi si prescrivono