dantes76
05-09-2008, 10:56
Caucaso. Cheney e la mediazione italiana (a sei zampe).
Pubblicato da Debora Billi alle 13:27 in Geopolitica, Italia
Uno legge riviste inconsuete e scopre altarini. Ad esempio The Oil & Gas Journal, barbosa autorevolissima gazzetta di trivelle e affini.
Un bell'articolo racconta, con un filo di ironia, come Dick Cheney stia correndo a precipizio in Azerbajan: perché tanto interesse per Baku? Semplice: il vicepresidente USA vuole sincerarsi di persona che gli amici caucasici continuino a spedire petrolio in Europa attraverso la BTC, la pipeline Baku-Tbilisi-Ceyhan, anziché dirottarlo su vie russe a causa del pasticcio georgiano. Non solo: Cheney chiederà conferma al governo azero per quanto riguarda l'impegno con il progetto del gasdotto Nabucco, destinato a fornire gas via Balcani (Balcani, ricordate?) e Austria.
E qui entra in gioco l'Italia, faro di mediazione diplomatica e apportatrice di pace mondiale. Tutti a stupirsi per la posizione di Berlusconi, chi gli dà del cerchiobottista, chi insinua amicizie pericolose con Putin, chi si strappa i capelli per lo schiaffo all'America. Ma non occorre scomodare lo psicanalista del premier e neppure affannarsi ad analisi di politica internazionale di respiro globale: basta cercare, come al solito, gli affari.
E ce li spiega il noioso Oil & Gas Journal in coda all'articolo:
In competizione col Nabucco, la Russia sostiene il gasdotto concorrente South Stream, costruito da Gazprom ed ENI.
Capito? Infatti Cheney, dopo l'Azerbajan, verrà in Italia a conferire col nostro governo. Chissà che si diranno. Speriamo ce lo riferisca l'Oil & Gas Journal: altro che noioso, è meglio di Dagospia.
http://petrolio.blogosfere.it/2008/09/caucaso-cheney-e-la-mediazione-italiana-a-sei-zampe.html
Pubblicato da Debora Billi alle 13:27 in Geopolitica, Italia
Uno legge riviste inconsuete e scopre altarini. Ad esempio The Oil & Gas Journal, barbosa autorevolissima gazzetta di trivelle e affini.
Un bell'articolo racconta, con un filo di ironia, come Dick Cheney stia correndo a precipizio in Azerbajan: perché tanto interesse per Baku? Semplice: il vicepresidente USA vuole sincerarsi di persona che gli amici caucasici continuino a spedire petrolio in Europa attraverso la BTC, la pipeline Baku-Tbilisi-Ceyhan, anziché dirottarlo su vie russe a causa del pasticcio georgiano. Non solo: Cheney chiederà conferma al governo azero per quanto riguarda l'impegno con il progetto del gasdotto Nabucco, destinato a fornire gas via Balcani (Balcani, ricordate?) e Austria.
E qui entra in gioco l'Italia, faro di mediazione diplomatica e apportatrice di pace mondiale. Tutti a stupirsi per la posizione di Berlusconi, chi gli dà del cerchiobottista, chi insinua amicizie pericolose con Putin, chi si strappa i capelli per lo schiaffo all'America. Ma non occorre scomodare lo psicanalista del premier e neppure affannarsi ad analisi di politica internazionale di respiro globale: basta cercare, come al solito, gli affari.
E ce li spiega il noioso Oil & Gas Journal in coda all'articolo:
In competizione col Nabucco, la Russia sostiene il gasdotto concorrente South Stream, costruito da Gazprom ed ENI.
Capito? Infatti Cheney, dopo l'Azerbajan, verrà in Italia a conferire col nostro governo. Chissà che si diranno. Speriamo ce lo riferisca l'Oil & Gas Journal: altro che noioso, è meglio di Dagospia.
http://petrolio.blogosfere.it/2008/09/caucaso-cheney-e-la-mediazione-italiana-a-sei-zampe.html