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View Full Version : I nonni volevano cambiare il mondo, i nipoti l'iPod


DvL^Nemo
25-08-2008, 11:32
http://www.corriere.it/cultura/08_agosto_25/fine_passioni_nonni_ipod_vegetti_finzi_8e9b50ee-7281-11dd-b748-00144f02aabc.shtml


La fine delle passioni
I nonni volevano cambiare il mondo, i nipoti l'iPod

di Silvia Vegetti Finzi

Da sempre le passioni hanno rappresentato il modo più efficace per organizzare e rappresentare le pulsioni erotiche e aggressive dell'umanità. Nella cultura classica le divinità olimpiche impersonavano l'eccellenza delle passioni: nessuno era più iracondo di Zeus, più seduttorio di Afrodite, più geloso di Era. In verità non è mai esistita una società in cui le passioni non fossero controllate, limitate, contrastate da istanze antipassionali come la religione, la morale, l'educazione, le usanze e i costumi, per cui la civiltà, come sostiene Freud, è strutturalmente conflittuale.

Le modalità con cui si governano le passioni variano a seconda delle epoche e dei luoghi. La più efficace sembra quella che ne inibisce, non solo l'espressione, ma persino la rappresentazione mentale, rendendole impensabili. È significativo che la morale cattolica, processando l'intenzione stessa, consideri peccati anche le trasgressioni che avvengono sotto forma di pensieri, parole ed omissioni. Al posto delle passioni rimosse subentrano allora sentimenti, stati d'animo molto più vivibili e socialmente gestibili. Come mostra il teatro classico, le passioni sono improvvise, clamorose, eccessive, coinvolgono il corpo e la mente, richiedono di essere partecipate e testimoniate, raggiungono una climax per poi spegnersi nella catarsi, cioè nella purificazione delle loro componenti distruttive. Possiedono comunque una potenza trasformativa per cui, dopo, nulla rimane più come prima. Di contro i sentimenti sono sommessi, durevoli, talora privi di ogni coinvolgimento somatico, come quando si ascolta una melodia o si ammira un tramonto. Possono essere vissuti in solitudine, non chiedono necessariamente la presenza degli altri, non mirano a sovvertire gli equilibri interni o esterni.

Come tali sono più idonei a una «folla solitaria» anonima, omologata e tecnicizzata come quella contemporanea. Mentre l'Ottocento — che si apre allacciando amore e morte nel Werther di Goethe — ha messo in scena le passioni morali, il Novecento è stato il grande teatro delle passioni politiche. Ora le une e le altre sembrano spente. I romanzi sono stati sostituiti dalla letteratura minima-lista, l'opera lirica è diventata un reperto storico, la politica ha lasciato il passo all'amministrazione della cosa pubblica. Tuttavia il potenziale passionale rimane intatto, racchiuso nella mente e nel corpo in attesa di obiettivi che lo mobilitino, di figure che lo animino, di rapporti che lo condividano. Come utilizzarne le energie trasformative, le capacità creative? Poiché l'uomo non può, come Dio, creare dal nulla, occorre vi sia un ordine precostituito — un modello, una forma, un codice, un sistema — dalla cui destrutturazione possa sorgere un ordine differente, una figura originale, una nuova presenza nel mondo. Ma la tarda modernità è, in tutti i campi, così disgregata e informe da scoraggiare gli atteggiamenti di negazione, di rivolta o di sfida. Ove tutto si equivale, come è possibile mutare l'esistente? I nonni di oggi, la generazione che «ha fatto il '68», voleva cambiare il mondo, i loro nipoti si accontentano di cambiare il vecchio cellulare con l'ultimo iPod.

La meta si è immiserita ma la determinazione e lo slancio sono i medesimi. Soltanto che le passioni sono state dirottate sull'avere e l'apparire attraverso immagini suggestive che si sottraggono al giudizio e alla critica. All'adolescente che chiede «come devo essere?» si risponde «così», ricorrendo alla suggestione piuttosto che all'argomentazione. Poiché i riferimenti ideali risultano per definizione irrealizzabili, i ragazzi si confrontano con sentimenti di inadeguatezza ai quali cercano di reagire con comportamenti euforici o rinunciatari, in ogni caso incapaci di conferire senso e valore alla vita. Siamo nell'epoca di quelle che Spinoza chiamava «passioni tristi», contraddistinte da un malessere opaco, da un senso di inutilità e di impotenza che riflette l'appannamento del futuro. Privo di attese di salvezza e di felicità, il domani appare una minaccia piuttosto che una promessa capace di orientare il cammino verso l'età adulta. Infranti gli stampi della tradizione, venuti meno gli esempi edificanti dei santi e degli eroi, l'esistenza richiede a ciascuno di sfuggire all'assedio degli stereotipi e alle lusinghe dell'esibizionismo con il gesto creativo di farsi «narratore della propria storia ». Ma senza una circolazione vitale di idee e di emozioni la creatività non si accende e il gesto innovativo ricade inerme ancor prima di mettersi in gioco.

Da dove cominciare a prendere parola? Sappiamo che qualsiasi racconto ne prosegue uno precedente e, poiché non esiste un inizio assoluto, ogni prima volta è sempre un'altra volta. Per questo mi sembra importante affiancare, alla dominante comunicazione per immagini, la trasmissione di racconti, di storie di vita vissuta, allacciando tra le generazioni il filo di un discorso che veicoli emozioni oltre che dati e informazioni. Se non vengono tradotte in parole condivise, le esperienze passate precipitano nell'insignificanza e nell'oblio mentre la «volontà di dire», per usare una bella espressione di Mario Luzi, mantiene aperto un canale comunicativo che aiuta l'individuo ad uscire dalle strettoie del narcisismo e dell'egoismo proprietario, fondato sull'Io e sul Mio. Il passaggio del testimone da una generazione all'altra consente ai ragazzi di sentirsi membri di una comunità che non è solo fuori ma anche dentro di loro, protagonisti di una storia che non è conclusa e di un futuro che deve essere ridisegnato ricominciando dal punto in cui il discorso si è interrotto e le passioni, come gli dei, hanno abbandonato il mondo.


25 agosto 2008

Dream_River
25-08-2008, 12:03
Bellissimo scritto, soprattutto sottolineerei questa parte

In verità non è mai esistita una società in cui le passioni non fossero controllate, limitate, contrastate da istanze antipassionali come la religione, la morale, l'educazione, le usanze e i costumi, per cui la civiltà, come sostiene Freud, è strutturalmente conflittuale.

Premettendo che è l'Istruzione a limitare e sopprimere le passione, non l'Educazione che è un processo ben differente

Personalmente, ritengo che l'uomo potrebbe migliorare il mondo e migliorare se stesso se abbattesse tutti i muri che sono d'ostacolo al liberare le sue passioni, impedire che vengano annichilite in sentimenti, ed imparare ad ammaestrarle, sfogarle ogni volta possibile, e imparare a tenerle a freno solamente nel contesto sociale che richiede freddezza e una forte ragione per poter mantenere uno stato di pace.
Il problema delle società e particolarmente accentuato in questa nostra società, che piuttosto che soffocare le nostre passioni, tenta di controllarle e dirottarle, non annichilendole più in sentimenti (La maggior parte degli individui e troppo ridotta ad un rozzo consumatore per avere un animo allenato a provare sentimenti rilevanti) ma trasformandole in desideri indotti, una volta per togliere la libertà agli uomini si mettevano in catene, oggi li si avvolge nella plastica.
Per riacquistare le proprie passioni (E la responsabilità di conviverci) bisogna abbattere tutti quegli ostacoli alla nostra libertà e responsabilità di essere capaci di autodeterminatci e che vorrebbero controllarci, come il mercato capitalista, lo stato (Soprattutto quello della "Daisenpolitic") e le gerarchie religiose
Tutto questo con allegato un bel IMHO

*sasha ITALIA*
25-08-2008, 13:22
Quante stronzate tutte assieme!

Si vede come volevano cambiare il mondo.. due guerre mondiali ed una terza scampata solo per l'invenzione della bomba atomica, che ha tenuto i grandi paralizzati sulla sedia!!!!

Se il giornalista riconosce tra le passione solamente la politica e l'altruismo sono fatti suoi, per me la religione, le usanze e le tradizioni altro non fanno che allontanare i popoli.

Dream_River
25-08-2008, 13:36
Ma infatti le 2 guerre mondiali più che un iniziativa dei nostri "nonni" mi sembra un iniziativa dei potenti.:stordita:

*sasha ITALIA*
25-08-2008, 13:39
Ma infatti le 2 guerre mondiali più che un iniziativa dei nostri "nonni" mi sembra un iniziativa dei potenti.:stordita:

per carità le decisioni le prendono loro, ma è innegabile che una volta ci si lasciasse trascinare maggiormente dal tumulto popolare piuttosto che ragionare con la propria testa..

lowenz
25-08-2008, 13:41
Che tristezza, vedo che la lezione di Nietzsche non l'ha imparata NESSUNO.

Questo mondo "schifoso" è la conseguenza di QUELLE VECCHIE PASSIONI che ora indoriamo perchè siamo arrivati al capolinea, ma la partenza è quella: più si aspira in alto (ideali delle tradizioni) più si tocca il fondo (per un processo inversione generazionale).

Ma perchè non impara mai nessuno e invece si guarda sempre all'età dell'oro CHE NON C'E'?

Guardate che i nonni dei nostri nonni dicevano lo stesso dei nostri nonni, le stesse parole che sono scritte in quell'articolo!
Parlarne così è dare sfogo al proprio disfattismo e basta: non ci sono "tempi migliori" o "uomini migliori", la vita di tutti in tutti i tempi è SISTEMA CAOTICO, ovvio che guardata da fuori - raccogliendo tutti i milioni di persone di una nazione - sembra invece qualcosa di "perfettamente ordinato" secondo degli ideali o altro, ma non è così!

Se all'istante "T" di colpo tornassimo agli "eroi" e alle "tradizioni" tra 100 anni avremmo un mondo copia di quello all'istante "T-1", cioè il nostro attuale.

Dream_River
25-08-2008, 13:51
Nietzsche ha sicuramente detto grandissime cose, ma si può anche non condividere ogni punto del suo pensiero.
Sicuramente l'articolo richiama ingenuamente a un età dell'oro che in realtà non esiste, ma è innegabile che l'uomo non è mai stato capace di prendersi la responsabilità delle proprie passioni.
Per dirla alla Nietzsche, prima Dio, poi gli altri "predicatori di morte" (Es. il socialismo).
Ma niente ci impedisce di sperare nella venuta del Superuomo, o addirittura a una Supersocietà

lowenz
25-08-2008, 13:59
Sì ma è evidente che se adesso arriva il furbone di turno e dice "Riproponiamo i vecchi modelli che andavano bene degli eroi e dei santi (come suggerisce l'articolo) per ridare vigore ai giovani" tra 100 anni l'evoluzione sociale porterà ancora allo stesso stato di oggi, non ci si scappa.....

Non si risolvono i problemi ripassando 1000 volte per le stesse strade.

Dream_River
25-08-2008, 14:19
Su questo sono completamente d'accordo;)

GUSTAV]<
25-08-2008, 17:11
è la società del consumismo sfrenato... :rolleyes:

Ci hanno riempito di immigrati, e ci hanno fatto diventare più diffidenti,
ci hanno riempito di ipermarket, dove puoi avere quasi tutto e ci hanno fatto diventare più egoisti...
Siamo diventati macchine da consumo, senza patria e senza speranza...
la cui unica ideologia è il godimento e la vanità...

Fritz!
25-08-2008, 17:22
Tanto forbito e pieno di citazioni colte è l'articolo, quanto vuoto è il contenuto... almeno a mio parere.

E il giudizio si ferma a un livello di forma.

Le passioni del 900 vengono rimpiante più per la loro apparenza che per il loro contenuto. Anzi il loro contenuto è assolutamente secondario...

Le motivazioni che muovono le passioni sociali non hanno peso, nemmeno nel ricordo della giornalista. Ma a quel punto se è solo una questione di sensazioni, tanto vale proporre l'assunzione di ectasy o LSD come alternative all'IPOD.

GUSTAV]<
25-08-2008, 17:40
Tanto forbito e pieno di citazioni colte è l'articolo, quanto vuoto è il contenuto... almeno a mio parere.

E il giudizio si ferma a un livello di forma.

Le passioni del 900 vengono rimpiante più per la loro apparenza che per il loro contenuto. Anzi il loro contenuto è assolutamente secondario...

Le motivazioni che muovono le passioni sociali non hanno peso, nemmeno nel ricordo della giornalista. Ma a quel punto se è solo una questione di sensazioni, tanto vale proporre l'assunzione di ectasy o LSD come alternative all'IPOD.
i Francesi hanno (giustamente) bocciato, con un referendum, la costituzione europea,
allora hanno fatto il trattato di Lisbona, dove Sarkosi ha aderito in nome di tutto il popolo..
:sofico:
Che passioni della politica vuoi avere, se quello che esce dalla porta rientra dalla finestra ?

Oramai le nostre società sono succubi delle grandi società, e piegati a 90° al volere di "qualcuno"....

lowenz
25-08-2008, 17:46
<;23808293']i Francesi hanno (giustamente) bocciato, con un referendum, la costituzione europea,
allora hanno fatto il trattato di Lisbona, dove Sarkosi ha aderito in nome di tutto il popolo..
:sofico:
Che passioni della politica vuoi avere, se quello che esce dalla porta rientra dalla finestra ?

Oramai le nostre società sono succubi delle grandi società, e piegati a 90° al volere di "qualcuno"....
Anche tu con i massoni che vogliono consegnare al demonio prima i cristiani laicizzandoli/islamizzandoli e poi il mondo? :D

Che palle.....

lowenz
25-08-2008, 17:48
<;23807881']è la società del consumismo sfrenato... :rolleyes:
E' la società del vittimismo e del disfattismo.
Non che il consumismo non c'entri, ma il problema è a monte.

E' esattamente quello che è capitato alla fisica classica 100 anni fa.....si è dovuto demolirla perchè era arrivata al limite del suo funzionamento date le basi ERRATE su cui poggiava: e non è che i fisici hanno pensato di creare una "fisica classica 2 la vendetta" perchè altrimenti si sentivano persi.....

GUSTAV]<
25-08-2008, 18:19
Anche tu con i massoni che vogliono consegnare al demonio prima i cristiani laicizzandoli/islamizzandoli e poi il mondo? :D

Che palle.....
ma che stà addì ? :D

lowenz
25-08-2008, 18:22
<;23808293']
Oramai le nostre società sono succubi delle grandi società, e piegati a 90° al volere di "qualcuno"....
Il nome (o i nomi) del qualcuno, grazie :D

Marko91
25-08-2008, 19:42
Effettivamente e' un articolo demenziale. Impeccabilmente scritto, arzigogolato e arricchiato da mille citazioni ma privo di senso e anche privo di memoria storica. La passione politica ha portato a numerosi omicidi e aggressioni a sfondo politico. La passione religiosa porta al fanatismo. Ed e' anche un articolo generalista, che colpevolizza come al solito le nuove generazioni. Le passate generazioni non sono migliori!

Dream_River
25-08-2008, 19:51
La passione politica ha portato a numerosi omicidi e aggressioni a sfondo politico. La passione religiosa porta al fanatismo.

Dubito che l'articolo si riferisse alla passione politica e alla passione religiosa

Inoltre, mi sembra una semplificazione eccessiva dire che la passione religiosa porta al fanatismo.
Ed inoltre il fanatismo religioso non è necessariamente negativo
Una persona che uccidere per la propria religiose non si può mettere sullo stesso piano di chi, in nome del proprio Dio o comunque della propria religione, sacrifica la propria vita per un altro essere vivente

Fil9998
25-08-2008, 19:58
si, vabbhè, ma a parte tutti sti discorsi filosofici e morali: badando a cose più concrete:






























....



qualcuno sa niente sulla nuova release di flash player light per ipod ???


:fagiano: :fagiano: :fagiano:
....

matmat86
25-08-2008, 19:58
Ma infatti le 2 guerre mondiali più che un iniziativa dei nostri "nonni" mi sembra un iniziativa dei potenti.:stordita:

e tutti quelli che erano in piazza a gridare viva il duce, viva hitler, viva stalin?

killercode
25-08-2008, 20:03
Sempre la solita cosa: "Si stava meglio quando si stava peggio" :rolleyes: peccato che tutti si ricordino delle cose positive ma nessuno casualmente di quelle negative

Dream_River
25-08-2008, 20:15
e tutti quelli che erano in piazza a gridare viva il duce, viva hitler, viva stalin?

Non penso si possano considerare complici di quegli aventi, anche perchè se prendi ad esempio proprio i tre dittatori da te citati, non sono certo saliti al potere in un momento in cui la percezione sociale era alle stelle, anzi, tutti hanno approfittato di momenti di crisi dei paesi dove successivamente hanno preso il potere.
Poi è naturale che la democrazia possa mandare al governo gente del genere, ma la gente non ha capito ancora oggi che la democrazia è fallimentare, figurati se potevano capirlo a quei tempi

willywilly77
25-08-2008, 22:38
......la gente non ha capito ancora oggi che la democrazia è fallimentare, figurati se potevano capirlo a quei tempi


Meglio una monarchia illuminata o cosa???
:help:

Teox82
25-08-2008, 22:46
Sempre la solita cosa: "Si stava meglio quando si stava peggio" :rolleyes: peccato che tutti si ricordino delle cose positive ma nessuno casualmente di quelle negative

Quoto.

E poi oltre all'ipod voglio cambiare anche il pc :O

Dream_River
26-08-2008, 00:10
Meglio una monarchia illuminata o cosa???
:help:

No no no, per carità, anche con una corona in testa non cambia niente:D

Io sono per l'anarchia

Negadrive
26-08-2008, 08:35
Io sono per l'anarchia
Anche io, ma solo nel senso di un teorico "cittadino" ideale, ossia persone che si potrebbero gestire da sé, col loro buonsenso (stiamo parlando di un buonsenso ideale). Non avrebbe bisogno di qualcuno dall'alto che gli dicesse cosa fare, né di leggi create affinché non si faccia male da solo o lo faccia ad altri. Ad esempio, per capirci: non ci sarebbe bisogno che nessuno gli dicesse (qua bisogna pure imporlo) di mettersi il casco, la cintura o mantenere le distanze di sicurezza e così via. Potrebbe anche concludere che non rispettando e danneggiando gli altri e l'ambiente (in tutti i sensi, anche sociale) in cui vive, alla fine danneggerebbe anche sé stesso, visto che in quell'ambiente è dentro o ne fa parte e si ritroverebbe a vivere in un ambiente peggiore (oddio, magari qualcuno potrebbe concludere che i vantaggi sono più degli svantaggi per la sua persona, soprattutto nell'immediato, ma stiamo ipotizzando un'anarchia alla cui base ci sono persone che non hanno leggi, perché non ne hanno bisogno, ottenendo ottimi risultati pensando con la loro testa).

Il problema, parlando più realisticamente, è che la gente è tutt'altro che "ideale". Continuando l'esempio automobilistico (solo uno dei tanti possibili), le misure di sicurezza tocca perfino imporle e nella tragica assurdità (perché mi sembra davvero un'assurdità) degli enormi tamponamenti a catena in caso di nebbia cosa succede? Viene coinvolto un numero impressionante di veicoli (fra i quali non dico ci siano tutti scriteriati al volante, ma se la maggior parte agisse in un certo modo, non so se capiterebbe in simili proporzioni); e poi a venire additata come killer è la nebbia. Quindi certe volte la Terra mi sembra più un manicomio a forma di sfera ( :sofico: ), che un mondo adatto a questa idea di anarchia.
Allora ci si potrebbe fermare qui, con una conclusione disfattista. Naturalmente però c'è anche la possibilità che l'umanità pian piano, col tempo, cambi e prenda una direzione che la porti verso quell'ideale. Ma anche se l'ideale venisse visto come irraggiungibile, non vuol dire che non vada considerato, non è un «o così o niente»: le persone potrebbero comunque avvicinarsi (non saprei quanto), puntando ad esso. Tuttavia anche dire, anzi dare una direzione verso cui andare e cambiare, per raggiungere questo ideale sarebbe per certi versi una contraddizione: non sarebbe molto diverso da una morale religiosa (giusta o sbagliata che si possa ritenere) in cui vien detto «è giusto così e sbagliato cosà» e si segue quello. Ma appunto parlo del proprio buonsenso (ideale) e non ciò che è imposto dall'alto o da seguire ciecamente o senza rifletterci.

Magari io potrei pensare a persone informate, aperte, portate all'obiettività e alla ragionevolezza, piuttosto che credere ad una cosa solo perché piace o fa comodo crederci, o decidere cosa fare perché hanno pensato col la propria testa e quella è la loro conclusione, dopo avere osservato, analizzato, cercato di comprendere... conclusione poi sempre migliorabile se giunge altro, ma non è perché gli han detto cosa è meglio e cosa è peggio; e così via. A me, così su due piedi, pare la conclusione più logica di quale potrebbe essere l'ideale, ma altri potrebbero averne altre.
Ci sono cose che possono definirsi oggettivamente "ragionevoli"? E' vero che nel mondo le cose sono spesso più complicate di un 1+1=2, ci sono tanti fattori e tanti punti di vista (e spesso ne vedo considerare solo uno, senza provare a farsi un quadro più generale, magari in dibattiti muro contro muro, dove i pensieri cozzano e basta anziché arricchirsi e progredire), però...
Forse il cittadino ideale saprebbe (metafora) che sfondare una porta a spallate sarebbe sì più sbrigativo di provare a capire il problema e/o cercare il modo di scassinarla, ma anche che poi si ritroverebbe con una spalla da medicare e una porta da riparare. E capirebbe anche da solo che nessuna delle due opzioni è sempre quella giusta.

In conclusione ora come ora mi sembra difficile, però, iPod o meno, non mi sembra male continuare pensare a come migliorare, se non il mondo, almeno quell'angolino che siamo noi stessi.

evelon
26-08-2008, 09:37
Anche tu con i massoni che vogliono consegnare al demonio prima i cristiani laicizzandoli/islamizzandoli e poi il mondo? :D

Che palle.....

Ma te c'hai i massoni in testa ? :D

Li vedi ovunque, in qualunque discorso...

lowenz
26-08-2008, 09:52
Ma te c'hai i massoni in testa ? :D

Li vedi ovunque, in qualunque discorso...
No, semplicemente conosco come ragionano alcuni utenti, solo che stanno bene attenti a non dirlo apertamente, anche se ogni tanto sfugge loro perchè in questi casi il complottismo è il sale della vita e senza quello crolla tutto :asd:
Ovviamente però, per motivi di regolamento, non posso chiamare in causa utenti in thread dove non sono intervenuti.

Pertanto io ironizzo sul LORO averli in testa e sulle LORO teorie complottistico-apocalittiche (non sugli utenti), sulle quali quando si domandano i NOMI delle persone coinvolte non c'è mai risposta.....

A esempio qui ho domandato chi sarebbe quel qualcuno.....aspetto ancora una risposta :)
Oramai le nostre società sono succubi delle grandi società, e piegati a 90° al volere di "qualcuno"....
E' troppo averla?
Sembra che tutti credano che ci sia questo "qualcuno" ma nessuno ne dice il nome quando si tratta di esplicitarne l'identità (soprattutto di persona fisica, con tanto di nome e cognome) :p

evelon
26-08-2008, 10:07
No, semplicemente conosco come ragionano alcuni utenti, solo che stanno bene attenti a non dirlo apertamente, anche se ogni tanto sfugge loro perchè in questi casi il complottismo è il sale della vita e senza quello crolla tutto :asd:
Ovviamente per motivi di regolamento non posso chiamare in causa utenti in thread dove non sono intervenuti.

Pertanto io ironizzo sul LORO averli in testa e sulle LORO teorie complottistico-apocalittiche, sulle quali quando si domandano i NOMI delle persone coinvolte non c'è mai risposta.....


Su molti probabilmente hai ragione ma a volte, imho, li vedi anche dove non ci sono.

In particolare sulla questione del 3D:


A esempio qui ho domandato chi sarebbe quel qualcuno.....aspetto ancora una risposta :)

E' troppo averla?
Sembra che tutti credano che ci sia questo "qualcuno" ma nessuno ne dice il nome quando si tratta di esplicitarne l'identità (soprattutto di persona fisica, con tanto di nome e cognome) :p

Io la interpreto come il volere dettato dall'astratto volere dei politici (di cui il nome ed il cognome è noto) e dei loro schieramenti spinti più da idealistici motivi e dalle loro ideologie che non dai veri voleri del popolo.

E' notizia di questi giornic he dopo la bocciatura del referendum irlandese se ne vuole fare un'altro sulla stessa questione....

In pratica o passa....o si ripete finchè passa :D
se non è ideologia in faccia ai voleri del popolo questa...

lowenz
26-08-2008, 10:12
Su molti probabilmente hai ragione ma a volte, imho, li vedi anche dove non ci sono.
Intanto io aspetto una risposta sul qualcuno :p
Ti piacerebbe avere una sfilza di argomentazioni tutte basata sul "qualcuno" quando si parla di problemi internazionali come crisi economiche o guerre?
A me NO.

Io la interpreto come il volere dettato dall'astratto volere dei politici (di cui il nome ed il cognome è noto) e dei loro schieramenti spinti più da idealistici motivi e dalle loro ideologie che non dai veri voleri del popolo.

E' notizia di questi giornic he dopo la bocciatura del referendum irlandese se ne vuole fare un'altro sulla stessa questione....

In pratica o passa....o si ripete finchè passa :D
se non è ideologia in faccia ai voleri del popolo questa...
Per quello c'è già in thraed apposito e ho già esposto le mie ragioni.....e se vai a rileggerlo anche in quello ci sono utenti che hanno ammesso di credere al complotto politico internazionale per calpestare i cosiddetti "popoli" (dei quali prima bisognerebbe delinearne correttamente le caratteristiche, perchè anche solo se prendiamo gli scozzesi mal sopportano i britannici.....e allora dovremmo tutti quanti crearci delle enclavi etniche a mo' di futuro post nucleare).

Dream_River
26-08-2008, 11:51
Anche io, ma solo nel senso di un teorico "cittadino" ideale, ossia persone che si potrebbero gestire da sé, col loro buonsenso (stiamo parlando di un buonsenso ideale). Non avrebbe bisogno di qualcuno dall'alto che gli dicesse cosa fare, né di leggi create affinché non si faccia male da solo o lo faccia ad altri. Ad esempio, per capirci: non ci sarebbe bisogno che nessuno gli dicesse (qua bisogna pure imporlo) di mettersi il casco, la cintura o mantenere le distanze di sicurezza e così via. Potrebbe anche concludere che non rispettando e danneggiando gli altri e l'ambiente (in tutti i sensi, anche sociale) in cui vive, alla fine danneggerebbe anche sé stesso, visto che in quell'ambiente è dentro o ne fa parte e si ritroverebbe a vivere in un ambiente peggiore (oddio, magari qualcuno potrebbe concludere che i vantaggi sono più degli svantaggi per la sua persona, soprattutto nell'immediato, ma stiamo ipotizzando un'anarchia alla cui base ci sono persone che non hanno leggi, perché non ne hanno bisogno, ottenendo ottimi risultati pensando con la loro testa).

Il problema, parlando più realisticamente, è che la gente è tutt'altro che "ideale". Continuando l'esempio automobilistico (solo uno dei tanti possibili), le misure di sicurezza tocca perfino imporle e nella tragica assurdità (perché mi sembra davvero un'assurdità) degli enormi tamponamenti a catena in caso di nebbia cosa succede? Viene coinvolto un numero impressionante di veicoli (fra i quali non dico ci siano tutti scriteriati al volante, ma se la maggior parte agisse in un certo modo, non so se capiterebbe in simili proporzioni); e poi a venire additata come killer è la nebbia. Quindi certe volte la Terra mi sembra più un manicomio a forma di sfera ( :sofico: ), che un mondo adatto a questa idea di anarchia.
Allora ci si potrebbe fermare qui, con una conclusione disfattista. Naturalmente però c'è anche la possibilità che l'umanità pian piano, col tempo, cambi e prenda una direzione che la porti verso quell'ideale. Ma anche se l'ideale venisse visto come irraggiungibile, non vuol dire che non vada considerato, non è un «o così o niente»: le persone potrebbero comunque avvicinarsi (non saprei quanto), puntando ad esso. Tuttavia anche dire, anzi dare una direzione verso cui andare e cambiare, per raggiungere questo ideale sarebbe per certi versi una contraddizione: non sarebbe molto diverso da una morale religiosa (giusta o sbagliata che si possa ritenere) in cui vien detto «è giusto così e sbagliato cosà» e si segue quello. Ma appunto parlo del proprio buonsenso (ideale) e non ciò che è imposto dall'alto o da seguire ciecamente o senza rifletterci.

Magari io potrei pensare a persone informate, aperte, portate all'obiettività e alla ragionevolezza, piuttosto che credere ad una cosa solo perché piace o fa comodo crederci, o decidere cosa fare perché hanno pensato col la propria testa e quella è la loro conclusione, dopo avere osservato, analizzato, cercato di comprendere... conclusione poi sempre migliorabile se giunge altro, ma non è perché gli han detto cosa è meglio e cosa è peggio; e così via. A me, così su due piedi, pare la conclusione più logica di quale potrebbe essere l'ideale, ma altri potrebbero averne altre.
Ci sono cose che possono definirsi oggettivamente "ragionevoli"? E' vero che nel mondo le cose sono spesso più complicate di un 1+1=2, ci sono tanti fattori e tanti punti di vista (e spesso ne vedo considerare solo uno, senza provare a farsi un quadro più generale, magari in dibattiti muro contro muro, dove i pensieri cozzano e basta anziché arricchirsi e progredire), però...
Forse il cittadino ideale saprebbe (metafora) che sfondare una porta a spallate sarebbe sì più sbrigativo di provare a capire il problema e/o cercare il modo di scassinarla, ma anche che poi si ritroverebbe con una spalla da medicare e una porta da riparare. E capirebbe anche da solo che nessuna delle due opzioni è sempre quella giusta.

In conclusione ora come ora mi sembra difficile, però, iPod o meno, non mi sembra male continuare pensare a come migliorare, se non il mondo, almeno quell'angolino che siamo noi stessi.

Il tuo è un discorso più che apprezzabile, soprattutto è già di conforto leggere che c'è qualcuno in più che sa che l'anarchia non è semplice caos, ma ordine spontaneo, un ordine dinamico in cui sono in prima linea gli individui nella sua formazione, al contrario di quegli "Status quo" di cui sono artefici le gerarchie.
Sicuramente i tuoi sono interrogativi comprensibili, è difficile immaginare come in certe situazione sarebbe possibile mantenere un ordine in una ipotetica società anarchica.
Tieni comunque conto che, come diceva anche Kropotkin, raggiungere l'anarchia non comporterebbe necessariamente la formazione di società "etiche", lui se lo augurava e lo riteneva possibile, ma come hai detto te, nessuno ci assicura che gli uomini raggiungeranno un livello di consapevolezza sociale adeguato per costituire un organizzazione spontanea cosi ideale.
Ma l'anarchismo e i pensatori che aderivano a questo pensiero (Sebbene ognuno con proprie sfumature di pensiero individuale) affermavano che in tutti i casi, lo stato, il capitale (il guinzagli più efficace con cui lo stato tiene in catene gli individui) e le gerarchie religiose sono finalizzate a opprimere non solo la libertà degli individui in nome dei loro interessi personali, ma anche le loro potenzialità.
Se gli individui non ci ispirano grande fiducia nel immaginarli artefici della propria organizzazione e determinazione e anche perchè da troppo tempo siamo abituati a pensare allo stato come un essere necessario e gli individui non sono portati ad autogestirsi perchè le gerarchie non hanno interesse a fargli rendere conto che ne hanno le potenzialità.
Sempre kropotkin, affermava che i periodi adatti alla rivoluzione si presentano in maniera simile al oscillare di un pendolo, si passa da momenti in cui la rivoluzione può fomentare (ed effettivamente fomenta) e altri in cui non sussistono le condizioni.
Come anarchici, il nostro obiettivo può essere raggiunto solo mostrando questo le gerarchie siano fallimentari e invitare gli individui a rendersi conto delle proprie potenzialità.
Poi è naturale che anche in una società anarchica nessuno ci assicura che tutto andrebbe perfettamente, ma tutt'oggi esistono società (sebbene piccole) che si auto-gestiscono, e anche nell'ipotesi peggiore, non c'è niente come una struttura gerarchica in grado di dar vita ai più grandi orrori, quella stessa struttura che non è certo funzionale agli interessi dei singoli individui, ma è sicuramente più che funzionale al accumulo di potere da parte dei potenti e dei loro leccapiedi a qualsiasi costo, anche umano.
Spero di essermi spiegato bene, comunque siamo andati OT, se vuoi mandare avanti il discorso, magari contattami per MP;)