PDA

View Full Version : [ Tangentopoli all'ONU ]Aziende italiane, funzionari russi, fornitori mondiali


Ser21
18-08-2008, 11:04
Tangentopoli all'Onu

di P. Biondani, G. Di Feo e S. Maurizi


Aziende italiane, funzionari russi, fornitori mondiali. La grande inchiesta sulla corruzione al Palazzo di vetro
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Tangentopoli-allOnu/2037315&ref=hpsp


Doveva essere la prima missione per imporre la pace, la rinascita dell'Onu dopo la fine della guerra fredda. I caschi blu stavano sbarcando in Somalia, nel tentativo di salvare un popolo affamato da carestia e milizie.

In quegli stessi giorni, su uno yacht a largo di Monaco un imprenditore italiano consegnava una valigetta piena di dollari a un funzionario della Nazioni Unite. Tra champagne e ostriche, mentre i somali imploravano un aiuto, i due si erano appena messi d'accordo su come pilotare l'appalto per la base di Mogadiscio che avrebbe ospitato le truppe internazionali.

Dieci anni dopo, nel 2003, l'Onu decide di spedire un'armata nella Liberia rasa al suolo dai massacri tribali. E lo stesso funzionario avrebbe smistato telefonate confidenziali dal suo ufficio nel Palazzo di Vetro. Dall'altro capo della linea amici italiani pendevano dalle sue labbra per fregare i concorrenti nella gara del contratto e rifilare razioni a 16 mila soldati con la bandiera azzurra.

Sono due capitoli nella saga criminale portata avanti per tre lustri lucrando sulle forniture della più importante organizzazione internazionale: un romanzo del malaffare che ha mostrato la predominanza di due grandi scuole della corruzione. Quella russa, incarnata nella figura di Alexander Yakovlev, un genio del male che ha intrecciato una rete mondiale di relazioni senza scrupoli. E quella italiana, che ha esportato a New York tutte le tecniche messe a punto negli anni d'oro di Tangentopoli.

Non è una battuta: gli stessi manager che nel 1992 finirono a San Vittore hanno aperto filiali all'ombra delle Nazioni Unite per mettere a frutto la loro esperienza criminale. Abituati ai boiardi della Prima Repubblica, si intendevano al volo con i padrini moscoviti dell'Onu. Tra loro negli scambi di mazzette si chiamavano con un nome in codice, riportato nelle intercettazioni, che racchiude una sintonia profonda: 'Best friend', il migliore amico.


L'ora degli sceriffi
Le prime crepe nel Palazzo di vetro si sono aperte con lo scandalo Oil for food, le vendite di petrolio concesse all'Iraq di Saddam Hussein in deroga all'embargo per comprare cibo e medicine. La conquista di Baghdad ha permesso all'Fbi di smascherare il vero volto di quell'operazione gestita dall'Onu: i soldi del greggio finivano nelle mani del regime, di imprenditori compiacenti e di pezzi grossi delle Nazioni unite.

Alla fine del 2005 le rivelazioni raccolte dall'inchiesta statunitense costringono anche il segretario generale Kofi Annan a fare qualcosa, per evitare che la credibilità dell'Organizzazione venga travolta. Viene creata così una task force speciale, con poteri limitati all'interno delle Nazioni unite: solo sei uomini, guidati dall'ex procuratore federale americano Robert Appleton (leggi l'intervista).

Il modello sono 'Gli intoccabili': un nucleo a prova di ogni tentazione, che riesce però a portare alla luce una montagna di illeciti: stanno indagando su 700 contratti. Appleton e i suoi si muovono senza rispettare le consuetudini bizantine dei rituali Onu e i complessi assetti diplomatici. Vanno avanti come la squadra della Chicago di Al Capone, creando imbarazzi tra i notabili delle Nazioni Unite e lo stesso Annan (leggi).

Il punto di partenza dell'indagine è stato proprio 'il migliore amico', Yakovlev: il travet formato nell'Urss e inserito nei ranghi dell'Onu nei primi mesi del disgelo di Gorbaciov, messo alle strette dall'Fbi ha fatto il pentito. Ha patteggiato: immunità in cambio di verbali su tutto il grattacielo delle tangenti, un ventennio di corruzione dal 1985 in poi.

Molti sospettano che abbia ammesso solo ciò che non poteva negare, dissotterando soltanto una parte del suo bottino. Ma da soli i suoi racconti compongono una soap opera infinita con protagonisti di tutti i continenti e una sola lingua: quella dei dollari.

Base Mogadiscio
Per i soldati italiani quel nome è sinonimo di casa: Corimec infatti è l'azienda che fornisce gli alloggi prefabbricati per le missioni. Nei Balcani, in Afghanistan, in Libano migliaia di militari vivono per mesi dentro i Corimec. Ma all'inizio degli anni Novanta la stagione delle spedizioni non era ancora cominciata: l'impresa lombarda contava solo sul business della protezione civile, fornendo i container per le emergenze.
Poi l'idea: infilarsi nei contratti Onu. All'epoca la società apparteneva per metà alla Cagiva, il marchio delle moto di Gianfranco Castiglioni, e per metà alla famiglia Braghieri che ne curava la gestione. È proprio Leopoldo Braghieri a scoprire la strada giusta per il Palazzo di vetro. Si rivolge a un mediatore francese, Yves Pintore, che gli apre le porte dell'ufficio di Yakovlev.

I tre si capiscono subito: al russo andrà il 2 per cento su ogni commessa. Due per cento è una formula magica: vincono subito un appalto per 500 bungalow prefabbricati destinati alla Somalia. Due milioni e mezzo di dollari, valuta pregiatissima nei giorni neri della lira.

È il primo successo, proseguito per anni fino a garantire un fatturato di 30 milioni di dollari. Secondo il racconto riferito da Pintore alla Task Force, Braghieri è entusiasta: ad agosto 1993 avrebbe organizzato un party sul suo yacht in Costa Azzurra, ospiti d'onore Yakovlev e signora a cui consegna una valigetta di pelle con 145 mila biglietti verdi. Ma l'imprenditore nega e il brasseur francese non è stato testimone diretto dello scambio. E Yakovlev? Non ricorda, come sarebbe accaduto per altri scambi cash.

Conto Best friend
Chi trova un amico, trova un tesoro. Leopoldo Braghieri se ne ricorda quando rompe con la Cagiva e si mette in proprio. Il settore è lo stesso: prefabbricati. Cambia la sigla, ora si chiamano Cogim, ma non le abitudini. Nel '97 va da Yakovlev e apre il portafogli: il solito 2 per cento. Racconta il 'gran pentito' moscovita: "Braghieri mi disse che i bonifici non sarebbero arrivati dai conti dell'azienda, per questo stabilimmo che li avrei riconosciuti dall'indicazione 'Best friend'".

In quattro anni piovono appalti per 13 milioni: in cambio, al russo ne arrivano 4-500 mila. Questa almeno è la cifra che lui ammette, mentre una fonte confidenziale ha parlato agli investigatori di "circa 720 mila dollari di tangenti dalla Cogim". In questo caso, le prove raccolte dagli Intoccabili causano l'espulsione della ditta dai fornitori dei caschi blu.

Non solo: gli atti vengono trasmessi alla Procura di Milano: il pm Alfredo Robledo scatena la Guardia di Finanza. Poi interroga il boiardo dell'Onu, che conferma le rivelazioni. Di fronte a questo accerchiamento transatlantico l'azienda tenta una doppia difesa. Leopoldo Braghieri ammette le bustarelle, ma dichiara di essere stato costretto a pagare: "C'erano in ballo 28 milioni di dollari, mi avrebbe tagliato fuori".

Inoltre la Cogim spiega che tutta la gestione è in mano al figlio, Filippo Braghieri, estraneo alle mazzette paterne. Peccato che a Yakovlev non piaccia fare la parte del ricattatore e ricambia: "Ho incontrato il figlio e mi fece capire che era a conoscenza di tutto. Mi disse che il padre era andato in pensione e che avrei tenuto i contatti con lui", accusa ribadita anche davanti al pm Robledo. A quel punto la Cogim si è arroccata sulle sue posizioni, pronta a fronteggiare il processo.

I cattivi maestri
Diverso l'atteggiamento della Corimec, adesso interamente nelle mani di Mister Cagiva e attivissima nel business delle missioni militari all'estero. La Task force Onu e la Procura di Milano le riconoscono piena collaborazione: dimostra che tutto era affidato a Braghieri. E per il codice italiano si tratta di reati prescritti.

Su un solo punto gli sceriffi di Appleton mantengono un'ombra di dubbio, senza contestazioni formali: dopo il divorzio dal vecchio amministratore, la Corimec si è affidata a una società italiana di New York, la Ihc. Per gli inquirenti del Palazzo di vetro questa sigla è diventata una sorta di nemico pubblico numero uno, coinvolta in una decina di gare sospette, con piste che portano ai palazzi di Saddam Hussein e legami con i finanziatori di Al Qaeda. Ma finora non ci sono prove di corruzione.

Negli atti ufficiali quella della Ihc appare come una storia esemplare. Ed incredibile. Sede a New York, a due passi dal Palazzo di Vetro, e nel centro di Milano, a trecento metri dal Duomo, la Ihc sembra incarnare l'immortalità di Tangentopoli. Appartiene alla Torno Sah lussemburghese ma è diretta emazione di quella Torno Spa, colosso degli appalti, che cambiò nome dopo essere stata coinvolta in una decina di capitoli di Mani Pulite.
È il loro patron Angelo Simontacchi che il primo maggio 1992 a San Vittore svela ad Antonio Di Pietro il grande accordo tra tutti i partiti per la Metropolitana milanese, dando il via all'escalation del pool verso il gotha della Prima Repubblica. Tredici anni dopo gli uomini della Task Force Onu bussano ai loro uffici di Manhattan: li accusano di avere commesso illeciti per manovrare le gare più ricche sulle forniture per i caschi blu.

Ricostruiscono pratiche choccanti per assicurarsi gli appalti: buste con le offerte ritoccate al ribasso e sostituite dopo avere ricevuto soffiate sulle proposte dei rivali. Il protagonista è sempre Yakovlev. Questa volta però il suo amico italiano si chiama Ezio Testa, numero uno della Ihc. Tra le aziende beneficiate un nome su tutti: la Compass, il colosso mondiale della ristorazione con 360 mila dipendenti in 64 paesi e 10 miliardi di euro di fatturato.

In Italia, giusto per fare un esempio, dà lavoro a 9.400 persone: possiede i buoni pasto Ristomat e Lunch Time e con i marchi Onama e Sorico gestisce mense scolatische e aziendali, incluse quelle delle caserme.

Il team infernale
I manager di Compass sono euforici per i servizi di Ezio Testa. Gli scrivono: "Abbiamo creato an hell of team, una squadra infernale". Diabolici, sì. L'atto di accusa della Task Force ricostruisce minuto per minuto il rush finale dell'appalto per i 16 mila caschi blu della spedizione liberiana.

È un triangolo di poche centinaia di metri, tracciato nel cuore della Grande Mela. Gli emissari della multinazionale hanno trasformato una suite del Roosevelt Hotel nella base avanzata, con un pc e una stampante. Testa, nel suo ufficio della Lexington Avenue, riceve dal Palazzo di vetro le telefonate chiave. Secondo l'ipotesi degli sceriffi, sono le informazioni sulla somma offerta dai concorrenti. L'italiano a quel punto contatta i manager.

Uno dei quali poco dopo si muove verso il Millenium U.n. Plaza, l'albergo nei dintorni del quartier generale Onu. Per gli inquirenti è tutto chiaro: il contratto è stato modificato e la nuova offerta sostituita. Una fonte confidenziale ha descritto la 'mandrakata' nei dettagli: ha raccontato che nel dicembre 2004 per l'appalto del Sudan vennero preparate più copie dell'offerta con differenti prezzi al ribasso, in modo da non perdere tempo per modificare cifre e stampare.

L'architrave di questo giochetto che ha fruttato più di 350 milioni di dollari alla Compass è sempre lui: Yakovlev. Avrebbe informato gli amici italiani in anticipo dei futuri appalti, consegnato documenti riservati, fatto trapelare le iniziative dei rivali e, infine, sostituito le buste al momento giusto. Cosa ci guadagnava? Nessuna prova di contanti.

La Task Force ha però scoperto altri legami imbarazzanti. Il figlio del russo, per esempio, è stato assunto per tre anni dalla Ihc. E con un candore sorprendente, Testa ha spiegato che Yakovlev padre li aveva coinvolti in una serie di piani industriali per sviluppare un prodotto anti-inquinamento. Per questi progetti dal 1998 per circa quattro anni gli avevano pagato un telefonino. Tutto qui? Gli sceriffi chiedono di esaminare i conti bancari della Ihc, ma il patron italiano si oppone. E fuori dal Palazzo di vetro non hanno poteri.

Dentro però scovano una mail, con un dossier segreto dell'Onu che Testa aveva inoltrato a un cliente. Come faceva a possederlo? "L'ho trovato dimenticato su una fotocopiatrice durante una visita nei vostri uffici", risponde il mediatore milanese. Ma Appleton non si arrende: oltre a contestare questi illeciti, continua a cercare prove di tangenti. Perché l'affaire Ihc ha portato gli Intoccabili sui gradini del piano più alto del Palazzo di vetro.

La star italiana
I maestri di Tangentopoli avevano ingaggiato l'italiano più famoso nell'Onu: Giandomenico Picco, protagonista della celebre trattativa per gli ostaggi libanesi negli anni Ottanta. Picco è entrato nell'Organizzazione nel 1973, gestendo fascicoli delicatissimi: era ai massimi livelli quando nel 1992 decide di mollare e diventare 'ministro degli Esteri' del gruppo Ferruzzi.
Pessima scelta: un anno dopo Mani Pulite cancella gli ultimi imperatori di Ravenna. Giandomenico Picco apre una sua compagnia, specializzata nella consulenza ad aziende e governi. Poi nel '97 entra nel vertice dell'Ihc: è chairman con stipendio di 10 mila dollari al mese. Nell'agosto del '99 Kofi Annan lo chiama nel suo staff come vicesegretario generale, affidandogli un incarico personale. Ma per sette mesi Picco non lascia il lucroso incarico della Ihc.

Per la Task Force si tratta di un conflitto di interessi tale da impedirne la presenza nell'Onu. Il diplomatico respinge le accuse: "Non ho fatto nulla per loro, ignoravo i loro rapporti con l'Organizzazione", ha dichiarato alla Fox News, che per prima ha svelato le relazioni. Gli investigatori non gli credono, evidenziando almeno un appalto vinto dall'azienda milanese sotto la sua gestione. E nel 2005, dopo le indiscrezioni sull'inchiesta, il vice segretario italiano torna all'attività privata.

Il segno di quanto sia differente il metro di valutazione tra New York e Roma: qui da noi tutte le aziende, italiane e straniere, coinvolte nello scandalo continuano a vincere contratti, spesso con trattativa diretta. Dai fornitori di prefabbricati a quelli che affittano aerei cargo, tutti pronti a fare soldi con le missioni di pace.

Ser21
18-08-2008, 11:22
Cazzo,questo si che è il vero Made in Italy.

:cool:

Ser21
18-08-2008, 15:51
up

_fred_
18-08-2008, 16:29
E' un piacere sapere che troppe volte riusciamo ad esportare il meglio di noi stessi...:muro:

evelon
18-08-2008, 17:06
the discovery of hot water !!!

La vera notizia è vedere che qualcuno si stupisce per queste cose.

Gio22
18-08-2008, 17:30
qualche giorno fà nel topic sulla guerra in georgia scrissi che l'onu và rifondato pesantemente ,ANCHE dopo la porcata delle tangenti nel programma oil for food.

ben lungi da me cercare di difendere i miei compatrioti ,ma in quel caso era stato il figlio di kofi annan uno dei principali protagonisti del giro di tangenti.

Xile
18-08-2008, 17:48
E intanto la mia parte italiana muore sempre più :rolleyes:

Ser21
18-08-2008, 20:08
the discovery of hot water !!!

La vera notizia è vedere che qualcuno si stupisce per queste cose.

Ma noi Italiani sempre in prima fila eh ?
Cmq,la mafia esiste anche in altri paesi.
quindi?
non ci stupiamo ed impariamo a conviverci ?
la vera notizia triste è vedere gente assuefatta dalla merda che ci circonda e non provare indignazione e schifo.

evelon
19-08-2008, 09:57
Ma noi Italiani sempre in prima fila eh ?
Cmq,la mafia esiste anche in altri paesi.
quindi?
non ci stupiamo ed impariamo a conviverci ?
la vera notizia triste è vedere gente assuefatta dalla merda che ci circonda e non provare indignazione e schifo.

Beata ingenuità...
Domanda stupida ma necessaria:

ma ci hai mai lavorato in un'organizzazione internazionale tipo l'ONU o una delle sue agenzie ?

Non ti conosco ma probabilmente non l'hai fatto.
Io l'ho fatto (FAO, agenzia dell'ONU) e ti posso dire che quello che hai postato è una frazione del nulla del minimo :D

Senza offesa ma lo sanno anche i sassi che queste agenzie (dall'ONU al WFP alla FAO etc) sono principalmente delle grosse opportunità di guadagno per chi ci è dentro (dipendente o consulente; fermo restando che non si parla dei semplici impiegati).

Se vuoi cullarti nella convinzione che noi italiani siamo il "peggio del peggio" dentro questi posti (masochismo o acredine verso il proprio paese?) allora fai pure ma ti assicuro che noi, pur esperti in queste cose :asd: , non siamo niente davanti a certe culture di certuni paesi

Potrei citarti, ad esempio, gli stessi russi ma dall'africa e dall'asia si vedono cose che fanno impallidire un "guappo" nostrano.

In Africa non si fà un appalto, non si mettono due mattoni uno sopra l'altro, non si spedisce nemmeno un uomo in calzoncini se l'azienda non ha pagato le mazzette a chi di dovere (del luogo ma che lavora lì ;) ).
Non appena queste persone arrivano in posti di comando fanno subito assumere come consulenti o dipendenti familiari, amici o persone dello stesso clan.

Nel sud-est asiatico è lo stesso, un pò meno visibile.

Ma il problema siamo noi italiani ? (che peraltro non siamo nemmeno tantissimi).

Pensare idealisticamente ( :asd: ) che non sia così è davvero degno di miglior causa


Provi indignazione e shifo ?
Bene, bravo.
Ma è sostanzialmente inevitabile che sia così, soprattutto in posti del genere dove non valgono nemmeno le leggi nazionali (e quindi non ci possono essere controlli se non quelli interni)

Ser21
19-08-2008, 10:51
Beata ingenuità...
Domanda stupida ma necessaria:

ma ci hai mai lavorato in un'organizzazione internazionale tipo l'ONU o una delle sue agenzie ?

Non ti conosco ma probabilmente non l'hai fatto.
Io l'ho fatto (FAO, agenzia dell'ONU) e ti posso dire che quello che hai postato è una frazione del nulla del minimo :D

Senza offesa ma lo sanno anche i sassi che queste agenzie (dall'ONU al WFP alla FAO etc) sono principalmente delle grosse opportunità di guadagno per chi ci è dentro (dipendente o consulente; fermo restando che non si parla dei semplici impiegati).

Se vuoi cullarti nella convinzione che noi italiani siamo il "peggio del peggio" dentro questi posti (masochismo o acredine verso il proprio paese?) allora fai pure ma ti assicuro che noi, pur esperti in queste cose :asd: , non siamo niente davanti a certe culture di certuni paesi

Potrei citarti, ad esempio, gli stessi russi ma dall'africa e dall'asia si vedono cose che fanno impallidire un "guappo" nostrano.

In Africa non si fà un appalto, non si mettono due mattoni uno sopra l'altro, non si spedisce nemmeno un uomo in calzoncini se l'azienda non ha pagato le mazzette a chi di dovere (del luogo ma che lavora lì ;) ).
Non appena queste persone arrivano in posti di comando fanno subito assumere come consulenti o dipendenti familiari, amici o persone dello stesso clan.

Nel sud-est asiatico è lo stesso, un pò meno visibile.

Ma il problema siamo noi italiani ? (che peraltro non siamo nemmeno tantissimi).

Pensare idealisticamente ( :asd: ) che non sia così è davvero degno di miglior causa


Provi indignazione e shifo ?
Bene, bravo.
Ma è sostanzialmente inevitabile che sia così, soprattutto in posti del genere dove non valgono nemmeno le leggi nazionali (e quindi non ci possono essere controlli se non quelli interni)

Il problema è che tutto questo accade anche IN ITALIA con gli stessi metodi che usiamo all'estero,eppure siamo tra le 10 nazioni più ricche del mondo.
Quindi si,mi indigni e mi fa schifo tutto ciò.

evelon
19-08-2008, 11:12
Il problema è che tutto questo accade anche IN ITALIA con gli stessi metodi che usiamo all'estero,eppure siamo tra le 10 nazioni più ricche del mondo.
Quindi si,mi indigni e mi fa schifo tutto ciò.

Che risposta è ? :confused:

Ti scandalizzi del malcostume degli italiani dentro le agenzie internazionali, ti rispondo che non siamo i peggiori ma è cosa normale in quei posti ove non vigono le leggi nazionali e tu mi rispondi che ti scandalizzi perchè accade pure in Italia (cosa ? le mazzette? e che accadono solo in Italia ??) e che siamo tra i più ricchi del mondo (e che c'entra ? uno che viene da un paese povero può richiedere mazzette e uno che viene da un paese ricco no ??)


Forse non ci capiamo: quello che hai postato è PRASSI (bella o brutta che sia) e non c'è modo di evitarla stante non l'organizzazione dell'ONU ma la sua stessa definizione!!

Ci siamo ora ?

Fare le verginelle su qualcosa di così palese è imho abbastanza ipocrita (l'idea oviamente, non la tua persona che neppure conosco) perchè indica una totale mancanza di contatto con la realtà dei fatti.
Una visione idealistica insomma.

Correx
19-08-2008, 11:48
Beata ingenuità...
(...)Senza offesa ma lo sanno anche i sassi che queste agenzie (dall'ONU al WFP alla FAO etc) sono principalmente delle grosse opportunità di guadagno per chi ci è dentro (dipendente o consulente; fermo restando che non si parla dei semplici impiegati).

Se vuoi cullarti nella convinzione che noi italiani siamo il "peggio del peggio" dentro questi posti (masochismo o acredine verso il proprio paese?) allora fai pure ma ti assicuro che noi, pur esperti in queste cose :asd: , non siamo niente davanti a certe culture di certuni paesi

Potrei citarti, ad esempio, gli stessi russi ma dall'africa e dall'asia si vedono cose che fanno impallidire un "guappo" nostrano.

(...)
L'articolo parla di russi e italiani. Se sei a conoscenza di altri fatti dettagliati che coinvolgono altri paesi esponili pure, altrimenti e' solo fumo cio' che dici...

Quoto Ser21 quando dice che 'la vera notizia triste è vedere gente assuefatta
dalla merda che ci circonda e non provare indignazione e schifo"

evelon
19-08-2008, 12:00
L'articolo parla di russi e italiani. Se sei a conoscenza di altri fatti dettagliati che coinvolgono altri paesi esponili pure, altrimenti e' solo fumo cio' che dici...

Quoto Ser21 quando dice che 'la vera notizia triste è vedere gente assuefatta
dalla merda che ci circonda e non provare indignazione e schifo"

LOL

Ok, allora noi italiani (insieme ai russi) siamo la feccia del pianeta, le mazzette esistono solo perchè ci siamo noi e non perchè la struttura è pensata male :D

Ma allora che aspetta il resto del mondo a nuclearizzarci ? :asd:


Partiamo tutti per la crociata contro gli italiani e non curiamoci del problema di gestione e di organizzazione internazionale :O


Chi è che parla di fumo e per sentito dire (pardon, letto su un giornale) ? :asd:

Correx
19-08-2008, 12:16
LOL

Ok, allora noi italiani (insieme ai russi) siamo la feccia del pianeta, le mazzette esistono solo perchè ci siamo noi e non perchè la struttura è pensata male :D

Ma allora che aspetta il resto del mondo a nuclearizzarci ? :asd:


Partiamo tutti per la crociata contro gli italiani e non curiamoci del problema di gestione e di organizzazione internazionale :O


Chi è che parla di fumo e per sentito dire (pardon, letto su un giornale) ? :asd:

Sei te che hai commentato che nelle vicende raccontate nell'articolo non vi e' nulla di strano ma e' la prassi, la scoperta dell'acqua calda. Inoltre fa nomi e cognomi, quindi casomai il resto del mondo dovrebbe prendersela con loro e non con tutti gli italiani, che hanno il dovere di scandalizzarsi e indignarsi per questo modo di fare. Se non lo facessimo vuol dire che accettiamo il metodo perche' abbiamo dei vantaggi, ci mangiamo pure noi...
Io se permetti mi dissocio e lo scrivo bello chiaro. Se te che hai lavorato in quell'ambiente sei a conoscenza di fatti ed episodi oscuri ma non l'hai fatto presente a chi di dovere non e' colpa nostra...

pars_
19-08-2008, 12:21
la vera notizia triste è vedere gente assuefatta dalla merda che ci circonda e non provare indignazione e schifo.

eh si, e c'è pure chi si annoia a volte

Gio22
19-08-2008, 12:27
Se sei a conoscenza di altri fatti dettagliati che coinvolgono altri paesi esponili pure, altrimenti e' solo fumo cio' che dici...



lo scandalo tangenti nel programma oil for food ,ti basta?
e li nn c'entravano italiani.

Correx
19-08-2008, 12:48
lo scandalo tangenti nel programma oil for food ,ti basta?
e li nn c'entravano italiani.

lol ma scherzi? :confused: Almeno 112 CENTODODICI societa' italiane sono state coinvolte in quello scandalo... Che ha coinvolto anche il presidente della regione Lombardia...

evelon
19-08-2008, 13:07
Sei te che hai commentato che nelle vicende raccontate nell'articolo non vi e' nulla di strano ma e' la prassi, la scoperta dell'acqua calda. Inoltre fa nomi e cognomi, quindi casomai il resto del mondo dovrebbe prendersela con loro e non con tutti gli italiani, che hanno il dovere di scandalizzarsi e indignarsi per questo modo di fare. Se non lo facessimo vuol dire che accettiamo il metodo perche' abbiamo dei vantaggi, ci mangiamo pure noi...
Io se permetti mi dissocio e lo scrivo bello chiaro. Se te che hai lavorato in quell'ambiente sei a conoscenza di fatti ed episodi oscuri ma non l'hai fatto presente a chi di dovere non e' colpa nostra...

Ah, ora ho capito:
stiamo parlando di astratti ideali (=cianciando di niente) e non ragionando sullo stato dei fatti.

Allora possiamo anche lasciare perdere :D

Ti ricordo che è stato il resto del mondo che ha creato l'ONU così come è ora quindi l'organizzazione E' affidata alla buona volontà del singolo

Se non ci si rende conto che è questo il problema vero e non i singoli che se ne approfittano (che ci saranno sempre se non cambiano le cose) allora stiamo facendo, appunto, fumo

Correx
19-08-2008, 13:44
Ah, ora ho capito:
stiamo parlando di astratti ideali (=cianciando di niente) e non ragionando sullo stato dei fatti.

Allora possiamo anche lasciare perdere :D

Ti ricordo che è stato il resto del mondo che ha creato l'ONU così come è ora quindi l'organizzazione E' affidata alla buona volontà del singolo

Se non ci si rende conto che è questo il problema vero e non i singoli che se ne approfittano (che ci saranno sempre se non cambiano le cose) allora stiamo facendo, appunto, fumo

Non ho capito proprio bene cio' che volevi dire, comunque imho è proprio il contrario. Noi stiamo ragionando sullo stato dei fatti, scandalizzandoci sull'articolo in questione (che da nomi, fatti e avvenimenti = realta' delle cose). Te hai detto che invece queste cose sono scontate ed e' la prassi, senza pero' fornire altri dati o articoli (= fumo)... Mi dispiace ma sempre imho il problema e' dei singoli che se ne approfittano alle spese della collettivita', mondiale in questo caso... Se dovessi dirti che il problema e' l'Onu così come e' fatta, troppo debole, con pochi poteri, farei esattamente il loro gioco : richiedere un governo mondiale, un esercito mondiale, una banca mondiale, una popolazione controllata e dotata di microchip. Se lo si imponesse dall'alto la popolazione si ribellerebbe, ma se invece fossimo noi stessi a chiederlo...No grazie. Preferisco continuare a parlare di errori e crimini dei singoli. Il rischio e' troppo grande.

Sawato Onizuka
19-08-2008, 17:07
Ma il problema siamo noi italiani ?

:huh:


:asd:

(che peraltro non siamo nemmeno tantissimi)

a livello demografico o che altro ? :wtf:

evelon
19-08-2008, 17:24
Non ho capito proprio bene cio' che volevi dire, comunque imho è proprio il contrario. Noi stiamo ragionando sullo stato dei fatti, scandalizzandoci sull'articolo in questione (che da nomi, fatti e avvenimenti = realta' delle cose). Te hai detto che invece queste cose sono scontate ed e' la prassi, senza pero' fornire altri dati o articoli (= fumo)... Mi dispiace ma sempre imho il problema e' dei singoli che se ne approfittano alle spese della collettivita', mondiale in questo caso... Se dovessi dirti che il problema e' l'Onu così come e' fatta, troppo debole, con pochi poteri, farei esattamente il loro gioco : richiedere un governo mondiale, un esercito mondiale, una banca mondiale, una popolazione controllata e dotata di microchip. Se lo si imponesse dall'alto la popolazione si ribellerebbe, ma se invece fossimo noi stessi a chiederlo...No grazie. Preferisco continuare a parlare di errori e crimini dei singoli. Il rischio e' troppo grande.


No, non hai capito bene :D

Se pensi che il problema è dei singoli allora non cambierà mai nulla.
Semplicemente perchè non c'è ragione che debba cambiare.

Non ti stò parlando del ruolo politico dell'ONU (del quale francamente non mi interessa nulla) ma dell'organizzazione interna e dei raporti con gli stati nazionali dell'ONU e delle sue agenzie.

Tutte queste agenzie sono una sorta di "zona franca" sovranazionale in cui le procure dei singoli paesi hanno pochi o (più spesso) nessun potere di controllo e supervisione.


Se vogliamo ragionare al dì fuori degli ideali dobbiamo partire da questo.
Altrimenti facciamo fumo e basta.

Ovunque ci siano enormi (e sono enormi davvero) movimenti di denaro del genere ci sarà qualcuno che se ne approfitta.
Non fosse altro che per questioni statistiche (il disonesto è probabilisticamente presente).

Se siamo d'accordo su questo non c'è altro da dire.

Ora, se nessuno controlla se non i deboli (o più spesso inesistenti) controlli interni perchè il disonesto non può fare il favore all'amico ?
Ed una volta dentro l'amico anche un altro (ex) onesto perchè non può far entrare un'altro amico ?...

Il problema di fondo è che tutta la struttura si regge sulla buona volontà dei singoli.

E non c'è bisogno di dire che una struttura che si regge sull'etica è profondamente sbagliata vero ?

Se poi il 3d deve essere solo un "noi italiani siamo mafiosi, pensiamo alle mazzette" etc.. allora si può anche lasciar perdere.

Poi, certo, il fattore culturale è un notevole determinante per l'"impatto" dei comportamenti dei singoli.
Ma è proprio per questo che ti ho citato i casi più eclatanti (tipo le provenienze da stati africani o dal sud-est asiatico).

Mica ho negato qualcosa dell'articolo, anzi non faccio fatica a credere a quanto scritto.
Però rendiamoci conto che quelle cose sono normali a causa del sistema, non della nazionalità.

Ser21
19-08-2008, 17:46
No, non hai capito bene :D

Se pensi che il problema è dei singoli allora non cambierà mai nulla.
Semplicemente perchè non c'è ragione che debba cambiare.

Non ti stò parlando del ruolo politico dell'ONU (del quale francamente non mi interessa nulla) ma dell'organizzazione interna e dei raporti con gli stati nazionali dell'ONU e delle sue agenzie.

Tutte queste agenzie sono una sorta di "zona franca" sovranazionale in cui le procure dei singoli paesi hanno pochi o (più spesso) nessun potere di controllo e supervisione.


Se vogliamo ragionare al dì fuori degli ideali dobbiamo partire da questo.
Altrimenti facciamo fumo e basta.

Ovunque ci siano enormi (e sono enormi davvero) movimenti di denaro del genere ci sarà qualcuno che se ne approfitta.
Non fosse altro che per questioni statistiche (il disonesto è probabilisticamente presente).

Se siamo d'accordo su questo non c'è altro da dire.

Ora, se nessuno controlla se non i deboli (o più spesso inesistenti) controlli interni perchè il disonesto non può fare il favore all'amico ?
Ed una volta dentro l'amico anche un altro (ex) onesto perchè non può far entrare un'altro amico ?...

Il problema di fondo è che tutta la struttura si regge sulla buona volontà dei singoli.

E non c'è bisogno di dire che una struttura che si regge sull'etica è profondamente sbagliata vero ?

Se poi il 3d deve essere solo un "noi italiani siamo mafiosi, pensiamo alle mazzette" etc.. allora si può anche lasciar perdere.

Poi, certo, il fattore culturale è un notevole determinante per l'"impatto" dei comportamenti dei singoli.
Ma è proprio per questo che ti ho citato i casi più eclatanti (tipo le provenienze da stati africani o dal sud-est asiatico).

Mica ho negato qualcosa dell'articolo, anzi non faccio fatica a credere a quanto scritto.
Però rendiamoci conto che quelle cose sono normali a causa del sistema, non della nazionalità.

Tutto molto bello ma in questo 3d si parla di itlaiani e russi.
Non capisco tutti questi tuoi post a cosa servano.
Sappiamo tutti che quando ci sono tanti soldi,proporzionalmente ci saranno tanti disonesti.
in questo 3d si paralva di un argomento specifico.
cerchiamo di non andare fuori tema

evelon
19-08-2008, 18:00
Tutto molto bello ma in questo 3d si parla di itlaiani e russi.
Non capisco tutti questi tuoi post a cosa servano.
Sappiamo tutti che quando ci sono tanti soldi,proporzionalmente ci saranno tanti disonesti.
in questo 3d si paralva di un argomento specifico.
cerchiamo di non andare fuori tema

e allora dovresti spiegare il senso del 3d :boh:

Che ci sono italiani che se hanno l'occasione prendono/danno mazzette ?
Che nell'ONU ci sono italiani e russi che prenodono/danno mazzette ?
Che tutti gli italiani devono vergognarsi perchè alcuni connazionali all'ONU prendono/danno mazzette?
...
?


Allora ribadisco che è la scoperta dell'acqua calda.
Se già sai che quel posto funziona così ed invece di analizzare il fenomeno ti limiti a discutere delle persone che il fenomeno lo sfuttano la notizia dov'è ?

dobbiamo solo indignarci nel vedere che se messi in uno dei contesti che più consentono di arricchirsi i nostri connazionali non ci pensano sù due volte ?

Ok, indignamoci...

Ser21
19-08-2008, 18:10
e allora dovresti spiegare il senso del 3d :boh:

Che ci sono italiani che se hanno l'occasione prendono/danno mazzette ?
Che nell'ONU ci sono italiani e russi che prenodono/danno mazzette ?
Che tutti gli italiani devono vergognarsi perchè alcuni connazionali all'ONU prendono/danno mazzette?
...
?


Allora ribadisco che è la scoperta dell'acqua calda.
Se già sai che quel posto funziona così ed invece di analizzare il fenomeno ti limiti a discutere delle persone che il fenomeno lo sfuttano la notizia dov'è ?

dobbiamo solo indignarci nel vedere che se messi in uno dei contesti che più consentono di arricchirsi i nostri connazionali non ci pensano sù due volte ?

Ok, indignamoci...

Ma tu nemmeno ti indigni.
Anche al sud muoiono ammazzati dalla mafia e quindi che famo?lo consideriamo normale e ci adattiamo?

E' un 3d che parla di una notizia abbastanza pesante sia per l'onu che per l'italia visto che ci sono avanzi di tangentopoli all'opera.
E' l'ennesima dimostrazione,anche i tuoi interventi sono da intendere in tal senso,che oramai l'italia è assuefatta da questo schifo,io mi chiamo fuori,tu fai pure come ti pare.

CarloR1t
19-08-2008, 19:39
Tangentopoli all'Onu

di P. Biondani, G. Di Feo e S. Maurizi


Aziende italiane, funzionari russi, fornitori mondiali. La grande inchiesta sulla corruzione al Palazzo di vetro
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Tangentopoli-allOnu/2037315&ref=hpsp

Doveva essere la prima missione per imporre la pace, la rinascita dell'Onu dopo la fine della guerra fredda. I caschi blu stavano sbarcando in Somalia, nel tentativo di salvare un popolo affamato da carestia e milizie.

In quegli stessi giorni, su uno yacht a largo di Monaco un imprenditore italiano consegnava una valigetta piena di dollari a un funzionario della Nazioni Unite. Tra champagne e ostriche, mentre i somali imploravano un aiuto, i due si erano appena messi d'accordo su come pilotare l'appalto per la base di Mogadiscio che avrebbe ospitato le truppe internazionali.

Dieci anni dopo, nel 2003, l'Onu decide di spedire un'armata nella Liberia rasa al suolo dai massacri tribali. E lo stesso funzionario avrebbe smistato telefonate confidenziali dal suo ufficio nel Palazzo di Vetro. Dall'altro capo della linea amici italiani pendevano dalle sue labbra per fregare i concorrenti nella gara del contratto e rifilare razioni a 16 mila soldati con la bandiera azzurra.

Sono due capitoli nella saga criminale portata avanti per tre lustri lucrando sulle forniture della più importante organizzazione internazionale: un romanzo del malaffare che ha mostrato la predominanza di due grandi scuole della corruzione. Quella russa, incarnata nella figura di Alexander Yakovlev, un genio del male che ha intrecciato una rete mondiale di relazioni senza scrupoli. E quella italiana, che ha esportato a New York tutte le tecniche messe a punto negli anni d'oro di Tangentopoli.

Non è una battuta: gli stessi manager che nel 1992 finirono a San Vittore hanno aperto filiali all'ombra delle Nazioni Unite per mettere a frutto la loro esperienza criminale. Abituati ai boiardi della Prima Repubblica, si intendevano al volo con i padrini moscoviti dell'Onu. Tra loro negli scambi di mazzette si chiamavano con un nome in codice, riportato nelle intercettazioni, che racchiude una sintonia profonda: 'Best friend', il migliore amico.


L'ora degli sceriffi
Le prime crepe nel Palazzo di vetro si sono aperte con lo scandalo Oil for food, le vendite di petrolio concesse all'Iraq di Saddam Hussein in deroga all'embargo per comprare cibo e medicine. La conquista di Baghdad ha permesso all'Fbi di smascherare il vero volto di quell'operazione gestita dall'Onu: i soldi del greggio finivano nelle mani del regime, di imprenditori compiacenti e di pezzi grossi delle Nazioni unite.

Alla fine del 2005 le rivelazioni raccolte dall'inchiesta statunitense costringono anche il segretario generale Kofi Annan a fare qualcosa, per evitare che la credibilità dell'Organizzazione venga travolta. Viene creata così una task force speciale, con poteri limitati all'interno delle Nazioni unite: solo sei uomini, guidati dall'ex procuratore federale americano Robert Appleton (leggi l'intervista).

Il modello sono 'Gli intoccabili': un nucleo a prova di ogni tentazione, che riesce però a portare alla luce una montagna di illeciti: stanno indagando su 700 contratti. Appleton e i suoi si muovono senza rispettare le consuetudini bizantine dei rituali Onu e i complessi assetti diplomatici. Vanno avanti come la squadra della Chicago di Al Capone, creando imbarazzi tra i notabili delle Nazioni Unite e lo stesso Annan (leggi).

Il punto di partenza dell'indagine è stato proprio 'il migliore amico', Yakovlev: il travet formato nell'Urss e inserito nei ranghi dell'Onu nei primi mesi del disgelo di Gorbaciov, messo alle strette dall'Fbi ha fatto il pentito. Ha patteggiato: immunità in cambio di verbali su tutto il grattacielo delle tangenti, un ventennio di corruzione dal 1985 in poi.

Molti sospettano che abbia ammesso solo ciò che non poteva negare, dissotterando soltanto una parte del suo bottino. Ma da soli i suoi racconti compongono una soap opera infinita con protagonisti di tutti i continenti e una sola lingua: quella dei dollari.

Base Mogadiscio
Per i soldati italiani quel nome è sinonimo di casa: Corimec infatti è l'azienda che fornisce gli alloggi prefabbricati per le missioni. Nei Balcani, in Afghanistan, in Libano migliaia di militari vivono per mesi dentro i Corimec. Ma all'inizio degli anni Novanta la stagione delle spedizioni non era ancora cominciata: l'impresa lombarda contava solo sul business della protezione civile, fornendo i container per le emergenze.
Poi l'idea: infilarsi nei contratti Onu. All'epoca la società apparteneva per metà alla Cagiva, il marchio delle moto di Gianfranco Castiglioni, e per metà alla famiglia Braghieri che ne curava la gestione. È proprio Leopoldo Braghieri a scoprire la strada giusta per il Palazzo di vetro. Si rivolge a un mediatore francese, Yves Pintore, che gli apre le porte dell'ufficio di Yakovlev.

I tre si capiscono subito: al russo andrà il 2 per cento su ogni commessa. Due per cento è una formula magica: vincono subito un appalto per 500 bungalow prefabbricati destinati alla Somalia. Due milioni e mezzo di dollari, valuta pregiatissima nei giorni neri della lira.

È il primo successo, proseguito per anni fino a garantire un fatturato di 30 milioni di dollari. Secondo il racconto riferito da Pintore alla Task Force, Braghieri è entusiasta: ad agosto 1993 avrebbe organizzato un party sul suo yacht in Costa Azzurra, ospiti d'onore Yakovlev e signora a cui consegna una valigetta di pelle con 145 mila biglietti verdi. Ma l'imprenditore nega e il brasseur francese non è stato testimone diretto dello scambio. E Yakovlev? Non ricorda, come sarebbe accaduto per altri scambi cash.

Conto Best friend
Chi trova un amico, trova un tesoro. Leopoldo Braghieri se ne ricorda quando rompe con la Cagiva e si mette in proprio. Il settore è lo stesso: prefabbricati. Cambia la sigla, ora si chiamano Cogim, ma non le abitudini. Nel '97 va da Yakovlev e apre il portafogli: il solito 2 per cento. Racconta il 'gran pentito' moscovita: "Braghieri mi disse che i bonifici non sarebbero arrivati dai conti dell'azienda, per questo stabilimmo che li avrei riconosciuti dall'indicazione 'Best friend'".

In quattro anni piovono appalti per 13 milioni: in cambio, al russo ne arrivano 4-500 mila. Questa almeno è la cifra che lui ammette, mentre una fonte confidenziale ha parlato agli investigatori di "circa 720 mila dollari di tangenti dalla Cogim". In questo caso, le prove raccolte dagli Intoccabili causano l'espulsione della ditta dai fornitori dei caschi blu.

Non solo: gli atti vengono trasmessi alla Procura di Milano: il pm Alfredo Robledo scatena la Guardia di Finanza. Poi interroga il boiardo dell'Onu, che conferma le rivelazioni. Di fronte a questo accerchiamento transatlantico l'azienda tenta una doppia difesa. Leopoldo Braghieri ammette le bustarelle, ma dichiara di essere stato costretto a pagare: "C'erano in ballo 28 milioni di dollari, mi avrebbe tagliato fuori".

Inoltre la Cogim spiega che tutta la gestione è in mano al figlio, Filippo Braghieri, estraneo alle mazzette paterne. Peccato che a Yakovlev non piaccia fare la parte del ricattatore e ricambia: "Ho incontrato il figlio e mi fece capire che era a conoscenza di tutto. Mi disse che il padre era andato in pensione e che avrei tenuto i contatti con lui", accusa ribadita anche davanti al pm Robledo. A quel punto la Cogim si è arroccata sulle sue posizioni, pronta a fronteggiare il processo.

I cattivi maestri
Diverso l'atteggiamento della Corimec, adesso interamente nelle mani di Mister Cagiva e attivissima nel business delle missioni militari all'estero. La Task force Onu e la Procura di Milano le riconoscono piena collaborazione: dimostra che tutto era affidato a Braghieri. E per il codice italiano si tratta di reati prescritti.

Su un solo punto gli sceriffi di Appleton mantengono un'ombra di dubbio, senza contestazioni formali: dopo il divorzio dal vecchio amministratore, la Corimec si è affidata a una società italiana di New York, la Ihc. Per gli inquirenti del Palazzo di vetro questa sigla è diventata una sorta di nemico pubblico numero uno, coinvolta in una decina di gare sospette, con piste che portano ai palazzi di Saddam Hussein e legami con i finanziatori di Al Qaeda. Ma finora non ci sono prove di corruzione.

Negli atti ufficiali quella della Ihc appare come una storia esemplare. Ed incredibile. Sede a New York, a due passi dal Palazzo di Vetro, e nel centro di Milano, a trecento metri dal Duomo, la Ihc sembra incarnare l'immortalità di Tangentopoli. Appartiene alla Torno Sah lussemburghese ma è diretta emazione di quella Torno Spa, colosso degli appalti, che cambiò nome dopo essere stata coinvolta in una decina di capitoli di Mani Pulite.
È il loro patron Angelo Simontacchi che il primo maggio 1992 a San Vittore svela ad Antonio Di Pietro il grande accordo tra tutti i partiti per la Metropolitana milanese, dando il via all'escalation del pool verso il gotha della Prima Repubblica. Tredici anni dopo gli uomini della Task Force Onu bussano ai loro uffici di Manhattan: li accusano di avere commesso illeciti per manovrare le gare più ricche sulle forniture per i caschi blu.

Ricostruiscono pratiche choccanti per assicurarsi gli appalti: buste con le offerte ritoccate al ribasso e sostituite dopo avere ricevuto soffiate sulle proposte dei rivali. Il protagonista è sempre Yakovlev. Questa volta però il suo amico italiano si chiama Ezio Testa, numero uno della Ihc. Tra le aziende beneficiate un nome su tutti: la Compass, il colosso mondiale della ristorazione con 360 mila dipendenti in 64 paesi e 10 miliardi di euro di fatturato.

In Italia, giusto per fare un esempio, dà lavoro a 9.400 persone: possiede i buoni pasto Ristomat e Lunch Time e con i marchi Onama e Sorico gestisce mense scolatische e aziendali, incluse quelle delle caserme.

Il team infernale
I manager di Compass sono euforici per i servizi di Ezio Testa. Gli scrivono: "Abbiamo creato an hell of team, una squadra infernale". Diabolici, sì. L'atto di accusa della Task Force ricostruisce minuto per minuto il rush finale dell'appalto per i 16 mila caschi blu della spedizione liberiana.

È un triangolo di poche centinaia di metri, tracciato nel cuore della Grande Mela. Gli emissari della multinazionale hanno trasformato una suite del Roosevelt Hotel nella base avanzata, con un pc e una stampante. Testa, nel suo ufficio della Lexington Avenue, riceve dal Palazzo di vetro le telefonate chiave. Secondo l'ipotesi degli sceriffi, sono le informazioni sulla somma offerta dai concorrenti. L'italiano a quel punto contatta i manager.

Uno dei quali poco dopo si muove verso il Millenium U.n. Plaza, l'albergo nei dintorni del quartier generale Onu. Per gli inquirenti è tutto chiaro: il contratto è stato modificato e la nuova offerta sostituita. Una fonte confidenziale ha descritto la 'mandrakata' nei dettagli: ha raccontato che nel dicembre 2004 per l'appalto del Sudan vennero preparate più copie dell'offerta con differenti prezzi al ribasso, in modo da non perdere tempo per modificare cifre e stampare.

L'architrave di questo giochetto che ha fruttato più di 350 milioni di dollari alla Compass è sempre lui: Yakovlev. Avrebbe informato gli amici italiani in anticipo dei futuri appalti, consegnato documenti riservati, fatto trapelare le iniziative dei rivali e, infine, sostituito le buste al momento giusto. Cosa ci guadagnava? Nessuna prova di contanti.

La Task Force ha però scoperto altri legami imbarazzanti. Il figlio del russo, per esempio, è stato assunto per tre anni dalla Ihc. E con un candore sorprendente, Testa ha spiegato che Yakovlev padre li aveva coinvolti in una serie di piani industriali per sviluppare un prodotto anti-inquinamento. Per questi progetti dal 1998 per circa quattro anni gli avevano pagato un telefonino. Tutto qui? Gli sceriffi chiedono di esaminare i conti bancari della Ihc, ma il patron italiano si oppone. E fuori dal Palazzo di vetro non hanno poteri.

Dentro però scovano una mail, con un dossier segreto dell'Onu che Testa aveva inoltrato a un cliente. Come faceva a possederlo? "L'ho trovato dimenticato su una fotocopiatrice durante una visita nei vostri uffici", risponde il mediatore milanese. Ma Appleton non si arrende: oltre a contestare questi illeciti, continua a cercare prove di tangenti. Perché l'affaire Ihc ha portato gli Intoccabili sui gradini del piano più alto del Palazzo di vetro.

La star italiana
I maestri di Tangentopoli avevano ingaggiato l'italiano più famoso nell'Onu: Giandomenico Picco, protagonista della celebre trattativa per gli ostaggi libanesi negli anni Ottanta. Picco è entrato nell'Organizzazione nel 1973, gestendo fascicoli delicatissimi: era ai massimi livelli quando nel 1992 decide di mollare e diventare 'ministro degli Esteri' del gruppo Ferruzzi.
Pessima scelta: un anno dopo Mani Pulite cancella gli ultimi imperatori di Ravenna. Giandomenico Picco apre una sua compagnia, specializzata nella consulenza ad aziende e governi. Poi nel '97 entra nel vertice dell'Ihc: è chairman con stipendio di 10 mila dollari al mese. Nell'agosto del '99 Kofi Annan lo chiama nel suo staff come vicesegretario generale, affidandogli un incarico personale. Ma per sette mesi Picco non lascia il lucroso incarico della Ihc.

Per la Task Force si tratta di un conflitto di interessi tale da impedirne la presenza nell'Onu. Il diplomatico respinge le accuse: "Non ho fatto nulla per loro, ignoravo i loro rapporti con l'Organizzazione", ha dichiarato alla Fox News, che per prima ha svelato le relazioni. Gli investigatori non gli credono, evidenziando almeno un appalto vinto dall'azienda milanese sotto la sua gestione. E nel 2005, dopo le indiscrezioni sull'inchiesta, il vice segretario italiano torna all'attività privata.

Il segno di quanto sia differente il metro di valutazione tra New York e Roma: qui da noi tutte le aziende, italiane e straniere, coinvolte nello scandalo continuano a vincere contratti, spesso con trattativa diretta. Dai fornitori di prefabbricati a quelli che affittano aerei cargo, tutti pronti a fare soldi con le missioni di pace.
Ancora Somalia, stesso periodo e altri moventi per l'omicidio di Ilaria Alpi.
http://www.ilariaalpi.it/index.php?id_sezione=2
http://www.ilariaalpi.it/index.php?id_sezione=3&id_notizia=40
http://www.camilloblog.it/archivio/2004/05/13/le-nostre-torture-in-somalia/
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Luomo-che-ha-creato-labisso-nucleare/2030963&ref=hpsp

cocis
19-08-2008, 19:46
Cazzo,questo si che è il vero Made in Italy.

:cool:

in questo campo neanche i cinesi riescono a copiarci :sofico: :ciapet: :read:

GUSTAV]<
19-08-2008, 20:05
poi qualcuno si stupisce che alle elezioni si ritrovano sempre le stesse persone...
sò tutti amici degli amici.. che si finanziano frà di loro.. :D

Ser21
19-08-2008, 20:58
Ancora Somalia, stesso periodo e altri moventi per l'omicidio di Ilaria Alpi.
http://www.ilariaalpi.it/index.php?id_sezione=2
http://www.ilariaalpi.it/index.php?id_sezione=3&id_notizia=40
http://www.camilloblog.it/archivio/2004/05/13/le-nostre-torture-in-somalia/
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Luomo-che-ha-creato-labisso-nucleare/2030963&ref=hpsp

Grazie,contributo importantissimo,soprattutto per chi dice che è "normale e logico" che tutto sia così com'è.
Causa effetto,in questo contesto ci ha rimesso la vita chi voleva informare non asservendosi al potere.

evelon
20-08-2008, 22:18
Ma tu nemmeno ti indigni.
Anche al sud muoiono ammazzati dalla mafia e quindi che famo?lo consideriamo normale e ci adattiamo?

E' un 3d che parla di una notizia abbastanza pesante sia per l'onu che per l'italia visto che ci sono avanzi di tangentopoli all'opera.
E' l'ennesima dimostrazione,anche i tuoi interventi sono da intendere in tal senso,che oramai l'italia è assuefatta da questo schifo,io mi chiamo fuori,tu fai pure come ti pare.

Partiamo da un presupposto: indignarsi non serve ad un cazzo.

Tu sei indignato, ti rodi il fegato, urli e strilli intanto dentro al palazzo di vetro ed alle sue agenzie continuano a farsi i cazzi loro senza problemi nè preoccupazioni.


Se sei d'accordo su questo (e qualsiasi persona non idealista dovrebbe esserlo) si può andare oltre.

Tu hai riportato una notizia che per te è "pesante".
Io ti ho detto che, non solo non è pesante, è la norma.
Tu mi hai risposto che, in fondo, lo sapevi/immaginavi.

Ora, a fronte di questo, io credo che una discussione seria (o che voglia dirsi tale) non deve proprio passare per l'"indignazione" o altre sensazioni di "pancia" (come invece tende a fare l'articolo dando ad intendere di aver scoperto chissà quale segreto)

Una discussione seria deve passare per la domanda razionale : "come possono accadere queste cose?"

E, ribadisco, non parlo minimamente del ruolo politico internazionale dell'onu o delle sue agenzie.
L'ONU potrebbe essere anche l'organismo internazionale migliore di questo mondo, quì si parla di ciò che accade dentro i meandri della sua organizzazione.


Ecco un'analisi razionale dovrebbe puntare a sviscerare perchè nonostante da anni (o secoli) gli stati nazionali (avanzati) si siano dotati di sistemi di controllo (divisione dei poteri, forze che possono indagare etc) tutte queste strutture non ci siano nell'ONU (le commissioni fanno ridere...spesso sono fatte da persone degli stessi dipartimenti, stra-corrotte pure loro, che guardano solo la burocrazia etc...)

Insomma siamo lontani anni luce dall'efficenza (sembra strano parlare di efficienza giudiziaria in Italia ma è così :D ) degli stati nazionali.

Stati che di fatto non hanno potere alcuno di controllo di ciò che succede dentro quei palazzi...

L'importante è capire il "guasto del sistema", non sapere che c'è qualcuno che si approfitta del guasto (che è ovvio che ci sia)


spero sia più chiaro

CarloR1t
20-08-2008, 23:34
Grazie,contributo importantissimo,soprattutto per chi dice che è "normale e logico" che tutto sia così com'è.
Causa effetto,in questo contesto ci ha rimesso la vita chi voleva informare non asservendosi al potere.
Concordo sull'informazione che non è mai abbastanza su certe cose. E una sana indignazione intesa come rigetto per la violazioni dei diritti fondamentali è indispensabile per reagire e impedire che certe cose accadano e comprendere le vere ragioni per cui accadono. Senza non si reagisce, la democrazia richiede il controllo sensibile e costante dei cittadini, non basta il voto, che ormai è svuotato di ogni significato tanto i partiti sono uguali.

Non è neanche sbagliato dire (se solo questo uno vuol dire) che tutto il mondo è paese, oltre alle italiche schifezze che ho postato sopra, basta ricordare che c'è stata anche una guerra mondiale inutile basata su rapporti di armi di distruzione di massa falsificati (con l'aiutino dei nostri servizi segreti a dire il vero) e una 'ricostruzione' (halliburton) con villaggi di lusso per il personale civile in zona di guerra che dava alle fiamme interi camion nuovi di pacca per incassare fondi a contratto del tipo più spendi più guadagni, mentre gli stessi soldati tanto osannati come eroi in patria restavano senza l'acqua potabile.