benzodiazepina
08-08-2008, 21:43
Condivido con voi l'esperienza che ho vissuto dal 25 luglio al 4 agosto:
Da tutta Italia ogni anno circa 1200 giovani Italiani, ma anche Messicani, Francesi, Croati, Tedeschi si mettono in marcia dal 25 Luglio per la festa del Perdono di Assisi, il “giubileo francescano” che ogni anno rende la Porziuncola in Santa Maria degli Angeli – un tempo nel cuore di un bosco di querce – la porta privilegiata per sperimentare l’abbraccio misericordioso del Padre.
Sempre stressata e nervosa fino all'inverosimile, non passava giorno senza che non me la prendessi con qualcuno: conoscenti, amici e familiari.
Cercavo, quando potevo, di rilassarmi e divertirmi ad ogni costo ma, alla fine ero sempre più stressata e nervosa di prima.
Ma, dopo quattro anni, il Signore ha voluto che staccassi per un po’ la spina della quotidianità, che mi ritrovassi nuovamente con uno zaino in spalla, sandali ai piedi in compagnia di 30 ragazzi e partecipare alla XXVIII Marcia Francescana, per farmi riassaporare la dolcezza del suo Amore, sussurrandomi: “Tu sei prezioso ai miei occhi” (Is. 43,4), e questo è per me lo “slogan” di questa mia marcia.
Anche io lì a misurarmi tra calzettoni e scarpe comode, sveglie strategiche a orari impensabili per evitare la fila nei bagni, colazione in 10 minuti e…richiudi lo zaino e arrotola il sacco a pelo che è già tardi e il fischietto di Padre Paolo si fa sentire. Dai che è tardi e oggi si fan solo 15 Km e dai che il sole poi picchia…eh si…quel sole che solo per il fatto di poterlo vedere e goderti quello spettacolo in mezzo ai monti, tra il suono della chitarra di Fra Ismaele e le voci gioiose dei marciatori, ti dimentichi di tutto il resto. A volte le cose sembrano così ovvie che non ci si fa più caso…come quando c’è il sole in estate, è normale, è estate e ci dev’essere!!! Non ci facciamo più caso e non ci rendiamo conto di quanto sia stupendo quello che ci circonda.
Ciorlano, Pratella, Ailano, Raviscanina, Santangelo, Alife e Piedimonte sono state le terre che hanno accolto noi giovani marciatori della Provincia Napoletana. E’ qui che quest’anno abbiamo dato testimonianza viva di una Chiesa giovane e gioiosa capace di rinnovare e rinnovarsi lungo le strade del mondo, per farsi segno visibile dell’Amore di Dio.
Sono stati dieci lunghi giorni, ricchi di ogni cosa: festa, sudore, preghiera, gioia, canto, difficoltà, sconforto, imprevisti, allegria, essenzialità, solidarietà, fatica...habitat naturale per chi vuole capire e ascoltare. Passo dopo passo mi accorgevo delle cose superflue che avevo portato nel mio zaino…e allora mi ricollegavo ai pesi “superflui” che riempiono la mia vita.
Il nostro compagno di viaggio per la riflessione e la catechesi è stato Pietro; lo abbiamo scrutato, riletto alla luce della nostra esperienza di vita, riconosciuto come l’immagine di noi stessi: fragile, contradditorio, coraggioso, traditore, bello, pieno di speranze, al quale Cristo affida la missione più grande: “pascere il suo gregge”.
L’arrivo ad Assisi è di quelli che ti lasciano senza fiato, con gli occhi lucidi, le gambe tremanti, il cuore che batte a mille. Gli abbracci e tutta la gioia che ne consegue non sarebbero possibili, né comprensibili se alle spalle non ci fosse il cammino che ognuno porta con sé, nello zaino, nella polvere, nel sudore e nelle vesciche dei piedi che – chi più, chi meno – hanno caratterizzato il corpo come segno di una strada che stravolge e coinvolge tutto te stesso. E’ qui che i miei limiti, la mia “fragile forza” hanno davvero incontrato la Persona e lo Sguardo capace di amarmi per quello che sono e di insegnarmi a fare altrettanto.
Tra molti alti e bassi ho vissuto intensamente questa esperienza e un po’ tutti, in questi giorni, abbiamo avuto il “dono” di confrontarci e condividere la nostra intimità con gli altri. E, ciliegina sulla torta, a San Damiano io e altri 5 giovani abbiamo avuto la grazia di sperimentare anche la premurosità di Sorella Provvidenza che, leggendo il nostro desiderio di andare a visitare l’Eremo delle Carceri, ma allo stesso tempo la nostra rassegnazione (impossibile a piedi per lontananza e mancanza di tempo) non ha esitato a farci trovare senza volerlo e senza sforzo, due gentilissime terziarie slovene che non a caso si trovavano ad andare lì e che ci hanno quindi caricato sulla loro piccola auto in 6 di noi,(8 in totale) accompagnandoci e poi riportandoci alla “base”.
La marcia è un esperienza molto intensa, ma la vera marcia comincia ora. Non mancheranno momenti difficili, momenti in cui mi ritroverò a dover affrontare il mondo reale, fuori dalla sfera di cristallo che sono queste esperienze, ma se ho capito che “nulla è impossibile a Dio”, avrò la forza di risollevarmi, l’umiltà di chiedere perdono, la capacità di rendere grazie per la luce del sole…
Dai, l’anno prossimo zaino in spalla anche tu…
P.S. E' un'esperienza che consiglio a tutti...cristiani e non...praticanti e non...
Da tutta Italia ogni anno circa 1200 giovani Italiani, ma anche Messicani, Francesi, Croati, Tedeschi si mettono in marcia dal 25 Luglio per la festa del Perdono di Assisi, il “giubileo francescano” che ogni anno rende la Porziuncola in Santa Maria degli Angeli – un tempo nel cuore di un bosco di querce – la porta privilegiata per sperimentare l’abbraccio misericordioso del Padre.
Sempre stressata e nervosa fino all'inverosimile, non passava giorno senza che non me la prendessi con qualcuno: conoscenti, amici e familiari.
Cercavo, quando potevo, di rilassarmi e divertirmi ad ogni costo ma, alla fine ero sempre più stressata e nervosa di prima.
Ma, dopo quattro anni, il Signore ha voluto che staccassi per un po’ la spina della quotidianità, che mi ritrovassi nuovamente con uno zaino in spalla, sandali ai piedi in compagnia di 30 ragazzi e partecipare alla XXVIII Marcia Francescana, per farmi riassaporare la dolcezza del suo Amore, sussurrandomi: “Tu sei prezioso ai miei occhi” (Is. 43,4), e questo è per me lo “slogan” di questa mia marcia.
Anche io lì a misurarmi tra calzettoni e scarpe comode, sveglie strategiche a orari impensabili per evitare la fila nei bagni, colazione in 10 minuti e…richiudi lo zaino e arrotola il sacco a pelo che è già tardi e il fischietto di Padre Paolo si fa sentire. Dai che è tardi e oggi si fan solo 15 Km e dai che il sole poi picchia…eh si…quel sole che solo per il fatto di poterlo vedere e goderti quello spettacolo in mezzo ai monti, tra il suono della chitarra di Fra Ismaele e le voci gioiose dei marciatori, ti dimentichi di tutto il resto. A volte le cose sembrano così ovvie che non ci si fa più caso…come quando c’è il sole in estate, è normale, è estate e ci dev’essere!!! Non ci facciamo più caso e non ci rendiamo conto di quanto sia stupendo quello che ci circonda.
Ciorlano, Pratella, Ailano, Raviscanina, Santangelo, Alife e Piedimonte sono state le terre che hanno accolto noi giovani marciatori della Provincia Napoletana. E’ qui che quest’anno abbiamo dato testimonianza viva di una Chiesa giovane e gioiosa capace di rinnovare e rinnovarsi lungo le strade del mondo, per farsi segno visibile dell’Amore di Dio.
Sono stati dieci lunghi giorni, ricchi di ogni cosa: festa, sudore, preghiera, gioia, canto, difficoltà, sconforto, imprevisti, allegria, essenzialità, solidarietà, fatica...habitat naturale per chi vuole capire e ascoltare. Passo dopo passo mi accorgevo delle cose superflue che avevo portato nel mio zaino…e allora mi ricollegavo ai pesi “superflui” che riempiono la mia vita.
Il nostro compagno di viaggio per la riflessione e la catechesi è stato Pietro; lo abbiamo scrutato, riletto alla luce della nostra esperienza di vita, riconosciuto come l’immagine di noi stessi: fragile, contradditorio, coraggioso, traditore, bello, pieno di speranze, al quale Cristo affida la missione più grande: “pascere il suo gregge”.
L’arrivo ad Assisi è di quelli che ti lasciano senza fiato, con gli occhi lucidi, le gambe tremanti, il cuore che batte a mille. Gli abbracci e tutta la gioia che ne consegue non sarebbero possibili, né comprensibili se alle spalle non ci fosse il cammino che ognuno porta con sé, nello zaino, nella polvere, nel sudore e nelle vesciche dei piedi che – chi più, chi meno – hanno caratterizzato il corpo come segno di una strada che stravolge e coinvolge tutto te stesso. E’ qui che i miei limiti, la mia “fragile forza” hanno davvero incontrato la Persona e lo Sguardo capace di amarmi per quello che sono e di insegnarmi a fare altrettanto.
Tra molti alti e bassi ho vissuto intensamente questa esperienza e un po’ tutti, in questi giorni, abbiamo avuto il “dono” di confrontarci e condividere la nostra intimità con gli altri. E, ciliegina sulla torta, a San Damiano io e altri 5 giovani abbiamo avuto la grazia di sperimentare anche la premurosità di Sorella Provvidenza che, leggendo il nostro desiderio di andare a visitare l’Eremo delle Carceri, ma allo stesso tempo la nostra rassegnazione (impossibile a piedi per lontananza e mancanza di tempo) non ha esitato a farci trovare senza volerlo e senza sforzo, due gentilissime terziarie slovene che non a caso si trovavano ad andare lì e che ci hanno quindi caricato sulla loro piccola auto in 6 di noi,(8 in totale) accompagnandoci e poi riportandoci alla “base”.
La marcia è un esperienza molto intensa, ma la vera marcia comincia ora. Non mancheranno momenti difficili, momenti in cui mi ritroverò a dover affrontare il mondo reale, fuori dalla sfera di cristallo che sono queste esperienze, ma se ho capito che “nulla è impossibile a Dio”, avrò la forza di risollevarmi, l’umiltà di chiedere perdono, la capacità di rendere grazie per la luce del sole…
Dai, l’anno prossimo zaino in spalla anche tu…
P.S. E' un'esperienza che consiglio a tutti...cristiani e non...praticanti e non...