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View Full Version : L’emergenza sicurezza è tutta intorno a te


luxorl
07-08-2008, 09:00
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L’emergenza sicurezza è tutta intorno a te

La passione tutta italiana per il “cosa dicono di noi gli altri“, che ci fa spesso guardare ai giudizi dei giornali stranieri con quell’aria di commiserazione per noi stessi, è insana. E spesso finisce per riservare autorevolezza anche a giornali stranieri che in patria non ne godono, proprio perché quei quotidiani sono pieni di stereotipi, sia nelle pagine interne che in quelle degli esteri (questo dovrebbe dirci qualcosa). Ma non è questo il caso. Sto parlando di un post (http://blogs.reuters.com/global/2008/08/06/italy-sends-in-troops-but-why/) uscito su un blog ospitato dall’agenzia di stampa Reuters, che descrive perfettamente la situazione in cui ci stiamo infilando. Il pezzo parte da un caso di ordinaria amministrazione con protagonista un militare inadeguato al ruolo, continua dicendo che persino nella Polizia ci sono perplessità sulle reali capacità dei soldati di combattere il crimine. Segue descrivendo la reazione entusiastica dei cittadini e dei sindaci (con un Gianni Alemanno in grande forma), e quella dei media e delle opposizioni, che si chiedono - domanda ovvia - a cosa servono i pochi militari a un paese che 230mila tra poliziotti e carabinieri, e dove il tasso criminale non è così allarmante: il Censis questa settimana ha fatto sapere che l’Italia ha il più basso tasso d’omicidi fra i più grandi paesi europei, e si ricorda che sarebbe il caso di mandare i militari a sorvegliare i cantieri, viste le morti sul lavoro, e combattere la corruzione, visto che l’Italia negli indici di trasparenza è penultima nel Vecchio Continente (”bisognerebbe vedere chi li compila“, si dirà).

Nell’articolo si riporta il giudizio di Forbes, secondo il quale i militari in città sarebbero un abile diversivo di Berlusconi per distrarre gli italiani dall’economia in crisi. Oddio, fa un po’ ridere come teoria: con i mezzi a disposizione e il senso del teatro che ha, il presidente del Consiglio avrebbe fatto di meglio, se avesse voluto e potuto. Ma è quello che l’articolo fa notare nel finale la cosa più vera: mandare i soldati nelle strade per combattere un’ondata di crimine di dubbie proporzioni avrebbe scatenato proteste in alcuni Paesi; qui noi al massimo abbiamo esposto un paio di manifesti con scritto “Free Rome“. Come dargli torto? Anche se forse, nel ragionamento della Reuters, è la metodologia argomentativa ad essere sbagliata. Perché non importa quanti omicidi effettivamente si commettano nella nazione in cui si abita, importa quanti la gente percepisca che se ne commettano. Nel nostro caso, siamo vissuti in un clima da “emergenza sicurezza” per molti mesi. Un po’ per campagna elettorale, un po’ per l’effettiva (sebbene modesta) crescita di comportamenti antisociali - alcuni dei quali non sono necessariamente reato - che hanno fatto percepire un aumento di insicurezza nei cittadini. E il tutto si è riverberato contro alcune categorie sociali, quelle che storicamente non stanno poi così simpatiche a prima vista. Il tutto, surrogato da numeri comunque degni di nota, quasi più nelle piccole che nelle grandi città. E questo è un dato significativo: “l’incidenza del fenomeno (calcolata rapportando il numero assoluto alla popolazione della provincia) ci racconta un’altra “storia”. In questa classifica sono i centri di piccole dimensioni a “soffrire”: Imperia, per esempio, ha oltre 3.700 persone denunciate ogni 100mila abitanti; Vibo Valentia, Rimini e Isernia superano quota 1.900. A stare meglio sono le province del Sud, quali Lecce, Cagliari, Enna, Messina e Catania (dove non arriva a 800 l’incidenza dei denunciati)“. In realtà, importa quale sia la percezione di sicurezza, non la sicurezza in sé per sé. Nel nostro paese, è in calo. Un ruolo possono averlo alcune forze esogene (”crisi” economica, o per meglio dire stagnazione), tra i quali c’è da ricordare la forza dei mass media. Ma la percezione di sicurezza è bassa. Punto. E se è bassa - a maggior ragione in assenza di numeri che possano far parlare di emergenza - il compito di riportarla a una situazione di normalità è compito della politica. Non dell’esercito.

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NB: L'articolo continua su altri argomenti, per chi volesse finire di leggerlo ecco il link:
http://www.giornalettismo.com/archives/2634/sicurezza-governo-giornali-stranieri/

kintaro oe
07-08-2008, 10:24
.....poi ci si lamenta se qualcuno posta notizie dal rotolo...:rolleyes:

Xile
07-08-2008, 10:30
Giusto ieri sul sito di Antonio Di Pietro si parlava di come ci vedono all'estero e ha ripreso un articolo del Financial Times in cui l'Italia non ha così tanta emergenza crimini e in generale la popolazione si sente sicura tutt'altro invece in altri paesi europei.

whistler
07-08-2008, 10:42
qualcuno ha interesse con i suoi mezzi mediatici ad amplificare la percezione di sicurezza del cittadino per farsi eleggere , e sistemare alcune sue cosine un pochino compromettenti..... e per dare possibilità ai leghisti candidati di mangiare poveretti.

GianoM
07-08-2008, 10:47
Sempre detto che il problema non è la sicurezza in sè ma far capire alla vecchietta o alla giovine che può uscire di casa tranquillamente. Il numero di reati non conta, conta quello che succede davanti a casa.

Boh, strano Paese.