dantes76
05-08-2008, 10:28
24ORE - CRONACA
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Morti sul lavoro doppi degli omicidi
"Ma tutti concentrati su criminalità"
ROMA - Si muore di più sul lavoro o sulle strade che non a causa della criminalità o di episodi violenti. I morti sul lavoro sono quasi il doppio degli assassinati e i decessi sulle strade otto volte più degli omicidi. A lanciare l'allarme è il Censis, secondo il quale, tuttavia, "gran parte dell'attenzione pubblica si concentra sui fenomeni di criminalità".Nel 2007, sono stati 1.170 i decessi per motivi di lavoro in Italia, di cui 609 per infortuni stradali, ovvero lungo il tragitto casa-lavoro o in strada durante l'esercizio dell'attività lavorativa.
L'Italia, avverte l'istituto di ricerca socioeconomica, è di gran lunga il Paese europeo dove si muore di più sul lavoro. Se si escludono gli infortuni in itinere o comunque avvenuti in strada, non rilevati in modo omogeneo da tutti i Paesi europei, si contano 918 casi in Italia, 678 in Germania, 662 in Spagna, 593 in Francia (in questo caso il confronto è riferito al 2005).
I numeri crescono ancora se si considerano le vittime degli incidenti stradali. Nel 2006, in Italia, i decessi sulle strade sono stati 5.669, più che in Paesi anche più popolosi del nostro: Regno Unito (3.297), Francia (4.709) e Germania (5.091).
"Gran parte dell'impegno politico degli ultimi mesi è stato assorbito dall'obiettivo di garantire la sicurezza dei cittadini rispetto al rischio di subire crimini violenti", osserva Giuseppe Roma, direttore generale del Censis, commentando i dati.
"Tuttavia, se si amplia il concetto di incolumità personale - spiega - e si considerano i rischi maggiori di perdere la vita, risalta in maniera evidente la sfasatura tra pericoli reali e interventi concreti per fronteggiarli. Il luogo di lavoro e la strada mancano ancora di presidi efficaci per garantire la piena sicurezza dei cittadini, e spesso si pensa che perdere la vita in un incidente stradale sia una fatalità. I dati degli altri Paesi europei dimostrano che non è così".
(05-08-2008)
http://www.repubblica.it/2008/08/sezioni/cronaca/incidenti-lavoro-6/incidenti-lavoro-6/incidenti-lavoro-6.html
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Morti sul lavoro doppi degli omicidi
"Ma tutti concentrati su criminalità"
ROMA - Si muore di più sul lavoro o sulle strade che non a causa della criminalità o di episodi violenti. I morti sul lavoro sono quasi il doppio degli assassinati e i decessi sulle strade otto volte più degli omicidi. A lanciare l'allarme è il Censis, secondo il quale, tuttavia, "gran parte dell'attenzione pubblica si concentra sui fenomeni di criminalità".Nel 2007, sono stati 1.170 i decessi per motivi di lavoro in Italia, di cui 609 per infortuni stradali, ovvero lungo il tragitto casa-lavoro o in strada durante l'esercizio dell'attività lavorativa.
L'Italia, avverte l'istituto di ricerca socioeconomica, è di gran lunga il Paese europeo dove si muore di più sul lavoro. Se si escludono gli infortuni in itinere o comunque avvenuti in strada, non rilevati in modo omogeneo da tutti i Paesi europei, si contano 918 casi in Italia, 678 in Germania, 662 in Spagna, 593 in Francia (in questo caso il confronto è riferito al 2005).
I numeri crescono ancora se si considerano le vittime degli incidenti stradali. Nel 2006, in Italia, i decessi sulle strade sono stati 5.669, più che in Paesi anche più popolosi del nostro: Regno Unito (3.297), Francia (4.709) e Germania (5.091).
"Gran parte dell'impegno politico degli ultimi mesi è stato assorbito dall'obiettivo di garantire la sicurezza dei cittadini rispetto al rischio di subire crimini violenti", osserva Giuseppe Roma, direttore generale del Censis, commentando i dati.
"Tuttavia, se si amplia il concetto di incolumità personale - spiega - e si considerano i rischi maggiori di perdere la vita, risalta in maniera evidente la sfasatura tra pericoli reali e interventi concreti per fronteggiarli. Il luogo di lavoro e la strada mancano ancora di presidi efficaci per garantire la piena sicurezza dei cittadini, e spesso si pensa che perdere la vita in un incidente stradale sia una fatalità. I dati degli altri Paesi europei dimostrano che non è così".
(05-08-2008)
http://www.repubblica.it/2008/08/sezioni/cronaca/incidenti-lavoro-6/incidenti-lavoro-6/incidenti-lavoro-6.html