View Full Version : l capitale? Si è preso la rivincita sul lavoro
DvL^Nemo
04-08-2008, 23:22
Stavo appunto leggendo il topic "La crisi non e' per tutti" e ho letto un post interessante che secondo me centra il punto ( che sarebbe quello del titolo di questo thread ) dell'intero thread.. Mi e' quindi venuto in mente un altro forum nel quale c'e' un topic che va da 2 anni avanti oramai sulla questione.. Secondo me e' davvero interessante e mi piacerebbe sapere cosa ne pensa chi legge questo forum..
E' venuto forse il momento di tornare a lavorare come i "cinesi che eravamo" di una volta ? Spesso mi vengono in mente le frasi di mio padre sugli orari di lavoro che facevano in fabbrica in Svizzera negli anni 60.. 12 ore continuate al giorno a contatto con sostanze cancerogene, lavoro massacrante; 1 giorno di ferie l'anno.. Siamo forse destinati a tornare cosi' ?
http://www.finanzaonline.com/forum/showthread.php?t=721093
Che ne pensate ?
Dream_River
05-08-2008, 00:22
Se i lavoratori, e la gente in generale, non prenderanno coscienza della propri condizione, il rischio di ritornare a condizioni di sfruttamento penso sia molto alto, e la cosa più pericolosa e che non si tratterà di uno sfruttamento involontario, ma uno sfruttamento che gli stessi produttori/consumatori ricercheranno.
Artefice di un tale grottesco scenario sarà soprattutto quella tendenza dei gruppi di potere a istigare, e non reprimere come accadeva in passato, al soddisfacimento selvaggio dei propri impulsi e dei propri desideri, in quanto si tratta di una strategia di controllo molto più adatta al contesto politico delle democrazie occidentali
I primi ad accorgersi di tale nuova strategia di controllo furono i teorici della scuola di Francoforte, le cui opere sono tanto sconosciute quanto preziose
blamecanada
05-08-2008, 00:41
Qui, i controlli sociali esigono che si sviluppi il bisogno ossessivo di produrre e consumare lo spreco; il bisogno di lavorare sino all’istupidimento, quando ciò non è più una necessità reale; il bisogno di modi di rilassarsi che alleviano e prolungano tale istupidimento; il bisogno di mantenere libertà ingannevoli come la libera concorrenza a prezzi amministrati, una stampa libera che si censura da sola, la scelta libera tra marche e aggeggi vari. La libera elezione dei padroni non abolisce né i padroni né gli schiavi. E la riproduzione spontanea da parte dell’individuo di bisogni che gli sono stati imposti non costituisce una forma di autonomia: comprova soltanto l’efficacia dei controlli.
Comunque se le persone non fanno qualcosa il rischio è un netto peggioramento delle condizioni di lavoro (anche se escludo si arrivi ai livelli "cinesi").
Purtroppo l'individualismo contemporaneo non potrà che fare danni in questo senso.
I lavoratori invece di rendersi conto che i compagni di lavoro non sono che persone nella stessa identica condizione, competono l'uno contro l'altro, credendo di ottenere qualche vantaggio personale. In realtà in questo modo se va bene uno solo di loro ottiene ciò che avrebbero potuto ottenere tutti, con un'adeguata politica sindacale, e la maggior parte di loro rimane fregata, finendo per lavorare di piú senza ottenere nulla di piú.
Poi è ovvio che quelli che sperano di andare avanti con la manifattura tuttora sono un po' fuori del tempo.
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