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View Full Version : [ Scandalo Telecom ]Quel dossier in mano ai magistrati e il ruolo della libera stampa


Ser21
26-07-2008, 12:59
Quel dossier in mano ai magistrati
e il ruolo della libera stampa

di Giuseppe D'Avanzo
http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/cronaca/dossier-telecom-2/dossier-telecom-2/dossier-telecom-2.html



NON SORPRENDE che l'affaire Telecom abbia provocato una contesa molto aspra. Quel che delude e confonde i lettori è come se ne parla e di che cosa si discute. C'è chi si industria a disegnare scenari - senza capo né coda - alimentati dalle pigre chiacchiere di Transatlantico. Lungo il corridoio di Montecitorio, i "nominati" in Parlamento almanaccano, congetturano, epperò accusano. Non sanno niente. Non hanno letto niente (non le carte dell'affaire e nemmeno con cura le cronache), ma dell'ultimo capitolo del "caso" (l'intervista di Tavaroli) spiegano la genesi, gli attori, trame e intrighi immaginati spesso confondendo la notte con il giorno, il sopra con il sotto, nella convinzione che le loro dicerie, ripetute tre o quattro volte, assumano la qualità di prove storiche.

Quelle parole libere sono presentate al lettore addirittura come "retroscena" e chi le combina finge di non sapere che, lontano dai fatti, i quadri si possono comporre a mano libera sostenendo una cosa e il suo contrario e il contrario del contrario in un caleidoscopio di luci sempre ingannevoli e mai veritiere. Lo spettacolo, pare, si riconosce soltanto un obbligo: "far conoscere il mondo noioso dell'incomprensibile obbligatorio".

C'è poi chi (il Corriere della Sera) si trova nelle mani l'ambiguità dell'affaire e ne è spaventato, intimorito. Vuole soprattutto aggirare ciò che è accaduto. Per farlo, ha bisogno di qualche cosmesi per censurare quel che ritiene una lettura gonfia di pregiudizi e scettica perché non vede nella polvere, come vorrebbe, l'avversario (Marco Tronchetti Provera). In questo quadro manipolato, chi sospende ogni giudizio (come Repubblica) avrebbe per l'avventuroso critico un "doppio standard": i pubblici ministeri sono "buoni" se azzoppano l'antagonista, "cattivi" se lo scagionano. È una soporifera litania, molto datata. Per rendersi oggi decente ha bisogno di una falsificazione e di due omissioni.

Deve attribuire, a chi racconta il "caso", "un avversario". Deve rappresentare Tronchetti Provera come target di un'aggressione mediatica. E' falso. Tronchetti non è l'obiettivo di nessun assalto. E' purtroppo il presidente di Telecom e Pirelli negli anni in cui nasce e prospera, nel corpo di quelle società, un abusivo "servizio segreto di un paese di media potenza" che compila migliaia di dossier illegali contro "i nemici" e anche "gli amici" (politici, economici, finanziari, istituzionali) delle due aziende.

Tronchetti era consapevole di queste pratiche o gli "spioni" hanno approfittato della sua trascuratezza? Non si può omettere di ricordare ai propri lettori che la questione, per il momento, divide il pubblico ministero dal giudice per le indagini preliminari. Per il pm, la responsabilità di Tronchetti è soltanto "amministrativa" (è stato negligente, si è lasciato prendere la mano da quei ceffi). Per il giudice, va valutata anche una sua diretta responsabilità penale (il lavoro di Tavaroli e delle sue spie "tende a beneficiare non già l'azienda, ma il proprietario di controllo"; i dossier "rispondevano a esigenze della proprietà aziendale").

Non c'è un pregiudiziale "doppio standard". La doppia lettura degli avvenimenti è interna al processo, è nelle "carte". Non è sollecitata da un malanimo contro Tronchetti. È, come si dice, un fatto.

* * *

Sono proprio i fatti che, in questa storia, si preferisce omettere. Anche chi non li nasconde sembra concludere che non abbiano poi molta importanza. Come se non ci fosse più bisogno di accertare che cosa è accaduto, di riflettere su quel che è accaduto. Come se non fosse necessario o doveroso, se vuoi informare, sapere e raccontare come nel nostro Paese si formano le decisioni; chi decide; perché; dove; dietro a quali interessi, con quale volontà di potenza e metodi. È questa del "caso Telecom" la sola cosa importante, la sola di cui valga la pena occuparsi (ce ne scuseranno Tronchetti e Fassino) perché è una storia che parla della natura del potere italiano.

Come hanno osservato analisti più acuti dell'avventuroso critico, anche la "verità" di Giuliano Tavaroli può essere, a questo proposito e nonostante l'ambiguità della sua testimonianza, utile a rappresentare l'affresco di quel potere, i protagonisti e le figurine, la tavolozza dei colori, il teatro, il canovaccio. Vi si colgono una geografia e paradigmi che dimostrano quanto concreta sia diventata oggi la profetica chiaroveggenza di Guy Debord, la sua analisi lucida e severa delle miserie e della servitù di una società moderna (La società dello spettacolo).

In questa storia si vedono all'opera "un numero sempre maggiore di uomini formati per agire nel segreto; istruiti ed esercitati a non far altro. Sono distaccamenti speciali di uomini armati di archivi segreti riservati, cioè di osservazioni e analisi segrete. E altri sono armati di varie tecniche per lo sfruttamento e la manipolazione di questi affari segreti". Si scorgono in controluce ovunque "reti di influenza" coerenti con le nuove condizioni di una proficua gestione degli affari economici, la naturale conseguenza del movimento di concentrazione dei capitali.

L'affaire Telecom è, allora, una domanda a cui nessuno vuole dare una risposta: come si formano, nel cuore del potere italiano, i "legami di dipendenza e di protezione"?

È bizzarro che nessuno si chieda perché il piduista Luigi Bisignani, ancora oggi, possa attraversare la scena pubblica e decidere (come tutti nelle consorterie del potere sanno e dicono) delle nomine più prestigiose. In base a quale autorità? E' curioso che nessuno si sorprenda che Gianni Letta (sottosegretario alla presidenza del Consiglio) accetti di discutere con un dirigente della Kroll (la più grande agenzia d'investigazione privata del mondo) "un'operazione di discredito contro Tronchetti" e non lo sbatta fuori dal suo studio, non inviti subito il ministro dell'Interno ad annullare la licenza di quell'agenzia. Perché?

* * *

"Il vero è sempre un momento del falso" in questo mondo di spie e di aziende che li lasciano fare per distrazione o li utilizzano con sapienza. Come non sappiamo ancora quali siano le responsabilità di Tronchetti, noi non sappiamo se i Ds abbiano mai avuto conti all'estero con la firma di Piero Fassino, come sostiene Tavaroli. L'affermazione ha provocato un putiferio e qualche questione di metodo. Quale controllo è stato effettuato? Quel che dice Tavaroli è sostenuto da un dossier a disposizione della magistratura? Quei dossier saranno usati nel processo oppure ritenuti inammissibili come prove?

Sono interrogativi ragionevoli. Il dossier esiste - alto una spanna, contiene i nomi dei beneficiari (non solo quello di Fassino), i cognomi dei prestanome - ed è nelle mani dei pubblici ministeri (naturalmente l'esistenza di un dossier non è l'automatica conferma di un reato).

Altra questione è se potrà essere utilizzato in un'indagine. Con un decreto legge del 22 settembre 2006, convertito in legge due mesi dopo, il governo Prodi ha disposto che "il pubblico ministero disponga la secretazione dei documenti formati attraverso la raccolta illegale di informazioni. Il loro contenuto non può essere utilizzato. Entro quarantotto ore, il pubblico ministero chiede al giudice per le indagini preliminari di disporne la distruzione".

La legge è apparsa dubbia da un punto di vista costituzionale al giudice di Milano (lede i diritti della vittima dello spionaggio) e sarà ora la Consulta a decidere l'utilizzabilità o la distruzione di quel dossier. Come ha spiegato una fonte vicina all'inchiesta a Repubblica, già il 26 gennaio del 2007 il dossier sui Ds è ora un "fascicolo in C". La formula è criptica, ma la cosa non è poi molto complicata. Dal troncone d'una inchiesta si stralciano alcune posizioni aprendo un fascicolo di "Atti relativi a...". Questo è il fascicolo in C: permette al pubblico ministero di tenere in parcheggio l'iniziativa penale senza pregiudicarla con i tempi stretti dell'istruttoria, del processo e della prescrizione.

Sono atti che, in qualsiasi momento, a ogni occasione utile, possono uscire dal parcheggio con un'ipotesi di reato quando questa viene individuata e sostenuta da un'apprezzabile fonte di prova. Il dossier è già stato materia di interrogatorio per indagati e testimoni.

Sorprende, allora, la sorpresa di Fassino e in generale del Partito democratico. Marco Mancini, capo del controspionaggio, il 14 dicembre del 2006, ha riferito alla procura di Milano che "nel 2003 seppe che Cipriani (investigatore privato pagato da Telecom) era in condizione di avere concretamente nomi di società all'estero riconducibili a personaggi della sinistra specificatamente ai Ds". Mancini corse da Pollari (allora direttore del Sismi) che lo "invitò a parlare con il senatore Nicola Latorre (Ds) il quale mi disse che erano fesserie".

Consideriamo le parole di Mancini bubbole (Latorre nega di aver mai saputo di un dossier). In ogni caso, i leader della Quercia, se leggono i giornali, hanno saputo di quelle accuse 17 mesi fa, quando Repubblica ne ha dato conto. Non si ha notizia che, in quel tempo, si siano mossi gli avvocati di partito. Come, oggi, non si ha notizia di una querela per diffamazione di Tronchetti contro il capo della sua security, che lo accusa di aver commissionato lo spionaggio dei leader dei Ds.

* * *

Aggiustata qualche data e qualche ricordo, si può concludere che l'ira furibonda provocata dall'intervista di Giuliano Tavaroli non riguarda il suo racconto (della cui ambiguità, Repubblica ha avvertito i lettori), ma la stessa possibilità di raccontare, la stessa possibilità di lasciare accesa una luce su un affaire che disegna le debolezze del nostro capitalismo, i deficit della nostra politica, l'opacità del loro intreccio, le "reti d'influenza" e i "legami di dipendenza e di protezione" del potere italiano.

Da questo punto di vista, l'applauso corale che ha accolto Fassino alla Camera è degno di attenzione. Annuncia una brutta stagione per l'informazione imputata di essere, quando fa il suo lavoro, soltanto "disinformazione". Era già accaduto quando Repubblica svelò lo scandalo di "Telekom Serbija" e poco dopo quando svelò la maligna macchinazione di una commissione parlamentare contro Prodi e Fassino.

Anche in questo caso ci aiuta Debord. "La disinformazione è nominata soltanto dove occorre mantenere la passività. Dove la disinformazione è nominata, non esiste. Dove esiste, non la si nomina".


(26 luglio 2008)

Ser21
26-07-2008, 14:05
LA PRESENZA DI CIPRIANI NELLA VICENDA DELLE INTERCETTAZIONI CONFERMA LA TRADIZIONE CHE VUOLE UN ESPONENTE DELLE LOGGE IN OGNI SCANDALO

Intrighi e grembiuli l’Italia all’ombra della Massoneria
di Alfio Caruso



Nella vicenda delle intercettazioni abusive la presenza di Emanuele Cipriani garantisce la tradizione che pretende almeno un massone dentro ogni intrigo italiano. E Cipriani non soltanto è un adepto del Grande Architetto dell'Universo, ma, per assicurarsi benefici più terreni, risulta legato anche alla famiglia Gelli.

È dall'armistizio di Cassibile che la benemerita associazione, cui si devono il Risorgimento e l'Unità d'Italia - oltre all'Illuminismo e alla Rivoluzione Francese, se vogliamo guardare oltre le Alpi - , viene costretta da alcuni spregiudicati confratelli ad affannosi distinguo per salvaguardare il proprio ottimo nome. Sono occorsi alcuni decenni per appurare che quel 3 settembre 1943 nell'uliveto alla periferia di Siracusa non si aggiravano soltanto i quattro rappresentanti dei Savoia in abiti civili (Castellano, Marchesi, Montanari e Vassallo). Al di fuori della tenda dove si metteva fine alla guerra stazionava, infatti, un gruppetto di militari italiani accomunati da due peculiarità: erano tutti siciliani e massoni. E in quella circostanza vennero stretti patti e amicizie con i rappresentanti della grande massoneria statunitense, che aveva fatto una priorità dell'abbattimento del nazi-fascismo.

D'altronde non fu un caso se i primi sindaci nominati dagli Alleati nell'isola appartenevano alla mafia o alla massoneria, e spesso la doppia militanza s'incontrava nella stessa persona. Agli occhi sospettosi degli anglo-americani soltanto le due organizzazioni erano sicuramente antifasciste essendo state messe all'angolo durante il ventennio. Ma pure in questo caso con alcune divertenti anomalie: i quattro quinti del Gran Consiglio che dichiararono fuori legge la massoneria erano massoni; il Mussolini irriducibile nel saldare i propri conti con l'antico nemico - il duce risulta uno dei pochi socialisti a non aver indossato il regolamentare grembiulino - affidava, tuttavia, i destini finanziari ed industriali del Paese a due giganti come Mattioli e Beneduce, che dell'esoterismo erano appassionati assai.

Nell'Italia ancora in bilico tra monarchia e repubblica imperversava una singolare figura di pastore protestante, Frank Gigliotti, di origine calabrese, ma svezzato negli Stati Uniti, in contatto prima con l'Oss, poi con la Cia. Gigliotti aveva un tale peso da costringere la neonata massoneria italiana ad accogliere la loggia segreta del principe palermitano Alliata in cambio della restituzione di Palazzo Giustiniani. E il principe Alliata, un fecondo fondatore di logge e di obbedienze tornato dal Brasile per partecipare alla rinascita del Paese, cercava di premunirsi sul futuro regalando un orologio d'oro d'identica marca al bandito Giuliano e al suo principale cacciatore, il tenente colonnello dei carabinieri Paolantonio. Ritroviamo l'infaticabile Gigliotti, assieme ad altri massoni italo-americani, dietro le quinte della scissione socialista di Palazzo Barberini, nascita del partito socialdemocratico di Saragat, e tra i più convinti assertori dell'arruolamento di Giuliano in funzione anti comunista. Il che significa Portella della Ginestra e gli assalti in serie alle camere del lavoro e alle sedi del Pci e del Psi.

In quegli anni Giuliano e la Sicilia rappresentarono il fondamentale terreno di coltura della mafia, i cui principali esponenti erano iscritti alla massoneria e dal '43 al '47 fomentarono il movimento indipendentista di Finocchiaro Aprile, gran massone anch'egli e secondo attendibili testimonianze affiliato alla famiglia mafiosa di Palermo Centro. Anche lo sbarco dell'Eni a Gela e Gagliano avvenne sotto la protezione del Grande Oriente; probabilmente nell'indifferenza di Mattei, troppo preso dalle sue ambizioni intercontinentali per curarsi di tali quisquilie. Purtroppo lo pagò: i due registi della sua eliminazione, Stefano Bontate e Giuseppe Di Cristina, rispondevano ad alte obbedienze. Bontate, addirittura, mostrava un tale trasporto dall'inventare in continuazione riti e logge.

La massoneria ufficiale, zeppa di persone perbene e di eminenti personaggi (rettori, primari, ministri, banchieri, capi del governo, capitani d'industria), non si curava di qualche adepto un po' discolo e costoro ne approfittavano: dallo scandalo delle banane a quello dei petroli, dai terreni dell'aeroporto di Fiumicino alle vicende di Pecorelli e Dalla Chiesa. Trescavano con le formazioni dell'estrema destra, benedicevano il golpe Borghese, foraggiavano la rivolta di Reggio Calabria, s'accordavano sotto banco con Riina e Provenzano. Godevano sia dell'appartenere all'unico, vero partito della borghesia italiana (definizione di Gramsci), sia del silenzio che li circondava: suscitò enorme scalpore Monicelli che nel Borghese piccolo piccolo dette vita con Valli e Sordi alla leggendaria sequenza dell'iniziazione. Un aiuto importante proveniva pure dal Vaticano: ufficialmente sanciva la scomunica per gli appartenenti alle logge, poi però affidava le proprie finanze a due massoni doc come Sindona e Calvi. Una sofferta contraddizione bene espressa dalla figura ascetica di Giovambattista Montini, Paolo VI. La sua scelta di campo durante la guerra - era stato fra i più importanti agenti europei dell'Oss, nome in codice Verde - l'aveva trasformato nel cavaliere bianco dei circoli wasp. Furono essi che, quando era arcivescovo di Milano, gli spedirono il promettente finanziere Michele Sindona appena arrivato da Messina. Cominciò allora la conoscenza sfociata nell'apertura delle porte vaticane a Marcinkus, a Gelli, a Calvi, a Ortolani, nella cui villa di Grottaferrata s'incontrarono prima del conclave del '63 i cardinali favorevoli all'elezione di Montini. Pure la prematura scomparsa del suo successore Albino Luciani, Giovanni Paolo I, sarà letta quale vittoria di quella fetta spregiudicata della massoneria, in cui militavano diversi cardinali.

Come dubitare, di conseguenza, dei buoni uffici e del potere di Gelli e Ortolani, le due volpi della P2, amici di Peron e dei sanguinari golpisti argentini, di Nixon e di Reagan, dei maggiorenti democristiani e di tanti italiani vogliosi di far carriera. Così capitava che il povero Cossiga - malgrado la sua ansia di apparire il meglio figo del bigoncio - non si accorgesse che i comitati di sicurezza allestiti durante il sequestro Moro annoveravano più amici di Gelli che della verità. E se Pertini risultava inavvicinabile provvedeva l'artista di talento a imitarne la voce in telefonate delicate, lo stesso sarebbe accaduto con Tavaroli e Gianni Letta.

Lo smantellamento della P2 non troncò ovviamente la frenesia di quanti ritenevano che operare al riparo del massoneria fornisse cospicui vantaggi. L'autentico commissario Montalbano, che di nome fa Saverio, ebbe la carriera segata dall'aver fatto irruzione in una bisca di Trapani, dietro cui si celavano diverse logge segrete. Venne svelata la solita miscellanea di politici, mafiosi, imprenditori, agenti segreti, cardinali; tracce evidenti portavano fino ad Alì Agca. Ma tutto si perse nei mille rivoli di un'inchiesta problematica, dove la voglia di coprire superava quella di scoprire e alla fine l'archiviazione fu un destino ineluttabile. Accadde anche con un'altra indagine potenzialmente esplosiva, la Phoney Money. L'effetto è di lasciare nell'opinione pubblica la sensazione di non essere arrivati fino in fondo con il risultato di scatenare forsennate fantasie: dal suicidio del giudice istruttore cagliaritano Lombardini all'arresto di Necci dopo il fallito accordo di governo tra Berlusconi e D'Alema si sono rincorsi veleni, dicerie dell'untore, scenari apocalittici privi, tuttavia, di appigli concreti.

A volte, però, è solo questione di tempo. Alla fine dell'81 chi avesse pronosticato che dopo vent'anni l'Italia sarebbe stata governata da appartenenti alla P2, secondo i dettami previsti da Gelli nella famosa intervista inginocchiata di Costanzo, sarebbe stato considerato un pazzo...

dantes76
26-07-2008, 14:10
http://www.liberaopinione.it/data/news/01/070308-bavaglio.jpg

Ser21
26-07-2008, 16:25
nulla sacce...nulla vidi...nulla udii....

cocis
26-07-2008, 16:32
http://img59.imageshack.us/img59/3662/impegninanonv9.jpg
By cocis (http://profile.imageshack.us/user/cocis) at 2008-07-24

sander4
26-07-2008, 16:49
Che casino.....in particolare la posizione di Tronchetti, mi auguro che si riesca a stabilire chiaramente SE sapeva (e sarebbe gravissimo, visto il potere che ha in Italia) e in caso vada a processo con responsabilità anche penale.

claudioborghi
26-07-2008, 23:46
Ma scusate, voi leggete una frase come questa nell'articolo di D'Avanzo

"Sono interrogativi ragionevoli. Il dossier esiste - alto una spanna, contiene i nomi dei beneficiari (non solo quello di Fassino), i cognomi dei prestanome - ed è nelle mani dei pubblici ministeri (naturalmente l'esistenza di un dossier non è l'automatica conferma di un reato). "

e l'unica cosa che vi viene in mente e' la massoneria o i manifesti di Berlusconi?

A casa mia si tratta di un ricatto bello e buono, del tipo: occhio che abbiamo le carte anche su di voi, quindi regolatevi di conseguenza.

A questo punto la domanda ai giustizialisti del forum sorge spontanea: se, volendo fare un po' di fantapolitica, la procura avesse delle carte sui ds e le utilizzasse come minaccia per evitare inciuci o accordi che portino ad una riforma della giustizia sgradita ai giudici, voi da che parte stareste?

In ogni caso dalla parte dei giudici perche' vi fa comodo cosi' (il fine giustifica i mezzi, posizione che rispetto), oppure una magistratura che persegue o mette via a seconda della SUA convenienza qualche sospetto forse comincia a farvelo venire?

Korn
26-07-2008, 23:47
la procura questo ente malefico :asd:

claudioborghi
27-07-2008, 00:37
la procura questo ente malefico :asd:

si, si... intanto questo qui ha fatto cadere un governo...

http://www.youtube.com/watch?v=onyh6yvQO98

Uno che non vede venti microfoni grossi come colbacchi davanti al suo naso puo' far cadere un governo della repubblica... :doh:

Solertes
27-07-2008, 03:57
Ma scusate, voi leggete una frase come questa nell'articolo di D'Avanzo

"Sono interrogativi ragionevoli. Il dossier esiste - alto una spanna, contiene i nomi dei beneficiari (non solo quello di Fassino), i cognomi dei prestanome - ed è nelle mani dei pubblici ministeri (naturalmente l'esistenza di un dossier non è l'automatica conferma di un reato). "

e l'unica cosa che vi viene in mente e' la massoneria o i manifesti di Berlusconi?

A casa mia si tratta di un ricatto bello e buono, del tipo: occhio che abbiamo le carte anche su di voi, quindi regolatevi di conseguenza.

A questo punto la domanda ai giustizialisti del forum sorge spontanea: se, volendo fare un po' di fantapolitica, la procura avesse delle carte sui ds e le utilizzasse come minaccia per evitare inciuci o accordi che portino ad una riforma della giustizia sgradita ai giudici, voi da che parte stareste?

In ogni caso dalla parte dei giudici perche' vi fa comodo cosi' (il fine giustifica i mezzi, posizione che rispetto), oppure una magistratura che persegue o mette via a seconda della SUA convenienza qualche sospetto forse comincia a farvelo venire?

A me viene da pensare, se i nomi contenuti nelle carte sono innocenti, che paura dovrebbero avere?
La giustizia segue il suo iter, chi non ha nulla da temere la affronta e ne esce pulito.....non è una questione di destra o sinistra, chi infrange la legge deve pagare nello stesso modo e mi piacerebbe che si andasse sempre fino in fondo in tutte le questioni.
E' preoccupante sapere che la classe dirigente sia sempre implicata in fatti del genere....non le ipotesi di fantapolitica.

Korn
27-07-2008, 08:39
si, si... intanto questo qui ha fatto cadere un governo...

http://www.youtube.com/watch?v=onyh6yvQO98

Uno che non vede venti microfoni grossi come colbacchi davanti al suo naso puo' far cadere un governo della repubblica... :doh:
mastella si è dimesso nessuno lo ha obbligato... all faccia della memoria selettiva :D

Ser21
27-07-2008, 14:47
Ma scusate, voi leggete una frase come questa nell'articolo di D'Avanzo

"Sono interrogativi ragionevoli. Il dossier esiste - alto una spanna, contiene i nomi dei beneficiari (non solo quello di Fassino), i cognomi dei prestanome - ed è nelle mani dei pubblici ministeri (naturalmente l'esistenza di un dossier non è l'automatica conferma di un reato). "

e l'unica cosa che vi viene in mente e' la massoneria o i manifesti di Berlusconi?

A casa mia si tratta di un ricatto bello e buono, del tipo: occhio che abbiamo le carte anche su di voi, quindi regolatevi di conseguenza.

A questo punto la domanda ai giustizialisti del forum sorge spontanea: se, volendo fare un po' di fantapolitica, la procura avesse delle carte sui ds e le utilizzasse come minaccia per evitare inciuci o accordi che portino ad una riforma della giustizia sgradita ai giudici, voi da che parte stareste?

In ogni caso dalla parte dei giudici perche' vi fa comodo cosi' (il fine giustifica i mezzi, posizione che rispetto), oppure una magistratura che persegue o mette via a seconda della SUA convenienza qualche sospetto forse comincia a farvelo venire?


Quello che hai scritto non ha alcun senso,non si basa su alcun fatto,è solo una tua ipotesi basata sul niente.

Se ti piace farti i film,ben venga ma non pensare che poi ci si metta a dibattere sulle tue fantasticherie....da perseguitato.

wildsliver
27-07-2008, 14:55
Ma scusate, voi leggete una frase come questa nell'articolo di D'Avanzo

"Sono interrogativi ragionevoli. Il dossier esiste - alto una spanna, contiene i nomi dei beneficiari (non solo quello di Fassino), i cognomi dei prestanome - ed è nelle mani dei pubblici ministeri (naturalmente l'esistenza di un dossier non è l'automatica conferma di un reato). "

e l'unica cosa che vi viene in mente e' la massoneria o i manifesti di Berlusconi?

A casa mia si tratta di un ricatto bello e buono, del tipo: occhio che abbiamo le carte anche su di voi, quindi regolatevi di conseguenza.

A questo punto la domanda ai giustizialisti del forum sorge spontanea: se, volendo fare un po' di fantapolitica, la procura avesse delle carte sui ds e le utilizzasse come minaccia per evitare inciuci o accordi che portino ad una riforma della giustizia sgradita ai giudici, voi da che parte stareste?

In ogni caso dalla parte dei giudici perche' vi fa comodo cosi' (il fine giustifica i mezzi, posizione che rispetto), oppure una magistratura che persegue o mette via a seconda della SUA convenienza qualche sospetto forse comincia a farvelo venire?



se hanno un fascicolo è perchè qualcuno coi suoi comportamenti quantomeno dubbi ha fatto si che potesse essere redatto

se Fassino è colpevole o meno lo devono decidere in tribunale e non si deve autoassolvere fra gli applausi dei suoi colleghi :muro:




cmq se fosse indagato per fatti compromettenti gradirei avesse la decenza di stare fermo un giro, e se condannato non lo voglio più vedere. E parlo di una persona che politicamente parlando non mi dispiace. Piu o meno mi sento giustizialista come borsellino:

"L'equivoco su cui spesso si gioca è questo: quel politico era vicino ad un mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo ha condannato quindi quel politico è un uomo onesto. E no, questo discorso non va perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale, può dire, beh, ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria che mi consente di dire quest'uomo è mafioso. Però siccome dalle indagini sono emersi altri fatti del genere altri organi, altri poteri, cioè i politici, le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, i consigli comunali o quello che sia dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Questi giudizi non sono stati tratti perché ci si è nascosti dietro lo schermo della sentenza: questo tizio non è mai stato condannato quindi è un uomo onesto. Il sospetto dovrebbe indurre soprattutto i partiti politici quantomeno a fare grossa pulizia, non soltanto essere onesti, ma apparire onesti facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti anche se non costituenti reati." (dalla lezione del 26 gennaio 1989 all'Istituto Tecnico Professionale di Bassano del Grappa)

marco.r
27-07-2008, 14:58
A me viene da pensare, se i nomi contenuti nelle carte sono innocenti, che paura dovrebbero avere?
La giustizia segue il suo iter, chi non ha nulla da temere la affronta e ne esce pulito.....
In un mondo ideale e' cosi'. Nella realta' chi ha paura e' spesso l'innocente (soprattutto se non ha un esercito di avvocati come Berlusconi), perche' puo' venire condannato ingiustamente. Chi e' colpevole alla peggio paga per quel che ha fatto, e se gli va bene la passa liscia.

claudioborghi
27-07-2008, 16:08
In un mondo ideale e' cosi'. Nella realta' chi ha paura e' spesso l'innocente (soprattutto se non ha un esercito di avvocati come Berlusconi), perche' puo' venire condannato ingiustamente. Chi e' colpevole alla peggio paga per quel che ha fatto, e se gli va bene la passa liscia.

*

Ser21
27-07-2008, 16:22
*

Ma sai che sei incredibile ? :D

Quoti quell'affermazione ?
Ma se ha scritto (soprattutto se non ha un esercito di avvocati come Berlusconi) .

Sai che vuol dire ? Gli avvocati di Berlusconi sono parlamentari.
Essendo parlamentari della maggioranza,hanno il potere legislativo di cambiare la tipologia di reato o depenalizzarlo.
I giudici applicano la legge,se essa viene modificata/cambiata nel corso di un processo,i giudici non possono fare altro che assolvere l'imputato "perchè il fatto non costituisce PIU' reato". (ogni riferimento è puramente voluto)

Ecco,quello a cui si riferiva marco.r è il caso di un cittadino normale che magari per vedersi assolvere in una causa ci mette 12 anni e questo a causa delle riforme della giustizia degli ultimi 20 anni di destra e sinistra che hanno DISTRUTTO il sistema giudiziario.
Un sistema giudiziario che funziona porterebbe ad avere un bel po' di problemi ai nostri politici e questa,che è l'unica strategia comune di pd e pd, è il vero obbiettivo,a prescindere da chi governi.

Ser21
28-07-2008, 11:20
up

dantes76
28-07-2008, 11:25
In un mondo ideale e' cosi'. Nella realta' chi ha paura e' spesso l'innocente (soprattutto se non ha un esercito di avvocati come Berlusconi), perche' puo' venire condannato ingiustamente. Chi e' colpevole alla peggio paga per quel che ha fatto, e se gli va bene la passa liscia.

poveri rom...

claudioborghi
28-07-2008, 11:57
Ecco,quello a cui si riferiva marco.r è il caso di un cittadino normale

Ma guarda che anch'io critico la giustizia italiana per i suoi riflessi sulla vita del cittadino normale...

La mia difesa di Berlusconi mica e' per lui, che appunto ha schiere di avvocati e vive benone, sil fatto e' che se arriva un giudice che vuol pensare di fare le elezioni da solo io difendo il MIO VOTO, non la persona Berlusconi...

Il voto e' un tesoro... volerlo demandare a una casta che ha come unico merito quello di aver fatto un concorso statale e' una cosa che trovo incomprensibile.
Berlusconi come persona si difende benissimo da solo.

dantes76
28-07-2008, 12:37
Ma guarda che anch'io critico la giustizia italiana per i suoi riflessi sulla vita del cittadino normale...

La mia difesa di Berlusconi mica e' per lui, che appunto ha schiere di avvocati e vive benone, sil fatto e' che se arriva un giudice che vuol pensare di fare le elezioni da solo io difendo il MIO VOTO, non la persona Berlusconi...

Il voto e' un tesoro... volerlo demandare a una casta che ha come unico merito quello di aver fatto un concorso statale e' una cosa che trovo incomprensibile.
Berlusconi come persona si difende benissimo da solo.

oddio interessera' il benzinaio sotto casa.... lo sanno tutti che i benzinai mirano ad essere eletti...

Ser21
28-07-2008, 13:10
oddio interessera' il benzinaio sotto casa.... lo sanno tutti che i benzinai mirano ad essere eletti...

e il bello è che ha omesso ACCURATAMENTE di quotare tutto il mio reply :asd:
Si deve essere perso la parte relativa agli avvocati parlamentari :asd:

Solertes
28-07-2008, 14:49
In un mondo ideale e' cosi'. Nella realta' chi ha paura e' spesso l'innocente (soprattutto se non ha un esercito di avvocati come Berlusconi), perche' puo' venire condannato ingiustamente. Chi e' colpevole alla peggio paga per quel che ha fatto, e se gli va bene la passa liscia.

Le carceri straripano di innocenti infatti, han dovuto fare l'indulto per mandarli a casa. :O

kintaro oe
28-07-2008, 15:11
Le carceri straripano di innocenti infatti, han dovuto fare l'indulto per mandarli a casa. :O

Se la giustizia funziona come nei casi dell'asilo di rignano o dei fratellini di gravina, e' stato un'atto di coscienza :O

nrk985
28-07-2008, 16:16
Se la giustizia funziona come nei casi dell'asilo di rignano o dei fratellini di gravina, e' stato un'atto di coscienza :O

nel caso dei fratellini di gravina, dov'è stato l'errore giudiziario? indagare dopo che 10 famiglie di problemati mentali e complottisti hanno accusato all'unisono i maestri dell'asilo di rignano? per poi smentire il tutto...

claudioborghi
28-07-2008, 17:41
nel caso dei fratellini di gravina, dov'è stato l'errore giudiziario?

Tipo per esempio sbattere un padre in galera senza ne' prove ne' controlli?

nrk985
28-07-2008, 18:07
Tipo per esempio sbattere un padre in galera senza ne' prove ne' controlli?

e vabbè, mi sono pure sbagliato a scrivere... intendevo dire nell'asilo di rignano.

poi sinceramente se devo scegliere di parteggiare per una casta che sbaglia minimo 10 volte al giornio (politici) e una che sbaglia una volta ogni 100 processi (magistrati), beh, scelgo la seconda

claudioborghi
28-07-2008, 18:37
poi sinceramente se devo scegliere di parteggiare per una casta che sbaglia minimo 10 volte al giornio (politici) e una che sbaglia una volta ogni 100 processi (magistrati), beh, scelgo la seconda

Io no... innanzitutto perche' non ci sono le statistiche. Sei innocente (magari dopo dieci anni)? Hai visto? Hai potuto dimostrare la tua innocenza... sei colpevole? Hai visto? ti abbiamo beccato...

L'errore (a parte casi che hanno la fortuna di assurgere alle cronache, ma succede di rado, ci vogliono vip, politici o bambini) non e' mai contemplato.

E poi soprattutto perche' se un partito non mi piace non lo voto e magari sparisce dal parlamento (vedi PRC)... l'altra casta chi la tocca?

Onisem
28-07-2008, 18:54
Io no... innanzitutto perche' non ci sono le statistiche. Sei innocente (magari dopo dieci anni)? Hai visto? Hai potuto dimostrare la tua innocenza... sei colpevole? Hai visto? ti abbiamo beccato...

L'errore (a parte casi che hanno la fortuna di assurgere alle cronache, ma succede di rado, ci vogliono vip, politici o bambini) non e' mai contemplato.

E poi soprattutto perche' se un partito non mi piace non lo voto e magari sparisce dal parlamento (vedi PRC)... l'altra casta chi la tocca?

Si, forse, ma alla fine sono tutte questioni strumentali agli affari privati di chi ti paga lo stipendio. Gli errori e le malefatte dei politici e loro affiliati? Qualcuno paga? Si, i cittadini. Gli stessi che pagheranno per quella sarà la derivante di questi scontri feroci tra poteri.

nrk985
28-07-2008, 19:41
Io no... innanzitutto perche' non ci sono le statistiche. Sei innocente (magari dopo dieci anni)? Hai visto? Hai potuto dimostrare la tua innocenza... sei colpevole? Hai visto? ti abbiamo beccato...

L'errore (a parte casi che hanno la fortuna di assurgere alle cronache, ma succede di rado, ci vogliono vip, politici o bambini) non e' mai contemplato.

E poi soprattutto perche' se un partito non mi piace non lo voto e magari sparisce dal parlamento (vedi PRC)... l'altra casta chi la tocca?

Meglio rimanere fuori da qualsiasi sospetto, allora.
Certi big dell'industria e della politica italiana è normale che siano spesso sotto tiro e rimangano invischiati nelle indagini concernenti i loro amici e parenti. Eleviamo il tutto al quadro, se è colpa loro, ovviamento.

dantes76
29-07-2008, 09:20
Tipo per esempio sbattere un padre in galera senza ne' prove ne' controlli?

un padre presidnete del consiglio!!!!