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View Full Version : [ Mafia ] Dell'utri,dopo Cosa Nostra si dedica alla 'ndrangheta...par condicio


Ser21
24-07-2008, 13:33
Calabria, 18 arresti hanno decimato i vertici delle cosche Piromalli e Molè
Contro il 41 bis i boss della 'ndrangheta cercarono di avvicinare anche Mastella

Incontri segreti e voti promessi
il pressing dei clan su Dell'Utri

dal nostro inviato ATTILIO BOLZONI



Il porto di Gioia Tauro
REGGIO CALABRIA - È la trama della 'ndrangheta che vuole liberarsi dalle catene del 41 bis. Una ragnatela che dalla piana di Gioia Tauro si spande a Roma, si infiltra nei ministeri, raggiunge i bracci delle sezioni speciali delle carceri italiane. Promesse di voti, mosse e contromosse per convincere quei deputati o senatori che "possono fare qualcosa", ricatti, maneggi per ottenere immunità diplomatiche, spiate di magistrati.

Non si fermano davanti a niente e a nessuno i capi della 'ndrangheta pur di diventare dei detenuti come tutti gli altri. I personaggi di questo intrigo sono i Piromalli e i Molè, forse i "capibastone" più potenti della Calabria. In una retata che da queste parti ha pochi precedenti per "portata" investigativa - è anche la prima grande operazione firmata dal nuovo procurarore di Reggio Giuseppe Pignatone - la squadra mobile e i ros dei carabinieri hanno decimato con 18 fermi i vertici di due cosche che erano state solo sfiorate dalle investigazioni negli anni passati. Le "famiglie" che soffocano il porto di Gioia Tauro, quelle che come dice uno dei boss catturati "hanno insieme cent'anni di storia".

Sono loro, i Piromalli soprattutto, che in giro per l'Italia hanno sguinzagliato avvocati e compari e consigliori per agganciare il senatore Marcello Dell'Utri e l'ex ministro della Giustizia Clemente Mastella. Il primo ha ricevuto quei "calabresi" in almeno in due occasioni (alla vigilia delle ultime elezioni politiche), il secondo ha chiuso ogni contatto con loro dopo la prima telefonata. "Maledetto 41 bis, sto tentando di tutto, voglio percorrere una strada segretissima anche al Vaticano", sibila uno di loro al telefono. E poi dice: "Ho cercato anche con la massoneria, per quanto riguarda eventualmente l'intervento di un giudice molto importante".

È alla fine dell'anno scorso che i Piromalli decidono di muovere tutte le loro pedine. È il 3 dicembre del 2007 quando dalla Calabria organizzano per Antonio Piromalli e per il suo amico Gioacchino Arcidiaco (entrambi arrestati nella retata di martedì scorso) un incontro con Marcello Dell'Utri. Dal senatore di Forza Italia vogliono procurare una sorta di immunità attraverso il conferimento di una funzione consolare. Una qualsiasi. Vogliono mettere al sicuro Antonio, il rampollo della "famiglia" con un passaporto diplomatico. In cambio offrono voti e si mettono a disposizione per i "circoli" del senatore nel territorio di Gioia Tauro. Prima di contattare Dell'Utri Arcidiaco chiede ad Aldo Micciché, un ex dc della Piana riparato in Venezuela per sfuggire a grossi guai giudiziari in Italia: "Come mi devo proporre a lui?".

Gli risponde Micciché da Caracas: "La Piana è cosa nostra facci capisciri (fagli capire, ndr), il porto di Gioia Tauro l'abbiamo fatto noi. Fagli capire che in Aspromonte e tutto quello che succede là sopra è successo tramite noi". E ancora: "Ricordati che la politica si deve saper fare. Ora fagli capire che in Calabria o si muove sulla Tirrenica o si muove sulla Ionica o si muove al centro, ha bisogno di noi. Hai capito il discorso? E quando dico noi, intendo dire Gioacchino e Antonio (Piromalli, ndr), mi sono spiegato? Spiegagli chi siamo, che cosa rappresentiamo per la Calabria... io gli ho già detto tante cose". Gli ribatte l'altro: "Gli dico: ho avuto autorizzazione di dire che possiamo garantire per Calabria e Sicilia".

Dopo un primo incontro il 3 dicembre a Milano fra Gioacchino Arcidiaco e Marcello Dell'Utri (c'è con loro l'avvocato di Genova Francesco Lima), ce n'è un secondo a Roma tre giorni prima delle elezioni politiche del 13 aprile. L'inchiesta sta ancora scavando fra i retroscena di quei faccia a faccia, il senatore Dell'Utri sarà ascoltato come testimone.

Gli emissari della 'ndrangheta si sono mossi anche su altri fronti per provare ad avere uno "sconto" sul carcere duro. Contattano una persona - "un mio compare", dice Micciché - vicina al senatore Emilio Colombo, vengono costantemente informati che molti dei loro telefoni sono intercettati - "c'è tutta la rete sotto controllo" - , fanno cenno "a un amico a Palazzo dei Marescialli", ricevono soffiate da due famosi magistrati in pensione di Reggio. Incontrano. Parlano.
Garantiscono.

È sempre Aldo Micciché che informa i Piromalli. Una volta racconta che il deputato dell'Udc Mario Tassone si sarebbe "messo a vostra completissima disposizione" e "che tira aria di elezioni e diventerà il segretario del partito al posto di Lorenzo Cesa", un'altra volta ricorda che anche "il consigliere regionale Gianni Nucera li aspetta a braccia aperte per tutto quello che avete bisogno". Poi si agita per Veltroni che in comizio ha detto di non volere i voti di mafia: "Avete capito il discorso? Quelli hanno respinto ogni forma, ogni cosa".

Il vecchio Giuseppe Piromalli nonostante le tante "amicizie" è però sempre in una cella, isolato nel carcere di Tolmezzo. È a quel punto che Aldo Micciché tenta di "avvicinare" il Guardasigilli Mastella. Il ministro riceve una telefonata sul suo radiomobile il 7 dicembre 2007, in un primo momento non risponde a quel numero sconosciuto ma poi richiama. Sente una voce, quella di Micciché: "Clemente mio, meno male. sto cercando di fare il possibile per aiutarti. Vediamo se recuperiamo sul Lazio e su Roma. ti mando Francesco Tunzi, già hai conosciuto anche altri amici. Noi e nostri". Appena riconosce l'interlocutore che accenna a possibili aiuti elettorali, il ministro interrompe la comunicazione. Ma i boss della già da mesi si aggiravano intorno al ministero della Giustizia.

Cercavano un varco. È sempre la condizione carceraria di Giuseppe Piromalli a impensierirli. Riferiscono al figlio Antonio: "Tuo padre è esasperato, e lo diventa ancora di più quando gli vengono toccate le cose di cui necessita di più, cioè la corrispondenza... gli stanno controllando pure i peli".

È ancora Aldo Micciché che comunica al figlio del boss: "Sia Antonella Pulo, sia la Zerbetto e sia Francesco Borromeo mi hanno fatto capire che tenteranno di fare quello che. sottobanco devono farlo, perché tu sai che c'è stato un irrigidimento dopo gli avvenimenti che tu sai". La prima - Antonella Appulo - è stata identificata come un'esponente del movimento giovanile dell'Udeur. La seconda - Adriana Zerbetto - era la segretaria del ministro della Giustizia. Il terzo - Francesco Borgomeo - era a capo della sua segreteria. Millanterie dell'uomo di Caracas? È un altro dei filoni investigativi ancora in corso di approfondimento.

Comunque è lo stesso Micciché che urla un giorno al telefono: "Sto cazzo di ministro non si può muovere in nessun modo. Devo fare un'altra strada perché è già quasi arrivato il giorno. Sennò siamo fottuti". Il giorno che avrebbero dovuto confermare il 41 bis a Giuseppe Piromalli. I boss parlano a ruota libero, tranquilli, forti del loro "servizio informativo" È Arcidiaco che per una volta avverte Aldo Micciché: "Praticamente ieri ci hanno chiamato e ci hanno detto che due settimane fa hanno tappezzato la macchina di mio cugino Antonio dell'ira di Dio".

Pensano di poter dire tutto su altri telefoni, si sentono "protetti". Aldo Micciché si lascia sfuggire: "Ho ricevuto una telefonata da Reggio da persone che nemmeno ti immagini, molto, molto in alto. Dobbiamo stare molto attenti. Lo sai chi è Peppe T. o Peppe V., sai chi sono questi, sono gente legata a mani piedi culo e poi c'è l'altro personaggio importantissimo". Tutti magistrati. Amici di altri magistrati. Amici dei boss della 'ndrangheta.

http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/cronaca/imprenditori-arresti/piromalli-bolzoni/piromalli-bolzoni.html
(24 luglio 2008)



Vi rendete conto,Dell'utri attende la sentenza di secondo grado per associazione mafiosa e si dedica a procacciare favori,affari e voti alle 'ndrine...
Roba da essere totalmente sicuri di rimanere impunito a vita...CHE SCHIFO!

dantes76
24-07-2008, 13:37
il botto a milano sara' grosso...

Ser21
24-07-2008, 13:42
il botto a milano sara' grosso...

Hanno cambiato strategia dopo Diusburg,sono venuti allo scoperto.
Non dico che abbiano inteso adottare una strategia stragista come i corleonesi,però dico solo che se una cosca come 'ndrangheta attira su di se quel clamore,vuol dire che non si fermeranno tanto facilmente.
Più che altro mi chiedo,eventalmente,che tipo di strategia vorranno adottare.
Far fuori un politico (stile lima e cugini salvo) o ricattare lo stato (stile bombe del 93' ((anche qui però io non sn tanto sicuro che sia stata cosa nostra a fare quelle stragi...firenze,roma,milano..)) ) ?
In ogni caso,anche dopo questi ultimi arresti qualcosa sta cambiando a livello di protezione delle cosche calabresi e forse i referenti non riescono più a soddisfare le richieste e se così fosse...sn cazzi loro...

Grande scarpinato,appena trasferito a Reggio ha subito decapitato la cosca più potente della calabria.
Quando sono dei bravi magistrati si vede.

PS: Per tutti i destrosi-garantisti,scarpinato è uno di quei comunisti che lavorava con Caselli e che perseguiva quel povero innocente di andreotti.

dantes76
24-07-2008, 13:45
Hanno cambiato strategia dopo Diusburg,sono venuti allo scoperto.

no dico, nel momento in cui il tutto sara' disatteso... negli anni 90 la maggiore org criminale colpi roma poiche era roma il centro politico e finanziario di scambio... adesso e' milano

dantes76
24-07-2008, 14:10
prevedo un altro 3d deserto.......

er-next
24-07-2008, 14:17
non si può estendere il lodo alfano anche a tutti quelli che hanno il cognome dell'utri e a quelli che il pdc considera eroi? già che ci siamo..

Ser21
24-07-2008, 14:23
no dico, nel momento in cui il tutto sara' disatteso... negli anni 90 la maggiore org criminale colpi roma poiche era roma il centro politico e finanziario di scambio... adesso e' milano

si ma li i motivi erano ben più pesanti,c'era una quantità di "cose" da sistemare che la convergenza di più+ poteri fece saltare mezza palermo e un'autostrada...qua è diverso...i riferenti sono i soliti,mi da più l'idea di un avvertimento poco più che diretto a chi di dovere...
colpire qualcuno vicino per far passare il messaggio...

seb87
24-07-2008, 14:35
1-2-3 sciambola...chi mai se lo sarebbe aspettato..:muro: :doh:

plutus
24-07-2008, 15:58
prevedo un altro 3d deserto.......

parlando di fatti inesistenti non deve sorprendere...

dantes76
24-07-2008, 15:59
parlando di fatti inesistenti non deve sorprendere...

potremmo parlare di musulmani a parigi?

Ser21
24-07-2008, 16:01
parlando di fatti inesistenti non deve sorprendere...

ma questo è flame gratuito oppure disinformazione selvaggia ?

sander4
24-07-2008, 17:55
Calabria, 18 arresti hanno decimato i vertici delle cosche Piromalli e Molè
Contro il 41 bis i boss della 'ndrangheta cercarono di avvicinare anche Mastella

Incontri segreti e voti promessi
il pressing dei clan su Dell'Utri

dal nostro inviato ATTILIO BOLZONI



Vi rendete conto,Dell'utri attende la sentenza di secondo grado per associazione mafiosa e si dedica a procacciare favori,affari e voti alle 'ndrine...
Roba da essere totalmente sicuri di rimanere impunito a vita...CHE SCHIFO!

Ma che profondo schifo essere totalmente in balia di queste persone. Gli stessi che ci vengono a parlare di giustizia e in autunno la "riformeranno" mettendola il più possibile sotto il loro controllo. in fondo è inaccettabile che si combattano gli "eroi" e Marcello povero perseguitato che si da tanto da fare con questa bella gente mentre aspetta la sentenza per ass.mafiosa, anzi dovremmo dargli un premio. :Puke:

rap2
24-07-2008, 21:30
ma questo è flame gratuito oppure disinformazione selvaggia ?

La disinformazione selvaggia è quella che fate voi ogni giorno, rendendo questo forum pieno di 3d inutili su fatti inesistenti.. e vi meravigliate che vadano deserti? ma :rotfl:
Cantatevela e suonatevela da soli.. per almeno cinque anni :asd: :asd:

sid_yanar
24-07-2008, 23:18
interessante il fatto che la ndrangheta, quando è alla ricerca di un referente, "casualmente" si rivolga al condannato per mafia dell'utri ed ottenga due incontri. Che bella gente abbiamo in parlamento, ed un sentito grazie a chi lo ha votato. :muro:

Lagun85
25-07-2008, 00:07
La disinformazione selvaggia è quella che fate voi ogni giorno, rendendo questo forum pieno di 3d inutili su fatti inesistenti.. e vi meravigliate che vadano deserti? ma :rotfl:
Cantatevela e suonatevela da soli.. per almeno cinque anni :asd: :asd:


Ma con che faccia dici certe cose?

:ciapet: :ciapet:

Ser21
25-07-2008, 08:17
Ma con che faccia dici certe cose?

:ciapet: :ciapet:

Sono indeciso se pensare che non voglia sapere o che non sappia e basta.

dantes76
26-07-2008, 09:31
up

sid_yanar
26-07-2008, 09:53
solo in italia possono accadere queste cose, la ndrangheta che contatta il braccio destro del premier, peraltro già condannato per associazione mafiosa, e che succede? ottiene udienza :asd:
forza mafia!

Ser21
26-07-2008, 09:56
soli in italia possono accadere queste cose, la ndrangheta che contattta il braccio destro del premier, peraltro già condannato per associazione mafiosa, e che succede? ottiene udienza :asd:
forza mafia!

bhè scusa mi sembra normale,c'è il ministero dell'infrastruttura e c'è il ministero delle cosche....il cui ministro sappiamo tutti chi è.
nel governo ombra c'è crisafulli a reggere la carica :asd::sofico:

sid_yanar
26-07-2008, 09:58
bhè scusa mi sembra normale,c'è il ministero dell'infrastruttura e c'è il ministero delle cosche....il cui ministro sappiamo tutti chi è.
nel governo ombra c'è crisafulli a reggere la carica :asd::sofico:

il mitico vladimiro, uno che di baci se ne intende :muro:

[JaMM]
26-07-2008, 10:08
che LOL... il destro medio, così come è sempre assente quando non gli conviene in parlamento, è sempre assente nelle discussioni che gli danno fastidio. la prima notizia che però gli passa il Minculpop-Giornale è prontamente rilanciata e discussa sul forum, oltre che difesa a oltranza. cazzo, che soggetti :D

Ser21
26-07-2008, 11:26
Gli strani misteri di Dell´Utri
Enrico Fierro


La cosca Piromalli - stiamo parlando di mafia storica - aveva due problemi che assillavano il suo Gotha: tirar fuori dal carcere duro, il «41» come lo chiamano i boss, Pino «facciazza», il capo, e assicurare una qualche forma di impunità a suo figlio Totò, reggente della «famiglia». Per questo avevano scelto un «consigliori» d´eccezione, Aldo Micciché. Il signor Micciché, calabrese di Marapoti, è il prodotto tipico della malapolitica della Prima Repubblica. Segretario della Dc a Reggio negli anni Settanta è stato consigliere provinciale a Roma, quando ha potuto ha rubato su tutto, anche - negli anni Ottanta era un obbligo - sui prefabbricati destinati ai terremotati dell´Irpinia.

Abile truffatore, riuscì a fregare anche quelle pellacce della Banda Della Magliana presentandosi come senatore e promettendo, così racconta Maurizio Abbatino, di «aggiustare» un processo. Inseguito da condanne per un totale di anni 25, da tempo si è rifugiato in Venezuela, senza mai perdere, però, i contatti con la ‘ndrangheta, con la massoneria e con gli ambienti politici italiani. Tante le conoscenze che vantava con i suoi amici mafiosi: da Emilio Colombo a Clemente Mastella, dall´Udc Tassone («è a nostra disposizione») fino a Marcello Dell´Utri. Col senatore aveva una qual certa familiarità, documentata dai voluminosi atti dell´inchiesta della procura di Reggio Calabria sulla ‘ndrangheta della Piana di Gioia Tauro. Per la verità il senatore bibliofilo ha sempre negato di avere rapporti stretti con Micciché. Quando a metà aprile filtrarono le prime indiscrezioni, Dell´Utri disse di conoscerlo appena. «È una persona con la quale ero in contatto qualche mese fa per ragioni di energia. Lui si occupa di forniture di petroli. Io ero in contatto con una società russa che ha sede anche in Italia, per cui conoscendo questi russi ho fatto da tramite». Tutto qui: una conoscenza occasionale. Anche ieri, sul «Corriere della Sera», il senatore ha minimizzato. Eppure lo scenario che viene fuori dall´inchiesta di Reggio parla d´altro: di un rapporto più stretto, addirittura confidenziale. Dell´Utri chiama Micciché in Venezuela (è il 12 dicembre 2007) e gli parla di un viaggio che suo figlio Marco dovrà fare a Caracas. Il faccendiere è entusiasta della visita: «Non vedo l´ora, ma si deve mettere a lavorare presto, che stiamo facendo cose serie e non dobbiamo perdere di vista il mercato dell´America Latina». Poi i due parlano di «azioni» e di politica. Micciché promette qualcosa come 40mila voti nella Provincia di Reggio, c´è solo un piccolo screzio, una candidatura. Evidentemente poco gradita ai suoi referenti a Gioia Tauro. «Quelli che gli possono dare la copertura completa (al candidato, ndr), le cose nostre sono segrete, ricordatelo, sono le persone che tu hai ricevuto (Lorenzo e Gioacchino Arcidiaco, due aderenti alla cosca Piromalli, ndr), mi hai capito o no che erano contro di lui?». Il senatore evidentemente non ha capito: «Ma si sono appaciati o no?». E qui Micciché perde la pazienza e prende a male parole Dell´Utri: «No, quale si sono abbracciati, appaciati, si sono appaciati il cazzo».

Altro che petrolio, Micciché e gli uomini che colloquiavano col senatore Dell´Utri parlavano di voti e di «circoli della Libertà», da organizzare in Calabria e a Milano, quartier generale al Nord delle maggiori ‘ndrine. «Noi abbiamo una torma di calabresi pronti a votare». Nell´inchiesta reggina il senatore dell´Utri non è indagato, è persona informata sui fatti. Ma dei fatti - la conoscenza e i rapporti con Micciché, gli incontri con pezzi della cosca Piromalli, Arcidiaco e Totò Piromalli, il figlio del capo - il senatore non ha mai parlato con i pm. Troppi impegni parlamentari, non c´è stato il tempo di chiarire i suoi rapporti con un personaggio «simbolo del perfetto strumento della cosca mafiosa», scrivono i magistrati. «Persona che qualunque altra timorata delle leggi dovrebbe tenere alla larga. Ed invece, nella realtà è il contrario».

Il senatore sarà nuovamente convocato alla chiusura estiva delle Camere, forse troverà il tempo per spiegarsi e farci capire i suoi rapporti con Micciché. «Un cittadino - lo ha definito l´11 aprile - che vive da molti anni in Venezuela, con famiglia. Non vedo cosa ci sia di strano». I magistrati della procura di Reggio, come si è visto, di stranezze ne hanno colte tante.