dantes76
22-07-2008, 16:11
Confcommercio: 700 milioni di euro in fumo a causa della criminalità
di Claudio Tucci
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22 luglio 2008
Per la criminalità, ogni anno, le imprese perdono circa 700 milioni di euro. Tra denunce, visite mediche e, quando occorre, cure vere e proprie, i malcapitati imprenditori sono costretti a rinunciare a 7 giorni di lavoro. In pratica, quasi lo 0,1% del Pil nazionale e lo 0,5% del valore aggiunto dell'intero settore del commercio. A sottolinearlo, è il secondo rapporto della Confcommercio su sicurezza e criminalità nel Belpaese, presentato, a Roma, alla presenza del ministro dell'Interno Roberto Maroni, che rivela come, ancora oggi, ogni anno, il 17% dei nostri imprenditori subisca furti, rapine ed estorsioni. Una percentuale che sale, addirittura, al 25% nelle grandi città, soprattutto, del Centro-Sud. «Fondamentale - spiega il ministro Maroni - un immediato ritorno alla legalità, con il Governo che sta facendo la sua parte, con lo stanziamento di 400 milioni di euro per la sicurezza, di cui 100 milioni per finanziare i progetti di sicurezza urbana, come, per esempio, la videosorveglianza». Il ministro annuncia, poi, l'arrivo «per Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, di altri 1.200 milioni di euro di fondi comunitari per assicurare libertà economica e d'impresa sicura».
Dal rapporto emerge come, ogni anno, un negozio su 9 subisca un reato. Si va dal furto (il più temuto), alla rapina o, come accade prevalentemente nel Meridione, alla richiesta del pizzo o, ancor peggio, all'usura. Significativo, poi, come passi dal 10% al 30% il numero di imprenditori che, alla domanda se ha subito estorsioni o usura, preferisce non rispondere. «Ecco perché non stupisce - spiega il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli - che circa il 7% degli imprenditori intervistati abbia intenzione di spostare la propria attività o di chiuderla per problemi legati alla criminalità».
E tutto questo, sottolineano, ancora, da Confcommercio, non fa che aumentare la percezione di insicurezza degli imprenditori. Spicca come nessuno degli intervistati, ritenga i reati in diminuzione e ben il 54% del campione afferma che sono, addirittura, in aumento. Si chiede, però, sempre più aiuto allo Stato, come dimostra il numero di chi sporge denuncia dopo aver subito un reato: è 1 su 4. Anche se non mancano mezzi di difesa "personali", soprattutto, utilizzo di armi e altre forme di vigilanza privata.
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2008/07/confcommercio-rapporto-sicurezza.shtml?uuid=01b6adc6-57e8-11dd-93cb-a54c5cfcd900&type=Libero
di Claudio Tucci
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22 luglio 2008
Per la criminalità, ogni anno, le imprese perdono circa 700 milioni di euro. Tra denunce, visite mediche e, quando occorre, cure vere e proprie, i malcapitati imprenditori sono costretti a rinunciare a 7 giorni di lavoro. In pratica, quasi lo 0,1% del Pil nazionale e lo 0,5% del valore aggiunto dell'intero settore del commercio. A sottolinearlo, è il secondo rapporto della Confcommercio su sicurezza e criminalità nel Belpaese, presentato, a Roma, alla presenza del ministro dell'Interno Roberto Maroni, che rivela come, ancora oggi, ogni anno, il 17% dei nostri imprenditori subisca furti, rapine ed estorsioni. Una percentuale che sale, addirittura, al 25% nelle grandi città, soprattutto, del Centro-Sud. «Fondamentale - spiega il ministro Maroni - un immediato ritorno alla legalità, con il Governo che sta facendo la sua parte, con lo stanziamento di 400 milioni di euro per la sicurezza, di cui 100 milioni per finanziare i progetti di sicurezza urbana, come, per esempio, la videosorveglianza». Il ministro annuncia, poi, l'arrivo «per Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, di altri 1.200 milioni di euro di fondi comunitari per assicurare libertà economica e d'impresa sicura».
Dal rapporto emerge come, ogni anno, un negozio su 9 subisca un reato. Si va dal furto (il più temuto), alla rapina o, come accade prevalentemente nel Meridione, alla richiesta del pizzo o, ancor peggio, all'usura. Significativo, poi, come passi dal 10% al 30% il numero di imprenditori che, alla domanda se ha subito estorsioni o usura, preferisce non rispondere. «Ecco perché non stupisce - spiega il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli - che circa il 7% degli imprenditori intervistati abbia intenzione di spostare la propria attività o di chiuderla per problemi legati alla criminalità».
E tutto questo, sottolineano, ancora, da Confcommercio, non fa che aumentare la percezione di insicurezza degli imprenditori. Spicca come nessuno degli intervistati, ritenga i reati in diminuzione e ben il 54% del campione afferma che sono, addirittura, in aumento. Si chiede, però, sempre più aiuto allo Stato, come dimostra il numero di chi sporge denuncia dopo aver subito un reato: è 1 su 4. Anche se non mancano mezzi di difesa "personali", soprattutto, utilizzo di armi e altre forme di vigilanza privata.
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2008/07/confcommercio-rapporto-sicurezza.shtml?uuid=01b6adc6-57e8-11dd-93cb-a54c5cfcd900&type=Libero