View Full Version : Buddhismo - La via dell'illuminazione
Ciao a tutti. Premetto che da bravo scienziato, sono agnostico. :fagiano:
Tuttavia ultimamente, causa anche alcune difficoltà nella mia vita, ho iniziato a leggere qualcosa sulla religione... e sono incappato nel buddhismo. Onestamente mi ha molto colpito ciò che il buddhismo è in realtà... non una vera religione, ma più che altro uno stile di vita.
Voi cosa ne pensate? Qualcuno di voi è un buddhista praticante o segue la via del buddha?
Ecco una sintesi di cosa è la via del buddha (dell'illuminato). Non nascondo che non avevo mai letto nulla sull'argomento e adesso che ho iniziato a leggere cosa significa buddhismo, ne sono rimasto molto affascinato e non posso che trovarmi in accordo con la maggior parte degli insegnamenti.
Il sentiero buddhista
Il Buddha ha insegnato una via di risveglio spirituale, una disciplina che è possibile applicare nella propria vita quotidiana. Il sentiero della pratica si può suddividere in tre aspetti che si sostengono a vicenda: virtù, meditazione e saggezza.
"Dove c'è virtù c'è saggezza, e dove c'è saggezza c'è virtù. Il virtuoso ha saggezza, il saggio ha virtù, e saggezza e bontà sono quanto vi è di più desiderabile al mondo"
Le quattro nobili verità
Per aiutare i suoi interlocutori a capire come la concezione ordinaria della vita sia inadeguata, il Buddha parlava di dukkha (termine che con qualche approssimazione si può rendere con "insoddisfazione", "inappagante").
La prima nobile verità: c'è dukkha.
La vita come normalmente la conosciamo include necessariamente una certa dose di esperienze spiacevoli, di cui malattia, dolore fisico e disagio psicologico sono gli esempi più ovvi. Anche nelle società economicamente più avanzate, ansia, tensione fisica e mentale, demotivazione o un sentimento di inadeguatezza esistenziale sono comuni fattori di sofferenza.
A questo si aggiunge la limitatezza e la precarietà delle esperienze piacevoli; ad esempio, si può sperimentare dukkha in seguito alla perdita di una persona cara, o alla cocente delusione inflittaci da un amico.
Finché sussiste la motivazione a ricercare l'appagamento in ciò che è transitorio e vulnerabile - e basta un minimo di introspezione per accorgerci di quanto siano vulnerabili il nostro corpo e i nostri sentimenti - saremo soggetti alla sofferenza della delusione e della perdita.
"Essere uniti a ciò che non piace è dukkha, essere separati da ciò che piace è dukkha, non ottenere ciò che si desidera è dukkha. In breve, le attività abituali e automatiche del corpo e della mente sono dukkha."
La seconda nobile verità: dukkha ha un'origine.
L'intuizione del Buddha fu capire che questa motivazione distorta è in sostanza l'origine dell'insoddisfazione esistenziale. E perché? Perché continuando a cercare la felicità in ciò che è transitorio, perdiamo quello che la vita potrebbe offrirci se fossimo più attenti e più ricettivi spiritualmente. Mancando di attingere, per ignoranza, al nostro potenziale spirituale, ci lasciamo guidare da sensazioni e stati d'animo. Quando però la consapevolezza ci rivela che si tratta di un'abitudine, non della nostra vera natura, ci rendiamo conto che il cambiamento è possibile.
La terza nobile verità: dukkha può avere fine.
Una volta compresa la seconda verità, la terza ne discende naturalmente, se siamo capaci di "lasciar andare" le nostre abitudini egocentriche consce e inconsce. Quando smettiamo di reagire aggressivamente o di metterci sulla difensiva, quando rispondiamo alla vita liberi da pregiudizi o idee fisse, la mente ritrova la sua naturale armonia interna. Le abitudini e le
opinioni per cui la vita appare ostile o inadeguata vengono intercettate e disattivate.
La quarta nobile verità: c'è una via per mettere fine a dukkha.
Si tratta di principi generali in base a cui si può vivere la vita attimo per attimo in una prospettiva spirituale. Non è possibile "lasciar andare" se non attraverso la coltivazione della nostra natura spirituale. In virtù di una pratica appropriata, invece, la mente comincia a rivelare la sua spontanea inclinazione per il Nibbana (Nirvana). Non serve altro che la saggezza di
riconoscere che c'è una via, e che esistono gli strumenti per realizzarla.
Tradizionalmente, la via viene descritta come il "Nobile ottuplice sentiero". Il simbolo della ruota, così comune nell'iconografia buddhista, è una rappresentazione dell'ottuplice sentiero, in cui ciascun fattore sostiene ed è sostenuto da tutti gli altri. La pratica buddhista consiste nel coltivare questi fattori, ossia: retta concezione, retta intenzione, retta parola, retta azione, retti mezzi di sussistenza, retto sforzo, retta attenzione e retta concentrazione.
Sono definiti "retti" in quanto implicano uno stile di vita che è in accordo con la virtù, la meditazione e la saggezza, piuttosto che prendere le mosse da una posizione egocentrica.
Dunque è una via che è "retta" in relazione tanto agli altri che a se stessi.
"Chi ha comprensione e saggezza non concepisce di arrecare danno a se stesso o a un altro, o di arrecare danno a entrambi. Piuttosto, egli è intento al proprio bene, al bene dell'altro, al bene di entrambi, al bene del mondo intero."
Ci sono molti tipi di buddismo. Quello di cui hai parlato è il buddismo "tibetano". Nella mia famiglia e tra i miei amici molti seguono il buddismo giapponese (quello di Nichiren Daishonin, detto buddismo di azione).
Ti linko il sito della Soka Gakkai (l'organizzazione internazionale di questo buddismo) nella versione italiana:
http://www.sgi-italia.org/index.php
Se poi ti trovi interessato, contattami, anche in pvt :D
} Zerozen {
momo-racing
21-07-2008, 13:43
Ci sono molti tipi di buddismo. Quello di cui hai parlato è il buddismo "tibetano". Nella mia famiglia e tra i miei amici molti seguono il buddismo giapponese (quello di Nichiren Daishonin, detto buddismo di azione).
Ti linko il sito della Soka Gakkai (l'organizzazione internazionale di questo buddismo) nella versione italiana:
http://www.sgi-italia.org/index.php
Se poi ti trovi interessato, contattami, anche in pvt :D
} Zerozen {
veramente di buddismo giapponese ne esistono centinaia di varianti, tra cui il famosissimo buddismo Zen di cui quasi tutti avranno sentito parlare, che a sua volta si suddivise in numerose scuole di pensiero:
http://it.wikipedia.org/wiki/Buddhismo_giapponese
Esistono decine di sette monastiche e ciascuna ha i propri principi e le proprie peculiarità.
Peraltro la cosa peggiore da fare a mio avviso ad una persona che si stia avvicinando al buddismo è proprio quella di consigliargli la Soka Gakkai, la quale è una delle scuole del buddismo più controverse oltre che di più breve tradizione ( la sua nascita è recentissima ) ed è solamente una delle più di moda al momento e di quelle che ha saputo "sponsorizzarsi" in maniera più efficace, tant'è che nemmeno il Dalai Lamah, massima autorità buddista sulla terra, riconosce la Soka Gakkai asserendo che essa non diffonda il buddismo ma bensì lo sfrutti per il proprio tornaconto.
http://it.wikipedia.org/wiki/Soka_Gakkai
http://www.fiorediloto.org/sokagakkai.htm
il problema di molti poi è che riescono a cogliere solo un determinato aspetto del buddismo ma ne mancano completamente la vera essenza: il buddismo è una religione basata principalmente sul distacco e sulla rinuncia, ancor più di quanto non avvenga in altre religioni come il cristianesimo, pertanto soprattutto in occidente, complice l'ignoranza che mediamente persiste sull'argomento, è molto facile trovare rivisitazioni e reinterpretazioni del buddismo piuttosto che persone in grado di insegnarne la vera natura.
Ogni religione comprende varie confessioni, ognuna delle quali riprende e interpreta i concetti fondamentali della religione a cui fa riferimento. Se io conosco e giudico in positivo una confessione, di quella parlo :D
E comunque il buddismo giapponese in generale è incentrato sull'azione, mentre quello di scuola tibetana in generale è incentrato su concetti quali zen, nirvana, rinuncia etc. ;)
{Zerozen}
E comunque il buddismo giapponese in generale è incentrato sull'azione, mentre quello di scuola tibetana in generale è incentrato su concetti quali zen, nirvana, rinuncia etc. ;) Cosa intendi esattamente per "azione"? In che modo si agisce rispetto al buddismo tibetano?
Comunque ho cercato in giro informazioni sulla soka gakkai e ho trovato alcune informazioni scoraggianti. Puoi smentire o approfindire la cosa?
momo-racing
21-07-2008, 17:48
Ogni religione comprende varie confessioni, ognuna delle quali riprende e interpreta i concetti fondamentali della religione a cui fa riferimento.
tra reinterpretare e stravolgere e sfruttare c'è differenza. I santoni che si vedono negli stati uniti fare gli show con i fari e le luci nei tendoni che dicono di curare la gente non sono dei religiosi che riprendono e reinterpretano i concetti del cristianesimo, sono dei truffatori che abusano del nome di Gesù per fare i loro comodi.
Se io conosco e giudico in positivo una confessione, di quella parlo :D
si ma più che altro dimostri di non conoscerla e sulla base delle tue non conoscenze quindi offri consigli sicuramente in buona fede ma comunque incompleti.
E comunque il buddismo giapponese in generale è incentrato sull'azione, mentre quello di scuola tibetana in generale è incentrato su concetti quali zen, nirvana, rinuncia etc. ;)
{Zerozen}
veramente lo zen è nato in giappone secoli dopo che il buddismo è stato importato dalla cina ed è una manifestazione unicamente giapponese.
A me più che altro sembri uno che si interessa di buddismo perchè è di moda e che di buddismo ne sa quasi niente. Senza offesa.
momo-racing
21-07-2008, 17:54
Puoi smentire o approfindire la cosa?
credo che non possa farlo e nemmeno per una sua colpa. Se lui conoscesse solo quella realtà e fosse convinto che quella realtà sia corretta, non potrà mai dirti il contrario, non per malafede, non per cattiveria ma per mancanza di termini di paragone.
E' come, per fare un esempio volutamente ingigantito, se chiedessi a un kamikaze musulmano se può smentire il fatto che quella interpretazione del Corano che gli propinano è sbagliata. Quel ragazzo conoscerà solo quella interpretazione, per lui sarà l'unica possibile e quindi ti dirà che è corretta, non fosse altro che se avesse i mezzi per pensare che quella interpretazione è sbagliata se ne allontanerebbe. Eppure sappiamo tutti che il vero islam non ti spinge a ammazzare la gente facendoti esplodere sugli autobus.
credo che non possa farlo e nemmeno per una sua colpa. Se lui conoscesse solo quella realtà e fosse convinto che quella realtà sia corretta, non potrà mai dirti il contrario, non per malafede, non per cattiveria ma per mancanza di termini di paragone.
E' come, per fare un esempio volutamente ingigantito, se chiedessi a un kamikaze musulmano se può smentire il fatto che quella interpretazione del Corano che gli propinano è sbagliata. Quel ragazzo conoscerà solo quella interpretazione, per lui sarà l'unica possibile e quindi ti dirà che è corretta, non fosse altro che se avesse i mezzi per pensare che quella interpretazione è sbagliata se ne allontanerebbe. Eppure sappiamo tutti che il vero islam non ti spinge a ammazzare la gente facendoti esplodere sugli autobus.
Stai calmo :D Tu paragoni un modo di essere religiosi con un modo di essere st***zi. Ti assicuro che nessun buddista, di nessun genere, è impregnato di ideologie distruttive e nichiliste (lo so, hai detto "esempio ingigantito", ma volevo precisare).
Detto questo: io conosco la Soka Gakkai italiana e di quella parlo. Primo: la filosofia di questo tipo di buddismo è imperniata attorno al concetto di "pace" e a quello di "azione". In soldoni (io non lo pratico, lo vivo indirettamente perchè molte delle mie conoscenze lo praticano): comportati bene verso di te e verso gli altri. Certo, mi dirai che non serve una religione per fare questo, ma io ti dico che non sono tutti intelligenti come te (non sono ironico) e che alcuni per vivere bene hanno bisogno di un appoggio. Secondo: questo tipo di buddisti non predica, se sei interessato te ne parlano, sennò ti lasciano stare; inoltre, se cominci e smetti, nessuno ti dice nulla (certo, essendo un percorso di vita, se lo abbandoni dimostri poca costanza e quindi si presume che tu non sia portato per finire quello che cominci... ma da qui a dire che chi esce viene minacciato molto ne passa); terzo: al minimo dubbio che un praticante abbia problemi psicologici seri, viene allontanato e invitato a parlare con un medico.
Tutto questo detto da un ateo meccanicista convinto, che male tollera le religioni, ma che sa distinguere tra religioni che aiutano e religioni che non aiutano. Ovviamente, se tutti fossimo capaci di migliorarci senza stampelle sarebbe bello, ma così non è... quindi ben vengano le stampelle che funzionano, al di là dei distinguo storico-filosofici che tu hai fatto e che presumo siano giusti (le mie conoscenze di religioni orientali credo siano minori delle tue). Ah... ovviamente anche in questo buddismo ci sono molte storture... ma da qui a criticarlo con la tua veemenza ce ne passa (o magari hai vissuto episodi diretti o indiretti che ti procurano questo tipo di astio... non lo so).
{Zerozen}
Thread davvero interessante ;)
Iscritta ;)
Ciao a tutti. Premetto che da bravo scienziato, sono agnostico. :fagiano:
Tuttavia ultimamente, causa anche alcune difficoltà nella mia vita, ho iniziato a leggere qualcosa sulla religione... e sono incappato nel buddhismo. Onestamente mi ha molto colpito ciò che il buddhismo è in realtà... non una vera religione, ma più che altro uno stile di vita.
Voi cosa ne pensate? Qualcuno di voi è un buddhista praticante o segue la via del buddha?
Ecco una sintesi di cosa è la via del buddha (dell'illuminato). Non nascondo che non avevo mai letto nulla sull'argomento e adesso che ho iniziato a leggere cosa significa buddhismo, ne sono rimasto molto affascinato e non posso che trovarmi in accordo con la maggior parte degli insegnamenti.
Il sentiero buddhista
Il Buddha ha insegnato una via di risveglio spirituale, una disciplina che è possibile applicare nella propria vita quotidiana. Il sentiero della pratica si può suddividere in tre aspetti che si sostengono a vicenda: virtù, meditazione e saggezza.
"Dove c'è virtù c'è saggezza, e dove c'è saggezza c'è virtù. Il virtuoso ha saggezza, il saggio ha virtù, e saggezza e bontà sono quanto vi è di più desiderabile al mondo"
Le quattro nobili verità
Per aiutare i suoi interlocutori a capire come la concezione ordinaria della vita sia inadeguata, il Buddha parlava di dukkha (termine che con qualche approssimazione si può rendere con "insoddisfazione", "inappagante").
La prima nobile verità: c'è dukkha.
La vita come normalmente la conosciamo include necessariamente una certa dose di esperienze spiacevoli, di cui malattia, dolore fisico e disagio psicologico sono gli esempi più ovvi. Anche nelle società economicamente più avanzate, ansia, tensione fisica e mentale, demotivazione o un sentimento di inadeguatezza esistenziale sono comuni fattori di sofferenza.
A questo si aggiunge la limitatezza e la precarietà delle esperienze piacevoli; ad esempio, si può sperimentare dukkha in seguito alla perdita di una persona cara, o alla cocente delusione inflittaci da un amico.
Finché sussiste la motivazione a ricercare l'appagamento in ciò che è transitorio e vulnerabile - e basta un minimo di introspezione per accorgerci di quanto siano vulnerabili il nostro corpo e i nostri sentimenti - saremo soggetti alla sofferenza della delusione e della perdita.
"Essere uniti a ciò che non piace è dukkha, essere separati da ciò che piace è dukkha, non ottenere ciò che si desidera è dukkha. In breve, le attività abituali e automatiche del corpo e della mente sono dukkha."
La seconda nobile verità: dukkha ha un'origine.
L'intuizione del Buddha fu capire che questa motivazione distorta è in sostanza l'origine dell'insoddisfazione esistenziale. E perché? Perché continuando a cercare la felicità in ciò che è transitorio, perdiamo quello che la vita potrebbe offrirci se fossimo più attenti e più ricettivi spiritualmente. Mancando di attingere, per ignoranza, al nostro potenziale spirituale, ci lasciamo guidare da sensazioni e stati d'animo. Quando però la consapevolezza ci rivela che si tratta di un'abitudine, non della nostra vera natura, ci rendiamo conto che il cambiamento è possibile.
La terza nobile verità: dukkha può avere fine.
Una volta compresa la seconda verità, la terza ne discende naturalmente, se siamo capaci di "lasciar andare" le nostre abitudini egocentriche consce e inconsce. Quando smettiamo di reagire aggressivamente o di metterci sulla difensiva, quando rispondiamo alla vita liberi da pregiudizi o idee fisse, la mente ritrova la sua naturale armonia interna. Le abitudini e le
opinioni per cui la vita appare ostile o inadeguata vengono intercettate e disattivate.
La quarta nobile verità: c'è una via per mettere fine a dukkha.
Si tratta di principi generali in base a cui si può vivere la vita attimo per attimo in una prospettiva spirituale. Non è possibile "lasciar andare" se non attraverso la coltivazione della nostra natura spirituale. In virtù di una pratica appropriata, invece, la mente comincia a rivelare la sua spontanea inclinazione per il Nibbana (Nirvana). Non serve altro che la saggezza di
riconoscere che c'è una via, e che esistono gli strumenti per realizzarla.
Tradizionalmente, la via viene descritta come il "Nobile ottuplice sentiero". Il simbolo della ruota, così comune nell'iconografia buddhista, è una rappresentazione dell'ottuplice sentiero, in cui ciascun fattore sostiene ed è sostenuto da tutti gli altri. La pratica buddhista consiste nel coltivare questi fattori, ossia: retta concezione, retta intenzione, retta parola, retta azione, retti mezzi di sussistenza, retto sforzo, retta attenzione e retta concentrazione.
Sono definiti "retti" in quanto implicano uno stile di vita che è in accordo con la virtù, la meditazione e la saggezza, piuttosto che prendere le mosse da una posizione egocentrica.
Dunque è una via che è "retta" in relazione tanto agli altri che a se stessi.
"Chi ha comprensione e saggezza non concepisce di arrecare danno a se stesso o a un altro, o di arrecare danno a entrambi. Piuttosto, egli è intento al proprio bene, al bene dell'altro, al bene di entrambi, al bene del mondo intero."
Ho letto Siddharta di Hesse più volte ed ogni volta è come se fosse la prima, ne traggo sempre qualche spunto...un romanzo bellissimo che fa capire come nessuno sia esente da macchie o errori, su come sia pericoloso giudicare gli altri prima di aver giudicato se stessi, su come sia importante essere curiosi e fare esperienze per trovare la propria strada.
ciao
bluelake
21-07-2008, 21:45
madò, se il mio ragazzo vede questo thread è la fine, se lo sposto in emulazione va bene a tutti? :stordita:
comunque, di buddismo e altre religioni si parla approfonditamente anche in questo thread: http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1257328
Dream_River
21-07-2008, 23:02
Io sono un "seguace" del Buddhismo Vajrayana (Via del Diamante), chiamato anche "Buddhismo Tibetano"
Pratico quotidianamente la meditazione e la recitazione dei mantra, mi sforzo ogni giorno di condurre una vita retta secondo gli insegnamenti dell'Ottuplice Sentiero e di coltivare la Saggezza e la Compassione, le virtù fondamentali per seguire il cammino che conduce all'illuminazione
Primo: la filosofia di questo tipo di buddismo è imperniata attorno al concetto di "pace" e a quello di "azione". In soldoni (io non lo pratico, lo vivo indirettamente perchè molte delle mie conoscenze lo praticano): comportati bene verso di te e verso gli altri. Certo, mi dirai che non serve una religione per fare questo, ma io ti dico che non sono tutti intelligenti come te (non sono ironico) e che alcuni per vivere bene hanno bisogno di un appoggio.
Quello che hai detto non è certo un punto caratteristico del Buddhismo di Nichiren, un concetto fondamentale del buddhismo è quello di Karma, la legge alla quale non si può scampare secondo cui le azioni rette portano frutti che premiano l'individuo in questa vita, ma soprattutto in quella successiva (è il nostro karma a stabilire in quale dei 6 stati di esistenza ci reincarneremo).
Allo stesso modo le azioni mosse dall'egocentrismo e dall'ignoranza porteranno dolore non solo in questa vita ma soprattutto in quella futura.
Il percorrere la via dell'illuminazione avviene sia nel pensiero che nel azione, alle due modalità infatti viene comunemente associata alla prima la fondamentale virtù della Saggezza e alla seconda l'altrettando fondamentale virtù della Compassione.
L'azione poi può esprimersi in forma pacifica o irata, esattamente nelle stesse forme con cui vengono raffigurati gli Yidam (Le divinità Buddhiste che sono archetipi dei vari aspetti dell'illuminazione, per darvi un idea, Vajrapani (http://www.dharmanet.com.br/vajrayana/vajrapani.jpg) è una divinità irata, Chakrasamvara (http://www.vajrapani.org/Site/d_cakrasamvara_12armed.jpg) è una divinità semi-irata e Tara (http://www.inkarri.it/images/tara-bianca.jpg) è una divinità pacifica)
A mio modo di vedere il concetto di karma è un buon espediente per convincere le persone a vivere rettamente :D
Un espediente che comunque a quanto vedo sembra funzionare, quindi ben venga!
Dream_River
22-07-2008, 07:13
Non sarebbe un buon espediente, sviluppare attaccamento e desiderio per vite piacevoli successive è uno dei più grandi errori che un Buddhista possa fare.
Lo stesso Dalai Lama ha detto "Desiderare di raggiungere un obiettivo è il miglior modo per fallire".
La retta via deve essere seguita in primis per poter diventare portatori di armonia e pace nel mondo, assumere il ruolo di "guerriero compassionevole", e ciò può accadere solo se ci si libera dalla schiavitù del ciclo delle reincarnazioni (Samsara).
Seguire le via dell'illuminazione per il proprio interesse può solo portare al fallimento, perchè è una strada votata alla conoscenza dei nostri demoni e la loro sconfitta non attraverso una lotta di repressione, ma attraverso una loro accettazione, i nostri istinti peggiori si indeboliscono nel momento in cui li abbracciamo e li accettiamo come parte di noi.
Non si tratta di nasconderli in vista di un premio futuro, tale atteggiamento porta solo a ritrovarci tali demoni dietro alle nostre spalle, più forti che mai, perchè non si può veramente combattere un nemico che non si vuole vedere.
Vivere il buddhismo è il concetto di Karma come dice te, sarebbe ridurre il Buddhismo a quelle mode anni 80 che andavano tanto di moda negli ambienti della New Age, dove essere buddhisti significava non mangiare gli altri animali e meditare tanto (Anche se più che una vera meditazione era in riposino seduti nella posizione del loto continuando a recitare "Om").
Ma seguire il Dharma è qualcosa di molto più radicale e impegnativo.
Mi risuonano un mente le sagge parole del Buddha:
"Come può un cucchiaio
percepire il sapore della minestra?
l'inconsapevole può trascorrere tutta la vita
in compagnia di un Buddha
senza cogliere il sapore del Dharma
Ma come la lingua percepisce subito
il sapore della minestra,
basta un attimo di consapevolezza
in compagnia di un Buddha
per comprendere la via"
(Dhammapada, versetti 64-65)
Non sarebbe un buon espediente, sviluppare attaccamento e desiderio per vite piacevoli successive è uno dei più grandi errori che un Buddhista possa fare.
Lo stesso Dalai Lama ha detto "Desiderare di raggiungere un obiettivo è il miglior modo per fallire".
La retta via deve essere seguita in primis per poter diventare portatori di armonia e pace nel mondo, assumere il ruolo di "guerriero compassionevole", e ciò può accadere solo se ci si libera dalla schiavitù del ciclo delle reincarnazioni (Samsara).
Seguire le via dell'illuminazione per il proprio interesse può solo portare al fallimento, perchè è una strada votata alla conoscenza dei nostri demoni e la loro sconfitta non attraverso una lotta di repressione, ma attraverso una loro accettazione, i nostri istinti peggiori si indeboliscono nel momento in cui li abbracciamo e li accettiamo come parte di noi.
Non si tratta di nasconderli in vista di un premio futuro, tale atteggiamento porta solo a ritrovarci tali demoni dietro alle nostre spalle, più forti che mai, perchè non si può veramente combattere un nemico che non si vuole vedere.
Vivere il buddhismo è il concetto di Karma come dice te, sarebbe ridurre il Buddhismo a quelle mode anni 80 che andavano tanto di moda negli ambienti della New Age, dove essere buddhisti significava non mangiare gli altri animali e meditare tanto (Anche se più che una vera meditazione era in riposino seduti nella posizione del loto continuando a recitare "Om").
Ma seguire il Dharma è qualcosa di molto più radicale e impegnativo.
Mi risuonano un mente le sagge parole del Buddha:
"Come può un cucchiaio
percepire il sapore della minestra?
l'inconsapevole può trascorrere tutta la vita
in compagnia di un Buddha
senza cogliere il sapore del Dharma
Ma come la lingua percepisce subito
il sapore della minestra,
basta un attimo di consapevolezza
in compagnia di un Buddha
per comprendere la via"
(Dhammapada, versetti 64-65)
Non ti posso rispondere filosoficamente come hai fatto tu, non ne sono capace :fagiano:
Ti rispondo invece da "ateo" interessato alle religioni: al di là di quel che uno crede, io penso si possa raggiungere la pace con sè e con gli altri SOLO se in QUESTA vita si raggiungono gli obiettivi che si desidera raggiungere, nei LIMITI delle proprie possibilità, della libertà altrui e di alcuni "paletti" etici e morali che io considero universali.
Io lotto ogni giorno con tutta la forza per diventare migliore in quello che mi piace e che so fare. Il motivo trascendente per cui debba farlo mi sfugge, quindi (se anche ce n'è uno) "non me ne curo" e vado avanti ;)
Dream_River
22-07-2008, 11:43
Non ti posso rispondere filosoficamente come hai fatto tu, non ne sono capace :fagiano:
Ti rispondo invece da "ateo" interessato alle religioni: al di là di quel che uno crede, io penso si possa raggiungere la pace con sè e con gli altri SOLO se in QUESTA vita si raggiungono gli obiettivi che si desidera raggiungere, nei LIMITI delle proprie possibilità, della libertà altrui e di alcuni "paletti" etici e morali che io considero universali.
Io lotto ogni giorno con tutta la forza per diventare migliore in quello che mi piace e che so fare. Il motivo trascendente per cui debba farlo mi sfugge, quindi (se anche ce n'è uno) "non me ne curo" e vado avanti ;)
Non hai bisogno di un motivo trascendentale per compiere le buone azioni che già compii, non devi portelo se non lo senti tuo.
Indifferentemente che tu creda o no negli insegnamenti del Buddha, le tue buona azioni porteranno i loro frutti, sia a te che alle persone che ti stanno accanto.
Certo, l'insegnamento del Buddha ci educa su quali sono i veri obiettivi che vale la pena inseguire per ottenere la pace nostra è altrui, e ci permette di vedere la retta via anche quando il mondo può portarci a dubitare quale sia e che magari non convenga seguirla, ma il fatto che tu riconosca la necessità di rispettare il prossimo e di perseguire quello che tu ritieni bene, essendo ateo, ti riconosce il fatto che quando agisci secondo ciò che tu ritieni bene e un tuo operato spontaneo fine a se stesso, e non tutti riescono a comprendere come ciò che è buona viene fatto per nessun altro fine che non sia fare ciò che è giusto.
Comunque, lo stesso Buddha disse ai suoi discepoli "Non credete a niente che voi stessi non riteniate giusto, nemmeno se ve lo dico io"
Sei libero di credere in quello che vuoi, non esistono strade adatte per tutti per diventare portatori di pace per se stessi e per gli altri, ognuno deve trovare il proprio percorso.
Ti consiglio solo di interessarti degli insegnamenti del Buddha e del credo Buddhista, anche se non lo condividerai, conoscerli ti regalerà qualcosa di nuovo, che non necessariamente è una fede, ma potrebbe anche essere una visione più ampia del tuo pensiero personale e nuove riflessioni su cui andare avanti a costruirlo da te in maniera autonoma
Sono completamente d'accordo con te!
In effetti mi piacerebbe studiare (dal mio punto di vista "meccanicista", ovvio) le religioni orientali. Per formazione personale mi sono sempre interessato molto alla cultura occidentale, quindi riguardo alla religione al cristianesimo in tutte le sue forme, ma mi rendo conto che una mancata conoscenza della religiosità orientale, che per il poco che so nulla a che fare con il cristianesimo, è appunto una mancanza. Sarà che i "testi sacri" (se così possono essere chiamati) del buddismo, del confucianesimo, etc hanno una forma e una struttura che mi sono molto indigeste. Fatico a leggerli, insomma :(
Dal basso delle mie piccole conoscenze però noto molti punti comuni tra il mio modo di intendere la vita e quello orientale. Quindi, credo che uno di questi giorni approfondirò la questione :D
Zerozen
ziozetti
22-07-2008, 14:22
A mio modo di vedere il concetto di karma è un buon espediente per convincere le persone a vivere rettamente :D
Un espediente che comunque a quanto vedo sembra funzionare, quindi ben venga!
:read:
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/9/91/My_Name_Is_Earl_title_screen.jpg
Perdonate l'OT, ora continuo a seguire in silenzio la discussione... :fagiano:
Non ho capito l'OT :fagiano:
ziozetti
22-07-2008, 15:22
Non ho capito l'OT :fagiano:
http://it.wikipedia.org/wiki/My_Name_Is_Earl
« Avete presente quel tipo di soggetto che fa una bastardata dopo l'altra e a un certo punto si meraviglia che la sua vita fa schifo? Bene, quello ero io. Ogni volta che mi capitava qualcosa di buono, qualcosa di cattivo era in agguato dietro l'angolo. È il Karma: ecco perché ho deciso di cambiare. Ho fatto una lista di tutte le mie cattive azioni e da allora cerco di rimediare agli errori che ho commesso; mi sto solo sforzando di essere una persona migliore. Il mio nome? Earl! »
(Autopresentazione di Earl nella sigla di apertura)
...
Durante la sua degenza, guardando il talk show di Carson Daly in tv, Earl viene a conoscenza del Karma, il principio secondo cui per ogni azione che si compie ne ritornerebbe indietro un' altra dello stesso tipo. Dopo la visione del programma, Earl comincia a riflettere sulla sua vita e sulla sua condotta, arrivando a concludere che le sue numerosissime cattive azioni sono la causa di questa sua grave situazione e decide perciò di rimediare. Stila una lista (composta da circa 260 punti, anche se altri ne verranno poi aggiunti nel corso delle puntate e solitamente subito risolti) di tutte le azioni cattive commesse nella sua vita, cercando di rimediare una ad una a tutte le sue colpe e di poter vivere finalmente una vita tranquilla e pulita.
...
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