dantes76
17-07-2008, 10:05
Il Regno Lombardo
di Roberto Di Caro
Un'assaggiatrice personale per gli adorati meloni. Una stanza senza finestre per dormire quattro ore. Modi scostanti. Sgambetti agli alleati. Magistrati per assessori. I primi 100 giorni del nuovo re dell'isola
Raffaele Lombardo
Ma l'assaggiatrice di cantalupi? "Gliela presento subito! Signora Bonanno, lasci quelle carte, venga a conoscere il nostro nemico de 'L'espresso'!". Solo della sorridente e inappuntabile signora Maria si fida appieno Raffaele Lombardo, per i segreti papiri del potere come per il gusto dei dolci meloncini arancio cantalupo, suo unico cibo diurno: e infatti se l'è portata da Catania qui a Palazzo d'Orléans, nel suo nuovo ufficio di presidente della Regione Sicilia che occupa da aprile grazie al 65,35 per cento dei voti contro un misero 30,38 di Anna Finocchiaro.
Certo, con tutto il traffico umano e no che la fedelissima si trova ora a smistare, controllo, sbucciatura e preparazione dei cantalupi ha dovuto delegarli alla commessa Dorotea: che infatti vedi correre su e giù per le scale coi vassoi e l'aria stralunata, riminiscenza di satrapie orientali d'antan per un satrapo che, almeno nel cibo e nel sonno, più morigerato di così si muore: "Al piano di sopra mi stanno approntando due stanze, quella da letto non ha finestre, tanto mi ritiro alle 2 e mi alzo alle 6", vanta Lombardo: "E gli uomini della mia scorta hanno già perso da 5 a 10 chili a testa: non sopporto l'aria condizionata, neanche nell'auto blindata".
C'è da chiedersi se la stessa cura dimagrante subiranno le finanze regionali, disastrate dalla precedente satrapia espansiva e trimalcionesca di Totò Cuffaro, quando queste stesse stanze sembravano la hall di un grand hotel, e bollate nell'ultimo 'giudizio di parificazione' della Corte dei conti come "numeri improponibili". Ma il primo interrogativo riguarda l'uomo. Descritto da tutti, amici e nemici, come un tipo gelido, blindato, musone, impenetrabile. Che ti dà la mano stendendo il braccio per tenerti lontano, all'insediamento rintuzza pure la moglie perché il ticchettìo dei suoi tacchi a spillo lo infastidisce, e l'usciere che gli fa "Buongiorno presidente!" lo annichilisce con un assassino "Ci conosciamo?".
Uno sempre intento, già si collezionano foto e filmati, a rosicchiare un fazzolettino, una sigaretta o il dorso della propria mano, quando non se la punzecchia con la penna fino alla soglia del dolore come antidoto alla stanchezza o alla noia. Insomma una specie di dickensiano Uriah Heep, con una vena di psicopatia ossessiva come quasi tutti gli psichiatri: essendo lui psichiatra forense e avendo pure esercitato un paio d'anni, prima di precipitare nel baratro della politica e nella psicoterapia del potere.
Dunque, o tutti gli altri si sbagliano o, più verosimilmente, toccherà ammettere, dopo la sua brillante intervista in versione Actor's studio, che Lombardo è assai più poliedrico e mutaforma di quanto l'iconografia consolidata racconti. Sarà per questo che 'pericoloso' è l'aggettivo comunemente usato per inquadrarlo, dall'esperto cronista di mafia come dallo smagato ristoratore della Vuccirìa: "Cuffaro era un pupazzo, Lombardo un puparo", ammicca. Del resto è così che Lombardo è diventato presidente: spiazzando una mossa dopo l'altra avversari e alleati, un po' come faceva il Bossi degli anni roventi.
Non sembra aver perso la mano neanche ora che la Sicilia è sua: con effetti sconsolanti sull'opposizione o sedicente tale. "Che devo pensare", scuote la testa Pino Apprendi, deputato regionale del Partito democratico, "quando il capogruppo Pd all'Assemblea regionale Antonello Cracolici tiene a Polizzi Generosa un comizio a favore del candidato sindaco dell'Mpa, Movimento per l'autonomia di Lombardo, contro il segretario provinciale del Pd, lì candidato col nostro simbolo?". Forse la stessa cosa che ha fatto infuriare i supporter del centrodestra quando, il 3 giugno, Lombardo si è presentato ad Altavilla Milicia a comiziare per una lista civica Mpa alleata al Pd, contro quella del Pdl. Ma è un abbaglio liquidare fatti del genere come piccolo cabotaggio:Lombardo gli sgambetti li fa in grande, mica alla chetichella.
Cosa non ha combinato al povero Cuffaro e alla sua Udc, partito dal quale lui stesso proviene! Manco gli parla più, Totò 'vasa-vasa', se non per interposta persona, il comune amico Giovanni Pistorio, senatore Mpa ed ex assessore alla Sanità, giunta Cuffaro. Motivo della rottura è proprio la Sanità, bubbone del bilancio regionale con 8 miliardi e 800 milioni di euro di spesa (uno in più del 2006 e del tetto fissato dal piano di contenimento concordato fra Stato e Regioni), ma anche corpo diffuso e fondamenta del sistema clientelare Udc, abbarbicato nel territorio peggio delle radici di un albero secolare.
Messina
I patti preelettorali parlavano chiaro: l'Udc ti appoggia, tu ci dai l'assessorato, nella persona di Nino Dina, ex capogruppo Udc all'Assemblea, amico fraterno di Cuffaro, cresciuti insieme per strada e poi nella Dc. Lombardo, invece, per due settimane sventola e nasconde fogliettini con i nomi, poi una sera chiama al telefono il cronista dell'Ansa della sua Catania e gli detta la giunta. E alla Sanità c'è Massimo Russo, magistrato di decine d'inchieste antimafia incluse un paio contro uomini di Cuffaro, per sei mesi a Roma al Gabinetto di Mastella.
Il mandato, mettere le mani nel verminaio mangiasoldi degli sprechi ospedalieri; delle 1.665 convenzioni con cliniche e laboratori privati; di centinaia di posti letto considerati in esubero; dei farmaci come l'antigastrico Lansoprazolo prescritto praticamente a tutti i siciliani da 1 a 99 anni; e dei direttori generali delle Usl che, risponde Russo, "saranno nominati per merito e non più per appartenenza: alcuni dovranno lasciare. Ho tagliato i rimborsi extra-budget ai laboratori convenzionati: hanno indetto sciopero".
Cuffaro con Pistorio è stato netto: dì al tuo amico che non ho motivo di parlargli finché Dina non entra in giunta. "Poche persone gli hanno voluto bene come me, anche quand'era comodo mollarlo. L'altro giorno eravamo insieme al matrimonio del figlio di Schifani, enon ho potuto sottrarmi al rito del bacio: ma è stato un bacio freddo, le guance appena si sono sfiorate, i nostri occhi guardavano altrove...". Dice che "fra i prossimi quattro assessori Dina ci sarà senz'altro", ma è uno sberleffo, gli assessori 12 sono e 12 resteranno. "Se però vuole cambiarne uno dei tre in quota Udc e mi propone una persona della cui capacità sono convinto, perché no?". È la risposta di chi il potere ritiene di averlo saldo nelle mani.
Dal Pdl, che nell'Assemblea regionale ha pur sempre 35 deputati su 90 contro 15 Mpa e 11 Udc, non sembra attendersi fastidi, almeno per ora. Perché Berlusconi dovrebbe rompergli le uova nel paniere per difendere l'Udc siciliana, elettoralmente la metà di quell'Udc che sul piano nazionale lo tormenta con la petulanza di un Casini? La faccia, piuttosto, Lombardo ha rischiato di perderla quando, per finanziare il taglio dell'Ici sulla prima casa, Berlusconi ha svuotato la cassaforte dell'Iri Fintecna, dov'era il miliardo e mezzo di euro di fondi residui per il ponte di Messina dirottati dall'allora ministro Di Pietro a una lunga lista di infrastrutture viarie e ferroviarie, due terzi in Sicilia il resto in Calabria.
"Ho fatto ricorso alla Corte costituzionale per non essere stato invitato al Consiglio dei ministri dove si è deciso il taglio, come prevede lo Statuto della Regione recepito nella Costituzione": la volta prima l'avevano invitato ma non c'era andato, in fondo si discuteva di quisquilie, "lo scioglimento di un Comune per mafia, Siculiana mi pare...". Poi ha minacciato fuoco e fiamme, e voto contrario dei suoi due senatori e otto deputati, ma alla fine hanno votato tutti in buon ordine a favore: "Perché Elio Vito s'è impegnato a reintegrare in tre anni quei fondi. Credo che il governo abbia già trovato i primi 500 milioni". Quel 'credo' non suona benissimo, per la sua credibilità, ma insomma si vedrà.
Al dunque, che ha combinato Lombardo nei suoi primi due mesi e mezzo di regno? "Già ho tagliato da 11 a cinque i consorzi di bonifica che forniscono acqua all'agricoltura trasferendo i poteri dai commissari all'Assessorato. E ho ridotto a nove i 27 Ato, 'ambiti territoriali ottimali' per il ciclo dei rifiuti: restituendo la gestione ai sindaci, che per questo non percepiranno un solo euro, e azzerando tutti i 27 cda". Si stizzisce Apprendi del Pd: "Ma questa degli Ato è roba nostra, battaglia Pd e delibera della giunta precedente, lui ha solo eseguito! Il resto è politica degli annunci".
Lasciamo allora sia Lombardo ad annunciare. 'Fiscalità di vantaggio' è il suo braccio armato, "ossia detassare chi investe nell'isola: vale molto più dei contributi europei". Per forza, dei soldi di Bruxelles il 42 per cento non riescono neanche a incassarlo, e sull'uso del resto ci sono fior di inchieste della magistratura. "Della tranche 2007-2013 spenderemo fino all'ultimo euro, ci stiamo attrezzando". E qui qualche brivido corre lungo la schiena, giacché segue un peana a tanti bei porti turistici realizzati da privati in project financing.
La Valle dei templi di Agrigento e Noto antica, minacciata dalle ricerche petrolifere, le affiderebbe alle cure dell'Eni o dei russi di Lukoil. E la Venere di Morgantina la farebbe gestire, come il Satiro di Mazara, proprio a quel Getty Museum che se l'è tenuta fraudolentemente per 50 anni e che ora, costretto, sta per restituircela. L'uomo deve avere il gusto del contrappasso, della sfida, del gioco sul filo di lama: quello che fa cadere in trappola i serial killer, ma in politica fa vincere.
(16 luglio 2008)
http://espresso.repubblica.it/dettaglio//2033135/&print=true
di Roberto Di Caro
Un'assaggiatrice personale per gli adorati meloni. Una stanza senza finestre per dormire quattro ore. Modi scostanti. Sgambetti agli alleati. Magistrati per assessori. I primi 100 giorni del nuovo re dell'isola
Raffaele Lombardo
Ma l'assaggiatrice di cantalupi? "Gliela presento subito! Signora Bonanno, lasci quelle carte, venga a conoscere il nostro nemico de 'L'espresso'!". Solo della sorridente e inappuntabile signora Maria si fida appieno Raffaele Lombardo, per i segreti papiri del potere come per il gusto dei dolci meloncini arancio cantalupo, suo unico cibo diurno: e infatti se l'è portata da Catania qui a Palazzo d'Orléans, nel suo nuovo ufficio di presidente della Regione Sicilia che occupa da aprile grazie al 65,35 per cento dei voti contro un misero 30,38 di Anna Finocchiaro.
Certo, con tutto il traffico umano e no che la fedelissima si trova ora a smistare, controllo, sbucciatura e preparazione dei cantalupi ha dovuto delegarli alla commessa Dorotea: che infatti vedi correre su e giù per le scale coi vassoi e l'aria stralunata, riminiscenza di satrapie orientali d'antan per un satrapo che, almeno nel cibo e nel sonno, più morigerato di così si muore: "Al piano di sopra mi stanno approntando due stanze, quella da letto non ha finestre, tanto mi ritiro alle 2 e mi alzo alle 6", vanta Lombardo: "E gli uomini della mia scorta hanno già perso da 5 a 10 chili a testa: non sopporto l'aria condizionata, neanche nell'auto blindata".
C'è da chiedersi se la stessa cura dimagrante subiranno le finanze regionali, disastrate dalla precedente satrapia espansiva e trimalcionesca di Totò Cuffaro, quando queste stesse stanze sembravano la hall di un grand hotel, e bollate nell'ultimo 'giudizio di parificazione' della Corte dei conti come "numeri improponibili". Ma il primo interrogativo riguarda l'uomo. Descritto da tutti, amici e nemici, come un tipo gelido, blindato, musone, impenetrabile. Che ti dà la mano stendendo il braccio per tenerti lontano, all'insediamento rintuzza pure la moglie perché il ticchettìo dei suoi tacchi a spillo lo infastidisce, e l'usciere che gli fa "Buongiorno presidente!" lo annichilisce con un assassino "Ci conosciamo?".
Uno sempre intento, già si collezionano foto e filmati, a rosicchiare un fazzolettino, una sigaretta o il dorso della propria mano, quando non se la punzecchia con la penna fino alla soglia del dolore come antidoto alla stanchezza o alla noia. Insomma una specie di dickensiano Uriah Heep, con una vena di psicopatia ossessiva come quasi tutti gli psichiatri: essendo lui psichiatra forense e avendo pure esercitato un paio d'anni, prima di precipitare nel baratro della politica e nella psicoterapia del potere.
Dunque, o tutti gli altri si sbagliano o, più verosimilmente, toccherà ammettere, dopo la sua brillante intervista in versione Actor's studio, che Lombardo è assai più poliedrico e mutaforma di quanto l'iconografia consolidata racconti. Sarà per questo che 'pericoloso' è l'aggettivo comunemente usato per inquadrarlo, dall'esperto cronista di mafia come dallo smagato ristoratore della Vuccirìa: "Cuffaro era un pupazzo, Lombardo un puparo", ammicca. Del resto è così che Lombardo è diventato presidente: spiazzando una mossa dopo l'altra avversari e alleati, un po' come faceva il Bossi degli anni roventi.
Non sembra aver perso la mano neanche ora che la Sicilia è sua: con effetti sconsolanti sull'opposizione o sedicente tale. "Che devo pensare", scuote la testa Pino Apprendi, deputato regionale del Partito democratico, "quando il capogruppo Pd all'Assemblea regionale Antonello Cracolici tiene a Polizzi Generosa un comizio a favore del candidato sindaco dell'Mpa, Movimento per l'autonomia di Lombardo, contro il segretario provinciale del Pd, lì candidato col nostro simbolo?". Forse la stessa cosa che ha fatto infuriare i supporter del centrodestra quando, il 3 giugno, Lombardo si è presentato ad Altavilla Milicia a comiziare per una lista civica Mpa alleata al Pd, contro quella del Pdl. Ma è un abbaglio liquidare fatti del genere come piccolo cabotaggio:Lombardo gli sgambetti li fa in grande, mica alla chetichella.
Cosa non ha combinato al povero Cuffaro e alla sua Udc, partito dal quale lui stesso proviene! Manco gli parla più, Totò 'vasa-vasa', se non per interposta persona, il comune amico Giovanni Pistorio, senatore Mpa ed ex assessore alla Sanità, giunta Cuffaro. Motivo della rottura è proprio la Sanità, bubbone del bilancio regionale con 8 miliardi e 800 milioni di euro di spesa (uno in più del 2006 e del tetto fissato dal piano di contenimento concordato fra Stato e Regioni), ma anche corpo diffuso e fondamenta del sistema clientelare Udc, abbarbicato nel territorio peggio delle radici di un albero secolare.
Messina
I patti preelettorali parlavano chiaro: l'Udc ti appoggia, tu ci dai l'assessorato, nella persona di Nino Dina, ex capogruppo Udc all'Assemblea, amico fraterno di Cuffaro, cresciuti insieme per strada e poi nella Dc. Lombardo, invece, per due settimane sventola e nasconde fogliettini con i nomi, poi una sera chiama al telefono il cronista dell'Ansa della sua Catania e gli detta la giunta. E alla Sanità c'è Massimo Russo, magistrato di decine d'inchieste antimafia incluse un paio contro uomini di Cuffaro, per sei mesi a Roma al Gabinetto di Mastella.
Il mandato, mettere le mani nel verminaio mangiasoldi degli sprechi ospedalieri; delle 1.665 convenzioni con cliniche e laboratori privati; di centinaia di posti letto considerati in esubero; dei farmaci come l'antigastrico Lansoprazolo prescritto praticamente a tutti i siciliani da 1 a 99 anni; e dei direttori generali delle Usl che, risponde Russo, "saranno nominati per merito e non più per appartenenza: alcuni dovranno lasciare. Ho tagliato i rimborsi extra-budget ai laboratori convenzionati: hanno indetto sciopero".
Cuffaro con Pistorio è stato netto: dì al tuo amico che non ho motivo di parlargli finché Dina non entra in giunta. "Poche persone gli hanno voluto bene come me, anche quand'era comodo mollarlo. L'altro giorno eravamo insieme al matrimonio del figlio di Schifani, enon ho potuto sottrarmi al rito del bacio: ma è stato un bacio freddo, le guance appena si sono sfiorate, i nostri occhi guardavano altrove...". Dice che "fra i prossimi quattro assessori Dina ci sarà senz'altro", ma è uno sberleffo, gli assessori 12 sono e 12 resteranno. "Se però vuole cambiarne uno dei tre in quota Udc e mi propone una persona della cui capacità sono convinto, perché no?". È la risposta di chi il potere ritiene di averlo saldo nelle mani.
Dal Pdl, che nell'Assemblea regionale ha pur sempre 35 deputati su 90 contro 15 Mpa e 11 Udc, non sembra attendersi fastidi, almeno per ora. Perché Berlusconi dovrebbe rompergli le uova nel paniere per difendere l'Udc siciliana, elettoralmente la metà di quell'Udc che sul piano nazionale lo tormenta con la petulanza di un Casini? La faccia, piuttosto, Lombardo ha rischiato di perderla quando, per finanziare il taglio dell'Ici sulla prima casa, Berlusconi ha svuotato la cassaforte dell'Iri Fintecna, dov'era il miliardo e mezzo di euro di fondi residui per il ponte di Messina dirottati dall'allora ministro Di Pietro a una lunga lista di infrastrutture viarie e ferroviarie, due terzi in Sicilia il resto in Calabria.
"Ho fatto ricorso alla Corte costituzionale per non essere stato invitato al Consiglio dei ministri dove si è deciso il taglio, come prevede lo Statuto della Regione recepito nella Costituzione": la volta prima l'avevano invitato ma non c'era andato, in fondo si discuteva di quisquilie, "lo scioglimento di un Comune per mafia, Siculiana mi pare...". Poi ha minacciato fuoco e fiamme, e voto contrario dei suoi due senatori e otto deputati, ma alla fine hanno votato tutti in buon ordine a favore: "Perché Elio Vito s'è impegnato a reintegrare in tre anni quei fondi. Credo che il governo abbia già trovato i primi 500 milioni". Quel 'credo' non suona benissimo, per la sua credibilità, ma insomma si vedrà.
Al dunque, che ha combinato Lombardo nei suoi primi due mesi e mezzo di regno? "Già ho tagliato da 11 a cinque i consorzi di bonifica che forniscono acqua all'agricoltura trasferendo i poteri dai commissari all'Assessorato. E ho ridotto a nove i 27 Ato, 'ambiti territoriali ottimali' per il ciclo dei rifiuti: restituendo la gestione ai sindaci, che per questo non percepiranno un solo euro, e azzerando tutti i 27 cda". Si stizzisce Apprendi del Pd: "Ma questa degli Ato è roba nostra, battaglia Pd e delibera della giunta precedente, lui ha solo eseguito! Il resto è politica degli annunci".
Lasciamo allora sia Lombardo ad annunciare. 'Fiscalità di vantaggio' è il suo braccio armato, "ossia detassare chi investe nell'isola: vale molto più dei contributi europei". Per forza, dei soldi di Bruxelles il 42 per cento non riescono neanche a incassarlo, e sull'uso del resto ci sono fior di inchieste della magistratura. "Della tranche 2007-2013 spenderemo fino all'ultimo euro, ci stiamo attrezzando". E qui qualche brivido corre lungo la schiena, giacché segue un peana a tanti bei porti turistici realizzati da privati in project financing.
La Valle dei templi di Agrigento e Noto antica, minacciata dalle ricerche petrolifere, le affiderebbe alle cure dell'Eni o dei russi di Lukoil. E la Venere di Morgantina la farebbe gestire, come il Satiro di Mazara, proprio a quel Getty Museum che se l'è tenuta fraudolentemente per 50 anni e che ora, costretto, sta per restituircela. L'uomo deve avere il gusto del contrappasso, della sfida, del gioco sul filo di lama: quello che fa cadere in trappola i serial killer, ma in politica fa vincere.
(16 luglio 2008)
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