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View Full Version : Ndrangheta:All'ombra della Madunina si accorgono che il problema non sono i rom


dantes76
14-07-2008, 14:04
'Ndrine, riflettori su Milano
All'ombra della Madunina si accorgono che il problema non sono i rom


Dopo la denuncia l'imbarazzo. I sindaci del Milanese che hanno scritto al magistrato della procura nazionale antimafia Vincenzo Macri' per lamentare l'ingerenza delle cosche calabresi negli appalti pubblici ieri hanno gettato acqua sul fuoco, ridimensionando la portata del problema. «La nostra denuncia - hanno riferito all'Ansa - non deve fornire pretesto per parlare di una emergenza che non c'e'». Di diverso avviso i cittadini, che ai microfoni del TgUno (che ha ripreso la notizia di CO) hanno gridato a gran voce la loro indignazione.


http://www.calabriaora.it/

l'edizione completa del giornale dovrebbe essere disponibile alle ore 18. scaricabile gratuitamente tramite pdf

http://www.calabriaora.it/edizionecompleta.html
e dopo su : Reggio Calabria e provincia

questa la prima pagina

http://www.calabriaora.it/primapagina/01RC.pdf


Ps: se qualcuno volesse salvare il pdf dell' edizione gratuita di oggi 14 luglio disponibile alle 18.00 mi farebbe un piacere :D

dantes76
14-07-2008, 14:27
articolo ampiamente riportato anche da Il...

dantes76
15-07-2008, 08:46
up :asd:

dantes76
15-07-2008, 08:53
Milano, le 'ndrine uccidono
Freddato Carmelo Novella: era considerato il boss di Guardavalle

immagine
Carmelo Novella, 60 anni, considerato il boss del clan Gallace-Novella, di Guardavalle, nel Catanzarese, e' stato ucciso ieri pomeriggio a San Vittore Olona, comune del Milanese, da due uomini che, a volto scoperto, lo hanno raggiunto in un bar e lo hanno crivellato di colpi di pistola. I due killer hanno puntato soprattutto al volto: un proiettile e' arrivato anche al torace. Lo scorso aprile la Dia di Catanzaro aveva disposto a scopo cautelare la confisca di beni mobili e immobili a lui intestati per un valore di 5 milioni di euro.

http://www.calabriaora.it/

Ileana
15-07-2008, 08:58
Che il problema non siano solo i Rom è talmente palese d anon doverlo nemmeno scrivere (evidentemente no).
Chiunque dica che i Rom non sono un problema evidentemente abita nell'unico paesello d'Italia che non è stato mai visitato da un'allegra comitiva di zingarelli acrobati delle grondaie.

dantes76
15-07-2008, 09:01
Che il problema non siano solo i Rom è talmente palese d anon doverlo nemmeno scrivere (evidentemente no).
Chiunque dica che i Rom non sono un problema evidentemente abita nell'unico paesello d'Italia che non è stato mai visitato da un'allegra comitiva di zingarelli acrobati delle grondaie.

un commento dopo 114 visite..:) la seconda parte del tuo commento in questo 3d e' aluqnato fuori.. mira, ma per sminuire questo ed altro, finche la bella madunina non brillera con il tritol in man...

freddyooo
15-07-2008, 09:03
vabbe anche upparselo da solo sperando che prima o poi qualcuno risponda all'ovvio non e' proprio il massimo

dantes76
15-07-2008, 09:05
vabbe anche upparselo da solo sperando che prima o poi qualcuno risponda all'ovvio non e' proprio il massimo

uno di Duisburg ha detto la stessa cosa...

dantes76
15-07-2008, 09:07
vabbe anche upparselo da solo sperando che prima o poi qualcuno risponda all'ovvio non e' proprio il massimo

ah dimenticavo, grazie per il up:D

Pitonti
15-07-2008, 10:28
L'expo darà grandi opportunità alle famiglie... calabresi.
Ottima mossa quella di non affiancare nessun ufficio indagini antimafia per l'assegnazione degli appalti :muro:

gigio2005
15-07-2008, 10:32
Che il problema non siano solo i Rom è talmente palese d anon doverlo nemmeno scrivere (evidentemente no).
Chiunque dica che i Rom non sono un problema evidentemente abita nell'unico paesello d'Italia che non è stato mai visitato da un'allegra comitiva di zingarelli acrobati delle grondaie.

oppure abita nel paesello d'italia dove c'e' talmente tanta mafia o camorra che il rom che ruba in villa e' l'ultimissimo dei suoi problemi...



anyway...e' talmente ovvio che nessun politico ne parla in italia



l'importante e' prendere le impronte ai rom mica ai camorristi

rip82
15-07-2008, 10:42
Forse se ne accorgono ora solo i lombardi ottimisti come Tonino Guerra, perche' gli altri lo sapevano gia' da un pezzo, sono decenni che la mafia (generico) estorce, minaccia, traffica, ruba al sud e reinveste (ricicla) al nord.

ferste
15-07-2008, 10:55
"Di diverso avviso i cittadini, che ai microfoni del TgUno (che ha ripreso la notizia di CO) hanno gridato a gran voce la loro indignazione. "

adesso sti giornalai di calabriaora mi dovrebbero spiegare quale percezione hanno i cittadini milanese dell''ndrangheta sul loro territorio.........ridicoli.

Il grande vantaggio delle "mafie" è proprio che sono difficilmente percepibili, almeno fuori dalle zone di origine, al comune cittadino.........e loro hanno raccolto tutti queste voci..........braccia rubate alle miniere.

dantes76
15-07-2008, 11:18
adesso sti giornalai di calabriaora mi dovrebbero spiegare quale percezione hanno i cittadini milanese dell''ndrangheta sul loro territorio.........ridicoli.

Il grande vantaggio delle "mafie" è proprio che sono difficilmente percepibili, almeno fuori dalle zone di origine, al comune cittadino.........e loro hanno raccolto tutti queste voci..........braccia rubate alle miniere.
.
uno di Duisburg ha detto la stessa cosa...

Trabant
15-07-2008, 11:22
Che il problema non siano solo i Rom è talmente palese d anon doverlo nemmeno scrivere (evidentemente no).
Chiunque dica che i Rom non sono un problema evidentemente abita nell'unico paesello d'Italia che non è stato mai visitato da un'allegra comitiva di zingarelli acrobati delle grondaie.
Ci sono diverse zone d'Italia dove i rom non ci sono proprio e se ci sono non rubano, perchè non si azzardano proprio :ciapet:

dave4mame
15-07-2008, 11:41
oppure abita nel paesello d'italia dove c'e' talmente tanta mafia o camorra che il rom che ruba in villa e' l'ultimissimo dei suoi problemi...



anyway...e' talmente ovvio che nessun politico ne parla in italia



l'importante e' prendere le impronte ai rom mica ai camorristi

i camorristi escono dal gabbio perchè la magistratura non è in grado di rispettare i tempi della custodia cautelare.

fracarro
15-07-2008, 11:45
"Di diverso avviso i cittadini, che ai microfoni del TgUno (che ha ripreso la notizia di CO) hanno gridato a gran voce la loro indignazione. "

adesso sti giornalai di calabriaora mi dovrebbero spiegare quale percezione hanno i cittadini milanese dell''ndrangheta sul loro territorio.........ridicoli.

Il grande vantaggio delle "mafie" è proprio che sono difficilmente percepibili, almeno fuori dalle zone di origine, al comune cittadino.........e loro hanno raccolto tutti queste voci..........braccia rubate alle miniere.

Da:

Il padrino abitava a San Vittore Olona, in libertà controllata
Quattro colpi al volto, esecuzione al bar
La vittima, Carmelo Novella, era un boss della 'ndrangheta. Si ipotizza un legame con gli arresti di Buccinasco

Quattro colpi di pistola. Uno al braccio, col quale ha tentato di difendersi. Gli altri tre in faccia. Carmelo Nuzzo Novella, 58 anni, boss di Guardavalle (Cz) trapiantato in Brianza, è stato ammazzato al bar. Di pomeriggio, in mezzo alla gente. Due sicari con una calibro 38, il volto scoperto e tanto tranquilli da ordinarsi un cappuccino prima di sparare. Un omicidio di mafia, di un capobastone della 'ndrangheta, a mille chilometri dalla Calabria, tra i tavolini del Circolo degli ex combattenti e reduci di via Tasso 19, a San Vittore Olona. Novella è considerato dall'Antimafia uno dei nomi grossi del panorama calabrese trapiantato al Nord. Un padrino amico, compare e socio di un altro boss: Domenico Barbaro detto l'Australiano, arrestato giovedì scorso a Buccinasco.
L'Australiano e Nuzzo Novella facevano affari insieme nel movimento terra, nello smaltimento dei rifiuti e nella droga. Uno è finito in carcere per mafia, l'altro ammazzato sul pavimento di un bar. Ad aprile gli avevano confiscato beni per 5 milioni di euro: una chiesa bizantina, il Ritual Bar di Legnano e la Trans ven srl di smaltimento rifiuti. Novella, che da tempo s'era trasferito a San Vittore Olona era seduto al tavolino del bar con alcuni amici, sotto la veranda. Erano circa le 17,45 quando Nuzzo s'è alzato per ordinare i caffé. Appena ha messo piede nel bar, s'è trovato davanti due ragazzi: volto scoperto, giubbotti da motociclista, non una parola. Poi gli spari, quattro, da meno di due metri. Quando ha visto la canna dell'arma ha solo tentato di parare il primo colpo coprendosi con un braccio. Le altre pallottole, calibro 38 non camiciate, lo hanno sfigurato.
Poi i killer hanno scavalcato il corpo con calma, sono usciti e spariti dietro l'angolo. Forse avevano una moto, nessuno però li ha visti fuggire. «Hanno ordinato due cappuccini, mi sono voltato e ho sentito sparare», ha raccontato il barista. I clienti (una decina) hanno cercato di soccorrerlo, di tenerlo in vita. Quando in via Tasso sono arrivate le gazzelle dei carabinieri di Monza e Legnano, Novella era già morto. Sul fatto che si sia trattato di un omicidio mafioso gli inquirenti non hanno dubbi. Il nome di Nuzzo Novella compare in tutti i rapporti dell'Antimafia, nelle relazioni della Dia e in buona parte delle indagini della Dda di Milano. Non solo, Carmelo e il fratello Antonio, 53 anni, sono considerati i capocosca dei Novella-Gallace in Calabria, tant'è che la confisca dei beni era partita proprio da Catanzaro. Nel suo curriculum, anni trascorsi in galera per associazione di stampo mafioso, armi e droga. Al confino a Legnano aveva stretto rapporti con il clan di Giuseppe Rispoli.
Ma è con Domenico Barbaro e il clan Papalia (quello dei sequestri Sgarella e Casella) che Novella scopre i business più importanti: trasporto merci, droga ed edilizia. Poi di nuovo la galera e la scarcerazione con l'obbligo di dimora a San Vittore Olona. «Chi ha sparato sapeva che avrebbe scatenato la reazione delle forze dell'ordine: ma evidentemente non poteva aspettare», ha spiegato il tenente colonnello, Luigi Spina: «Ora può succedere di tutto». Le piste sono due: un'esecuzione ordinata dalla Calabria, o un legame con gli arresti di Buccinasco e di Domenico Barbaro. Nei mesi scorsi Francesco Oliverio, imprenditore edile legato al clan Novella, aveva dovuto subire le minacce dei Barbaro per lavori nei cantieri di Rho e Bollate. Era stato costretto a lasciare l'appalto. Poi l'arresto dei Barbaro e, forse, la vendetta.
Cesare Giuzzi e Francesco Sanfilippo


Per quanto riguarda il modus operandi:

http://milano.repubblica.it/dettaglio/Le-mani-della-ndrangheta-sulla-Lombardia/1487024?ref=rephp

Infine per quanto riguarda la percezione che i cittadini semplici (non gli imprenditori che pagano il pizzo) hanno della mafia, ti consiglio se riesci a trovarlo su internet il servizio del TG2 dell'11 o 12 luglio. Il sindaco intervistato diceva che a mancanza delle DENUNCE da parte dei cittadini aveva una causa che al SUD chiamano paura, mentre al Nord indifferenza. Io credo che sia semplicemente omertà.

rip82
15-07-2008, 11:53
i camorristi escono dal gabbio perchè la magistratura non è in grado di rispettare i tempi della custodia cautelare.

Sempre a sputare sulla magistratura... non sarebbe il caso di cominciare a sputare un po' anche a chi taglia i fondi agli inquirenti? Nel mitico pacchetto sicurezza ci sono nuovi tagli a giustizia ed interno, se poi non ci stanno dentro a processare la gente non e' colpa loro.

dave4mame
15-07-2008, 12:15
Sempre a sputare sulla magistratura... non sarebbe il caso di cominciare a sputare un po' anche a chi taglia i fondi agli inquirenti? Nel mitico pacchetto sicurezza ci sono nuovi tagli a giustizia ed interno, se poi non ci stanno dentro a processare la gente non e' colpa loro.

senti... i 4 anni che hanno portato alla decorrenza dei termini sono antecendenti i tagli (e, per simpatica e provvida par condicio equamente ripartita tra prodi e berlusconi).

nel frattempo mentre si piange miseria, la cassazione è impegnata nel dare risposte a quesiti fondamentali come "toccare una caviglia costitutisce reato di violenza sessuale"?

gabi.2437
15-07-2008, 12:28
Che il problema non siano solo i Rom è talmente palese d anon doverlo nemmeno scrivere (evidentemente no).
Chiunque dica che i Rom non sono un problema evidentemente abita nell'unico paesello d'Italia che non è stato mai visitato da un'allegra comitiva di zingarelli acrobati delle grondaie.

E chi dice che i rom sono un problema non ha mai visto cosa fanno le mafie

rip82
15-07-2008, 13:25
senti... i 4 anni che hanno portato alla decorrenza dei termini sono antecendenti i tagli (e, per simpatica e provvida par condicio equamente ripartita tra prodi e berlusconi).

nel frattempo mentre si piange miseria, la cassazione è impegnata nel dare risposte a quesiti fondamentali come "toccare una caviglia costitutisce reato di violenza sessuale"?

Sono anni che la giustizia e' a corto di uomini e mezzi, i nuovi tagli sono solo l'ennesimo fendente, comunque non ho mai affermato che sotto prodi la cosa andasse meglio, c'e' un solo schieramento che ha a cuore la giustizia, gli altri se ne sbattono e alcuni addirittura hanno interesse affinche' faccia schifo.
In merito alla Corte di Cassazione, il giorno in cui sceglieranno arbitrariamente quali casi affrontare, avrai ragione, ma fino a quel giorno quello che dici e' errato, se un caso arriva in Cassazione, che piaccia o meno, va dibattuto.
Basta pisciare sulla giustizia basandosi su questioni per le quali la giustizia non puo' fare niente!

dave4mame
15-07-2008, 13:27
Sono anni che la giustizia e' a corto di uomini e mezzi, i nuovi tagli sono solo l'ennesimo fendente, comunque non ho mai affermato che sotto prodi la cosa andasse meglio, c'e' un solo schieramento che ha a cuore la giustizia, gli altri se ne sbattono e alcuni addirittura hanno interesse affinche' faccia schifo.
In merito alla Corte di Cassazione, il giorno in cui sceglieranno arbitrariamente quali casi affrontare, avrai ragione, ma fino a quel giorno quello che dici e' errato, se un caso arriva in Cassazione, che piaccia o meno, va dibattuto.
Basta pisciare sulla giustizia basandosi su questioni per le quali la giustizia non puo' fare niente!

ah, beh, allora ben venga il salvaprocessi per cui saranno i giudice a decidere cosa congelare e cosa giudicare?

a questo punto non hanno davvero più scuse.

Mordicchio83
15-07-2008, 13:43
La mafia è un problema del sud :O

rip82
15-07-2008, 13:53
ah, beh, allora ben venga il salvaprocessi per cui saranno i giudice a decidere cosa congelare e cosa giudicare?

a questo punto non hanno davvero più scuse.

Dimentichi uomini e mezzi, comunque la salva-silvio resta una cagata tremenda, per sveltire i processi si dovrebbe prima di tutto scrivere una norma per quei processi indultabili dove la pena sarebbe solo virtuale, quelli andrebbero sospesi senza bloccare la prescrizione, cosi' almeno si avvierebbero ad una conclusione indolore, il danno dell'indulto (che ricordo essere stato votato anche da TUTTA forza italia e parte di an) in quel modo smetterebbe di pesare sulla giustizia. Poi sarebbe il caso di rendere vincolante il parere della parte lesa nei casi di danni alle persone, infine andrebbe rivista la lista depennando quei reati che pur puniti con pochi anni di galera, apportano ingenti somme allo stato, come i reati finanziari.
Poi ti svelo un segreto: la discrezionalita' del giudice per favorire un processo piu' grave ad uno meno e' una circolare gia' attiva, la cosa funzionerebbe anche se non la scrivessero nel pacchetto delinquenza.

Fil9998
15-07-2008, 13:53
la mafia è un problema dell'italia, non della gallia cisalpina...

Bastian UMTS
15-07-2008, 13:55
Che il problema non siano solo i Rom è talmente palese d anon doverlo nemmeno scrivere (evidentemente no).
Chiunque dica che i Rom non sono un problema evidentemente abita nell'unico paesello d'Italia che non è stato mai visitato da un'allegra comitiva di zingarelli acrobati delle grondaie.

Presente!

Trabant
15-07-2008, 14:31
E chi dice che i rom sono un problema non ha mai visto cosa fanno le mafie
Però c'è anche un lato positivo: dove la mafia controlla il territorio, i rom se ne stanno alla larga :ciapet:

Jollyroger87
15-07-2008, 14:45
Purtroppo non è una novità. Non è il primo di omicidio a stampo mafioso che avviene nella zona della provincia di Varese. Già qualche anno fa qualcuno venne accoppato da un paio di sicari quasi sicuramente dell'ndrangheta. La famigghia Bellocco aveva una buona influenza nella nostra provincia...

dave4mame
15-07-2008, 14:50
Dimentichi uomini e mezzi, comunque la salva-silvio resta una cagata tremenda, per sveltire i processi si dovrebbe prima di tutto scrivere una norma per quei processi indultabili dove la pena sarebbe solo virtuale, quelli andrebbero sospesi senza bloccare la prescrizione, cosi' almeno si avvierebbero ad una conclusione indolore, il danno dell'indulto (che ricordo essere stato votato anche da TUTTA forza italia e parte di an) in quel modo smetterebbe di pesare sulla giustizia. Poi sarebbe il caso di rendere vincolante il parere della parte lesa nei casi di danni alle persone, infine andrebbe rivista la lista depennando quei reati che pur puniti con pochi anni di galera, apportano ingenti somme allo stato, come i reati finanziari.
Poi ti svelo un segreto: la discrezionalita' del giudice per favorire un processo piu' grave ad uno meno e' una circolare gia' attiva, la cosa funzionerebbe anche se non la scrivessero nel pacchetto delinquenza.

questo non spiega quanto ho evidenziato prima...

e comunque la cosa non è così semplice; ad esempio, sic rebus stantibus (e se le mie 3 conoscenze di diritto non sono proprio arrugginite... e può essere) una condanna penale, per quanto indultata è indispensabile per consentire alla parte lesa di intentare la causa civile.

dave4mame
15-07-2008, 14:53
doppio

Cfranco
15-07-2008, 15:06
l'importante e' prendere le impronte ai rom mica ai camorristi
.

I TG se ne fregano delle vittime della mafia ...
Ma per un rom che ruba delle caramelle c' è uno speciale pronto .

rip82
15-07-2008, 15:06
questo non spiega quanto ho evidenziato prima...

e comunque la cosa non è così semplice; ad esempio, sic rebus stantibus (e se le mie 3 conoscenze di diritto non sono proprio arrugginite... e può essere) una condanna penale, per quanto indultata è indispensabile per consentire alla parte lesa di intentare la causa civile.

Lo spiega si, la salvasilvio modificata lasciando discrezionalita' al giudice e' una norma gia' in vigore secondo una circolare, lo scriverla e' un prenderne atto, non si modifica nulla perche', ripeto, e' gia' possibile. Passa quindi da dannosa ad inutile.
Pero' gia' che sono in ballo potrebbero fare qualcosa per quei reati puniti non oltre i tre anni e indultabili, tanto quelli in galera non ci vanno, sarebbe il caso di trovare una sistemazione che non provochi altri danni oltre a quelli fatti dall'indulto.
Torniamo ai fondi gravemente insufficienti: ci sono 1600mld€ sequestrati alla malavita organizzata che giacciono inutilizzati, visto che sono rientrati grazie al lavoro di fdo e magistratura sarebbe il caso di reindirizzarli all'Interno ed alla Giustizia, come suggerisce Tonino, mentre qualcun altro neanche ne parla. Per silvio tagliare fondi alla giustizia e' strumentale allo scopo di indebolire ancora la gia' scarsa efficienza, dato che sta rischiando una condanna in primo grado ben prima che si vada in prescrizione.

dave4mame
15-07-2008, 15:29
Lo spiega si, la salvasilvio modificata lasciando discrezionalita' al giudice e' una norma gia' in vigore secondo una circolare, lo scriverla e' un prenderne atto, non si modifica nulla perche', ripeto, e' gia' possibile. Passa quindi da dannosa ad inutile.


ah si?
e allora vuol dire che chi ha permesso che venissero scarcare degli assassini (edit: presunti tali) non ha nemmeno scuse.

questo sempre che non si voglia difendere la magistratura per partito preso "perchè se berlusconi l'attacca io la devo difendere..."

rip82
15-07-2008, 15:32
ah si?
e allora vuol dire che chi ha permesso che venissero scarcare degli assassini (edit: presunti tali) non ha nemmeno scuse.

questo sempre che non si voglia difendere la magistratura per partito preso "perchè se berlusconi l'attacca io la devo difendere..."

Ok, hai ragione, hanno millemila miliardi, uomini a spreco, mezzi all'avanguardia ed in numero superiore agli uomini, e' che proprio non hanno voglia di fare un cazzo.
Saluti.

dave4mame
15-07-2008, 15:37
Ok, hai ragione, hanno millemila miliardi, uomini a spreco, mezzi all'avanguardia ed in numero superiore agli uomini, e' che proprio non hanno voglia di fare un cazzo.
Saluti.

queste sono simpatiche illazioni che ti sei cantato e scritto da solo.
io faccio notare due cose.

1) dei presunti mafiosi accusati di omicidio sono usciti per scadenza dei termini di custodia cautelare (notizia di cui sono sicuro non mi chiederai la fonte... visto che è di pubblico dominio)

2) la magistratura ha già la facoltà di "dare priorità" a questo o quell'iter processuale

fonte: Lo spiega si, la salvasilvio modificata lasciando discrezionalita' al giudice e' una norma gia' in vigore secondo una circolare, lo scriverla e' un prenderne atto, non si modifica nulla perche', ripeto, e' gia' possibile. Passa quindi da dannosa ad inutile.

prego trarre conclusioni.

rip82
15-07-2008, 15:46
queste sono simpatiche illazioni che ti sei cantato e scritto da solo.
io faccio notare due cose.

1) dei presunti mafiosi accusati di omicidio sono usciti per scadenza dei termini di custodia cautelare (notizia di cui sono sicuro non mi chiederai la fonte... visto che è di pubblico dominio)

2) la magistratura ha già la facoltà di "dare priorità" a questo o quell'iter processuale

fonte:

prego trarre conclusioni.

1) Stai facendo un caso su un giudice connivente con la mafia, se ti riferisci al caso di quello che ci metteva 8 anni per sentenza, e' ovvio che ci siano infiltrati della mafia nella giustizia, basta vedere chi e' il procuratore nazionale antimafia, ma non per questo si puo' affermare che la giustizia sia in buone condizioni e sia posta nella situazione operativa adeguata alla mole di lavoro che le grava addosso.
Comunque, tornando agli esponenti della giustizia conniventi o proprio mafiosi, hai mai sentito silvio parlare di carnevale, squillante, metta... no! si sputa veleno contro quelli che si sbattono, e continuo a sottolineare che nel pacchetto delinquenza si tagliano ulteriori fondi.

2)Se e' ingolfata di lavoro magari ne mette da parte dieci, ma restano centinaia di cause che vanno affrontate, lo slittamento ragionevole e' una cosa, ma piantare li' centinaia di processi e' deleterio, perche' vanno a provocare un effetto piena nel momento in cui la sospensione termina, che sia imposta o discrezionale.

dr-omega
15-07-2008, 16:07
Non capisco perchè un problema deve per forza eliminare l'altro.
La mafia (tutte) ce le abbiamo da sempre al nord, perchè va da se che se ci sono soldi in ballo, ci sono i mafiosi.
Un minimo di azione contrastante c'è da sempre, ma cala quando i soldi ed il potere in gioco sono soverchianti.
Anche gli zingari acrobati ce li abbiamo da moltissimi anni, ed il fatto che solo adesso si cerca in qualche modo di fermarli è solo un bene.

Io vorrei solo che i mafiosi (tutti :Perfido:) e i delinquenti (tutti :O)se ne stessero o lontani dall'Italia, oppure nelle carceri ma ai lavori forzati.

Chiedo troppo?

dantes76
16-07-2008, 08:33
Legnano, giustiziato dalle cosche reggine
Il boss di Guardavalle ucciso per gli affari in Lombardia. Anche al Nord la 'ndrangheta fa paura: testimoni muti

immagine
Carmelo Novella si era messo di traverso. Il capo del "locale" di Guardavalle, trasferitosi al Nord, non vedeva bene gli ultimi accordi in Lombardia, presi dai capi della 'ndrangheta, sulla spartizione degli appalti pubblici. Inquietante apparirebbe anche il movente della feroce eliminazione: il boss non avrebbe preso di buon grado l'idea di avere un ruolo marginale nei lavori che si vanno programmando sull'asse Milano-Buccinasco. Al catanzarese Novella i capibastone del Reggino avevano fatto intendere che il piatto era troppo ricco per lui, invitandolo a farsi da parte. Non l'avrebbe fatto e per questo sarebbe stato giustiziato. Tanti i testimoni ma nessuno ha parlato.

http://www.calabriaora.it/

dave4mame
16-07-2008, 08:43
1) Stai facendo un caso su un giudice connivente con la mafia, se ti riferisci al caso di quello che ci metteva 8 anni per sentenza, e' ovvio che ci siano infiltrati della mafia nella giustizia, basta vedere chi e' il procuratore nazionale antimafia, ma non per questo si puo' affermare che la giustizia sia in buone condizioni e sia posta nella situazione operativa adeguata alla mole di lavoro che le grava addosso.
Comunque, tornando agli esponenti della giustizia conniventi o proprio mafiosi, hai mai sentito silvio parlare di carnevale, squillante, metta... no! si sputa veleno contro quelli che si sbattono, e continuo a sottolineare che nel pacchetto delinquenza si tagliano ulteriori fondi.


mi deve essere sfuggito qualcosa.
dove risulta che il giudice (i giudici) del caso sono anche solo sospettati di connivenza con la mafia?

nathanx
16-07-2008, 08:46
...

dantes76
16-07-2008, 08:47
Dipende, su che scala guardiamo il problema?
Per quanto riguarda la Germania, il problema mafioso è molto limitato, dal punto di vista economico probabilmente ha cmq una grossa incidenza, ma da quello personale è minimo.
]...]
Non chiamarlo problema è ridicolo, sa tanto di campagna elettorale...ma le elezioni le hanno già fatte!

*

nathanx
16-07-2008, 08:51
...

dantes76
16-07-2008, 08:53
Intanto nessuno ti dà il permesso di quotare il mio messaggio e cambiarlo a tuo ridicolo piacimento...
Segnalato.


Segnalato.

*

nathanx
16-07-2008, 08:54
...

dantes76
16-07-2008, 08:55
Noto con piacere la mancanza di argomentazioni.

rileggi sopra

fracarro
16-07-2008, 10:06
Dipende, su che scala guardiamo il problema?
Per quanto riguarda il Nord, il problema mafioso è molto limitato, dal punto di vista economico probabilmente ha cmq una grossa incidenza, ma da quello personale è minimo.
....


Legnano, giustiziato dalle cosche reggine
Il boss di Guardavalle ucciso per gli affari in Lombardia. Anche al Nord la 'ndrangheta fa paura: testimoni muti
.....


Comunque se si è arrivati a far pagare il pizzo non più solo agli imprenditori del nord (intendo quelli con un sacco di soldi e ditte enormi) ma anche quello che deve mettere il ristorante o la tipografia, allora la frittata è fatta. Nel prossimo quinquennio il controllo del territorio italiano passerà nelle loro mani (anche perchè le fdo sono sempre più azzoppate dai tagli e più deboli).

Un po della situazione attuale viene raccontata qui. Qualcuno del luogo può confermare?

Da http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/07/13/roghi-in-cantiere-pizzo-nei-negozi-clan.html

Roghi in cantiere, pizzo nei negozi i clan all' assalto dell' economia

Repubblica — 13 luglio 2008 pagina 2 sezione: MILANO
Troppe auto che bruciano, capannoni in fiamme, lettere con proiettili e minacce di morte. Troppo anche per una regione come la Lombardia che da tempo è considerata, sì, "infiltrata" dalla criminalità organizzata ma tutto sommato sana, a parte sporadici episodi. Invece interi settori economici, intere aree geografiche sono in mano ai padrini. Di Buccinasco, la città-simbolo dell' infiltrazione malavitosa, ne esistono almeno venti, in Lombardia, dicono in procura. Venti comuni, sparsi tra le province di Milano, di Varese, di Como, di Bergamo, nei quali la penetrazione della 'ndrangheta nei cantieri assume gli stessi connotati inquietanti del «controllo del territorio» che ha assunto nel paese alle porte di Milano. Ma anche all' ombra della Madonnina le famiglie calabresi prosperano e taglieggiano. Dominano nella movimentazione terre e nell' edilizia, soprattutto. E strozzano i proprietari dei ristoranti e i gioiellieri, titolari di supermarket e tipografi.

<intrusi e confini& Leggere gli atti di alcune recenti inchieste della Direzione distrettuale antimafia per credere.Prima tra tutte, quella che ha portato in carcere, giovedì, le nuove leve del clan Papalia-Barbaro. Molti passaggi della richiesta di misura cautelare del pm Alessandra Dolci, chiariscono bene che cosa succeda agli imprenditori del movimento terra che osano sconfinare oltre le loro «zone di competenza». Il titolare di una ditta, calabrese ma attivo a Buccinasco, prova per esempio ad affacciarsi a Pero e a Rho: ed ecco che va a fuoco un «dieci», come si chiamano in gergo le pale meccaniche. Chiaro «avvertimento mafioso», è l' interpretazione della procura, il segno che nel regno della nuova fiera, nell' area che ospiterà Expo 2015, c' è un' altra famiglia che non vuole intrusi. Le stesse vittime dell' attentato riferiscono di aver parlato con gli uomini di un importante latitante calabrese. Che ha fatto sapere: «Qui a Rho dobbiamo lavorare noi».

<gli incendi& Così come Maurizio Luraghi, l' imprenditore milanese che si è associato ai Barbaro, prestando loro il suo volto rassicurante e la sua fedina penale pulita (da qualche giorno un po' meno): la notte dell' 11 dicembre del 2005 la sua escavatrice, in via Achille Papa, va in fiamme. La mattina dopo, la prima cosa che fa è avvisare Domenico Barbaro: «Mi hanno fatto un bel regalino», si duole. Il boss si attiva per capire, ma è evidente, è opera della «concorrenza» e c' è poco da baccagliare. Sempre a Milano, un cantiere, in via Parea, viene tormentato da furti di materiale. «Tutto questo - specifica alla Finanza il responsabile acquisti di un' azienda - è successo in un periodo in cui Barbaro non era in cantiere». Arriva lui e tutto torna tranquillo. «è stupefacente che da un mese non succeda nulla», si sorprende un altro colletto bianco. A introdurre a Milano Barbaro è Domenico Coraglia, ricordo della Duomo connection, da cui è uscito assolto. è lui che spalanca le porte degli studi che contano ai calabresi di Buccinasco.

<discariche e bazooka& Le cosche si spartiscono il territorio. Per sporcarlo. «Perché uno non ci pensa - dice Luraghi in un' intercettazione - ma se pensi che qua, così, abbiamo scaricato tanta di quella merda che avremmo dovuto pagare tanti di quei soldi in cava, a scaricare tutta questa roba qui. Uno magari ci pensa che anche quei quattro soldi che prendiamo, sono tutti soldi guadagnati...». è il «doppio guadagno» di cui parla il pm Dolci: i padroncini trasportavano il materiale e poi lo rivendevano per i riempimenti. E nel far questo, «spargevano dove capitava il materiale inquinante». La conferma arriva anche da un funzionario del comune di Buccinasco: «Era risaputo che tutte le movimentazioni terra dovevano passare da Barbaro, e i Barbaro scaricavano il materiale pericoloso in un terreno prima del ponte della tangenziale sulla sinistra». In quella stessa area, un giorno, spuntano due bazooka di fabbricazione jugoslava. Erano nascosti lì, proprio in cantiere. Barbaro spadroneggiava ma aveva qualche problema con il nuovo sindaco, il ds Maurizio Carbonera. «Quello lì, quello lì... ha una vocazione a diventare eroe - dice in un' intercettazione - Però lui non ha ancora capito che per diventare eroe (...) deve morire». Il primo cittadino non muore ma per tre volte la sua auto va in fiamme. Lui denuncia, sfida le cosche, utilizza i beni confiscati, decide di trasformare un covo di malavitosi in una «pizzeria sociale». Ma alla fine, anche la sua giunta è costretta a far lavorare i Barbaro che si occupano, per esempio, del completamento di una barriera antirumore e riempiono 145mila metri cubi di terra in via Guido Rossa. «I lavori in via Resistenza - racconta una funzionaria comunale - tutti sanno che li hanno realizzati i Barbaro. Ma nessuno parla o prende provvedimenti».

<l' uomo di lo piccolo& In un' altra inchiesta, quella della Dda sulle maxi estorsioni compiute a Milano e nel Bergamasco da Pepè Onorato, altro boss della 'ndrangheta, spunta il nome di Luigi Bonanno. è considerato il luogotenente dei Lo Piccolo in Lombardia. Uomo di mafia, legato alle cosche dei Fidanzati e dei Ciulla, Bonanno è incaricato dal re di Cosa nostra di uccidere Giovanni Nicchi. Nell' indagine del pm Celestina Gravina, è concorrente e alleato al tempo stesso di Onorato. Sarebbe lui l' uomo che manda a chiedere un «obolo» da un milione e mezzo di euro a un industriale della Bergamasca, Giancarlo Ongis. Il tramite sono due imprenditori, uno è un fornitore di metalli, l' altro un costruttore che opera tra Zingonia e Sesto San Giovanni e ha grossi cantieri anche a Milano e Lainate. Saranno loro a contattare Ongis, proprietario della holding Metal group, con sedi anche a Terni, in Cina, negli Usa e in Sudamerica. I due intermediari fanno arrivare l' ambasciata di Bonanno: Ongis «deve pagare». E per convincerlo parlano degli incendi e delle minacce che essi stessi hanno subito. Ongis se lo sentiva: qualche mese prima, in una delle sedi del gruppo, a Pontirolo, s' erano presentati in quattro. Erano arrivati fin sotto le telecamere che vigilano sul deposito e le avevano anche toccate. Poi avevano girato i tacchi, senza tentare di forzare gli ingressi. Un avvertimento.

<i killer& Specialità dei calabresi: inserirsi in complicate vicende di recupero crediti, trasformandole in estorsioni. Per sanare un debito di 350mila euro, al proprietario di un' azienda agricola viene consigliato di rivolgersi a un uomo che «tutti chiamano zio» e trascorre le sue giornate in un bar di via Porpora, a Milano. è lì che dopo minacce e preoccupanti riferimenti ai figli del titolare, si arriva a una transazione, ratificata poi in uno studio notarile. Ma il ritardo nella soluzione della controversia indispone gli uomini del clan che convocano dei killer dalla Calabria: a Milano alloggiano in un hotel a cinque stelle e al primo cenno sono pronti a ucciderlo. Ma alla fine si decide che è meglio di no.

<dall' hinterland a via verdi& Anche per aprire un ristorante a Mediglia bisogna «pagare un pizzo a un capomafia della zona, calabrese, che si mangiava i bambini», raccontano gli imprenditori. Il capomafia è sempre lui, il misterioso «zio». Che per farsi capire meglio fa bruciare il ristorante, prima ancora dell' inaugurazione e fa arrivare al padrone telefonate notturne di minacce, per lui e per i figli, sul fisso e sul cellulare. Alla fine il pizzo viene pagato ma con lo sconto: 125mila euro (in tre tranches) anziché 200mila. è ripartita tra Milano e Reggio Calabria, invece, la tangente da 130mila che Pietro Rosselli è costretto a versare in qualità di «socio occulto» nella catena di supermercati che utilizzano il franchising Standa. Il racket non risparmia neppure un' azienda grafica che produceva magliette della Juve, del Milan e dell' Inter, la Forte srl, a fuoco nel gennaio del 2005. Brucia anche il capannone di una tipografia a Gessate. Ma un gioielliere di via Verdi, a Milano, non ci sta: a dicembre del 2006 gli chiedono un regalo natalizio da ventimila euro. Lui, però, avvisa la polizia.

nathanx
16-07-2008, 10:55
...

fracarro
16-07-2008, 11:10
....
Quello che cmq continuo a sostenere è il fatto che il cittadino comune non è colpito ne ha la percezione della presenza mafiosa sul territori, se non per casi appunto riportati sui giornali.
...:p

A giudicare dalle interviste fatte in quel famoso servizio del TG2 sia al sindaco che ai cittadini, sembrava di ascoltare gente del sud per quello che dicevano. Se non fosse stato per l'accento avrei pensato ai soliti episodi mafiosi del sud invece si parlava di milano e provincia. Qualcuno sa come recuperare quella puntata del TG2?

dantes76
16-07-2008, 12:01
La Procura di Milano: costretti a combattere solo scippatori e clandestini
Appalti Expo, le mani della 'ndrangheta
Il giudice Salvini: le cosche hanno troppo potere. «Ma la Moratti ha bocciato la Commissione antimafia. Mncano mezzi e uomini»

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Misero gli occhi (e poi mani, aziende, camion, affari) nella Salerno-Reggio Calabria, quei 278 chilometri d'autostrada controllati, casello per casello, dalle famiglie della 'ndrangheta. Le grandi opere, alle cosche, piacciono. Non solo a casa loro. E non per altro: Milano, come ha detto la Direzione nazionale antimafia, «è la vera capitale della ndrangheta»; tra le attività dei calabresi ci sono bar, ristoranti e centri commerciali, e soprattutto imprese edili e di movimento terra; è partita la grande corsa alla costruzione in vista dell'Expo. Tre indizi. Che non fanno una prova. Ma che preoccupano: «Attenti alle infiltrazioni negli appalti dell'esposizione universale ».

Un messaggio per le istituzioni. Per il Comune. Per Letizia Moratti. Moratti la cui maggioranza, ricorda il gip Guido Salvini, «ha bocciato la proposta dell'opposizione di creare una locale commissione per vigilare sulle organizzazioni criminali. La bocciatura non è stato un buon segnale: è stato un favore concesso a chi vuole che le mafie procedano indisturbate». Indisturbate. Così tanto che ci son certi sindaci dell'hinterland, dove le cosche si tramandano malaffari di generazione in generazione — con gli storici capifamiglia in galera, magari all'ergastolo —, si diceva, ci sono certi sindaci che l'hanno sotto la finestra, la 'ndrangheta, e fanno finta di non vederla, nemmeno di sentirla. Indisturbate, le cosche. Anche perché, e citiamo di nuovo Salvini, «tra Milano e provincia, tra poliziotti, carabinieri e finanzieri ci sono soltanto 200 persone specializzate, preparate, addestrate apposta per combattere la 'ndrangheta». Pochi uomini. Pochi mezzi.

A proposito di numeri: i 200 sono meno della metà dei beni confiscati in Lombardia ai boss, 500. E di questi 500 una ridotta parte è stata riconvertita. In città, la Moratti s'è presa l'impegno di intervenire sugli immobili al palo, prigionieri della burocrazia. «Speriamo che alle promesse seguano i fatti». Se già su qualche annuncio di vendesi casa, prima del quartiere e della via mettono la parolina «Expo», a legittimare un prezzo esagerato per la zona in questione, figurarsi le cosche. Figurarsi quanto si stanno preparando. Figurarsi quanto vorranno mangiare. Nella scia d'un potere cui l'ultima relazione parlamentare antimafia, figlia della tenacia di Francesco Forgione (la relazione è diventata un libro, edito da Baldini Castoldi Dalai e presentato ieri alla Feltrinelli di piazza Duomo con Forgione, Salvini e il giornalista del Corriere Giuseppe Sarcina) ha dedicato pagine e pagine, la 'ndrangheta, a Milano, non spara e non ammazza.

O almeno: a marzo, in Brianza, hanno ucciso Rocco Cristello, 47 anni, referente per il Nord dei Mancuso, potente clan leader nel traffico di droga. Un caso isolato, si diceva. Forse. Ha detto Nicola Gratteri, magistrato in prima linea: «In Lombardia le cosche sono riuscite perfettamente a clonarsi. Saldando rapporti con esponenti del mondo bancario, finanziario e istituzionale». Un colosso, la 'ndrangheta. Eppure chi lancia allarmi è preso come un visionario, eppure in Procura «c'è la diffusa consapevolezza che la sicurezza sia ormai ridotta a scippi, microcriminalità, clandestini».
Andrea Galli
26 giugno 2008


http://www.corriere.it/vivimilano/cronache/articoli/2008/06_Giugno/25/expo_ndrangheta.shtml

StefAno Giammarco
17-07-2008, 00:45
*

Ha ragione, quotare in parte ci sta, stravolgere è molto scorretto.

Intanto nessuno ti dà il permesso di quotare il mio messaggio e cambiarlo a tuo ridicolo piacimento...
Segnalato.

Ed ha ragione anche lui, dargli sostanzialmente del ridicolo non è ammissibile.

1 a 1 palla al centro e finitela qui sennò mi tocca segnare il rigore.

Ed in ogni caso è assolutamente da evitare di rimarcare di aver segnalato.

dantes76
17-07-2008, 09:41
up

dantes76
21-07-2008, 10:55
Milano, contro i clan pochi uomini e mezzi
Allarme del gip Salvini: «Solo 200 persone nella provincia». Critiche alla Moratti: «Commissione d'inchiesta bocciata»

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«Le grandi opere, alle cosche, piacciono. Non solo a casa loro». Commenta cosi', il gip milanese Guido Salvini, la notizia che le grandi famiglie della 'ndrangheta hanno allungato le mani anche sui lavori miliardari per la realizzazione di Expo 2015. Per il magistrato sono pochi gli uomini e i mezzi per contrastare le cosche calabresi: «A Milano e provincia, tra poliziotti, carabinieri e finanzieri, ci sono soltanto 200 persone specializzate, preparate, addestrate apposta per combattere la 'ndrangheta». Da Salvini giungono critiche al sindaco Moratti: «La sua maggioranza ha bocciato la proposta dell'opposizione di creare una locale commissione per vigilare sulle organizzazioni criminali. Non e' stato certo un buon segnale».

http://www.calabriaora.it/

fracarro
21-07-2008, 11:46
Stranamente quelli del nord non interevengono molto su questo thread che invece reputo interessantissimo perchè dimostra come il cancro (mafia) si stia impadronendo dell'intera penisola senza che nessuno lanci l'allarme come si dovrebbe. Le notizie riportate qui sotto sono agghiaccianti se si pensa che stiamo parlando del sud di milano.

Da: http://www.affaritaliani.it/milano/INCHIESTAbuccinascondranghetaFMFRMI18072008.html

Milano/ Il viaggio di Affari a Buccinasco, il fortino della 'ndrangheta. Nel sud Milano i Papalia e i Barbaro comandano. Le carte giudiziarie
Lunedí 21.07.2008

Certi nomi, a Buccinasco, fanno ancora tremare. Gli imprenditori, di fronte a cognomi come Papalia, Sergi, Barbaro, Trimboli, sanno che devono essere prudenti. Gli amministratori, quando si trovano in ufficio uno "delle famiglie", non sanno cosa fare. Perché, e la realtà è dura da accettare, la 'ndrangheta nel sudovest milanese, è più viva che mai. Semplicemente ha cambiato strategia: dalle pallottole alle srl, dalle estorsioni al movimento terra, ai cantieri, alle costruzioni. Affari ha ricostruito le vicende mafiose di uno dei comuni con più alta infiltrazione grazie all'ordinanza firmata dal gip Piero Gamacchio che ha portato in carcere i nuovi boss della mala della periferia milanese.

I PADRI E I FIGLI - L'ordinanza del gip parte con un lungo excursus storico di Buccinasco. Qui, nel paesone cresciuto troppo rapidamente, negli anni '70, si stabiliscono le famiglie di Platì. Qui la 'ndrangheta attecchisce, per poi dare l'assalto al capoluogo milanese, una pallottola dopo l'altra. A raccontare tutto ai magistrati, nel 1992, è Salvatore Morabito. Detenuto nel carcere di Bergamo dal 1990, Morabito "canta". E spiega come a Corsico, Buccinasco, Cesano Boscone, il dominio della 'ndrangheta fosse completo. Dopo "mister calibro 9", come era chiamato, parlano anche il fratello e l'amico Mario Inzaghi. "Queste collaborazioni rendevano possibile - scrive il gip - ricostruire gravi episodi delittuosi tra cui omicidi, sequestri di persona a scopo di estorsione, rapine, violazione della legge sulle armi e numerosissimi episodi di narcotraffico". In quel momento la Procura di Milano inizia a sentir parlare dei Papalia e dei Barbaro. Le due famiglie vengono decimate. I sindaci, dopo l'operazione Nord-Sud, che fa scoprire aderenze strettissime tra i calabresi e la politica, pensano che sia tutto passato. Si torna a costruire, a movimentare terra. Passano gli anni e viene eletto Maurizio Carbonera. L'ex direttore del Centro Servizi Lavoro del Sud Ovest, diessino, ritorna a parlare di 'ndrangheta. La sua auto viene bruciata, riceve dei proiettili in una busta chiusa. Inoltre, viene investito dalle critiche di chi pensa che quei tempi siano definitivamente finiti. Invece no. E infatti, dall'ordinanza del gip, si scopre che il boss dei boss del sud ovest è Domenico Barbaro. Rocco Papalia è il suocero di Salvatore Barbaro, finito in carcere nell'ambito dell'operazione. Tra gli altri indagati, Pasquale Papalia, figlio del boss Antonio Papalia.

PAURA NEGLI UFFICI - Il Palazzo comunale di Buccinasco è una grande struttura. Arcigna, alta, massiccia, pare una fortezza. Dovrebbe rappresentare il potere dello Stato sul territorio. E invece è la riserva di caccia degli affiliati alla 'ndrangheta. Negli uffici si muovono come padroni. Si fanno pagare lavori mai svolti, terrorizzano i dirigenti comunali. Molti di quelli che hanno parlato agli inquirenti sono ancora là, a lavorare nel Palazzo. Hanno vuotato il sacco davanti agli inquirenti, ma hanno paura. Tanta quanta ne avevano quando capitava loro di fronte un Barbaro. "Che la vicenda del cantiere di via Guido Rossa a Buccinasco rappresenti un esempio topico dell'agire del sodalizio criminoso che ne occupa è reso evidente dalle significative dichiarazioni rese l'8 febbraio 2007" da un tecnico comunale di Buccinasco, scrive il gip. "Dichiarava dunque la persona informata dei fatti: "nella zona di Buccinasco, Assago, e Corsico l'attività di movimento terra è monopolio di alcune famiglie calabresi quali i Barbaro, i Papalia, i Sergi, e i Trimboli (i platioti). Anche quando il subappalto viene dato formalmente a ditte del luogo, i lavori di fatto sono eseguiti da questi padroncini calabresi. Posso citare ad esempio il più grosso cantiere aperto in Buccinasco, via Guido Rossa, nel quale i lavori sono formalmente appaltati nella zona di Rho, di fatto, nonostante tutte le assicurazioni dei committenti, i lavori di movimento terra sono stati eseguiti dai calabresi".

Insomma, formalmente non c'è nessun problema, nessuna infiltrazione. In effetti però, i soldi finiscono sempre nelle mani dei calabresi. E quando qualcuno prova a protestare, sono guai. "Non so spiegare le ragioni in forza delle quali il Barbaro pretendeva di effettuare i lavori - continua il tecnico comunale - Io comunque presi tempo e poi incaricai un'altra ditta. Ricordo che in quella riunione comunque chiesi a Barbaro la ragione della sua pretesa, ed egli si innervosì molto, mi aggredì verbalmente senza dare alcuna risposta. Il titolare dell'altra ditta andò in cantiere ma dopo poche ore venne in comune molto spaventato e mi disse che si era presentato Barbaro Salvatore e gli aveva detto di andarsene perché quello era un suo lavoro. Si tirò subito indietro perché non voleva avere problemi. Barbaro Salvatore tornò da me pretendendo la somma di trentamila euro". Le cose vanno così, a Buccinasco. In Comune lo sanno tutti. Tanto che piuttosto di avere guai si cede alla tentazione della tranquillità. E si paga, con i soldi dei contribuenti. "Inizialmente chiese una cifra esagerata pari a ottantamila euro, ed io gli spiegai che avremmo potuto procedere ad affidamento diretto solo qualora non si fosse superato il limite di ventimila euro - spiega il tecnico - Poiché il lavoro era di quarantamila euro furono emesse due determine uguali. Barbaro fece i lavori e la somma gli venne liquidata..." In barba a qualunque legge.

IL BARBARO MINACCIOSO - Addirittura nelle deposizioni davanti agli inquirenti, i testimoni cercano di "sfumare" l'atteggiamento dei clan. "Non ebbi mai a subire delle minacce da Barbaro Salvatore anche se in occasione della riunione in Comune che ho menzionato quando gli chiesi conto della sua presenza ebbe un atteggiamento aggressivo", premette il dirigente. Ma poi sottolinea: "Barbaro disse che con la precedente amministrazione non avevano mai avuto problemi e che noi invece ne creavamo e che se non lo volevo più vedere in giro glielo dovevo dire in faccia. Io capii con chi avevo a che fare quando venne da me T., bianco in faccia, dicendomi che Salvatore gli aveva intimato di lasciare il cantiere. So che la sua famiglia è molto temuta, posso evidenziare che per quanto è a mia conoscenza queste famiglie di calabresi neanche lo cercano il lavoro perché sono gli imprenditori stessi che glielo offrono".

Non solo gli imprenditori, però. Anche il Comune ci mette del suo. Scrive il gip: "Il comune di Buccinasco ha affidato alle società dei Barbaro svariate commesse. Tra queste la realizzazione della Barriera antirumore in località Rovido. Una dirigente spiega: "Barbaro nel 2003 ha fatto il completamento di una barriera antirumore. Segnalo che tuttora ci sono pezzi di prefabbricato sul lato tangenziale... Non si vedono e nessuno, probabilmente, si è lamentato... Hanno interrato una roggia con grave imperizia e negligenza... Sui lavori fatti da Barbaro a Buccinasco nessuno dice niente... Come i lavori in via Resistenza, dove tutti sanno che li hanno realizzati i Barbaro ma nessuno parla o prende provvedimenti". Un "giovane" tecnico, invece, appena arrivato si trova di fronte al potere assoluto della 'ndrangheta. Il giovane sta parlando con un superiore. "Lui mi rispose: stai attento a via Cadorna per le movimentazioni terra perché c'è qualcosa sotto... Da sbarbato associai il discorso all'eternit ma poi successivamente capii che si riferiva ai Barbaro... in Comune era risaputo che tutte le movimentazioni terra che avvenivano a Buccinasco dovevano passare da Barbaro ed i Barbaro scaricavano tale materiale pericoloso in un appezzamento di terra sito prima del ponte della tangenziale".

SULL'ATTENTI - Racconta un imprenditore che "ad un certo punto Luraghi (uno degli indagati, ndr) mi chiese di dividere il subappalto, conferendo una parte dell'in carcio alla ditta individuale di Barbaro Rosario. Io quando vidi sulla mia scrivani la bozza del nuovo contratto mi allarmai perché il nome Barbaro incuteva un certo timore ed allarme, so infatti per averlo appreso dai giornali che si tratta di famiglia calabrese coinvolta in questioni di criminalità organizzata. Io mi rivolsi al legale dell'azienda... anche perché temevo comunque ripercussioni a livello di immagine".

rip82
21-07-2008, 11:49
Stranamente quelli del nord non interevengono molto su questo thread che invece reputo interessantissimo perchè dimostra come il cancro (mafia) si stia impadronendo dell'intera penisola senza che nessuno lanci l'allarme come si dovrebbe. Le notizie riportate qui sotto sono agghiaccianti se si pensa che stiamo parlando del sud di milano.

Da: http://www.affaritaliani.it/milano/INCHIESTAbuccinascondranghetaFMFRMI18072008.html

Qui si preferisce fingere che non sia vero, dato che non ci si spara per strada e' anche abbastanza facile, qui gli affari si fanno in silenzio, e non da ieri, basta pensare alla banca Rasini...

dantes76
24-07-2008, 13:22
Calabria, 18 arresti hanno decimato i vertici delle cosche Piromalli e Molè
Contro il 41 bis i boss della 'ndrangheta cercarono di avvicinare anche Mastella
Incontri segreti e voti promessi
il pressing dei clan su Dell'Utri
dal nostro inviato ATTILIO BOLZONI

Incontri segreti e voti promessi il pressing dei clan su Dell'Utri

Il porto di Gioia Tauro
REGGIO CALABRIA - È la trama della 'ndrangheta che vuole liberarsi dalle catene del 41 bis. Una ragnatela che dalla piana di Gioia Tauro si spande a Roma, si infiltra nei ministeri, raggiunge i bracci delle sezioni speciali delle carceri italiane. Promesse di voti, mosse e contromosse per convincere quei deputati o senatori che "possono fare qualcosa", ricatti, maneggi per ottenere immunità diplomatiche, spiate di magistrati.

Non si fermano davanti a niente e a nessuno i capi della 'ndrangheta pur di diventare dei detenuti come tutti gli altri. I personaggi di questo intrigo sono i Piromalli e i Molè, forse i "capibastone" più potenti della Calabria. In una retata che da queste parti ha pochi precedenti per "portata" investigativa - è anche la prima grande operazione firmata dal nuovo procurarore di Reggio Giuseppe Pignatone - la squadra mobile e i ros dei carabinieri hanno decimato con 18 fermi i vertici di due cosche che erano state solo sfiorate dalle investigazioni negli anni passati. Le "famiglie" che soffocano il porto di Gioia Tauro, quelle che come dice uno dei boss catturati "hanno insieme cent'anni di storia".

Sono loro, i Piromalli soprattutto, che in giro per l'Italia hanno sguinzagliato avvocati e compari e consigliori per agganciare il senatore Marcello Dell'Utri e l'ex ministro della Giustizia Clemente Mastella. Il primo ha ricevuto quei "calabresi" in almeno in due occasioni (alla vigilia delle ultime elezioni politiche), il secondo ha chiuso ogni contatto con loro dopo la prima telefonata. "Maledetto 41 bis, sto tentando di tutto, voglio percorrere una strada segretissima anche al Vaticano", sibila uno di loro al telefono. E poi dice: "Ho cercato anche con la massoneria, per quanto riguarda eventualmente l'intervento di un giudice molto importante".

È alla fine dell'anno scorso che i Piromalli decidono di muovere tutte le loro pedine. È il 3 dicembre del 2007 quando dalla Calabria organizzano per Antonio Piromalli e per il suo amico Gioacchino Arcidiaco (entrambi arrestati nella retata di martedì scorso) un incontro con Marcello Dell'Utri. Dal senatore di Forza Italia vogliono procurare una sorta di immunità attraverso il conferimento di una funzione consolare. Una qualsiasi. Vogliono mettere al sicuro Antonio, il rampollo della "famiglia" con un passaporto diplomatico. In cambio offrono voti e si mettono a disposizione per i "circoli" del senatore nel territorio di Gioia Tauro. Prima di contattare Dell'Utri Arcidiaco chiede ad Aldo Micciché, un ex dc della Piana riparato in Venezuela per sfuggire a grossi guai giudiziari in Italia: "Come mi devo proporre a lui?".

Gli risponde Micciché da Caracas: "La Piana è cosa nostra facci capisciri (fagli capire, ndr), il porto di Gioia Tauro l'abbiamo fatto noi. Fagli capire che in Aspromonte e tutto quello che succede là sopra è successo tramite noi". E ancora: "Ricordati che la politica si deve saper fare. Ora fagli capire che in Calabria o si muove sulla Tirrenica o si muove sulla Ionica o si muove al centro, ha bisogno di noi. Hai capito il discorso? E quando dico noi, intendo dire Gioacchino e Antonio (Piromalli, ndr), mi sono spiegato? Spiegagli chi siamo, che cosa rappresentiamo per la Calabria... io gli ho già detto tante cose". Gli ribatte l'altro: "Gli dico: ho avuto autorizzazione di dire che possiamo garantire per Calabria e Sicilia".

Dopo un primo incontro il 3 dicembre a Milano fra Gioacchino Arcidiaco e Marcello Dell'Utri (c'è con loro l'avvocato di Genova Francesco Lima), ce n'è un secondo a Roma tre giorni prima delle elezioni politiche del 13 aprile. L'inchiesta sta ancora scavando fra i retroscena di quei faccia a faccia, il senatore Dell'Utri sarà ascoltato come testimone.

Gli emissari della 'ndrangheta si sono mossi anche su altri fronti per provare ad avere uno "sconto" sul carcere duro. Contattano una persona - "un mio compare", dice Micciché - vicina al senatore Emilio Colombo, vengono costantemente informati che molti dei loro telefoni sono intercettati - "c'è tutta la rete sotto controllo" - , fanno cenno "a un amico a Palazzo dei Marescialli", ricevono soffiate da due famosi magistrati in pensione di Reggio. Incontrano. Parlano.
Garantiscono.

È sempre Aldo Micciché che informa i Piromalli. Una volta racconta che il deputato dell'Udc Mario Tassone si sarebbe "messo a vostra completissima disposizione" e "che tira aria di elezioni e diventerà il segretario del partito al posto di Lorenzo Cesa", un'altra volta ricorda che anche "il consigliere regionale Gianni Nucera li aspetta a braccia aperte per tutto quello che avete bisogno". Poi si agita per Veltroni che in comizio ha detto di non volere i voti di mafia: "Avete capito il discorso? Quelli hanno respinto ogni forma, ogni cosa".

Il vecchio Giuseppe Piromalli nonostante le tante "amicizie" è però sempre in una cella, isolato nel carcere di Tolmezzo. È a quel punto che Aldo Micciché tenta di "avvicinare" il Guardasigilli Mastella. Il ministro riceve una telefonata sul suo radiomobile il 7 dicembre 2007, in un primo momento non risponde a quel numero sconosciuto ma poi richiama. Sente una voce, quella di Micciché: "Clemente mio, meno male. sto cercando di fare il possibile per aiutarti. Vediamo se recuperiamo sul Lazio e su Roma. ti mando Francesco Tunzi, già hai conosciuto anche altri amici. Noi e nostri". Appena riconosce l'interlocutore che accenna a possibili aiuti elettorali, il ministro interrompe la comunicazione. Ma i boss della già da mesi si aggiravano intorno al ministero della Giustizia.

Cercavano un varco. È sempre la condizione carceraria di Giuseppe Piromalli a impensierirli. Riferiscono al figlio Antonio: "Tuo padre è esasperato, e lo diventa ancora di più quando gli vengono toccate le cose di cui necessita di più, cioè la corrispondenza... gli stanno controllando pure i peli".

È ancora Aldo Micciché che comunica al figlio del boss: "Sia Antonella Pulo, sia la Zerbetto e sia Francesco Borromeo mi hanno fatto capire che tenteranno di fare quello che. sottobanco devono farlo, perché tu sai che c'è stato un irrigidimento dopo gli avvenimenti che tu sai". La prima - Antonella Appulo - è stata identificata come un'esponente del movimento giovanile dell'Udeur. La seconda - Adriana Zerbetto - era la segretaria del ministro della Giustizia. Il terzo - Francesco Borgomeo - era a capo della sua segreteria. Millanterie dell'uomo di Caracas? È un altro dei filoni investigativi ancora in corso di approfondimento.

Comunque è lo stesso Micciché che urla un giorno al telefono: "Sto cazzo di ministro non si può muovere in nessun modo. Devo fare un'altra strada perché è già quasi arrivato il giorno. Sennò siamo fottuti". Il giorno che avrebbero dovuto confermare il 41 bis a Giuseppe Piromalli. I boss parlano a ruota libero, tranquilli, forti del loro "servizio informativo" È Arcidiaco che per una volta avverte Aldo Micciché: "Praticamente ieri ci hanno chiamato e ci hanno detto che due settimane fa hanno tappezzato la macchina di mio cugino Antonio dell'ira di Dio".

Pensano di poter dire tutto su altri telefoni, si sentono "protetti". Aldo Micciché si lascia sfuggire: "Ho ricevuto una telefonata da Reggio da persone che nemmeno ti immagini, molto, molto in alto. Dobbiamo stare molto attenti. Lo sai chi è Peppe T. o Peppe V., sai chi sono questi, sono gente legata a mani piedi culo e poi c'è l'altro personaggio importantissimo". Tutti magistrati. Amici di altri magistrati. Amici dei boss della 'ndrangheta.

(24 luglio 2008)

http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/cronaca/imprenditori-arresti/piromalli-bolzoni/piromalli-bolzoni.html

dantes76
26-07-2008, 14:15
Le garanzie occulte delle 'ndrine
Milano, il sostituto procuratore Barbaini: nuove tecniche di riciclaggio
«Il riciclaggio non e' piu' individuabile nella consegna di ingenti capitali in banca, ma nella restituzione dei soldi. Uomini della mala riescono ad avere capitali in prestito e, alla restituzione, riciclano denaro sporco». Lo rivela il sostituto procuratore generale presso la Corte d'appello, Barbaini


http://www.calabriaora.it/

Ser21
26-07-2008, 14:19
up

dantes76
11-07-2009, 12:30
fiuuuuu!!!! per fortuna che silvio c'e!!!

dantes76
03-01-2010, 20:05
up

Xspazz
03-01-2010, 20:46
Qui si preferisce fingere che non sia vero, dato che non ci si spara per strada e' anche abbastanza facile, qui gli affari si fanno in silenzio, e non da ieri, basta pensare alla banca Rasini...

Infatti. Addirittura c'è chi sostiene apertamente che dove vive lui non c'è proprio.

lo_straniero
03-01-2010, 21:07
a prescindere e sempre colpa dei rom immigrazione ...clandestini ...musulmani ecc...
Mai degli altri :)

:doh:

Xspazz
03-01-2010, 21:09
a prescindere e sempre colpa dei rom immigrazione ...clandestini ...musulmani ecc...
Mai degli altri :)

:doh:

O di noi stessi...

Micene.1
03-01-2010, 21:40
toh ora anche i milanesi sono omertosi :O è colpa loro :O