View Full Version : Criminalità organizzata
gigio2005
30-06-2008, 21:13
Mafia, camorra e ndrangheta sono i problemi principali dell'Italia?
svarionman
30-06-2008, 21:15
Cosa sono? :confused:
Si nel caso riesca ad infiltrarsi a livelli dirigenziali...una volta entrata nella stanza dei bottoni è finita
p.s. in Italia la criminalità organizzata è imho a tutti i livelli
Punitore
30-06-2008, 21:20
Mafia, camorra e ndrangheta sono i problemi principali dell'Italia?
Non esiste "il problema principale dell'italia", ce ne sono così tanti... alcuni hanno la priorità su altri come criminalità organizzata, giri di denaro sporco o truffe ai danni dello stato. ma secondo me non esiste IL problema ma esistono I problemi principali.
Non puoi combattere la criminalità organizzata se hai continue truffe che indeboliscono lo Stato e assistenzialismi nella politica che indeboliscono il potere, si sa che mafia, camorra e ndrangheta sono dei cancri dello Stato, e per combattere lo Stato deve essere in buona salute diciamo.
Dal lato criminale direi proprio di si.
Purtroppo penso sia quasi impossibile sbarazzarcene , soprattutto se qualcuno li infila pure in parlamento...
c;,a;,z;,a;,z
ma non riuscita a fare i sondaggi pubblici?
con l'anonimato tutti sono capaci di votare...
e cmq si, il problema OGGI è la criminalità che ha infiltrato il nord e lo stato.
Umh... considerando che il parlamento è pieno di mafiosi e di amici di mafiosi direi proprio di no!!
Cosa vuoi che siano i vari
-Dell'utri
-Cuffarò
-Schifani
-Alfano
-La loggia
e tantissimi altri che hanno presenziato a matrimoni o feste di mafiosi?!
Il problema in Italia sono i dannatissimi rom!
:cry: :cry: :cry: :cry: :cry: :cry:
bluelake
30-06-2008, 21:52
Mafia, camorra e ndrangheta sono i problemi principali dell'Italia?
beh, visto che sono loro a governare l'Italia, direi di sì :stordita:
La criminalità organizzata è talmente radicata nello Stato che pare impossibile liberarsene.
Washakie
30-06-2008, 21:58
Lo scrivo anche qui....
Magari individuiamo qual'è veramente il "problema principale dell'Italia"...
IMHO non esiste perchè di problemi ce ne sono un'infinità, e tutti principali, le cui soluzioni DEVONO andare parallele, ma sembra che in parecchi la pensino diversamente...
bluelake
30-06-2008, 21:59
e cmq si, il problema OGGI è la criminalità che ha infiltrato il nord e lo stato.
e che trae origine proprio dall'operato dello stato del nord nel 1800...
lezioncina di stora da http://it.wikipedia.org/wiki/Questione_meridionale
La situazione prima dell'Unità
La situazione economica dell'Italia preunitaria era, in genere, caratterizzata da una situazione di svantaggio rispetto a quella di altre nazioni dell'Europa occidentale. A metà ottocento, tuttavia, in alcune regioni del paese si stava avviando un certo sviluppo industriale, sebbene con modalità alquanto disomogenee. In special modo in Lombardia, la produzione della seta greggia aveva innescato una crescita del settore legato alla meccanizzazione dei processi produttivi. Il sud aveva anch'esso imboccato la strada della industrializzazione benché la presenza di fabbriche di grande rilevanza fosse limitata ad alcune zone del casertano, della provincia di Napoli e ad alcuni impianti metallurgici in Calabria, a Mongiana e Ferdinandea. Lo stato aveva allestito lo stabilimento di materiale ferroviario a Pietrarsa, nel napoletano, per le esigenze dei trasporti via terra. Per proteggere queste prime industrie, soprattutto quelle del settore tessile, il governo borbonico adottò una politica di tipo protezionistico, alzando una vera e propria barriera daziaria contro le importazioni di merci estere. Anche per ciò che riguarda il sistema infrastrutturale i due tronconi d'Italia imboccano strade diverse. Il Piemonte, ad esempio, fece notevoli investimenti nel settore ferroviario, dotandosi di un sistema di comunicazione interno e con i paesi confinanti per facilitare i commerci. Il Regno delle Due Sicilie, invece, continuò a valorizzare il trasporto via mare. In campo marittimo le regioni meridionali avevano del resto un'antica tradizione di eccellenza, dovuta anche al fatto che il Regno disponeva di uno sviluppo costiero notevolmente superiore a quello degli altri stati pre unitari. La sua flotta mercantile era la terza in Europa per numero di navi e per tonnellaggio complessivo. L'esportazione delle materie prime meridionali (agrumi, zolfo, vini) alimentava un florido commercio. D'altro canto, un tale modello di trasporto sfavoriva le regioni dell'entroterra, dove le carenze infrastrutturali erano particolarmente gravi.
Dal punto di vista delle finanze pubbliche Il bilancio pubblico del Regno delle Due Sicilie non conosceva l'alto livello d'indebitamento in cui si trovava il Regno di Sardegna. I conti pubblici piemontesi erano stati gravemente provati dalla politica espansionistica adottata dal Cavour e anche dagli investimenti in infrastrutture (ferrovie, strade, canali d'irrigazione), resi necessari dal tentativo del regno sabaudo di modernizzare la propria economia ed inserirla nei circuiti commerciali continentali nonché di avviare una prima industrializzazione.
Il nuovo Regno
Concluso il Risorgimento, le classi dirigenti settentrionali si accorsero quasi subito di quanto il Paese appena "unito" fosse in realtà diviso al suo interno. Gli italiani erano diversi pure nel modo di parlare: l'italiano era una lingua letteraria, utilizzata solo da una ristretta minoranza della popolazione e, comunque, in ambiti molto limitati (atti pubblici, insegnamento, giornalismo e simili).
Di fronte a queste differenze, all'ostilità manifestata da importanti forze interne quali i cattolici e alle difficoltà nei rapporti con i paesi confinanti - con l'Austria soprattutto, ma anche con la Francia - il nuovo Stato reagì adottando un modello amministrativo di tipo dirigista e autoritario, in cui le autonomie locali venivano sottoposte al rigido controllo del governo centrale.
Il programma del ministero Cavour per la verità era impostato in maniera diversa. Nel marzo 1861 il ministro dell'Interno, Marco Minghetti infatti presentò un progetto di legge che prevedeva un notevole decentramento amministrativo. Di fatto però il progetto Minghetti non superò l'esame delle commissioni parlamentari e venne ritirato "temporaneamente" dal Consiglio dei ministri il 9 maggio successivo. In realtà, le istanze dei Federalisti - che volevano un maggiore rispetto per le specificità locali - vennero completamente abbandonate e l'applicazione delle leggi del Regno di Sardegna venne estesa al resto d'Italia. Il 6 giugno morì Cavour. A ottobre il nuovo presidente del consiglio Bettino Ricasoli avrebbe esteso a tutta Italia l'ordinamento locale piemontese, stabilito con il decreto legge Rattazzi del 1859. Lo stesso espansionismo piemontese era mirato in un primo tempo ad uno Stato comprendente le regioni dell'Italia settentrionale e non ad uno Stato Nazionale delle proporzioni della nuova Italia. L'annessione del Regno delle Due Sicilie era stato un fatto fortunoso e dovuto ad una serie di contingenze. Il Piemonte non aveva un ordinamento adeguato alla gestione di un paese di 27 milioni di abitanti con grandissime differenze culturali e strutturali al suo interno.
Il Brigantaggio
Anche nel Sud si svolsero i plebisciti per l'annessione, le modalità di svolgimento furono invero vergognose: voto palese, seggi presidiati dall'esercito piemontese e dalla camorra, percentuali falsificate e forzature al voto, tanto da far dichiarare all'ambasciatore inglese "I risultati delle votazioni in Napoli e in Sicilia rappresentano appena i diciannove tra i cento votanti designati; e ciò ad onta di tutti gli artifizi e violenze usate" (Dispacci del Ministro d'Inghilterra a Napoli, Eliot, in data 16 ottobre e 10 novembre 1860).
Vennero comunque disattese le aspettative sia dei democratici sia dei repubblicani che pure avevano favorito l'unita', ma che auspicavano un nuovo ordinamento agrario e adeguati spazi politici nella gestione del paese, il controllo dell'ordine pubblico divenne sempre più problematico.
Molti braccianti meridionali avevano sperato che il nuovo regime assicurasse una qualche riforma agraria. Non solo le loro aspettative andarono deluse, ma il nuovo governo introdusse la leva obbligatoria ed inasprì le imposte, portando alla rovina milioni di persone. Lo scioglimento dell'esercito borbonico e di quello garibaldino mise poi in circolazione migliaia di soldati sbandati. Il malcontento, le difficili condizioni economiche sopravvenute, il durissimo atteggiamento delle truppe di occupazione piemontesi, suscitarono le ire della popolazione che sfociarono nella rivolta armata.
Molti scontri si erano già verificati in varie parti del meridione fin dalla fine del 1860, particolarmente aspri intorno alla cittadella borbonica di Civitella del Tronto. In aprile scoppiò una rivolta popolare in Basilicata. Nel corso dell'estate, in molte regioni dell'interno bande di ribelli, formate in gran parte da contadini, ex soldati borbonici, ex garibaldini delusi e persino da preti, diedero vita a forme di guerriglia violentissima, impegnando le forze piemontesi e battendole ripetutamente. In molti centri del sud fu rialzata la bandiera borbonica. Il Governo rispose in maniera spietata, ordinando esecuzioni sommarie anche di civili e l'incendio di interi paesi. Il luogotenente di Napoli, Gustavo Ponza di San Martino, che aveva tentato nei mesi precedenti una pacificazione, venne sostituito dal generale Enrico Cialdini, che ricevette dal governo centrale pieni poteri per fronteggiare la situazione e reprimere la rivolta.
Nel 1860-61 le truppe presenti nel sud ammontavano a 22 000 unità, l'inasprirsi della guerra richiese l'invio di rinforzi. I soldati raggiunsero quota 55.000 a fine 1861, diventarono 105 000 nel 1862 ed arrivarono a 120 000 negli anni successivi.
Fu una vera e propria guerra civile, combattuta con ferocia da entrambe le parti e di cui fece le maggiori spese come sempre la popolazione civile: una triste situazione che si ripeté continuamente per tutta la durata della guerra civile era il saccheggio di un paese da parte delle bande di ribelli, seguito dall'intervento dell'esercito alla ricerca di collaborazionisti, che comportava sistematicamente un secondo saccheggio, la distruzione degli edifici che venivano dati alle fiamme, esecuzioni sommarie e spesso la dispersione dei sopravvissuti.
Genesi della mafia
Il brigantaggio, così come espresso durante la guerra civile, fu sconfitto militarmente e dimenticato politicamente in pochi anni. Ma la massa contadina aveva dato vita ad una nuova forma di resistenza al dominio sabaudo, strutturata attorno ad alleanze di clan familiari impegnati alla reciproca assistenza, chiamati collettivamente mafia. Sebbene il termine fosse anteriore all’Unità, e benché già da prima agissero gruppi violenti dediti allo sfruttamento dei coltivatori giornalieri, fu solo durante e dopo il brigantaggio che la mafia nella sua forma attuale prese vita. I clan mafiosi di oggi sono i diretti discendenti di certe bande di briganti che, con diverse provenienze geografiche e intenti politici, finirono ben presto con integrarsi in organizzazioni ed alleanze più grandi e con abbandonare la resistenza armata in favore di attività più lucrative: il crimine privato e pubblico.
Questa specie di standardizzazione delle attività portò alla creazione, nella seconda metà dell’Ottocento, di federazioni di famiglie organizzate su base regionale, che sarebbero poi diventate: Cosa Nostra in Sicilia, la Camorra in Campania, la Sacra Corona Unita in Puglia, e la 'Ndrangheta in Calabria, dalla quale nacque, molto più tardi, il gruppo dei Basilischi centrati sulla Basilicata. Furono i clan formati da italiani espatriati negli Stati Uniti, attraverso i film che ispirarono ai produttori di Hollywood, che diffusero nel mondo intero il termine "mafia" come sinonimo di "crimine organizzato".
Con gli anni, oltre a crearsi un equilibrio sulla competenza territoriale di gruppi e famiglie, si instaurò anche un modus vivendi, che ricalcava e ricalca il despotismo feudale. Il "guardapiazza", letteralmente "colui che difende il territorio", cioè il capo patriarcale di un clan, impone con le armi il suo dominio su di un gruppo, ed il dominio di tale gruppo su una zona, e poi fornisce agli abitanti del territorio, in cambio di fedeltà e sottomissione, protezione da altri gruppi rivali. All’interno del suo feudo amministra giustizia, riscuote tributi, elimina ogni minaccia interna o esterna, assicura per lui e il suo cerchio di fedeli le migliori risorse.
In quanto centro di potere, un clan mafioso entra automaticamente in conflitto e competizione con qualunque stato che lo ospiti, sfidando apertamente il monopolio statale dell’uso legittimo della forza.
I diversi gruppi mafiosi rinunciarono ad attaccare le truppe regolari, e questo consentì la loro sopravvivenza nei primi decenni dopo la conquista del sud. Poi continuarono ad impiantarsi profondamente nel tessuto sociale, profittando della latitanza dello stato civile, che lasciò la zona priva d'istruzione, collegamenti e cibo. In seguito, dal novecento in avanti, incominciarono ad arrivare crescenti flussi di capitali che, attraverso la spesa pubblica, si riversarono nel meridione, e le organizzazioni criminali furono le prime a beneficiare di tali risorse. Le attività mafiose ebbero come principale conseguenza il sabotaggio di ogni possibile sviluppo commerciale, rendendo impraticabili le strade, pericolosi gli scambi e inoperanti i meccanismi di domanda - offerta.
Punitore
30-06-2008, 22:01
Lo scrivo anche qui....
Magari individuiamo qual'è veramente il "problema principale dell'Italia"...
IMHO non esiste perchè di problemi ce ne sono un'infinità, e tutti principali, le cui soluzioni DEVONO andare parallele, ma sembra che in parecchi la pensino diversamente...
quello che ho detto anche io concordo con te, la mafia è un cancro dello stato, ma non si cura con successo un cancro a un organismo devastato da tutto
Non è un problema principale perchè ormai a mentalità da "mafietta" la fa da padrona in tutta italia. Favori, ricattini, raccomandazioni, famiiigghia, soldi (tanti soldi) che chissene da dove arrivano, basta che ne ho tanti. Sono arrivato a leggere su questo forum (che reputo frequentato da persone quantomeno capaci di intendere e di volere) che non avrebbero problemi ad avere la Mafia al governo perchè tanto le cose le fa funzionare bene.
no, la criminalità organizzata non è il principale problema dell'Italia, è semplicemente la *base* di lancio per tutti i vari problemi e problemini, dagli indagati in parlamento all'affitto in nero ai 15 magrebini, al datore di lavoro che se ne frega della sicurezza degli operai, al cumenda col SuV che dichiara 1000 all'anno, et cetera.
dave4mame
30-06-2008, 22:07
se hai intenzione di passare tutti i mali o presunti tali puoi mettere anche la mia (presunta) otite cronica...
Lo scrivo anche qui....
Magari individuiamo qual'è veramente il "problema principale dell'Italia"...
IMHO non esiste perchè di problemi ce ne sono un'infinità, e tutti principali, le cui soluzioni DEVONO andare parallele, ma sembra che in parecchi la pensino diversamente...
Aspè,tento di fartelo capire con un piccolo esempio.Fammi sapere se sarà illuminante...
Hai presente cancro e raffreddore?sono due problemi,che se non curati portano alla morte(bè se sei un inuit e ti ammali di raffreddore potresti).
Supponendo che il cancro sia la mafia,e che il raffreddore siano i Rom,quale curi per primo?
Mordicchio83
30-06-2008, 22:17
Assolutamente si. In alcuni casi però si confonde così tanto con l'economia (anche quella lecita) del nostro paese che eliminarla diventa quasi impossibile.
Secondo me se con i mafiosi venissero meno anche gli imperi economici che servono a ripulire il denaro sporco crollerebbe anche l'economia dell'intero paese :stordita:
Aspè,tento di fartelo capire con un piccolo esempio.Fammi sapere se sarà illuminante...
Hai presente cancro e raffreddore?sono due problemi,che se non curati portano alla morte(bè se sei un inuit e ti ammali di raffreddore potresti).
Supponendo che il cancro sia la mafia,e che il raffreddore siano i Rom,quale curi per primo?
i rom.
p.s. sono jamal
:asd:
Punitore
30-06-2008, 22:26
Aspè,tento di fartelo capire con un piccolo esempio.Fammi sapere se sarà illuminante...
Hai presente cancro e raffreddore?sono due problemi,che se non curati portano alla morte(bè se sei un inuit e ti ammali di raffreddore potresti).
Supponendo che il cancro sia la mafia,e che il raffreddore siano i Rom,quale curi per primo?
io penso che non voleva paragonare due problemi così diversi...
cmq un organismo che ha cancro e raffreddore muore molto prima di un organismo che ha solo il cancro, e per questo bisogna fare una priorità di problemi, e uno dei principali è il cancro (la criminalità organizzata)
Washakie
30-06-2008, 22:40
Aspè,tento di fartelo capire con un piccolo esempio.Fammi sapere se sarà illuminante...
Hai presente cancro e raffreddore?sono due problemi,che se non curati portano alla morte(bè se sei un inuit e ti ammali di raffreddore potresti).
Supponendo che il cancro sia la mafia,e che il raffreddore siano i Rom,quale curi per primo?
L'Italia ha molte più malattie terminali di un solo e semplice cancro...
Quello che discuto io non è che sia un problema e non è che sia da risolvere.
Non ho nemmeno fatto una scala di importanza dei problemi...
Ho semplicemente detto che è impossibile trovare il PRINCIPALE e comunque, anche trovandolo e risolvendolo (e se è il principale ci vorrà parecchio tempo), la situazione migliorerebbe di pochissimo (per alcuni impercettibilmente) o addirittura potrebbe peggiorare se non si cerca una soluzione anche a tutti gli altri problemi contemporaneamente...
Problemi magari meno gravi, ma che si risolvono più facilmente e in meno tempo...sempre problemi sono...
i rom.
p.s. sono jamal
:asd:
Bè,il bello è credi davvero di essere simpatico!caspita e lo sei!sei troppo ridicolo! :D :D :D
P.s ma sai in arabo cosa vuol dire jamal?e da dove arriva quel nick?
L'Italia ha molte più malattie terminali di un "semplice" cancro...
Mi sta benissimo!
Ed allora se sono mortali e quindi non curabili(o difficilmente curabili),allora è meglio curare il raffreddore?
Magari per la tua logica non è cosi(lo spero ma ne dubito)ma è quello che il governo sta praticamente facendo.
O sei davvero contento della lotta alle mafie che stanno attuando?(se la risposta è si prego esibire prove)
Washakie
30-06-2008, 22:49
Mi sta benissimo!
Ed allora se sono mortali e quindi non curabili(o difficilmente curabili),allora è meglio curare il raffreddore?
Magari per la tua logica non è cosi(lo spero ma ne dubito)ma è quello che il governo sta praticamente facendo.
O sei davvero contento della lotta alle mafie che stanno attuando?(se la risposta è si prego esibire prove)
Supponi che ci siano 10 malattie in Italia
Un governo ne cura 5 e l'altro le altre 5, tu chi voti?
Quello che ne cura 10 deve ancora venire...
Altro esempio
Supponi che vi sia un governo che su 10 ne cura 5 e di queste ultime si limiti a non peggiorarle.Ora supponine un altro che ne cura anche 7 ma che peggiora le altre 3 in modo grave.Cos'è peggio?
E ricorda,le malattie,come ti ho fatto notare nel post precedente,non sono uguali...
Incomincia a distruggere la mafia...le altre 9 malattie vedrai che probabilmente si risolveranno da sole
gigio2005
30-06-2008, 23:02
Supponi che ci siano 10 malattie in Italia
Un governo ne cura 5 e l'altro le altre 5, tu chi voti?
Quello che ne cura 10 deve ancora venire...
supponendo che esistano governi italiani che curino 5 malattie su 10 :sofico:
voto quello che tra le 5 cura pure il cancro
Bè,il bello è credi davvero di essere simpatico!caspita e lo sei!sei troppo ridicolo! :D :D :D
P.s ma sai in arabo cosa vuol dire jamal?e da dove arriva quel nick?
:mbe:
jamal crawford è un giocatore di basket e il jamal che posta qui invece è uno che gioca a prenderci per il culo. direi che è lui quello molto simpatico :mbe:
http://www.hwupgrade.it/forum/showpost.php?p=23107936&postcount=2
Sono FRA i principali problemi.
Si lo sono,ma non per il problema in se della criminalità organizzata ma per come essa sopravvive.
Ipoteticamente,per arrivare a debellare quel cancro,dovresti iniziare a riformare la giustizia da capo,rendendo il sistema giudiriziario più snello e applicare la certezza della pena.
A quel punto le indagini inizierebbero ad ingranare in maniera sostanzionsa e i PM capirebbero che possono nuovamente tornare a fare il loro lavora senza rischiare di essere trasferiti.
Siccome la criminalità organizzata passa attraverso l'appoggio politico,avrtemmo un terremoto nazionale di portata storica per le proporizioni di indagini.
Da indagini mafia-politica nascono stroicamente altre inchieste e spunti per altri filoni,insomma,inizierebbe un meccanismo di "collasso" di quei sistemi di potere che hanno reso il silenzio,la cosa più conveniente da fare o l'unica oggi giorno.
Utopisticamente,sconfiggendo e debellando in maniera netta e violenta la mafia e i suoi tentacoli,riformeresti il paese.
Bello sognare ognin tanto....
Maverick18
01-07-2008, 00:09
Non esiste un solo grande problema, ce ne sono tanti, e la criminalità organizzata è uno di essi.
StefAno Giammarco
01-07-2008, 00:51
:mbe:
jamal crawford è un giocatore di basket e il jamal che posta qui invece è uno che gioca a prenderci per il culo. direi che è lui quello molto simpatico :mbe:
http://www.hwupgrade.it/forum/showpost.php?p=23107936&postcount=2
Senti finiscila di cercare lo scontro, se hai qualcosa da dire dillo, Jamal non è un argomento di conversazione.
A proposito di criminalità organizzata
Le accuse: associazione per delinquere di tipo mafioso, omicidio, traffico di droga, ricettazione
Nel mirino il clan dei Casalesi: 32 arresti
Operazione dei carabinieri nelle province di Caserta, Roma, Modena, Arezzo e Firenze
CASERTA - Un'operazione dele forze dell'ordine contro il clan dei Casalesi ha attraversato mezza penisola: 32 ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state eseguite nelle province di Caserta, Roma, Modena, Arezzo e Firenze dai carabinieri del Comando provinciale di Caserta nei confronti di altrettante persone ritenute del clan dei Casalesi, appartenenti ai gruppi Bidognetti e Tavoletta-Campiello, operanti nell'Agro Aversano e, in particolare, tra Casal di Principe, Villa Literno e Parete.
GLI ARRESTATI - Tra gli arrestati ci sono anche Raffaele Bidognetti figlio del boss Francesco detto "Cicciotto e Mezzanotte", e Paolo Schiavone, nipote di Francesco Schiavone, il temuto "Sandokan". Mentre Bidognetti, 34 anni, ha ricevuto l'ordinanza di custodia cautelare mentre si trovava rinchiuso in carcere, Schiavone, figlio di Francesco Schiavone (cugino omonimo di SandoKan) detto Cicciariello, si trovava in un appartamento.
LE ACCUSE - I militari, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, hanno ricostruito le fasi della guerra per il predominio delle estorsioni e dei traffici illeciti tra i due gruppi criminali, che iniziata alla fine del 1993 ha provocato fino al 2004 oltre 15 morti. I destinatari dei provvedimenti restrittivi sono gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, omicidio, tentato omicidio, porto e detenzione illegale di armi, traffico di droga, ricettazione ed illecita concorrenza.
01 luglio 2008
http://www.corriere.it/cronache/08_luglio_01/operazione_clan_casalesi_1f1cb518-4735-11dd-8c36-00144f02aabc.shtml
Non esiste un solo grande problema, ce ne sono tanti, e la criminalità organizzata è uno di essi.
Secondo me e' nella top 3, dietro alla criminalita' politica, e spesso coincidono.
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