View Full Version : Ricerca in italia
vorrei sapere come mai è tanto a cuore la ricerca in italia.
se poi si tolgono puntualmente tutti i fondi
ma non potremmo appoggiarci agli altri paesi per la ricerca?
in effetti come strutture non siamo messi bene, cosa pretendiamo di trovare/sperimentare con i nostri strumenti?
anche francia e spagna stanno facendo ricerche su staminali ecc... come mai non ci affianchiamo a loro invece di operare separatamente?
grazie per le info
Beh, io ti parlo per il CNR... Il nostro istituto ha dei fondi ordinari, poca cosa, con cui paga le spese minime (esclusi gli stipendi). Poi ci sono fondi nazionali, europei o privati, legati a progetti che porta avanti l'istituto. Attualmente, ad esempio, il mio istituto ha varie commissioni. Quelli di cui mi occupo direttamente sono una con fondi nazionali, una con fondi europei e un paio con fondi di ditte private... Con quello ci compriamo macchinari, paghiamo gli stipendi dei ricercatori, insomma facciamo ricerca... E il bello è che ogni istituto deve essere competitivo, ossia essere bravo, per attirare fonti. Infatti qui vige la meritocrazia più spinta. Non c'è (quasi) nessuno che sia entrato per raccomandazione... Tutti per concorso... Altrimenti non avremmo competenze tali da poter attrarre fondi... Nessuno fa entrare in progetti degli istituti che poi sarebbero peso morto... Niente soldi, addio istituto... Poichè qui, ripeto, la meritocrazia la fa da padrona (per i motivi che ho su menzionato), ipotizzo che sia questo il motivo di scarso interesse e escarsi fondi... Il politico di turno non ci potrebbe piazzare il parente disoccupato... Perchè nessuno lo prenderebbe se non fosse anche bravo e utile per l'istituto...
vorrei sapere come mai è tanto a cuore la ricerca in italia.
se poi si tolgono puntualmente tutti i fondi
ma non potremmo appoggiarci agli altri paesi per la ricerca?
in effetti come strutture non siamo messi bene, cosa pretendiamo di trovare/sperimentare con i nostri strumenti?
anche francia e spagna stanno facendo ricerche su staminali ecc... come mai non ci affianchiamo a loro invece di operare separatamente?
grazie per le info
Infatti già ci appoggiamo su altri paesi per la ricerca di base in moltissimi campi. Conta che ricerca pura in Italia si fà solamente nelle università e in pochissime industrie per lo più multinazionali (quindi non propriamente italiane). La ricerca che si fà in Italia è in maggior parte "miglioramento dei processi e delle tecniche" ben diversa dalla ricerca pura. Anche se non abbiamo strutture e fondi adatti e sufficienti il bagaglio delle conoscenze umane è molto alto... anche se si dice il contrario... quindi niente laboratori ma scienziati bravi. Per questo l'Italia ha tante punte di eccellenza nella sua ricerca... le così dette "scuole". In molti ambiti, vedi staminali, i nostri scienziati preferiscono emigrare all'estero... è molto più facile che cercare di creare cooperazioni, poi non avrebbero neanche i mezzi per farlo.
windsofchange
29-06-2008, 18:51
vorrei sapere come mai è tanto a cuore la ricerca in italia.
se poi si tolgono puntualmente tutti i fondi
ma non potremmo appoggiarci agli altri paesi per la ricerca?
in effetti come strutture non siamo messi bene, cosa pretendiamo di trovare/sperimentare con i nostri strumenti?
anche francia e spagna stanno facendo ricerche su staminali ecc... come mai non ci affianchiamo a loro invece di operare separatamente?
grazie per le info
Se sei una persona che va in chiesa potresti risponderti da solo.
Se sei ateo o agnostico credo tu la pensi come me a riguardo.
killercode
29-06-2008, 19:09
Italia e ricerca sono due parole che non stanno bene insieme e più sali verso il teorico più è così.
Comunque nonostante tutti, quei poveri martiri che continuano a fare ricerca già collaborano con i loro colleghi degli altri stati. ovviamente ognuno a casa propria visto che è lo stato che "paga" :asd: e quindi la ricerca viene fatto in Italia
Appoggiarsi all'estero è quanto di più strampalato si possa fare. La ricerca serve a dare prestigio all'università in campo internazionale e a produrre brevetti. Appoggiarsi ad un altro paese vorrebbe dire depauperare le nostre università delle menti migliori ancora presenti, pagare molti soldi per usare brevetti anche stupidi sviluppati da altri, ecc.
E' un po' come dire perchè non smettiamo di produrre vino e lo compriamo all'estero? Che è sta fissazione che dobbiamo produrlo anche noi?
- CRL -
FlatEric
30-06-2008, 00:24
Appoggiarsi all'estero è quanto di più strampalato si possa fare. La ricerca serve a dare prestigio all'università in campo internazionale e a produrre brevetti. Appoggiarsi ad un altro paese vorrebbe dire depauperare le nostre università delle menti migliori ancora presenti, pagare molti soldi per usare brevetti anche stupidi sviluppati da altri, ecc.
E' un po' come dire perchè non smettiamo di produrre vino e lo compriamo all'estero? Che è sta fissazione che dobbiamo produrlo anche noi?
- CRL -
Beh, vallo dire tu ad aziende (che qua in Italia "non si fidano" delle università e preferiscono fare ricerca interna) ed allo stato (che non stanzia gran finanziamenti, infatti si ricorre sempre a finanziamenti europei). Io sono negli US per fare un poco di ricerca, e qui le aziende credono davvero alla ricerca in università, ci sono addirittura "consorzi" di aziende di uno specifico settore che sovvenzionano un certo centro ricerca per sviluppare nuove idee. Si può essere filosofi quanto si vuole, ma per fare vera ricerca servono soldi, e finché non vengono dati, non si può fare nulla...è la dura legge, anche perché noi italiani siamo molto richiesti all'estero, dove tocca fuggire per fare qualcosa di serio che non sia qualche paper ultramegateorico che non serve più o meno a nessuno (parlo per ingegneria io ad esempio).
Inoltre i ricercatori in Italia non sono per niente invogliati: 800€ al mese per fare il dottorato, quando qua negli US si pigliano 1500$ o addirittura in germania si arriva anche alla soglia dei 2000€, posti da ricercatore (per 5-600 € in più) limitatissimi e regolati da concorsi (spesso falsati), zero prospettive per un dottorato nel mondo del lavoro (zero centri ricerche di aziende in italia = zero lavoro per quello che hai studiato) dove addirittura rischi di essere considerato alla stregua di un laureato specialistica con l'handicap di essere vecchio. L'unico sbocco è un giorno fare il professore, se ti va abbastanza di culo (e se ce l'hai anche abbastanza parato).
carlainzi
30-06-2008, 13:19
Beh, io ti parlo per il CNR... Il nostro istituto ha dei fondi ordinari, poca cosa, con cui paga le spese minime (esclusi gli stipendi). Poi ci sono fondi nazionali, europei o privati, legati a progetti che porta avanti l'istituto. Attualmente, ad esempio, il mio istituto ha varie commissioni. Quelli di cui mi occupo direttamente sono una con fondi nazionali, una con fondi europei e un paio con fondi di ditte private... Con quello ci compriamo macchinari, paghiamo gli stipendi dei ricercatori, insomma facciamo ricerca... E il bello è che ogni istituto deve essere competitivo, ossia essere bravo, per attirare fonti. Infatti qui vige la meritocrazia più spinta. Non c'è (quasi) nessuno che sia entrato per raccomandazione... Tutti per concorso... Altrimenti non avremmo competenze tali da poter attrarre fondi... Nessuno fa entrare in progetti degli istituti che poi sarebbero peso morto... Niente soldi, addio istituto... Poichè qui, ripeto, la meritocrazia la fa da padrona (per i motivi che ho su menzionato), ipotizzo che sia questo il motivo di scarso interesse e escarsi fondi... Il politico di turno non ci potrebbe piazzare il parente disoccupato... Perchè nessuno lo prenderebbe se non fosse anche bravo e utile per l'istituto...
buahahaha :D
A me sembra che la realtà somigli molto più a quanto scritto da FlatEric.
Beh, vallo dire tu ad aziende (che qua in Italia "non si fidano" delle università e preferiscono fare ricerca interna) ed allo stato (che non stanzia gran finanziamenti, infatti si ricorre sempre a finanziamenti europei). Io sono negli US per fare un poco di ricerca, e qui le aziende credono davvero alla ricerca in università, ci sono addirittura "consorzi" di aziende di uno specifico settore che sovvenzionano un certo centro ricerca per sviluppare nuove idee. Si può essere filosofi quanto si vuole, ma per fare vera ricerca servono soldi, e finché non vengono dati, non si può fare nulla...è la dura legge, anche perché noi italiani siamo molto richiesti all'estero, dove tocca fuggire per fare qualcosa di serio che non sia qualche paper ultramegateorico che non serve più o meno a nessuno (parlo per ingegneria io ad esempio).
Inoltre i ricercatori in Italia non sono per niente invogliati: 800€ al mese per fare il dottorato, quando qua negli US si pigliano 1500$ o addirittura in germania si arriva anche alla soglia dei 2000€, posti da ricercatore (per 5-600 € in più) limitatissimi e regolati da concorsi (spesso falsati), zero prospettive per un dottorato nel mondo del lavoro (zero centri ricerche di aziende in italia = zero lavoro per quello che hai studiato) dove addirittura rischi di essere considerato alla stregua di un laureato specialistica con l'handicap di essere vecchio. L'unico sbocco è un giorno fare il professore, se ti va abbastanza di culo (e se ce l'hai anche abbastanza parato).
Sono d'accordo in tutto, ma non vedo dove sia in contrasto con quanto ho detto io. C'è certamente bisogno che in Italia si riprenda in mano la ricerca come si fa in tutti i paesi che ci stanno surclassando, per questo dico che pensare di dare la ricerca in outsourcing all'estero è follia.
Anche io sono all'estero, e le università che ho viste, alcune molto molto quotate a livello di numero/qualità delle pubblicazioni, non erano tanto meglio della mia a livello di macchinari e/o attrezzature. In alcuni casi usavan macchine anche più vecchie di quelle che ho visto nei miei laboratori, con la differenza che da noi sono inutilizzate per il 70% del tempo, mentre lì trottavano alla grande.
L'impressione generale che da noi si cerca di piangere per qualche sovvenzione e comprare il macchinario, ma nessuno ti richiede che ora che ce l'hai venga usato in un certo modo, e produca almeno tot risultati.
Una volta che ce l'hai è regalato, e puoi permetterti di tenerlo lì inutilizzato.
All'estero invece c'è molto più feedback, vuoi la sovvenzione, ok, io ti fornisco sti materiali e ste macchine, ma entro 5 anni voglio 20 articoli su riviste specializzate su queste cose, e voglio risultati attendibili per risolvere questo problema; tutto questo da noi non esiste.
- CRL -
buahahaha :D
A me sembra che la realtà somigli molto più a quanto scritto da FlatEric.
Beh, magari l'istituto per cui lavoro (se non si è capito sono ricercatore CNR... :) ) è un'oasi felice... Chissà... :) C'è solo una persona raccomandata qui... :) Gli altri, me compreso, hanno fatto regolare concorso (dopo anni di gavetta come borsista/dottorando)...
FlatEric
30-06-2008, 16:40
No beh, contrasto no...però la verità di quel che succede spesso in università è quella. Se hai gente capace, spesso non hai contratti o commesse per fare ricerca in modo serio; in altri casi invece capita anche che per il perverso gioco dei concorsi ci sia gente raccomandata che si vuole pigliare il posto da statale e star li a fare le sue quattro cose. All'estero esistono procedure simili, ma in Italia le "anomalie" capitano più spesso che in altri posti. Se poi aggiungi che per scarsità di fondi ci sono pochi posti, menti valide che potrebbero fare la differenza vengono scartate.
Non sò quale sia la magia che fà andare meglio le cose all'estero, ma uno degli ingredienti sono anche i soldi....
killercode
01-07-2008, 17:37
Video divertente dell'istituto Marie Curie
http://www.youtube.com/watch?v=HDw4gk5pYl8
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