View Full Version : [Misteri d'Italia] Emanuela Orlandi forse trova pace
http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/cronaca/emanuela-orlandi/emanuela-orlandi/emanuela-orlandi.html
"Emanuela Orlandi fu uccisa
e buttata in una betoniera"
ROMA - Emanuela Orlandi sarebbe stata uccisa. Il suo corpo, rinchiuso dentro un sacco, sarebbe stato gettato in una betoniera a Torvaianica. La rivelazione è della donna che ebbe una relazione con il boss della banda della Magliana, Enrico De Pedis, detto Renatino, e che è stata sentita nelle scorse settimane, alla presenza dei funzionari della squadra mobile, dal procuratore aggiunto Italo Ormanni e dai pm Andrea De Gasperis e Simona Maisto, titolari dell'inchiesta sulla scomparsa della ragazza.
La donna, pur ammettendo di aver fatto uso a lungo di droga e psicofarmaci, rivela circostanze quantomeno meritevoli di accertamenti: "Successe tutto a Torvajanica, andammo con Renato a pranzo da Pippo l'Abruzzese. Lì aveva un appuntamento con Sergio, l'autista, il quale portò due sacchi".
"Poi andammo in un cantiere, io restai in auto: buttarono i due sacchi dentro una betoniera. "Così facciamo scomparire tutte le prove" dissero.
La supertestimone parla anche quindi di un secondo corpo, sarebbe quello di Domenico Nicitra, figlio di uno storico esponente della Banda.
Ma le date non tornano. Di Emanuela Orlandi si persero le tracce il 22 giugno dell'83. Domenico Nicitra, il bambino di 11 anni, figlio di Salvatore, imputato al processo per i delitti commessi dalla banda della Magliana, scomparve il 21 giugno 1993 assieme allo zio Francesco, fratello del padre. E De Pedis in quell'epoca era già morto: venne ammazzato il 2 febbraio del '90.
(23 giugno 2008)
Ma forse non si riesce ancora a mettere la parola "fine" a questa triste storia :( che ricordo nitida come fosse successo ieri.
LuVi
dave4mame
23-06-2008, 12:19
nessuno però che si ricorda dell'altra ragazza che scomparve qualche mese dopo...
Cmq,apparte il delitto orlandi,il fattore banda della magliana,resta in assoluto una delle situazioni pià ambigue della storia italiana.
Se andiamo ad approfondire,la ritroviamo in tantissimi episodi clou della storia d'italia...dal delitto moro agli omicidi eccellenti in sicilia...passando per la strage di bologna...
vaio-man
23-06-2008, 13:30
non mi stupirebbe, visto che di mezzo c'è vaticano, banca vaticana, lupi grigi ecc... che i servizi segretti sappiano tutto o quasi, ma non dicano nulla per non sputanarsi loro e per non sputanare la classe polittica italiana!!! così come è per ustica dove ormai è certo (ma non ufficiale perchè ci sputtaneremo da soli) che l'obbietivo era gheddafi ma i servizi segretti hanno fatto in modo che a essere colpito fosse il DC9 itavia, perchè? semplice meglio far morire 150 persone "sconosciute" che una sola "importante", sinceramente non ho parole, ma è la normalità in questo mondo, tutti gli stati (francia, usa, inghilterra, germania, israele) hanno simili se non peggiori schelettri nell'armadio....
Cmq,apparte il delitto orlandi,il fattore banda della magliana,resta in assoluto una delle situazioni pià ambigue della storia italiana.
Se andiamo ad approfondire,la ritroviamo in tantissimi episodi clou della storia d'italia...dal delitto moro agli omicidi eccellenti in sicilia...passando per la strage di bologna...
Soprattutto perchè non si è mai capito quali siano stati gli effettivi limiti d'azione di questa banda, molto più vicino alla struttura della criminalità organizzata, piuttosto che una normale banda.
nessuno però che si ricorda dell'altra ragazza che scomparve qualche mese dopo...
Verosimilmente tutto questo discorso dei rapimenti morti era per mandare un messaggio chiaro e forte al Papa,c'era il discorso delle divisioni interne alla chiesa...chi voleva dare la spallata definitiva al comunismo (Wojtila,USA,P2) e chi voleva continuare ad intrattenere affarti con loro (SS est,Marcinkus,Ior,Banco Ambrosiano).
Era semplicemente una lotta di poteri e,come semrpe accade,ci finiscono in mezzo degli innocenti,come queste due ragazze...
GUSTAV]<
23-06-2008, 17:47
se le colonne di cemento potessero parlare.. :sofico:
Appunto..come dicvevo prima,ecco la novità,non tanto novità per chi aveva gli elemnti per fare 1+1:
ROMA - Emanuela Orlandi sarebbe stata prelevata da Renatino De Pedis su ordine di monsignor Marcinkus, all'epoca presidente dello Ior. Lo rivela la supertestimone Sabrina Minardi, la donna che per anni fu l'amante del boss della banda della Magliana Enrico De Pedis,
GUSTAV]<
23-06-2008, 18:01
Appunto..come dicvevo prima,ecco la novità,non tanto novità per chi aveva gli elemnti per fare 1+1:
ROMA - Emanuela Orlandi sarebbe stata prelevata da Renatino De Pedis su ordine di monsignor Marcinkus, all'epoca presidente dello Ior. Lo rivela la supertestimone Sabrina Minardi, la donna che per anni fu l'amante del boss della banda della Magliana Enrico De Pedis,
addirittura... :eek:
chissà che segreti c'erano di mezzo... :rolleyes:
Assurdo...
In effetti, per il discorso dei fratellini di Gravina sono andati fino in Romania, con questa tra qualche anno si andrà su marte.
<;23022614']addirittura... :eek:
chissà che segreti c'erano di mezzo... :rolleyes:
Nessun segreto ( apparte i discorsi relativi allo ior e banco ambriosiano come finanziamenti ma questo si discosta dal caso specifico),semplicemente una faida interna alla chiesa tra chi era più vicino al patto atlatico come modus operandi e chi invece voleva continuare a trarre profitto da accordi con paesi dell'est (Ior appunto di Marcinkus).
ORLANDI: TESTE, DE PEDIS MI PORTO' A CENA DA ANDREOTTI
La testimone delle indagini sul sequestro di Emanuela Orlandi sarebbe andata anche a casa di Giulio Andreotti. La donna riferisce la circostanza nel colloquio investigativo con i funzionari della squadra mobile del 14 marzo scorso. "Io andai anche a cena a casa di Andreotti, con Renato (De Pedis, ndr) - racconta -. Ovviamente davanti a me non parlavano ... due volte ci sono andata ... Renato ricercato ... La macchina della scorta sotto casa di Andreotti della polizia ... Renato ricercato, siamo andati su ... eh ... accoglienza al massimo ... c'era pure la signora ...la moglie ... una donnetta caruccia ... ovviamente davanti non parlavano di niente". La teste precisa ancora che Andreotti "non c'entra direttamente con Emanuela Orlandi, ma con monsignor Marcinkus si'".
Il discorso si allarga decisamente....
Diciamo che Marcinkus aveva rapporti con Cosa Nostra e il Banco Amrbosiano.
Il riciclaggio di denaro da parte dello IOR avveniva per Cosa nostra così come per la Nuova Camorra organizzata,non guardava in faccia a nessuno e se poteva trarne dei benefici non si faceva scrupoli.
Andreotti si inserisce in questo contesto per alcuni aspetti rilevanti nel crack ambrosiano (il discorso relativo all'uccisione di ambrosoli - da parte di diotallevi - ) e per i suoi rapporti con la Mafia e con lo Ior.
Sarebbe bello ricostruire insieme tutti i vari passaggi che intersecano questi aspetti ma penso che mi troverei a fare un monologo.
Resta il fatto che senza conoscere questi fatti,non si potrà mai apprendere fino in fondo la storia d'Italia.
GUSTAV]<
23-06-2008, 20:04
Nessun segreto ( apparte i discorsi relativi allo ior e banco ambriosiano come finanziamenti ma questo si discosta dal caso specifico),semplicemente una faida interna alla chiesa tra chi era più vicino al patto atlatico come modus operandi e chi invece voleva continuare a trarre profitto da accordi con paesi dell'est (Ior appunto di Marcinkus).
mica si ucccide una signorina, solo x un "orientamento" politico.. :asd:
sotto sotto ci deve essere un traffico di documenti segreti che scottano....
lo dici anche tu stesso... :D
ORLANDI: TESTE, DE PEDIS MI PORTO' A CENA DA ANDREOTTI
La testimone delle indagini sul sequestro di Emanuela Orlandi sarebbe andata anche a casa di Giulio Andreotti. La donna riferisce la circostanza nel colloquio investigativo con i funzionari della squadra mobile del 14 marzo scorso. "Io andai anche a cena a casa di Andreotti, con Renato (De Pedis, ndr) - racconta -. Ovviamente davanti a me non parlavano ... due volte ci sono andata ... Renato ricercato ... La macchina della scorta sotto casa di Andreotti della polizia ... Renato ricercato, siamo andati su ... eh ... accoglienza al massimo ... c'era pure la signora ...la moglie ... una donnetta caruccia ... ovviamente davanti non parlavano di niente". La teste precisa ancora che Andreotti "non c'entra direttamente con Emanuela Orlandi, ma con monsignor Marcinkus si'".
Il discorso si allarga decisamente....
Diciamo che Marcinkus aveva rapporti con Cosa Nostra e il Banco Amrbosiano.
Il riciclaggio di denaro da parte dello IOR avveniva per Cosa nostra così come per la Nuova Camorra organizzata,non guardava in faccia a nessuno e se poteva trarne dei benefici non si faceva scrupoli.
Andreotti si inserisce in questo contesto per alcuni aspetti rilevanti nel crack ambrosiano (il discorso relativo all'uccisione di ambrosoli - da parte di diotallevi - ) e per i suoi rapporti con la Mafia e con lo Ior.
Sarebbe bello ricostruire insieme tutti i vari passaggi che intersecano questi aspetti ma penso che mi troverei a fare un monologo.
Resta il fatto che senza conoscere questi fatti,non si potrà mai apprendere fino in fondo la storia d'Italia.
e la signorina doveva avere un ruolo chiave nella faccenda...
forse trafugazione di documenti proibbiti ? :D
non ho capito una cosa... perche hanno ucciso quella ragazza ? cioe era una ragazza di 15 anni a chi poteva dare fastidio???
GUSTAV]<
23-06-2008, 20:20
oppure i soliti "pasticci" sessuali del clero ? :confused:
<;23024380']oppure i soliti "pasticci" sessuali del clero ? :confused:
Dite che metterci di mezzo l'area 51 sia sbagliato?
dave4mame
23-06-2008, 20:44
se non ricordo male il padre era dipendente del vaticano (cosa facesse proprio non lo ricordo... ma mi pare fosse un semplice travet).
piuttosto che fine ha fatto quell'altra ragazza... gregorio mi pare si chiamasse?
Maggiori dettagli sulla confessione della Minardi.
http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/cronaca/emanuela-orlandi/emanuela-orlandi/emanuela-orlandi.html
Le rivelazioni di Sabrina Minardi, ex compagna del boss della Magliana De Pedis
Il corpo fatto sparire in un cantiere a Torvaianica. La famiglia: "Vogliamo le prove"
Caso Orlandi, parla la superteste
"Rapita per ordine di Marcinkus"
Accuse verso lo scomparso presidente Ior dalla ex moglie del calciatore Giordano
In un sacco anche il figlio di un boss ucciso per vendetta. Ma le date non corrispondono
di MARINO BISSO E GIOVANNI GAGLIARDI
Caso Orlandi, parla la superteste "Rapita per ordine di Marcinkus"
I manifestini per la scomparsa di Emanuela Orlandi sono ricomparsi per le strade di Roma
ROMA - Emanuela Orlandi sarebbe stata prelevata da Renatino De Pedis su ordine di monsignor Marcinkus, all'epoca presidente dello Ior. Lo rivela Sabrina Minardi, la supertestimone che per anni fu l'amante del boss della banda della Magliana Enrico De Pedis, detto Renatino. La ragazza, dice Minardi, sarebbe poi stata uccisa e gettata in una betoniera a Torvaianica. E le sue dichiarazioni portano a nuove indagini.
Negli anni '80, la Minardi, dopo la separazione con il "bomber" della Lazio Bruno Giordano, ebbe una storia con De Pedis, che nel dicembre 1984 fu catturato proprio grazie al pedinamento della donna. Gli misero le manette nell'appartamento di Via Vittorini 63 dove lei viveva. Negli anni successivi, Minardi attraversò periodi segnati dalla cocaina. Oggi si trova in una comunità terapeutica in Trentino. Poche settimane fa, la sua famiglia è tornata all'attenzione della cronaca perché la figlia, Valentina Giordano, fu protagonista, insieme al fidanzato Stefano Lucidi, del tragico incidente sulla Nomentana in cui morirono Alessio Giuliani e la sua ragazza Flaminia Giordani.
"Nel sacco anche un bambino". "Successe tutto a Torvaianica", ricorda oggi Minardi. "Con Renatino, a pranzo da Pippo l'Abruzzese, arrivò Sergio, l'autista, con due sacchi. Andammo in un cantiere, io restai in auto: buttarono tutto dentro una betoniera. Così facciamo scomparire tutte le prove, dissero". In uno di quei sacchi c'era il corpo di Emanuela Orlandi e nell'altro, sostiene la donna, un bambino di 11 anni ucciso per vendetta, Domenico Nicitra, figlio di uno storico esponente della banda.
Date contrastanti. La testimone sostiene di essere stata la compagna del boss della Magliana tra la primavera dell'82 e il novembre dell'84. Emanuela Orlandi scomparve il 22 giugno dell'83, ma Domenico Nicitra, il bambino ucciso, morì dieci anni dopo, il 21 giugno 1993, quando De Pedis era già morto (fu ucciso all'inizio del 1990). Forse la confusione sulle date è colpa degli psicofarmaci e della droga di cui la testimone ammette di aver fatto uso per anni. Ma le dichiarazioni rese ai magistrati restano sufficientemente circostanziate e tali da giustificare un supplemento di indagini.
"Consegnai Emanuela a un sacerdote". La donna racconta di aver accompagnato con la sua macchina Emanuela Orlandi (forse durante il rapimento, ndr) e di averla consegnata a un sacerdote. Accadde sei, sette mesi prima - dice - della tragica esecuzione della figlia del commesso della Casa Pontificia. "Arrivai al bar del Gianicolo in macchina (...) Renatino mi aveva detto che avrei incontrato una ragazza che dovevo accompagnare al benzinaio del Vaticano. Arriva 'sta ragazzina: era confusa, non stava bene, piangeva e rideva. All'appuntamento c'era uno che sembrava un sacerdote: scese da una Mercedes targata Città del Vaticano e prese la ragazza. A casa domandai: A Renà, ma quella non era... Se l'hai conosciuta, mi rispose, è meglio che te la scordi. Fatti gli affari tuoi".
"Poi - aggiunge Minardi - a De Pedis chiesi: 'in mezzo a che impiccio mi hai messo', e lui rispose 'nessun impiccio'". "Di li a pochi giorni - ha detto ai pm - tentarono di rapire mia figlia, chiamai immediatamente Renato e mi disse 'se ti sei scordata quello che hai visto non succederà niente a tua figlia'. In effetti, fino a oggi non le è successo nulla" però "ho un po' di timore, perché è vero che Renato è morto, ma ci sono altre persone...".
E ancora sui ruoli rivestiti quel giorno: "La Bmw la guidava Sergio". Di quest'ultimo, di età compresa tra i 21 e i 24 anni, Minardi dà anche una descrizione: "Sarà stato alto, più o meno un metro e novanta, era parecchio più alto di Renato. Belle spalle, fisico da boxer, da sportivo, insomma. Capelli chiari e occhi verdi-azzurri. Molto riservato. Io lo vedevo sempre, faceva l'autista a Renato. Aveva un'Audi bianca. La Bmw la vidi soltanto in quel frangente lì su. Sergio l'aveva portata al bar Gianicolo".
La testimone specifica, inoltre, che lei e De Pedis arrivarono al bar Gianicolo a bordo di una A112 bianca, di proprietà della donna."Renato e Sergio me la misero (la ragazza, ndr) in macchina, più che Renato, Sergio prese la ragazza dalle mani di questa signora e la accompagnò nella mia macchina. Poi, io salii in macchina e andai. Mi dissero che alla fine di quella via c'era questo signore che l'aspettava".
La prigione. Emanuela Orlandi sarebbe stata tenuta (durante il rapimento, ndr) in un'abitazione, vicino a piazza San Giovanni di Dio, che aveva "un sotterraneo immenso che arrivava quasi fino all'ospedale San Camillo", ha aggiunto Minardi. Di lei si sarebbe occupata la governante della signora, Daniela Mobili. Secondo la testimone, la Mobili, sposata con Vittorio Sciattella, era vicina a Danilo Abbruciati, il killer della Banda della Magliana freddato nell'82 durante il fallito agguato a Roberto Rosone, vicepresidente del Banco ambrosiano.
All'appuntamento al Gianicolo, Emanuela sarebbe arrivata con la donna di servizio. Incalzata dai magistrati sull'esatta collocazione della casa, la teste ha spiegato che si trovava, venendo dalla stazione di Trastevere e salendo dalla circonvallazione Gianicolense, uno o due semafori prima della piazza San Giovanni di Dio: "A un certo punto, sulla destra ci sono dei giardini, un piccolo parco, in quella traversa lì. Dovrebbe esserci pure un fabbricato basso, un palazzo se lo ricordo bene". E il sotterraneo? "Immenso, arrivava quasi fino all'ospedale San Camillo. Io lo vidi, ma poi mi misi a camminà du' minuti, poi che mi fregava. Insomma, non mi interessava andare oltre".
Monsignor Marcinkus. Emanuela Orlandi sarebbe stata prelevata da Renatino De Pedis su ordine di monsignor Marcinkus, che fu presidente dello Ior, la banca del Vaticano, dal 1971 al 1989. Marcinkus è morto il 20 febbraio 2006 a Sun City, in Arizona. Alla specifica domanda dei magistrati, tramite chi Renato fosse stato delegato a prendere Emanuela, la donna risponde: "Tramite lo Ior... Quel monsignor Marcinkus... Renato ogni tanto si confidava". Sulle motivazioni del sequestro: "Stavano arrivando secondo me sulle tracce di chi... perché secondo me non è stato un sequestro a scopo di soldi, è stato fatto un sequestro indicato. Io ti dico monsignor Marcinkus perché io non so chi c'è dietro.. ma io l'ho conosciuto a cena con Renato... hanno rapito Emanuela per dare un messaggio a qualcuno".
La testimone sottolinea di non sapere chi materialmente prese Emanuela: "Quello che so è che (la decisione, ndr) era partita da alte vette... tipo monsignor Marcinkus... E' come se avessero voluto dare un messaggio a qualcuno sopra di loro. Era lo sconvolgimento che avrebbe creato la notizia". La donna fa un paragone con la morte di Roberto Calvi: "Gli hanno trovato le mani legate dietro, perché tu mi vuoi dare un messaggio". In un colloquio successivo, il 19 marzo, la donna aggiunge: "Renato, da quello che mi diceva, aveva interesse a cosare con Marcinkus perché questi gli metteva sul mercato estero i soldi provenienti dai sequestri".
Le ragioni del rapimento. La teste, sentita successivamente dal procuratore aggiunto Italo Ormanni e dai pm Andrea De Gasperis e Simona Maisto, ipotizza come ragione della scomparsa della giovane una "guerra di potere": "Io la motivazione esatta non la so - dice ai magistrati - però posso dire che con De Pedis conobbi monsignor Marcinkus. Lui era molto ammanicato con il Vaticano, però i motivi posso immaginare che fossero quelli di riciclare il denaro. Mi sembra che Marcinkus allora era il presidente dello Ior... però sono ricordi così. Gli rimetteva questi soldi... Io a monsignor Marcinkus a volte portavo anche le ragazze lì, in un appartamento di fronte, a via Porta Angelica... Sarà successo in totale quattro o cinque volte, tre-quattro volte... Lui era vestito come una persona normale".
Secondo la donna, l'iniziativa partiva da Renato. "C'era poi il segretario - rivela - un certo Flavio. Non so se era il segretario ufficiale. Comunque gli faceva da segretario. Mi telefonava al telefono di casa mia e mi diceva: 'C'è il dottore che vorrebbe avere un incontro'. Embè, me lo faceva capire al telefono. Poi, a lui piacevano più signorine ('minorenni, no')! Quando entravo, vedevo il signore; non che mi aprisse lui, c'era sempre questo Flavio. Mi facevano accomodare i primi cinque minuti, poi io dicevo: 'Ragazze, quando avete fatto, prendete un taxi e ve ne andate. Ci vediamo, poi, domani'".
Sabrina Minardi, rispondendo ai magistrati, precisa che le modalità con cui avvenivano questi incontri erano diverse da quelle riferite sull'episodio del Gianicolo. "Mi ricordo che una volta Renato portava sempre delle grosse borse di soldi a casa. Sa, le borse di Vuitton, quelle con la cerniera sopra. Mi dava tanta di quella cocaina, per contare i soldi dovevo fare tutti i mazzetti e mi ricordo che contò un miliardo e il giorno dopo lo portammo su a Marcinkus".
A cena da Andreotti. Sabrina Minardi ha riferito di essere andata anche a casa di Giulio Andreotti. "Io andai anche a cena a casa di Andreotti, con Renato (De Pedis, ndr) - racconta - ovviamente davanti a me non parlavano... due volte ci sono andata... Renato ricercato... La macchina della scorta sotto casa di Andreotti della polizia... Renato ricercato, siamo andati su... eh... accoglienza al massimo... c'era pure la signora... la moglie... una donnetta caruccia ... ovviamente davanti non parlavano di niente". La teste precisa che Andreotti "non c'entra direttamente con Emanuela Orlandi, ma con monsignor Marcinkus sì".
La sorella: "Chi sa, si liberi la coscienza". Domani, riunione degli investigatori negli uffici giudiziari per fare il punto dell'indagine. La sorella di Emanuela vuole le prove: "Senza quelle, non credo alla presunta testimone. Emanuela non è andata via spontaneamente, siamo sicuri di questo e quindi qualcuno è davvero a conoscenza di ciò che è accaduto. Mi chiedo se non sia arrivato, e già da tempo, il momento che questo qualcuno venga fuori e si liberi la coscienza".
Inquirenti in cerca di riscontri. Gli inquirenti, prima di pronunciarsi sulla fondatezza o meno delle dichiarazioni, vogliono riscontrare ogni più piccolo particolare. "Nel verbale della testimone ci sono indubbie incongruenze temporali che ci lasciano un po' perplessi - ammettono a piazzale Clodio - ma alcuni dettagli sono così precisi e circostanziati che meritano di essere approfonditi con attenzione". Del resto, è la prima volta che qualcuno riferisce fatti concreti sulla scomparsa di Emanuela Orlandi anche se il coinvolgimento in questa vicenda della Banda della Magliana non è un elemento inedito. "La supertestimone - è stato spiegato in Procura - non beneficia di alcun regime di protezione, non è indagata così come nessuno altro è finito sotto inchiesta sulla base di quanto da lei stessa detto". Minardi non avrebbe chiesto agli inquirenti nulla in cambio della sua lunga audizione.
Il pentito: "I Lupi grigi non c'entrano". Non è la prima volta che il nome di Emanuela Orlandi viene collegato alla Banda della Magliana. Una telefonata anonima giunta negli anni scorsi alla redazione di Chi l'ha visto? rivelò che i resti della ragazza erano nella basilica di Sant'Apollinare a Roma: "Se volete saperne di più su Emanuela Orlandi, guardate nella tomba di De Pedis", tumulato nella chiesa, nonostante i suoi trascorsi, per le generose offerte che aveva elargito alla parrocchia. E un pentito della banda, un anno fa, disse ai magistrati della Procura di Roma che in carcere, all'epoca della scomparsa della 15enne, girava insistente la voce che la pista dei "lupi grigi" collegata ad Ali Agca, l'attentatore di Giovanni Paolo II, non c'entrava niente col rapimento. "Si diceva - disse Antonio Mancini - che la ragazza era robba nostra, l'aveva presa uno dei nostri".
(23 giugno 2008)
Assurdo :(
Spero sia tutto falso , perchè sarebbe assurdo
GUSTAV]<
23-06-2008, 23:24
Assurdo :(
Spero sia tutto falso , perchè sarebbe assurdo
cosa vuoi che sia due ommicidi,
ricorda per la chiesa è più peccato la bestemmia ! :O
<;23024206']mica si ucccide una signorina, solo x un "orientamento" politico.. :asd:
sotto sotto ci deve essere un traffico di documenti segreti che scottano....
lo dici anche tu stesso... :D
e la signorina doveva avere un ruolo chiave nella faccenda...
forse trafugazione di documenti proibbiti ? :D
Non per un orientamento politico ma semplicemente per mandare un segnale molto forte al papa e a quella parte di clero che voleva una totale chiusura verso i rapporti con i comunisti.
Prima l'attentato al papa con tutti i risvolti possibili con implicazioni di servizi segreti dell'est e dello Ior di Marcinkus (fazione molto a sinistra come orientamento,al contrario dell'Opus Dei che aveva un orientamento molto più a destra e spingeva per divenire prelatura personale del papa),poi l'omicidio di due ragazze figlie di dipendenti del vaticano,poi il fallimento del banco ambrosiano con conseguente scandalo legato alla IOR.
L'Opus dei ebbe le maglio e riuscì a divenire prelatura persoanale del papa,nonostante Marcinkus fosse molto intimo di papa giovanni paolo.
Era un gioco di poter all'interno del vaticano e tutti questi avvenimenti erano dei segnali diretti al pontefice....
se non ricordo male il padre era dipendente del vaticano (cosa facesse proprio non lo ricordo... ma mi pare fosse un semplice travet).
piuttosto che fine ha fatto quell'altra ragazza... gregorio mi pare si chiamasse?
Scomparsa anche lei,come l'orlandoni....
Assurdo :(
Spero sia tutto falso , perchè sarebbe assurdo
Falso ? E' tutto terribilmente vero e non è nemmeno il peggio.....ce ne sarebbero di cosa da dire sullo Ior negli anni 70-80....
ci sono 10nni tra la orlandi e nicitra
Vaticano: «Su Marcinkus accuse
infamanti e infondate verso un morto»
La risposta agli articoli di giornali che tirano in ballo l'ex presidente della Ior nel rapimento di Emanuela Orlandi
(Ansa)
CITTÀ DEL VATICANO - Accuse «infamanti senza fondamento nei confronti di monsignor Marcinkus, morto da tempo e impossibilitato a difendersi»: così il Vaticano risponde agli articoli di giornali che tirano in ballo la responsabilità dell'ex presidente della Ior nel rapimento di Emanuela Orlandi.
LA NOTA - «La tragica vicenda della scomparsa della giovane Emanuela Orlandi è tornata di attualità nel mondo della informazione italiana. Colpisce il modo in cui ciò avviene, con l’amplissima divulgazione giornalistica di informazioni riservate, non sottoposte a verifica alcuna, provenienti da una testimonianza di valore estremamente dubbio». È quanto afferma il Vaticano in una nota diffusa dalla sala stampa della Santa Sede, in merito alla riapertura del caso Orlandi, la ragazza scomparsa 25 anni fa. «Si ravviva così - sottolinea la nota - il profondissimo dolore della famiglia Orlandi, senza dimostrare rispetto e umanità nei confronti di persone che già hanno tanto sofferto. Si divulgano accuse infamanti senza fondamento nei confronti di monsignor Marcinkus, morto da tempo e impossibilitato a difendersi. Non si vuole in alcun modo interferire con i compiti della magistratura nella sua doverosa verifica rigorosa di fatti e responsabilità. Ma allo stesso tempo - conclude la nota - non si può non esprimere un vivo rammarico e biasimo per modi di informazione più debitori al sensazionalismo che alle esigenze della serietà e dell’etica professionale».
La pista della Bmw portava alla Balduina
di Massimo Martinelli
ROMA (24 giugno) - Una persona c’era arrivata vicinissima alla soluzione del caso, come accade spesso in ogni giallo che si rispetti. Erano passate poche settimane dalla sparizione di Emanuela Orlandi; forse la ragazza era già morta, anzi quasi di sicuro. Però c’era la Bmw Touring ”verde tundra” - come l’aveva descritta un agente di polizia - che aveva portato via Emanuela. E c’era pure una dama con i capelli tinti di biondo, aggressiva e strafottente. Sopratutto molto protetta dall’alto. Che, se fosse stata messa alle strette subito, forse avrebbe potuto fornire indicazioni precise agli investigatori dell’epoca. La storia non è mai stata formalizzata in un verbale della Procura perché il protagonista della vicenda aveva un obbligo di segretezza verso un’altra istituzione dello Stato, il Sisde. Lui si chiama Giulio Gangi, era un agente operativo dei servizi segreti civili, in forza al reparto che aveva sede a piazza della Libertà, in quella ”Palazzina Vargas” come la chiamavano all’epoca che poi divenne sede dell’Alto Commissariato Antimafia.
Gangi conosceva la famiglia Orlandi e fu tra i primi ad essere allertati. Capì che accanto alle indagini della Questura forse poteva servire anche un lavoro da segugio vecchio stampo, da consumatore di suole. Ascoltò gli unici due testimoni che avevano visto l’auto sospetta: un vigile urbano e un agente di Ps. Il vigile ricordava una Bmw grossa e nera; l’agente una Bmw modello Touring, cioè giardinetta, colore ”verde tundra”, di quelle che in quegli anni in Italia erano davvero rarissime. Gangi cominciò a battere le rimesse, i garage, gli autolavaggi: magari qualcuno l’aveva vista Bmw familiare così poco diffusa in quegli anni. L’idea si rivelò azzecata, perché un meccanico del quartiere Vescovio ne aveva riparata una appena pochi giorni prima; non aveva guasti meccanici ma un danno di carrozzeria. Precisamente un finestrino rotto, quello anteriore lato passeggero. Ed era stato frantumato dall’interno verso l’esterno, come se qualcuno avesse dato un colpo violento per fuggire. O come se all’interno della macchina si fosse verificata una colluttazione molto energica. A portare la vettura in officina - disse il meccanico - era stata una donna bionda, molto bella, disinvolta. Aveva lasciato anche un recapito, per essere avvisata quando la macchina era pronta.
Gangi annotò tutto su un foglio: nome, cognome e indirizzo. Che era quello di largo Damiano Chiesa 8, zona Balduina, a due chilometri dal Vaticano, dove c’era (e c’è tuttora) il residence Mallia. Gangi si presentò da solo, mostrando il tesserino di copertura da ispettore di polizia che è in dotazione a tutti gli agenti operativi del Sisde. Parlò con la signora bionda alla presenza di due dipendenti della reception: fu lei a scendere in portineria quando la avvisarono che aveva visite. E fu parecchio aggressiva. Chiese di essere lasciata in pace, disse che non doveva dare spiegazioni a nessuno.
Gangi provò a forzare la mano, le rispose che in ogni caso sarebbe stata convocata in Questura. Poi fece per alontanarsi, ma fu preceduto dalla collega che lo aveva accompagnato con una macchina di servizio, una Fiat Panda color avana, con la quale entrò nel cortile. Fu allora che, con ogni probabilità, la donna bionda annotò la targa della macchina, che era intestata a una società di copertura del Sisde, la Gattel. E questo le fu sufficiente per dimostrare all’agente Gangi tutta la sua capacità di liberarsi dagli scocciatori: quando la Panda arrivò a piazza della Libertà, più meno dopo mezz’ora, Gangi fu chiamato dal suo caposezione, che gli chiese come si fosse permesso di andare a disturbare una persona così legata a personaggi altolocati. E lo invitò a non seguire più quella vicenda.
Nessuno ha mai chiesto a Giulio Gangi se quella donna fosse la Minardi, forse lui stesso neanche ricorda bene il nome di quella avvenente e iraconda inquilina del Mallia. Ma la faccia, certamente si.
http://www.ilmessaggero.it/articolo_app.php?id=7895&sez=HOME_ROMA&npl=&desc_sez=
Qua si va sull'inquietante andante....
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=26477&sez=HOME_ROMA&ctc=20#commenti
«Emanuela Orlandi fu rapita e uccisa da De Pedis
voleva estorcere soldi al Vaticano»
Parla Antonio Mancini, pentito della banda della Magliana
di Enrico Gregori
ROMA (24 giugno) - Antonio Mancini, 60 anni, «malavitoso di razza». La banda della Magliana non ha mai avuto un boss, ma semmai un vertice. Lui, soprannominato ”accattone”, Maurizio Abbatino, Edoardo Toscano e Marcello Colafigli. Oggi ha cambiato vita, sta ai semi-domiciliari e lavora in una cooperativa che assiste i disabili.
Attraverso il suo avvocato Ennio Sciamanna chiediamo ad ”accattone” cosa pensa di questo nuovo filone di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi.
La ragazza fu rapita per scambiare la sua liberazione con quella di Alì Agcà?
«Ma quando mai!»
E invece?
«Soldi, sempre i soldi. La banda aveva prestato cifre da capogiro a Roberto Calvi, soldi girati al Vaticano. Soldi che dovevano prima o poi tornare a casa».
Quadrerebbe. Ma la famiglia Orlandi era così importante da poter essere ”oggetto” di trattative?
«Secondo me sì, ma non mi vorrei sbilanciare».
E allora si sbilanci a dire chi rapì Emanuela Orlandi e se, oggi, Sabrina Minardi dice cose verosimili.
«In parte sì. Emanuela Orlandi fu sequestrata da Enrico De Pedis. Le trattative per il rilascio furono gestite ad alto livello. Molto alto».
Però andò tutto a scatafascio.
«Per me De Pedis ammazzò la Orlandi e provò ad andare avanti lo stesso con le trattative. Però a un certo punto il Vaticano capì come poteva essere andata e scattò il panico».
E in tutto questo c’entra anche il fatto che De Pedis sia sepolto nella chiesa di Sant’Apollinare?
«Ottenne questo durante le trattative. De Pedis era religiosissimo. Sì, ammazzava la gente, ma era religioso».
Ma De Pedis era così potente?
«Con noi in carcere lo diventò e questo non lo faceva vedere di buon occhio. Spadroneggiava. Lui fece ammazzare Edoardo Toscano, un amico mio vero».
La condanna a morte di De Pedis.
«Per forza. Edoardo doveva essere vendicato. Del resto anche in carcere qualcuno cercò di ammazzare De Pedis strangolandolo con i lacci dalle scarpe».
Comunque la vicenda Orlandi conferma che la banda aveva le mani in pasta in affari di alto livello.
«Certamente. Il documento falso in cui si parlava del cadavere di Moro nel lago della Duchessa lo fece Antonio Chichiarelli, uno di noi. Dal nostro arsenale uscì la pistola che uccise Mino Pecorelli e le armi usate per il depistaggio sulla strage di Bologna».
Quindi è vero che voi individuaste la prigione di Moro?
«Verissimo. Ce lo chiese Raffaele Cutolo di darci da fare, e trovammo la casa».
Poi?
«Poi marcia indietro. Insomma ci sono le carte, io di queste cose non mi impiccio».
E “accattone” di cosa si impicciava?
«A me piacevano i soldi, le Ferrari, i locali e le donne. Per quello ho cominciato a fare il bandito, per fare la bella vita. C’avevo i miliardi e me li sono mangiati tutti».
Quindi la banda ”morì” quando cominciò a occuparsi d’altro.
«E certo. Ma che c’entravano banditi come noi con l’attentato a Rosone? Ma Abbruciati e altri si erano legati a politici, ai servizi. Roba da matti!».
Ma lei, oggi, chi è?
«Uno che fece del male e che tenta di riscattarsi lavorando per il bene degli altri. Oggi pulisco il naso ai disabili e ne sono orgoglioso. Il male di ieri e il bene di oggi, questo è quello che ho voluto raccontare in ”Col sangue agli occhi”, un libro su di me e sulla banda scritto insieme alla giornalista Federica Sciarelli».
Cosa la spinse a diventare collaboratore di giustizia?
«La mia figlia più grande io l’ho vista solo attraverso i vetri del parlatorio del carcere.
Quando stava per nascere la seconda, un carabiniere mi chiese ”ma pure questa la vuoi vedere così?”. No, mi sono detto, pure lei no. Ho scelto la famiglia. E ho fatto bene».
Ma oggi esiste ancora la banda della Magliana?
«Sì, esiste. Anche se non spara».
ALBIZZIE
24-06-2008, 15:44
cos'è? un 2x1? :mbe: :stordita:
Roma, 16:32
ORLANDI: TESTE, SEQUESTRATA PERCHE' PADRE VIDE DOCUMENTI
Emanuela Orlandi sarebbe stata sequestrata perche' il padre Ercole, commesso della prefettura della Casa pontificia, avrebbe avuto tra le mani alcuni documenti che non avrebbe dovuto vedere. E' un'altra dichiarazione resa agli inquirenti da Sabrina Minardi, l'ex amante del boss della banda della Magliana Enrico De Pedis, detto Renatino. La testimone delle indagini sul rapimento della ragazza riferisce confidenze che le avrebbe fatto il suo compagno di allora sotto l'effetto di cocaina. De Pedis le avrebbe ripetuto piu' volte che si trattava di un gioco di potere.
L'ispezione alla tomba. Gli inquirenti romani titolari dell'inchiesta su Emanuela Orlandi potrebbero prendere in esame la possibilità di chiedere al Vaticano di ispezionare la tomba di De Pedis. A piazzale Clodio potrebbe essere valutata a breve la possibilità di verificare se la chiesa romana di Sant'Apollinare, dove si trovano i resti di "Renatino", ucciso nel febbraio 1990, sia o meno sotto la giurisdizione dello Stato Vaticano. L'eventuale ispezione della tomba, che comunque dovrebbe essere autorizzata dalla Santa Sede, è stata più volte sollecitata dai familiari di Emanuela Orlandi.
Tra l'altro, in una puntata del programma "Chi l'ha visto" di qualche anno fa andò in onda la telefonata di un uomo il quale sosteneva che per scoprire la verità sulla ragazza scomparsa 25 anni fa si doveva "andare a vedere nella tomba di De Pedis". In passato, alla richiesta di notizie sui motivi della sepoltura di "Renatino" a Sant'Apollinare, il Vaticano non ha mai risposto agli inquirenti. Nel 2005 inoltre il Vicariato di Roma non autorizzò la riesumazione del cadavere di De Pedis.
http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/cronaca/emanuela-orlandi/vaticano-marcinkus/vaticano-marcinkus.html
e basta con ste toghe rosse:O
cè del marcio in vaticano :cool:
Roma, 17:44
ORLANDI: INQUIRENTI VALUTANO ISPEZIONE TOMBA DE PEDIS
Ispezionare la tomba nella cripta della Chiesa di Sant'Apollinare dove e' sepolto Enrico De Pedis, detto 'Renatino', il boss della Banda della Magliana (deceduto nel '90) autore del sequestro di Emanuela Orlandi, secondo quanto raccontato dalla sua ex amante. Sarebbe questo uno degli obiettivi inseguiti dai magistrati della procura di Roma che indagano sulla scomparsa della 15enne romana avvenuta il 22 giugno del 1983. Incuriositi dalla telefonata di un certo Mario che due anni fa intervenne alla trasmissione 'Chi l'ha visto?' suggerendo di dare un'occhiata al luogo della sepoltura per trovare una soluzione al mistero, i pm Andrea De Gasperis e Simona Maisto, coordinati dall'aggiunto Italo Ormanni, potrebbero prendere in considerazione l'ipotesi di giocare anche questa carta nella speranza che dall'esame della tomba possano emergere elementi utili alle indagini. Del resto, al di la' dell'inevitabile attivita' di riscontro legata alle dichiarazioni rese nelle settimane scorse alla polizia dalla supertestimone, molte delle persone tirate in ballo in questa vicenda sono decedute. Anche i familiari della Orlandi, dal canto loro, hanno sempre sostenuto la necessita' di controllare il contenuto di quella tomba. Rimane per chi indaga un ostacolo di fondo, e cioe' capire se la Chiesa di Sant'Apollinare rientri o meno nel territorio e nella giurisdizione del Vaticano.
Che pagina nera, assurda, inqualificabile della storia d' Italia
Ma ancora Non ho ben compreso che cavolo ci azzeccava sta povera sventurata, ok famiglia influente in Vaticano, ma se dovevano fare una cosa del genere per ripicca, come ho letto, rapisci il diretto interessato, NON una persona che tu pensi possa smuovere solo perchè influente!!
Ah quando si dice, NON fidarti mai di nessuno, bene men che meno delle toghe nere...:doh:
Mi vien da pensare che un politico (molto altro in termini istituzionali, meno in fisico...) italiano, anzi più di uno... ci azzecchi qualcosa...:O
Che pagina nera, assurda, inqualificabile della storia d' Italia
Ma ancora Non ho ben compreso che cavolo ci azzeccava sta povera sventurata, ok famiglia influente in Vaticano, ma se dovevano fare una cosa del genere per ripicca, come ho letto, rapisci il diretto interessato, NON una persona che tu pensi possa smuovere solo perchè influente!!
Ah quando si dice, NON fidarti mai di nessuno, bene men che meno delle toghe nere...:doh:
Mi vien da pensare che un politico (molto altro in termini istituzionali, meno in fisico...) italiano, anzi più di uno... ci azzecchi qualcosa...:O
Lui,andreotti diciamolo pure,c'azzecca sempre.
Per esempio come mandandte dell'omicidio pecorelli per cui fu assolto ma nelle cui carte processuali restano così tanti dubbi da pensare solo ad un'assoluzione politica.
E sapete chi probabilmente fece quell'omicidio su commissione ? La banda della magliana,naturalmente....
E cosa stava per pubblicare Pecorelli su OP ? Un articolo chiamato "Gli assegni del presidente" tratto dal memoriale di Moro ritrovato da Dalla Chiesa in cui lo statista raccontava dello scadalo ital casse in cui egli stesso era coinvolto ma in cui Andreotti intascava somme da capogiro.
Insomma,tutto si collega e guarda caso,spesso,tutto passa da Andreotti....
-kurgan-
24-06-2008, 19:10
Vaticano: «Su Marcinkus accuse
infamanti e infondate verso un morto»
La risposta agli articoli di giornali che tirano in ballo l'ex presidente della Ior nel rapimento di Emanuela Orlandi
(Ansa)
CITTÀ DEL VATICANO - Accuse «infamanti senza fondamento nei confronti di monsignor Marcinkus, morto da tempo e impossibilitato a difendersi»: così il Vaticano risponde agli articoli di giornali che tirano in ballo la responsabilità dell'ex presidente della Ior nel rapimento di Emanuela Orlandi.
LA NOTA - «La tragica vicenda della scomparsa della giovane Emanuela Orlandi è tornata di attualità nel mondo della informazione italiana. Colpisce il modo in cui ciò avviene, con l’amplissima divulgazione giornalistica di informazioni riservate, non sottoposte a verifica alcuna, provenienti da una testimonianza di valore estremamente dubbio». È quanto afferma il Vaticano in una nota diffusa dalla sala stampa della Santa Sede, in merito alla riapertura del caso Orlandi, la ragazza scomparsa 25 anni fa. «Si ravviva così - sottolinea la nota - il profondissimo dolore della famiglia Orlandi, senza dimostrare rispetto e umanità nei confronti di persone che già hanno tanto sofferto. Si divulgano accuse infamanti senza fondamento nei confronti di monsignor Marcinkus, morto da tempo e impossibilitato a difendersi. Non si vuole in alcun modo interferire con i compiti della magistratura nella sua doverosa verifica rigorosa di fatti e responsabilità. Ma allo stesso tempo - conclude la nota - non si può non esprimere un vivo rammarico e biasimo per modi di informazione più debitori al sensazionalismo che alle esigenze della serietà e dell’etica professionale».
Roma, 17:44
ORLANDI: INQUIRENTI VALUTANO ISPEZIONE TOMBA DE PEDIS
Ispezionare la tomba nella cripta della Chiesa di Sant'Apollinare dove e' sepolto Enrico De Pedis, detto 'Renatino', il boss della Banda della Magliana (deceduto nel '90) autore del sequestro di Emanuela Orlandi, secondo quanto raccontato dalla sua ex amante. Sarebbe questo uno degli obiettivi inseguiti dai magistrati della procura di Roma che indagano sulla scomparsa della 15enne romana avvenuta il 22 giugno del 1983. Incuriositi dalla telefonata di un certo Mario che due anni fa intervenne alla trasmissione 'Chi l'ha visto?' suggerendo di dare un'occhiata al luogo della sepoltura per trovare una soluzione al mistero, i pm Andrea De Gasperis e Simona Maisto, coordinati dall'aggiunto Italo Ormanni, potrebbero prendere in considerazione l'ipotesi di giocare anche questa carta nella speranza che dall'esame della tomba possano emergere elementi utili alle indagini. Del resto, al di la' dell'inevitabile attivita' di riscontro legata alle dichiarazioni rese nelle settimane scorse alla polizia dalla supertestimone, molte delle persone tirate in ballo in questa vicenda sono decedute. Anche i familiari della Orlandi, dal canto loro, hanno sempre sostenuto la necessita' di controllare il contenuto di quella tomba. Rimane per chi indaga un ostacolo di fondo, e cioe' capire se la Chiesa di Sant'Apollinare rientri o meno nel territorio e nella giurisdizione del Vaticano.
certo che lette una dietro l'altra queste notizie fanno porre a tutti una domanda: perchè il vaticano non dà una spiegazione sul motivo per cui un assassino è sepolto dentro una chiesa invece di blaterare su presunte "accuse infamanti"? si spieghi, se sono accuse infamanti.
da wikipedia:
La sepoltura di De Pedis [modifica]
Enrico De Pedis ha ricevuto una sepoltura del tutto particolare per un comune cittadino, che risulta ancora più sorprendente trattandosi di un criminale. La sua tomba infatti si trova in territorio vaticano, all'interno della cripta della basilica di Sant'Apollinare a Roma; solo alla moglie è stato consentito l'accesso.
Il 6 marzo 1990, a soli 32 giorni dalla morte, il rettore della basilica, monsignor Piero Vergari, attestò con una lettera lo status di grande benefattore di De Pedis: "Si attesta che il signor Enrico De Pedis nato in Roma - Trastevere il 15/05/1954 e deceduto in Roma il 2/2/1990, è stato un grande benefattore dei poveri che frequentano la basilica ed ha aiutato concretamente a tante iniziative di bene che sono state patrocinate in questi ultimi tempi, sia di carattere religioso che sociale. Ha dato particolari contributi per aiutare i giovani, interessandosi in particolare per la loro formazione cristiana e umana".
Dopo 4 giorni l'allora Vicario della diocesi di Roma, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il cardinale Ugo Poletti, rilasciava il nulla osta alla sepoltura di De Pedis all'interno della basilica di Sant'Apollinare. Il 24 aprile la salma di De Pedis venne tumulata e le chiavi del cancello vennero consegnate alla vedova.
quindi per il vaticano quest'uomo è un benefattore?
incredibile dare tutto questo credito alle panzanate di un testimone a cui i giudici credono poco, un racconto senza prove e pieno di contraddizioni ed errori, ma tant'è...
E le prove? dove sono? hihihihi :asd: :asd:
Ovviamente tutto molto sospetto :D se non fosse che ben conosciamo il perchè delle fanfare a questa bufala....
La Chiesa, c'è, esiste e ci sarà, anche quando queste ennesime idiozie saranno sepolte nella carta straccia.
8x1000 presente!
vaio-man
25-06-2008, 00:06
incredibile dare tutto questo credito alle panzanate di un testimone a cui i giudici credono poco, un racconto senza prove e pieno di contraddizioni ed errori, ma tant'è...
E le prove? dove sono? hihihihi :asd: :asd:
Ovviamente tutto molto sospetto :D se non fosse che ben conosciamo il perchè delle fanfare a questa bufala....
La Chiesa, c'è, esiste e ci sarà, anche quando queste ennesime idiozie saranno sepolte nella carta straccia.
8x1000 presente!
al contrario, considera che anche se ha il cervello in pappa per colpa della droga i ricordi dono li pronti a raffiorare, gli investigatori chiedono quello che gli serve tramite gli psicologi che sanno come far tornare i ricordi ad una persona in quello stato senza torturarla. l'unico dubbio è quello stacco di dieci anni tra la orlandi e il figlio del pentito, e stanno cercando di capire perchè lei li accavalca, magari le due cose sono in qualche modo collegate, magari quel pentito era a conoscenza della vicenda orlandi e voleva raccontarla e come segnale gli hanno ucciso il figlio, chi lo sa?
incredibile dare tutto questo credito alle panzanate di un testimone a cui i giudici credono poco, un racconto senza prove e pieno di contraddizioni ed errori, ma tant'è...
E le prove? dove sono? hihihihi :asd: :asd:
Ovviamente tutto molto sospetto :D se non fosse che ben conosciamo il perchè delle fanfare a questa bufala....
La Chiesa, c'è, esiste e ci sarà, anche quando queste ennesime idiozie saranno sepolte nella carta straccia.
8x1000 presente!
cioe ma scrivi solo perche nn riesce a tenere le dita ferme?
i rapporti tra marcinkus-calvi-bancoambrosiano-bandadellamagliana-p2-ecc ecc non se lo sono inventate le toghe rosse...
weather65
25-06-2008, 00:53
piuttosto che fine ha fatto quell'altra ragazza... gregorio mi pare si chiamasse?
Mirella Gregori si chiamava....
Scomparve diversi giorni prima della Orlandi, ma "mediaticamente" e' stato sempre preso "a cuore" il caso di quest'ultima......chissa' perche'.....:O
IL RACCONTO. L'autore del best seller sui gangster della Capitale
ricostruisce il loro possibile ruolo nel sequestro della Orlandi
Dalla Magliana ai salotti buoni
romanzo criminale di una banda
di GIANCARLO DE CATALDO
BISOGNA sempre fare una robusta tara, quando si parla di Banda della Magliana: con l'andar del tempo, la dimensione di questo gruppo criminale ha assunto contorni di leggenda. Piccoli delinquentelli cani sciolti si appropriano con disinvoltura di quarti di nobiltà criminale millantando legami inesistenti con la Banda. E zelanti sbirri accrescono il prestigio di arresti periferici collegando arbitrariamente il ladro di turno alla ormai mitica Banda. La "voce" di rapporti fra De Pedis e il Vaticano riemersa prepotentemente in questi giorni, non è una novità in senso assoluto: anche se, almeno sino al maxiprocesso del 1996, niente di serio era mai trapelato. E' verosimile un così prolungato silenzio, anche da parte dei "pentiti"?
Non avevano forse accusato altre figure eccellenti (qualcuno ritrattando, qualcun altro, come Antonio Mancini, confermando senza mai smentirsi)? Se sapevano, perché hanno taciuto su Emanuela?
Il dato di partenza, se considerato come ipotesi "di contesto", appare comunque verosimile. A parte il dettaglio della sepoltura in terra consacrata di un uomo che, quando fu assassinato, chiamavano "Il Presidente" della malavita, che De Pedis e l'ala "testaccina" da lui capeggiata godessero di ottime entrature, è verità storicamente accertata. Non altrettanto certo è che si possa attribuire un'analoga capacità di manovra all'intera Banda della Magliana.
Anche qui vanno sfatati alcuni resistenti luoghi comuni. Come associazione criminale, la Banda della Magliana nacque per aggregazione di "batterie" di giovani delinquenti di periferia. Si strutturò come vera e propria banda reinvestendo nel traffico di eroina e di cocaina i proventi di un tragico sequestro di persona. Impose la propria egemonia sulla città di Roma grazie a un uso sapiente e chirurgico della violenza, e, da un certo punto in avanti, fu apertamente "aiutata" a progredire. Sottovalutazione della pericolosità, distrazione delle forze dell'ordine, impegnate nella spasmodica caccia ai terroristi, soprattutto "rossi", l'abilità manovriera di alcuni boss assicurarono alla Banda una rete di complicità che, sia pure per un breve periodo, equivalse a una patente di impunità.
Ma, attenzione: non tutti i componenti della Banda, e non sempre, poterono godere di uguale libertà di manovra. Secondo una consolidata legge della malavita - e il crimine organizzato non fa eccezione - da un certo momento in avanti si procedette ciascuno per sé. Invidie e rancori esplosero fra l'anima "proletaria" e borgatara e quella più compromessa con pericolosi compagni di strada come mafiosi, massoni deviati, terroristi, grand commis dalle oscure frequentazioni. D'altronde, era inevitabile che fra gente che sognava una villetta all'Infernetto e un negozio di parrucchiera per la sua compagna e uno come Renatino De Pedis che ostentava atteggiamenti e look da gran signore, si finisse ai ferri corti. Per intenderci: per cercare la prigione di Moro fu coinvolta l'intera banda, ma a sparare a Roberto Rosone, il vice di Calvi all'Ambrosiano, Danilo Abbruciati ci andò da solo, e senza informare gli altri. Proprio per questo, d'altronde, ipotizzare che la scomparsa di Emanuela Orlandi sia un affare "tout court" della Magliana è azzardato: perché, in quell'anno 1983, la storia personale di De Pedis aveva già preso un'altra strada.
Il suo coinvolgimento nella scomparsa di Emanuela potrebbe però trovare, stando ai si dice di questi giorni, una spiegazione in chiave di politica, interna o internazionale. Il ricatto al Vaticano, l'ombra di Marcinkus, i maledetti (viene da dire: diabolici) soldi dello Ior, l'esecuzione sotto il Ponte dei Frati Neri, i missili Exocet, il sicario turco che invoca la Madonna di Fatima... Un gioco enorme anche per gente pronta a tutto, che, negli anni a venire, avremmo imparato ad assimilare non alla genìa dei criminali, ma a quella degli imprenditori "abili e spregiudicati". Uno scenario tanto tragico quanto affascinante. Uno scenario che l'ostinato "riserbo" mantenuto in tutti questi anni dalle gerarchie ecclesiastiche ha decisamente complicato. Le ex spie dell'Est, però, smentiscono categoricamente. D'accordo, le smentite dei professionisti della menzogna lasciano il tempo che trovano. Ma è impossibile non tenerne conto, non foss'altro per smentire le smentite.
Nel corso degli anni, altre "piste" si sono accavallate. Qualcuno era innamorato follemente di Emanuela e se l'è portata via. Qualcun altro è intervenuto impiantando un ricatto politico su una vicenda di tutt'altro genere. La Banda della Magliana, o chi diceva di agire a suo nome, o semplicemente sfruttava la propria autorevolezza criminale, si è prestato al gioco. Sta di fatto che qualunque ipotesi rimanda, drammaticamente, al Vaticano e ai suoi silenzi. I verbali che circolano, ha osservato il giudice Lupacchini, che di questa storia ne sa forse più di chiunque altro, conterrebbero almeno una grave imprecisione temporale. Staremo a vedere. Può sembrare una frase fatta, ma è così che funzionano - o dovrebbero funzionare - le cose nell'ambito della giustizia. Soltanto il tempo potrà fornire le risposte. Il tempo dell'inchiesta giudiziaria: che è lento, meditato, scandito da regole che da un lato impongono verifiche puntuali, addirittura ossessive, della credibilità di testimoni e imputati, dall'altro assoggettano ogni dichiarazione alle strettoie del regime processuale. In vicende di questo genere ci si rende acutamente conto di come il tempo della giustizia e quello, convulso e frenetico, dell'informazione, corrano a due velocità inconciliabili.
Tutti gli addetti ai lavori, in questi giorni, sono benissimo a conoscenza di alcune verità elementari. Non è affatto garantito che tutti i verbali diventino "prova" in un dibattimento. Non è nemmeno certo che, alla fine, un processo debba necessariamente essere celebrato. E chiunque faccia questo mestiere, d'altronde, sa quanto sottile sia il discrimine fra verità e calunnia, e quanto sia arduo, a volte, individuarlo: solo pochi anni fa un "superteste" annunciò bombe e stragi e sui giornali si parlò di golpe imminente. Poi si venne a sapere che il superteste era screditato, e gli stessi giornali definirono il golpe "una bufala". Era il marzo 1992. E non era una bufala. Di lì a poco avrebbero ucciso Lima, Falcone, Borsellino, e fatto saltare in aria gli Uffizi e San Giorgio al Velabro, oscurato i centralini del Viminale, cercato di coinvolgere il Presidente della Repubblica in uno scandalo finanziario.
I nuovi sviluppi del caso Orlandi ci costringono, una volta di più, a riaprire la partita con la storia criminale d'Italia. Una storia segnata da una continuità impressionante di rapporti fra settori deviati delle istituzioni e criminalità organizzata, fra servitori infedeli dello Stato e terroristi, fra uomini in grigio e coppole e lupare. Una lunga catena di agevolazioni, depistaggi, affari gestiti in comune. Con costanti pressoché obbligate: lo scambio di favori, l'occultamento delle prove, il patto per tacere segreti inconfessabili. Da qui, anche da qui, l'esito deludente di processi che si annunciavano clamorosi e che si sono trasformati in altrettante débacle per la giustizia: anche dietro l'omicidio Pecorelli c'era la Magliana. Tutti assolti. Andreotti baciò Riina. Tutti assolti (o prescritti). Calvi fu "assistito" a Londra dagli usurai di Campo dei Fiori. Tutti assolti.
Speriamo che anche questa volta non finisca allo stesso modo.
(25 giugno 2008)
Questo articolo,scritto da uno dei massimi esperti italiani della BdM,pesno che sia il miglior compromesso per le ultime vicende,controverse,emersi questi giorni.
-kurgan-
25-06-2008, 17:14
cioe ma scrivi solo perche nn riesce a tenere le dita ferme?
i rapporti tra marcinkus-calvi-bancoambrosiano-bandadellamagliana-p2-ecc ecc non se lo sono inventate le toghe rosse...
e la tomba di quell'assassino della banda della magliana è sempre lì in vaticano.
La donna accusata dalla superteste del rapimento di Emanuela Orlandi: la denuncio
Il rettore della basilica dove è sepolto de Pedis: "Troveranno solo le sue ossa"
"Non sono io la carceriera
quando è scomparsa ero in galera"
di MARINO BISSO
http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/cronaca/emanuela-orlandi/carceriera-smentisce/carceriera-smentisce.html
Emanuela Orlandi in un'immagidi d'archivio
ROMA - "Non c'entro niente con il rapimento di Emanuela Orlandi. Questa Minardi nemmeno la conosco. Dall'82 all'84 ero in carcere e anche mio marito, Vittorio Sciattella, in quel periodo, era in prigione". Si è presentata spontaneamente ai magistrati, Daniela Mobili, indicata dalla superteste Sabrina Minardi come proprietaria dell'appartamento dove sarebbe stata tenuta sequestrata Emanuela Orlandi.
La donna assieme al marito e alla donna delle pulizie è stata ascoltata dal procuratore aggiunto Italo Ormanni, dai pm Andrea De Gasperis e Simona Maisto e dal capo della squadra mobile Vittorio Rizzi. A chiamarla in causa è stata l'ex amante del boss della banda della Magliana, Enrico De Pedis. La Minardi ha raccontato che Emanuela era stata affidata alla domestica della Mobili che in un'occasione l'avrebbe accompagnata in auto. "A casa mia veniva solo una donna di servizio pagata a ore. E non ha mai avuto la patente, quindi non poteva accompagnare quella ragazza" ha aggiunto la Mobili che ha dato mandato al suo avvocato Angela Porcelli di denunciare la Minardi per calunnia.
Intanto nuovi particolari e altre incongruenze emergono dall'interrogatorio della Minardi. "La casa di proprietà di Daniela Mobili era formata da due o tre camere da letto. Ho conosciuto la Mobili nell'81 tramite una parente del mio ex marito - ha detto la superteste - A lei ho confidato di aver accompagnato la Orlandi, su ordine di De Pedis, vicino al Vaticano. Lei sapeva già che in quella casa era ospitata la ragazza".
I ricordi della Minardi si confondono quando parla di Danilo Abbruciati, ucciso nell'82 a Milano dopo aver sparato al vicepresidente del Banco Ambrosiano, Roberto Rosore. Secondo l'ex amante di Renatino il sotterraneo, vicino alla casa dove era tenuta la Orlandi, sarebbe stato "ristrutturato da Abbruciati per nascondervi i sequestrati... Mi aveva detto anche che a casa della Mobili bisognava portare la spesa perché c'era una ragazzina che doveva mangiare". Ma all'epoca del sequestro Orlandi Abbruciati era morto.
Per stabilire l'attendibilità della teste diventano fondamentali le indagini della squadra mobile sui luoghi indicati dalla Minardi. Sono stati già disposti accertamenti catastali e controlli su alcune abitazioni di vecchi esponenti della banda della Magliana. E ora del caso di Emanuela Orlandi se ne occuperà anche il Copasir, il Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti.
Per l'eventuale ispezione della tomba di De Pedis nella basilica di Sant'Apollinare, la Procura ha accertato che il luogo di culto non gode del regime di extraterritorialità. La magistratura potrà svolgervi accertamenti previa richiesta al vicariato che dovrà poi inoltrare la pratica alla Santa Sede. Il rettore della basilica, monsignor Pedro Huidobro, ha già detto di non essere contrario: "Ma credo che dentro alla cripta gli inquirenti troveranno solo i resti di Enrico De Pedis".
(26 giugno 2008)
Gianicolense, polizia nei sotterranei
forse usati per il sequestro Orlandi
ROMA - Gli uomini della squadra mobile di Roma stanno effettuando questa mattina una "ispezione dei luoghi" dell'appartamento e dell'ampio sotterraneo, in via Pignatelli, nei pressi di piazza San Giovanni di Dio, in zona Gianicolense, dove, in base alle dichiarazione rilasciate Sabrina Minardi, sarebbe stata tenuta Emanuela Orlandi. Sul posto sono presenti, in via precauzionale, anche gli esperti della scientifica per i rilevamenti di eventuali tracce.
Imposimato: sulla Orlandi verita' e bugie
di Dora Quaranta – 25 giugno 2008
Roma. Il giudice Ferdinando Imposimato commenta le dichiarazioni della supertestimone Sabrina Minardi sul caso Emanuela Orlandi.
Imposimato è l’autore del libro Vaticano. Un affare di Stato. Le infiltrazioni, l’attentato. Emanuela Orlandi ed ha coordinato varie indagini: dall’omicidio Moro all’attentato al Papa, ecc. Intervistato da “Repubblica Radio Tv” il giudice dice che nelle parole della Minardi vi sono spunti di verità ma anche invenzioni. I rapporti tra Mancinkus e Calvi con componenti della Banda della Magliana sono verità processuali. Calvi si è rivolto alla Banda per recuperare parte dei soldi versati allo Ior. La Banda della Magliana, dice sempre Imposimato, ricattava il Papa. Infatti da alcune lettere scritte da Calvi si evince che il banchiere aveva recuperato dei documenti in grado di ricattare il Vaticano. Da De Pedis sono stati effettuati dei versamenti, spiega sempre Imposimato, a uomini dello Ior e quindi a Marcinkus. Imposimato ritiene una menzogna che sia stata la Banda della Magliana a sequestrare Emanuela Orlandi. Ci sono tra l’altro delle contraddizioni evidenti in quanto dichiarato dalla Minardi a proposito della morte della ragazza avvenuta insieme a quella del piccolo Domenico Nicitra. La morte del bambino è avvenuta dieci anni dopo il rapimento della Orlandi. Il giudice ricorda che nel 1984 c’è stato un incontro tra un uomo che si presentò come un giornalista russo (in realtà si scoprì che era un colonnello del Kgb) e l’avvocato Gennaro Igidio. Quest’uomo fornì tutta una versione suggestiva ed inventata sui rapporti tra Ercole Orlandi, padre di Emanuela, e monsignor Marcinkus. Ercole Orlandi, assicura Imposimato, non è mai stato coinvolto in traffici di nessun genere, <<tutti i documenti in suo possesso li ha consegnati a me>> ha detto il giudice che ha poi aggiunto: <<il sequestro della ragazza è la continuazione dell’attentato al Papa, un attacco trasversale al Papa che lo aveva capito. Infatti Giovanni Paolo II il 25 dicembre è andato a casa della Orlandi ed ha detto che Emanuela è stata rapita in odio a me. Il Papa ha fatto ben otto appelli per la liberazione di Alì Agca. L’effetto lo hanno ottenuto perché Agca dopo il rapimento della Orlandi ha fatto sparire tutte le prove, nel carcere di Rebibbia è stato minacciato da due uomini del Kgb che gli dissero “noi abbiamo rapito la Orlandi per te, quindi tu ci devi aiutare prima del processo pubblico in Corte d’Assise”. Questa è la verità che ha trovato dei riscontri obiettivi nei documenti>>.
Come ho sempre pensato pure io,il rapimento della orlandi rientrava in quel grosso affare che ci fu per ricattare il papa ed evitare che lo IOR fosse tolto a Marcinkus e che l'opus dei diventasse prelatura personale del papa,giustamente anche nel vaticano c'era chi era a destra come ideologia e chi a sinistra ( o piùà semplicemente nn faceva distinzioni di colore per avviare attività illecite).
ORLANDI: CONCLUSO SOPRALLUOGO IN PALAZZINA VIA PIGNATELLI
E' durata circa otto ore l'ispezione degli agenti della polizia scientifica e della squadra mobile di Roma nella palazzina di via Antonio Pignatelli dove, secondo il racconto di Sabrina Minardi, gli uomini della Magliana avrebbero tenuto in ostaggio Emanuela Orlandi. Gli investigatori hanno posto i sigilli alla porta che conduce ai cunicoli dei sotterranei della palazzina.
Caso Orlandi: una città nascosta sotto il palazzo
dove la ragazza potrebbe essere stata prigioniera
ROMA (26 giugno) - Si nasconde una vera e propria città sotto la palazzina di via Pignatelli a Roma, dove in un appartamento, secondo la teste Sabrina Minardi sarebbe stata tenuta prigioniera Emanuela Orlandi. In questo dedalo di scantinati, gallerie e cunicoli sotterranei nel quartiere Monteverde Nuovo, si è svolta per 8 ore questa mattina l'ispezione dei poliziotti della Squadra Mobile. Gli agenti della Mobile e della scientifica hanno trovato «un camminamento sotterraneo che arriverebbe fino all'ospedale San Camillo».
Questo elemento conferma le parole dell'ex compagna di Enrico De Pedis che, nelle sue dichiarazioni aveva indicato agli inquirenti la presenza di questi «ampi sotterranei». Sempre secondo i poliziotti della questura di Roma questi scantinati negli anni avrebbero subito alcune modifiche, con alcune zone rese inaccessibili dalla costruzione di mura. Fra gli abitanti della zona c'è chi li ha utilizzati in passato come cantine. All'ispezione erano presenti anche i pm titolari dell'inchiesta, il procuratore aggiunto Italo Ormanni e i sostituti Andrea De Gasperis e Simona Maisto. Dopo il sopralluogo gli agenti hanno apposto i sigilli all'ingresso del sotterraneo.
Georadar per la ricerca di tracce. La squadra del nucleo ert specializzato in ricerca tracce della polizia scientifica, ha utlizzato anche un georadar. Le verifiche sono state affettuate anche in via Giovanni De Romanis, strada che fa angolo con via Pignatelli. Il macchinario è stato utilizzato anche nel giardino di una scuola materna che dista circa venti metri dalla palazzina dove, secondo Sabrina Mainardi, sarebbe stata tenuta prigioniera Emanuela Orlandi.
Allagamento dieci anni fa. I sotterranei dieci anni fa sono rimasti completamente allagati a causa della rottura delle fognature. A raccontarlo è stato Claudio Maurizi,
un abitante della zona. «Io quei sotterranei li conoscono bene, ci sono stato più
volte - ha detto l'uomo che abita nel quartiere da oltre trent'anni - l'ultima proprio l'anno scorso. Nessuno qui sa dove finiscono i cunicoli perché ormai sono intasati di fango e bloccati da mura». L'uomo conosce bene anche il palazzo in via Pignatelli. «L'unico appartamento presente nel sotterraneo - ha detto Maurizi - è ora abitato da una canadese che lo ha acquistato due anni fa. La casa ha una finestra che dà su via De Romanis». Il cunicolo è composto da numerose arcate: locali molto umidi buoni «solo da utilizzare come cantine», ha aggiunto Maurizi.
Ieri è stata interrogata la presunta carceriera che ha smentito le dichiarazioni di Sabrina Mainardi.
Per trenta secondi l’amerikano sfuggì alla trappola
di Enrico Gregori
ROMA (26 giugno) - Il giallo Orlandi ha inevitabilmente riportato alla luce anche il mistero di Mirella Gregori e, soprattutto, le ipotesi di un collegamento tra i due casi. Ci sono coincidenze ma anche (secondo gli investigatori) verità accertate. Il che, però, lascia comunque aperta la pista di un colossale depistaggio.
Ma veniamo ai fatti e consideriamo la figura del cosiddetto ”amerikano”, il telefonista del caso Orlandi. Ebbene, lo stesso misterioso personaggio telefonò almeno una volta anche a casa Gregori, descrivendo esattamente come era vestita Mirella al momento della sua scomparsa. L’abbigliamento della giovane fu confermato dalle persone che per ultime videro Mirella.
È poco? Forse. Ma all’epoca dei fatti c’era un uomo della sicurezza vaticana sotto intercettazione da parte degli investigatori. Le sue conversazioni vertevano sul caso Orlandi. «È quantomeno singolare - dicono gli inquirenti - che questo personaggio abitasse nel palazzo adiacente il bar della famiglia Gregori».
Eppure la verità sarebbe stata a portata di mano, se la fortuna avesse assistito gli investigatori. Perché a un certo punto l’amerikano fu a un passo dal cadere in trappola. Era stata infatti individuata la zona Appio-Claudio come quella dalla quale partivano quasi tutte le sue telefonate.
I mezzi tecnologici dell’epoca non erano sofisticati come quelli odierni e quindi furono messe fuori uso circa trecento cabine telefoniche per costringere l’amerikano a chiamare da una delle circa 250 rimaste in funzione.
Alle 22.30 di un giorno d’inverno, lui chiamò il legale della famiglia Orlandi proprio da uno di quei telefoni pubblici. Il pool investigativo coordinato da Nicola Cavaliere aveva dislocato nelle strade dell’Appio-Claudio trenta volanti pronte a rintracciare il telefonista.
La centrale d’ascolto segnalò la cabina ”buona” e due pattuglie si precipitarono. Ma arrivarono con trenta secondi in ritardo. I poliziotti fecero solo in tempo a vedere la schiena dell’amerikano e a notare che aveva un berretto calcato sulla testa. Lo videro fuggire a gambe levate per i vicoli del quartiere.
Oggi, ma non solo, si ipotizza che l’amerikano fosse monsignor Marcinkus. «Fantasie - dicono gli investigatori - l’amerikano per noi era certamente qualcuno che apparteneva ufficialmente o no ai servizi segreti. Buoni o deviati non si sa, ma da lì veniva. Marcinkus che va a spasso per l’Appio-Claudio in cerca di cabine telefoniche è fantascienza».
Inoltre la famiglia Orlandi e quella Gregori avevano lo stesso avvocato, ossia Gennaro Egidio. E fu proprio lui a essere contattato dall’amerikano. La comunicazione fu questa: «Mirella Gregori...non abbiamo nulla da fare. Prepara i genitori a questo...non esiste più nessuna possibilità. Questo io ti dico». Sibillino, ma fino a un certo punto. Mirella, insomma, era morta.
Ma perché gli Orlandi e i Gregori avevano lo stesso legale? Per rispondere a questo bisogna tornare a un’altra singolare coincidenza, ossia la pista turca. In un comunicato del ”Fronte liberazione Turkesh” del 4 agosto 1983 comparve una frase esplicativa: "Mirella Gregori? Vogliamo informazioni. A queste condizioni la libereremo".
E poi c’è la questione degli identikit. Le due “facce” che pedinarono Emanuela assomigliavano molto, secondo i familiari di Mirella, a quelle viste parecchio tempo prima nei dintorni del bar.
E qui la cronaca cede di nuovo il passo alle ipotesi.
Mirella Gregori scomparve il 7 maggio del 1983, ossia 46 giorni prima di Emanuela Orlandi.
Una teoria investigativa fu che il sequestro di Mirella dovesse essere una ”esercitazione” per il futuro rapimento di Emanuela Orlandi. Un macabro esperimento, insomma, per verificare come e con quali tempi si sarebbero mossi gli investigatori.
Del resto, si pensò all’epoca, sequestrare Emanuela Orlandi avrebbe avuto un senso essendo la ragazza figlia di una persona che lavorava presso la Santa Sede. Mentre Mirella Gregori era figlia di onesti lavoratori e brava gente ma certamente non in vista. Quale forza poteva avere un’estorsione basata sull’eventuale rilascio della ragazza? Non fu quindi fuori dal mondo ipotizzare una connessione e che la stessa ”mente” avesse progettato i due sequestri.
Anche il giudice Imposimato sostenne che le due vicende erano collegate. Il fine era ottenere la grazia di Ali Agca per intercessione del pontefice Giovanni Paolo II (nel caso Orlandi) e del presidente Sandro Pertini (nel caso Gregori).
Ma in questo caso si riaffaccerebbe l’ombra dei ”lupi grigi” e, forse, il colossale depistaggio.
Certo è impressionante. Neppure la più fervida mente dello sceneggiatore noir potrebbe pensare a cose del genere...
LuVi
In questioni come Moro,P2,Calvi,Sindona,Ior,Marcinkus,Camorra,'Ndrangheta e Servizi Segreti deviata,la realtà supera di gran lunga la fantasia.....
Intanto...
ORLANDI:SALMA DE PEDIS SARA' SPOSTATA DA SANT'APOLLINARE
La tomba di Enrico 'Renatino' De Pedis non sara' piu' all'interno della chiesa di sant'Apollinare. Lo ha annunciato il legale della famiglia dell'esponente di spicco della 'Banda della Magliana' che si dice abbia avuto un ruolo nella sparizione di Emanuela Orlandi, avvenuta nel 1983, ed ucciso in un regolamento di conti nel 1990. In una dichiarazione al Tg de La7, l'avvocato Lorenzo Radogna ha spiegato che "il corpo di Enrico De Pedis sara' cremato e trasferito dalla tomba dove e' attualmente sepolto nella chiesa di Sant'Apollinare", senza fornire altre indicazioni sulla futura sepoltura. "E' questa - ha aggiunto Radogna - la volonta' della famiglia, che dopo tanti anni intende mettere fine a questa storia". Ieri la famiglia De Pedis si era detta disponibile a concedere il consenso per l'ispezione e la riapertura della tomba e la riesumazione del corpo.
ALBIZZIE
14-08-2008, 10:20
«Sequestro Orlandi, ecco l’auto». Parcheggiata da 13 anni
Trovata la Bmw indicata dalla teste Minardi per il trasporto di Emanuela. Era di un boss della Magliana
ROMA—C’è un nuovo colpo di scena nella vicenda di Emanuela Orlandi, rapita e scomparsa a Roma all’età di 15 anni il 22 giugno 1983. Dopo Sabrina Minardi, la supertestimone, un’altra persona ha deciso di confidarsi con gli inquirenti. È accaduto durante uno degli ultimi interrogatori: «Andate al parcheggio di Villa Borghese, il parcheggio sotterraneo. Là troverete la macchina, la Bmw che state cercando... ». Una rivelazione precisa, senza tentennamenti. La Squadra Mobile è andata sul posto e l’ha trovata. Sì, è proprio la Bmw 745i di color grigio scuro di cui parlò nei mesi scorsi Sabrina Minardi, l’ex moglie del calciatore della Lazio Bruno Giordano, poi diventata la donna di Enrico De Pedis, detto «Renatino», il boss della Banda della Magliana. La Scientifica la sta già esaminando palmo a palmo alla ricerca di qualche traccia di Emanuela. Potrebbe essere un passo avanti importantissimo per l’inchiesta della Procura di Roma, diretta da Giovanni Ferrara.
«Renato e Sergio me la misero in macchina — raccontò agli investigatori nei mesi scorsi la Minardi, che era alla guida di quella Bmw—La ragazza era frastornata, confusa. Piangeva, rideva. Le avevano tagliato i capelli in maniera oscena. Mi disse: Mi chiamo Emanuela...». In quell’occasione — già qualche tempo dopo il rapimento—secondo la Minardi lo stesso De Pedis le chiese di accompagnare la Orlandi con quella Bmw dal benzinaio del Vaticano, dove l’aspettava a bordo di una Mercedes targata Città del Vaticano un uomo distinto, che la supertestimone non ha esitato a descrivere con l’aspetto di un prete, un monsignore.
A rivelare l’ultima novità è il settimanale Visto, oggi in edicola, che pubblica anche la foto dell'auto ritrovata. Ma il particolare che ha suscitato molte perplessità a Palazzo di Giustizia è che la Bmw risulta parcheggiata a Villa Borghese dal 1995: il ticket d’ingresso parla chiaro, cioè ben dodici anni dopo il rapimento e senza che nessuno in questi 13 anni che nel frattempo sono passati si sia mai insospettito per quell’auto abbandonata. Inoltre, secondo Visto, «dai primi accertamenti risulta che il primo proprietario dell'auto sia stato Flavio Carboni, l'imprenditore indagato e poi assolto nel processo di primo grado nell'inchiesta sulla morte del banchiere Roberto Calvi. La Squadra Mobile di Roma sta ancora analizzando l'automobile ma si è già saputo che ha trovato tracce interessanti».
Non è tutto, però. Se è vero che il primo proprietario dell’auto è Flavio Carboni, l’ultimo intestatario della vettura risulta essere un ex appartenente alla Banda della Magliana, ma non De Pedis. Ora, naturalmente, gli agenti della Scientifica stanno già setacciando l’auto nella speranza di trovare qualcosa, anche solo un capello, che possa portarli, venticinque anni dopo, a scoprire la verità sulla sorte della ragazza scomparsa (secondo la Minardi, il corpo chiuso in un sacco fu gettato da Renatino dentro una betoniera a Torvajanica).
Forse si tratta anche della stessa macchina utilizzata per il rapimento (quel 22 giugno di 25 anni fa un vigile urbano sostenne di aver visto Emanuela entrare proprio in una Bmw scura davanti al palazzo del Senato). Quello che è certo è che l’ultima scoperta costituisce un puntello solidissimo al racconto dell’ex donna di De Pedis, anche se in molti punti rimane ancora oscuro e sgangherato: «Io a monsignor Marcinkus a volte portavo le ragazze lì, in un appartamento a via di Porta Angelica. Lui era vestito come una persona normale. C’era poi il segretario, un certo Flavio...».
Fabrizio Caccia
14 agosto 2008
http://www.corriere.it/cronache/08_agosto_14/sequestro_orlandi_3ce7cffe-69ce-11dd-af27-00144f02aabc.shtml
Forse che forse abbiamo trovato qualche pezzettino di verità ?
Certo che lo scenario è a dir poco sconcertante .
Proviamo a mettere insieme i pezzi....
Cosa collega Flavio Carboni (costruttore di Olbia 2 per conto di Silvio berlusconi),Marcinkus (Padre e padrone dello IOR la banca vaticana),Calvi (padre e padrone del banco ambrosiano) e la Banda della magliana (protetta e guidata da Camorra e Cosa nostra (pippo calò)) ?
Flavio Carboni ha accompagnato Calvi in UK ed è stato lui l'organizzatore di quel tentativo disperato di recuperare i soldi da parte di calvi.
E' in UK che calvi trova la morte per mano di killer mafiosi,inscenando un suicidio.
Chi era il più intimo amico di Carboni ? Naturalmente Marcello Dell'Utri,guarda caso molto vicino a Cosa nostra.
Che cosa faceva Calvi per conto di Cosa Nostra e Camorra ? Riciclava denaro.
Che cosa c'era dietro al progetto,poi bloccato,di Olbia 2 in Sardegna,voluto da Berlusconi e realizzato da Carboni ? Riciclo di denaro.
Che Cosa avevano in comune Marcinkus e Calvi ? Appunto,il riciclo di denaro.
La BDM in tutto questo cosa c'entra ? Era la mano operativa che provvedeva ad eseguire ordini più in alto di loro,dal riciclo di denaro,allo spaccio di droga,alle ammazzatine "speciali",come nel caso della Orlandi.
Ma cosa collega tutte queste persone: Berlusconi,Calvi,Carboni,Marcinkus e i loro "sottoposti" BDM,Mafia e Camorra ?
Naturalmente il più grande scandalo della storia repubblicana: la P2.
Inutile entrare ulteriormente nei dettagli,basti sapere che quello della Orlandi è un omicidio che parte dall'alto e arriva all'esecuzione tramite la manovalanza: la BDM.
Per fare luce su qeusto omicidio,si dovrebbe scavare a fondo in tante vicende oramai dimenticate.
Il vero motivo per cui questo omicidio è rimasto senza giustizia per così tanti anni è perchè contiene una verità che nessuno vuole sapere o meglio ricordare.
ser21 sei tedioso silvio è un santo stop dell'utri il più onesto d'italia stop, poi è roba vecchia c'è stato l'indulto e qualche amnistia su su, la mafia poi crea lavoro e mantiene l'ordine pubblico come pochi
ser21 sei tedioso silvio è un santo stop dell'utri il più onesto d'italia stop, poi è roba vecchia c'è stato l'indulto e qualche amnistia su su, la mafia poi crea lavoro e mantiene l'ordine pubblico come pochi
Sarebbe bello se alcuni utenti in particolare venissero af arsi un giro qua dentro....eppure non si vedono mai i destrosi qua dentro...:confused:
EMANUELA ORLANDI: ESAMI DNA SU BMW ABBANDONATA
E' da tempo oggetto di analisi di laboratorio la Bmw, parcheggiata dal '95 a Villa Borghese e rimasta inutilizzata in tutti questi anni, che potrebbe essere collegata al sequestro di Emanuela Orlandi. Chi segue la pista della Banda della Magliana, come ha suggerito mesi fa la supertestimone Sabrina Minardi, ex amante del boss Enrico De Pedis, e' convinto che dall'esame di questa vettura possano emergere elementi preziosi all'inchiesta. Quella Bmw potrebbe essere l'auto su cui fu caricata la 16enne il 22 giugno del 1983, giorno del rapimento, e potrebbe essere stata utilizzata successivamente dalla stessa Minardi per raggiungere il benzinaio del Vaticano e consegnare la ragazzina a uomo con l'aspetto di un monsignore. La procura ha affidato agli esperti della polizia scientifica l'esame del dna su quanto repertato a bordo dell'auto nella speranza che si possa fare chiarezza sulla scomparsa della ragazza. "La pista che stiamo seguendo e' quella giusta - e' la sensazione di un inquirente -, servirebbe un pizzico di fortuna perche' e' trascorso tanto tempo ed e' difficile trovare le prove". Sulla vicenda, comunque, e' intervenuto l'avvocato Renato Borzone, difensore di Flavio Carboni che, stando ai primi accertamenti, sembrerebbe essere il proprietario di quella Bmw poi passata di mano ad altri: "In mancanza del tradizionale giallo estivo o dell'omicidio dell'estate, si e' preferito ripiegare su questa boutade ferragostana", ha detto il penalista. "Ora non ci resta che attendere la prossima puntata". L'uomo d'affari, dal canto suo, ha fatto sapere "di non ricordare nulla", anche perche' "sono passati tanti anni. Negli anni Ottanta possedevo diverse auto, comunque intestate a varie societa' e non a me".
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Eccerto..."non ricordo nulla"....è una "boutade ferragostiana"....eccerto...
Si cagano sotto...
Cmq,aspettiamoci decine e decina di tir pieni di sabbia diretti a Roma (Korn Docèt) :asd:
Per sottolienare l'importanza del ritrovamento, i TG della RAI oggi hanno NEGATO CHE LA VETTURA SIA QUELLA!!!!!!!!!!!!!!!
il TG!, a parte dare la notizia alla fine o quasi, ha si detto che è stat ritrovata questa BMW..ma ne ha sminuito l'importanza, anzi ha detto proprio che secondo gli inquirenti ha poca importanza:eek: :eekk: :ncomment:
A mio modestissimo modo di vedere....STA PER ESPLODERE UN PENTOLONE DI PROPORZIONI BIBLICHE E SE NESSUNO INSABBIA, QUA CI GIOCHIAMO LA CREDIBILITà DEL BERLUSCA, DELLA CHIESA E DI QUALCHE FINANZIERE:eek: :sofico:
Per sottolienare l'importanza del ritrovamento, i TG della RAI oggi hanno NEGATO CHE LA VETTURA SIA QUELLA!!!!!!!!!!!!!!!
il TG!, a parte dare la notizia alla fine o quasi, ha si detto che è stat ritrovata questa BMW..ma ne ha sminuito l'importanza, anzi ha detto proprio che secondo gli inquirenti ha poca importanza:eek: :eekk: :ncomment:
A mio modestissimo modo di vedere....STA PER ESPLODERE UN PENTOLONE DI PROPORZIONI BIBLICHE E SE NESSUNO INSABBIA, QUA CI GIOCHIAMO LA CREDIBILITà DEL BERLUSCA, DELLA CHIESA E DI QUALCHE FINANZIERE:eek: :sofico:
Proviamo a mettere insieme i pezzi....
Cosa collega Flavio Carboni (costruttore di Olbia 2 per conto di Silvio berlusconi),Marcinkus (Padre e padrone dello IOR la banca vaticana),Calvi (padre e padrone del banco ambrosiano) e la Banda della magliana (protetta e guidata da Camorra e Cosa nostra (pippo calò)) ?
Flavio Carboni ha accompagnato Calvi in UK ed è stato lui l'organizzatore di quel tentativo disperato di recuperare i soldi da parte di calvi.
E' in UK che calvi trova la morte per mano di killer mafiosi,inscenando un suicidio.
Chi era il più intimo amico di Carboni ? Naturalmente Marcello Dell'Utri,guarda caso molto vicino a Cosa nostra.
Che cosa faceva Calvi per conto di Cosa Nostra e Camorra ? Riciclava denaro.
Che cosa c'era dietro al progetto,poi bloccato,di Olbia 2 in Sardegna,voluto da Berlusconi e realizzato da Carboni ? Riciclo di denaro.
Che Cosa avevano in comune Marcinkus e Calvi ? Appunto,il riciclo di denaro.
La BDM in tutto questo cosa c'entra ? Era la mano operativa che provvedeva ad eseguire ordini più in alto di loro,dal riciclo di denaro,allo spaccio di droga,alle ammazzatine "speciali",come nel caso della Orlandi.
Ma cosa collega tutte queste persone: Berlusconi,Calvi,Carboni,Marcinkus e i loro "sottoposti" BDM,Mafia e Camorra ?
Naturalmente il più grande scandalo della storia repubblicana: la P2.
Inutile entrare ulteriormente nei dettagli,basti sapere che quello della Orlandi è un omicidio che parte dall'alto e arriva all'esecuzione tramite la manovalanza: la BDM.
Per fare luce su qeusto omicidio,si dovrebbe scavare a fondo in tante vicende oramai dimenticate.
Il vero motivo per cui questo omicidio è rimasto senza giustizia per così tanti anni è perchè contiene una verità che nessuno vuole sapere o meglio ricordare.
Se una qualunque persona provasse a fare un ragionamento del genere in TV,verrebbe etichettato come visionario,eversivo,stragista,mafioso,comunista,pazzo,antipolitico,populista,giustizialista e pure anticlericale.
Utopia.
ti confesso, che mi piacerebbe essere fermato da qualche giornalista, mentre cammino per strada per una intervista...sel domanda è pertinente e l'argomento è politico-sociale.....penso che andrei a nozze... mi denunciano:D
ho ancora fresche le immagini di ieri sera a "la storia siamo noi" con Minoli (si parlava della tragedia del kursk...) dove, dopo a poche ore dalla tragedia appunto, gli alti ammiragli e capi della marina venivano SCHIFIATI, INSULTATI, CONDANNATI, DA MADRI DISPERATE perchè non intervenivano a salvarli...e una di queste particolarmente nera...veniva accerchiata e SEDATA....mentre le fdo invitavano i cronisti ad uscire....
ecco se uno di noi dovesse mai approddare in TV E DIRE REALMENTE QUEL CHE PENSA (senza porsi limiti...) siu tizio, caio, sempronio, l'italia, etc...penso che assisteremmo a oscurantismi, scene di taglio, etc....
:D
non scoppierà nessun polverone e non succederà assolutamente niente :) purtroppo ormai è acqua passata
Per sottolienare l'importanza del ritrovamento, i TG della RAI oggi hanno NEGATO CHE LA VETTURA SIA QUELLA!!!!!!!!!!!!!!!
il TG!, a parte dare la notizia alla fine o quasi, ha si detto che è stat ritrovata questa BMW..ma ne ha sminuito l'importanza, anzi ha detto proprio che secondo gli inquirenti ha poca importanza:eek: :eekk: :ncomment:
A mio modestissimo modo di vedere....STA PER ESPLODERE UN PENTOLONE DI PROPORZIONI BIBLICHE E SE NESSUNO INSABBIA, QUA CI GIOCHIAMO LA CREDIBILITà DEL BERLUSCA, DELLA CHIESA E DI QUALCHE FINANZIERE:eek: :sofico:
Hanno già cominciato a insabbiare ...
dal Blog di Ferruccio Pinotti.
Perchè Sabrina Minardi ha deciso di parlare 25 anni dopo la scomparsa di Emanuela Orlandi, a due anni dalla morte di monsignor Marcinkus? Ed è plausibile che la riesumazione del corpo di Enrico Renatino De Pedis porti alla luce il corpo della ragazza? Ne abbiamo parlato insieme a Ferruccio Pinotti, giornalista e autore di grandi inchieste, dalla massoneria all'Opus Dei.
In Poteri forti parli dell'incontro con il figlio di Roberto Calvi, Carlo, in Canada. E' convinto ci sia una relazione tra la finanza vaticana e il rapimento di Emanuela Orlandi? Sì. Carlo Calvi è impegnato da anni nella ricostruzione della vicenda legata alla morte del padre e del Banco Ambrosiano, al punto da convolgere anche l'agenzia investigativa Kroll Associated. La sua conoscenza dei fatti è molto approfondita e ha sempre dichiarato che le vicende oscure della finanza vaticana sono profondamente collegate alla scomparsa di Emanuela Orlandi. Il rapimento infatti era un segnale che intimava ad alcune persone di non rivelare fatti troppo scandalosi.
Quali? I rapporti oscuri tra Santa Sede e Banco Ambrosiano. La finanza vaticana infatti, attraverso una propaggine di reti finanziarie e in condizioni di massima riservatezza, era coinvolta in operazioni di riciclaggio. Parliamo di Ior, di Cisalpine Overseas Bank (a sua volta partecipata dallo Ior) e di Banca del Gottardo, che effettuavano riciclaggio di denaro sporco per conto di terzi. Sono inquetanti le rivelazioni intorno alla relazione tra Ior e la banda della Magliana, visto che il processo d'appello sul caso Calvi sarà in autunno.
Torniamo al caso di Emanuela Orlandi. Ci sono molti punti oscuri nei rapporti fra Ior, Banco Ambrosiano e banda della Magliana e sono altrettante le coincidenze. Ad esempio la sepoltura di Renatino De Pedis nella Basilica di Sant'Apolinnare a Roma. Sì, è un fatto inquietante. Neanche una persona normale(De Pedis è stato sepolto nel 1990, ndr). potrebbe essere sepolta sotto il patrocinio dell'Opus Dei, figuriamoci De Pedis che si è macchiato di reati gravissimi. Ma non credo che l'Opus Dei abbia qualche responsabilità a riguardo, perchè la basilica è passata in loro proprietà nel 1992
Credi che siano attendibili le rivelazioni di Sabrina Minardi? Sono plausibili, ma sono necessari i riscontri di inquirenti e magistrati. Certo, ci sono anche le contraddizioni sul caso Nicitra e alcune discrepanze temporali dovute al lasso di tempo trascorso. Ma anche secondo Carlo Calvi il rapimento della Orlandi non ha altre spiegazioni. La Minardi ha costruito un quadro coerente.
Perché la Minardi ha parlato solo adesso? Difficile dirlo. Alcuni testimoni coinvolti in inchieste parlano soltanto a distanza di molti anni, quando si sono spenti i compagni. Gli inquirenti hanno mantenuto un faro acceso ed è possibile che ora riaprano il caso.
Secondo la Minardi, Enrico De Pedis sarebbe stato a cena da Andreotti almeno un paio di volte, ma il senatore a vita ha smentito. Chi sono oggi i politici in grado di contribuire al caso di Emanuela Orlandi? Giulio Andreotti è l'uomo che conosce più a fondo le vicende. Cossiga, in Fratelli d'Italia, lo aveva chiamato il Segretario di Stato vaticano, l'Eminenza grigia della politica italiana. Se volesse potrebbe dare un contributo importante.
E Cossiga? Certo, anche lui.
Pensi che la riesumazione del corpo di De Pedis sia possibile? Sì, ma non è la priorità. Bisogna continuare ad approfondire i rapporti tra finanza vaticana e Ambrosiano, studiare le carte processuali e sentire i testimoni ancora in vita. Magistrati coraggiosi e impegnati potrebbero ancora scoprire la verità.
E' possibile trovare il corpo di Emanuela Orlandi nella tomba di De Pedis? Mi sembra un'ipotesi romanzesca. Credo invece che il cadavere sia stato gettato nella betoniera di Torvaianica.
A cosa servirebbe allora la riesumazione del corpo? Si tratta di un atto dovuto, di una forma tecnica necessaria alle indagini. Forse è necessario per rivalutare alcuni aspetti relativi alla morte di De Pedis. Ma oggi è molto più interessante approfondire quello che Sabrina Minardi ha da dire.
Anche se il Vaticano smentisce. E' naturale che sia infastidito e che abbia dichiarato la totale estraneità di Marcinkus. Ma che abbia reagito è un segnale forte. La Santa Sede, che di solito è impassibile, si è scomposta di fronte a una supertestimone. Il capitolo oscuro della scomparsa di Emanuela Orlandi è il nervo scoperto della finanza vaticana.
http://grandinchieste.blogspot.com/2008/06/caso-orlandi-parla-ferruccio-pinotti.html
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