maxsona
11-06-2008, 20:21
AFGHANISTAN/ LA RUSSA: PIU' CARABINIERI E IPOTESI TORNADO
Italia riduce uomini ma garantisce più impegno: modifica a caveat
Roma, 11 giu. (Apcom) - Gli alleati della Nato in Afghanistan hanno ricevuto le risposte che attendevano: l'Italia è pronta a dare di più. Non in termini numerici, visto che il governo prevede una "significativa riduzione nel breve periodo". Ma certamente in termini di impegno. Davanti alle Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato, il ministro Ignazio La Russa ha confermato le intenzioni dell'esecutivo: più flessibilità, con risposte a richieste di impiego straordinario "entro le sei ore", e due ipotesi ancora allo studio, ovvero l'invio di circa 40 Carabinieri per l'addestramento della polizia afgana e il ricorso agli aerei Tornado per una maggiore "copertura aerea" dei contingenti sul campo. Provvedimenti che, secondo il capo della diplomazia Franco Frattini, intendono essere "un segnale politico e simbolico di maggiore solidarietà agli alleati" della Nato.
Nel giorno dell'arrivo di George W. Bush a Roma e alla vigilia del vertice dei ministri della Difesa dell'Alleanza, La Russa ha confermato che il governo intende "mettere nero su bianco" la modifica dei caveat attualmente in vigore, modifica che autorizzerebbe di rispondere "entro le sei ore" ad eventuali richieste di utilizzo del nostro contingente in Afghanistan per determinate e straordinarie missioni. L'attuale spazio temporale è definito in 72 ore, uno spazio temporale che - ha sottolineato il ministro - "in termini militari rappresenta la differenza tra la vita e la morte di numerose persone".
L'ipotesi concordata con i vertici militari italiani, "sentiti gli Alleati", è invece quella di trasformare questo 'caveat' in una "nota di chiarificazione", facendo in modo che l'autorizzazione prevista venga concessa di volta in volta e per ogni singola esigenza "al posto delle attuali 72 ore, in una tempistica massima di 6 ore dalla richiesta". Ciò, ha spiegato il ministro della Difesa, "significa una maggiore tempestività di impiego delle nostre forze sul terreno laddove una situazione imprevista lo richiedesse, a sostegno delle richieste dei nostri alleati, conferendo in tal modo una maggiore flessibilità al sistema". Il tutto senza un diretto coinvolgimento del Parlamento, "se non in termini rapidissimi", e con la possibilità semmai di riferire alle Commissioni competenti o al loro Ufficio di Presidenza.
Parola d'ordine "flessibilità", dunque. Soprattutto a fronte del prossimo 'movimento truppe' previsto con la fine del comando italiano nella regione della capitale afgana, Kabul. Ad agosto, infatti, saranno i francesi ad assumere il mandato e il contingente italiano potrà così dare il via al già programmato "parziale rischieramento". Nel breve periodo, appunto entro il mese di agosto, ci sarà una "significativa riduzione da 2.600 a 2.000-2.100 uomini", mentre "da ottobre a dicembre 2008" i militari italiani dispiegati in Afghanistan saranno in tutto 2.400. Tutte "varianti" - la modifica dei caveat e il ridispiegamento delle truppe - che, secondo il ministro, "non devono portare a preoccupazioni in ordine a un eventuale nuovo utilizzo del contingente e alla possibilità che esso possa intraprendere azioni di guerra".
Fin qui i caveat, che però non sono stati l'unico argomento del ministro. Perché al momento è "all'esame" anche "la possibilità di incrementare leggermente lo sforzo compiuto", affiancando alle attuali azioni formative anche il supporto alla formazione della Afghan National Civil Order Police, attualmente condotto dalle forze statunitensi. In altre parole, si tratterebbe dell'impiego di circa 40 unità dell'Arma dei Carabinieri, sul modello di quanto già accade da tempo a Baghdad, sotto egida Nato. Una decisione, questa, che consentirebbe al governo italiano di rispondere positivamente alle ripetute richieste di un maggiore impegno, giunte "in via formale e informale" da parte di alcuni alleati. Non ultimi gli Stati Uniti che, proprio oggi, hanno nuovamente chiesto ai partner europei un ulteriore contributo proprio nell'addestramento delle forze di polizia.
Ma all'esame del governo è altresì l'ipotesi di un rafforzamento della componente aerea, al fine di "conferire un maggior livello di efficacia e di protezione al contingente già schierato". La Russa ha escluso l'invio di Amx ed ha invece ipotizzato il ricorso ai Tornado. Siamo ancora in una fase di studio, ha precisato La Russa, che d'altra parte non ha fatto mistero del fatto che gli alleati tedeschi e inglesi, che attualmente garantiscono "la copertura aerea per la sicurezza" di tutti i contingenti schierati in Afghanistan, hanno avanzato "una richiesta all'Italia affinché faccia la sua parte".
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Italia riduce uomini ma garantisce più impegno: modifica a caveat
Roma, 11 giu. (Apcom) - Gli alleati della Nato in Afghanistan hanno ricevuto le risposte che attendevano: l'Italia è pronta a dare di più. Non in termini numerici, visto che il governo prevede una "significativa riduzione nel breve periodo". Ma certamente in termini di impegno. Davanti alle Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato, il ministro Ignazio La Russa ha confermato le intenzioni dell'esecutivo: più flessibilità, con risposte a richieste di impiego straordinario "entro le sei ore", e due ipotesi ancora allo studio, ovvero l'invio di circa 40 Carabinieri per l'addestramento della polizia afgana e il ricorso agli aerei Tornado per una maggiore "copertura aerea" dei contingenti sul campo. Provvedimenti che, secondo il capo della diplomazia Franco Frattini, intendono essere "un segnale politico e simbolico di maggiore solidarietà agli alleati" della Nato.
Nel giorno dell'arrivo di George W. Bush a Roma e alla vigilia del vertice dei ministri della Difesa dell'Alleanza, La Russa ha confermato che il governo intende "mettere nero su bianco" la modifica dei caveat attualmente in vigore, modifica che autorizzerebbe di rispondere "entro le sei ore" ad eventuali richieste di utilizzo del nostro contingente in Afghanistan per determinate e straordinarie missioni. L'attuale spazio temporale è definito in 72 ore, uno spazio temporale che - ha sottolineato il ministro - "in termini militari rappresenta la differenza tra la vita e la morte di numerose persone".
L'ipotesi concordata con i vertici militari italiani, "sentiti gli Alleati", è invece quella di trasformare questo 'caveat' in una "nota di chiarificazione", facendo in modo che l'autorizzazione prevista venga concessa di volta in volta e per ogni singola esigenza "al posto delle attuali 72 ore, in una tempistica massima di 6 ore dalla richiesta". Ciò, ha spiegato il ministro della Difesa, "significa una maggiore tempestività di impiego delle nostre forze sul terreno laddove una situazione imprevista lo richiedesse, a sostegno delle richieste dei nostri alleati, conferendo in tal modo una maggiore flessibilità al sistema". Il tutto senza un diretto coinvolgimento del Parlamento, "se non in termini rapidissimi", e con la possibilità semmai di riferire alle Commissioni competenti o al loro Ufficio di Presidenza.
Parola d'ordine "flessibilità", dunque. Soprattutto a fronte del prossimo 'movimento truppe' previsto con la fine del comando italiano nella regione della capitale afgana, Kabul. Ad agosto, infatti, saranno i francesi ad assumere il mandato e il contingente italiano potrà così dare il via al già programmato "parziale rischieramento". Nel breve periodo, appunto entro il mese di agosto, ci sarà una "significativa riduzione da 2.600 a 2.000-2.100 uomini", mentre "da ottobre a dicembre 2008" i militari italiani dispiegati in Afghanistan saranno in tutto 2.400. Tutte "varianti" - la modifica dei caveat e il ridispiegamento delle truppe - che, secondo il ministro, "non devono portare a preoccupazioni in ordine a un eventuale nuovo utilizzo del contingente e alla possibilità che esso possa intraprendere azioni di guerra".
Fin qui i caveat, che però non sono stati l'unico argomento del ministro. Perché al momento è "all'esame" anche "la possibilità di incrementare leggermente lo sforzo compiuto", affiancando alle attuali azioni formative anche il supporto alla formazione della Afghan National Civil Order Police, attualmente condotto dalle forze statunitensi. In altre parole, si tratterebbe dell'impiego di circa 40 unità dell'Arma dei Carabinieri, sul modello di quanto già accade da tempo a Baghdad, sotto egida Nato. Una decisione, questa, che consentirebbe al governo italiano di rispondere positivamente alle ripetute richieste di un maggiore impegno, giunte "in via formale e informale" da parte di alcuni alleati. Non ultimi gli Stati Uniti che, proprio oggi, hanno nuovamente chiesto ai partner europei un ulteriore contributo proprio nell'addestramento delle forze di polizia.
Ma all'esame del governo è altresì l'ipotesi di un rafforzamento della componente aerea, al fine di "conferire un maggior livello di efficacia e di protezione al contingente già schierato". La Russa ha escluso l'invio di Amx ed ha invece ipotizzato il ricorso ai Tornado. Siamo ancora in una fase di studio, ha precisato La Russa, che d'altra parte non ha fatto mistero del fatto che gli alleati tedeschi e inglesi, che attualmente garantiscono "la copertura aerea per la sicurezza" di tutti i contingenti schierati in Afghanistan, hanno avanzato "una richiesta all'Italia affinché faccia la sua parte".
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