View Full Version : La casta? chi? finite le elezioni non se ne parla più
indelebile
02-06-2008, 13:24
"I senatori hanno lavorato in tutto 29 ore e 13 minuti, meno della settimana corta francese. I deputati un po' di più: 68 ore in un mese, e la fatica deve averne già spaventati un bel po': ad ogni voto si registrano fra 100 e 200 assenteisti d'aula, e le commissioni per ora sonnecchiano. Sembra una vacanza anticipata.
Pagata però profumatamente: fra 329 e 489 euro all'ora i senatori (dipende dall'assunzione o meno di portaborse per cui percepiscono comunque i soldi), che significa fra 5,4 e 8,15 euro al minuto lavorato.
I deputati poco meno: 201 euro l'ora, pari a 3,35 euro al minuto. I numeri messi in fila così fanno certo impressione, anche perché quel poco tempo finora impiegato al lavoro da chi è stato eletto ormai un mese e mezzo fa è stato speso soprattutto per approvare l'occupazione di poltrone di prima e seconda fila
Dovere istituzionale, certo, ma forse dopo mesi di polemiche sulla casta e una campagna elettorale tutta impostata sulle gravi emergenze economiche e di sicurezza, ci si sarebbe attesi l'abbandono di vecchie liturgie e almeno simbolicamente un rimboccarsi di maniche. Invece di logore liturgie non ne è stata risparmiata nemmeno una, compresa quella che ha fatto finire sotto la maggioranza in occasione del voto sul decreto comunitario.
Pagati fra i 200 e i 400 euro all'ora di lavoro, i colpevoli si sono giustificati tutti spiegando di avere cose più importanti da fare (già, e per un parlamentare che altro c'è di più importante del voto in aula?) e che, insomma, mai si era visto un voto alle ore 15 del martedì.
Infatti il lunedì e il venerdì a Roma non si trova un deputato o un senatore che non sia residente [...]"
Franco Bechis - Italia Oggi
ah la destra ci pensa lei alla casta :D
e la sinistra? sonnecchia..
Pagati fra i 200 e i 400 euro all'ora di lavoro, i colpevoli si sono giustificati tutti spiegando di avere cose più importanti da fare (già, e per un parlamentare che altro c'è di più importante del voto in aula?) e che, insomma, mai si era visto un voto alle ore 15 del martedì.
Infatti il lunedì e il venerdì a Roma non si trova un deputato o un senatore che non sia residente [...]"
Franco Bechis - Italia Oggi
.
rialzati italia ...
Mailandre
02-06-2008, 14:45
«La casta? È rimasta dov'era»
Intervista a Gian Antonio Stella
ANDREA ROMANO
Gian Antonio Stella gira per Roma in sella ad un vecchio Vespone bianco, di aspetto popolare e assai poco morettiano. E con lo stesso understatement di marca veneta si porta dietro la responsabilità di aver contribuito a demolire l’immagine della politica italiana con un libro. «La Casta» non è stato solo uno dei più grandi successi della saggistica di sempre: 1.200.000 di copie e l’invidia perenne di ogni editore che non sia Rizzoli. Quel titolo è entrato anche nel nostro gergo quotidiano e nella cronaca di questi mesi, accompagnando il crollo del governo Prodi e la rinnovata ascesa di Berlusconi. Tanto che incontrandolo nel giorno in cui esce il nuovo libro che ha scritto con Sergio Rizzo («La deriva. Perché l’Italia rischia il naufragio», pp.308, euro 19,50) corre l’obbligo di chiedergli se non abbia l’impressione di aver vinto un po’ anche lui queste elezioni.
«Niente affatto, né io né Sergio Rizzo ci sentiamo tra i vincitori. Al contrario, sapevamo già che saremmo stati sconfitti con una legge elettorale che ha permesso ad una parte della casta di rimanere indisturbata in Parlamento, sia nel centrodestra che nel centrosinistra. D’altra parte ho l’impressione che la politica abbia sottovalutato l’energia esplosiva che si è sprigionata nel paese intorno al tema dei privilegi, soprattutto a sinistra dove pure avrebbero avuto molti argomenti da usare a proprio vantaggio. Uno tra tutti: l’aumento del 39% nelle spese del Senato è avvenuto nella legislatura 2001-2006, a guida berlusconiana. Invece la cecità ideologica di chi non riesce a distinguere tra i meriti e gli abusi del professionismo politico ha impedito di presentare una buona legge per la riduzione dei costi della politica, mentre il nostro libro è stato accusato di fomentare il qualunquismo».
Un’accusa che respinge?
«Assolutamente sì. Verso il qualunquismo provo ribrezzo. Io e Sergio non c’entriamo niente con quella roba là. Il nostro è un lavoro di inchiesta civile e giornalistica animato dall’amore per l’Italia, perché ci si addolora (e ci si arrabbia) solo verso ciò che si ama profondamente. Se non fossimo spinti dalla passione per il nostro paese, dalla convinzione che l’Italia possa tornare a farcela, ci saremmo dedicati a tutt’altro. La verità che i nostri libri sono mossi dalla richiesta di una politica più forte, autorevole, rispettata. Perché il problema non sono i privilegi di questo o quel politico, ma il bisogno di un’azione di governo che sia credibile. E non può essere credibile chi predica la necessità di una severa riforma delle pensioni – come è necessario di fronte all’aumento dell’aspettativa di vita – ma conserva la possibilità che un deputato vada in pensione a cinquant’anni e un dipendente del Senato a cinquantatre».
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=146&ID_articolo=95&ID_sezione=309&sezione=
franco_o
20-06-2008, 10:05
Veneto, sì ai portaborse a vita
E Lega e Pd marciano insieme
Dopo i precedenti di Calabria e Sicilia la leggina che «stabilizza» i collaboratori approda al Nord
MILANO — Lo fanno in Calabria? «I soliti terroni». Lo fanno in Sicilia? «I soliti terroni». Lo fanno in Campania? «I soliti terroni». Facile, liquidare il tema così. Ma se capita nel Veneto? Ed ecco che l'assunzione dei «portaborse » come dipendenti regionali scatena mal di pancia mai visti. Al punto che il governatore Giancarlo Galan, per protesta, è arrivato a uscire dal gruppo di Forza Italia: «È una leggina vergognosa». Sono anni che i governi, di destra e di sinistra, promettono di mettere la parola fine a questo andazzo. E sono anni che va a finire così. Il punto di partenza è sempre lo stesso: chi viene eletto a una carica pubblica, deputato o presidente provinciale, governatore o sindaco, deve portarsi nella stanza dei bottoni collaboratori di cui si fida. Giustissimo: ognuno ha diritto di circondarsi di uno staff proprio.
Esattamente il motivo per cui i parlamentari vengono dotati di una somma mensile (4190 euro alla Camera, 4678 al Senato) per assumere «provvisoriamente» uno o due collaboratori, destinati a lavorare a Montecitorio o a Palazzo Madama. «Provvisoriamente », però. Fino alla scadenza del mandato. Sennò a ogni nuova legislatura ogni comunista che si ritrovasse uno staff di berlusconiani o ogni berlusconiano che si ritrovasse uno staff di comunisti dovrebbe chiedere nuove assunzioni. Di più: la macchina statale trabocca già di decine o centinaia di migliaia di dipendenti entrati senza alcuna selezione, alcun concorso, alcuna valutazione professionale. Assunti così, per anzianità di precariato. Nella scuola, nei ministeri, negli enti locali... Perfino al Quirinale, il cuore dell'Italia, non si fa un pubblico concorso (pessimo esempio che Napolitano si è impegnato a correggere) dal 1963, quando era ancora vivo Harpo Marx e Abdon Pamich si preparava alle Olimpiadi di Tokio. Il meccanismo, soprattutto in alcune aree del Paese, è sempre lo stesso.
L'amico dell'amico, l'elettore che ti ha promesso il voto o il militante di partito vengono assunti «provvisoriamente » senza concorso: perché mai farne uno, se si tratta solo di un «contrattino » di due mesi? Poi il «contrattino » viene rinnovato una, due, tre, quattro volte. E intanto passano i mesi, le stagioni, gli anni. Finché arriva il momento fatidico: i precari vanno stabilizzati. Insomma: l'argine alla periodica assunzione degli «staffisti» sembra puro buonsenso. Pena il rischio che a ogni svolta elettorale entrino senza concorso ondate di portaborse piazzati dai vincitori sulla sola base della tessera di partito. Eppure, le violazioni a questa regola elementare ci sono già state.
Un esempio? La Calabria. Dove nell'ottobre del 2001 il Consiglio regionale votò all'unanimità (neppure un voto contrario) per incamerare negli organici regionali, a carico delle pubbliche casse, 86 «collaboratori», divisi in due fette: una di funzionari di partito che dovevano essere forniti di uno stipendio fisso e una di fratelli, sorelle, cognati... Una porcheria tale da far insorgere perfino i vescovi calabresi, uniti nel denunciare il «terribile principio » che «l'appartenenza a certe forze » contasse nelle assunzioni «più della competenza». Quattro anni dopo, a maggioranza rovesciata (da destra a sinistra), ecco il replay. Tutto come previsto: «Non posso appoggiarmi solo allo staff messo a disposizione della Regione, mi servono persone di assoluta fiducia» dissero uno a uno tutti i consiglieri. E ottennero altre duecento assunzioni. Di nuovo figli, cognati, cugini... Il rifondarolo Egidio Masella andò più in là: nella prospettiva che un giorno o l'altro sarebbe stata «stabilizzata », assunse la moglie Maria.
Non meno incredibili e scandalose, al di là dello Stretto, sono state le ripetute «sanatorie» della Regione Sicilia. Una per tutte, quella di tutti i portavoce di Totò Cuffaro e dei suoi assessori decisa alla vigilia delle elezioni del 2006. Un'infornata che portò l'ufficio stampa della presidenza regionale ad avere la bellezza di 23 giornalisti. Tutti da allora pagati vita natural durante con soldi pubblici senza avere mai superato una selezione che non fosse quella della fedeltà di partito. La solita politica clientelare che ammorba il Mezzogiorno, si sono ripetuti per anni, davanti a casi come questi e altri ancora, i virtuosi teorici della «diversità morale» del Nord. Non è esatto. Basti ricordare la sanatoria per i portaborse del Friuli-Venezia Giulia, sistemati sei anni fa dal centrodestra con una leggina che permetteva di assumere in Regione, senza concorso, chi aveva avuto un contrattino lavorando 120 giorni consecutivi nell'arco dell'ultimo quinquennio. Leggina indigesta almeno a una parte della sinistra, che la denunciò come un sistema per dare una busta paga con soldi pubblici ai collaboratori dei gruppi politici, dei consiglieri e degli assessori. In Veneto no: tutti d'accordo.
Destra e sinistra. Meglio: quasi tutti. L'estensione ai 52 «portaborse» del progetto di assumere un certo numero di dipendenti indispensabili soprattutto nel mondo della sanità e di stabilizzare un po' di precari storici, era infatti assente nei piani della giunta. Tanto che, davanti all'insistenza dei partiti, l'assessore Flavio Silvestrin aveva chiesto un parere all'Ufficio legislativo della giunta. Il quale, sulla base della Finanziaria 2008 e di una serie di spiegazioni dell'ex ministro Luigi Nicolais (spiegazioni che avevano bloccato l'anno scorso lo stesso giochino alla Provincia di Napoli), aveva detto no: non si potevano assumere così i portaborse. Verdetto inutile. Perché, sulla base di un parere opposto dell'ufficio legislativo del Consiglio (sic!), i gruppi consiliari sono tornati alla carica. E davanti al rifiuto della giunta di allargare le assunzioni agli «staffisti» («facciano i concorsi, hanno già un 20% di quote riservate... », diceva Silvestrin) hanno promosso un emendamento, voluto in primo luogo da democratici e leghisti, con una sanatoria trasversale che fissa per i portaborse «un'apposita procedura selettiva riservata» che ha tutta l'aria di essere una foglia di fico. Voto in aula, unanimità: 33 voti su 33 presenti. Tutti contenti: basta con gli scontri all'arma bianca! Tutti meno Giancarlo Galan che, dicevamo, ha sbattuto la porta («vergogna!») uscendo dal gruppo forzista e chiedendo l'appoggio di Renato Brunetta. I maligni dicono che, dietro, ci siano anche rancori di altro genere. Sarà. Sui portaborse, però, ha ragione lui. A cosa serve parlare di merito, promettere un ritorno al merito, giurare su una svolta che premi il merito se poi si continua con l'andazzo di sempre?
Gian Antonio Stella
16 giugno 2008
www.corriere.it (http://www.corriere.it/cronache/08_giugno_16/stella_portaborse_0eb42e3a-3b6f-11dd-b4fb-00144f02aabc.shtml)
franco_o
22-06-2008, 09:23
La casta dello stipendio record
Per i parlamentari italiani aumenti boom: 10% l'anno.
La Casta peggiora, ma ha le tasche sempre più piene. In sessant’anni, i nostri parlamentari sono diventati sempre meno preparati, istruiti e impegnati, ma non per questo più poveri. Il loro calo di qualità è stato inversamente proporzionale al loro reddito, che è invece cresciuto di oltre il 10% l’anno. Contro l’1,5%, ad esempio, dei loro colleghi Usa, rispetto ai quali guadagnano abbondantemente di più.
Gli italiani sono gli onorevoli più pagati dell’Occidente: una busta di oltre 144 mila euro (più spese), contro gli 84.108 di un loro collega tedesco, gli 81.600 di un inglese, i 62.779 di un francese, i 35.051 di uno spagnolo e i 7.369 di un polacco, fanalino di coda delle indennità parlamentari in Europa.
Onorevoli portafogli
Entrare in Parlamento è un affare, secondo uno studio presentato a Gaeta al 10° convegno europeo della Fondazione Rodolfo DeBenedetti, titolato «Il mercato del lavoro dei politici», che ha analizzato le carriere degli uomini politici italiani a partire dal secondo Dopoguerra.
Il neoeletto vede il suo reddito lievitare del 77% già nel primo anno di attività (rispetto all’anno precedente). E da questo momento in poi, può dormire tranquillo. Il suo reddito lordo dal 1948 al 2006 ha avuto un tasso di crescita medio annuo del 10% (l’indennità è agganciata alla retribuzione dei magistrati, che è saltata verso l’alto); dal 1985 al 2004 il suo reddito reale annuale è aumentato di 5-8 volte rispetto a quello di un operaio, di 3,8-6 rispetto a un impiegato, di 3-4 volte più d’un dirigente. Dalla fine degli Anni Novanta, inoltre, il 25% dei deputati guadagna un reddito extraparlamentare superiore a quello della maggioranza dei dirigenti.
Un onorevole italiano mette in tasca un’indennità che, nel 2006, era superiore di 35 mila euro rispetto a quella dei suoi colleghi Usa. Eppure, nel 1948, i membri del Congresso degli Stati Uniti guadagnavano molto di più rispetto ai nostri. Il gap è stato colmato nel 1994: da allora, ci fanno un baffo. La spiegazione? Oltre al lievitare dell’indennità, anche la possibilità di cumulare a quest’ultima altri redditi (ma solo per i privati), che agli onorevoli statunitensi è negata. «E’ giusto che il cumulo venga eliminato», ha detto l’ex ministro dell’Interno, Giuliano Amato, per il quale è «inaccettabile» fare il parlamentare come scelta strumentale per rendere più redditizio il lavoro esterno.
Politici di professione
Altra garanzia di guadagno, è la durata della carriera politica. Quasi due deputati su tre restano in Parlamento per più d’una legislatura, uno su dieci per più di 20 anni. La durata media è di 10,6. Con eccezioni: domani Francesco Cossiga compie 50 anni di vita parlamentare. Uscire dall’emiciclo, però, non significa abbandonare la politica: vi resta uno su due. Solo il 6% va in pensione, mentre il 3% finisce in carcere.
Più vecchi e meno istruiti
I deputati della Prima Repubblica (1948/94) entravano in Parlamento con un’età media di 44,7 anni: nella Seconda di 48,1. Nella I Legislatura (1948/53) il 91,4% era laureato, nella XV (2006/08) solo il 64,6%. Negli Usa, la percentuale è invece aumentata, dall’88% al 94%.
Qualità a picco
Lo studio ha considerato il livello d’istruzione, il grado di assenteismo e l’abilità intrinseca di generare reddito nel mercato del lavoro. La combinazione di questi indicatori «mostra che il livello di qualità media dei politici era maggiore nella Prima Repubblica». I deputati, allora, erano più istruiti e più abili, mentre il grado d’impegno in aula è comparabile.
Ciò è dovuto, secondo la ricerca, all’aumento del potere di selezione delle segreterie dei partiti, rispetto agli elettori. Segreterie che hanno portato in Parlamento, grazie al richiamo degli «stipendi» elevati, deputati sempre meno preparati. Per ridurre questo effetto di «selezione avversa», dice lo studio, si potrebbe adottare un sistema elettorale maggioritario puro, nonché eliminare il cumulo dei redditi e indicizzare l’indennità al tasso di crescita dell’economia. Ne guadagnerebbe anche l’impegno parlamentare, visto che ogni 10 mila euro di extra-reddito riduce dell’1% la partecipazione in aula.
www.lastampa.it (http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200805articoli/33095girata.asp)
franco_o
05-07-2008, 16:29
Ecco la Sicilia dei miracoli, dove si moltiplicano le paghe e i posti
Non potevano scegliere un momento migliore, i deputati dell'Ars, per aumentarsi di straforo lo stipendio coi giochetti furbetti. Proprio ieri, infatti, la relazione del procuratore generale della Corte dei Conti isolana Giovanni Coppola ha letteralmente fatto a pezzi il bilancio consuntivo della Regione.
Bilancio che si può riassumere con un solo aggettivo: catastrofico. Pochi punti: la spesa pubblica regionale, alla faccia di tutti gli impegni presi dal centro-destra da anni al governo, è salita a 15 miliardi di euro, con un'impennata dell'8% sul 2006. I vari assessorati hanno distribuito una enormità di consulenze fornendo per di più dati "incompleti e parziali, mancando un meccanismo centralizzato di controllo". I dipendenti sono cresciuti fino al numero abnorme di 21.104 (di cui 2.245 dirigenti: uno ogni nove addetti) con un aumento di 6.859 assunti, col risultato che "in Sicilia c'è un dipendente regionale ogni 239 abitanti, mentre in Lombardia il rapporto è di uno ogni 2.500" (dieci volte più basso) e una spesa per le buste paga di quasi un miliardo di euro. I corsi di formazione professionale (302 milioni di euro) sono stati 3.069 con gli obiettivi "più disparati", sono costati "circa 100mila euro" l'uno e hanno avuto in media "appena 15 iscritti" dimostrandosi più utili "agli enti che li organizzano piuttosto che ai giovani che li frequentano".
Non bastasse, ecco la ciliegina sulla torta: nel 2007 la sgarruppata sanità siciliana è costata 8 miliardi e 500 milioni di euro: 1.711 pro capite. In pratica, accusa la magistratura contabile, "nell'isola si è speso il 30% in più di quanto si spende per la sanità in Finlandia", un Paese con un territorio più grande dell'Italia, trecentomila abitanti più della Sicilia "e un servizio sanitario pubblico tra i più efficenti del mondo". Bene: in questo contesto disastroso che toglierebbe il sonno a ogni amministratore con la testa sul collo, cosa ha deciso l'ineffabile maggioranza che governa l'isola? Ha deciso che le prebende che mensilmente ricompensano il lavoro (si fa per dire...) dei deputati regionali, che già sono in varie voci parificate a quelle del Senato e possono arrivare con diarie e rimborsi e indennità varie per viaggi e spese telefoniche a oltre 19mila euro (tra i 10 e gli
11mila netti) sono insufficienti. "Siamo o non siamo uno dei più antichi parlamenti del mondo?" Così, visto che le buste paga sono ancora più gratificanti nel caso il deputato faccia parte del Consiglio di Presidenza (7.700 euro lorde in più al presidente, circa 5mila ai due vice) oppure abbia qualche delega da assessore (otto, con una integrazione di 2.600 euro) o ancora sia ai vertici di qualche commissione, hanno stabilito di moltiplicare queste commissioni facendole diventare dieci.
Risultato finale? Antonella Romano, sulla "Repubblica di Palermo", ha fatto i conti: calcolando che godono di ulteriori supplementi anche i capigruppo e i loro vice, su 90 consiglieri i "graduati" salgono dai 53 della scorsa legislatura a 72. Con un aumento secco di un terzo. E le polemiche sulla Casta, i costi
della politica, la necessità di tagliare? Ciao. E le promesse elettorali di imprimere una svolta a certi indecenti
privilegi di quelli che Luigi Einaudi chiamava "i padreterni"?
E chissenefrega, ormai le elezioni ci sono state...
corriere.it (http://laderiva.corriere.it/2008/07/)
Jammed_Death
05-07-2008, 16:58
Pagati fra i 200 e i 400 euro all'ora di lavoro
wow...non sapete in quanti mi hanno offerto queste cifre come stipendio mensile :)
ELISAMAC1
05-07-2008, 18:49
Forse nn ci si ricorda qualcosa uscito sui sindacati?
La pagheranno tutti. Cominciamo dal Veneto, dove i leghisti e i forzisti fanno tanto i pragmatici e gli anti-casta, quando invece sono più mafiosi e nepotisti dei siciliani democristiani.
Forse nn ci si ricorda qualcosa uscito sui sindacati?
Sei davvero imbarazzante nel tuo discutere di politica...imbarazzante e disarmante....
Ma tu hai davvero il diritto di voto?:cry: :cry: :D :D
Si,i sindacati sono una casta.E anche i politici lo sono,che fare dunque?
Ribellarsi ed evitare di votare per i soliti cretini oppure,visto che i propri beneamini al parlamento sono stati toccati,difenderli citando un'altra casta come se ciò potesse giustificare i deliri della prima.
È veramente un modo di ragione che porta solo al disastro :muro: :muro:
Phoenix68
05-07-2008, 20:05
Sei davvero imbarazzante nel tuo discutere di politica...imbarazzante e disarmante....
Ma tu hai davvero il diritto di voto?:cry: :cry: :D :D
Si,i sindacati sono una casta.E anche i politici lo sono,che fare dunque?
Ribellarsi ed evitare di votare per i soliti cretini oppure,visto che i propri beneamini al parlamento sono stati toccati,difenderli citando un'altra casta come se ciò potesse giustificare i deliri della prima.
È veramente un modo di ragione che porta solo al disastro :muro: :muro:
Mi dici per favore quale partito politico ha rifiutato aumenti ?
Mi dici per favore quale partito politico ha rifiutato aumenti ?
Rifiutato?non credo ci si possa rifiutare.Se il tuo capo di vuol pagare di più tu al massimo quei soldi puoi darli in beneficenza.
In ogni caso l'Idv ha sempre combattuto contro la casta ed i suoi sprechi,tant'è che è stato uno dei suoi cavalli di battaglia alle elezioni.
Che poi tu possa non crederci è un altro discorso.
Phoenix68
05-07-2008, 20:34
Rifiutato?non credo ci si possa rifiutare.Se il tuo capo di vuol pagare di più tu al massimo quei soldi puoi darli in beneficenza.
In ogni caso l'Idv ha sempre combattuto contro la casta ed i suoi sprechi,tant'è che è stato uno dei suoi cavalli di battaglia alle elezioni.
Che poi tu possa non crederci è un altro discorso.
Fra dire e fare ...etc. etc. Basterebbe proporre una legge dove gli aumenti "automatici" ai politici non ci fossero più.
Da un articolo di Panorama, ha un anno ma la legge non è cambiata
"Doppio aumento in vista per deputati e senatori, proprio quando i vertici di Camera e Senato hanno deciso un pacchetto di austerità per ridurre le pensioni dei parlamentari e alcune voci della loro busta paga. La paradossale situazione è figlia del meccanismo che aggancia lo stipendio base dei parlamentari a quello del primo presidente della Corte di cassazione, cioè il magistrato italiano di grado più alto.
Ogni tre anni per tutti i magistrati scatta un aumento calcolato in base a un complicato sistema di previsione dell’indice Istat. Nel gennaio 2008, data del prossimo scatto, esso sarà del 4 per cento circa; di pari percentuale si rivaluterà l’indennità dei parlamentari, cioè la voce più consistente della loro busta paga. Ma non basta, è in arrivo un altro aumento, assai più consistente. E sempre per “via giudiziaria”.
La nuova legge sull’ordinamento della magistratura, in via di approvazione, allinea tutti gli stipendi a quelli dei giudici amministrativi. Attualmente ai componenti di Tar e Consiglio di Stato, a parità di grado, è riconosciuta un’anzianità di 8 anni in più rispetto ai magistrati ordinari, e dunque uno stipendio più alto. Per metterli alla pari, il Parlamento dovrà quindi approvare una legge che conceda a questi ultimi un aumento valutabile intorno al 12 per cento. Anche in questo caso, beneficiandone il primo presidente di Cassazione se ne avvantaggeranno anche deputati e senatori.
Tutto grazie all’unione con i magistrati nella buona e nella cattiva sorte. Ma in questo caso non occorre aspettare la morte per separarsi. Basterebbe una legge per sganciare la retribuzione dei parlamentari da quella del primo presidente di Cassazione. Ma il Parlamento la approverà mai? "
Sei davvero imbarazzante nel tuo discutere di politica...imbarazzante e disarmante....
Ma tu hai davvero il diritto di voto?:cry: :cry: :D :D
Si,i sindacati sono una casta.E anche i politici lo sono,che fare dunque?
Ribellarsi ed evitare di votare per i soliti cretini oppure,visto che i propri beneamini al parlamento sono stati toccati,difenderli citando un'altra casta come se ciò potesse giustificare i deliri della prima.
È veramente un modo di ragione che porta solo al disastro :muro: :muro:
Onestamente, da ideologicamente sinistrorso, ti dico che i sindacati negli ultimi 20 anni sono stati il cancro del popolo, le collusioni con gli alti poteri e i loro paraocchi nel proteggere i peggiori dipendenti sono stati sotto gli occhi di tutti, sono la vergogna dei lavoratori italiani
Onestamente, da ideologicamente sinistrorso, ti dico che i sindacati negli ultimi 20 anni sono stati il cancro del popolo, le collusioni con gli alti poteri e i loro paraocchi nel proteggere i peggiori dipendenti sono stati sotto gli occhi di tutti, sono la vergogna dei lavoratori italiani
Si,ma il discorso è un'altro.
Per esempio,se dovessi dirti:"odio i cacciatori di foche e nessuno fa niente contro di loro" tu non dovresti rispondermi con:"forse ci si dimentica dei cacciatori di balene?".
Non c'entra davvero un'emerita cippa.
Ma poi lo sappiamo com'è fatta elisa...è la berluscones media indottrinata ad obbedire al verbo del premier.
StefAno Giammarco
07-07-2008, 01:30
Si,ma il discorso è un'altro.
Per esempio,se dovessi dirti:"odio i cacciatori di foche e nessuno fa niente contro di loro" tu non dovresti rispondermi con:"forse ci si dimentica dei cacciatori di balene?".
Non c'entra davvero un'emerita cippa.
Ma poi lo sappiamo com'è fatta elisa...è la berluscones media indottrinata ad obbedire al verbo del premier.
E ma lo sappiamo come è fatto Stefano... ogni tanto sospende senza un perché. E quel che è peggio e che ti affibbia arbitrariamente chessò... cinque giorni senza nessun criterio.
franco_o
28-07-2008, 07:33
La Casta vuole viaggiare di più e gratis
Gli ex deputati potranno continuare a viaggiare gratis. Non saranno pubblicati su internet i rendiconti che i parlamentari dovranno presentare per i rimborsi elettori-eletto (sì, c'è anche quella e sono quasi 4200 euro per ognuno dei 630 deputati
In compenso avranno uffici più puliti e andranno di più in giro, in particolare quelli della commissione esteri che avevano protestato per il taglio alle spese di missione.
La cura Tremonti, insomma, si ferma sull'uscio di Montecitorio. Ieri infatti la Camera ha votato il proprio bilancio interno e ha accettato o respinto gli ordini del giorno, che sono in pratica delle modifiche richieste dai parlamentari e votate dall'Aula. Tutti no ha incassato la serie di ordini del giorno avanzati dai radicali che andavano proprio nella riduzione delle spese. Non si tratta di no secchi perché in realtà sono stati accettati dal relatore, Antonio Mazzocchi (Pdl), sotto forma di raccomandazione. Che è un modo gentile per non bocciare formalmente la richiesta. Negli anni scorsi le raccomandazioni sono solitamente rimaste lettera morta.
Che cosa chiedevano i radicali? Chiedevano di abolire i privilegi per gli ex parlamentari che hanno diritto «in misura illimitata gli spostamenti ferroviari sul territorio nazionale fino alla categoria intecity; i trasferimenti aerei nei limiti di un plafond variabile in base alla durata del mandato esercitato, se hanno esercitato un mandato per almeno una legislatura completa; i pedaggi autostradali in misura illimitata con la sola opzione alternativa fra telepass o tessera via card; i trasporti navali». Oppure chiedevano che di quei quattromila euro si procedesse «sulla obligatorietà di documentare tali spese» e di renderle pubbliche «sul sito internet della Camera». O chiedevano che i rimborsi per le spese telefoniche potessero avvenire «a fronte di fatture relative a un massimo di due utenze fisse e due utenze mobili purché intestate al deputato stesso».
In compenso è stato accolto invece un odg presentato da Roberto Antonione (e firmato anche dal capogruppo leghista Cota e dal democratico Vernetti) con il quale si chiedeva di garantire «alla commissione Esteri per il corrente anno un'adeguata dotazione finanziaria per lo svolgimento delle missioni», in pratica i «viaggi di lavoro». Volevano che fosse riportato allo livello dell'anno scorso, ma almeno questo è stato cassato. E via libera è stato dato anche a una richiesta che arrivata dal Pd Roberto Giachetti, che ricordava come già nei due anni precedenti era stato fatto, la necessità di «mantenere un costante monitoraggio ai fini di un'attenta verifica degli standard qualitativi dei servizi offerti dalla società Milano 90 srl», da cui la Camera ha fittato svariati palazzi nella zona di piazza San Silvestro. E quindi si chiede all'ufficio di presidenza di continuare a verificare i servizi di «manutenzione, pulizia, distribuzione, posta e vigilanza presso Palazzo Marini».
Ritirato, invece, un altro ordine del giorno che mirava a contenere i costi del Palazzo, con il pagamento dell'utilizzo degli spazi per convegni e manifestazioni organizzati dai deputati. I parlamentari di Montecitorio, infatti, possono usufruire gratuitamente dei locali della Camera, aumentati di numero negli ultimi anni, per i propri incontri pubblici. E potranno farlo anche per i prossimi 12 mesi, a differenza del Senato che richiede un contributo al deputato o al Gruppo
iltempo.ilsole24ore.com (http://iltempo.ilsole24ore.com/2008/07/25/906683-onorevole_economia..shtml)
lunga vita alla casta .. :stordita:
ma la casta dov'è ?.... è tutta al governo !:sofico:
Sinclair63
28-07-2008, 07:40
lunga vita alla casta .. :stordita:
:yeah:
lunga vita al compagno presidente
evviva la rivoluzione del compagno presidente
lunga vita e prosperità...
io comincio ad abituarmi a ripeterli, fra un po' verrà utile.
Jammed_Death
28-07-2008, 09:24
tanto è inutile parlarne, pochi mesi fa abbiamo avuto la dimostrazione totale che a nessuno frega nulla :D
:O Ma qual'e' l'entita che ha tanto potere per affrontare il problema della casta, se non la casta stessa :stordita: ; quindi :D
:O Ma qual'e' l'entita che ha tanto potere per affrontare il problema della casta, se non la casta stessa :stordita: ; quindi :D
Quindi lasciamo tutto così e chissenefrega!
Quindi lasciamo tutto così e chissenefrega!
:O Si', possiamo solo lamentarci e basta ;)
franco_o
05-08-2008, 09:27
Il Consiglio regionale del Friuli vota una norma che vede riconosciute ai consiglieri ed ai rappresentati degli enti le spese legali in caso di contenzioso giudiziario legato alla carica istituzionale
E' una strana norma quella inserita dalla maggioranza regionale del Fvg , in sostanza i consiglieri regionali e i rappresentanti degli Enti avranno il diritto di vedersi riconosciute le spese legali in caso di procedimenti giudiziari legati alla funzione istituzionale.
La notizia è stata diffusa da un comunicato del gruppo consiliare IdV-Cittadini, che per altro si dice assolutamente contrario a questa previsione - introdotta con un emendamento del capogruppo del PdL, Galasso, alle variazioni di bilancio - e nel motivare il voto contrario in Aula, Piero Colussi ha ricordato che già oggi ci sono norme che prevedono questa forma di tutela per quegli amministratori locali (sindaci e assessori comunali) che vengano assolti nel caso di procedimenti giudiziari legati al loro ruolo.
L'estensione di questa guarentigia, dice in sostanza Colussi, introdotta dal centrodestra non trova riscontro in nessun altra Regione italiana. Si tratta di un provvedimento che crea una categoria di privilegiati. Gli amministratori, infatti, invece di vedersi riconosciuta per legge questa necessità, possono già utilizzare altri strumenti di tutela come le polizze assicurative.
Il gruppo dell'opposizione segnala che la legge approvata in Consiglio regionale allontanerà, ancora una volta, i cittadini dal mondo della politica, percepito sempre più come una casta impegnata soprattutto a garantirsi privilegi e immunità.
I consiglieri Colussi, Corazza, Alunni Barbarossa e Agnola mettono anche in serio dubbio la legittimità costituzionale del provvedimento che, secondo loro, potrebbe essere impugnato dal
Governo. Ed in effetti la norma è antipatica, non solo per le motivazioni addotte dai consiglieri dell'opposizione ma perchè non si capisce per quale ragione debbano pagare i cittadini per errori eventualmente commessi dal politico, anche se nel corso del suo mandato. Il principio della responsabilità personale viene leso creando quindi una strana zona franca.
Venerdì, 01 Agosto 2008 - 17:21
http://www.friulinews.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=2733&mode=thread&order=0&thold=0
Punitore
05-08-2008, 13:57
Il Consiglio regionale del Friuli vota una norma che vede riconosciute ai consiglieri ed ai rappresentati degli enti le spese legali in caso di contenzioso giudiziario legato alla carica istituzionale
http://www.friulinews.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=2733&mode=thread&order=0&thold=0
:muro:
dantes76
05-08-2008, 14:09
Il Consiglio regionale del Friuli vota una norma che vede riconosciute ai consiglieri ed ai rappresentati degli enti le spese legali in caso di contenzioso giudiziario legato alla carica istituzionale
http://www.friulinews.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=2733&mode=thread&order=0&thold=0
si stanno sicilianizzando.. e come disse berlusconi... prendete esempio dai siciliani :asd:
franco_o
02-09-2008, 14:34
Comune di Roma/ Il giovane capo Ufficio Stampa costa 400 mila euro.
Ma il Comune di Roma non aveva un debito di quasi dieci miliardi di euro? Denunciato dal sindaco Gianni Alemanno qualche mese fa e che ha portato il governo di Centrodestra a intervenire per evitare la bancarotta del Campidoglio? Vero o falso (versione di Veltroni) il buco dovrebbe spingere l'Amministrazione capitolina a una gestione più che virtuosa. Morigerata. Evitare spese folli. E invece (in pieno stile "Casta") - come Affaritaliani.it è in grado di rilevare - con due specifiche delibere (del 19 maggio 2008 e del 23 luglio) Alemanno ha prima nominato Simone Turbolente, nemmeno trentenne e con pochissima esperienza, portavoce del sindaco e, appena due mesi dopo, lo ha promosso direttore dell'Ufficio Stampa del Campidoglio, riconoscendogli un cospicuo adeguamento economico. In pratica, al giovanissimo Turbolente vanno poco meno di 120 mila euro lordi all'anno. Ovvero quasi 600 mila euro qualora il sindaco Alemanno restasse in carica fino al termine del suo mandato. Una spesa per le casse comunali pari a poco meno di 400 mila euro solo fino al 31 dicembre 2010.
La più recente esperienza nel mondo dei media e della comunicazione di Simone Turbolente? Niente di meno che la direzione, affiancato da 5 redattori e 10 collaboratori, di "Roma Punto". Un free press voluto da Alemanno per l'ultima campagna elettorale e che ha sostenuto il candidato del Popolo delle Libertà nella corsa al Campidoglio. Sedici pagine di cronaca cittadina, economia, esteri e sport, che hanno raccontato fino al 14 aprile 2008 la sfida dell'ex ministro delle Politiche Agricole agli altri candidati sindaco di Roma. Editore del quotidiano free press, distribuito in 50 mila copie, Italo Bocchino, massimo esponente di Alleanza Nazionale e attuale vicecapogruppo del Pdl alla Camera.
Ma torniamo ai conti. Nella veste di portavoce Turbolente percepisce - si legge nei documenti ufficiali del Comune - "un trattamento economico annuo lordo complessivo pari ad Euro 87.208,83 equivalente a quello dei Dirigenti del Comune di Roma inquadrati nella II fascia di cui al vigente CCDI, composto come segue: – trattamento economico annuo lordo tabellare, comprensivo del rateo della tredicesima mensilità, previsto dal vigente C.C.N.L. per il personale con qualifica dirigenziale del comparto Regioni – Autonomie Locali, pari ad Euro 40.129,98; – indennità “ad personam” pari ad Euro 47.078,85;".
Mentre sempre "al Dott. Simone Turbolente per lo svolgimento dell’incarico di Direttore dell’Ufficio Stampa verrà corrisposto un trattamento economico annuo lordo complessivo pari ad Euro 118.356,28, così composto: - trattamento economico annuo lordo previsto dal vigente C.C.N.L. per il personale con qualifica dirigenziale del comparto Regioni – Autonomie Locali, pari a Euro 40.129,98;
- retribuzione di posizione, pari a Euro 65.188,58, pari alla retribuzione equivalente a quella dei Dirigenti del Comune di Roma inquadrati nella IV fascia di cui al vigente C.C.D.I.; - retribuzione di risultato pari a Euro 13.037,72, pari al 20% della retribuzione di posizione di cui al vigente C.C.D.I.;".
Al 'disastrato' bilancio del primo comune d'Italia la scelta del sindaco Alemanno costerà quasi 400 mila euro fino al termine del 2010. Per l'esattezza la spesa pubblica, in meno due anni e mezzo, sarà di 392.487,16 euro.
Infatti si legge nel verbale del 23 luglio:
"La spesa per la corresponsione del trattamento economico spettante all’interessato relativamente al periodo 1° agosto 2008 – 31 dicembre 2008, compresi gli oneri riflessi e l’Irap, grava il Bilancio 2008 per complessivi Euro 67.670,20".
"La spesa per la corresponsione del trattamento economico spettante all’interessato relativamente al periodo 1° gennaio 2009 – 31 dicembre 2009, compresi gli oneri riflessi e l’Irap, grava il Bilancio 2009 per complessivi Euro 162.408,48".
"La spesa per la corresponsione del trattamento economico spettante all’interessato relativamente al periodo 1° gennaio 2010 – 31 dicembre 2010, compresi gli oneri riflessi e l’Irap, grava il Bilancio 2008 per complessivi Euro 162.408,48".
http://www.affaritaliani.it/ (http://www.affaritaliani.it/politica/alemannospesecomuneroma010908_pg_1.html)
Ma bravo l'austero Alemanno... Del resto i fedelissimi e gli affiliati vanno premiati (sempre a spese dei contribuenti).
Dream_River
02-09-2008, 14:49
Si,i sindacati sono una casta.E anche i politici lo sono,che fare dunque?
Ribellarsi ed evitare di votare per i soliti cretini oppure,visto che i propri beneamini al parlamento sono stati toccati,difenderli citando un'altra casta come se ciò potesse giustificare i deliri della prima.
Oh, finalmente saltano fuori le buone idee
Continuate sempre a lamentarvi della casta, ma tutte le volte tornate sempre a votarla.
Se davvero la casta vi fa così schifo, fate un bel gesto di coerenza, ALLE PROSSIME ELEZIONI NON ANDATE A VOTARE
gigio2005
02-09-2008, 15:01
mi porto avanti :D
eh ma anche la sinistra
eh ma cosa vuoi che siano 600.000 euri in 5 anni
....com'era?
BAC!
Oh, finalmente saltano fuori le buone idee
Continuate sempre a lamentarvi della casta, ma tutte le volte tornate sempre a votarla.
Se davvero la casta vi fa così schifo, fate un bel gesto di coerenza, ALLE PROSSIME ELEZIONI NON ANDATE A VOTARE
Non e' una soluzione: ipotizziamo che ci sia un brutale sciopero del voto, la casta con un voto a testa, il proprio, sarebbe ugualmente legittimata a governare, piuttosto sarebbe meglio sostenere quei partiti che non si uniformano alla massa, che si oppongono alle porcate.
Non e' una soluzione: ipotizziamo che ci sia un brutale sciopero del voto, la casta con un voto a testa, il proprio, sarebbe ugualmente legittimata a governare, piuttosto sarebbe meglio sostenere quei partiti che non si uniformano alla massa, che si oppongono alle porcate.
Tipo? Di Pietro che poi tanto fa lo spaventapasseri in un governo PD? No no, meglio non votare, essere indipendenti e rompere i coglioni e ribellarsi, per quanto possibile, a più non posso. E magari iniziare a farli sentire ciò che sono e farli vergognare di girare per la strada. Ci vuole pressione.
Tipo? Di Pietro che poi tanto fa lo spaventapasseri in un governo PD? No no, meglio non votare, essere indipendenti e rompere i coglioni e ribellarsi, per quanto possibile, a più non posso. E magari iniziare a farli sentire ciò che sono e farli vergognare di girare per la strada. Ci vuole pressione.
Il non voto di fatto e' un silenzio assenso, e' molto piu' comodo di un voto contrario, al potente se non voti importa sega, manco ti considera, finche sara' eletto fara' il cazzo che gli pare.
Di Pietro ha i suoi difetti, ma e' onesto, non si e' mai piegato a nessuna fognata, ha anzi protestato vibratamente, pur con il 2% di voti che aveva nella scorsa legislatura, non mi risulta che si sia comportato come uno spaventapasseri, e non lo sta facendo tuttora, prendendo le distanze dalla connivenza del PD.
franco_o
14-09-2008, 18:34
Che fine ha fatto la casta?
Da Fini alla Gelmini, viaggio in un filone che non tira più. E una ricerca rivela: solo il 32% dei cittadini è ancora adirato
FEDERICO GEREMICCA
ROMA
Che sarebbe accaduto, un anno fa, se ad esser sorpreso a utilizzare un motoscafo dei vigili del fuoco per fare immersioni in un’area marina super-protetta fosse stato Fausto Bertinotti? I più zelanti, probabilmente, avrebbero calcolato perfino il costo del gasolio consumato e “pagato, naturalmente, da noi contribuenti!”. E se fosse stato il governo passato a riallargare i cordoni della borsa ed a riaprire i voli di Stato a tutti i ministri e perfino ai sottosegretari? Beppe Grillo ci avrebbe forse costruito attorno un altro Vday. Per non chiedersi, ovviamente, che tipo di gogna pubblica sarebbe stata organizzata - appena pochi mesi fa - se si fosse scoperto che un lombardissimo ministro dell’Istruzione che chiede rigore e serietà per la scuola (soprattutto quella al Sud) se ne era andato in Calabria a sostenere - e naturalmente superare - l’esame di abilitazione alla professione di avvocato. «Basta con la Casta!», avremmo strillato.
Adesso non si strilla più. O si strilla assai di meno. E onestamente, tolto qualche aumento di prezzi alla buvette di Montecitorio e la nomina di qualche membro di governo in meno (iniziative, soprattutto la seconda, incidenti e notevoli) non è che i costi della politica siano stati dimezzati o gli episodi di “malcostume da privilegio” spariti. E allora? «Allora - taglia corto don Gianni Baget Bozzo - quel che è accaduto mi pare chiaro: il tema della lotta alla Casta fu sollevato dalla sinistra contro i privilegi, l’enorme potere e le inefficienze della stessa classe politica di sinistra. Il vento dell’antipolitica nacque, infatti, precisamente dalla rottura tra vertice e base, a sinistra: e se vuole sapere la mia opinione, credo che la vittoria di Berlusconi sia stata vissuta come una liberazione - una liberazione dalla Casta, appunto - anche da chi non ha votato per lui».
Giudizio discutibile, naturalmente: ma ci si muove quasi più sul campo della sociologia dei comportamenti di massa che della politica, è molto - dunque - è opinabile, interpretabile. E infatti non è coincidente l’opinione di Ilvo Diamanti, sociologo e politologo di riconosciuta fama: «Guardi, prendersela con la Casta quando al governo c’è Berlusconi, è come prendersela col rumore quando ci sono i fuochi d’artificio». Compagno di banco al liceo di Gian Antonio Stella (autore con Rizzo, appunto, de “La Casta”), aggiunge: «Sono tanti gli elementi che hanno contribuito prima al sorgere del fenomeno e poi all’attuale eclissi. Innanzitutto, io credo, le molte aspettative di cambiamento - non avvenuto - evocate nel quinquennio berlusconiano e poi pagate dal governo Prodi. Il libro di Stella e Rizzo è stata la scintilla: ma perché certi fenomeni esplodano è necessario ci siano condizioni permissive. E queste erano, da una parte, la sfiducia verso l’inefficienza della politica e, dall’altra, il fatto che una Casta di sinistra è considerata davvero non accettabile».
Ma, appunto, la Casta è di sinistra? O comunque: è più di sinistra che di destra? «Non mi sentirei di sostenerlo - dice Eugenio Scalfari -. Però è un fatto che la bufera dell’antipolitica si è scatenata quando al governo c’era il centrosinistra; e un altro fatto è che il governo di allora, facendosi carico di fronteggiare l’indignazione dei cittadini, ha finito quasi inevitabilmente per trasformarsi in oggetto della contestazione. Si è ritrovato ad esser Casta, insomma, chi era al governo in quel momento: nonostante al governo ci fossero persone come Padoa Schioppa, Bersani, Visco e altri che francamente faticherei a definire Casta». Fatto sta che, dopo di allora, il vento s’è posato, l’indignazione è scemata, i giornali hanno smesso di parlarne. «Non è così - replica Scalfari -. I giornali hanno continuato a raccontare. Certo, qualcuno ha tambureggiato di più, qualcun altro di meno. E se nessuno ha più fatto campagna è perché i giornali prima di altri hanno capito che il tema tirava assai di meno».
E si torna, però, al punto di partenza. Perché l’indignazione per le spese della politica, i privilegi e il resto si è attenuata? Una ricerca delle Acli appena resa nota, rivela che oggi “solo” il 32% degli elettori nutre «rabbia» verso la Casta: una percentuale, potremmo dire, quasi fisiologica o comunque assai più bassa di quella che si registrava ancora pochi mesi fa. Perché? Nando Pagnoncelli, della Ipsos, offre una spiegazione molto pragmatica: «I cittadini hanno sempre considerato un male inevitabile i privilegi dei politici: l’esplodere della rabbia è semplicemente il sintomo di un malessere nella relazione, appunto, tra politica e cittadini. Le faccio un esempio: se porto mio figlio da un medico ed egli è scortese, sbrigativo ma guarisce il bambino, io non faccio caso alla sua maleducazione; ma se non lo guarisce, quella maleducazione diventa insopportabile.
Così è per la politica: il cittadino sa da sempre che costa molto ed è luogo di privilegio, ma se funziona e gli risolve i problemi, passa sopra a tutto il resto. Se invece costa molto ed è anche inefficiente, ecco esplodere il malessere. E’ questo - conclude Pagnoncelli - che forse spiega la differenza di clima dopo il passaggio da un governo a un altro: quello di Prodi era diventato sinonimo di liti e immobilismo; l’arrivo di Berlusconi ha portato fino ad ora il segno del “fare”, della concretezza e della novità che, finalmente, c’è qualcuno che decide». E’ davvero così? Giuseppe De Rita, sociologo e tra i fondatori del Censis, ci crede fino a un certo punto. «Le fiammate dell’opinione pubblica - dice - creano un evento, ma mentre lo creano gli scavano la fossa... E’ sempre stato così. Il fenomeno è rientrato, anche se non è detto che non riesploda da qui a qualche tempo. La Casta resta un problema serio, ma la fase è del tutto cambiata: oggi la gente s’appassiona al gossip. Delle foto di Fini in barca nel parco naturale non frega niente a nessuno. Delle foto di Fini che, sempre in barca, si fa carezzare dalla compagna, si è parlato per settimane. Oggi, come sa, si discute della fidanzata di Frattini. In Italia, del resto, è sempre andata così...».
http://www.lastampa.it/ (http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200809articoli/36407girata.asp)
majin mixxi
14-09-2008, 20:44
Stella e Rizzo predicano bene e razzolano male
franco_o
23-10-2008, 09:28
C’era una volta la lotta alla Casta...
http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com:80/speciali/2008/lettere-maggiani/documenti/22-ottobre/1101833069892-c-era-volta-lotta-casta.shtml
Egregio signor Maggiani, le invio questa e-mail per conoscere il suo parere in proposito a quanto segue. Mi pare evidente che siamo in un periodo di crisi finanziaria e in piena recessione ma questa austerità pare sia rivolta alle sole persone che fanno già fatica ad arrivare a fine mese. Io come pensionato, e penso molti lavoratori a monoreddito, ci sentiamo a volte presi in giro: tutti ci vogliono insegnare come risparmiare, ci dicono dove andare a fare la spesa come se non lo facessimo già. Ma poi mi chiedo: come mai siamo sempre noi a dover risparmiare quando i costi della politica sono i più elevati al mondo?
In caso di austerità non le sembra giusto che i primi a dare un esempio di risparmio dovrebbero essere quelli che rappresentano il nostro Paese? Mi riferisco ad esempio al finanziamento dei partiti, e ai rimborsi elettorali. Se ben ricordo nel ’93 fu abolito il finanziamento pubblico ai partiti e se non erro nel ’99 la volontà popolare venne aggirata e anziché chiamarsi “finanziamento pubblico ai partiti” fu chiamato “rimborso elettorale” quindi come contributo spese elettorali. Mi ricordo che venne calcolato per 800 lire per ogni voto, poi con l’avvento dell’euro e con l’aumento di tutti i prezzi il rimborso passò a un euro tondo, cioè quasi due mila lire; ci sarebbe stato da protestare ma con chi te la prendi se tutti i politici sono d’accordo?
Oggi il rimborso è arrivato a 5 euro e non per votante ma per tutti quelli che hanno diritto al voto, così anche quelli che dopo una vita che votano e cominciano ad essere disamorati della politica e decidono di non votare non riescono a fare risparmiare lo Stato. Non parliamo poi dei rimborsi che scattano per ogni elezione (Europee, Camera, Senato), praticamente si tratta di un rimborso continuo. Poi c’è il doppio rimborso: una volta se la legislatura finiva, finiva anche il rimborso; oggi in caso di elezioni anticipate, come è successo ultimamente, tutti quei partiti che non hanno raggiunto l’1% incassano il contributo fino alla fine della legislatura come se fossero rimasti in carica, mentre i grandi partiti (che escono e rientrano) intascano due volte il rimborso elettorale. E poi insegnano a noi poveri cosa significa risparmiare; come si fa a non sentirsi presi in giro? Mi scuso per lo sfogo, ma so che lei è una persona corretta e posata e saprà darmi una risposta confortante.
Pasquale Rossini
No, nessun conforto signor Rossini, ma silenzio e rassegnazione, come mi imponeva il caporale di giornata tanti anni e epoche or sono. È sorprendente, direi meraviglioso, nel senso letterale, come la grande maggioranza dei cittadini italiani sia passata in pochissimi mesi, nemmeno un anno, da una condizione di sorda rivolta contro la “casta” politica, con adesioni di masse spropositate anche alle manifestazioni di ostilità e denuncia più radicali, a una placida accettazione, e gradimento, dei privilegi, rinnovati e irrobustiti dall’attuale governo che a sua volta gode di notevolissimi consensi. Questo è quanto dicono i sondaggi, ma credo che corrisponda alla realtà, almeno in parte. Personalmente credo che questo Paese nutra nel suo seno una maggioranza sempre più ampia di persone che rinunciano volentieri alla cittadinanza, ai doveri e ai privilegi dello status di cittadino, pervasi dall’orribile certezza che tanto non serve a niente, che tanto non cambia niente, soddisfatti della pretesa plebea che tanto basta che non mi rompano i … e mi lascino in pace. Naturalmente di tutte le promesse elettorali per smagrire anche solo di un po’ la pinguità del sistema delle prebende non una sola è stata anche solo messa all’ordine del giorno di parlamento e governo, ma questo non turba minimamente il Paese, che di qualcosa deve pur essere soddisfatto se così dice di esserlo agli intervistatori dei molti prestigiosi istituti di ricerca demografica. Di cosa ci sia da essere ragionevolmente soddisfatti per il sottoscritto è un mistero, ma non è forse questo il Paese dei misteri?
franco_o
05-01-2009, 16:28
Ars, deputati regionali altri privilegi su case e morte. La casta che non conosce la crisi
Tassi agevolati al 2% per l' acquisto della prima casa e sussidi in caso di morte per funerali e sepoltura: a beneficiarne non sono categorie protette o disagiati ma i parlamentari dell'Assemblea regionale siciliana che già possono contare su una serie di benefit e agevolazioni, oltre a stipendio mensile che ruota intorno ai diecimila euro.
Gli "aiuti" per l'acquisto della casa sono previsti da una convenzione che, come riporta oggi " un quotidiano nazionale", l'Ars ha firmato con il Banco di Sicilia negli anni '80 e che è stata ritoccata nelle scorse settimane: l'importo è stato incrementato da 150 a 300 mila euro, cifra che può essere concessa anche per l'acquisto di locali per la segreteria politica.
Nell'ultimo rendiconto approvato dal collegio dei questori all'Ars, relativo alle spese per il 2007, si legge che le uscite per il "contributo interessi su mutui edilizi erogati dal Banco di Sicilia" sono state pari a 52.830 euro. Per i funerali di deputati o ex deputati il contributo dell'Ars, invece, è di cinque mila euro, con una spesa nel 2007 di 36.151 euro.
Si aggiunga, poi, al di là dei lutti, che ai 280 ex deputati l'Ars corrisponde ogni anno un bonus di 6.400 euro a titolo di "aggiornamento politico-culturale".
Un rimborso accordato a tutti, in modo indistinto, e senza obbligo di presentazione di fatture. Al Senato, istituzione alla quale è equiparata l´Assemblea dal punto di vista giuridico-economico, non esiste un beneficio di questo tipo.
Il presidente Cascio sta valutando l'opportunità di mantenere questo privilegio solo per i 70 ex parlamentari che non godono pure del vitalizio.
Ogni parlamentare, poi, al di là delle trasferte per motivi istituzionali autorizzate dal presidente, si trova in busta paga un´indennità forfettaria da 10 mila euro annui come "rimborso spese viaggi". Una quota fissa, assegnata al parlamentare anche in assenza di fatture o biglietti aerei.
http://www.agrigentoweb.it (http://www.agrigentoweb.it:80/index.php?option=com_content&task=view&id=10614&Itemid=452)
claudioborghi
05-01-2009, 16:41
Be', la spiegazione e' semplice: il governo prodi ha alzato le tasse a tutti e, ad esempio, a quello che guadagnava 50k pagando tutte le sue brave tasse sentirsi dare del "ricco" da spremere un po' di fastidio l'ha dato. Logico che uno che viene chiamato ad un ulteriore sacrificio se vede che il politico si alza lo stipendio spacca tutto.
Dato che fino ad ora invece questo governo non ha alzato le tasse, la sopportazione per la "casta" e' aumentata (ed e' un male, perche' certi sprechi non sono giustificabili sotto qualsiasi colore).
Ma bravo l'austero Alemanno... Del resto i fedelissimi e gli affiliati vanno premiati (sempre a spese dei contribuenti).
E che saranno mai 600 mila euro lordi l'anno per un manco trentenne privo di qualsiasi titolo di merito? Niente, ormai li danno a cani e porci :)
LuVi
Assurdo,
ingistificabile.
claudioborghi
05-01-2009, 17:09
E che saranno mai 600 mila euro lordi l'anno per un manco trentenne privo di qualsiasi titolo di merito? Niente, ormai li danno a cani e porci :)
LuVi
Sono sempre tanti, ma non sono 600k l'anno, sono 600k per l'intero mandato di alemanno, posto che non cada prima.
Senza intento polemico... anch'io l'avevo capita cosi' in prima lettura.
Sono sempre tanti, ma non sono 600k l'anno, sono 600k per l'intero mandato di alemanno, posto che non cada prima.
Senza intento polemico... anch'io l'avevo capita cosi' in prima lettura.
Non approfondisco, perchè sono una cifra inarrivabile lo stesso.
franco_o
07-01-2009, 14:26
Sicilia: il popolo non deve sapere come si spende il denaro pubblico... motivo di privacy :eek: :eek:
Recentemente i media hanno portato all’attenzione dei cittadini il caso riguardante le missioni dei deputati all’ARS, portato alla ribalta dall’onorevole Apprendi del Partito Democratico e non stupisce ciò che si riporta sta accadendo.
Alla legittima richiesta di un parlamentare regionale di sapere come vengono spessi i soldi pubblici, a favore dei suoi colleghi, viene opposto il riservo per motivi di privacy. Questa cosa lascia davvero attoniti! ma del resto dovevamo aspettarcelo in funzione del fatto che il Presidente dell’Assemblea Regionale il 4 Giugno 2008 ha emanato un Decreto, col quale viene fortemente limitato l’accesso agli atti amministrativi della stessa Assemblea. Quindi sembra rispondere al vero l’ipotesi secondo cui, in questi tempi, il nascondere gli effetti di certa pratica politico-amministrativa o gelare i diritti conquistati a fatica dai cittadini in merito all’informazione ed alla conoscenza degli atti e dei documenti prodotti da organi politici e dai loro diretti funzionari - nostri dipendenti - è divenuta prassi consueta.
E’ chiaro che, in questo modo, si pretende di ottundere l’attenzione sulla allegra gestione del patrimonio e delle risorse pubbliche.
Tra l’altro, in alcuni enti locali, laddove il diritto di accesso viene sulla carta garantito e finanche ben regolamentato, di fatto succede che i cittadini, siano essi singoli o organizzati in associazioni, incontrano notevoli ostacoli all’accesso agli atti, costruiti doviziosamente, giusto per creare disagi o per disorientare i più deboli. In verità dovremmo ribellarci a questo stato di cose e rifiutare energicamente di assistere immobili e rasseganti ai comportamenti indolenti della pubblica amministrazione. La restrizione del diritto alla conoscenza, operata mediante la pratica amministrativa o per scelta politica o per il capriccio di taluni funzionari, laddove non è consentita, comporta una blindatura del potere politico e amministrativo intorno alla sua attività. Essa diviene funzionale alla volontà di celare le operazioni o le attività con le quali si gestisce la ”res pubblica”, per renderla viziata e piegata agli interessi della casta o ai particolarismi di altri.
Non è escluso, tuttavia, che simili comportamenti, assolutamente illegittimi, se non quando illegali, se segnalati a dovere alle competenti autorità giurisdizionali possano trovare, di volta in volta, un freno, fino a giungere al perseguimento dei responsabili. A meno che, ma non oso pensarlo realmente, non si stringa un legame forte ed interessato tra chi deve vigilare e chi deve essere vigilato!
Ma ciò che accade all’ARS sembra pratica comune negli enti locali siciliani. Mettiamo il caso di Francofonte, cittadina della Provincia di Siracusa, amministrata con regolare insipienza dal sindaco UDC, Giuseppe Catania, che ha fatto della demagogia l’elemento fondante della sua attività propagandistica.
Senza andare molto a ritroso nel tempo, volgendo lo sguardo ancora ad oggi, a distanza di tre (3) mesi, dopo una regolare richiesta di accesso agli atti, un cittadino attende copia della determina n.27 del 31 Luglio 2008, con la quale il consorzio “Unione Jonica dei Comuni”, finanziato in gran parte con soldi regionali, dovrebbe in teoria gestire alcuni servizi intercomunali tra Francofonte e Melilli, per il loro potenziamento o la loro ottimizzazione. Legittima richiesta di un cittadino che vuol sapere come vengono utilizzate le risorse finanziarie pubbliche e se vengono rispettati i principi costituzionali dell’economicità e dell’imparzialità della pubblica amministrazione. La richiesta del cittadino è stata disattesa, o meglio ignorata, tanto è vero che in violazione alle norme di legge fatte per “alzare muri tra cittadini e amministrazione”, il dirigente comunale incaricato non si è degnato neanche di inviare al cittadino la “canonica” lettera in cui sono indicati i tempi per la trattazione della pratica né il nome del funzionario responsabile. D’altra parte siamo a Francofonte non certo a Milano! Ma se ad un cittadino non si dà risposta non sembra che la musica cambi con i rappresentanti sindacali. Il responsabile sindacale del S.I.L.Po.L. (Sindacato Italiano Lavoratori Polizia Locale) e in esecuzione del potere di controllo, che le o.s. e le r.s.u. esercitano sulle risorse finanziarie destinate all’attività lavorativa del personale dipendente, ci informa che attende ancora di essere convocato per negoziare sul bilancio di previsione del……2008, quando è noto che il consiglio comunale ha persino votato le variazioni a chiusura di anno solare. Ebbene su di esso sembra calato un silenzio assordante, mentre probabilmente nel ristretto circolo delle stanze delle commissioni consiliari, ed in alcuni casi si racconta in occasione di cene ristrette, la torta del bilancio avrebbe subito il solito saccheggio politico e partitico di siciliana memoria. Il tutto probabilmente, discusso e concordato durante le cene di cortesia, o in alcuni casi in “incontri casuali”.
E la tanto decantata partecipazione dei cittadini all’amministrazione pubblica? Semplice teoria elettorale.
A Francofonte, come all’ARS e in molte realtà siciliane, l’imperativo sembra impedire di dare contezza della gestione dell’ente pubblico, e distogliere l’attenzione dei cittadini sulle modalità di gestione e utilizzo del denaro pubblico, evitando accuratamente di rendere note, come dovrebbe essere in uno stato di diritto, determinate modalità con le quali gestisce complessive risorse iscritte in bilancio.
Francofonte non è un caso ma uno dei casi di una realtà politica amministrativa regionale che si è elevata a casta dominante e gestisce la cosa pubblica con tanti notabili che sembrano operare come dittatori attorniati da tanti capi feudali.
In Sicilia cala una triste disinformazione e i cittadini, le associazioni, i sindacati e i categorie di lavoratori vivono ogni giorno nella disperazione dell’impotenza contro certi muri innalzati da chi amministra il territorio.
In questo contesto sembrano irridenti verso il popolo le parole del presidente Napolitano pronunciate nel suo discorso di fine anno. Ha parlato di riforme condivise della Costituzione e da tempo parla di rispetto della stessa quando la stessa Corte Costituzionale la viola. Ha parlato di un nuovo costume politico che si basi esclusivamente sull’interesse pubblico ma in definitiva ha eluso il tema dell’onestà politica e degli immani sprechi e privilegi della casta a cui lui stesso appartiene, e di quanti, circa 2 milioni, al caldo della casta vegetano senza produrre alcunché per il popolo.
E il peggio sembra ancora dover arrivare.
http://www.osservatorio-sicilia.it (http://www.osservatorio-sicilia.it/2009/2547/sicilia-il-popolo-non-deve-sapere-come-si-spende-il-denaro-pubblico/)
Non capisco il motivo per il quale i parlamentari debbano avere dei privilegi come il mutuo al 2 % ! o la pensione anticipata ecc , il funerale ma.. la legge non era uguale per tutti ?
e poi mi piacerebbe una legge che impedisca il cumulo delle cariche, perchè se no ad un persona gli danno diversi incarichi tutti retribuiti e dal suo sipendio base viene magicamente moltiplicato ! ma... lavora contemporaneamente in tutti gli incarichi ? chi ci garantisce che una sola persona riesca a fare tutto ? o ... siamo governati dalla banda bassotti !.
Sicilia: il popolo non deve sapere come si spende il denaro pubblico... motivo di privacy :eek: :eek:
http://www.osservatorio-sicilia.it (http://www.osservatorio-sicilia.it/2009/2547/sicilia-il-popolo-non-deve-sapere-come-si-spende-il-denaro-pubblico/)
cazzo centra la privacy? bah...
-kurgan-
07-01-2009, 15:00
cazzo centra la privacy? bah...
pensa che ci sono giunte comunali che hanno denunciato cittadini che riprendevano con videocamera i consigli comunali regolarmente aperti al pubblico come da legge..
mi chiedo con che faccia si sostenga il diritto alla privacy in cose che devono essere pubbliche e trasparenti, la prima cosa che viene da pensare è che ci sia qualcosa da nascondere :mbe:
_Magellano_
07-01-2009, 15:11
Che schifo,se esiste la reincarnazione spero si reincarnino in uno scarafaggio stercorario.
Sicilia: il popolo non deve sapere come si spende il denaro pubblico... motivo di privacy :eek: :eek:
http://www.osservatorio-sicilia.it (http://www.osservatorio-sicilia.it/2009/2547/sicilia-il-popolo-non-deve-sapere-come-si-spende-il-denaro-pubblico/)
e in Sicilia li lasciano fare apposta... :muro:
(troppo menefreghismo e soprattutto scoraggiamento nel partecipare alla vita pubblica)
La pagheranno tutti. Cominciamo dal Veneto, dove i leghisti e i forzisti fanno tanto i pragmatici e gli anti-casta, quando invece sono più mafiosi e nepotisti dei siciliani democristiani.
quoto e aggiungo che stando alle loro dichiarazioni il problema della casta era tutto un problema della sinistra ..
pensa che ci sono giunte comunali che hanno denunciato cittadini che riprendevano con videocamera i consigli comunali regolarmente aperti al pubblico come da legge..
mi chiedo con che faccia si sostenga il diritto alla privacy in cose che devono essere pubbliche e trasparenti, la prima cosa che viene da pensare è che ci sia qualcosa da nascondere :mbe:
certo .. tirano fuori leggi inesistenti per non farsi riprendere in sedute pubbliche .. :stordita: :read:
http://it.youtube.com/watch?v=zsKXXgftFGY
http://it.youtube.com/watch?v=CroyHLSXpl8
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