easyand
29-05-2008, 23:31
IRAN: FRATTINI, GLI USA CI VOGLIONO NEL 5+1. IRAQ, PIU' AIUTO
dell'inviato Luigi Ambrosino
Gli Stati Uniti vogliono l'Italia nel gruppo dei '5+1', i Paesi che decidono la politica mondiale sullo spinoso dossier nucleare iraniano; e ''spingeranno'' per aiutare a Roma a sedersi allo stesso tavolo con i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza piu' la Germania. Franco Frattini e' rientrato con quest' assicurazione a Roma dopo una giornata passata a Stoccolma per la Conferenza internazionale sull'Iraq, dove ha ribadito il sostegno dell'Italia alla rinascita del Paese asiatico e avvicinato di un altro passo Roma a Washington. Una giornata fitta di appuntamenti diplomatici, come appunto il primo, atteso, incontro bilaterale con il segretario di Stato Usa, Condoleezza Rice. E scandita per qualche ora da un 'malinteso' su un possibile invio di nuovi istruttori italiani in Iraq (gia' adesso sfiorano le cento unita'). Un aumento escluso da Frattini in serata, dopo aver messo pero' sul tappeto nuovi compiti per gli addestratori italiani. Nella bozza del discorso che il titolare della Farnesina avrebbe dovuto pronunciare in conferenza, distribuita alla stampa qualche ora prima, i cronisti avevano letto in una frase di Frattini (''Posso dire che, se le condizioni lo consentiranno, l'Italia e' pronta a considerare un ulteriore contributo'' per la missione di addestramento della polizia guidato dalla Nato in Iraq) l'annuncio di nuovi militari pronti a partire per Baghdad. Con Roma che ha in questo momento un obiettivo chiarissimo, entrare nel gruppo dei '5+1' sull'Iran, il 'segnale politico' di un' ennesima apertura italiana alle esigenze americane - stavolta in Iraq - era parso plausibilissimo. Tanto che alcuni media avevano cominciato a far rimbalzare la notizia. Ma quando Frattini ha preso la parola davanti ai seicento delegati presenti a Stoccolma, la frase in questione, l'ultima del suo discorso, e' stata cassata. Forse dopo qualche consultazione con i responsabili della Difesa, che da Roma potrebbero aver suggerito cautela: il decreto approvato dal Parlamento autorizza la presenza di 84 istruttori militari in Iraq nell'ambito della 'Nato Training Mission'. Non uno di piu', almeno per il momento. Nella conferenza stampa che terra' poi in serata, Frattini spieghera' di non aver mai pensato ad un aumento degli addestratori. Ma - visti i complimenti ricevuti anche oggi dal segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon e dal premier iracheno Nouri al-Maliki per l'ottimo lavoro svolto dai militari italiani - semplicemente alla possibilita' di ''estendere il nostro contributo addestrativo'' dalla polizia anche ad unita' della Marina e dell'Aeronautica irachene. ''C'e' una richiesta irachena - ha riferito il capo della diplomazia italiana - ma bisognera' studiarne la fattibilita', i costi. E comunque - ha puntualizzato con i cronisti - non si parla di piu' unita', di piu' uomini, di piu' carabinieri. Questo discorso non e' ancora sul tappeto''. Nel faccia a faccia con la Rice, ad ogni modo, Frattini ha avuto ampie rassicurazioni dalla sua interlocutrice, che - ha riferito lo stesso ministro - ha manifestato ''particolare apprezzamento'' sul nuovo corso della politica estera italiana, dalla flessibilita' per le truppe in Afghanistan alla linea della fermezza adottata su Hamas, Hezbollah e soprattutto sull'Iran. Il 'placet' del nuovo governo di Roma alle ''sanzioni bancarie'' contro il regime degli Ayatollah, secondo Frattini, puo' essere ''la chiave'' per sbloccare anche le resistenze degli alleati europei. E gli Stati Uniti, ha rimarcato il capo della diplomazia italiana, ''insisteranno nella loro posizione molto ferma'' per coinvolgerci nel braccio di ferro sul nucleare. Perche', ne e' convinto Frattini, ormai e' opinione sempre piu' diffusa che ''senza l'Italia, un tavolo decisionale sull'Iran, e' un tavolo incompleto''. Il titolare della Farnesina ne riparlera' in settimana a cena con i colleghi di Francia e Gran Bretagna, Bernard Kouchner e David Miliband. Mentre in Italia, per discutere con Silvio Berlusconi dei nuovi aiuti che Roma e' disposta a concedere in Iraq, arrivera' ''presto'' il primo ministro di Baghdad al-Maliki
ANSA
E giusto oggi:
IAEA 'alarmed' by Iran's alleged nuclear weapons work: diplomat
VIENNA, May 29 (AFP) May 29, 2008
dell'inviato Luigi Ambrosino
Gli Stati Uniti vogliono l'Italia nel gruppo dei '5+1', i Paesi che decidono la politica mondiale sullo spinoso dossier nucleare iraniano; e ''spingeranno'' per aiutare a Roma a sedersi allo stesso tavolo con i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza piu' la Germania. Franco Frattini e' rientrato con quest' assicurazione a Roma dopo una giornata passata a Stoccolma per la Conferenza internazionale sull'Iraq, dove ha ribadito il sostegno dell'Italia alla rinascita del Paese asiatico e avvicinato di un altro passo Roma a Washington. Una giornata fitta di appuntamenti diplomatici, come appunto il primo, atteso, incontro bilaterale con il segretario di Stato Usa, Condoleezza Rice. E scandita per qualche ora da un 'malinteso' su un possibile invio di nuovi istruttori italiani in Iraq (gia' adesso sfiorano le cento unita'). Un aumento escluso da Frattini in serata, dopo aver messo pero' sul tappeto nuovi compiti per gli addestratori italiani. Nella bozza del discorso che il titolare della Farnesina avrebbe dovuto pronunciare in conferenza, distribuita alla stampa qualche ora prima, i cronisti avevano letto in una frase di Frattini (''Posso dire che, se le condizioni lo consentiranno, l'Italia e' pronta a considerare un ulteriore contributo'' per la missione di addestramento della polizia guidato dalla Nato in Iraq) l'annuncio di nuovi militari pronti a partire per Baghdad. Con Roma che ha in questo momento un obiettivo chiarissimo, entrare nel gruppo dei '5+1' sull'Iran, il 'segnale politico' di un' ennesima apertura italiana alle esigenze americane - stavolta in Iraq - era parso plausibilissimo. Tanto che alcuni media avevano cominciato a far rimbalzare la notizia. Ma quando Frattini ha preso la parola davanti ai seicento delegati presenti a Stoccolma, la frase in questione, l'ultima del suo discorso, e' stata cassata. Forse dopo qualche consultazione con i responsabili della Difesa, che da Roma potrebbero aver suggerito cautela: il decreto approvato dal Parlamento autorizza la presenza di 84 istruttori militari in Iraq nell'ambito della 'Nato Training Mission'. Non uno di piu', almeno per il momento. Nella conferenza stampa che terra' poi in serata, Frattini spieghera' di non aver mai pensato ad un aumento degli addestratori. Ma - visti i complimenti ricevuti anche oggi dal segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon e dal premier iracheno Nouri al-Maliki per l'ottimo lavoro svolto dai militari italiani - semplicemente alla possibilita' di ''estendere il nostro contributo addestrativo'' dalla polizia anche ad unita' della Marina e dell'Aeronautica irachene. ''C'e' una richiesta irachena - ha riferito il capo della diplomazia italiana - ma bisognera' studiarne la fattibilita', i costi. E comunque - ha puntualizzato con i cronisti - non si parla di piu' unita', di piu' uomini, di piu' carabinieri. Questo discorso non e' ancora sul tappeto''. Nel faccia a faccia con la Rice, ad ogni modo, Frattini ha avuto ampie rassicurazioni dalla sua interlocutrice, che - ha riferito lo stesso ministro - ha manifestato ''particolare apprezzamento'' sul nuovo corso della politica estera italiana, dalla flessibilita' per le truppe in Afghanistan alla linea della fermezza adottata su Hamas, Hezbollah e soprattutto sull'Iran. Il 'placet' del nuovo governo di Roma alle ''sanzioni bancarie'' contro il regime degli Ayatollah, secondo Frattini, puo' essere ''la chiave'' per sbloccare anche le resistenze degli alleati europei. E gli Stati Uniti, ha rimarcato il capo della diplomazia italiana, ''insisteranno nella loro posizione molto ferma'' per coinvolgerci nel braccio di ferro sul nucleare. Perche', ne e' convinto Frattini, ormai e' opinione sempre piu' diffusa che ''senza l'Italia, un tavolo decisionale sull'Iran, e' un tavolo incompleto''. Il titolare della Farnesina ne riparlera' in settimana a cena con i colleghi di Francia e Gran Bretagna, Bernard Kouchner e David Miliband. Mentre in Italia, per discutere con Silvio Berlusconi dei nuovi aiuti che Roma e' disposta a concedere in Iraq, arrivera' ''presto'' il primo ministro di Baghdad al-Maliki
ANSA
E giusto oggi:
IAEA 'alarmed' by Iran's alleged nuclear weapons work: diplomat
VIENNA, May 29 (AFP) May 29, 2008