GianoM
20-05-2008, 10:17
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Un grande classico dei governi Berlusconi sono le leggi ad personam, quelle cioè studiate appositamente per risolvere qualche problema giudiziario del premier o per garantire un cospicuo ritorno economico alle aziende di famiglia.
E c’ è l’ombra di una nuova legge «ad personam» anche tra le pieghe del Pacchetto Sicurezza che il governo si appresta a varare. In una larga messe di norme annunciate, qualcuno ha scoperto che c’è una leggina che riapre i termini del patteggiamento. Anche se una precedente richiesta di patteggiamento sia stata respinta in udienza preliminare. Non importa. La nuova norma, che finora è stata appannaggio di pochissimi tecnici, ma di cui si conosce la paternità perché non mancano interviste per rivendicarla, ossia del deputato-avvocato Niccolo Ghedini, il legale di fiducia di Silvio Berlusconi, concede la possibilità a un imputato di presentare richiesta di patteggiamento anche durante il dibattimento in primo grado. E il giudice, secondo quanto scritto, sarebbe costretto a prendersi due mesi di tempo per «valutare» la nuova istanza. Ebbene, questa norma, qualcuno l’ha ricollegata al processo Mills-Berlusconi che è in corso a Milano e che è già sul filo del rasoio della prescrizione. Qualche altro mese di tempo perduto e addio reato.
La «riapertura dei termini per il patteggiamento», questi i termini del gergo giuridico, inizialmente faceva parte dei 40 punti messi per iscritto da Ghedini e quindi avrebbe dovuto essere inserita nel decreto che già mercoledì il governo approverà. Tante discussioni ed esami, però, e anche la «moral susion» esercitata a un certo punto dal Quirinale, hanno fatto scivolare diverse questioni in altrettanti disegni di legge. Il nuovo ricorso al patteggiamento durante il processo è tra questi.
II processo Mills-Berlusconi è, come è noto, l’ultima grana giudiziaria che pende sul capo del premier. A Milano, la procura ha già fatto i salti mortali per tenere in piedi un processo che ha evidenti problemi di prescrizione. Addirittura, pur di non chiudere tutto, essendo la presunta dazione di denaro del 1998-99, e quindi così lontana nel tempo da essere già caduta in prescrizione, si è teorizzato che la conta dei mesi debba ripartire dal 2001 quando l’avvocato inglese Mills «toccò» i soldi in questione. Anche così, comunque, la mannaia della prescrizione è in agguato. E questi fantomatici due mesi di sospensione del dibattimento, forse, avrebbero un peso inaspettato.
Un giallo, dunque. Di sicuro salta agli occhi che questa nuova norma c’entra poco con l’emergenza degli immigrati clandestini o dei rom da rimandare in Romania. Qualcuno dirà che può servire a sveltire i processi. Oppure che è una norma di garanzia perché un imputato abbia sempre diritto a presentare nuove istanze al giudice. Intanto però è curioso che nel codicillo si prescriva che questa possibilità si applica soltanto ai reati commessi entro il 31 dicembre 2001 e che la richiesta possa essere avanzata «alla prima udienza utile» che si presenti dopo l’approvazione della nuova legge. Si tratta comunque di un disegno di legge. Ci sarà tutto il tempo per discuterne in Parlamento. Ma una cosa è sicura: le polemiche sono garantite.
L’articolo è di Francesco Grignetti e lo trovate su La Stampa di oggi, pagina 2.
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Un grande classico dei governi Berlusconi sono le leggi ad personam, quelle cioè studiate appositamente per risolvere qualche problema giudiziario del premier o per garantire un cospicuo ritorno economico alle aziende di famiglia.
E c’ è l’ombra di una nuova legge «ad personam» anche tra le pieghe del Pacchetto Sicurezza che il governo si appresta a varare. In una larga messe di norme annunciate, qualcuno ha scoperto che c’è una leggina che riapre i termini del patteggiamento. Anche se una precedente richiesta di patteggiamento sia stata respinta in udienza preliminare. Non importa. La nuova norma, che finora è stata appannaggio di pochissimi tecnici, ma di cui si conosce la paternità perché non mancano interviste per rivendicarla, ossia del deputato-avvocato Niccolo Ghedini, il legale di fiducia di Silvio Berlusconi, concede la possibilità a un imputato di presentare richiesta di patteggiamento anche durante il dibattimento in primo grado. E il giudice, secondo quanto scritto, sarebbe costretto a prendersi due mesi di tempo per «valutare» la nuova istanza. Ebbene, questa norma, qualcuno l’ha ricollegata al processo Mills-Berlusconi che è in corso a Milano e che è già sul filo del rasoio della prescrizione. Qualche altro mese di tempo perduto e addio reato.
La «riapertura dei termini per il patteggiamento», questi i termini del gergo giuridico, inizialmente faceva parte dei 40 punti messi per iscritto da Ghedini e quindi avrebbe dovuto essere inserita nel decreto che già mercoledì il governo approverà. Tante discussioni ed esami, però, e anche la «moral susion» esercitata a un certo punto dal Quirinale, hanno fatto scivolare diverse questioni in altrettanti disegni di legge. Il nuovo ricorso al patteggiamento durante il processo è tra questi.
II processo Mills-Berlusconi è, come è noto, l’ultima grana giudiziaria che pende sul capo del premier. A Milano, la procura ha già fatto i salti mortali per tenere in piedi un processo che ha evidenti problemi di prescrizione. Addirittura, pur di non chiudere tutto, essendo la presunta dazione di denaro del 1998-99, e quindi così lontana nel tempo da essere già caduta in prescrizione, si è teorizzato che la conta dei mesi debba ripartire dal 2001 quando l’avvocato inglese Mills «toccò» i soldi in questione. Anche così, comunque, la mannaia della prescrizione è in agguato. E questi fantomatici due mesi di sospensione del dibattimento, forse, avrebbero un peso inaspettato.
Un giallo, dunque. Di sicuro salta agli occhi che questa nuova norma c’entra poco con l’emergenza degli immigrati clandestini o dei rom da rimandare in Romania. Qualcuno dirà che può servire a sveltire i processi. Oppure che è una norma di garanzia perché un imputato abbia sempre diritto a presentare nuove istanze al giudice. Intanto però è curioso che nel codicillo si prescriva che questa possibilità si applica soltanto ai reati commessi entro il 31 dicembre 2001 e che la richiesta possa essere avanzata «alla prima udienza utile» che si presenti dopo l’approvazione della nuova legge. Si tratta comunque di un disegno di legge. Ci sarà tutto il tempo per discuterne in Parlamento. Ma una cosa è sicura: le polemiche sono garantite.
L’articolo è di Francesco Grignetti e lo trovate su La Stampa di oggi, pagina 2.
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