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View Full Version : Recessione, forte incognita


Pitonti
08-05-2008, 11:38
Tante le incognite sulla recessione Usa. Ma è un buon momento per puntare sull'equity
Di Alberto Susic
La stagione delle trimestrali americane si può considerare ormai conclusa ed è stata superata con successo dai mercati azionari che hanno approfittato ad allungare il passo, sulla scia delle buone notizie consegnate da gran parte dei big dell'economia a stelle e strisce, con segnali nel complesso rassicuranti anche per il trimestre in corso.
L'attenzione degli operatori ritorna così sui fondamentali della congiuntura, e si guarda con grande interesse a tutti gli aggiornamenti macro che arrivano quotidianamente, per capire quale sia il reale stato di salute dell'economia americana. L'indicazione preliminare sul PIL del primo trimestre sembra di fatto escludere una recessione per questa prima parte dell'anno. Indicazioni di segno diverso giungono invece dal mercato del lavoro, oltre che dall'andamento dell'attività manifatturiera. Da non dimenticare che la debolezza dell'economia americana potrebbe essere ulteriormente appesantita dalle difficoltà che interessano il settore immobiliare, ben lontano ancora dall'approdare ad un significativo miglioramento rispetto ai mesi scorsi.
Resta aperto pertanto il dibattito sulla minaccia di una recessione negli Stati Uniti, che secondo alcuni sarebbe già iniziata, secondo altri invece potrebbe concretizzarsi nei prossimi mesi, mentre altri ancora ritengono che la stessa sarà evitata o si avrà in forma decisamente lieve.
La dichiarazione ufficiale su un'eventuale fase recessiva dovrà arrivare però dal National Bureau of Economic Research, che tuttavia giunge a decretare una fase di contrazione dell'economia solo in un momento successivo all'effettivo manifestarsi della stessa.
Stando all'ultima rilevazione del Financial Service Forum, l'associazione di cui fanno parte i top manager delle principali società finanziarie americane, il peggio per l'economia statunitense dovrebbe ancora arrivare. Quasi il 90% degli intervistati ritiene infatti che sia molto elevata la probabilità di cadere in recessione nei prossimi 12 mesi, per via delle minacce della crisi del credito e del settore immobiliare, nonostante si guardi con favore agli interventi realizzati dalla Fed e non solo in materia di politica monetaria.
Secondo l'ex presidente della Federal Reserve invece la recessione negli Stati Uniti sarebbe già iniziata, tanto che Greenspan parla di una fase recessiva “orribilmente pallida”. L'ex numero uno della Banca Centrale americana è convinto che sull'economia pesi la minaccia di una fase di stagnazione per il resto dell'anno, nonostante il calo dell'occupazione non sia stato così significativo come previsto. Per Greenspan però non ci sarà una ripresa della congiuntura almeno fino a quando non si avrà una stabilizzazione dei prezzi delle abitazioni. Una stagnazione è a suo dire lo scenario più ottimistico, anche se non così lontano dall'essere il più probabile.
La posizione di Greenspan viene in parte condivisa dal miliardario Warren Buffett, secondo l'America è già in recessione e quest'ultima sarà più lunga e profonda del previsto. Negli ultimi mesi si è avuto un peggioramento del quadro generale per le società attive nel settore retail, dal momento che i consumatori sono molto preoccupati per l'aumento dei prezzi dei carburanti e dei generi alimentari.
Il magnate ha inoltre aggiunto che le perdite per il sistema bancario e più in generale finanziario non sono ancora finite e ci saranno nuove difficoltà con cui alcune banche di investimento dovranno fare i conti.
Lo stesso Warren Buffett però ritiene che il peggio della crisi a Wall Street sia ormai passato, tanto da arrivare a dichiarare che ora si possono cogliere interessanti opportunità di investimento nel mercato azionario e in quello obbligazionario statunitense. Le migliori occasioni, a suo dire, sono offerte ora dalle società che ottengono profitti in Euro e che operano principalmente in gran Bretagna e in Germania. Questo perché tanto la moneta unica quanto la sterlina non dovrebbero andare incontro ad una significativa svalutazione contro il dollaro. L'attenzione del guru viene carpita dai mercati emergenti e in particolare da quello coreano, che è presentato come uno dei più interessanti al mondo in questo momento.
E un primo segnale di ottimismo giunge anche dal Segretario al Tesoro Usa, per il quale il peggio è ormai passato e i mercati finanziari si avviano ad uscire dalla crisi. La strada però non sarà del tutto agevole perché lungo il percorso ci saranno ancora alcuni ostacoli da superare, basti pensare che alcuni mercati non sono tornati ancora al loro corretto funzionamento, e perché ciò accada potrebbero essere necessari anche dei mesi.