Lazza84
08-05-2008, 08:50
08/05/2008
Autore: The King of GnG
http://www.megalab.it/immagini/news/riaa_vs./RIAA_Sux.jpg
L’organizzazione dei discografici statunitensi continua a perdere le proprie battaglie contro gli utenti condivisori. Un giudice ha stabilito, ancora una volta, che la semplice disponibilità dei file nelle cartelle condivise non implica la loro distribuzione automatica con relativa infrazione del copyright.
Arriva dallo stato centro-occidentale dell'Arizona il nuovo stop alla crociata legale di RIAA, la rappresentanza delle major statunitensi col portafogli in via di riduzione e l'idea fissa della persecuzione in tribunale dei potenziali consumatori che scaricano musica dal P2P. Il giudice distrettuale chiamato a risolvere il caso Atlantic v. Howell ha respinto le richieste dei discografici, alla ricerca di un giudizio sommario sull'azione degli accusati rei di aver reso disponibili i brani sul network di KaZaA.
Come già indicato in passato, contro i coniugi Howell RIAA ha cercato di far passare la teoria della "messa in condivisione" dei file incriminati come prova sufficiente a sentenziare l'infrazione di copyright. Tale principio era già stato rifiutato dal giudice del caso Atlantic vs. Brennan, e la giurisprudenza statunitense in materia si arricchisce ora dell'ennesima risoluzione a favore dei condivisori.
Gli Howell si sono inizialmente difesi da soli, ma nel caso è poi entrata anche la Electronic Frontier Foundation che, per mezzo di un amicus curiae in difesa dei coniugi e per bocca dell'esperto legale Fred Von Lohmann, si è espressa in supporto del principio secondo cui la legge USA in materia - nella fattispecie il discusso DMCA - non prevede l'equiparazione della "distribuzione" alla "pubblicazione", o per meglio dire in questo caso la messa in condivisione.
Continua su MegaLab... (http://www.megalab.it/news.php?id=2092)
Autore: The King of GnG
http://www.megalab.it/immagini/news/riaa_vs./RIAA_Sux.jpg
L’organizzazione dei discografici statunitensi continua a perdere le proprie battaglie contro gli utenti condivisori. Un giudice ha stabilito, ancora una volta, che la semplice disponibilità dei file nelle cartelle condivise non implica la loro distribuzione automatica con relativa infrazione del copyright.
Arriva dallo stato centro-occidentale dell'Arizona il nuovo stop alla crociata legale di RIAA, la rappresentanza delle major statunitensi col portafogli in via di riduzione e l'idea fissa della persecuzione in tribunale dei potenziali consumatori che scaricano musica dal P2P. Il giudice distrettuale chiamato a risolvere il caso Atlantic v. Howell ha respinto le richieste dei discografici, alla ricerca di un giudizio sommario sull'azione degli accusati rei di aver reso disponibili i brani sul network di KaZaA.
Come già indicato in passato, contro i coniugi Howell RIAA ha cercato di far passare la teoria della "messa in condivisione" dei file incriminati come prova sufficiente a sentenziare l'infrazione di copyright. Tale principio era già stato rifiutato dal giudice del caso Atlantic vs. Brennan, e la giurisprudenza statunitense in materia si arricchisce ora dell'ennesima risoluzione a favore dei condivisori.
Gli Howell si sono inizialmente difesi da soli, ma nel caso è poi entrata anche la Electronic Frontier Foundation che, per mezzo di un amicus curiae in difesa dei coniugi e per bocca dell'esperto legale Fred Von Lohmann, si è espressa in supporto del principio secondo cui la legge USA in materia - nella fattispecie il discusso DMCA - non prevede l'equiparazione della "distribuzione" alla "pubblicazione", o per meglio dire in questo caso la messa in condivisione.
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