MaxArt
05-05-2008, 13:10
BOLIVIA: MORALES, UN FALLIMENTO TOTALE IL REFERENDUM
La Paz, 5 mag. (Adnkronos/Dpa) - Migliaia di persone hanno festeggiato nelle strade di Santa Cruz l'esito del referendum sullo statuto autonomo celebrato ieri nella ricca regione orientale del paese: i risultati non ufficiali, basati su proiezioni, danno infatti ai sostenitori della consultazione popolare l'85 per cento delle preferenze. Per il governatore della provincia, Ruben Costas, "oggi la democrazia e' uscita vincitrice a Santa Cruz". Ma il presidente Evo Morales ha fornito una lettura completamente diversa del voto, parlando di "fallimento completo". "Non ha avuto il successo sul quale contavano alcune famiglie a Santa Cruz. Non vi e' stata festa, come dicevano, ma violenza. Un insuccesso totale". "Purtroppo - ha proseguito Morales - questa consultazione ha diviso il Dipartimento di Santa Cruz, ha messo su schieramenti opposti le famiglie che lo popolano, e questa e' una verita'". Sommando i dati relativi alla percentuali di astenuti - il 39 per cento - ai 'no' - il 16 per cento - ai voti nulli, si ottiene una percentuale del 50 per cento di gente che si oppone allo statuto di autonomia per la regione di Santa Cruz, ha osservato Morales.
Non voglio stare a sottilizzare che il 61% dell'84% è più del 50%, e dunque in realtà più della metà dei cittadini hanno in effetti votato per la separazione. Nè sottilineare che è irragionevole equiparare i voti astenuti con i "NO". Più che altro volevo osservare il singolare senso di democrazia di Evo Morales, cui evidentemente rode parecchia che la regione più ricca della Bolivia possa separarsi.
Dunque tutto è incostituzionale, illegale, la gente di Santa Cruz è divisa, non se ne fa niente. Mica si è limitato a dire che prenderà in esame l'esito del voto, quantomeno come operazione di facciata: Morales, se non altro, è stato diretto. Forse se lo può permettere.
Mi ricorda il suo collega, amico e compagno di masticate Hugo Chavez, che definì una "vittoria di merda" quella dei suoi oppositori che bocciarono il referendum che proponeva un consistente ampliamento dei poteri del Presidente.
La Paz, 5 mag. (Adnkronos/Dpa) - Migliaia di persone hanno festeggiato nelle strade di Santa Cruz l'esito del referendum sullo statuto autonomo celebrato ieri nella ricca regione orientale del paese: i risultati non ufficiali, basati su proiezioni, danno infatti ai sostenitori della consultazione popolare l'85 per cento delle preferenze. Per il governatore della provincia, Ruben Costas, "oggi la democrazia e' uscita vincitrice a Santa Cruz". Ma il presidente Evo Morales ha fornito una lettura completamente diversa del voto, parlando di "fallimento completo". "Non ha avuto il successo sul quale contavano alcune famiglie a Santa Cruz. Non vi e' stata festa, come dicevano, ma violenza. Un insuccesso totale". "Purtroppo - ha proseguito Morales - questa consultazione ha diviso il Dipartimento di Santa Cruz, ha messo su schieramenti opposti le famiglie che lo popolano, e questa e' una verita'". Sommando i dati relativi alla percentuali di astenuti - il 39 per cento - ai 'no' - il 16 per cento - ai voti nulli, si ottiene una percentuale del 50 per cento di gente che si oppone allo statuto di autonomia per la regione di Santa Cruz, ha osservato Morales.
Non voglio stare a sottilizzare che il 61% dell'84% è più del 50%, e dunque in realtà più della metà dei cittadini hanno in effetti votato per la separazione. Nè sottilineare che è irragionevole equiparare i voti astenuti con i "NO". Più che altro volevo osservare il singolare senso di democrazia di Evo Morales, cui evidentemente rode parecchia che la regione più ricca della Bolivia possa separarsi.
Dunque tutto è incostituzionale, illegale, la gente di Santa Cruz è divisa, non se ne fa niente. Mica si è limitato a dire che prenderà in esame l'esito del voto, quantomeno come operazione di facciata: Morales, se non altro, è stato diretto. Forse se lo può permettere.
Mi ricorda il suo collega, amico e compagno di masticate Hugo Chavez, che definì una "vittoria di merda" quella dei suoi oppositori che bocciarono il referendum che proponeva un consistente ampliamento dei poteri del Presidente.