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View Full Version : I macachi su Marte, ritorno al futuro


drakend
28-04-2008, 11:08
I macachi su Marte, ritorno al futuro
La spedizione dovrebbe durare 3 anni. Per ora non è previsto alcuno sbarco ma solo un'orbita attorno al pianeta
La spedizione

Dovrebbe durare tre anni. Per ora non è previsto alcuno sbarco ma solo un'orbita attorno al pianeta rosso
Il progetto

Gli scienziati hanno selezionato un gruppo di 40 scimmie: su di loro verranno verificate le radiazioni cosmiche

MILANO — Saranno le scimmie ad aprire l'ardua strada verso Marte. Gli scienziati russi ne sono convinti e per questo il Sochi Institute of Medical Primatology di Vesyoloye, vicino al Mare Nero, ha ricevuto l'incarico dall'agenzia spaziale russa Roskosmos di selezionare un gruppo di macachi da inviare all'Istituto per i problemi biomedici di Mosca, responsabile della preparazione dei cosmonauti. La valutazione durerà due anni e alla fine quaranta scimmie saranno preparate per tentare il lungo viaggio. Nel frattempo saranno precisati anche i dettagli della spedizione della durata di almeno trentasei mesi senza, per il momento, ipotizzare alcuno sbarco ma solo l'esposizione degli animali all'ambiente cosmico dove piovono abbondanti radiazioni. Proprio queste rappresentano una minaccia e un problema da affrontare e risolvere prima di spedire degli uomini perché possono essere causa di seri guai per la salute degli esploratori. «Esseri umani e scimmie hanno pressappoco la stessa sensibilità a piccole o grandi dosi di radiazioni — precisa Boris Lapin, direttore del Sochi Institute —. Per tale ragione abbiamo scelto di condurre un'ampia serie di esperimenti proprio con i macachi e non con i cani o con altri animali ». Per i russi è un cambiamento perché proprio ai cani si erano rivolti per preparare il volo di Yuri Gagarin nel 1961. Dopo il primo Sputnik nell'ottobre 1957 la domenica 3 novembre uno Sputnik ancora più grande ospitava a bordo la cagnetta Laika: primo animale e prima vittima del cosmo. Durante il lancio il sistema di controllo della temperatura della capsula era danneggiato e Laika morì dopo quattro giorni tra le proteste degli animalisti. Gli americani, invece, chiedevano aiuto sin dall'inizio alle scimmie per capire come reagivano gli organismi. La prima era un macaco battezzato Albert I e salì in cielo addirittura chiuso nell'ogiva di un razzo tedesco V2 recuperato alla fine della guerra e lanciato nel 1948 dal poligono di White Sands nel Nuovo Messico. Altri quattordici lanci portarono i nostri «cugini della foresta» tra le stelle ma soltanto cinque tornarono a casa sani e salvi prima di dare il via al primo volo sub-orbitale di Alan Sheppard. Proprio il loro impiego aveva creato qualche difficoltà alla Nasa nel reclutamento dei primi astronauti. Alcuni piloti di jet tra i quali si cercavano i candidati non si facevano avanti perché non volevano essere «scambiati per scimmie», dicevano. Tuttavia, con l'avvio delle spedizioni umane non ci fu più bisogno degli animali e soltanto in un paio di casi, ma per scopi diversi di ricerca, si fece ricorso di nuovo alle scimmie. Anzi l'ultimo a bordo dello shuttle nel 1985 rimase inglorioso per le proteste degli astronauti che mal sopportavano la sporcizia generata nell'astronave. I russi invece cominciarono a spedire macachi in orbita nel dicembre 1983 a bordo di satelliti appositamente costruiti. Ne lanciarono una dozzina ma poi con il crollo dell'Urss il programma fu interrotto. Non però il sogno di arrivare un giorno su Marte che già allora coltivavano e che ora sono decisi a riprendere in modo massiccio, affrontando i problemi biomedici. Infatti l'agenzia Roskosmos sta per far partire il progetto Mars-500 con un gruppo di volontari che saranno rinchiusi per 17 mesi in un simulatore terrestre a Mosca che ricostruisce le caratteristiche di un'astronave interplanetaria. Al programma collabora anche l'agenzia spaziale europea Esa. La notizia delle quaranta scimmie «marziane » ha scatenato subito vivaci critiche. «L' umanità sacrifica più di cento milioni di animali all'anno nel nome della salute e della bellezza per sperimentare farmaci o cosmetici. Ora si aggiungono i test per il Pianeta Rosso. È ora di pensare ad alternative più serie senza far ricorso agli animali», dice Andrei Zbarski del Wwf. Ma la protesta per il momento non ha provocato conseguenze: la selezione dei macachi continua.


Non l'ho messo in Scienze e Tecnologia perché vorrei discutere questo progetto sotto il profilo etico e non scientifico, anche perché di scientifico c'è ben poco nel senso che si vogliono mandare su Marte questi poveri macachi per vedere quanto tempo resistono! :D
In sostanza: è giusto usare cavie animali in situazioni come questa?!?

FastFreddy
28-04-2008, 11:14
Mah, più che altro mi sembra relativamente poco utile, c'è già tutta una casistica di lunga permanenza umana nello spazio. Non credo che, fisiologicamente parlando, andare su marte sia molto diverso dallo stare in orbita attorno alla terra...

Dreammaker21
28-04-2008, 11:18
Non l'ho messo in Scienze e Tecnologia perché vorrei discutere questo progetto sotto il profilo etico e non scientifico, anche perché di scientifico c'è ben poco nel senso che si vogliono mandare su Marte questi poveri macachi per vedere quanto tempo resistono! :D
In sostanza: è giusto usare cavie animali in situazioni come questa?!?

Ci sono altre soluzioni?

Finchè non si avranno dei sintetici acettabili, secondo me, si potrebbe o sopendere l'esplorazione del cosmo oppure usare degli animali come cavie.

Io propendo per la seconda ipotesi.

lowenz
28-04-2008, 11:20
Bhe il problema è superare le fasce di Van Allen.....e rimanere per settimane dopo questa esposizione nello spazio, senza equipe mediche a sorvegliare le condizioni degli astronauti.

Oltre a queste poi ci sono ovviamente le radiazioni cosmiche, anche lì è questione di permanenze lunghe.

trallallero
28-04-2008, 11:21
40 volontari bene pagati, in un mondo di 6 miliardi di anime, li trovi

lowenz
28-04-2008, 11:23
40 volontari bene pagati, in un mondo di 6 miliardi di anime, li trovi
E come li usano i soldi da fritti? :D

FastFreddy
28-04-2008, 11:24
Bhe il problema è superare le fasce di Van Allen.....e rimanere per settimane dopo questa esposizione nello spazio, senza equipe mediche a sorvegliare le condizioni degli astronauti.


Jump! :asd:

LucaTortuga
28-04-2008, 11:32
Io sono dell'idea che si possano utilizzare, per esperimenti di qualsiasi genere, solo ed esclusivamente esseri viventi informati e consenzienti.
Se riescono ad avere il consenso espresso dei macachi, mi sta bene.
Altrimenti, si usino volontari umani.

trallallero
28-04-2008, 11:32
E come li usano i soldi da fritti? :D

cazzi loro :asd:

http://www.1000voltemeglio.it/home/ABBRONZATURA/insiemesolari3.jpg

lowenz
28-04-2008, 11:33
Jump! :asd:
Chissà in quanti la capiranno ormai questa :D

trallallero
28-04-2008, 11:37
Chissà in quanti la capiranno ormai questa :D

mi fai sentire vecchio così :mad:

FastFreddy
28-04-2008, 11:51
mi fai sentire vecchio così :mad:

Idem :cry:

Comunque, mi ripeto su quale possa essere la differenza tra la lunga permanenza in orbita o quella in viaggio per marte, sempre chiuso in una navicella per 3 anni stai...

kikino
28-04-2008, 11:58
Chissà in quanti la capiranno ormai questa :D

Li spenderanno dandoli tutti all'Icecream man :D

drakend
28-04-2008, 12:14
Idem :cry:

Comunque, mi ripeto su quale possa essere la differenza tra la lunga permanenza in orbita o quella in viaggio per marte, sempre chiuso in una navicella per 3 anni stai...
http://img242.imageshack.us/img242/8382/zahggjerkitwf0.gif :asd:

Raven
28-04-2008, 12:16
Jump! :asd:

:rotfl:

Chissà in quanti la capiranno ormai questa :D

:eek: ... :cry:

:dissident:
28-04-2008, 12:19
Idem :cry:

Comunque, mi ripeto su quale possa essere la differenza tra la lunga permanenza in orbita o quella in viaggio per marte, sempre chiuso in una navicella per 3 anni stai...

la protezione dalle radiazioni fornita dalle fasce di van allen

FabioGreggio
28-04-2008, 12:35
Mah se si tratta di mandare dei macachi, ne abbiamo anche qui in Italia che manderei volentieri in orbita.

Posso fornire nomi e cognomi. :asd:

fg

Redux
28-04-2008, 12:37
Pensa che puzza ci sarà in quella navicella alla fine della spedizione! :asd:

trallallero
28-04-2008, 12:37
Mah se si tratta di mandare dei macachi, ne abbiamo anche qui in Italia che manderei volentieri in orbita.

Posso fornire nomi e cognomi. :asd:

fg

Si Bravo

lowenz
28-04-2008, 12:48
Comunque, mi ripeto su quale possa essere la differenza tra la lunga permanenza in orbita o quella in viaggio per marte, sempre chiuso in una navicella per 3 anni stai...
Che un conto è essere esposti per 3 giorni ai raggi cosmici (vedi Apollo) un conto 3 anni.....i rischi salgono col tempo.

FastFreddy
28-04-2008, 12:52
Che un conto è essere esposti per 3 giorni ai raggi cosmici (vedi Apollo) un conto 3 anni.....i rischi salgono col tempo.

Non si è ancora pensato a come poterli schermare? Di che ordine è il rischio dei raggi cosmici?

drakend
28-04-2008, 12:59
Che un conto è essere esposti per 3 giorni ai raggi cosmici (vedi Apollo) un conto 3 anni.....i rischi salgono col tempo.
Leggevo su Le Scienze che comunque i rischi che la NASA temeva sono la metà nella realtà, per cui è già qualcosa. :D

Fides Brasier
28-04-2008, 13:01
Chissà in quanti la capiranno ormai questa :D:asd:

:old:

lowenz
28-04-2008, 13:15
Non si è ancora pensato a come poterli schermare? Di che ordine è il rischio dei raggi cosmici?
1) Attualmente i raggi cosmici possono oltrepassare OGNI schermatura umana.
2) Come per ogni irraggiamento la probabilità di aumento dei rischi è funzione del tempo di esposizione: per più approfondita trattazione rivolgersi a Christina :D

Solertes
28-04-2008, 13:20
Chissà in quanti la capiranno ormai questa :D

Ttti quelli che han sognato di passare un mandrino sulle corde di una chitarra :asd:

Non si è ancora pensato a come poterli schermare? Di che ordine è il rischio dei raggi cosmici?

I Fantastici 40? :eek:

lowenz
28-04-2008, 13:25
http://www.tesionline.it/default/tesi.asp?idt=8514

Il progressivo aumento di durata delle missioni spaziali, specie di quelle con equipaggio, ha aperto una serie di nuove problematiche che la comunità scientifica non può più permettersi di trascurare. La questione di un'adeguata protezione della componente umana (ed in secondo ordine dell'equipaggiamento vitale per il proseguimento della missione) durante i viaggi interplanetari è diventata sempre più importante, specie con l'avvicinarsi della fase finale per l'organizzazione della spedizione su Marte. In queste circostanze il maggior fattore di rischio è costituito dall'esposizione prolungata nel tempo alla radiazione spaziale, in particolar modo alla frazione di questa costituita da particelle pesanti cariche di alta energia comunemente nota come Raggi Cosmici Galattici (GCR). Questo tipo di radiazione, oltre ad essere molto penetrante, è capace di generare, interagendo con la materia, frammenti secondari il cui contributo al danno biologico è ancora poco conosciuto.
Scopo di questo lavoro è determinare l'effetto di alcuni materiali di schermatura comunemente impiegati nel campo aerospaziale nell'induzione del danno biologico prodotto da fasci di ioni di alta energia. Si è utilizzato un fascio di ioni Fe di 500 MeV/n (valore corrispondente al massimo della distribuzione differenziale d'energia per i raggi cosmici galattici, LET di circa 210 KeV/mm) opportunamente abbinato a schermi di Piombo, Alluminio e Lucite. Lo spessore dei materiali in esame è stato scelto in modo che il range residuo dei fasci schermati fosse equiparabile al valore di range di un fascio di ioni Fe di 200 MeV/n non schermato (LET circa 440 KeV/mm). L'irraggiamento con fasci di ioni Fe è stato condotto presso l'acceleratore HIMAC di Chiba (JP), mentre un'ulteriore serie di campioni è stata irraggiata presso l'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano con radiazione gamma da 60Co, convenzionalmente utilizzata come riferimento. E' stata impiegata la linea cellulare umana AG1522, fibroblasti di pelle. Le cellule sono state esposte a dosi comprese tra 0,25 e 2 Gy nel caso di fasci di ioni Fe, e tra 0,25 e 4 Gy nel caso della radiazione gamma.
E' stata studiata l'inattivazione della capacità proliferativa sia delle cellule direttamente irraggiate (sopravvivenza) che della loro progenie (efficienza di clonaggio). Quest'ultimo effetto, denominato in letteratura "morte riproduttiva ritardata", è ritenuto essere indicazione d'induzione d'instabilità genomica. I risultati sono stati analizzati in funzione della dose ed in funzione della fluenza di particelle incidenti sulla schermatura.

CYRANO
28-04-2008, 13:27
Chissà in quanti la capiranno ormai questa :D

http://www.magictv.tv/wp-content/uploads/2007/08/eddie-van-halen.jpg


comunque chissa' perche' ma la notizia mi ricorda il film " planet of apes "...


C,a,;z,;a

lowenz
28-04-2008, 13:29
comunque chissa' perche' ma la notizia mi ricorda il film " planet of apes "...
A me invece ricorda questo:

http://www.youtube.com/watch?v=82nPrYj85o0

:asd: :asd: :asd:

das
28-04-2008, 13:32
Mah, più che altro mi sembra relativamente poco utile, c'è già tutta una casistica di lunga permanenza umana nello spazio. Non credo che, fisiologicamente parlando, andare su marte sia molto diverso dallo stare in orbita attorno alla terra...

In realtà è diverso:

http://www.tizilanza.net/documents/HEOS_n43nov04.pdf

drakend
28-04-2008, 13:32
I raggi cosmici : protezione degli astronauti nelle missioni a lungo termine
Scritto da Alessandro Golkar
sabato 22 luglio 2006

I raggi cosmici sono il problema più importante, ed attualmente anche una limitazione all'esplorazione umana dello spazio, in quanto rappresentano un pericolo letale per l'uomo e al momento non esistono contromisure adeguate per affrontare missioni di lunga durata nello spazio.
Si è infatti dimostrato scientificamente che i raggi cosmici danneggiano il DNA. Addirittura, ogni anno trascorso nello spazio danneggia un terzo del DNA dell'organismo umano. Infatti a Terra siamo protetti dai raggi cosmici grazie all'atmosfera.
I raggi cosmici sono delle particelle cariche che vengono emesse dal Sole e da altre stelle, che si propagano nello spazio e raggiungono anche la Terra. Arrivati sul nostro pianeta i raggi cosmici collidono con l'atmosfera, "frantumandosi" sempre di più fino a decadere. Per gli astronauti nello spazio però non c'è l'atmosfera a proteggerli dalle radiazioni cosmiche. L'unica protezione disponibile è quella della tuta spaziale ed il suo rivestimento in mylar, ma è solo una protezione limitata e certamente non adatta ad affrontare lunghi viaggi nello spazio.
Si sa infatti che in orbita l'esposizione alle radiazioni è tra le 100 e le 10000 volte di più rispetto a Terra, con dei picchi in zone particolari dell'Universo (come ad esempio le fasce di Van Allen) dove se l'uomo vi entrasse vi rimarrebbe ucciso sul colpo (qui le radiazioni emesse sono 10000 volte tanto quelle che arrivano a Terra. Per fare un paragone, al livello del mare in un anno le radiazioni cosmiche assorbite sono pari a due lastre radiografiche al torace. Si tratta quindi di un problema che a Terra non si pone ma in orbita per lunghi periodi si.
Per avere una protezione pari a quella dell'atmosfera terrestre, si dovrebbe avere un materiale che funge da schermo alle radiazioni. Ciò si potrebbe ottenere costruendo uno scudo schermante contenente acqua, ma il suo peso sarebbe troppo elevato (si stima in 500 tonnellate, quando il payload massimo di uno space shuttle è di 30 tonnellate). La seconda ipotesi fatta è quella di uno scudo magnetico, in grado di deviare opportunamente le orbite delle particelle ionizzate costituenti i raggi cosmici. Si avrebbe bisogno però di un campo magnetico elevatissimo, i cui effetti sul corpo umano non sono conosciuti. Infine, si è pensato a uno scudo elettrostatico.
Ovvero, lo spacecraft dovrebbe essere in grado di emettere un fascio di elettroni così potente da caricare positivamente il rivestimento esterno, e quindi respingere i raggi cosmici. I vantaggi di questa soluzione sono di avere una copertura totale, senza alcun campo magnetico pericoloso. Si ha di converso però che si crea un flusso di particelle negative enorme all'interno della navicella, e l'energia elettrica richiesta è spropositata.
La protezione dai raggi cosmici è uno dei grandi problemi da risolvere per realizzare una missione umana su Marte. L'atmosfera marziana infatti è così rarefatta da non costituire una protezione efficace dalle radiazioni, e comunque si pone il problema dell'esposizione ai raggi cosmici nel lungo tempo di permanenza nello spacecraft durante i viaggi di andata e ritorno Terra-Marte.
Se non si troverà una soluzione ai raggi cosmici non sarà possibile effettuare viaggi spaziali, in quanto questi possono provocare tumori e altre malattie letale agli astronauti. Nel 2003 la NASA ha creato il National Space Radiation Laboratory per studiare una protezione ai raggi cosmici, ma tuttora non si ha una soluzione concreta.
Per approfondire la conoscenza sui raggi cosmici e sulla protezione da questi per gli astronauti, c'è un interessante articolo di E. Parker intitolato "Shielding Space Explorers for Cosmic Rays", pubblicato in "Space Weather" Vol.3, n.8 del 18 agosto 2005. I documenti NASA sugli scudi per radiazioni sono disponibili al sito aoss.engin.umich.edu/Radiation ; la NASA inoltre ha un sito dedicato ai raggi cosmici reperibile navigando su radiationshielding.nasa.gov .

http://tinyurl.com/5nhptd

Beelzebub
28-04-2008, 14:48
Jump! :asd:

:sbonk:

Beelzebub
28-04-2008, 14:55
comunque chissa' perche' ma la notizia mi ricorda il film " planet of apes "...


C,a,;z,;a

A me ricorda il film "Fuga dal futuro" (Project X) con Matthew Broderick... :stordita: