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View Full Version : [Copyright] Grazie Duce!


Willy McBride
26-04-2008, 19:25
Oltre ad averci fatto perdere la guerra ed aver distrutto il paese, abbiamo un'altra cosa per cui ringraziarlo: il meccanismo di diritti d'autore che consente a case discografiche e cinematografiche, IFPI, SIAE, RIAA, MPAA e ladri assortiti di prendersi i soldi nostri e degli artisti!

Grazie Duce!

http://copyriot.se/2008/04/08/what-the-ifpi-tries-to-conceal-about-its-origins-in-fascist-italy/

Diritto d'autore. Autore != distributore.

Il copyright esiste da ben prima del fascismo, quello che è nato in quel periodo è un'altra cosa. Il diritto d'autore oggi serve, grazie anche e soprattutto alla convenzione di roma, non più a compensare l'autore ma il distributore, cioè le case discografiche, le varie SIAE, le case cinematografiche, etc. etc.

Walt Disney inventa Topolino. Topolino ha successo. E' giusto che Walt Disney sia compensato per Topolino. Ma dopo che Walt Disney è morto che diritto hanno i suoi eredi, che in questo caso coincidono con una megacorporation, di ricevere compenso per il suo lavoro per 70 anni dal momento della sua morte?
Una corporation che peraltro ha guadagnato miliardi sfruttando personaggi finiti nel dominio pubblico, come Alice (di Alice nel paese delle meraviglie), disegnata sulla base delle illustrazioni del libro e che, se le leggi del copyright all'epoca fossero state come quelle attuali, non avrebbe mai potuto realizzare.
E tutto questo grazie all'IFPI e alle convenzioni che ha ispirato e fatto trasformare in leggi internazionali, che introducono i diritti di terzi spesso addirittura prevalenti rispetto a quelli degli autori stessi.

Come diceva qualche tempo fa John Scalzi, che per chi non lo sapesse è uno scrittore e vive di ciò che scrive, "voglio essere pagato per ciò che faccio, voglio che se dovessi morire domani mia moglie e mia figlia di 8 anni vivano confortevolmente grazie a ciò che ho scritto, ma i miei nipoti? Chissenefrega dei miei nipoti, che lavorino per vivere come tutti."

Il copyright è nato per favorire l'avanzamento della cultura, per svincolare l'artista dalla necessità di dipendere da un mecenate e consentirgli di scegliere il proprio percorso limitandone il condizionamento da parte di terzi (deve pur sempre produrre qualcosa che la gente apprezzi, ovviamente, altrimenti non vende e non gudagna), non per creare una nuova classe di profittatori che guadagnino in eterno da un atto creativo, sequestrandolo al patrimonio culturale dell'umanità. Invece questo è l'obiettivo dei distributori, perché loro non producono niente di nuovo ma vivono limitando l'accesso a ciò che già esiste, e nel momento in cui il diritto esclusivo dell'autore scade finiscono di guadagnare dalla loro posizione.

La cultura ha sempre funzionato grazie allo scambio continuo e alla rielaborazione di informazioni, di temi, di storie. L'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto lo conoscete, no? E' uno dei poemi più importanti della letteratura italiana, ha avuto un'enorme influenza in Europa, e se il copyright fosse esistito come è adesso non sarebbe mai stato scritto, perché si tratta della continuazione dell'Orlando Innamorato di Matteo Maria Boiardo, e questo al giorno d'oggi non si può fare.

LUVІ
26-04-2008, 19:32
Va beh, il concetto di base sarebbe anche giusto, ma è stato distorto dalle logiche di mercato ;)

LuVi

Washakie
26-04-2008, 20:28
Stiamo scherzando vero?

E' sbagliato il copyright?
L'avere il diritto di sfruttare economicamente il frutto del proprio lavoro, impegno, creatività e intelligenza?

L'ignoranza non ha limiti!

Inizio a capire il perchè di certe tue posizioni...


Mi sembra strano non ci fosse anche prima, ma se l'ha introdotto sul serio Benito Mussolini non posso che dargliene merito, ha permesso a moltissimi campi di evolvere grazie all'impegno a tempo pieno di chi altrimenti si sarebbe dovuto dedicare ad altro per potersi sfamare

sander4
26-04-2008, 20:31
Il copyright più che altro credo andrebbe non abolito perchè è giusto che ci sia imo, ma cambiato visto che rispetto a 100 anni fa ci troviamo nell'era dell'informazione e della rete.

Correx
26-04-2008, 21:14
Il copyright puo' essere pure giusto ma la difesa di questo principio non deve incidere sul quello della libertà di comunicazione <<a distanza>>. I pacchetti ip che hanno origine nel mio pc e che finiscono su quello di un altro non devono in alcun modo essere <<aperti>> e controllati da qualcuno...

kikki2
26-04-2008, 21:18
be , se il problema è il p2p il cavaliere :D non penso abbia colpe

Willy McBride
26-04-2008, 21:21
Uno sforzo di lettura? Diritto d'autore. Autore != distributore.

In realtà il diritto d'autore oggi serve, grazie anche e soprattutto alla convenzione di roma, non più a compensare l'autore ma il distributore, cioè le case discografiche, le varie SIAE, le case cinematografiche, etc. etc.

Walt Disney inventa Topolino. Topolino ha successo. E' giusto che Walt Disney sia compensato per Topolino. Ma dopo che Walt Disney è morto che diritto hanno i suoi eredi, che in questo caso coincidono con una megacorporation, di ricevere compenso per il suo lavoro per 70 anni dal momento della sua morte?
Una corporation che peraltro ha guadagnato miliardi sfruttando personaggi finiti nel dominio pubblico, come Alice (di Alice nel paese delle meraviglie), disegnata sulla base delle illustrazioni del libro e che, se le leggi del copyright all'epoca fossero state come quelle attuali, non avrebbe mai potuto realizzare.
E tutto questo grazie all'IFPI e alle convenzioni che ha ispirato e fatto trasformare in leggi internazionali, che introducono i diritti di terzi spesso addirittura prevalenti rispetto a quelli degli autori stessi.

Come diceva qualche tempo fa John Scalzi, che per chi non lo sapesse è uno scrittore e vive di ciò che scrive, "voglio essere pagato per ciò che faccio, voglio che se dovessi morire domani mia moglie e mia figlia di 8 anni vivano confortevolmente grazie a ciò che ho scritto, ma i miei nipoti? Chissenefrega dei miei nipoti, che lavorino per vivere come tutti."

Il copyright è nato per favorire l'avanzamento della cultura, per svincolare l'artista dalla necessità di dipendere da un mecenate e consentirgli di scegliere il proprio percorso limitandone il condizionamento da parte di terzi (deve pur sempre produrre qualcosa che la gente apprezzi, ovviamente, altrimenti non vende e non gudagna), non per creare una nuova classe di profittatori che guadagnino in eterno da un atto creativo, sequestrandolo al patrimonio culturale dell'umanità. Invece questo è l'obiettivo dei distributori, perché loro non producono niente di nuovo ma vivono limitando l'accesso a ciò che già esiste, e nel momento in cui il diritto esclusivo dell'autore scade finiscono di guadagnare dalla loro posizione.

La cultura ha sempre funzionato grazie allo scambio continuo e alla rielaborazione di informazioni, di temi, di storie. L'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto lo conoscete, no? E' uno dei poemi più importanti della letteratura italiana, ha avuto un'enorme influenza in Europa, e se il copyright fosse esistito come è adesso non sarebbe mai stato scritto, perché si tratta della continuazione dell'Orlando Innamorato di Matteo Maria Boiardo, e questo al giorno d'oggi non si può fare.

Willy McBride
26-04-2008, 21:44
Un'altra cosa: il fatto che si critichino le distorsioni del sistema che si è creato attorno al diritto d'autore non ha niente a che fare con l'incentivare la violazione del diritto d'autore. Si tratta di due cose del tutto diverse.
Tant'è che tra i critici delle attuali leggi ci sono anche parecchie persone che vivono scrivendo libri, o girando film, o componendo musica.

Dj Ruck
26-04-2008, 23:24
Oltre ad averci fatto perdere la guerra ed aver distrutto il paese, abbiamo un'altra cosa per cui ringraziarlo: il meccanismo di diritti d'autore che consente a case discografiche e cinematografiche, IFPI, SIAE, RIAA, MPAA e ladri assortiti di prendersi i soldi nostri e degli artisti!

Grazie Duce!

http://copyriot.se/2008/04/08/what-the-ifpi-tries-to-conceal-about-its-origins-in-fascist-italy/

questa è una delle migliori cose fatte...se io faccio una cosa che verrà pubblicata, che sia musica, libro o film, voglio essere tutelato affinchè la mia opera non venga copiata.

Hitman04
26-04-2008, 23:30
questa è una delle migliori cose fatte...se io faccio una cosa che verrà pubblicata, che sia musica, libro o film, voglio essere tutelato affinchè la mia opera non venga copiata.

Hai dimenticato i treni......i treni :asd:.

Dreammaker21
27-04-2008, 00:16
Sono d'accordo che la presenza dei distributori possa costituire un pericolo nella "spartizione" degli introiti a sfavore dell'autore.

Ricordo però che i vincoli posti dal diritto d'autore non valgono nell'ambito dello studio, per esempio all'università si possono proiettare film liberamente.

Quindi la componente culturale derivata dallo studio è quantomeno salvaguardata.

Idefix78
27-04-2008, 02:22
Ricordo però che i vincoli posti dal diritto d'autore non valgono nell'ambito dello studio, per esempio all'università si possono proiettare film liberamente

Mi giunge nuova, hai qualche info in piu?
Anzi nei DVD di solito c'e' scritto che e' vietato proiettarli nelle scuole, caserme etc.

lowenz
27-04-2008, 08:58
questa è una delle migliori cose fatte...se io faccio una cosa che verrà pubblicata, che sia musica, libro o film, voglio essere tutelato affinchè la mia opera non venga copiata.
Il problema è che attualmente l'artista non è tutelato, è tutelato il distributore.

Dj Ruck
27-04-2008, 09:00
Il problema è che attualmente l'artista non è tutelato, è tutelato il distributore.

per lo meno so che la mia opera non verrà scopiazzata da un'altro

lowenz
27-04-2008, 09:17
per lo meno so che la mia opera non verrà scopiazzata da un'altro
Certo, ma pensa alla situazione assurda di qualche tempo fa quando gli Above&Beyond hanno dovuto ricomprarsi i diritti di una loro vecchia produzione (Clear Blue Water).....in pratica non era più loro benchè ne fossero i creatori.

Il pezzo era divenuto letteralmente proprietà dell'etichetta.

Dj Ruck
27-04-2008, 09:20
Certo, ma pensa alla situazione assurda di qualche tempo fa quando gli Above&Beyond hanno dovuto ricomprarsi i diritti di una loro vecchia produzione (Clear Blue Water).....in pratica non era più loro benchè ne fossero i creatori.

Il pezzo era divenuto letteralmente proprietà dell'etichetta.

Si, ma queste possono essere anche situazioni contrattuali errate eh ;)
Perchè io produttore cedo i diritti alla label...sul contratto c'è scritto eh.
poi la siae è quella che dimostra che la canzone è tua e non della label...bisogna vedere il contratto cosa diceva

stbarlet
27-04-2008, 09:52
Ma non è vero che la canzone non te la ruba nessuno.. una volta che la depositi, è già come se l'avessi venduta.. comunque.. bisogna togliere di mezzo i distributori.. Ad oggi si potrebbe benissimo cominciare a farne a meno.

naoto84
27-04-2008, 11:36
La nuova tattica è dire che facciamo un favore pure all'autore?
Vai da un qualsiasi artista e chiedigli se è d'accordo con il contenuto del tuo post, con il "patrimonio culturale mondiale".

E in mezzo ci hai infilato i 70 anni dalla morte, il distributore... ma a te che te ne frega se un artista fa un contratto con il distributore? L'opera è sua e ci fa quello che gli pare. Può anche distribuirla per conto suo, è una sua libertà. Il pubblico si attacca.

Poi uno dice che non ci sono i comunisti: in sto discorso invece di decidere quali sono i diritti c'è il solito approccio di voler mettere mano in maniera autoritaria nelle situazioni di fatto e sindacare su come ognuno usa la sua libertà. In più in mezzo si è riusciti ad infilarci dentro i "profittatori" e persino il Duce.

EDIT

Che poi proprio grazie alla case di distribuzione per un artista è possibile creare dei contenuti di nicchia come i film d'autore. Credete che quelli si sostengano da sé economicamente? Molti no, ma la casa di produzione riesce a spingerli forte dei profitti che fa sul resto dei prodotti...

Willy McBride
27-04-2008, 12:05
La nuova tattica è dire che facciamo un favore pure all'autore?
Vai da un qualsiasi artista e chiedigli se è d'accordo con il contenuto del tuo post, con il "patrimonio culturale mondiale".

Ne ho citato uno. Eccone un altro (http://baens-universe.com/authors/Eric_Flint), e un altro (http://craphound.com/), e un altro (http://www.antipope.org/charlie/blog-old/2004/02/19/#diary-1), e un altro (http://nielsenhayden.com/makinglight/archives/007181.html) e potrei andare avanti ma mi sono rotto un po' le balle...


E in mezzo ci hai infilato i 70 anni dalla morte, il distributore... ma a te che te ne frega se un artista fa un contratto con il distributore? L'opera è sua e ci fa quello che gli pare. Può anche distribuirla per conto suo, è una sua libertà. Il pubblico si attacca.


Appunto. Sua. Mi pare difficile capire come si passi da "l'opera è sua e ci fa quello che vuole" a "70 anni dopo la morte." L'estensione continua della durata dei diritti d'autore esiste solo ed unicamente per beneficiare i distributori, che non essendo delle persone fisiche sono potenzialmente immortali. Ma il copyright non esiste per il bene dei manager della Warner Bros o della EMI, esiste per gli artisti, e per il pubblico, e il copyright a 70 anni (o addirittura eterno! è stato proposto anche questo!) non beneficia ne gli uni né l'altro.


Poi uno dice che non ci sono i comunisti: in sto discorso invece di decidere quali sono i diritti c'è il solito approccio di voler mettere mano in maniera autoritaria nelle situazioni di fatto e sindacare su come ognuno usa la sua libertà. In più in mezzo si è riusciti ad infilarci dentro i "profittatori" e persino il Duce.


comunisti! comunisti! comunisti! comunisti! mamma che due palle... ma più di quello non siete capaci?

:dissident:
27-04-2008, 12:17
He who receives an idea from me, receives instruction himself without lessening mine; as he who lights his taper at mine, receives light without darkening me T. Jefferson

Fedozzo
27-04-2008, 12:46
Oltre ad averci fatto perdere la guerra ed aver distrutto il paese, abbiamo un'altra cosa per cui ringraziarlo: il meccanismo di diritti d'autore che consente a case discografiche e cinematografiche, IFPI, SIAE, RIAA, MPAA e ladri assortiti di prendersi i soldi nostri e degli artisti!

Grazie Duce!

http://copyriot.se/2008/04/08/what-the-ifpi-tries-to-conceal-about-its-origins-in-fascist-italy/

Diritto d'autore. Autore != distributore.

Il copyright esiste da ben prima del fascismo, quello che è nato in quel periodo è un'altra cosa. Il diritto d'autore oggi serve, grazie anche e soprattutto alla convenzione di roma, non più a compensare l'autore ma il distributore, cioè le case discografiche, le varie SIAE, le case cinematografiche, etc. etc.

Walt Disney inventa Topolino. Topolino ha successo. E' giusto che Walt Disney sia compensato per Topolino. Ma dopo che Walt Disney è morto che diritto hanno i suoi eredi, che in questo caso coincidono con una megacorporation, di ricevere compenso per il suo lavoro per 70 anni dal momento della sua morte?
Una corporation che peraltro ha guadagnato miliardi sfruttando personaggi finiti nel dominio pubblico, come Alice (di Alice nel paese delle meraviglie), disegnata sulla base delle illustrazioni del libro e che, se le leggi del copyright all'epoca fossero state come quelle attuali, non avrebbe mai potuto realizzare.
E tutto questo grazie all'IFPI e alle convenzioni che ha ispirato e fatto trasformare in leggi internazionali, che introducono i diritti di terzi spesso addirittura prevalenti rispetto a quelli degli autori stessi.

Come diceva qualche tempo fa John Scalzi, che per chi non lo sapesse è uno scrittore e vive di ciò che scrive, "voglio essere pagato per ciò che faccio, voglio che se dovessi morire domani mia moglie e mia figlia di 8 anni vivano confortevolmente grazie a ciò che ho scritto, ma i miei nipoti? Chissenefrega dei miei nipoti, che lavorino per vivere come tutti."

Il copyright è nato per favorire l'avanzamento della cultura, per svincolare l'artista dalla necessità di dipendere da un mecenate e consentirgli di scegliere il proprio percorso limitandone il condizionamento da parte di terzi (deve pur sempre produrre qualcosa che la gente apprezzi, ovviamente, altrimenti non vende e non gudagna), non per creare una nuova classe di profittatori che guadagnino in eterno da un atto creativo, sequestrandolo al patrimonio culturale dell'umanità. Invece questo è l'obiettivo dei distributori, perché loro non producono niente di nuovo ma vivono limitando l'accesso a ciò che già esiste, e nel momento in cui il diritto esclusivo dell'autore scade finiscono di guadagnare dalla loro posizione.

La cultura ha sempre funzionato grazie allo scambio continuo e alla rielaborazione di informazioni, di temi, di storie. L'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto lo conoscete, no? E' uno dei poemi più importanti della letteratura italiana, ha avuto un'enorme influenza in Europa, e se il copyright fosse esistito come è adesso non sarebbe mai stato scritto, perché si tratta della continuazione dell'Orlando Innamorato di Matteo Maria Boiardo, e questo al giorno d'oggi non si può fare.

Fammi capire, volevi parlare del diritto d'autore, e cosi, ci hai ficcato in mezzo Mussolini, tanto per dargli una tintura politica.

bravo

"averci fatto perdere la guerra " LoL

Willy McBride
27-04-2008, 12:49
Fammi capire, volevi parlare del diritto d'autore, e cosi, ci hai ficcato in mezzo Mussolini, tanto per dargli una tintura politica.

bravo

"averci fatto perdere la guerra " LoL

"Ci ho ficcato in mezzo Mussolini" perché c'è in mezzo Mussolini! Già da tempo avevo l'impressione che ci fosse molto del corporativismo fascista nel funzionamento delle varie RIAA, MPAA, IFPI, SIAE ed equivalenti esteri, e burocrazie varie. Ma no, mi dicevo, sarà un caso. E invece non era un caso.

Thunderfox
27-04-2008, 13:37
Fammi capire, volevi parlare del diritto d'autore, e cosi, ci hai ficcato in mezzo Mussolini, tanto per dargli una tintura politica.

bravo

"averci fatto perdere la guerra " LoL

Beh per lo meno non ha tirato in ballo Berlusconi :D

naoto84
27-04-2008, 14:17
Mi pare difficile capire come si passi da "l'opera è sua e ci fa quello che vuole" a "70 anni dopo la morte

Ma credi veramente che ci sia qualcuno così ingenuo da non capire che con questa cosa del copyright postumo - che io posso condividere come eccessiva e su cui si può discutere - si vuole solo prendere una scusa per avanzare verso posizioni di tutt'altro tenore?

comunisti! comunisti! comunisti! comunisti! mamma che due palle... ma più di quello non siete capaci?

L'approccio ideologico e il frasario è quello, e ti ho spiegato anche perché. Inoltre mescoli la SIAE che fa azione di tutela con le case discografiche e cinematografiche mettendo tutto nel calderone dei "profittatori".
Per non parlare della cosa dell'artista che, svincolato dall'etichetta, diventerebbe più indipendente, assolutamente qualuinquista e superficiale: (1) l'artista può essere indipendente anche con la legislazione attuale, non è obbligato a rivolgersi ad un produttore/editore... quindi quello che vuoi tu si può già fare e, guardacaso, molti non lo fanno (2) grazie ai denari delle case di produzione e grazie ad alcune leggi dello stato si riescono a produrre opere dell'ingegno per cui non è garantito, anzi è del tutto improbabile, un ritorno economico.
L'artista oggi se c'è una cosa di cui è schiavo è il mercato, ossia il pubblico, e quando non è il pubblico è la politica (in genere per quelli che non hanno contenuti).

Le proposte concrete quali sono? Vuoi modificare il diritto sulla tutela del diritto d'autore dei defunti? Lo vogliamo abbassare a 20 anni? Lo vogliamo abbassare alla maggiore età dei figli (che sarebbe molto umana come cosa)?

Ok. Sono d'accordo. Ma tutte le argomentazioni snocciolate là sul patrimonio culturale, sull'Orlando Innamorato, i capitalisti cattivi che guadagano in "eterno" (ma perché in eterno?) lo sappiamo a che ideologia attingono.

Se io detengo i diritti di un'opera, essendo questi miei ne posso fare quello che mi pare, incluso venderli per contratto ad un distributore che ha i mezzi economici per farla fruttare. Su questa base è ovvio che il diritto d'autore tutela l'editore... tutela il proprietario dei diritti, tutto qua.
Ancora nel 2008 c'è gente che vuole venire a decidere cosa devono fare gli altri con i soldi loro e le loro proprietà (intellettuali in questo caso).

Perché a me sembra che, dimmi se ho capito male, tu vorresti che i diritti d'autore fossero inalienabili... o sbaglio? Ci si prende il dito con la cosa dei 70 anni, per poi prendersi tutto il braccio...

EDIT

Che poi il diritto d'autore impedisca alla cultura di crescere è la tesi più sconclusionata che si può sostenere. Basti vedere come in un secolo in cui tale legislazione ha funzionato quella che era all'inizio solo una nuova tecnologia, il cinema, è diventata un'arte, un mezzo espressivo, un veicolo di cultura.
Non ho mai sentito un regista così detto "cinefilo" lamentarsi del diritto d'autore in quanto impedimento alla sua creatività (dove creatività non è copiare dagli altri).

Washakie
27-04-2008, 14:21
Beh per lo meno non ha tirato in ballo Berlusconi :D

Per quello c'è sempre tempo, è l'asso nella manica quando non sanno più cosa dire :sofico:

PS: Ma non lo sapevi che Mussolini e Berlusconi sono la stessa persona?

Willy McBride
27-04-2008, 14:22
Questo è stato pubblicato sul New York Times l'anno scorso: http://www.nytimes.com/2007/05/20/opinion/20helprin.html?_r=2&pagewanted=all&oref=slogin. Proposte simili sono state avanzate anche da dirigenti della RIAA e dell'MPAA, ma al momento non riesco a trovare il link.

L'ultima estensione nella durata del copyright nrgli USA, e a catena in una serie di altri paesi, visto che gli accordi internazionali sono realizzati in modo da uniformare le durate al termine più lungo, è stata realizzata pochi anni fa perché Topolino rischiava di entrare nel pubblico dominio. Walt Disney, come dicevo, è morto da decenni, chi è che continua a guadagnare dal suo lavoro (che peraltro, spesso è stato realizzato a partire da storie e immagini entrate nel pubblico dominio)?

Tempo fa ho trovato la lista dei libri più venduti negli Stati Uniti nel 1907. Non ce n'era uno il cui autore fosse ancora famoso. Se io, che ho circa trent'anni, dovessi scrivere il bestseller italiano del 2009 questo testo resterebbe "protetto" e vincolato da termini pesantissimi fino al 2130 o giù di lì. Ti sembra ragionevole? Nel 2130 probabilmente sarebbero morti pure tutti i miei ipotetici figli e chi controllerebbe il mio lavoro? Chi autorizzerebbe una eventuale ristampa se per caso qualcuno fosse di nuovo interessato? Un qualche pronipote che magari manco si ricorda di me?

Il copyright come esiste adesso sta diventando un meccanismo che non protegge l'autore (o meglio, lo fa solo come effetto collaterale) ma che è pensato e modificato continuamente per proteggere gli interessi di terze parti che vincono sempre perché hanno più soldi da spendere in cause legali. Guarda Winnie-the-Pooh e la serie infinita di processi che vanno ancora avanti per un personaggio il cui autore è morto da decenni.

Dreammaker21
27-04-2008, 16:14
Mi giunge nuova, hai qualche info in piu?
Anzi nei DVD di solito c'e' scritto che e' vietato proiettarli nelle scuole, caserme etc.

Dunque non posso citarti il comma della legge perchè, a dire la verità, non l'ho mai saputa, mi pare fosse indicato anche quando uscì la notizia a proposito delle immagini "degradate".

Però è propio così all'università o negli enti che fanno ricerca non pagano i diritti di sfruttamento di materiale protetto da copyright.

Se io professore voglio mostrare ai miei alunni l'intero ciclo di opere di Spilberg lo posso fare senza che gli studenti debbano pagare il biglietto d'ingresso.

Nessuna biblioteca fa pagare direttamente la fruizione di un opera, alla Sormani di Milano posso vedermi i film con tutta tranquillità oppure li posso prendere in prestito.

Nel DVD c'è scritto perchè quella copia fa parte del parco vendita.

usa9999999999
27-04-2008, 16:18
Beh per lo meno non ha tirato in ballo Berlusconi :D

Non sembra, ma è già qualcosa... :asd: :asd: :sofico:

Willy McBride
27-04-2008, 16:25
Non sembra, ma è già qualcosa... :asd: :asd: :sofico:

E un altro. Scusa ma l'hai letto il testo linkato nel primo post?

naoto84
27-04-2008, 16:30
Tempo fa ho trovato la lista dei libri più venduti negli Stati Uniti nel 1907. Non ce n'era uno il cui autore fosse ancora famoso. Se io, che ho circa trent'anni, dovessi scrivere il bestseller italiano del 2009 questo testo resterebbe "protetto" e vincolato da termini pesantissimi fino al 2130 o giù di lì. Ti sembra ragionevole? Nel 2130 probabilmente sarebbero morti pure tutti i miei ipotetici figli e chi controllerebbe il mio lavoro? Chi autorizzerebbe una eventuale ristampa se per caso qualcuno fosse di nuovo interessato? Un qualche pronipote che magari manco si ricorda di me?

Sulla parte in grassetto non vedo cosa ci sia di strano... è l'asse ereditario. Se invece ne fai un esempio per chiarire che la durata della tutela è spropositata posso anche darti ragione.
Ma ti fermi lì? Ti ho chiesto se per te i diritti d'autore devono essere inalienabili (e quindi non possono essere contrattati, spartiti, venduti) dall'iniziale e naturale proprietario: sì o no?

In tutto questo il problema per il mondo della cultura quale sarebbe? No perché a me fino ad ora è sembrato più un discorso contro chi grazie al capitale guadagna senza produrre opere...

usa9999999999
27-04-2008, 16:47
E un altro. Scusa ma l'hai letto il testo linkato nel primo post?

Cioè scusa, tu vorresti che, dopo la prima generazione di congiunti, cadesse il diritto d'autore?? :mbe:

naoto84
27-04-2008, 16:55
Cioè scusa, tu vorresti che, dopo la prima generazione di congiunti, cadesse il diritto d'autore?? :mbe:

Infatti non si è capita bene la proposta alternativa.

Willy McBride
27-04-2008, 16:55
Sulla parte in grassetto non vedo cosa ci sia di strano... è l'asse ereditario. Se invece ne fai un esempio per chiarire che la durata della tutela è spropositata posso anche darti ragione. Ma ti fermi lì? Ti ho chiesto se per te i diritti d'autore devono essere inalienabili (e quindi non possono essere contrattati, spartiti, venduti) dall'iniziale e naturale proprietario: sì o no?


Mi pareva di essere stato abbastanza chiaro. Perché dovrebbe valere l'asse ereditario per i diritti d'AUTORE? Diritti d'AUTORE, non diritti del figlio dell'autore, del nipote dell'autore, del cugino dell'autore, dell'avvocato dell'autore che ne gestisce i diritti dopo la morte.
L'AUTORE può fare ciò che vuole della sua opera, pubblicarla, non pubblicarla, concederla in esclusiva a una terza parte per un certo periodo, stabilire che le royalties siano versate a una terza persona (che però NON acquisisce diritti sull'opera). Si può eventualmente pensare a una durata minima dal momento della pubblicazione, nel caso in cui l'autore muoia improvvisamente, ma una durata minima e limitata non deve trasformarsi in una "protezione" che dura potenzialmente per 150 anni.


In tutto questo il problema per il mondo della cultura quale sarebbe? No perché a me fino ad ora è sembrato più un discorso contro chi grazie al capitale guadagna senza produrre opere...

Il problema è che la cultura è costituita dall'insieme della produzione culturale umana. Trasformare il diritto d'autore in qualcosa che permette a un'entità potenzialmente immortale di sequestrare all'infinito una parte di cultura è inaccettabile. E questo è quello che è possibile da quando convenzioni internazionali troppo larghe hanno accresciuto sempre di più i diritti di terzi, che sono incoraggiati e traggono enormi guadagni se riescono a prolungare quanto più possibile i termini di "protezione" che in teoria andrebbero a vantaggio degli autori. E a trasformare i diritti d'autore su una qualsiasi opera in un guazzabuglio talmente complicato che se alla fine si arriva in tribunale non vince chi "ha ragione" ma chi ha più soldi per prolungare i processi.

Nel blog di Neil Gaiman c'era un esempio molto eloquente: Lewis Carroll ha scritto Alice nel paese delle meraviglie e John Tenniel ha illustrato il libro. Su internet puoi trovare facilmente le illustrazioni di Tenniel; ti ricordano qualcosa? Certamente, se hai visto il film di Disney, perché gli animatori hanno rappresentato Alice e gli altri personaggi discostandosi pochissimo dalle illustrazioni di Tenniel che erano entrate nel dominio pubblico. Il film è del 1951 e i termini di copyright continuano ad allungarsi e il risultato è che, ad esempio, un videogioco ispirato ad Alice nel paese delle meraviglie ha dovuto rappresentare Alice in modo completamente diverso dall'originale di Lewis Carroll e dalle illustrazioni del 1865 perché altrimenti avrebbe rischiato di invischiarsi in procedimenti legali infiniti con una megacorporation, pur non facendo niente di illegale o diverso da ciò che la megacorporation ha fatto nel 1951.

E questo non è che un caso, pensa solo a "The Wind Done Gone", il rifacimento di "Via col vento" dal punto di vista degli schiavi, e alle traversie legali per garantirne la pubblicazione a 65 anni dall'uscita del romanzo originale e a mezzo secolo alla morte dell'autrice originale. Per contro, Edgar Allan Poe ha scritto ha scritto "Le avventure di Gordon Pym" nel 1838 ed è morto nel 1849, e Jules Vernes ha potuto "continuarle" nel 1897 senza problemi di nessun tipo. Gli intervalli di tempo sono dello stesso ordine di grandezza, cosa è cambiato nel frattempo? Questo è un esempio: cosa rischiamo di perdere, in termini di creazione di nuove opere e di preservazione di quelle esistenti, grazie a una spirale che allunga i termini di "protezione" all'infinito?

E questo perché la maggior parte di quello che viene prodotto ha un interesse tutto sommato limitato nel tempo, e la protezione che le corporation vogliono per le loro galline dalle uova d'oro, le poche cose che a decenni di distanza hanno ancora un valore commerciale, è assurdamente lunga per tutto il resto. Tutto il resto che invece può potenzialmente valere moltissimo in termini di ispirazione per nuove opere.

naoto84
27-04-2008, 17:15
Mi pareva di essere stato abbastanza chiaro. Perché dovrebbe valere l'asse ereditario per i diritti d'AUTORE? Diritti d'AUTORE, non diritti del figlio dell'autore, del nipote dell'autore, del cugino dell'autore, dell'avvocato dell'autore che ne gestisce i diritti dopo la morte.
L'AUTORE può fare ciò che vuole della sua opera, pubblicarla, non pubblicarla, concederla in esclusiva a una terza parte per un certo periodo, stabilire che le royalties siano versate a una terza persona (che però NON acquisisce diritti sull'opera). Si può eventualmente pensare a una durata minima dal momento della pubblicazione, nel caso in cui l'autore muoia improvvisamente, ma una durata minima e limitata non deve trasformarsi in una "protezione" che dura potenzialmente per 150 anni.


Quindi tu vuoi rendere inalienabili i diritti d'autore, in vita e in morte: non si ereditano e non si possono vendere. Io non sono d'accordo.

Cosa vorrebbe dire poi sotto questa tua ottica "concedere un opera in esclusiva a una terza parte per un certo periodo". Cos vuol dire concedere un'opera? Il certo periodo deve essere limitato dalla legge?
E ancora: posto che tu vuoi escludere che i diritti permangono dopo la morte dell'autore... a te che ti cambia se li detiene l'autore stesso o uno a cui lui li ha venduti? Tanto il termine rimane sempre la morte del primo.

Tu dipingi la situazione come se ci fosse qualcuno che scippa i diritti all'autore... mentre i diritti d'autore vengono venduti/ceduti di propria volontà. Quindi fino a prova contraria tu vuoi limitare una libertà che ora esiste: giusto/sbagliato non sto a giudicare, ma la cosa in termini oggettivi è così.

Il problema è che la cultura è costituita dall'insieme della produzione culturale umana. Trasformare il diritto d'autore in qualcosa che permette a un'entità potenzialmente immortale di sequestrare all'infinito una parte di cultura è inaccettabile.

Ma perché all'infinito me lo spieghi? Possiamo lasciare da parte le iperboli e discutere più terra terra?
E poi perché dici sequestrare... qui sembra che il destino delle opere dell'ingegno è di essere copiate/rielaborate/continuate. Il destino dovrebbe essere quello di essere lette, capite e assimilate. I casi che citi, a parte che potrebbero costituire casi di mala giustizia come quelli dello spauracchio Disney che dovrebbe, dici tu, costringere chiunque ad evitare di prendere spunto dall'originale iconografia di Alice per non mettersi nei guai (lo dici tu che non fanno niente di illegale, allora perché te la prendi con la legge?)... a parte questo, non mi sembra che abbiano chissà quale rilevanza dal punto di vista del progresso culturale.
Ripeto: prendo l'esempio del cinema, un mezzo comunicativo che ha convissuto praticamente per tutta la sua vita con il diritto d'autore. Non mi sembra che questo gli abbia impedito di diventare un'arte, di portare cultura, di fare film cinefili e citazionisti. Io questa cosa della cultura "sequestrata" non ce la vedo per niente.

Willy McBride
27-04-2008, 17:45
Cosa vorrebbe dire poi sotto questa tua ottica "concedere un opera in esclusiva a una terza parte per un certo periodo". Cos vuol dire concedere un'opera? Il certo periodo deve essere limitato dalla legge?


Si tratta semplicemente di quello che succede ogni volta che, ad esempio, uno scrittore firma un contratto con un editore. Con quel contratto concede temporaneamente il diritto esclusivo di pubblicare e vendere in certi mercati la propria opera, ottenendo in cambio una percentuale su ogni vendita. Non sto proponendo niente di nuovo o strano ;)

E ancora: posto che tu vuoi escludere che i diritti permangono dopo la morte dell'autore... a te che ti cambia se li detiene l'autore stesso o uno a cui lui li ha venduti? Tanto il termine rimane sempre la morte del primo.

E quindi è inutile parlare di "vendere i diritti", tanto vale esplicitare che i diritti sono legati alla persona dell'autore e che a cambiare destinazione sono solo le royalties.

Tu dipingi la situazione come se ci fosse qualcuno che scippa i diritti all'autore... mentre i diritti d'autore vengono venduti/ceduti di propria volontà. Quindi fino a prova contraria tu vuoi limitare una libertà che ora esiste: giusto/sbagliato non sto a giudicare, ma la cosa in termini oggettivi è così.

Il problema è che nel momento in cui si consente che i diritti dell'autore dopo la sua morte passino a una persona giuridica si crea una situazione in cui una entità immortale ha ogni vantaggio a far sì che i diritti continuino per quanto più a lungo possibile.

Ma perché all'infinito me lo spieghi? Possiamo lasciare da parte le iperboli e discutere più terra terra?
E poi perché dici sequestrare... qui sembra che il destino delle opere dell'ingegno è di essere copiate/rielaborate/continuate. Il destino dovrebbe essere quello di essere lette, capite e assimilate. I casi che citi, a parte che potrebbero costituire casi di mala giustizia come quelli dello spauracchio Disney che dovrebbe, dici tu, costringere chiunque ad evitare di prendere spunto dall'originale iconografia di Alice per non mettersi nei guai (lo dici tu che non fanno niente di illegale, allora perché te la prendi con la legge?)... a parte questo, non mi sembra che abbiano chissà quale rilevanza dal punto di vista del progresso culturale.
Ripeto: prendo l'esempio del cinema, un mezzo comunicativo che ha convissuto praticamente per tutta la sua vita con il diritto d'autore. Non mi sembra che questo gli abbia impedito di diventare un'arte, di portare cultura, di fare film cinefili e citazionisti. Io questa cosa della cultura "sequestrata" non ce la vedo per niente.

Ti ho linkato un articolo del NYT qualche post fa. Nel corso del tempo la durata del diritto d'autore è passata da circa 30 anni dalla pubblicazione alla durata della vita, alla durata della vita più 50 anni, alla durata della vita più 70 anni, adesso c'è la proposta di passare alla durata della vita più 90 anni. Nel caso del lavoro fatto per conto di società la durata è passata da 50 anni a 75 anni, e adesso credo a 95 anni. Solo pochi mesi fa il commissario europeo McCreevy ha proposto di allungare la durata del copyright degli esecutori da 50 a 95 anni.
E' per questo che parlo di "infinito", perché ad intervalli regolari la durata della "protezione" continua ad allungarsi, e non c'è modo di sapere quando finirà di farlo.

E ti parlo di sequestrare perché la tendenza generale è quella di consentire la protezione non solo dell'opera di ingegno in quanto tale (per intenderci, del film come sequenza di inquadrature, del testo scritto come sequenza di parole, della canzone come sequenza di note musicali) ma dell'idea stessa, dei personaggi e delle trame.
Al momento c'è un processo in corso in cui J.K. Rawling e i suoi editori accusano di violazione del diritto d'autore un compendio di Harry Potter, ossia un libro in cui per ogni personaggio o luogo della serie c'è una descrizione e un breve riassunto del loro ruolo nei libri (per intenderci, come in un'enciclopedia). Non si tratta di un'edizione pirata del testo completo, anzi! le citazioni letterali sono poche e usate solo quando necessario.
Il problema è che se passasse questa linea, e sono molti quelli che la propongono, si rischierebbe una violazione del diritto d'autore semplicemente raccontando a un amico la trama di un film. E figuriamoci se qualcuno provasse a pubblicare un romanzo in cui un giovane orfano va a una scuola di magia. E' la tendenza restrittiva ad ampliare l'ambito del copyright e ad allungarne i termini il più possibile ad essere il problema, non il diritto d'autore come concetto.
E questa tendenza c'è perché mentre a una persona interessa relativamente di cosa accadrà ai suoi pronipoti, una società che è titolare dei diritti su qualcosa resta se stessa per sempre.

Fedozzo
27-04-2008, 18:22
"Ci ho ficcato in mezzo Mussolini" perché c'è in mezzo Mussolini! Già da tempo avevo l'impressione che ci fosse molto del corporativismo fascista nel funzionamento delle varie RIAA, MPAA, IFPI, SIAE ed equivalenti esteri, e burocrazie varie. Ma no, mi dicevo, sarà un caso. E invece non era un caso.

Oh mio di oma il fascismo è ovunque! lo vedete in ogni cosa!

Ma a me pare che il diritto d'autore ci sia in tutto il mondo, anche in paesi mai stati fascisti *_*

Ah si, lo sono segretamente .:eek:

Il_Grigio
27-04-2008, 18:49
finalmente una discussione sui diritti d'autore... ne sentivo la mancanza... :p

anche io vorrei forti cambiamenti nelle leggi in vigore.
le cose che più mi infastidiscono sono:

1-la durata spropositata di questi diritti.
tempo fa vidi un'intervista ad un nipote di pirandello (vecchio pure lui). costui si lamentava della vicina scadenza dei 70 anni dalla morte dell'autore.
giuro che mi sono cadute le braccia. questo tipo ha vissuto di rendita tutta la vita ed ha tutt'ora da parte un patrimonio considerevole (tutto ciò era ben chiaro nell'intervista).
ma di che c.... si lamenta? era "arrabbiato e preoccupato" per la scadenza dei 70 anni :doh:
diverse generazioni di una famiglia sono vissute di rendita e adesso che non possono più continuare si sentono "privati di ciò che è loro" :muro:
manco a dirlo, la cosa si è risolta così: http://liberoblog.libero.it/cultura_spettacolo/bl5898.phtml
:muro:


2-gli scarsi vantaggi degli autori (in confronto con le entrate di siae e co)
le opere saranno anche protette dal plagio o dalla pirateria... ma all'autore cambia poco.
la realtà è che l'apparato siae fa comodo per ben altri motivi: tassa tutto il tassabile e garantisce buone entrate.
ottime cose, ma non mi si dica che ciò viene fatto per tutelare gli autori.
:sofico:

va bene proteggere l'originalità delle opere e ostacolare la pirateria...
ma non è quello che si sta facendo: qui si guadagna dalla vendita delle opere, si guadagna dalle relative tasse, si guadagna dai concerti e... si, i soldi arrivano pure dai ragazzini che scaricavano mp3 e si sono fatti beccare.

imho, i casi son due:
o cambiamo la legge... o le togliamo quella mashera pseudo-filantropica e ammettiamo che è solo una macchina per far soldi. :D