View Full Version : [ MAFIA ] Reggio Calabria, "talpa" in Procura - Trovata microspia in un ufficio
Era nella stanza dove svolge gli interrogatori il pm Nicola Gratteri
titolare dell'inchiesta sulla strage di Duisburg. Diverse fughe di notizie
Reggio Calabria, "talpa" in Procura
Trovata microspia in un ufficio
http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/cronaca/talpa-reggio/talpa-reggio/talpa-reggio.html
Un prodotto non molto raffinato con un raggio d'intercettazione di 20 metri
La spia, dunque, non stava lontana dal locale. Potrebbe essere un magistrato
REGGIO CALABRIA - Alla procura della Repubblica di Reggio Calabria c'è una "talpa" - forse, è addirittura un magistrato. Il 22 aprile scorso è stato ritrovata una microspia in un ufficio. E' un locale dove per precauzione - non ritenendo "sicura" la sua stanza - il pubblico ministero Nicola Gratteri, titolare dell'inchiesta sulla strage di Duisburg, incontra la polizia giudiziaria, concorda e dispone le indagini, prende in esame le fonti di prova raccolte.
La microspia, per quel che se ne sa, non è un prodotto molto raffinato. Funziona a batteria, e quindi necessita di ricariche periodiche. Ha un'antenna che diffonde le intercettazioni in un raggio non superiore ai venti metri.
Le due circostanze lasciano pensare agli investigatori che la "talpa" sia a pochi passi da quella stanza e possa essere addirittura un magistrato. Negli ultimi mesi, le inchieste della Procura di Reggio Calabria sono state danneggiate sensibilmente dalle fughe di notizie, secondo alcuni pubblici ministeri, "pilotate" ad arte per sabotarle. E' accaduto così per le indagini sulle relazioni pericolose del senatore Sergio De Gregorio e i rapporti tra Marcello Dell'Utri e il "faccendiere" Aldo Micciché che prometteva di poter manipolare i voti degli italiani del Sud America.
Sarà come De Magistris,questi magistrati protagonisti che VOGLIONO le fughe di notizie per notoriertà,poi,se danneggiano le loro stesse inchieste che vuoi che sia,tanto loro vogliono solo la notorietà....che poi ci siano di mezzo i soliti noti nelle inchieste,bhè questo non fa alcuna differenza.
L'importante è dare subito contro i Magistrati :O
^TiGeRShArK^
26-04-2008, 11:34
schifo immenso....
e poi qui sono sempre pronti a dare contro le "toghe rosse" per la "magistratura ad orologeria" :muro:
Era nella stanza dove interroga il pm titolare dell'inchiesta sulla strage di Duisburg
Un prodotto non molto raffinato con un raggio d'intercettazione di 20 metri
Reggio Calabria, "talpa" in Procura
Trovata microspia in un uffici
La spia, dunque, non stava lontana dal locale. Potrebbe essere un magistrato
Il procuratore capo: "Episodio grave. Cercheremo di stare più attenti in futuro
REGGIO CALABRIA - Alla procura della Repubblica di Reggio Calabria c'è una "talpa" - forse, è addirittura un magistrato. Il 22 aprile scorso è stato ritrovata una microspia in un ufficio. E' un locale dove per precauzione - non ritenendo "sicura" la sua stanza - il pubblico ministero Nicola Gratteri, titolare dell'inchiesta sulla strage di Duisburg, incontra la polizia giudiziaria, concorda e dispone le indagini, prende in esame le fonti di prova raccolte.
La microspia, per quel che se ne sa, non è un prodotto molto raffinato. E' stato rinvenuto dai carabinieri del Ros nel corso di un servizio di bonifica dei locali della Procura. Funziona a batteria, e quindi necessita di ricariche periodiche. Ha un'antenna che diffonde le intercettazioni in un raggio non superiore ai venti metri. Le due circostanze lasciano pensare agli investigatori che la "talpa" sia a pochi passi da quella stanza e possa essere addirittura un magistrato.
"E' un episodio grave", ha detto il procuratore capo della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone. "Se ne occuperà l'autorità giudiziaria di Catanzaro, competente per i reati in danno di magistrati in servizio a Reggio Calabria e per quanto ci riguarda, cercheremo di stare ancora più attenti in futuro".
Il clima è teso nella Procura di Reggio. Negli ultimi mesi, le inchieste sono state danneggiate sensibilmente dalle fughe di notizie, secondo alcuni pubblici ministeri, "pilotate" ad arte per sabotarle. E' accaduto così per le indagini sulle relazioni pericolose del senatore Sergio De Gregorio filmato a cena con alcuni esponenti della 'ndrangheta e i rapporti tra Marcello Dell'Utri e il "faccendiere" Aldo Micciché che prometteva di poter manipolare i voti degli italiani del Sud America in cambio di una sostanziosa bustarella.
"In situazioni così delicate, si rischiano effetti negativi sull'intera indagine", ha detto il pm della Dda Roberto Di Palma, titolare dell'inchiesta sulle telefonate di Marcello Dell'Utri. "L'esito dell'indagine rischia di essere compromesso perchè sono stati pubblicati particolari che non dovevano assolutamente venire fuori".
Situazioni che approfondiscono ancor più le spaccature interne nella procura. Con il compito anche di svelenire l'atmosfera negli uffici giudiziari e rilanciarne l'attività nella lotta alle potentissime, ricchissime e radicatissime cosche della 'ndrangheta, un mese e mezzo fa il Csm ha nominato Giuseppe Pignatone nuovo capo della Procura di Reggio Calabria. Il coordinatore delle indagini che hanno portato alla cattura di Bernardo Provenzano si è detto pronto ad "aggredire la più vivace delle mafie. Dopo 30 anni trascorsi a Palermo - ha aggiunto Pignatone che ha una vastissima esperienza sul campo - mi trovo ad affrontare un'esperienza del tutto diversa. Lo farò con grande entusiasmo". La microspia nell'ufficio di uno dei suoi pm più validi, dà il senso delle difficoltà che Pignatone sta già affrontando e dovrà affrontare.
(26 aprile 2008)
^TiGeRShArK^
26-04-2008, 15:43
dov'è la solita faccina con i cumuli di rovi rotolanti stile far west? :fagiano:
Massi,cosa vuoi che sia...alla fien si sta solo palrando della mafia più potente d'europa che come a palermo la mafia negli anni 80-90' è ruscita ad infiltrarsi nella procura sputtanando svariate indagini.
Lasciatemelo dire,i mafiosi,DA SOLI,non sputtano un'indaghine politica come quella di Dell'Utri o di altri....
Mi ricorda molto qualcosa...
^TiGeRShArK^
26-04-2008, 15:53
Massi,cosa vuoi che sia...alla fien si sta solo palrando della mafia più potente d'europa che come a palermo la mafia negli anni 80-90' è ruscita ad infiltrarsi nella procura sputtanando svariate indagini.
Lasciatemelo dire,i mafiosi,DA SOLI,non sputtano un'indaghine politica come quella di Dell'Utri o di altri....
Mi ricorda molto qualcosa...
ma se non gli interessa niente che Ilvio riabiliti dei mafiosi che gliene può fregare della presenza di talpe nella magistratura rossa?
anzi, già è positivo che non siano venuti ad inneggiare alle eroiche talpe che si battono contro i giudici comunisti.. :doh:
Gravissimo ed inquietante......
gia,se thread come qeusti fossero pieni di risposte,non ci troveremmo nella situazione di apatia totale verso qualsivoglia porcata commessa dai politici e connessi...
G-UNIT91
26-04-2008, 17:08
:eek: .....il berlusca!!!.......
Il Pirata
26-04-2008, 19:21
ma se non gli interessa niente che Ilvio riabiliti dei mafiosi che gliene può fregare della presenza di talpe nella magistratura rossa?
anzi, già è positivo che non siano venuti ad inneggiare alle eroiche talpe che si battono contro i giudici comunisti.. :doh:
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perchè pubblicare questa notizia? non potevano svolgere controindagini per vedere chi era il ratto?
che storia di merda,cazzo. che paese.
perchè pubblicare questa notizia? non potevano svolgere controindagini per vedere chi era il ratto?
che storia di merda,cazzo. che paese.
le indagini sn state aperte dalla magistratura di catanzaro che ha competenza su quella di reggio calabria.
chissà magari capita a De Magistris l'inchiesta....così gliela avocano a prescindere per insabbiare tutto :asd:
gigio2005
27-04-2008, 12:10
dico solo una cosa:
11 commenti e 200 visite :muro: :muro: :muro: :muro: :muro: :muro:
:Puke:
ndagini a tappeto dopo la scoperta di una microspia nell'ufficio del pm Gratteri
Domani proseguirà la bonifica dell'edificio. Si sospetta di un magistrato
Reggio Calabria, caccia alla talpa
blindato il Palazzo di Giustizia
dal nostro inviato FRANCESCO VIVIANO
http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/cronaca/talpa-reggio/palazzo-blindato/palazzo-blindato.html
REGGIO CALABRIA - Il palazzo di giustizia di Reggio Calabria dove nei giorni scorsi è stata trovata una microspia nell'ufficio del pm Nicola Gratteri, è sotto strettissima sorveglianza. Entrate ed uscite sono tutte registrate ed anche i sei piani della Procura sono "blindati" con servizi di sorveglianza più accurati del solito. E domani, in un clima già incadescente per i veleni che da anni si registrato dentro il palazzo, i carabinieri del Ros proseguiranno una bonifica che sarà allargata a tutti gli uffici dei pubblici ministeri impegnati in indagini delicate, non solo sulla 'ndrangheta ma anche su mafia e politica.
E, sempre domani, i militari dei Ros andranno a Catanzaro per consegnare le prime indagini sul ritrovamento della microspia e sulle loro ipotesi investigative che, stando ad indiscrezioni, porterebbero proprio dentro il palazzo di giustizia di Reggio Calabria.
Si ipotizza infatti che all'ascolto della microspia piazzata nell'ufficio di Gratteri potesse esserci un uomo che lavora dentro il palazzo, un magistrato, un impiegato oppure un "infiltrato" della 'ndrangheta che raccoglieva informazioni preziose e segretissime.
Che il clima sia incandescente e preoccupante lo hanno confermato già ieri il procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso ed il neo procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone che di "talpe" se intende. E' stato infatti Pignatone, quand'era procuratore aggiunto a Palermo, a coordinare la grande inchiesta sulle talpe alla procura del capoluogo siciliano che ha portato al processo ed alla condanna dell'ex presidente della regione siciliana, Totò Cuffaro, appena eletto senatore della repubblica nella fila dell'Udc.
La divulgazione della microspia in Procura, anticipata ieri mattina da "Repubblica. it", è coincisa con il gravissimo attentato all'imprenditore di Gioia Tauro, Princi, che lotta ancora tra la vita e la morte. L'imprenditore è stato investito dall'esplosione di un'autobomba che era stata collocata nella sua vettura che è stata innescata mentre l'uomo stava per aprire la portiera dell'auto. Ha perso le gambe, le braccia ed anche la vista.
Insomma in Calabria è vera e propria emergenza ed alcuni magistrati impegnati nelle indagini sulla ndrangheta non nascondono la loro preoccupazione temendo altri azioni eclatanti all'interno delle cosche che si contendono il controllo di grandi e piccoli appalti e la gestione del vasto traffico di droga gestito dai calabresi in strettissimi rapporti con i cartelli colombiani.
(27 aprile 2008)
Sempre più preoccupante....
Il ritrovamento della cimice è l'ultimo di una serie di episodi
in una Regione che lo Stato sembra aver dimenticato
La democrazia presa in ostaggio
nel palazzo dei veleni e dei misteri
di GIUSEPPE D'AVANZO
Non accade tutti i giorni che si spii un pubblico ministero nel suo ufficio. Che si seguano da vicino le sue mosse investigative. Che si anticipino le sue iniziative. Che magari le si vanifichi con accorte fughe di notizie utili a mettere sul chi vive i potenziali indagati, fino a quel momento molto loquaci nelle conversazioni telefoniche intercettate.
Non accade tutti i giorni che - più o meno, esplicitamente - si sospetti che lo "spione" sia un magistrato della stessa procura della Repubblica, legato - evidentemente - agli interessi storti che quell'ufficio dovrebbe scovare e punire e non alla Costituzione. Eppure, nonostante la singolarità della circostanza, si fa fatica a stupirsene. Prima o poi doveva accadere che venissero in superficie i velenosi miasmi che attossicano la Calabria e Reggio. Non sorprende che siano affiorati proprio nel luogo - il palazzo di giustizia - che dovrebbe sovrintendere alla legalità di un angolo d'Italia dove gli interessi della 'ndrangheta sono intrecciati ai poteri più visibili e formalizzati della politica, dell'economia, delle istituzioni. Fino ad assumere quasi funzioni di ordine pubblico.
Perché la 'ndrangheta - oggi più di Cosa Nostra, più della Camorra - garantisce ogni tipo di transazioni; preleva tributi; offre occasioni impensate di profitto e di reddito, che altrimenti in quei territori dimenticati dall'agenda dei governi non ci sarebbero. E' un protagonismo che le consente di governare come intermediario decisivo i flussi di risorse e spese pubbliche, addirittura di condizionare la democrazia rappresentativa con il controllo delle assemblee elettive.
Della pervasività del potere mafioso delle 'ndrine - al contrario di Cosa Nostra e Camorra - non si parla mai. Come si ignorano, nel discorso pubblico nazionale, le arretratezze e le opacità delle istituzioni calabresi. Nel buio di una regione dimenticata, l'autorità, l'influenza, la forza della 'ndrangheta hanno potuto così crescere inosservate e senza fastidi facendo, di quell'organizzazione, il cartello criminale di gran lunga più pericoloso, più internazionale, più invasivo del nostro Paese, orientato a un lavoro transnazionale, soprattutto nel traffico di droga dove - sostiene la direzione nazionale antimafia - ha assunto "quasi una posizione monopolistica resa possibile dagli stretti collegamenti con i paesi produttori e con il controllo delle principali rotte di transito degli stupefacenti".
Oggi la 'ndrangheta è una multinazionale del crimine capace di essere, al tempo stesso, "locale" ("vero e proprio presidio territoriale, idoneo ad assicurare il controllo del territorio, nella sua accezione più ampia, comprensiva dunque di economia, società civile, organi amministrativi territoriali") e "globale", rete criminale connessa al mondo attraverso il narcotraffico e il traffico internazionale di armi. Sostiene la direzione antimafia: "Risulta ormai dimostrata l'elevata capacità della 'ndrangheta di rapportarsi con le principali organizzazioni criminali straniere, in particolare con i cartelli colombiani ed anche con almeno una struttura paramilitare colombiana che risulta coinvolta in attività di produzione e fornitura di cocaina. Sono consolidati e stabili i rapporti con i gruppi - sud-americani e mediorientali - fornitori di stupefacenti tanto da far divenire la 'ndrangheta, nello specifico settore, un punto di riferimento anche per altre organizzazioni criminali endogene".
Per sciogliere un nodo così serrato, come fu chiaro dopo l'assassinio in un seggio elettorale di Francesco Fortugno o la strage di Duisburg, sarebbe stata necessaria una battaglia nutrita di un alimento etico-politico; un adeguato sostegno dello spirito pubblico; il coinvolgimento di individui e gruppi, élite e popolo su obiettivi comprensibili e condivisi capaci di rendere concreta la convenienza della legalità e assai fallimentare la scelta della illegalità. Una "politica" che riuscisse a ridimensionare un potere militare, economico e politico che non accetta di essere messo in discussione nemmeno negli aspetti più marginali. Come testimonia il clima di intimidazione continuo che ogni istituzione o rappresentante delle istituzioni deve subire. Minacce. Attentanti con bombe. Fucilate alle porte di casa. Incendi di auto e di abitazioni. Ne sono stati vittima, nel corso del tempo, i sindaci di Reggio Calabria, San Giovanni, Seminara, Sinopoli, Melito Porto Salvo, Casignana, il vice sindaco di Palmi. Uno scenario che, come forse si ricorderà, convinse lo sconsolato presidente della Confindustria calabrese, Filippo Callipo, ad appellarsi al capo dello Stato per invocare la presenza nella regione dell'esercito.
La verità è che non è mai riuscita a diventare una priorità né dei pubblici poteri né dell'opinione pubblica la distruzione di un'organizzazione criminale capace di controllare un terzo del traffico di cocaina del mondo con profitti per decine di miliardi di euro né un'urgenza il riscatto di una regione dove operano 112 cosche, c'è un'intensità criminale del 27 per cento (pari a una persona su quattro), con un epicentro nel Reggino di 4/5 mila affiliati su una popolazione di 576mila abitanti. L'affare è precipitato, come sempre accade in casa nostra, sulle spalle della magistratura. Affar suo, soltanto suo. Gioco facile, per le 'ndrine, inquinare anche quelle acque nell'indifferenza dei governi e della consorteria togata.
Pochi mesi fa, della magistratura calabrese, fece un quadro esauriente e drammatico un giudice civile, Emilio Sirianni. Raccontò che cosa può accadere nelle aule di giustizia di quella regione. Nel novembre del 2006, a Vibo Valentia, fu arrestato il presidente di sezione del Tribunale civile insieme a pericolosi mafiosi locali. Sia prima che dopo l'arresto, c'è stato il silenzio intimidito o complice dei magistrati di quel Tribunale. La Procura di Locri è stata lasciata a lungo nelle mani di un giovanissimo magistrato e, solo quando andò via, si accertò l'esistenza di 4.200 procedimenti con termini scaduti da anni, su un totale di 5000 e di circa 9000 procedimenti "fantasma" (risultavano nel registro, erano inesistenti in ufficio).
Capita, in Calabria, di vedere entrare un avvocato in camera di consiglio e trattenersi a colloquio con i giudici durante la deliberazione. In Calabria può accadere che un giudice decida che un notaio, imputato di "falso ideologico", non sia considerato un pubblico ufficiale. Reato derubricato in "falso in scrittura privata", tempi di prescrizione ancora più brevi. Notaio prosciolto. Il pubblico ministero non propone l'appello. La disorganizzazione dell'ufficio lascia scadere i termini.
O il caso di quel bancarottiere? Dichiara di aver utilizzato i soldi distratti all'impresa per curare il fratello malato di cancro. Il giudice riconosce lo "stato di necessità" e, senza chiedergli prova della malattia del fratello e del suo stato di indigenza, lo proscioglie. Sulla parola. "Conformismo, tendenza al quieto vivere, fuga dai processi scottanti, pigrizia" sono per Sirianni i codici di lavoro della magistratura in Calabria, "una magistratura che - per indifferenza, paura, connivenza, conformismo, furbizia - gira la testa dall'altra parte, strizza l'occhio ad alcuni imputati, non vigila e non fa domande sulle anomalie dell'ufficio".
Stupirsi allora per una microspia? Meravigliarsi delle fughe di notizie pilotate che "salvano" gli indagati e soffocano le inchieste? Sbalordire se le trattative per un allentamento delle severe regole del carcere per i mafiosi siano protette con una "soffiata"?
(27 aprile 2008)
Ma perchè non dichiariamo la Calabria una regione autonoma in tutti i sensi ?
Facciamola diventare come il Madagascar,tanto oramai non è più Italia.....siamo di fronte ad una regione PERSA completamente e totalmente.
Non basterebbe l'esercito permanenete per 10 anni a riportare in salvo la regione.
526.000 italiani vivono la,250.000 li accogliamo in giro per l'italia e poi alziamo un muro di 30mt su tutto il perimetro.
La Calabria è PERSA.Porca troia.
che sfiga però, se la beccavano prima delle elezioni sta microspia, magari la si poteva candidare al senato, l"eroica microspia" contro il bolscevico magistrato... :stordita:
:muro:
Roma, 14:34
MICROSPIA IN PROCURA: PRATICA CSM A TUTELA MAGISTRATI
Una pratica a tutela dei magistrati dell'ufficio di Reggio Calabria. Il Comitato di Presidenza del Consiglio Superiore della Magistratura ha disposto oggi l'apertura di un fascicolo in Prima Commissione, presieduta dal Antonio Patrono, relativo alle vicende che si sono verificate nella Procura di Reggio Calabria con riferimento, in particolare, al rinvenimento di una microspia all'interno della Procura ed al grave contenuto delle lettere anonime recapitate. L'obiettivo di Palazzo dei Marescialli, e' quello di accertare, "anche a tutela dei magistrati di quell'ufficio - si spiega in una nota - mediante le opportune ed adeguate indagini ed audizioni degli interessati, la preoccupante situazione venutasi a creare in quegli uffici giudiziari".
Ma perchè non dichiariamo la Calabria una regione autonoma in tutti i sensi ?
Facciamola diventare come il Madagascar,tanto oramai non è più Italia.....siamo di fronte ad una regione PERSA completamente e totalmente.
Non basterebbe l'esercito permanenete per 10 anni a riportare in salvo la regione.
526.000 italiani vivono la,250.000 li accogliamo in giro per l'italia e poi alziamo un muro di 30mt su tutto il perimetro.
La Calabria è PERSA.Porca troia.
Mezza italia è persa, l'altra metà la stiamo perdendo.
Mezza italia è persa, l'altra metà la stiamo perdendo.
io penso tutta persa. solo che metà ancora non l'ha capito.
io penso tutta persa. solo che metà ancora non l'ha capito.
Vuoi dire che il Nord italia è ai livelli del sud come infiltrazione? Io non credo lo sia ancora, nonostante gli enormi sforzi di FI per sdoganare anche nel "ricco" Nord una certa mentalità e modo di gestire il potere. Comunque, tempi e modi a parte, il punto di arrivo è sempre quello.
Vuoi dire che il Nord italia è ai livelli del sud come infiltrazione? Io non credo lo sia ancora, nonostante gli enormi sforzi di FI per sdoganare anche nel "ricco" Nord una certa mentalità e modo di gestire il potere. Comunque, tempi e modi a parte, il punto di arrivo è sempre quello.
come infiltrazione politica credo di sì. e come affari credo anche.
poi penso a quello che ha detto ad annozero saviano agli abitanti del nord.
poi penso che avremo con ottime probabilità le istituzioni infestate da politici del sud (molti palermitani).
se ti dicessi che sono pessimista, sarei ottimista.
Siamo come in USA nel Nord-Centro italia.
La mafia (tutte) investe soldi ripuliti in opere vinte regolarmente,come diceva saviano.
Laddove invece dovessero esserci problemi,c'è sempre il clientelismo e l'amico dell'amico a risolvere.
Il problema ora si pone in maniera seria in quanto Camorra e 'ndrangheta stanno iniziando ad investire capitali pesantissimi all'estero...
In poche parole,secondo me non c'è più via di salvezza per l'Italia.
Bisogna solo sperare che i prossimi 5 anni ci diano una spallata tale da farci cadere stile argentina,anche questa però resta una vana speranza...l'Italia ha troppi interessi in ballo che riguardano altri paesi....
Ci tengono in vita con la flebo piuttosto....
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