Jamal Crawford
23-04-2008, 16:38
Stupro Roma, "Volontà omicida"
Gip: "Grande violenza del romeno"
"La gravità della ferita, la perdita di sangue subita, il mezzo usato (un coltello), consentono di ritenere la condotta dell'indagato idonea a cagionare la morte della parte offesa e di ritenere, inoltre, che l'indagato abbia agito con la volontà di uccidere". Lo scrive il Gip di Roma Andrea Vardaro nel dispositivo che per la custodia cautelare di Joan Rus, il romeno che ha violentato a Roma la giovane studentessa africana.
Per il magistrato "sussiste, inoltre, tenuto conto della gravità del fatto, della presumibile elevata entità della pena che sarà irrogata, della condotta tenuta da Rus al momento dell'intervento dei carabinieri (ha cercato di darsi alla fuga) il concreto pericolo di fuga". Nell'ordinanza di custodia cautelare viene anche ricostruita la parte preliminare dell'aggressione subita dalla donna: "improvvisamente Rus afferrava la donna impedendole di avere ogni movimento e minacciandola con un coltello. Dopo averla ferita, l'aveva quindi condotta con forza in un vicino terreno tenendole il coltello puntato sulla gola".
Per il gip Vardaro "la gravità dei fatti esclude la possibilità di concessione della sospensione condizionale della pena". Il magistrato sostiene che i capi di accusa configurati dalla procura (tentato omicidio, violenza sessuale e sequestro di persona) sono aggravati dall'uso del coltello, dai motivi abietti e dalle sevizie inferte alla studentessa universitaria. Anche da atti della magistratura, oltre che da fonti della direzione sanitaria dell'ospedale, emerge che la studentessa africana ha dovuto subire abusi sessuali. "L'aggressore aveva abusato di lei baciandola, leccandola e costringendola a subire rapporti sessuali di vario tipo", scrive il gip Vardaro.
tgcom
Gip: "Grande violenza del romeno"
"La gravità della ferita, la perdita di sangue subita, il mezzo usato (un coltello), consentono di ritenere la condotta dell'indagato idonea a cagionare la morte della parte offesa e di ritenere, inoltre, che l'indagato abbia agito con la volontà di uccidere". Lo scrive il Gip di Roma Andrea Vardaro nel dispositivo che per la custodia cautelare di Joan Rus, il romeno che ha violentato a Roma la giovane studentessa africana.
Per il magistrato "sussiste, inoltre, tenuto conto della gravità del fatto, della presumibile elevata entità della pena che sarà irrogata, della condotta tenuta da Rus al momento dell'intervento dei carabinieri (ha cercato di darsi alla fuga) il concreto pericolo di fuga". Nell'ordinanza di custodia cautelare viene anche ricostruita la parte preliminare dell'aggressione subita dalla donna: "improvvisamente Rus afferrava la donna impedendole di avere ogni movimento e minacciandola con un coltello. Dopo averla ferita, l'aveva quindi condotta con forza in un vicino terreno tenendole il coltello puntato sulla gola".
Per il gip Vardaro "la gravità dei fatti esclude la possibilità di concessione della sospensione condizionale della pena". Il magistrato sostiene che i capi di accusa configurati dalla procura (tentato omicidio, violenza sessuale e sequestro di persona) sono aggravati dall'uso del coltello, dai motivi abietti e dalle sevizie inferte alla studentessa universitaria. Anche da atti della magistratura, oltre che da fonti della direzione sanitaria dell'ospedale, emerge che la studentessa africana ha dovuto subire abusi sessuali. "L'aggressore aveva abusato di lei baciandola, leccandola e costringendola a subire rapporti sessuali di vario tipo", scrive il gip Vardaro.
tgcom