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View Full Version : Prodi regala la pensione ai parenti degli stranieri


Washakie
19-04-2008, 16:11
Pensioni facili per gli stranieri «ricongiunti», con il beneplacito del governo Prodi, che a febbraio 2007, con un decreto, ha allargato le maglie dei confini per i parenti degli immigrati, alleggerendo i criteri di ammissione delle domande. Di certo l’assegno sociale, pensato per sostenere gli italiani con redditi irrisori, è l’ultimo traguardo a cui mirano stranieri e nuovi cittadini Ue. Un fenomeno allarmante, che l’Inps negli ultimi mesi ha più volte segnalato con toni d’emergenza al Viminale. Della destinazione di quegli assegni (da 395 a 580 euro mensili, più tredicesima) parla in modo critico anche il sindacato di polizia Coisp. «C’è un trend in fortissima crescita nelle comunità straniere, legato ai ricongiungimenti familiari, che permettono a migliaia di ultra65enni d’oltreconfine di incassare i soldi del nostro sistema pensionistico senza aver mai lavorato un solo giorno in Italia», spiega Franco Maccari, segretario del sindacato di polizia.
In pratica, gli extracomunitari con carta di soggiorno e i neocomunitari che lavorano in Italia da tre mesi possono chiedere di farsi raggiungere dai propri genitori, dichiarando di averli «in carico». E questi, una volta qui, hanno diritto a fare domanda per l’«assegno sociale». Un capitolo di spesa da non sottovalutare, considerando le non floride condizioni del sistema previdenziale. «A dir poco quest’anno saranno 50-60 milioni di euro che finiscono nelle tasche degli stranieri, e gli “aventi diritto” sono fatalmente destinati a crescere in maniera esponenziale», continua Maccari. «Non è un problema di razzismo, ma siamo sicuri che un Paese che non riesce a pagare non solo pensioni dignitose ai propri cittadini, ma nemmeno la benzina alle volanti della polizia possa permettersi tanta generosità?».
Alla sede centrale dell’Inps l’allarme è concentrato sui «vicini» dell’Est. Romeni e polacchi, in particolare. Sarebbero loro il vero «pericolo» per le finanze nazionali. A dirla tutta, il fenomeno è difficile da quantificare. I dati non vengono disaggregati per nazionalità del richiedente l’assegno sociale, essendo apolidi e stranieri equiparati agli italiani. L’unica cifra, attendibile fino a un certo punto, che l’Inps è in grado di fornire parla di 18.409 «percettori» nati in Paesi esteri, ma il dato comprende molti italiani nati fuori dai nostri confini. Ma per farsi un’idea della dimensione del problema basta scorrere i dati del dossier Caritas sulle presenze in Italia di romeni (555.997) e polacchi (90.776), dati peraltro da ritoccare al rialzo, considerato che, nel frattempo, la Romania è entrata nell’Unione europea. E il problema, fanno sapere dall’Istituto previdenziale, è proprio questo. «L’allargamento Ue è diventato un punto di forte criticità», spiega un alto funzionario dell’Inps. «Mentre nell’Europa dei quindici i welfare erano economicamente omogenei, la situazione di queste nuove nazioni è decisamente sbilanciata. Eppure l’Ue ci impone di estendere a tutti i cittadini comunitari qualsiasi forma di welfare sia offerta agli italiani. Insomma, abbiamo le mani legate, e per un romeno l’assegno sociale è particolarmente allettante e facile da ottenere». Basta che il neocomunitario dimostri di avere un reddito in Italia da tre mesi perché possa «invitare» i propri genitori nel Bel Paese e farli diventare assistiti Inps, senza colpo ferire. E c’è di più. L’assegno sociale sulla carta è vincolato alla residenza sul territorio italiano: se il percettore «torna a casa», il suo diritto decade. Se non lo segnala, però, potrebbe continuare a incassare pur non avendone titolo. Controllare che questo non accada è praticamente impossibile: l’Inps può svolgere controlli solo tramite le anagrafi comunali, e non sono molte quelle in grado di segnalare all’ente previdenziale anomalie e abusi. «È un warning che abbiamo già girato al ministero dell’Interno - spiegano dall’Inps - perché sarebbe vitale contenere almeno le irregolarità. Già così abbiamo enormi difficoltà ad arginare il vistoso incremento di domande di assegno sociale piovute negli ultimi 4-5 mesi per lo più dai romeni». Una nemesi storica: i romani colonizzarono la Dacia, un Romano ne ha pensionato gli eredi.


http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=250522

Willy McBride
19-04-2008, 16:24
Io continuo solo a chiedermi con che coraggio qualcuno continui a comprare un quotidiano che intitola "Prodi regala la pensione ai parenti degli stranieri" un articolo in cui si scrive che "l’Ue ci impone di estendere a tutti i cittadini comunitari qualsiasi forma di welfare sia offerta agli italiani."

k|o
19-04-2008, 16:32
tra l'altro old di diverse settimane. se cerchi in sezione se ne era gia parlato

killercode
19-04-2008, 16:33
Notizia :old: è inutile ripeterla

das
19-04-2008, 16:43
Tanto ora ci pensa la Lega a sistemare un po' le cose. ;)

Washakie
19-04-2008, 16:45
Ciò che deve far riflettere, a questo punto, è quanto costa effettivamente un lavoratore regolare romeno allo stato italiano

killercode
19-04-2008, 17:01
Ciò che deve effettivamente far riflettere, a questo punto, è quanto costa effettivamente un lavoratore regolare romeno allo stato italiano
Pensa quanto costa alla francia, alla spagna, alla germania un lavoratore regolare italiano. Per questo non c'è lega o berlusconi che tenga è una normativa comunitaria e la romania che piaccia o meno ( a me per esempio non piace) fa parte dell'UE

loreluca
19-04-2008, 20:21
che presa per il culo... Chissà come ridono di noi gli extracomunitari... Non hanno mai versato un soldo all'Italia e noi li dobbiamo mantenere... Poi i nostri pensionati prendono uguale se non di meno... :mad:

Tefnut
19-04-2008, 21:56
che presa per il culo... Chissà come ridono di noi gli extracomunitari... Non hanno mai versato un soldo all'Italia e noi li dobbiamo mantenere... Poi i nostri pensionati prendono uguale se non di meno... :mad:

mica si parla di extracomunitari.. aimhè è una normativa ue

dantes76
19-04-2008, 23:29
Ciò che deve far riflettere, a questo punto, è quanto costa effettivamente un lavoratore regolare romeno allo stato italiano

dipende da quanto lo paghi

osky10
20-04-2008, 11:48
ecco il motivo x cui certa sinistra è sparita dal parlamento italiano;)

Fritz!
20-04-2008, 11:52
che presa per il culo... Chissà come ridono di noi gli extracomunitari... Non hanno mai versato un soldo all'Italia e noi li dobbiamo mantenere... Poi i nostri pensionati prendono uguale se non di meno... :mad:

gi extracomunitari, per definizione, non sono cittadini della comunità europea

Scalor
20-04-2008, 12:01
se si riferisce solo ai comunitari non è un problema, significa che se vado in romania mi danno anche a me l'assegno, e poi penso che attingano ad un fondo europeo.

sid_yanar
20-04-2008, 12:30
Io continuo solo a chiedermi con che coraggio qualcuno continui a comprare un quotidiano che intitola "Prodi regala la pensione ai parenti degli stranieri" un articolo in cui si scrive che "l’Ue ci impone di estendere a tutti i cittadini comunitari qualsiasi forma di welfare sia offerta agli italiani."

saltano tra una riga e l'altra, si chiama lettura ed interpretazione creativa :asd:

Teox82
20-04-2008, 16:01
Domanda tecnica:ma la normativa e la direttiva sono cose diverse o hanno la stessa importanza?

elmoro
20-04-2008, 16:20
Io continuo solo a chiedermi con che coraggio qualcuno continui a comprare un quotidiano che intitola "Prodi regala la pensione ai parenti degli stranieri" un articolo in cui si scrive che "l’Ue ci impone di estendere a tutti i cittadini comunitari qualsiasi forma di welfare sia offerta agli italiani."

:D :D :D

giannola
20-04-2008, 16:31
Domanda tecnica:ma la normativa e la direttiva sono cose diverse o hanno la stessa importanza?

sono cose diverse:

- la normativa diventa legge per qualunque stato membro, con rango costituzionale (quindi il più alto), non appena approvata in seno all'Unione Europea attraverso il meccanismo di approvazione idoneo (es. codecisione).
Viene applicata così com'è in qualunque paese UE

- la direttiva invece non è una legge, ma si limita a definire un obiettivo (o più) che i paesi membri devono recepire, lasciando loro, però, la massima autonomia per legiferare in tal senso.

Inoltre la direttiva non viene immediatamente recepita mediante legiferazione parlamentare, ogni anno viene presentata una raccolta di direttive su cui poi il parlamento legifera.
Per cui dall'emanazione della direttiva alla sua applicazione nel singolo stato può passare pure qualche anno.

Spero di essere stato esauriente. ;)

kaioh
20-04-2008, 16:33
ecco il motivo x cui certa sinistra è sparita dal parlamento italiano;)perdendo consensi nelle regioni rosse oltretutto

Teox82
20-04-2008, 17:00
sono cose diverse:

- la normativa diventa legge per qualunque stato membro, con rango costituzionale (quindi il più alto), non appena approvata in seno all'Unione Europea attraverso il meccanismo di approvazione idoneo (es. codecisione).
Viene applicata così com'è in qualunque paese UE

- la direttiva invece non è una legge, ma si limita a definire un obiettivo (o più) che i paesi membri devono recepire, lasciando loro, però, la massima autonomia per legiferare in tal senso.

Inoltre la direttiva non viene immediatamente recepita mediante legiferazione parlamentare, ogni anno viene presentata una raccolta di direttive su cui poi il parlamento legifera.
Per cui dall'emanazione della direttiva alla sua applicazione nel singolo stato può passare pure qualche anno.

Spero di essere stato esauriente. ;)

Ok,tnx :)