easyand
19-04-2008, 13:41
Trova campana di Colombo: 35 milioni e non può venderla
Paola Sandionigi
Libero, 17-08-2007
Sub di Varese la recupera al largo di Portorico e l'affida a una casa d'aste spagnola. Che per restituirgliela esige 300mila euro. Lui: darò 17 milioni a chi mi presta i soldi
Offre 17 milioni di euro a chi gliene anticipa 300 mila. Roberto Mazzata, 46 anni, subacqueo di professione, originario di Castronno, in provincia di Varese, è il protagonista di una vicenda intricata che per sbrogliarsi necessita di soldi. Di tanti soldi. Al centro della questione niente meno che la campana della Santa Maria, quella che svettava sulla caravella di Colombo e che squillò il 12 ottobre del 1492 alla vista di quel lembo di terra che poi sarebbe diventato famoso come America.
La campana passa poi nelle mani di Luis Colori, nipote sfaccendato di Colombo che per pagare i debiti di gioco e un avvocato che lo difenda nel processo di bigamia, mette all'asta i tesori dello zio. Ci ricava 32 pesos, una somma niente male se si pensa che equivaleva a tre anni di stipendio di un marinaio. L'acquista il proprietario del Salvador, galeone spagnolo che nel 1555 affonda a San Juan vicino a Porto Rico, e li resta in balia dei fondali fino al marzo del 1994 quando Mazzara la recupera.
«Per prima cosa ho trovato delle monete d'argento con l'effige di Carlo V e una campana tutta incrostata, che ho messo sul caminetto. Non mi sembrava neppure granché. Da lì sono cominciati i miei guai - racconta il sub - quella che doveva essere la mia fortuna è diventata una disgrazia. La maledizione della campana potremmo dire. Sta di fatto che inizialmente non ero sicuro che si trattasse di un reperto tanto importante. Però un dubbio mi attanagliava: come mai questa campanella era nella stiva tra gli oggetti preziosi e non appesa fuori? Ho fatto delle ricerche e degli studi che hanno attestato l'autenticità. Fortunatamente ci sono parecchi documenti dettagliati che parlano degli inventari dei vari galeoni, e pure del Salvador. Inizialmente volevo regalarla al re di Spagna, però il governo di Madrid ha messo in dubbio la veridicità della campana e non l'ha voluta».
A questo Mazzara si affida alla casa d'aste spagnola "Activos y subastas" e con loro stipula un primo accordo. Un accordo semplice in caso di vendita il 25% va alla casa d'aste e il resto al proprietario, unica clausola qualora Mazzara decida di riprendersi ia campana dovrà sborsare 186 mila euro. Tutto pare filare liscio. Tre giorni prima dell'asta, è it febbraio 2003 «la campana viene esposta all'hotel Ritz di Barcellona - sottolinea Mazzara - arriva la polizia iberica e la sequestra su ordine del governo portoghese, per verificarne l'autenticità. Non credono sia quella di Colombo. Comincia un lungo processo e dibattimento da cui sono uscito vincente, ma con ben pochi soldi in tasca».
Di mezzo pure una notte in prigione con l'accusa da parte della Guardia Civil con l'accusa di trafugamento archeologico. «Ho vinto, ho avuto la conferma legale dell'autenticità e il riconoscimento della sua proprietà, visto che il diritto di prelazione da parte dello Stato portoghese era scaduto – fa notare l'archeosub -. Speravo che la vicenda fosse risolta». Vana speranza. Mazzara contatta varie banche, il Comune di Genova, il Ministero dei Beni culturali, ma niente da fare della campana di Colombo non interessa a nessuno. Nel frattempo Christie's la notissima casa d'aste londinese valuta il reperto ben 35 milioni di euro, sempre che si trovi l'acquirente.
Un pasticcio burocratico mette Mazzara nei guai. Un altro tassello di quella maledizione che aleggia da secoli. «Non posso più avere indietro la mia campana. E’ uscito un vero caos con la casa d'aste "Activos y subastas" che ha cambiato le carte in tavola e in caso di vendita mi darebbe solo il 25%. Oppure sborsando 300 mila euro potrei riportarmi a casa la mia bella reliquia. Ma questi soldi , non li ho. Non so cosa sia successo, hanno chiaramente odorato l'affare e mi hanno messo alle strette, sperando che molli tutto e che mi porti a casa pochi soldi». Il varesino cerca un socio in affari che metta il capitale e con cui poi fare a metà del ricavato. Chi volesse imbarcarsi nell'avventura può chiamare lo 0034627756498 o lo 003466230644 o scrivere a roberto_6461 @hotmail.com «Voglio riscattare la mia campana e chiudere una volta per tutte questa storia. So benissimo che la casa d'aste spera che non riesca a farcela, sanno delle mie precarie condizioni economiche. Nessuna banca vuole aiutarmi, spero che ci sia qualche privato che voglia fare un accordo con me. Si tratta di un bel gruzzolo». Dice il sub che mai si sarebbe immaginato di finire in un tal vortice. Lui di mare se ne intende, ne ha evitate dì onde anomale e di posti pericolosi.
E che la campana porti davvero sfortuna? «Non credo, se riusciremo a fare l'affare sarà una grande fortuna». Conclude il varesino che ha deciso di vivere in Spagna ma a Castronno passerà il tempo necessario per trovare un socio. Certo che 17 milioni di euro e più ti cambiano la vita, un galeone te lo puoi acquistare e cominciare a solcare i maxi magari sulle orme di Colombo, tanto per rendergli omaggio. E a chi ha dubbi sull'originalità della campana Mazzara è pronto a fornire documenti e chiarimenti di ogni genere, perché lui è certo che in origine era appesa sulla Santa Maria, sulla caravella di Colombo e se ha portato tanta gloria al condottiero ora pare portare solo guai. Per interrompere la catena ci vogliono 300 mila euro, soldi contanti alla mano per entrare nel caveaux.
della banca di Barcellona e uscire con il reperto archeologico magari sotto braccio. Sempre che poi non ci sia un'altra sorpresa burocratica. Per la cronaca Roberto Mazzara è un professionista molto noto, ha costruito un robottino che ha localizzato il relitto della Locusta, la torpediniera affondata nel 1896 e mai recuperata nel lago Maggiore, è laureato in ingegneria idrodinamica.
Poi quel marzo del 1994 si imbatte nel relitto del Salvador, porta a casa le monete e la campanella, e da lì cambia la sua vita. Finisce in un turbine di guai con la giustizia e sommerso da problemi economici per adesso, poi un domani potrebbe diventare il nuovo Paperon De Paperoni. Della sua vita cambierebbe ben poco, il mare è tutto per lui e tale resterebbe.
RELIQUIA
La campana recuperata da Mazzara nel 1492 era a bordo della Santa Maria. Nella fatidica data del 12 ottobrei suoi rintocchi segnalarono, alla vista del primo lembo di terra, la scoperta delle Americhe da parte di Cristoforo Colombo.
Nel 1550 la campana intraprende il suo ultimo viaggio. Un galeone spagnolo salpato da Porto Rico, il Salvador, la deve trasportare a un nipote di Colombo intenzionato a venderla per pagarsi i debiti. Il vascello non arriverà mai a destinazione: naufraga di fronte alle coste portoghesi.
ARRIVA MAZZARA Nel 1994 il subacqueo di Varese Roberto Mazzara dopo un'immersione riporta alla luce il preziosissimo reperto. Per conservarlo in attesa di venderlo, Mazzara lo affida a una casa d'aste spagnola.
Ora che il subacqueo varesino ha deciso di mettere all'asta l'oggetto, i custodi spagnoli a cui lo ha affidato in questi anni si oppongono: vogliono 300 mila euro subito per riscattare la campana o, dopo la vendila, l'80% del ricavato. Che per la cronaca, secondo una stima di Christie's, potrebbe toccare quota 35 milioni di euro.
da www.patrimoniosos.it
Paola Sandionigi
Libero, 17-08-2007
Sub di Varese la recupera al largo di Portorico e l'affida a una casa d'aste spagnola. Che per restituirgliela esige 300mila euro. Lui: darò 17 milioni a chi mi presta i soldi
Offre 17 milioni di euro a chi gliene anticipa 300 mila. Roberto Mazzata, 46 anni, subacqueo di professione, originario di Castronno, in provincia di Varese, è il protagonista di una vicenda intricata che per sbrogliarsi necessita di soldi. Di tanti soldi. Al centro della questione niente meno che la campana della Santa Maria, quella che svettava sulla caravella di Colombo e che squillò il 12 ottobre del 1492 alla vista di quel lembo di terra che poi sarebbe diventato famoso come America.
La campana passa poi nelle mani di Luis Colori, nipote sfaccendato di Colombo che per pagare i debiti di gioco e un avvocato che lo difenda nel processo di bigamia, mette all'asta i tesori dello zio. Ci ricava 32 pesos, una somma niente male se si pensa che equivaleva a tre anni di stipendio di un marinaio. L'acquista il proprietario del Salvador, galeone spagnolo che nel 1555 affonda a San Juan vicino a Porto Rico, e li resta in balia dei fondali fino al marzo del 1994 quando Mazzara la recupera.
«Per prima cosa ho trovato delle monete d'argento con l'effige di Carlo V e una campana tutta incrostata, che ho messo sul caminetto. Non mi sembrava neppure granché. Da lì sono cominciati i miei guai - racconta il sub - quella che doveva essere la mia fortuna è diventata una disgrazia. La maledizione della campana potremmo dire. Sta di fatto che inizialmente non ero sicuro che si trattasse di un reperto tanto importante. Però un dubbio mi attanagliava: come mai questa campanella era nella stiva tra gli oggetti preziosi e non appesa fuori? Ho fatto delle ricerche e degli studi che hanno attestato l'autenticità. Fortunatamente ci sono parecchi documenti dettagliati che parlano degli inventari dei vari galeoni, e pure del Salvador. Inizialmente volevo regalarla al re di Spagna, però il governo di Madrid ha messo in dubbio la veridicità della campana e non l'ha voluta».
A questo Mazzara si affida alla casa d'aste spagnola "Activos y subastas" e con loro stipula un primo accordo. Un accordo semplice in caso di vendita il 25% va alla casa d'aste e il resto al proprietario, unica clausola qualora Mazzara decida di riprendersi ia campana dovrà sborsare 186 mila euro. Tutto pare filare liscio. Tre giorni prima dell'asta, è it febbraio 2003 «la campana viene esposta all'hotel Ritz di Barcellona - sottolinea Mazzara - arriva la polizia iberica e la sequestra su ordine del governo portoghese, per verificarne l'autenticità. Non credono sia quella di Colombo. Comincia un lungo processo e dibattimento da cui sono uscito vincente, ma con ben pochi soldi in tasca».
Di mezzo pure una notte in prigione con l'accusa da parte della Guardia Civil con l'accusa di trafugamento archeologico. «Ho vinto, ho avuto la conferma legale dell'autenticità e il riconoscimento della sua proprietà, visto che il diritto di prelazione da parte dello Stato portoghese era scaduto – fa notare l'archeosub -. Speravo che la vicenda fosse risolta». Vana speranza. Mazzara contatta varie banche, il Comune di Genova, il Ministero dei Beni culturali, ma niente da fare della campana di Colombo non interessa a nessuno. Nel frattempo Christie's la notissima casa d'aste londinese valuta il reperto ben 35 milioni di euro, sempre che si trovi l'acquirente.
Un pasticcio burocratico mette Mazzara nei guai. Un altro tassello di quella maledizione che aleggia da secoli. «Non posso più avere indietro la mia campana. E’ uscito un vero caos con la casa d'aste "Activos y subastas" che ha cambiato le carte in tavola e in caso di vendita mi darebbe solo il 25%. Oppure sborsando 300 mila euro potrei riportarmi a casa la mia bella reliquia. Ma questi soldi , non li ho. Non so cosa sia successo, hanno chiaramente odorato l'affare e mi hanno messo alle strette, sperando che molli tutto e che mi porti a casa pochi soldi». Il varesino cerca un socio in affari che metta il capitale e con cui poi fare a metà del ricavato. Chi volesse imbarcarsi nell'avventura può chiamare lo 0034627756498 o lo 003466230644 o scrivere a roberto_6461 @hotmail.com «Voglio riscattare la mia campana e chiudere una volta per tutte questa storia. So benissimo che la casa d'aste spera che non riesca a farcela, sanno delle mie precarie condizioni economiche. Nessuna banca vuole aiutarmi, spero che ci sia qualche privato che voglia fare un accordo con me. Si tratta di un bel gruzzolo». Dice il sub che mai si sarebbe immaginato di finire in un tal vortice. Lui di mare se ne intende, ne ha evitate dì onde anomale e di posti pericolosi.
E che la campana porti davvero sfortuna? «Non credo, se riusciremo a fare l'affare sarà una grande fortuna». Conclude il varesino che ha deciso di vivere in Spagna ma a Castronno passerà il tempo necessario per trovare un socio. Certo che 17 milioni di euro e più ti cambiano la vita, un galeone te lo puoi acquistare e cominciare a solcare i maxi magari sulle orme di Colombo, tanto per rendergli omaggio. E a chi ha dubbi sull'originalità della campana Mazzara è pronto a fornire documenti e chiarimenti di ogni genere, perché lui è certo che in origine era appesa sulla Santa Maria, sulla caravella di Colombo e se ha portato tanta gloria al condottiero ora pare portare solo guai. Per interrompere la catena ci vogliono 300 mila euro, soldi contanti alla mano per entrare nel caveaux.
della banca di Barcellona e uscire con il reperto archeologico magari sotto braccio. Sempre che poi non ci sia un'altra sorpresa burocratica. Per la cronaca Roberto Mazzara è un professionista molto noto, ha costruito un robottino che ha localizzato il relitto della Locusta, la torpediniera affondata nel 1896 e mai recuperata nel lago Maggiore, è laureato in ingegneria idrodinamica.
Poi quel marzo del 1994 si imbatte nel relitto del Salvador, porta a casa le monete e la campanella, e da lì cambia la sua vita. Finisce in un turbine di guai con la giustizia e sommerso da problemi economici per adesso, poi un domani potrebbe diventare il nuovo Paperon De Paperoni. Della sua vita cambierebbe ben poco, il mare è tutto per lui e tale resterebbe.
RELIQUIA
La campana recuperata da Mazzara nel 1492 era a bordo della Santa Maria. Nella fatidica data del 12 ottobrei suoi rintocchi segnalarono, alla vista del primo lembo di terra, la scoperta delle Americhe da parte di Cristoforo Colombo.
Nel 1550 la campana intraprende il suo ultimo viaggio. Un galeone spagnolo salpato da Porto Rico, il Salvador, la deve trasportare a un nipote di Colombo intenzionato a venderla per pagarsi i debiti. Il vascello non arriverà mai a destinazione: naufraga di fronte alle coste portoghesi.
ARRIVA MAZZARA Nel 1994 il subacqueo di Varese Roberto Mazzara dopo un'immersione riporta alla luce il preziosissimo reperto. Per conservarlo in attesa di venderlo, Mazzara lo affida a una casa d'aste spagnola.
Ora che il subacqueo varesino ha deciso di mettere all'asta l'oggetto, i custodi spagnoli a cui lo ha affidato in questi anni si oppongono: vogliono 300 mila euro subito per riscattare la campana o, dopo la vendila, l'80% del ricavato. Che per la cronaca, secondo una stima di Christie's, potrebbe toccare quota 35 milioni di euro.
da www.patrimoniosos.it