luxorl
19-04-2008, 08:11
Visto che il popolo italiano sembra avere la memoria davvero corta, fa sempre bene ricordare un po' di storia contemporanea. Voglio riportare il post-manipulite, la nascita del Berlusconi politico, perché un uomo come Di Pietro fa orrore, l'intendimento cronico fra csx e cdx sulla legalità, il grande conflitto tra Bossi e Berlusconi e il cambiamento mediatico contro la magistratura.
E' incredibile come abbiamo sempre avuto tutto sotto gli occhi e ce ne siamo (anche a queste politiche 2008) sempre infischiati. E' vero, siamo un popolo strano.
fonte: wikipedia
...cut su tutta l'inchiesta mani-pulite...
Il governo Berlusconi [modifica]
Nel 1994, Silvio Berlusconi entrò impetuosamente in politica (con le sue parole, "scese in campo") e vinse le elezioni. Il 13 luglio 1994, il governo Berlusconi emanò un decreto legge (c.d. "decreto Biondi", spregiativamente soprannominato dai critici "salva-ladri") che favoriva gli arresti domiciliari nella fase cautelare per la maggior parte dei crimini di corruzione. Sempre secondo i detrattori del presidente del consiglio, la tempistica della legge sarebbe stata gestita con attenzione, facendola coincidere con la vittoria dell'Italia sulla Bulgaria nelle semifinali della Coppa del mondo di calcio del 1994, per far passare sotto silenzio la legge in un Paese che pensava solo ai mondiali. In seguito, Roberto Baggio mandò alto l'ultimo rigore contro il Brasile, mentre i notiziari mostravano immagini di politici accusati di corruzione che uscivano di prigione; forse anche per questa nuova coincidenza, nuove voci di protesta contro il sistema politico tornarono a farsi udire. Le immagini di Francesco De Lorenzo, ex Ministro della Sanità, ebbero l'effetto maggiore, perché il pubblico trovava particolarmente odioso il furto di denaro dagli ospedali.
Solo pochi giorni prima, i poliziotti arrestati avevano parlato di corruzione nella Fininvest, la maggiore delle proprietà della famiglia Berlusconi. La maggior parte dei magistrati del pool Mani Pulite dichiararono che avrebbero rispettato le leggi dello Stato, incluso il c.d. "decreto Biondi", ma che non potevano lavorare in una situazione di conflitto tra il dovere e la loro coscienza, chiedendo quindi di essere riassegnati ad altri incarichi.
Forse perché il governo non poteva permettersi di essere visto come un avversario del popolare pool di giudici, il decreto fu frettolosamente ritirato; si parlò in effetti di un "malinteso", e lo stesso Ministro dell'Interno Roberto Maroni (Lega Nord) sostenne che non aveva nemmeno avuto la possibilità di leggerlo. Anche se il ministro della giustizia era Alfredo Biondi, molti sospettarono che il decreto fosse stato scritto da Cesare Previti, un avvocato della Fininvest di Berlusconi, ministro della difesa. Non vi è tuttavia alcuna prova a sostegno di tale affermazione. Il 28 luglio, il fratello di Berlusconi fu arrestato con l'accusa di corruzione e subito rilasciato.
Il conflitto fra Berlusconi e Di Pietro [modifica]
Cominciò a questo punto quella che è stata definita come la "battaglia tra Berlusconi e Di Pietro". Da una parte le indagini giudiziarie sulle aziende di Berlusconi, dall'altra il governo che mandava "ispettori" negli uffici dei giudici milanesi, alla ricerca di irregolarità formali. La battaglia fu senza vincitori: il 6 dicembre Di Pietro si dimise dalla magistratura e due settimane dopo il governo si dimise, alla vigilia di un voto di fiducia critico in Parlamento che avrebbe potuto avere un esito sfavorevole a Berlusconi.
1995: I complotti contro i magistrati [modifica]
Nel 1995 furono avviate molte indagini contro Di Pietro, il quale anni dopo fu assolto da tutte le accuse, mentre nei confronti di Berlusconi furono formulate nuove accuse di corruzione. Si scoprì poi che il principale accusatore di Di Pietro, il magistrato bresciano Fabio Salamone, era il fratello di un uomo contro il quale lo stesso Di Pietro aveva sostenuto l'accusa, e che era stato condannato a 18 mesi di carcere per vari reati di corruzione. Ci volle comunque del tempo prima che le autorità se ne rendessero conto, e riassegnassero Salamone ad altri incarichi. I sottufficiali dei carabinieri Giovanni Strazzeri e Felice Corticchia vennero condannati per calunnia nei confronti di Di Pietro, ma eventuali mandanti restarono ignoti alla giustizia.
Dopo essere stato prosciolto, Di Pietro iniziò la sua carriera politica, cosa che precedentemente aveva escluso dicendo che non voleva sfruttare la sua popolarità, guadagnata compiendo quello che secondo lui era solo il suo dovere. Il movimento da lui fondato, l'Italia dei Valori, è tuttora attivo e, pur essendo indipendente e con diverse sfumature, nelle competizioni elettorali si è quasi sempre schierato con le principali coalizioni di centro-sinistra susseguitesi negli anni.
1995-2001: Il dopo-Tangentopoli [modifica]
La strategia della prescrizione [modifica]
Dopo il 1994, il rischio che i processi venissero cancellati a causa della prescrizione divenne molto concreto, e la cosa era chiara sia ai giudici che ai politici. Durante questo periodo alcuni scrittori e commentatori politici ritengono di individuare una comune volontà di opporsi alla magistratura da parte di entrambe le coalizioni politiche. Secondo questi opinionisti - che all'epoca denunciarono un'asserita alleanza politica di fatto contro la magistratura - sia il Polo sia l'Ulivo (specialmente sotto la leadership di Massimo D'Alema) avrebbero ignorato le richieste del sistema giudiziario di finanziamenti per acquistare equipaggiamenti [citazione necessaria]. Secondo gli stessi autori, inoltre, le riforme giudiziarie promosse dal centrosinistra avrebbero reso i già penosamente lenti processi italiani ancora più lenti e avrebbero reso più facile e frequente la caduta in prescrizione di numerosi reati.
Al contrario, la totalità della dottrina ha salutato positivamente l'intento del legislatore di introdurre nell'ordinamento italiano i principi del primato del contraddittorio e della parità delle armi tra accusa e difesa - entrambi tipici dei sistemi giuridici delle democrazie liberali europee - pur manifestando talvolta qualche riserva in merito alla sua implementazione in concreto[2].
Previti e Craxi [modifica]
Nel 1998 Cesare Previti, ex manager Fininvest e parlamentare nelle file di Berlusconi, evitò il carcere grazie all'intervento del Parlamento, anche se Berlusconi e i suoi alleati erano all'opposizione. Craxi invece accumulò diversi anni di condanne definitive, e scelse la latitanza - secondo i suoi sostenitori, l'esilio volontario - ad Hammamet in Tunisia, dove risiedette dal 1994 fino alla sua morte, avvenuta il 19 gennaio 2000.
2001-2006: Berlusconi bis e ter [modifica]
Dopo la vittoria di Berlusconi nelle elezioni politiche del 2001, l'atteggiamento dei media e dell'opinione pubblica nei confronti dei giudici si presentava molto diversa da quella dell'epoca di Mani pulite: non solo criticarono apertamente i giudici per il loro operato nell'inchiesta, ma divennero sempre più rare in televisione opinioni favorevoli al pool di Milano. Ovviamente, in molti sospettarono che questa inversione di marcia fosse legata al potere mediatico di Berlusconi. Persino Umberto Bossi, segretario della Lega Nord, si sbilanciò mostrando in parlamento una corda da impiccagione a denuncia di quello che evidentemente considerava un atteggiamento abusivo e prevaricatore della giustizia, alla quale poco tempo prima plaudiva pubblicamente per la "distruzione" del sistema politico tradizionale. È infatti noto l'episodio del parlamentare leghista Orsenigo: anch'egli, durante gli anni di Mani Pulite, aveva brandito in aula una corda da impiccagione, ma per protestare vigorosamente contro l'asserita corruzione del sistema politico della c.d. "prima repubblica". Ancora oggi ci sono occasionali frizioni nella coalizione di Berlusconi tra Lega Nord da un lato ed ex democristiani ed ex socialisti dall'altro.
Si consiglia di leggere l'articolo per intero. In ogni caso prego di evitare post non attinenti o non argomentati basati solo su tifo politico.
E' incredibile come abbiamo sempre avuto tutto sotto gli occhi e ce ne siamo (anche a queste politiche 2008) sempre infischiati. E' vero, siamo un popolo strano.
fonte: wikipedia
...cut su tutta l'inchiesta mani-pulite...
Il governo Berlusconi [modifica]
Nel 1994, Silvio Berlusconi entrò impetuosamente in politica (con le sue parole, "scese in campo") e vinse le elezioni. Il 13 luglio 1994, il governo Berlusconi emanò un decreto legge (c.d. "decreto Biondi", spregiativamente soprannominato dai critici "salva-ladri") che favoriva gli arresti domiciliari nella fase cautelare per la maggior parte dei crimini di corruzione. Sempre secondo i detrattori del presidente del consiglio, la tempistica della legge sarebbe stata gestita con attenzione, facendola coincidere con la vittoria dell'Italia sulla Bulgaria nelle semifinali della Coppa del mondo di calcio del 1994, per far passare sotto silenzio la legge in un Paese che pensava solo ai mondiali. In seguito, Roberto Baggio mandò alto l'ultimo rigore contro il Brasile, mentre i notiziari mostravano immagini di politici accusati di corruzione che uscivano di prigione; forse anche per questa nuova coincidenza, nuove voci di protesta contro il sistema politico tornarono a farsi udire. Le immagini di Francesco De Lorenzo, ex Ministro della Sanità, ebbero l'effetto maggiore, perché il pubblico trovava particolarmente odioso il furto di denaro dagli ospedali.
Solo pochi giorni prima, i poliziotti arrestati avevano parlato di corruzione nella Fininvest, la maggiore delle proprietà della famiglia Berlusconi. La maggior parte dei magistrati del pool Mani Pulite dichiararono che avrebbero rispettato le leggi dello Stato, incluso il c.d. "decreto Biondi", ma che non potevano lavorare in una situazione di conflitto tra il dovere e la loro coscienza, chiedendo quindi di essere riassegnati ad altri incarichi.
Forse perché il governo non poteva permettersi di essere visto come un avversario del popolare pool di giudici, il decreto fu frettolosamente ritirato; si parlò in effetti di un "malinteso", e lo stesso Ministro dell'Interno Roberto Maroni (Lega Nord) sostenne che non aveva nemmeno avuto la possibilità di leggerlo. Anche se il ministro della giustizia era Alfredo Biondi, molti sospettarono che il decreto fosse stato scritto da Cesare Previti, un avvocato della Fininvest di Berlusconi, ministro della difesa. Non vi è tuttavia alcuna prova a sostegno di tale affermazione. Il 28 luglio, il fratello di Berlusconi fu arrestato con l'accusa di corruzione e subito rilasciato.
Il conflitto fra Berlusconi e Di Pietro [modifica]
Cominciò a questo punto quella che è stata definita come la "battaglia tra Berlusconi e Di Pietro". Da una parte le indagini giudiziarie sulle aziende di Berlusconi, dall'altra il governo che mandava "ispettori" negli uffici dei giudici milanesi, alla ricerca di irregolarità formali. La battaglia fu senza vincitori: il 6 dicembre Di Pietro si dimise dalla magistratura e due settimane dopo il governo si dimise, alla vigilia di un voto di fiducia critico in Parlamento che avrebbe potuto avere un esito sfavorevole a Berlusconi.
1995: I complotti contro i magistrati [modifica]
Nel 1995 furono avviate molte indagini contro Di Pietro, il quale anni dopo fu assolto da tutte le accuse, mentre nei confronti di Berlusconi furono formulate nuove accuse di corruzione. Si scoprì poi che il principale accusatore di Di Pietro, il magistrato bresciano Fabio Salamone, era il fratello di un uomo contro il quale lo stesso Di Pietro aveva sostenuto l'accusa, e che era stato condannato a 18 mesi di carcere per vari reati di corruzione. Ci volle comunque del tempo prima che le autorità se ne rendessero conto, e riassegnassero Salamone ad altri incarichi. I sottufficiali dei carabinieri Giovanni Strazzeri e Felice Corticchia vennero condannati per calunnia nei confronti di Di Pietro, ma eventuali mandanti restarono ignoti alla giustizia.
Dopo essere stato prosciolto, Di Pietro iniziò la sua carriera politica, cosa che precedentemente aveva escluso dicendo che non voleva sfruttare la sua popolarità, guadagnata compiendo quello che secondo lui era solo il suo dovere. Il movimento da lui fondato, l'Italia dei Valori, è tuttora attivo e, pur essendo indipendente e con diverse sfumature, nelle competizioni elettorali si è quasi sempre schierato con le principali coalizioni di centro-sinistra susseguitesi negli anni.
1995-2001: Il dopo-Tangentopoli [modifica]
La strategia della prescrizione [modifica]
Dopo il 1994, il rischio che i processi venissero cancellati a causa della prescrizione divenne molto concreto, e la cosa era chiara sia ai giudici che ai politici. Durante questo periodo alcuni scrittori e commentatori politici ritengono di individuare una comune volontà di opporsi alla magistratura da parte di entrambe le coalizioni politiche. Secondo questi opinionisti - che all'epoca denunciarono un'asserita alleanza politica di fatto contro la magistratura - sia il Polo sia l'Ulivo (specialmente sotto la leadership di Massimo D'Alema) avrebbero ignorato le richieste del sistema giudiziario di finanziamenti per acquistare equipaggiamenti [citazione necessaria]. Secondo gli stessi autori, inoltre, le riforme giudiziarie promosse dal centrosinistra avrebbero reso i già penosamente lenti processi italiani ancora più lenti e avrebbero reso più facile e frequente la caduta in prescrizione di numerosi reati.
Al contrario, la totalità della dottrina ha salutato positivamente l'intento del legislatore di introdurre nell'ordinamento italiano i principi del primato del contraddittorio e della parità delle armi tra accusa e difesa - entrambi tipici dei sistemi giuridici delle democrazie liberali europee - pur manifestando talvolta qualche riserva in merito alla sua implementazione in concreto[2].
Previti e Craxi [modifica]
Nel 1998 Cesare Previti, ex manager Fininvest e parlamentare nelle file di Berlusconi, evitò il carcere grazie all'intervento del Parlamento, anche se Berlusconi e i suoi alleati erano all'opposizione. Craxi invece accumulò diversi anni di condanne definitive, e scelse la latitanza - secondo i suoi sostenitori, l'esilio volontario - ad Hammamet in Tunisia, dove risiedette dal 1994 fino alla sua morte, avvenuta il 19 gennaio 2000.
2001-2006: Berlusconi bis e ter [modifica]
Dopo la vittoria di Berlusconi nelle elezioni politiche del 2001, l'atteggiamento dei media e dell'opinione pubblica nei confronti dei giudici si presentava molto diversa da quella dell'epoca di Mani pulite: non solo criticarono apertamente i giudici per il loro operato nell'inchiesta, ma divennero sempre più rare in televisione opinioni favorevoli al pool di Milano. Ovviamente, in molti sospettarono che questa inversione di marcia fosse legata al potere mediatico di Berlusconi. Persino Umberto Bossi, segretario della Lega Nord, si sbilanciò mostrando in parlamento una corda da impiccagione a denuncia di quello che evidentemente considerava un atteggiamento abusivo e prevaricatore della giustizia, alla quale poco tempo prima plaudiva pubblicamente per la "distruzione" del sistema politico tradizionale. È infatti noto l'episodio del parlamentare leghista Orsenigo: anch'egli, durante gli anni di Mani Pulite, aveva brandito in aula una corda da impiccagione, ma per protestare vigorosamente contro l'asserita corruzione del sistema politico della c.d. "prima repubblica". Ancora oggi ci sono occasionali frizioni nella coalizione di Berlusconi tra Lega Nord da un lato ed ex democristiani ed ex socialisti dall'altro.
Si consiglia di leggere l'articolo per intero. In ogni caso prego di evitare post non attinenti o non argomentati basati solo su tifo politico.