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View Full Version : Prodi


ELISAMAC1
16-04-2008, 22:23
Lasciatemi dire.Oggi x me e' una giornata fantastica.Pare abbia lasciato la politica.Manifestate anche voi un po' di felicità dato che nn e' stato niente di particolare.:D

songoge
16-04-2008, 22:27
Lasciatemi dire.Oggi x me e' una giornata fantastica.Pare abbia lasciato la politica.Manifestate anche voi un po' di felicità dato che nn e' stato niente di particolare.:D

Lascia la direzione del Pd, non la politica. Come ha fatto Bertinotti!

ciuketto
16-04-2008, 22:28
Lasciatemi dire.Oggi x me e' una giornata fantastica.Pare abbia lasciato la politica.Manifestate anche voi un po' di felicità dato che nn e' stato niente di particolare.:D:muro:

http://it.wikipedia.org/wiki/Romano_Prodi

(pronuncia: /ro'mano 'prɔdi/) (Scandiano, 9 agosto 1939) è un politico e economista italiano, Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana dal 17 maggio 2006, dimessosi il 24 gennaio 2008 a seguito del diniego della fiducia al governo, attualmente in carica per il solo disbrigo degli affari correnti.

Dal 17 gennaio fino al 6 febbraio 2008, in seguito alle dimissioni del Guardasigilli Clemente Mastella, ha ricoperto anche la carica di Ministro della Giustizia ad interim.

Docente universitario di "Economia e politica industriale" all'Università di Bologna, è stato nel 1978 ministro dell'Industria e, dal 1982 al 1989, presidente dell'IRI. Entrato nel 1995 nella scena politica, è già stato presidente del Consiglio (1996-1998) e presidente della Commissione Europea (1999-2004).

Dal 23 maggio 2007 è stato presidente del Comitato nazionale per il Partito Democratico, e con la fondazione di quest'ultimo ne è stato Presidente dell'Assemblea Costituente Nazionale dal 14 aprile 2007 al 16 aprile 2008.
Indice
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* 1 Note familiari
* 2 Attività accademica e culturale
* 3 Attività politica ed amministrativa
* 4 Storia politica
o 4.1 Primi anni
o 4.2 Nascita dell'Ulivo: il primo Governo Prodi
o 4.3 Obiettivi e programma per l'Europa
o 4.4 Commissione Europea e ritorno in Italia
o 4.5 Le elezioni politiche del 2006: il secondo Governo Prodi
o 4.6 Crisi di governo e dimissioni
* 5 Procedimenti giudiziari a carico di Romano Prodi
o 5.1 Presidenza dell'IRI e vendita della SME
o 5.2 Il caso Cirio
o 5.3 Consulenze Nomisma
* 6 Commissioni parlamentari che coinvolgono Romano Prodi
o 6.1 Il "piattino" e il Presidente Moro
o 6.2 Telekom Serbia
o 6.3 Presunti rapporti col KGB
* 7 Principali pubblicazioni
o 7.1 Pubblicazioni accademiche
o 7.2 Pubblicazioni politiche
* 8 Riconoscimenti
o 8.1 Lauree
o 8.2 Onorificenze e tributi
* 9 Curiosità
* 10 Riferimenti e note
* 11 Voci correlate
* 12 Altri progetti
* 13 Collegamenti esterni
* 14 Uffici di governo

Note familiari

È l'ottavo dei nove figli di Mario Prodi, un ingegnere proveniente da una famiglia contadina, e di Enrica, maestra elementare. La famiglia è composta da sette fratelli e da due sorelle, la maggior parte dei fratelli sono o sono stati docenti universitari (Giovanni Prodi di matematica, Vittorio Prodi di fisica ed anche eurodeputato, Paolo Prodi di "Storia moderna", Franco Prodi di "Fisica dell'atmosfera", Giorgio Prodi di "Patologia generale"). Nel 1969 si sposa, in una celebrazione presieduta dall'allora sacerdote e ora cardinale Camillo Ruini, con Flavia Franzoni, a quel tempo studentessa, in seguito divenuta economista e docente universitaria. Dal matrimonio sono nati due figli, Giorgio e Antonio.

Attività accademica e culturale

Iniziò i suoi studi al liceo classico Ariosto di Reggio Emilia, si laureò poi con lode nel 1961 all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano in Giurisprudenza, presentando una tesi sul protezionismo nello sviluppo dell'industria italiana con Siro Lombardini. Approfondì i suoi studi a Milano, Bologna e alla London School of Economics, sotto la supervisione di Basil Yamey.

Nel 1963 iniziò la sua carriera accademica come assistente di Beniamino Andreatta alla cattedra di "Economia Politica" della facoltà di Scienze politiche dell'Università di Bologna. Nel 1973 all'Università di Trento ha l'incarico per l'insegnamento di "Economia e politica industriale", l'anno successivo l'Università di Harvard negli Stati Uniti lo chiama come visiting professor. Come professore ordinario, tenne la cattedra di "Economia politica e industriale" all'Università di Bologna fino al 1999. È stato anche visiting professor presso lo Stanford Research Institute.

I temi delle sue ricerche hanno riguardato principalmente lo sviluppo delle piccole e medie imprese, dei distretti industriali e la politica contro i monopoli. In un secondo momento si è anche interessato delle relazioni fra Stato e Mercato e della dinamica dei diversi modelli di capitalismo.

Fra il 1974 e il 1978 ha presieduto la casa editrice il Mulino, nel 1982 divenne direttore delle riviste Energia e L'Industria. Nel 1981 ha fondato Nomisma, una società di studi economici e consulenza.

Ha collaborato con i maggiori quotidiani nazionali tra cui Il Corriere della Sera e Il Sole 24 Ore con numerosi articoli ed editoriali.

È stato direttore dell'Industria , rivista di economia industriale.

È stato conduttore nel 1992 di una serie di trasmissioni su RaiUno : Il tempo delle scelte , in cui teneva delle vere e proprie lezioni di economia.[1]

Attività politica ed amministrativa

Nel 1963 si affacciò per la prima volta in politica, venendo eletto consigliere comunale a Reggio Emilia per la Democrazia Cristiana, dopo poco tempo lasciò per le difficoltà a conciliare l'impegno amministrativo con quello accademico a Bologna.

Negli anni settanta ebbe un primo incarico manageriale come presidente della Maserati e della società nautica Callegari e Ghigi, imprese in difficoltà gestite dall'istituto finanziario pubblico GEPI allo scopo di risanarle.

Successivamente è stato ministro dell'Industria dal novembre 1978 fino al marzo 1979, nel quarto Governo Andreotti. Promosse da ministro un decreto legge che porta il suo nome (legge Prodi), volto a regolamentare la procedura di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi.

Nominato da Giovanni Spadolini, nel periodo dal 1982 fino al 1989 fu presidente dell'Istituto per la Ricostruzione Industriale (IRI), allora il maggiore ente pubblico che controllava varie società di rilievo operanti nel mercato in diversi settori economici e che in quel momento si trovava in forti difficoltà economiche, ottenendo risultati nel suo risanamento economico.

Nel 1993, in seguito alla caduta del primo governo Amato, fu in lizza, assieme a Mario Segni e Carlo Azeglio Ciampi, per l'incarico di Presidente del Consiglio a capo di un governo tecnico[2]. Tale carica fu però assegnata all'allora Governatore della Banca d'Italia Ciampi, che richiamò Prodi a guidare l'IRI, dove quest'ultimo operò una serie di privatizzazioni di diverse società del gruppo.

Storia politica

Primi anni

Allievo di Beniamino Andreatta, aderì alle correnti riformiste della Democrazia Cristiana ed ebbe buoni rapporti con Giulio Andreotti. Fu proprio quest'ultimo che lo scelse nel 1978 come ministro dell'Industria. Anche se non volle mai diventare un vero e proprio militante dello Scudo Crociato (il suo risultava infatti un ministero "tecnico") Prodi, così come i capi della corrente Morotea (Aldo Moro, Amintore Fanfani e Benigno Zaccagnini su tutti) non fu ostile né al compromesso storico tra DC e PCI né alla partecipazione diretta dei comunisti al governo.

La sua azione economico-manageriale trovò l'appoggio del governo guidato da Ciriaco De Mita.

Nascita dell'Ulivo: il primo Governo Prodi

Lasciò la guida dell'IRI nel 1994, con l'arrivo di Silvio Berlusconi, che vinse l'elezioni politiche e formò un governo, sconfiggendo l'alleanza di sinistra guidata da Achille Occhetto e quella di centro, che vedeva protagonisti Mino Martinazzoli e Mario Segni, votazioni in cui si poterono constatare per la prima volta gli effetti della nuova legge elettorale maggioritaria.

Quando due anni dopo si tornò a votare, favorita dalle peculiarità del nuovo sistema elettorale, era sorta un'alleanza fra il centro e la sinistra, che vide nella candidatura di Prodi e il suo progetto dell'Ulivo espressione di questo dialogo fra cattolici e laici che s'intendeva proporre al Paese. Ottiene subito l'adesione alla sua candidatura di Segni (con la formazione di un gruppo parlamentare dedicato all'unione proposta di più forze politiche, riunente liberali, repubblicani, socialisti), quindi del Partito Democratico della Sinistra di Massimo D'Alema, del Partito Popolare Italiano di Gerardo Bianco, dei Verdi.

Alle elezioni politiche 1996 la coalizione dell'Ulivo si affermò e Romano Prodi venne nominato Presidente del Consiglio dei Ministri. Il Governo Prodi I che si formò ebbe una composizione ulivista e d'indipendenti, e si avvalse di un appoggio esterno da parte di Rifondazione Comunista, con cui si era stretto un patto di desistenza elettorale (con la mancata presentazione di proprie liste nella maggior parte dei collegi elettorali maggioritari).

Obiettivi e programma per l'Europa

Anche nella cosiddetta "Seconda Repubblica", Prodi si mantenne sulle sue posizioni, sulla moderazione e sul riformismo di impronta progressista.

Il programma politico di Prodi prevedeva la continuazione del lavoro di risanamento dell'economia italiana, che i predecessori Amato, Ciampi e Dini avevano iniziato, per risolvere la notevole crisi economica dell'epoca. Con la convinta prospettiva di far partecipare l'Italia al progetto della moneta unica europea che richiedeva il rispetto di precisi parametri economici, sentiti molto difficili da raggiungere in quel momento in cui si era da qualche anno usciti dal Sistema Monetario Europeo (vi si rientrò nel novembre del 1996).

Si riuscì a raggiungere l'obiettivo, portando il rapporto deficit/PIL nel 1998, il principale parametro del Trattato di Maastricht, lontano dalla soglia minima richiesta dall'Europa. Per il riordino dei conti italiani fu anche stabilito un contributo straordinario, chiamato anche "eurotassa" o "tassa per l'Europa", commisurata ai redditi delle persone, che venne in seguito per il 60% restituita nel 1999, com'era stato prospettato al momento del suo varo, giustificata da un consolidato quadro economico e dal fatto che l'entrata nell'euro aveva portato un considerevole risparmio di interessi sui titoli di Stato.

Dall'ottobre 1998 Romano Prodi non proseguirà la sua azione di governo a causa di un voto di fiducia alla Camera dei deputati non ottenuto per un solo deputato, in seguito al ritiro dell'appoggio di una parte del gruppo di Rifondazione Comunista, in rottura con la linea politica della coalizione dell'Ulivo, durante le fasi di approvazione della nuova legge finanziaria. La crisi di governo si risolse con la successione a Massimo D'Alema, quindi mantenendo una continuità di scelte politiche e con diversi ministri che vengono confermati nel proprio ruolo. L'esclusione di Romano Prodi fu un momento di crisi per il progetto dell'Ulivo, per rilanciarlo nel febbraio 1999 fonda I Democratici, un movimento politico dedicato al raggiungimento dello scopo di mettere assieme in un unico partito coloro che si riconoscono nell'Ulivo. Nel marzo del 1999 Romano Prodi fu nominato Presidente della Commissione Europea, lasciando quindi la guida del nuovo movimento, che partecipando all'elezioni europee raccolse il 7,8% dei consensi.

Commissione Europea e ritorno in Italia
Romano Prodi al comizio di Bari, durante la campagna elettorale per le Politiche del 2006
Romano Prodi al comizio di Bari, durante la campagna elettorale per le Politiche del 2006

Designato dai governi europei alla Commissione Europea, viene accolto con un appoggio ampio composto in particolare dai parlamentari europei popolari e socialdemocratici. Durante la sua presidenza sono avvenute alcune innovazioni nell'Unione: il 1° gennaio 2002, l'entrata in vigore dell'Euro come valuta corrente in undici paesi dell'Unione; il 1° maggio 2004 l'allargamento dell'Unione ad altri 10 paesi: Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria; il 29 ottobre 2004, la firma a Roma della Costituzione europea. Molte furono le riforme proposte o appoggiate da Prodi, in materia di mercato interno e di unificazione dello spazio giudiziario europeo (tra cui il cosiddetto "mandato d'arresto europeo").

Terminato il suo mandato alla Commissione Europea, Prodi è ridivenuto un punto di riferimento del centrosinistra italiano, venendo scelto da tutti i partiti della coalizione come leader dell'Unione.

La nuova coalizione dell'Unione ha compiuto il suo debutto in occasione delle elezioni regionali del 2005: il suo ritorno alla guida dell'alleanza del centrosinistra è stato salutato dal brillante risultato con il quale l'Unione si è affermata in 12 delle 14 regioni interessate al voto.

Le elezioni politiche del 2006: il secondo Governo Prodi

Il 16 ottobre 2005 si sono svolte, invece, le elezioni primarie per la scelta "ufficiale" del candidato premier della coalizione alle elezioni dell'anno seguente. A proporre questo genere di consultazioni, organizzate per la prima volta in Italia, è stato lo stesso Prodi, che pur godendo del supporto dei maggiori partiti dell'Unione voleva l'approvazione dell'elettorato di centro sinistra, oltre a quella degli apparati burocratici dei partiti che lo compongono.

Prodi si è imposto a stragrande maggioranza, ottenendo il 74,1% dei consensi (su oltre 4 milioni di voti) e distanziando gli altri sei candidati. La consultazione si è così risolta in un indubitabile successo personale di Prodi, anche nei confronti dei settori politici della coalizione più dubbiosi della sua leadership.

Il 16 febbraio 2005 crea a Bologna la "Fabbrica del Programma". La fabbrica consiste fisicamente in un capannone in cui chiunque può portare un contributo al fine di una sua valutazione ed inclusione nel programma finale che verrà presentato per le prossime elezioni politiche.

Secondo la definizione dello stesso politico di Scandiano, la fabbrica è nata "Per comprendere un paese, per interpretare i suoi bisogni, per rispondere alle sue attese. Perché se si vuole migliorare una nazione bisogna prima conoscerla, ascoltarla. E io desidero davvero il concorso di tutti".

Il 9 aprile Romano Prodi ha vinto le elezioni politiche 2006 con uno scarto inferiore ai 25.000 voti. La sua coalizione ha conseguito 340 seggi alla Camera dei deputati e 159 seggi al Senato della Repubblica. Il limitato margine di preferenze con cui L'Unione ha prevalso nelle elezioni ha dato adito a numerosi reclami e ricorsi, alla fine respinti dalla Cassazione il 20 aprile, che ha confermato quindi la vittoria di Prodi.

Romano Prodi ha ricevuto l'incarico dal presidente Giorgio Napolitano il giorno 16 maggio 2006, accettando con riserva. Il giorno dopo, 17 maggio 2006 ha sciolto la riserva, comunicando la lista del Consiglio dei Ministri: curiosamente, ciò è avvenuto esattamente 10 anni dopo la data d'inizio del suo primo governo. Ha inizio il governo Prodi II.

Il governo Prodi II è il governo più numeroso nella storia della Repubblica (102 tra ministri, viceministri e sottosegretari). Con l'elezione di Franco Marini alla presidenza del senato e il passaggio all'opposizione del senatore eletto nelle liste di Italia dei Valori, Sergio De Gregorio, al senato la situazione è diventata di 157 a 157 (infatti il presidente del senato, per prassi, non vota) diventando determinante il voto dei senatori a vita e dell'indipendente Luigi Pallaro. Con tale situazione creatasi al Senato, il governo è andato in minoranza in alcune votazioni in Aula e in commissione. In alcuni casi, anche in votazioni sulla fiducia, il voto favorevole di alcuni dei sette senatori a vita (Andreotti, Ciampi, Colombo, Cossiga, Levi-Montalcini, Pininfarina, Scalfaro) è stato decisivo. In seguito al comportamento dei senatori a vita in alcune votazioni la Casa delle libertà ha aperto una vivace polemica.

L'indagine mondiale sulla libertà di stampa (Freedom of the Press 2004 Global Survey) uno studio annuale pubblicato dall'organizzazione americana Freedom House, ha promosso l'Italia al grado di "libera" (Free) dopo averla per due anni consecutiva retrocessa al grado di "parziale libertà" motivando questo avanzamento al Governo Prodi che ha permesso maggiore libertà mediatica ed eliminato le barriere che erano state apposte dal precedente Governo Berlusconi contro giornalisti sgraditi al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Nel corso dell'attività del secondo governo Prodi e su iniziativa dello stesso è stata ripresentata all'ONU una risoluzione relativa alla moratoria universale della pena di morte. Tale risoluzione, non vincolante ma dal forte significato simbolico, è stata approvata il 18 dicembre 2007 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite[3][4].

Crisi di governo e dimissioni
Prodi al Festival dell'Economia di Trento, 3 giugno 2007.
Prodi al Festival dell'Economia di Trento, 3 giugno 2007.

Romano Prodi, nel corso del suo secondo esecutivo, si è trovato ad affrontare due crisi di governo: la prima nel febbraio 2007, risoltasi con il rinvio del governo alle camere da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il rinnovo della fiducia, la seconda, invece, nel gennaio 2008, questa volta fatale per l'esecutivo.

Il 21 febbraio 2007 Romano Prodi ha rimesso il suo mandato di Presidente del Consiglio dei Ministri nelle mani del Presidente della Repubblica, dopo che al Senato la risoluzione della maggioranza di centrosinistra per l'approvazione delle linee guida di politica estera, appena illustrate all'assemblea dal Ministro degli Esteri Massimo D'Alema, non aveva ottenuto il quorum di maggioranza[5]. Pur non essendo questo voto costituzionalmente vincolante all'apertura di una crisi di governo, di fatto essa si è verificata.

All'evento hanno fatto seguito numerose critiche sollevate dall'opposizione, anche a riguardo dello stesso D'Alema - il quale, il giorno precedente, aveva dichiarato che un voto contrario al Senato sulla politica estera avrebbe costretto il governo alle dimissioni. Prodi si è così recato al Palazzo del Quirinale e ha rimesso il proprio mandato nelle mani del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Quest'ultimo, dopo le formali consultazioni come da prassi costituzionale, il 24 febbraio ha rifiutato le dimissioni di Prodi, rinviando il Governo alle Camere per il voto di fiducia. Il 28 febbraio il Senato, con 162 voti a favore e 156 contrari, ha rinnovato la fiducia al governo Prodi. Determinante è stato, in questo caso, il passaggio alla maggioranza del senatore Marco Follini.

La prima crisi di governo si è definitivamente chiusa il 2 marzo seguente con il voto di fiducia alla Camera, con 342 voti a favore, 253 contrari e due astensioni.

La seconda e definitiva crisi di governo si è verificata il 24 gennaio 2008: a seguito dell'uscita del ministro della Giustizia Clemente Mastella e della propria lista Udeur dalla maggioranza, veniva chiesto alle Camere il voto di fiducia. Dopo il voto favorevole alla Camera avvenuto il 23 gennaio, il II Governo Prodi non ha ottenuto la fiducia al Senato, con 156 sì, 161 no e un astenuto, su un totale di 319 votanti. Oltre al voto contrario dell'Udeur (fatta eccezione per il senatore Stefano Cusumano), contrari anche alcuni senatori di altre liste: Lamberto Dini, Domenico Fisichella e Franco Turigliatto.

Dopo la mancata fiducia a Palazzo Madama, il premier si è recato nella serata del 24 gennaio al Quirinale per rassegnare le dimissioni nelle mani del capo dello Stato, Giorgio Napolitano.

Il 9 marzo, nel corso della campagna elettorale per le elezioni politiche anticipate 2008, dichiara in un'intervista: «Io ho chiuso con la politica italiana e forse con la politica in generale.»[6]

Successivamente, dopo le elezioni politiche, Romano Prodi annuncia di lasciare la presidenza del PD. La decisione, già comunicata al segretario Veltroni a marzo, viene resa nota il 16 aprile 2008. [7]

Procedimenti giudiziari a carico di Romano Prodi

Romano Prodi è stato coinvolto in alcuni procedimenti giudiziari, in ciascuno di essi è stato riconosciuto non colpevole dalle accuse e non si è andati oltre le udienze preliminari: in alcuni casi è stata disposta l'archiviazione, in un caso si è prodotta sentenza, dichiarando il «non luogo a procedere» perché «il fatto non sussiste».

Presidenza dell'IRI e vendita della SME
Per approfondire, vedi la voce Vicenda SME.
Romano Prodi e l'allora Ministro per la Ricerca Scientifica e Tecnologica Luigi Granelli, subito dopo la firma dell'accordo IRI-CNR
Romano Prodi e l'allora Ministro per la Ricerca Scientifica e Tecnologica Luigi Granelli, subito dopo la firma dell'accordo IRI-CNR

Le vicende riguardanti la vendita, risalente al 1993, da parte dell'IRI delle proprie società alimentari, facenti capo principalmente alla finanziaria SME, è stata oggetto d'indagini da parte della magistratura, quindi Romano Prodi, in quanto presidente dell'IRI durante la privatizzazione, è stato oggetto d'investigazione, insieme al consiglio d'amministrazione dell'IRI. L'IRI, durante il primo mandato di Prodi, nel 1985 fallì nell'intento di cedere la SME a privati. Dopo aver ottenuto per l'intero assetto della società solo l'offerta d'acquisto della Buitoni di Carlo De Benedetti, con essa siglò una intesa preliminare, da far approvare dal proprio Cda e dal governo. L'accordo prevedeva la vendita dell'intera partecipazione dell'IRI, pari al 64% del capitale, della SME e la cessione della Sidalm, a un prezzo in linea con quanto stabilito dalle perizie effettuate su richiesta dell'ente pubblico a soggetti terzi[8]. Tale accordo non portò però ai suoi effetti. Nonostante l'approvazione all'unanimità del consiglio dell'IRI, fermamente intenzionata ad uscire dal settore alimentare, decisione appoggiata anche dal Comitato interministeriale per la Politica Industriale (CIPI), quanto stabilito saltò perché, alla fine, venne meno l'appoggio del governo, presieduto allora da Bettino Craxi, che vedeva come ministro per le Partecipazioni statali Clelio Darida, con cui il presidente dell'IRI aveva fino alla stipula dell'accordo relazionato sulla vicenda. Vi fu così un primo rinvio della decisione, causato dall'arrivo di una offerta anonima superiore del 10% di quella di De Benedetti poco prima dei termini a disposizione, seguita da una ulteriore offerta, da parte di Barilla, Berlusconi e Ferrero, davanti un'altra scadenza e da quelle di altri imprenditori. De Benedetti volle portare la questione con l'IRI in tribunale perché si sentì discriminato e pensò di poter far valere come contratto l'accordo firmato con Prodi. Dalla sentenza di primo grado, che diede torto alla Buitoni, scaturì il Processo SME, che vede imputati Silvio Berlusconi e altri per corruzione di giudici. Ciò nonostante, la sentenza in appello venne confermata, seppur criticandone le motivazioni addotte[9], e così anche in cassazione.

Toccata da problematiche giudiziarie, da dispute politiche e senza un esplicito assenso governativo, la questione della privatizzazione della SME venne nei successivi anni messa completamente da parte, nel 1988 un nuovo intervento del CIPI riconsiderò strategico il mantenimento del gruppo.

A distanza di molto tempo Berlusconi, nel corso del suo processo per corruzione di magistrati, durante il suo mandato di presidente del Consiglio, è intervenuto in sua difesa con delle dichiarazioni spontanee che hanno richiamato l'attenzione di Prodi. Qui ha sostenuto di aver fatto un'opera meritoria con il suo intervento, risparmiando allo Stato un cattivo affare, introducendo dubbi sulla correttezza della cessione a De Benedetti e al valore reale della partita. Ciò ha portato a una reazione di Prodi, allora presidente della Commissione, con la pubblicazione di comunicati stampa e documentazione in difesa del suo operato [10].

La vendita della SME avvenne solo tra il 1993 e il 1996, senza essere venduta per intero, ma suddivisa in varie parti. I procedimenti giudiziari che hanno coinvolto Prodi sono stati quattro, in tre è presente l'ipotesi di reato d'abuso d'ufficio. Il primo è iniziato dalle denunce contro ignoti di Giovanni Fimiani, un imprenditore condannato per bancarotta, che ha attribuito il fallimento delle proprie imprese al comportamento assunto dall'IRI. Richiamante l'intesa preliminare del 1985 per la cessione della SME dall'IRI alla Buitoni, venne archiviato nel 1997, ritenendo i magistrati privi di attendibilità le accuse di complotto ai suoi danni e i motivi avanzati dal denunciante sottostanti al fallimento delle proprie aziende. Per la vendita della Italgel alla Nestlé i magistrati convengono nell'archiviazione (1999), il reato ipotizzato viene escluso e si riconosce che il prezzo pagato dal compratore sia stato determinato secondo le procedure richieste.

Gli ultimi due casi riguardano la cessione della Cirio-Bertolli-De Rica e di parte di questa dalla Fisvi all'Unilever, che portò a una sentenza d'assoluzione nell'udienza preliminare, e delle consulenze che Prodi avrebbe svolto per Goldman Sachs e General Electric durante il mandato all'IRI, indagini seguite in conseguenza di un articolo della stampa, che parlava anche di evasione fiscale, di cui la magistratura conviene nel disporre l'archiviazione nel 2002.

Il caso Cirio

Nell'ambito delle indagini per la vendita della Cirio-Bertolli-De Rica, Romano Prodi era indagato per abuso d'ufficio. Prodi era stato nel 1990 advisory director della Unilever NV (Rotterdam) e della Unilever PLC (Londra), gruppo che secondo le indagini aveva gestito la trattativa attraverso la Fisvi. Secondo l'accusa quindi Prodi avrebbe favorito la Fisvi, sebbene questa non avesse i mezzi finanziari per acquistare la Cirio-Bertolli-De Rica, in modo da agevolare indirettamente l'Unilever, aggirando così l'obbligo di conseguimento del miglior prezzo previsto dalle direttive CIPE.

L'inchiesta fu nota dal 23 febbraio 1996 e portò a una sentenza di non luogo a procedere nell'udienza preliminare il 22 dicembre 1997, con la più ampia formula di proscioglimento «perché il fatto non sussiste». Il GUP Eduardo Landi citò nelle motivazioni anche la riforma dell'abuso d'ufficio, varata pochi mesi prima (il 10 luglio) su iniziativa dell'Ulivo e votata anche dalla coalizione avversaria.

La riforma dell'abuso di ufficio era prevista nei programmi di tutte le forze politiche presentatesi alle elezioni del 1996. Il lavoro su questo argomento era già stato avviato da diversi gruppi parlamentari e dal Governo Dini fino alle elezioni dell'aprile '96. Il provvedimento nasceva quindi non per iniziativa governativa ma per iniziativa parlamentare. La riforma, fu, fin dal maggio del '96, oggetto di un confronto con i sindaci di tutti gli orientamenti politici che sollecitavano provvedimenti tesi a far superare difficoltà, resistenze e ostacoli che appesantivano il lavoro delle amministrazioni locali.

L'abuso di ufficio, così com'era allora configurato, conferiva ai giudici un ampio potere discrezionale di giudizio nei confronti delle scelte degli amministratori locali, determinando sovente rallentamenti anche molto rilevanti delle attività delle amministrazioni, per questo la necessità di provvedere a questa riforma raccoglieva il consenso unanime degli amministratori locali sia di centrodestra sia di centrosinistra.

Il giudice pronunciò una sentenza di non luogo a procedere con la più ampia formula di proscioglimento (il fatto non sussiste) e con l'acquisizione di una perizia d'ufficio che accertò la congruità del prezzo di vendita della parte della SME ceduta. La sentenza confermò la regolarità del procedimento seguito per la vendita ed il Giudice ha inoltre accertato che Prodi non aveva avuto rapporti con Unilever e aveva comunque già cessato il proprio rapporto con Goldman Sachs nel periodo in cui è avvenuta la cessione di CBD a favore di Fisvi, cui è seguita quella parziale per il settore "olio" in favore di Unilever.

Alcuni hanno criticato tale riforma e la sua relazione con l'indagine su Prodi. I giornalisti Peter Gomez e Marco Travaglio definiscono «per certi versi imbarazzante[11]» il fatto che tra le motivazioni ci sia un riferimento alla legge varata dall'Ulivo, ma riconoscono che tale riferimento «non fu affatto decisivo per quella sentenza»[12] in quanto Prodi fu prosciolto perché il fatto non sussisteva. Secondo Silvio Berlusconi invece «Prodi s'è salvato grazie all'amnistia e alla modifica dell'abuso d'ufficio. Quelle sì che furono leggi ad personam, quando lui doveva rispondere davanti ad un GIP dei finanziamenti che le sue partecipazioni statali davano alla DC» (21 gennaio 2006). Tuttavia Romano Prodi non ha usufruito dell'amnistia e non è stato indagato per finanziamento illecito.

Consulenze Nomisma

In seguito alla sua prima elezione alla presidenza IRI nel 1982, a Prodi venne contestato di non aver abbandonato il ruolo di dirigente in Nomisma, configurando un potenziale conflitto di interessi.
Negli anni successivi l'IRI stipulò alcuni contratti di consulenza con la società, che portarono a dubitare sulla trasparenza dell'operazione: in un primo processo, concluso nel 1988, Romano Prodi venne assolto con formula piena in quanto alla luce delle indagini non si configurava reato nel suo comportamento.

Il giudice Francesco Paolo Casavola che lo assolse dichiarò::«L'idea che le commesse siano state affidate perché a richiederle erano il presidente dell'Iri e il suo assistente alle società collegate è verosimile, ma non assume gli estremi di reato».

Una seconda questione venne sollevata riguardo ad alcune consulenze nel settore Alta Velocità svolte da Nomisma tra il 1992 e il 1993. Prodi era stato scelto a partire dal 16 gennaio 1992 come "Garante del Sistema Alta Velocità" dai vertici delle Ferrovie dello Stato, con il compito di effettuare le valutazioni di impatto economico e ambientale legate alla costruzione della nuova rete TAV italiana. Una seconda commissione ("Comitato Nodi") composta dal professor Carlo Maria Guerci, da Giuseppe De Rita e dall'architetto Renzo Piano e presieduta da Susanna Agnelli, venne incaricata di elaborare un piano di riqualificazione delle strutture e dei servizi delle Ferrovie.
Prodi lasciò l'incarico di Garante il 20 maggio 1993 per tornare alla presidenza dell'IRI su richiesta dell'allora Presidente del Consiglio Carlo Azeglio Ciampi. Nel 1996 un'inchiesta sulla questione portò a una serie di 40 perquisizioni della Guardia di Finanza e al sequestro di numerosi documenti riguardanti la TAV, operazione disposta dal PM di Roma Giuseppa Geremia, e ad un'imputazione per concorso in abuso d'ufficio verso Ercole Incalza (ex amministratore della TAV) ed Emilio Maraini (ex-dirigente Italfer). Prodi non venne coinvolto direttamente in questa seconda inchiesta.

In seguito ad un articolo polemico [1] apparso sul Daily Telegraph in data 4 maggio 1999, a firma Ambrose Evans-Pritchard, l'Unione Europea ritenne di dover precisare la posizione di Prodi sulla questione [13], dichiarando che
« Il Sig. Prodi non ebbe ruolo decisionale nell'assegnazione dei contratti a Nomisma. Inoltre, il Sig. Prodi non aveva alcun interesse, finanziario o altro, in Nomisma. Non era azionista e non copriva alcun ruolo operativo o decisionale nella compagnia. Era semplicemente il presidente del comitato scientifico della compagnia. »


Commissioni parlamentari che coinvolgono Romano Prodi

Il "piattino" e il Presidente Moro

Il 10 giugno 1981, prim'ancora di affermarsi come politico, Romano Prodi fu chiamato a testimoniare davanti alla Commissione Moro perché aveva dichiarato di aver partecipato per gioco, il 2 aprile 1978, ad una sorta di seduta spiritica, durante un pranzo familiare in una casa di campagna di alcuni amici (tra cui Mario Baldassarri (esponente di AN, negli anni 80 membro del consiglio di amministrazione dell'ENI e viceministro per l'Economia e le Finanze dei governi Berlusconi II e Berlusconi III, al tempo del rapimento di Moro docente presso l'Università di Bologna) e Alberto Clò (economista ed esperto di politiche energetiche, ministro dell'Industria nel governo Dini e docente di economia all'Università di Modena), quest'ultimo propositore del gioco e proprietario della casa) con i suoi figli piccoli e il fratello, oltre ai suddetti ed alle relative fidanzate.

I commensali raccontarono agli inquirenti che nel corso della seduta iniziata per gioco, alla domanda dove è tenuto prigioniero Aldo Moro?, il piattino utilizzato avrebbe composto varie parole: prima alcune senza senso, poi Viterbo, Bolsena e Gradoli. Aldo Moro, rapito 17 giorni prima, il 16 marzo 1978, era al momento tenuto prigioniero dalle Brigate Rosse. Il professor Prodi, in seguito alla seduta, si recò a Roma il 4 aprile, e raccontò dell'indicazione al proprio conoscente Umberto Cavina, capo ufficio stampa dell'on. Benigno Zaccagnini.

Così riferì Prodi nel corso della testimonianza:
« Era un giorno di pioggia, facevamo il gioco del piattino, termine che conosco poco perché era la prima volta che vedevo cose del genere. Uscirono Bolsena, Viterbo e Gradoli. Nessuno ci ha badato: poi in un atlante abbiamo visto che esiste il paese di Gradoli. Abbiamo chiesto se qualcuno sapeva qualcosa e visto che nessuno ne sapeva niente, ho ritenuto mio dovere, anche a costo di sembrare ridicolo, come mi sento in questo momento, di riferire la cosa. Se non ci fosse stato quel nome sulla carta geografica, oppure se fosse stata Mantova o New York, nessuno avrebbe riferito. Il fatto è che il nome era sconosciuto e allora ho riferito. »


L'informazione fu ritenuta attendibile dal momento che, quattro giorni dopo, il 6 aprile, la questura di Viterbo, su ordine del Viminale, organizzò un blitz armato nel borgo medievale di Gradoli, vicino Viterbo, alla ricerca della prigione di Moro. Tuttavia, fu trascurata un'altra indicazione che la moglie dell'onorevole Moro avrebbe ripetutamente fornito, relativa all'esistenza a Roma di una "via Gradoli" (Francesco Cossiga, all'epoca Ministro dell'interno, in seguito smentì energicamente la signora Moro). Fallito il blitz conseguente alla seduta spiritica, il 18 aprile i vigili del fuoco, a causa di una perdita d'acqua, scoprirono a Roma, in via Gradoli 96, un covo delle Brigate Rosse da poco abbandonato, che si sarebbe rivelato come la base operativa del capo della colonna romana delle BR, Mario Moretti, il quale aveva preso parte all'agguato di via Fani.

Il caso venne riaperto nel 1998 dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo e le stragi, Il fine della Commissione era accertare se la vicenda della seduta spiritica fosse in realtà un modo per celare la vera fonte del nome "Gradoli" (per esempio un informatore vicino alle BR) e capire se il nome "Gradoli" fosse stato comunicato con tanta celerità alle forze dell'ordine con lo scopo di salvare Moro. L'allora presidente del consiglio Prodi, dati gli impegni politici di poco precedenti alla caduta del suo governo nell'ottobre 1998, si disse indisponibile per ripetere l'audizione; si dissero disponibili Mario Baldassarri[14] ed Alberto Clò [15], entrambi, pur ammettendo di non credere allo spiritismo e di non aver più effettuato sedute spiritiche dopo quella, confermarono la genuinità del risultato della seduta (alla critica sul fatto che qualcuno avrebbe potuto guidare il piattino, Clò sostenne che la parola "Gradoli", così come "Bolsena" e "Viterbo", si erano formate più volte e con partecipanti diversi) e dichiararono che né loro, né, per quanto ne sapevano, nessuno dei presenti (partecipanti al gioco del piattino o meno) aveva conoscenze nell'ambiente dell'Autonomia bolognese o negli ambienti vicini alle BR.

C'è da dire che oggi, alla luce di nuove conoscenze sugli anni di piombo, alcuni suppongono che nei fatti relativi al rapimento Moro vi possa essere stato anche il coinvolgimento di servizi segreti, come la CIA ed il Mossad e della P2[16].

Telekom Serbia
Per approfondire, vedi la voce Affare Telekom Serbia.

Presunti rapporti col KGB
Per approfondire, vedi la voce Dossier Mitrokhin.

L'indicazione secondo la quale Romano Prodi sarebbe stato un uomo di riferimento del KGB in Italia si rifà alle affermazioni dell'eurodeputato inglese Gerald Batten dell'United Kingdom Independence Party, che sosteneva di averla ricevuta dalla spia russa Alexander Litvinenko, morto il 23 novembre 2006 per avvelenamento. Batten, richiedendo un inchiesta, dichiarava il 3 aprile 2006 davanti al Parlamento Europeo a Strasburgo:
« un cittadino residente nel mio collegio elettorale, Alexander Litvinenko, è un ex tenente colonnello dell'FSB della Federazione russa, l'organismo che ha preso il posto del KGB. Avendo denunciato le attività illegali dell’FSB, il signor Litvinenko è stato costretto a cercare asilo politico all'estero; prima di scegliere il luogo in cui rifugiarsi, egli ha consultato il suo amico generale Anatoly Trofimov, ex vicedirettore dell'FSB. A quanto sembra, il generale Trofimov ha dato al signor Litvinenko il seguente consiglio: "Non andare in Italia, perché lì tra gli uomini politici ci sono molti agenti del KGB; il nostro agente in Italia è Romano Prodi". »

(Trascrizione delle dichiarazioni di Gerald Batten a Strasburgo il 3 aprile 2006[17])

Dopo la morte di Litvinienko, tuttavia, il quotidiano La Repubblica pubblicò un'intervista che questi aveva rilasciato il 3 marzo 2005, un anno prima delle dichiarazioni di Batten, in cui l'ex agente del KGB affermava che Mario Scaramella, il quale lo stava interrogando per conto della commissione Mitrokhin, insisteva per avere informazioni che potessero legare Prodi al rapimento di Moro o al KGB, ma che lui non aveva mai sentito parlare di Prodi e che non conosceva alcun dettaglio sul sequestro:
« Mario mi raccontò che Prodi conosceva l'indirizzo dove le BR tenevano sequestrato Moro per averlo appreso durante una seduta spiritica. Mi chiese se non ritenevo che Prodi avesse appreso del covo dal KGB. Mi chiese anche se il sequestro non fosse stato organizzato dal KGB e se avesse addestrato le BR. Dissi che non conoscevo alcun dettaglio del sequestro e che non avevo mai sentito parlare di Prodi. Osservai soltanto che, se volevano il mio parere di esperto, era poco credibile che Prodi avesse appreso la notizia durante una seduta spiritica e che sicuramente il KGB aveva seguito il sequestro provando ad acquisire informazioni. Io non avevo e non ho nessun tipo di prove su Prodi. »

( E Litvinenko raccontò "Volevano sapere di Prodi", intervista a Aleksandr Litvinenko, "La Repubblica" 26 novembre 2006 [18].)

In un'intervista su La Repubblica Oleg Gordievskij, anche lui ex agente del KGB e poi collaboratore del MI6, sostenne invece di aver partecipato ad un incontro con Litvinienko e Scaramella in cui il primo avrebbe riportato le parole pronunciate da Anatoly Trofimov ("Prodi è un nostro uomo"). Gordievskij tuttavia nell'intervista aggiunse che secondo lui Litvinienko stava mentendo e che l'informazione era stata attribuita ad una fonte, Anatolij Trofimov, che non avrebbe potuto in ogni caso smentirla in quanto era stato ucciso, sottolineando più volte la scarsa attendibilità dello stesso Scaramella. Gordievskij afferma anche che sia Scaramella che Guzzanti (presidente della commissione parlamentare d'inchiesta Mitrokhin), oltre ad alcuni eurodeputati inglesi, stavano facendo pressioni su di lui per avere informazioni che potessero legare Prodi ed altri politici della sinistra italiana al KGB (informazioni che lui non possedeva), e che Litvinienko, a causa di continue difficoltà economiche, aveva probabilmente deciso di riferire a Scaramella quello che quest'ultimo voleva sentirsi dire[19].

Dal momento che molte delle accuse mosse a Prodi non sono poi state supportate da prove reali i suoi sostenitori ritengono che vi sia in realtà stata, da parte dei suoi nemici politici, una precisa strategia volta a causare danni alla credibilità dello stesso Prodi attaccandone la reputazione (strategia che in inglese viene indicata come character assassination). Questo è quanto sarebbe emerso dalle intercettazioni telefoniche di Mario Scaramella, membro della commissione Mitrokhin il quale è stato successivamente arrestato per ordine della magistratura per i reati di traffico internazionale di armi e violazione del segreto d'ufficio. Secondo tale posizione uno strumento democratico come una Commissione parlamentare sarebbe stato utilizzato come mezzo di lotta politica.[20]

Il 22 gennaio 2008 la Giunta per le immunita’ parlamentari del Senato, rispondendo alle richieste del Gip di Roma, ha però ritenuto non utilizzabili in quanto illegali le intercettazioni telefoniche che riguardano Paolo Guzzanti, tra cui quelle tra questo e Mario Scaramella. [21] [22] Lo stesso Scaramella nel febbraio 2008 è stato condannato (con un patteggiamento) a quattro anni di carcere per concorso in importazione, detenzione e porto di munizionamento da guerra, esplosivo e armi, e per il quello che riguarda il reato di calunnia nei confronti dell'ex agente del KGB Alexander Talik, accusato di voler organizzare un attentato contro di lui, il suo interprete e Paolo Guzzanti.[23] [24]


Principali pubblicazioni

Pubblicazioni accademiche
Romano Prodi al 33° vertice G8 a Heiligendamm 2007
Romano Prodi al 33° vertice G8 a Heiligendamm 2007

* Modello di sviluppo di un settore in rapida crescita: l'industria della ceramica per l'edilizia, Franco Angeli, Milano, 1966
* Concorrenza dinamica e potere di mercato. Politica industriale e fusioni d'impresa, Franco Angeli, Milano, 1967
* La diffusione dell'innovazione nell'industria italiana, Il Mulino, Bologna, 1973
* Sistema economico e sviluppo industriale in Italia, Il Mulino, Bologna, 1973
* "Italy", in Big Business and the State: Changing Relations in Western Europe, ed. R. Vernon, Harvard University Press, Cambridge Mass., 1974
* "Le trasformazioni dei modi di produrre e delle dimensioni delle imprese", in Quali imprese e quali uomini per la società degli anni ottanta, ed. C. Pastore, Milano, 1977
* "Un diverso modello per uscire dalla crisi", in Industria in crisi: soluzione nazionale o europea?*, ed. F. Grassini, Franco Angeli, Milano, 1978
* "Italia" in L'intervento pubblico nell'industria: Un'analisi comparata, ed. R. Vernon, Il Mulino, Bologna, 1978
* Per una riconversione e ristrutturazione dell'industria italiana, Il Mulino, Bologna, 1980
* La crisi delle partecipazioni statali: Conseguenze economiche di faticosi processi di decisione, L'Industria, n. 1, 1990
* La dimensione economica dei nuovi equilibri europei (discorso di inaugurazione dell'anno accademico 1989-90, Università di Bologna), L'Industria, n. 1, 1990
* C'è un posto per l'Italia fra i due capitalismi?, Il Mulino, n. 1, 1991
* Una crisi non solo politica: L'industria italiana a rischio, Il Mulino, n. 5, 1991
* Modello strategico per le privatizzazioni, Il Mulino, n. 5, 1992
* Il tempo delle scelte, Il Sole 24 Ore Libri, Milano, 1992 (II edizione 1995)
* Privatizzazioni e sviluppo delle piccole e medie imprese: Due grandi occasioni per rifondare la politica industriale in Italia, Rivista di politica economica, X (ottobre 1992), in collaborazione con Daniele de Giovanni
* La società istruita. Perché il futuro italiano si gioca in classe, Il Mulino, n. 2, 1993
* Istituzioni economiche, istituzioni politiche", Il Mulino, n. 6, 1995, in collaborazione con Franco Mosconi
* Economia e istituzioni nella società di fine secolo, in collaborazione con Franco Mosconi, in *"Cambiamento delle istituzioni e nuovo sviluppo in Italia e in Europa", ed. P. Bianchi, supplemento alla rivista L'Industria, Il Mulino, Bologna, 1996
* Il capitalismo ben temperato, Il Mulino, Bologna, 1995

Pubblicazioni politiche

* Governare l'Italia. Manifesto per il cambiamento, Donzelli, Roma, 1995
* L'Italia che vogliamo, Donzelli, Roma, 1995
* Un'idea dell'Europa, Il Mulino, Bologna, 1999 (edizione inglese: Europe as I see it, Blackwell/Polity, Oxford, 2000).
* Insieme (con Flavia Franzoni), San Paolo, 2005
* Ci sarà un'Italia. Dialogo sulle elezioni più importanti per la democrazia italiana (con Furio Colombo), Feltrinelli, 2006
* La mia visione dei fatti. Cinque anni di governo in Europa, Il Mulino, Bologna, 2008.

Riconoscimenti

Lauree

* Laurea in Giurisprudenza (110 e lode) Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (1961)

Lauree Honoris Causa:

* Università di Sofia (Bulgaria, 1998)
* Universitat Politecnica di Barcellona (Spagna, 1998)
* Università di Madras (India, 1998)
* Brown University (Stati Uniti, 1999)
* Università del Michigan (Stati Uniti, 1999)
* Università di Modena e Reggio Emilia (2000)
* Accademia di Studi economici di Bucarest (Romania, 2000)
* Università Cattolica di Lovanio (Belgio, 2000)
* Università di Malta (2000)
* Università di St. Gallen (Svizzera, 2000)
* Università di Ottawa (Canada, 2000)
* Università Kyung Hee, (Corea del Sud, 2000)
* Università di Pisa (2001)
* Università di Tirana (Albania, 2001)
* Instituto de Empresa di Madrid (Spagna, 2002)
* Università di Oxford (Regno Unito, 2002)
* Università di Tunisi (Tunisia, 2003)
* Università di Torino (2004)
* Università di Lublino (Polonia, 2004)
* Università Cattolica di Milano (Italia, 2007)

Onorificenze e tributi
Cavaliere di Gran Croce Ordine al merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria

Cavaliere di Gran Croce Ordine al merito della Repubblica Italiana
— Roma, 2 giugno 1993

* Membro onorario della London School of Economics and Political Science (1989)
* Membro onorario della Real Academia de Ciencias Morales y Politicas di Madrid (1997)
* Premio Schumpeter della Società Schumpeter di Vienna (1999)
* Medaglia d'oro per l'economia dall'Università di Pavia (2002)

Curiosità

* Prodi è stato ritratto su un fumetto Marvel (Uncanny X-Men 402 e 407) nella sua veste di presidente della Commissione Europea.

Ah, beata ignoranza.
Il maggior economista e statista italiano dai tempi di De Gasperi non è stato nulla di particolare.:muro: :muro:
Ma ascoltiamo Fede e guardiamo Amici che è meglio.:rolleyes:

zerothehero
16-04-2008, 22:30
Lasciatemi dire.Oggi x me e' una giornata fantastica.Pare abbia lasciato la politica.Manifestate anche voi un po' di felicità dato che nn e' stato niente di particolare.:D

Se non avesse avuto una manica di rissosi lazzaroni al governo, avrebbe potuto fare di più al governo...purtroppo paga il fatto di non aver mai avuto un partito e una forza propria con la quale mettere a posto i nanetti...poi certo, si è complicato la vita con la ridicola idea dell'autosufficienza. :fagiano:

ELISAMAC1
16-04-2008, 22:39
:muro:

http://it.wikipedia.org/wiki/Romano_Prodi

(pronuncia: /ro'mano 'prɔdi/) (Scandiano, 9 agosto 1939) è un politico e economista italiano, Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana dal 17 maggio 2006, dimessosi il 24 gennaio 2008 a seguito del diniego della fiducia al governo, attualmente in carica per il solo disbrigo degli affari correnti.

Dal 17 gennaio fino al 6 febbraio 2008, in seguito alle dimissioni del Guardasigilli Clemente Mastella, ha ricoperto anche la carica di Ministro della Giustizia ad interim.

Docente universitario di "Economia e politica industriale" all'Università di Bologna, è stato nel 1978 ministro dell'Industria e, dal 1982 al 1989, presidente dell'IRI. Entrato nel 1995 nella scena politica, è già stato presidente del Consiglio (1996-1998) e presidente della Commissione Europea (1999-2004).

Dal 23 maggio 2007 è stato presidente del Comitato nazionale per il Partito Democratico, e con la fondazione di quest'ultimo ne è stato Presidente dell'Assemblea Costituente Nazionale dal 14 aprile 2007 al 16 aprile 2008.
Indice
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* 1 Note familiari
* 2 Attività accademica e culturale
* 3 Attività politica ed amministrativa
* 4 Storia politica
o 4.1 Primi anni
o 4.2 Nascita dell'Ulivo: il primo Governo Prodi
o 4.3 Obiettivi e programma per l'Europa
o 4.4 Commissione Europea e ritorno in Italia
o 4.5 Le elezioni politiche del 2006: il secondo Governo Prodi
o 4.6 Crisi di governo e dimissioni
* 5 Procedimenti giudiziari a carico di Romano Prodi
o 5.1 Presidenza dell'IRI e vendita della SME
o 5.2 Il caso Cirio
o 5.3 Consulenze Nomisma
* 6 Commissioni parlamentari che coinvolgono Romano Prodi
o 6.1 Il "piattino" e il Presidente Moro
o 6.2 Telekom Serbia
o 6.3 Presunti rapporti col KGB
* 7 Principali pubblicazioni
o 7.1 Pubblicazioni accademiche
o 7.2 Pubblicazioni politiche
* 8 Riconoscimenti
o 8.1 Lauree
o 8.2 Onorificenze e tributi
* 9 Curiosità
* 10 Riferimenti e note
* 11 Voci correlate
* 12 Altri progetti
* 13 Collegamenti esterni
* 14 Uffici di governo

Note familiari

È l'ottavo dei nove figli di Mario Prodi, un ingegnere proveniente da una famiglia contadina, e di Enrica, maestra elementare. La famiglia è composta da sette fratelli e da due sorelle, la maggior parte dei fratelli sono o sono stati docenti universitari (Giovanni Prodi di matematica, Vittorio Prodi di fisica ed anche eurodeputato, Paolo Prodi di "Storia moderna", Franco Prodi di "Fisica dell'atmosfera", Giorgio Prodi di "Patologia generale"). Nel 1969 si sposa, in una celebrazione presieduta dall'allora sacerdote e ora cardinale Camillo Ruini, con Flavia Franzoni, a quel tempo studentessa, in seguito divenuta economista e docente universitaria. Dal matrimonio sono nati due figli, Giorgio e Antonio.

Attività accademica e culturale

Iniziò i suoi studi al liceo classico Ariosto di Reggio Emilia, si laureò poi con lode nel 1961 all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano in Giurisprudenza, presentando una tesi sul protezionismo nello sviluppo dell'industria italiana con Siro Lombardini. Approfondì i suoi studi a Milano, Bologna e alla London School of Economics, sotto la supervisione di Basil Yamey.

Nel 1963 iniziò la sua carriera accademica come assistente di Beniamino Andreatta alla cattedra di "Economia Politica" della facoltà di Scienze politiche dell'Università di Bologna. Nel 1973 all'Università di Trento ha l'incarico per l'insegnamento di "Economia e politica industriale", l'anno successivo l'Università di Harvard negli Stati Uniti lo chiama come visiting professor. Come professore ordinario, tenne la cattedra di "Economia politica e industriale" all'Università di Bologna fino al 1999. È stato anche visiting professor presso lo Stanford Research Institute.

I temi delle sue ricerche hanno riguardato principalmente lo sviluppo delle piccole e medie imprese, dei distretti industriali e la politica contro i monopoli. In un secondo momento si è anche interessato delle relazioni fra Stato e Mercato e della dinamica dei diversi modelli di capitalismo.

Fra il 1974 e il 1978 ha presieduto la casa editrice il Mulino, nel 1982 divenne direttore delle riviste Energia e L'Industria. Nel 1981 ha fondato Nomisma, una società di studi economici e consulenza.

Ha collaborato con i maggiori quotidiani nazionali tra cui Il Corriere della Sera e Il Sole 24 Ore con numerosi articoli ed editoriali.

È stato direttore dell'Industria , rivista di economia industriale.

È stato conduttore nel 1992 di una serie di trasmissioni su RaiUno : Il tempo delle scelte , in cui teneva delle vere e proprie lezioni di economia.[1]

Attività politica ed amministrativa

Nel 1963 si affacciò per la prima volta in politica, venendo eletto consigliere comunale a Reggio Emilia per la Democrazia Cristiana, dopo poco tempo lasciò per le difficoltà a conciliare l'impegno amministrativo con quello accademico a Bologna.

Negli anni settanta ebbe un primo incarico manageriale come presidente della Maserati e della società nautica Callegari e Ghigi, imprese in difficoltà gestite dall'istituto finanziario pubblico GEPI allo scopo di risanarle.

Successivamente è stato ministro dell'Industria dal novembre 1978 fino al marzo 1979, nel quarto Governo Andreotti. Promosse da ministro un decreto legge che porta il suo nome (legge Prodi), volto a regolamentare la procedura di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi.

Nominato da Giovanni Spadolini, nel periodo dal 1982 fino al 1989 fu presidente dell'Istituto per la Ricostruzione Industriale (IRI), allora il maggiore ente pubblico che controllava varie società di rilievo operanti nel mercato in diversi settori economici e che in quel momento si trovava in forti difficoltà economiche, ottenendo risultati nel suo risanamento economico.

Nel 1993, in seguito alla caduta del primo governo Amato, fu in lizza, assieme a Mario Segni e Carlo Azeglio Ciampi, per l'incarico di Presidente del Consiglio a capo di un governo tecnico[2]. Tale carica fu però assegnata all'allora Governatore della Banca d'Italia Ciampi, che richiamò Prodi a guidare l'IRI, dove quest'ultimo operò una serie di privatizzazioni di diverse società del gruppo.

Storia politica

Primi anni

Allievo di Beniamino Andreatta, aderì alle correnti riformiste della Democrazia Cristiana ed ebbe buoni rapporti con Giulio Andreotti. Fu proprio quest'ultimo che lo scelse nel 1978 come ministro dell'Industria. Anche se non volle mai diventare un vero e proprio militante dello Scudo Crociato (il suo risultava infatti un ministero "tecnico") Prodi, così come i capi della corrente Morotea (Aldo Moro, Amintore Fanfani e Benigno Zaccagnini su tutti) non fu ostile né al compromesso storico tra DC e PCI né alla partecipazione diretta dei comunisti al governo.

La sua azione economico-manageriale trovò l'appoggio del governo guidato da Ciriaco De Mita.

Nascita dell'Ulivo: il primo Governo Prodi

Lasciò la guida dell'IRI nel 1994, con l'arrivo di Silvio Berlusconi, che vinse l'elezioni politiche e formò un governo, sconfiggendo l'alleanza di sinistra guidata da Achille Occhetto e quella di centro, che vedeva protagonisti Mino Martinazzoli e Mario Segni, votazioni in cui si poterono constatare per la prima volta gli effetti della nuova legge elettorale maggioritaria.

Quando due anni dopo si tornò a votare, favorita dalle peculiarità del nuovo sistema elettorale, era sorta un'alleanza fra il centro e la sinistra, che vide nella candidatura di Prodi e il suo progetto dell'Ulivo espressione di questo dialogo fra cattolici e laici che s'intendeva proporre al Paese. Ottiene subito l'adesione alla sua candidatura di Segni (con la formazione di un gruppo parlamentare dedicato all'unione proposta di più forze politiche, riunente liberali, repubblicani, socialisti), quindi del Partito Democratico della Sinistra di Massimo D'Alema, del Partito Popolare Italiano di Gerardo Bianco, dei Verdi.

Alle elezioni politiche 1996 la coalizione dell'Ulivo si affermò e Romano Prodi venne nominato Presidente del Consiglio dei Ministri. Il Governo Prodi I che si formò ebbe una composizione ulivista e d'indipendenti, e si avvalse di un appoggio esterno da parte di Rifondazione Comunista, con cui si era stretto un patto di desistenza elettorale (con la mancata presentazione di proprie liste nella maggior parte dei collegi elettorali maggioritari).

Obiettivi e programma per l'Europa

Anche nella cosiddetta "Seconda Repubblica", Prodi si mantenne sulle sue posizioni, sulla moderazione e sul riformismo di impronta progressista.

Il programma politico di Prodi prevedeva la continuazione del lavoro di risanamento dell'economia italiana, che i predecessori Amato, Ciampi e Dini avevano iniziato, per risolvere la notevole crisi economica dell'epoca. Con la convinta prospettiva di far partecipare l'Italia al progetto della moneta unica europea che richiedeva il rispetto di precisi parametri economici, sentiti molto difficili da raggiungere in quel momento in cui si era da qualche anno usciti dal Sistema Monetario Europeo (vi si rientrò nel novembre del 1996).

Si riuscì a raggiungere l'obiettivo, portando il rapporto deficit/PIL nel 1998, il principale parametro del Trattato di Maastricht, lontano dalla soglia minima richiesta dall'Europa. Per il riordino dei conti italiani fu anche stabilito un contributo straordinario, chiamato anche "eurotassa" o "tassa per l'Europa", commisurata ai redditi delle persone, che venne in seguito per il 60% restituita nel 1999, com'era stato prospettato al momento del suo varo, giustificata da un consolidato quadro economico e dal fatto che l'entrata nell'euro aveva portato un considerevole risparmio di interessi sui titoli di Stato.

Dall'ottobre 1998 Romano Prodi non proseguirà la sua azione di governo a causa di un voto di fiducia alla Camera dei deputati non ottenuto per un solo deputato, in seguito al ritiro dell'appoggio di una parte del gruppo di Rifondazione Comunista, in rottura con la linea politica della coalizione dell'Ulivo, durante le fasi di approvazione della nuova legge finanziaria. La crisi di governo si risolse con la successione a Massimo D'Alema, quindi mantenendo una continuità di scelte politiche e con diversi ministri che vengono confermati nel proprio ruolo. L'esclusione di Romano Prodi fu un momento di crisi per il progetto dell'Ulivo, per rilanciarlo nel febbraio 1999 fonda I Democratici, un movimento politico dedicato al raggiungimento dello scopo di mettere assieme in un unico partito coloro che si riconoscono nell'Ulivo. Nel marzo del 1999 Romano Prodi fu nominato Presidente della Commissione Europea, lasciando quindi la guida del nuovo movimento, che partecipando all'elezioni europee raccolse il 7,8% dei consensi.

Commissione Europea e ritorno in Italia
Romano Prodi al comizio di Bari, durante la campagna elettorale per le Politiche del 2006
Romano Prodi al comizio di Bari, durante la campagna elettorale per le Politiche del 2006

Designato dai governi europei alla Commissione Europea, viene accolto con un appoggio ampio composto in particolare dai parlamentari europei popolari e socialdemocratici. Durante la sua presidenza sono avvenute alcune innovazioni nell'Unione: il 1° gennaio 2002, l'entrata in vigore dell'Euro come valuta corrente in undici paesi dell'Unione; il 1° maggio 2004 l'allargamento dell'Unione ad altri 10 paesi: Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria; il 29 ottobre 2004, la firma a Roma della Costituzione europea. Molte furono le riforme proposte o appoggiate da Prodi, in materia di mercato interno e di unificazione dello spazio giudiziario europeo (tra cui il cosiddetto "mandato d'arresto europeo").

Terminato il suo mandato alla Commissione Europea, Prodi è ridivenuto un punto di riferimento del centrosinistra italiano, venendo scelto da tutti i partiti della coalizione come leader dell'Unione.

La nuova coalizione dell'Unione ha compiuto il suo debutto in occasione delle elezioni regionali del 2005: il suo ritorno alla guida dell'alleanza del centrosinistra è stato salutato dal brillante risultato con il quale l'Unione si è affermata in 12 delle 14 regioni interessate al voto.

Le elezioni politiche del 2006: il secondo Governo Prodi

Il 16 ottobre 2005 si sono svolte, invece, le elezioni primarie per la scelta "ufficiale" del candidato premier della coalizione alle elezioni dell'anno seguente. A proporre questo genere di consultazioni, organizzate per la prima volta in Italia, è stato lo stesso Prodi, che pur godendo del supporto dei maggiori partiti dell'Unione voleva l'approvazione dell'elettorato di centro sinistra, oltre a quella degli apparati burocratici dei partiti che lo compongono.

Prodi si è imposto a stragrande maggioranza, ottenendo il 74,1% dei consensi (su oltre 4 milioni di voti) e distanziando gli altri sei candidati. La consultazione si è così risolta in un indubitabile successo personale di Prodi, anche nei confronti dei settori politici della coalizione più dubbiosi della sua leadership.

Il 16 febbraio 2005 crea a Bologna la "Fabbrica del Programma". La fabbrica consiste fisicamente in un capannone in cui chiunque può portare un contributo al fine di una sua valutazione ed inclusione nel programma finale che verrà presentato per le prossime elezioni politiche.

Secondo la definizione dello stesso politico di Scandiano, la fabbrica è nata "Per comprendere un paese, per interpretare i suoi bisogni, per rispondere alle sue attese. Perché se si vuole migliorare una nazione bisogna prima conoscerla, ascoltarla. E io desidero davvero il concorso di tutti".

Il 9 aprile Romano Prodi ha vinto le elezioni politiche 2006 con uno scarto inferiore ai 25.000 voti. La sua coalizione ha conseguito 340 seggi alla Camera dei deputati e 159 seggi al Senato della Repubblica. Il limitato margine di preferenze con cui L'Unione ha prevalso nelle elezioni ha dato adito a numerosi reclami e ricorsi, alla fine respinti dalla Cassazione il 20 aprile, che ha confermato quindi la vittoria di Prodi.

Romano Prodi ha ricevuto l'incarico dal presidente Giorgio Napolitano il giorno 16 maggio 2006, accettando con riserva. Il giorno dopo, 17 maggio 2006 ha sciolto la riserva, comunicando la lista del Consiglio dei Ministri: curiosamente, ciò è avvenuto esattamente 10 anni dopo la data d'inizio del suo primo governo. Ha inizio il governo Prodi II.

Il governo Prodi II è il governo più numeroso nella storia della Repubblica (102 tra ministri, viceministri e sottosegretari). Con l'elezione di Franco Marini alla presidenza del senato e il passaggio all'opposizione del senatore eletto nelle liste di Italia dei Valori, Sergio De Gregorio, al senato la situazione è diventata di 157 a 157 (infatti il presidente del senato, per prassi, non vota) diventando determinante il voto dei senatori a vita e dell'indipendente Luigi Pallaro. Con tale situazione creatasi al Senato, il governo è andato in minoranza in alcune votazioni in Aula e in commissione. In alcuni casi, anche in votazioni sulla fiducia, il voto favorevole di alcuni dei sette senatori a vita (Andreotti, Ciampi, Colombo, Cossiga, Levi-Montalcini, Pininfarina, Scalfaro) è stato decisivo. In seguito al comportamento dei senatori a vita in alcune votazioni la Casa delle libertà ha aperto una vivace polemica.

L'indagine mondiale sulla libertà di stampa (Freedom of the Press 2004 Global Survey) uno studio annuale pubblicato dall'organizzazione americana Freedom House, ha promosso l'Italia al grado di "libera" (Free) dopo averla per due anni consecutiva retrocessa al grado di "parziale libertà" motivando questo avanzamento al Governo Prodi che ha permesso maggiore libertà mediatica ed eliminato le barriere che erano state apposte dal precedente Governo Berlusconi contro giornalisti sgraditi al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Nel corso dell'attività del secondo governo Prodi e su iniziativa dello stesso è stata ripresentata all'ONU una risoluzione relativa alla moratoria universale della pena di morte. Tale risoluzione, non vincolante ma dal forte significato simbolico, è stata approvata il 18 dicembre 2007 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite[3][4].

Crisi di governo e dimissioni
Prodi al Festival dell'Economia di Trento, 3 giugno 2007.
Prodi al Festival dell'Economia di Trento, 3 giugno 2007.

Romano Prodi, nel corso del suo secondo esecutivo, si è trovato ad affrontare due crisi di governo: la prima nel febbraio 2007, risoltasi con il rinvio del governo alle camere da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il rinnovo della fiducia, la seconda, invece, nel gennaio 2008, questa volta fatale per l'esecutivo.

Il 21 febbraio 2007 Romano Prodi ha rimesso il suo mandato di Presidente del Consiglio dei Ministri nelle mani del Presidente della Repubblica, dopo che al Senato la risoluzione della maggioranza di centrosinistra per l'approvazione delle linee guida di politica estera, appena illustrate all'assemblea dal Ministro degli Esteri Massimo D'Alema, non aveva ottenuto il quorum di maggioranza[5]. Pur non essendo questo voto costituzionalmente vincolante all'apertura di una crisi di governo, di fatto essa si è verificata.

All'evento hanno fatto seguito numerose critiche sollevate dall'opposizione, anche a riguardo dello stesso D'Alema - il quale, il giorno precedente, aveva dichiarato che un voto contrario al Senato sulla politica estera avrebbe costretto il governo alle dimissioni. Prodi si è così recato al Palazzo del Quirinale e ha rimesso il proprio mandato nelle mani del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Quest'ultimo, dopo le formali consultazioni come da prassi costituzionale, il 24 febbraio ha rifiutato le dimissioni di Prodi, rinviando il Governo alle Camere per il voto di fiducia. Il 28 febbraio il Senato, con 162 voti a favore e 156 contrari, ha rinnovato la fiducia al governo Prodi. Determinante è stato, in questo caso, il passaggio alla maggioranza del senatore Marco Follini.

La prima crisi di governo si è definitivamente chiusa il 2 marzo seguente con il voto di fiducia alla Camera, con 342 voti a favore, 253 contrari e due astensioni.

La seconda e definitiva crisi di governo si è verificata il 24 gennaio 2008: a seguito dell'uscita del ministro della Giustizia Clemente Mastella e della propria lista Udeur dalla maggioranza, veniva chiesto alle Camere il voto di fiducia. Dopo il voto favorevole alla Camera avvenuto il 23 gennaio, il II Governo Prodi non ha ottenuto la fiducia al Senato, con 156 sì, 161 no e un astenuto, su un totale di 319 votanti. Oltre al voto contrario dell'Udeur (fatta eccezione per il senatore Stefano Cusumano), contrari anche alcuni senatori di altre liste: Lamberto Dini, Domenico Fisichella e Franco Turigliatto.

Dopo la mancata fiducia a Palazzo Madama, il premier si è recato nella serata del 24 gennaio al Quirinale per rassegnare le dimissioni nelle mani del capo dello Stato, Giorgio Napolitano.

Il 9 marzo, nel corso della campagna elettorale per le elezioni politiche anticipate 2008, dichiara in un'intervista: «Io ho chiuso con la politica italiana e forse con la politica in generale.»[6]

Successivamente, dopo le elezioni politiche, Romano Prodi annuncia di lasciare la presidenza del PD. La decisione, già comunicata al segretario Veltroni a marzo, viene resa nota il 16 aprile 2008. [7]

Procedimenti giudiziari a carico di Romano Prodi

Romano Prodi è stato coinvolto in alcuni procedimenti giudiziari, in ciascuno di essi è stato riconosciuto non colpevole dalle accuse e non si è andati oltre le udienze preliminari: in alcuni casi è stata disposta l'archiviazione, in un caso si è prodotta sentenza, dichiarando il «non luogo a procedere» perché «il fatto non sussiste».

Presidenza dell'IRI e vendita della SME
Per approfondire, vedi la voce Vicenda SME.
Romano Prodi e l'allora Ministro per la Ricerca Scientifica e Tecnologica Luigi Granelli, subito dopo la firma dell'accordo IRI-CNR
Romano Prodi e l'allora Ministro per la Ricerca Scientifica e Tecnologica Luigi Granelli, subito dopo la firma dell'accordo IRI-CNR

Le vicende riguardanti la vendita, risalente al 1993, da parte dell'IRI delle proprie società alimentari, facenti capo principalmente alla finanziaria SME, è stata oggetto d'indagini da parte della magistratura, quindi Romano Prodi, in quanto presidente dell'IRI durante la privatizzazione, è stato oggetto d'investigazione, insieme al consiglio d'amministrazione dell'IRI. L'IRI, durante il primo mandato di Prodi, nel 1985 fallì nell'intento di cedere la SME a privati. Dopo aver ottenuto per l'intero assetto della società solo l'offerta d'acquisto della Buitoni di Carlo De Benedetti, con essa siglò una intesa preliminare, da far approvare dal proprio Cda e dal governo. L'accordo prevedeva la vendita dell'intera partecipazione dell'IRI, pari al 64% del capitale, della SME e la cessione della Sidalm, a un prezzo in linea con quanto stabilito dalle perizie effettuate su richiesta dell'ente pubblico a soggetti terzi[8]. Tale accordo non portò però ai suoi effetti. Nonostante l'approvazione all'unanimità del consiglio dell'IRI, fermamente intenzionata ad uscire dal settore alimentare, decisione appoggiata anche dal Comitato interministeriale per la Politica Industriale (CIPI), quanto stabilito saltò perché, alla fine, venne meno l'appoggio del governo, presieduto allora da Bettino Craxi, che vedeva come ministro per le Partecipazioni statali Clelio Darida, con cui il presidente dell'IRI aveva fino alla stipula dell'accordo relazionato sulla vicenda. Vi fu così un primo rinvio della decisione, causato dall'arrivo di una offerta anonima superiore del 10% di quella di De Benedetti poco prima dei termini a disposizione, seguita da una ulteriore offerta, da parte di Barilla, Berlusconi e Ferrero, davanti un'altra scadenza e da quelle di altri imprenditori. De Benedetti volle portare la questione con l'IRI in tribunale perché si sentì discriminato e pensò di poter far valere come contratto l'accordo firmato con Prodi. Dalla sentenza di primo grado, che diede torto alla Buitoni, scaturì il Processo SME, che vede imputati Silvio Berlusconi e altri per corruzione di giudici. Ciò nonostante, la sentenza in appello venne confermata, seppur criticandone le motivazioni addotte[9], e così anche in cassazione.

Toccata da problematiche giudiziarie, da dispute politiche e senza un esplicito assenso governativo, la questione della privatizzazione della SME venne nei successivi anni messa completamente da parte, nel 1988 un nuovo intervento del CIPI riconsiderò strategico il mantenimento del gruppo.

A distanza di molto tempo Berlusconi, nel corso del suo processo per corruzione di magistrati, durante il suo mandato di presidente del Consiglio, è intervenuto in sua difesa con delle dichiarazioni spontanee che hanno richiamato l'attenzione di Prodi. Qui ha sostenuto di aver fatto un'opera meritoria con il suo intervento, risparmiando allo Stato un cattivo affare, introducendo dubbi sulla correttezza della cessione a De Benedetti e al valore reale della partita. Ciò ha portato a una reazione di Prodi, allora presidente della Commissione, con la pubblicazione di comunicati stampa e documentazione in difesa del suo operato [10].

La vendita della SME avvenne solo tra il 1993 e il 1996, senza essere venduta per intero, ma suddivisa in varie parti. I procedimenti giudiziari che hanno coinvolto Prodi sono stati quattro, in tre è presente l'ipotesi di reato d'abuso d'ufficio. Il primo è iniziato dalle denunce contro ignoti di Giovanni Fimiani, un imprenditore condannato per bancarotta, che ha attribuito il fallimento delle proprie imprese al comportamento assunto dall'IRI. Richiamante l'intesa preliminare del 1985 per la cessione della SME dall'IRI alla Buitoni, venne archiviato nel 1997, ritenendo i magistrati privi di attendibilità le accuse di complotto ai suoi danni e i motivi avanzati dal denunciante sottostanti al fallimento delle proprie aziende. Per la vendita della Italgel alla Nestlé i magistrati convengono nell'archiviazione (1999), il reato ipotizzato viene escluso e si riconosce che il prezzo pagato dal compratore sia stato determinato secondo le procedure richieste.

Gli ultimi due casi riguardano la cessione della Cirio-Bertolli-De Rica e di parte di questa dalla Fisvi all'Unilever, che portò a una sentenza d'assoluzione nell'udienza preliminare, e delle consulenze che Prodi avrebbe svolto per Goldman Sachs e General Electric durante il mandato all'IRI, indagini seguite in conseguenza di un articolo della stampa, che parlava anche di evasione fiscale, di cui la magistratura conviene nel disporre l'archiviazione nel 2002.

Il caso Cirio

Nell'ambito delle indagini per la vendita della Cirio-Bertolli-De Rica, Romano Prodi era indagato per abuso d'ufficio. Prodi era stato nel 1990 advisory director della Unilever NV (Rotterdam) e della Unilever PLC (Londra), gruppo che secondo le indagini aveva gestito la trattativa attraverso la Fisvi. Secondo l'accusa quindi Prodi avrebbe favorito la Fisvi, sebbene questa non avesse i mezzi finanziari per acquistare la Cirio-Bertolli-De Rica, in modo da agevolare indirettamente l'Unilever, aggirando così l'obbligo di conseguimento del miglior prezzo previsto dalle direttive CIPE.

L'inchiesta fu nota dal 23 febbraio 1996 e portò a una sentenza di non luogo a procedere nell'udienza preliminare il 22 dicembre 1997, con la più ampia formula di proscioglimento «perché il fatto non sussiste». Il GUP Eduardo Landi citò nelle motivazioni anche la riforma dell'abuso d'ufficio, varata pochi mesi prima (il 10 luglio) su iniziativa dell'Ulivo e votata anche dalla coalizione avversaria.

La riforma dell'abuso di ufficio era prevista nei programmi di tutte le forze politiche presentatesi alle elezioni del 1996. Il lavoro su questo argomento era già stato avviato da diversi gruppi parlamentari e dal Governo Dini fino alle elezioni dell'aprile '96. Il provvedimento nasceva quindi non per iniziativa governativa ma per iniziativa parlamentare. La riforma, fu, fin dal maggio del '96, oggetto di un confronto con i sindaci di tutti gli orientamenti politici che sollecitavano provvedimenti tesi a far superare difficoltà, resistenze e ostacoli che appesantivano il lavoro delle amministrazioni locali.

L'abuso di ufficio, così com'era allora configurato, conferiva ai giudici un ampio potere discrezionale di giudizio nei confronti delle scelte degli amministratori locali, determinando sovente rallentamenti anche molto rilevanti delle attività delle amministrazioni, per questo la necessità di provvedere a questa riforma raccoglieva il consenso unanime degli amministratori locali sia di centrodestra sia di centrosinistra.

Il giudice pronunciò una sentenza di non luogo a procedere con la più ampia formula di proscioglimento (il fatto non sussiste) e con l'acquisizione di una perizia d'ufficio che accertò la congruità del prezzo di vendita della parte della SME ceduta. La sentenza confermò la regolarità del procedimento seguito per la vendita ed il Giudice ha inoltre accertato che Prodi non aveva avuto rapporti con Unilever e aveva comunque già cessato il proprio rapporto con Goldman Sachs nel periodo in cui è avvenuta la cessione di CBD a favore di Fisvi, cui è seguita quella parziale per il settore "olio" in favore di Unilever.

Alcuni hanno criticato tale riforma e la sua relazione con l'indagine su Prodi. I giornalisti Peter Gomez e Marco Travaglio definiscono «per certi versi imbarazzante[11]» il fatto che tra le motivazioni ci sia un riferimento alla legge varata dall'Ulivo, ma riconoscono che tale riferimento «non fu affatto decisivo per quella sentenza»[12] in quanto Prodi fu prosciolto perché il fatto non sussisteva. Secondo Silvio Berlusconi invece «Prodi s'è salvato grazie all'amnistia e alla modifica dell'abuso d'ufficio. Quelle sì che furono leggi ad personam, quando lui doveva rispondere davanti ad un GIP dei finanziamenti che le sue partecipazioni statali davano alla DC» (21 gennaio 2006). Tuttavia Romano Prodi non ha usufruito dell'amnistia e non è stato indagato per finanziamento illecito.

Consulenze Nomisma

In seguito alla sua prima elezione alla presidenza IRI nel 1982, a Prodi venne contestato di non aver abbandonato il ruolo di dirigente in Nomisma, configurando un potenziale conflitto di interessi.
Negli anni successivi l'IRI stipulò alcuni contratti di consulenza con la società, che portarono a dubitare sulla trasparenza dell'operazione: in un primo processo, concluso nel 1988, Romano Prodi venne assolto con formula piena in quanto alla luce delle indagini non si configurava reato nel suo comportamento.

Il giudice Francesco Paolo Casavola che lo assolse dichiarò::«L'idea che le commesse siano state affidate perché a richiederle erano il presidente dell'Iri e il suo assistente alle società collegate è verosimile, ma non assume gli estremi di reato».

Una seconda questione venne sollevata riguardo ad alcune consulenze nel settore Alta Velocità svolte da Nomisma tra il 1992 e il 1993. Prodi era stato scelto a partire dal 16 gennaio 1992 come "Garante del Sistema Alta Velocità" dai vertici delle Ferrovie dello Stato, con il compito di effettuare le valutazioni di impatto economico e ambientale legate alla costruzione della nuova rete TAV italiana. Una seconda commissione ("Comitato Nodi") composta dal professor Carlo Maria Guerci, da Giuseppe De Rita e dall'architetto Renzo Piano e presieduta da Susanna Agnelli, venne incaricata di elaborare un piano di riqualificazione delle strutture e dei servizi delle Ferrovie.
Prodi lasciò l'incarico di Garante il 20 maggio 1993 per tornare alla presidenza dell'IRI su richiesta dell'allora Presidente del Consiglio Carlo Azeglio Ciampi. Nel 1996 un'inchiesta sulla questione portò a una serie di 40 perquisizioni della Guardia di Finanza e al sequestro di numerosi documenti riguardanti la TAV, operazione disposta dal PM di Roma Giuseppa Geremia, e ad un'imputazione per concorso in abuso d'ufficio verso Ercole Incalza (ex amministratore della TAV) ed Emilio Maraini (ex-dirigente Italfer). Prodi non venne coinvolto direttamente in questa seconda inchiesta.

In seguito ad un articolo polemico [1] apparso sul Daily Telegraph in data 4 maggio 1999, a firma Ambrose Evans-Pritchard, l'Unione Europea ritenne di dover precisare la posizione di Prodi sulla questione [13], dichiarando che
« Il Sig. Prodi non ebbe ruolo decisionale nell'assegnazione dei contratti a Nomisma. Inoltre, il Sig. Prodi non aveva alcun interesse, finanziario o altro, in Nomisma. Non era azionista e non copriva alcun ruolo operativo o decisionale nella compagnia. Era semplicemente il presidente del comitato scientifico della compagnia. »


Commissioni parlamentari che coinvolgono Romano Prodi

Il "piattino" e il Presidente Moro

Il 10 giugno 1981, prim'ancora di affermarsi come politico, Romano Prodi fu chiamato a testimoniare davanti alla Commissione Moro perché aveva dichiarato di aver partecipato per gioco, il 2 aprile 1978, ad una sorta di seduta spiritica, durante un pranzo familiare in una casa di campagna di alcuni amici (tra cui Mario Baldassarri (esponente di AN, negli anni 80 membro del consiglio di amministrazione dell'ENI e viceministro per l'Economia e le Finanze dei governi Berlusconi II e Berlusconi III, al tempo del rapimento di Moro docente presso l'Università di Bologna) e Alberto Clò (economista ed esperto di politiche energetiche, ministro dell'Industria nel governo Dini e docente di economia all'Università di Modena), quest'ultimo propositore del gioco e proprietario della casa) con i suoi figli piccoli e il fratello, oltre ai suddetti ed alle relative fidanzate.

I commensali raccontarono agli inquirenti che nel corso della seduta iniziata per gioco, alla domanda dove è tenuto prigioniero Aldo Moro?, il piattino utilizzato avrebbe composto varie parole: prima alcune senza senso, poi Viterbo, Bolsena e Gradoli. Aldo Moro, rapito 17 giorni prima, il 16 marzo 1978, era al momento tenuto prigioniero dalle Brigate Rosse. Il professor Prodi, in seguito alla seduta, si recò a Roma il 4 aprile, e raccontò dell'indicazione al proprio conoscente Umberto Cavina, capo ufficio stampa dell'on. Benigno Zaccagnini.

Così riferì Prodi nel corso della testimonianza:
« Era un giorno di pioggia, facevamo il gioco del piattino, termine che conosco poco perché era la prima volta che vedevo cose del genere. Uscirono Bolsena, Viterbo e Gradoli. Nessuno ci ha badato: poi in un atlante abbiamo visto che esiste il paese di Gradoli. Abbiamo chiesto se qualcuno sapeva qualcosa e visto che nessuno ne sapeva niente, ho ritenuto mio dovere, anche a costo di sembrare ridicolo, come mi sento in questo momento, di riferire la cosa. Se non ci fosse stato quel nome sulla carta geografica, oppure se fosse stata Mantova o New York, nessuno avrebbe riferito. Il fatto è che il nome era sconosciuto e allora ho riferito. »


L'informazione fu ritenuta attendibile dal momento che, quattro giorni dopo, il 6 aprile, la questura di Viterbo, su ordine del Viminale, organizzò un blitz armato nel borgo medievale di Gradoli, vicino Viterbo, alla ricerca della prigione di Moro. Tuttavia, fu trascurata un'altra indicazione che la moglie dell'onorevole Moro avrebbe ripetutamente fornito, relativa all'esistenza a Roma di una "via Gradoli" (Francesco Cossiga, all'epoca Ministro dell'interno, in seguito smentì energicamente la signora Moro). Fallito il blitz conseguente alla seduta spiritica, il 18 aprile i vigili del fuoco, a causa di una perdita d'acqua, scoprirono a Roma, in via Gradoli 96, un covo delle Brigate Rosse da poco abbandonato, che si sarebbe rivelato come la base operativa del capo della colonna romana delle BR, Mario Moretti, il quale aveva preso parte all'agguato di via Fani.

Il caso venne riaperto nel 1998 dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo e le stragi, Il fine della Commissione era accertare se la vicenda della seduta spiritica fosse in realtà un modo per celare la vera fonte del nome "Gradoli" (per esempio un informatore vicino alle BR) e capire se il nome "Gradoli" fosse stato comunicato con tanta celerità alle forze dell'ordine con lo scopo di salvare Moro. L'allora presidente del consiglio Prodi, dati gli impegni politici di poco precedenti alla caduta del suo governo nell'ottobre 1998, si disse indisponibile per ripetere l'audizione; si dissero disponibili Mario Baldassarri[14] ed Alberto Clò [15], entrambi, pur ammettendo di non credere allo spiritismo e di non aver più effettuato sedute spiritiche dopo quella, confermarono la genuinità del risultato della seduta (alla critica sul fatto che qualcuno avrebbe potuto guidare il piattino, Clò sostenne che la parola "Gradoli", così come "Bolsena" e "Viterbo", si erano formate più volte e con partecipanti diversi) e dichiararono che né loro, né, per quanto ne sapevano, nessuno dei presenti (partecipanti al gioco del piattino o meno) aveva conoscenze nell'ambiente dell'Autonomia bolognese o negli ambienti vicini alle BR.

C'è da dire che oggi, alla luce di nuove conoscenze sugli anni di piombo, alcuni suppongono che nei fatti relativi al rapimento Moro vi possa essere stato anche il coinvolgimento di servizi segreti, come la CIA ed il Mossad e della P2[16].

Telekom Serbia
Per approfondire, vedi la voce Affare Telekom Serbia.

Presunti rapporti col KGB
Per approfondire, vedi la voce Dossier Mitrokhin.

L'indicazione secondo la quale Romano Prodi sarebbe stato un uomo di riferimento del KGB in Italia si rifà alle affermazioni dell'eurodeputato inglese Gerald Batten dell'United Kingdom Independence Party, che sosteneva di averla ricevuta dalla spia russa Alexander Litvinenko, morto il 23 novembre 2006 per avvelenamento. Batten, richiedendo un inchiesta, dichiarava il 3 aprile 2006 davanti al Parlamento Europeo a Strasburgo:
« un cittadino residente nel mio collegio elettorale, Alexander Litvinenko, è un ex tenente colonnello dell'FSB della Federazione russa, l'organismo che ha preso il posto del KGB. Avendo denunciato le attività illegali dell’FSB, il signor Litvinenko è stato costretto a cercare asilo politico all'estero; prima di scegliere il luogo in cui rifugiarsi, egli ha consultato il suo amico generale Anatoly Trofimov, ex vicedirettore dell'FSB. A quanto sembra, il generale Trofimov ha dato al signor Litvinenko il seguente consiglio: "Non andare in Italia, perché lì tra gli uomini politici ci sono molti agenti del KGB; il nostro agente in Italia è Romano Prodi". »

(Trascrizione delle dichiarazioni di Gerald Batten a Strasburgo il 3 aprile 2006[17])

Dopo la morte di Litvinienko, tuttavia, il quotidiano La Repubblica pubblicò un'intervista che questi aveva rilasciato il 3 marzo 2005, un anno prima delle dichiarazioni di Batten, in cui l'ex agente del KGB affermava che Mario Scaramella, il quale lo stava interrogando per conto della commissione Mitrokhin, insisteva per avere informazioni che potessero legare Prodi al rapimento di Moro o al KGB, ma che lui non aveva mai sentito parlare di Prodi e che non conosceva alcun dettaglio sul sequestro:
« Mario mi raccontò che Prodi conosceva l'indirizzo dove le BR tenevano sequestrato Moro per averlo appreso durante una seduta spiritica. Mi chiese se non ritenevo che Prodi avesse appreso del covo dal KGB. Mi chiese anche se il sequestro non fosse stato organizzato dal KGB e se avesse addestrato le BR. Dissi che non conoscevo alcun dettaglio del sequestro e che non avevo mai sentito parlare di Prodi. Osservai soltanto che, se volevano il mio parere di esperto, era poco credibile che Prodi avesse appreso la notizia durante una seduta spiritica e che sicuramente il KGB aveva seguito il sequestro provando ad acquisire informazioni. Io non avevo e non ho nessun tipo di prove su Prodi. »

( E Litvinenko raccontò "Volevano sapere di Prodi", intervista a Aleksandr Litvinenko, "La Repubblica" 26 novembre 2006 [18].)

In un'intervista su La Repubblica Oleg Gordievskij, anche lui ex agente del KGB e poi collaboratore del MI6, sostenne invece di aver partecipato ad un incontro con Litvinienko e Scaramella in cui il primo avrebbe riportato le parole pronunciate da Anatoly Trofimov ("Prodi è un nostro uomo"). Gordievskij tuttavia nell'intervista aggiunse che secondo lui Litvinienko stava mentendo e che l'informazione era stata attribuita ad una fonte, Anatolij Trofimov, che non avrebbe potuto in ogni caso smentirla in quanto era stato ucciso, sottolineando più volte la scarsa attendibilità dello stesso Scaramella. Gordievskij afferma anche che sia Scaramella che Guzzanti (presidente della commissione parlamentare d'inchiesta Mitrokhin), oltre ad alcuni eurodeputati inglesi, stavano facendo pressioni su di lui per avere informazioni che potessero legare Prodi ed altri politici della sinistra italiana al KGB (informazioni che lui non possedeva), e che Litvinienko, a causa di continue difficoltà economiche, aveva probabilmente deciso di riferire a Scaramella quello che quest'ultimo voleva sentirsi dire[19].

Dal momento che molte delle accuse mosse a Prodi non sono poi state supportate da prove reali i suoi sostenitori ritengono che vi sia in realtà stata, da parte dei suoi nemici politici, una precisa strategia volta a causare danni alla credibilità dello stesso Prodi attaccandone la reputazione (strategia che in inglese viene indicata come character assassination). Questo è quanto sarebbe emerso dalle intercettazioni telefoniche di Mario Scaramella, membro della commissione Mitrokhin il quale è stato successivamente arrestato per ordine della magistratura per i reati di traffico internazionale di armi e violazione del segreto d'ufficio. Secondo tale posizione uno strumento democratico come una Commissione parlamentare sarebbe stato utilizzato come mezzo di lotta politica.[20]

Il 22 gennaio 2008 la Giunta per le immunita’ parlamentari del Senato, rispondendo alle richieste del Gip di Roma, ha però ritenuto non utilizzabili in quanto illegali le intercettazioni telefoniche che riguardano Paolo Guzzanti, tra cui quelle tra questo e Mario Scaramella. [21] [22] Lo stesso Scaramella nel febbraio 2008 è stato condannato (con un patteggiamento) a quattro anni di carcere per concorso in importazione, detenzione e porto di munizionamento da guerra, esplosivo e armi, e per il quello che riguarda il reato di calunnia nei confronti dell'ex agente del KGB Alexander Talik, accusato di voler organizzare un attentato contro di lui, il suo interprete e Paolo Guzzanti.[23] [24]


Principali pubblicazioni

Pubblicazioni accademiche
Romano Prodi al 33° vertice G8 a Heiligendamm 2007
Romano Prodi al 33° vertice G8 a Heiligendamm 2007

* Modello di sviluppo di un settore in rapida crescita: l'industria della ceramica per l'edilizia, Franco Angeli, Milano, 1966
* Concorrenza dinamica e potere di mercato. Politica industriale e fusioni d'impresa, Franco Angeli, Milano, 1967
* La diffusione dell'innovazione nell'industria italiana, Il Mulino, Bologna, 1973
* Sistema economico e sviluppo industriale in Italia, Il Mulino, Bologna, 1973
* "Italy", in Big Business and the State: Changing Relations in Western Europe, ed. R. Vernon, Harvard University Press, Cambridge Mass., 1974
* "Le trasformazioni dei modi di produrre e delle dimensioni delle imprese", in Quali imprese e quali uomini per la società degli anni ottanta, ed. C. Pastore, Milano, 1977
* "Un diverso modello per uscire dalla crisi", in Industria in crisi: soluzione nazionale o europea?*, ed. F. Grassini, Franco Angeli, Milano, 1978
* "Italia" in L'intervento pubblico nell'industria: Un'analisi comparata, ed. R. Vernon, Il Mulino, Bologna, 1978
* Per una riconversione e ristrutturazione dell'industria italiana, Il Mulino, Bologna, 1980
* La crisi delle partecipazioni statali: Conseguenze economiche di faticosi processi di decisione, L'Industria, n. 1, 1990
* La dimensione economica dei nuovi equilibri europei (discorso di inaugurazione dell'anno accademico 1989-90, Università di Bologna), L'Industria, n. 1, 1990
* C'è un posto per l'Italia fra i due capitalismi?, Il Mulino, n. 1, 1991
* Una crisi non solo politica: L'industria italiana a rischio, Il Mulino, n. 5, 1991
* Modello strategico per le privatizzazioni, Il Mulino, n. 5, 1992
* Il tempo delle scelte, Il Sole 24 Ore Libri, Milano, 1992 (II edizione 1995)
* Privatizzazioni e sviluppo delle piccole e medie imprese: Due grandi occasioni per rifondare la politica industriale in Italia, Rivista di politica economica, X (ottobre 1992), in collaborazione con Daniele de Giovanni
* La società istruita. Perché il futuro italiano si gioca in classe, Il Mulino, n. 2, 1993
* Istituzioni economiche, istituzioni politiche", Il Mulino, n. 6, 1995, in collaborazione con Franco Mosconi
* Economia e istituzioni nella società di fine secolo, in collaborazione con Franco Mosconi, in *"Cambiamento delle istituzioni e nuovo sviluppo in Italia e in Europa", ed. P. Bianchi, supplemento alla rivista L'Industria, Il Mulino, Bologna, 1996
* Il capitalismo ben temperato, Il Mulino, Bologna, 1995

Pubblicazioni politiche

* Governare l'Italia. Manifesto per il cambiamento, Donzelli, Roma, 1995
* L'Italia che vogliamo, Donzelli, Roma, 1995
* Un'idea dell'Europa, Il Mulino, Bologna, 1999 (edizione inglese: Europe as I see it, Blackwell/Polity, Oxford, 2000).
* Insieme (con Flavia Franzoni), San Paolo, 2005
* Ci sarà un'Italia. Dialogo sulle elezioni più importanti per la democrazia italiana (con Furio Colombo), Feltrinelli, 2006
* La mia visione dei fatti. Cinque anni di governo in Europa, Il Mulino, Bologna, 2008.

Riconoscimenti

Lauree

* Laurea in Giurisprudenza (110 e lode) Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (1961)

Lauree Honoris Causa:

* Università di Sofia (Bulgaria, 1998)
* Universitat Politecnica di Barcellona (Spagna, 1998)
* Università di Madras (India, 1998)
* Brown University (Stati Uniti, 1999)
* Università del Michigan (Stati Uniti, 1999)
* Università di Modena e Reggio Emilia (2000)
* Accademia di Studi economici di Bucarest (Romania, 2000)
* Università Cattolica di Lovanio (Belgio, 2000)
* Università di Malta (2000)
* Università di St. Gallen (Svizzera, 2000)
* Università di Ottawa (Canada, 2000)
* Università Kyung Hee, (Corea del Sud, 2000)
* Università di Pisa (2001)
* Università di Tirana (Albania, 2001)
* Instituto de Empresa di Madrid (Spagna, 2002)
* Università di Oxford (Regno Unito, 2002)
* Università di Tunisi (Tunisia, 2003)
* Università di Torino (2004)
* Università di Lublino (Polonia, 2004)
* Università Cattolica di Milano (Italia, 2007)

Onorificenze e tributi
Cavaliere di Gran Croce Ordine al merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria

Cavaliere di Gran Croce Ordine al merito della Repubblica Italiana
— Roma, 2 giugno 1993

* Membro onorario della London School of Economics and Political Science (1989)
* Membro onorario della Real Academia de Ciencias Morales y Politicas di Madrid (1997)
* Premio Schumpeter della Società Schumpeter di Vienna (1999)
* Medaglia d'oro per l'economia dall'Università di Pavia (2002)

Curiosità

* Prodi è stato ritratto su un fumetto Marvel (Uncanny X-Men 402 e 407) nella sua veste di presidente della Commissione Europea.

Ah, beata ignoranza.
Il maggior economista e statista italiano dai tempi di De Gasperi non è stato nulla di particolare.:muro: :muro:
Ma ascoltiamo Fede e guardiamo Amici che è meglio.:rolleyes:

Quello che c'e' scritto x me nn ha alcuna importanza.X valutarlo bastava ascoltare le sue parole e tentare di capire cosa diceva (una vera impresa credo x tutti).E nn lo dico xke' sono di dx, perche' riesco a capire perfettamente ogni esponente del csx (anche dipietre).E con questo ho detto tutto.:D

ELISAMAC1
16-04-2008, 22:40
Se non avesse avuto una manica di rissosi lazzaroni al governo, avrebbe potuto fare di più al governo...purtroppo paga il fatto di non aver mai avuto un partito e una forza propria con la quale mettere a posto i nanetti...poi certo, si è complicato la vita con la ridicola idea dell'autosufficienza. :fagiano:

Troppo facile tirare fuori questa scusa.Se voleva poteva fare delle belle proposte e sarebbero state votate da tutti.Purtroppo nn ne sono mai sentite dalla sua bocca.

knivv
16-04-2008, 22:41
Quello che c'e' scritto x me nn ha alcuna importanza.X valutarlo bastava ascoltare le sue parole e tentare di capire cosa diceva (una vera impresa credo x tutti).E nn lo dico xke' sono di dx, perche' riesco a capire perfettamente ogni esponente del csx (anche dipietre).E con questo ho detto tutto.:D

c'è già un topic aperto piu indietro ( http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1724538 ) e ripeto, come già detto nell'altro topic (creato da me), che a mio parere Prodi rimane un signore.

ennys
16-04-2008, 22:41
Il maggior economista e statista italiano dai tempi di De Gasperi

Chissà che contento sarà De Gasperi di cotal paragone...

ELISAMAC1
16-04-2008, 22:41
Lascia la direzione del Pd, non la politica. Come ha fatto Bertinotti!

Speriamo nn ci ripensi come aveva fatto a suo tempo fausto.

zerothehero
16-04-2008, 22:42
Troppo facile tirare fuori questa scusa.Se voleva poteva fare delle belle proposte e sarebbero state votate da tutti.Purtroppo nn ne sono mai sentite dalla sua bocca.

Ci credi veramente a quello che dici? :D

killercode
16-04-2008, 22:43
Quello che c'e' scritto x me nn ha alcuna importanza.X valutarlo bastava ascoltare le sue parole e tentare di capire cosa diceva (una vera impresa credo x tutti).E nn lo dico xke' sono di dx, perche' riesco a capire perfettamente ogni esponente del csx (anche dipietre).E con questo ho detto tutto.:D

grande maturità giudicare uno da come parla, Stephen Hawking ringrazia :rolleyes:

ELISAMAC1
16-04-2008, 22:43
c'è già un topic aperto piu indietro ( http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1724538 ) e ripeto, come già detto nell'altro topic (creato da me), che a mio parere Prodi rimane un signore.
Scusatemi l'avevo cercato e non lo avevo trovato.:(

ELISAMAC1
16-04-2008, 22:44
Ci credi veramente a quello che dici? :D

YES:D

grande maturità giudicare uno da come parla, Stephen Hawking ringrazia :rolleyes:

Da uno come si fa capire.E questo aveva molta difficoltà.

Quadrifoglio
16-04-2008, 22:46
probabilmente se ci fossero stati al governo sempre uomini come lui ora l'italia non sarebbe nella merda fino al collo....
peccato, per due volte ha tentato di risanare l'italia e per due volte l'hanno inculato inculando anche noi....

zerothehero
16-04-2008, 22:46
Prodi era così tenuto per le palle dai rissosi ricattatori che non poteva neanche prendersi i meriti per la base di Vicenza, dicendo che il sindaco aveva deciso in merito.
MA ci rendiamo conto?
Infatti adesso (giustamente) se la riderà della grossa... (dove andranno senza di me?)

evelon
16-04-2008, 22:48
Ah, beata ignoranza.
Il maggior economista e statista italiano dai tempi di De Gasperi non è stato nulla di particolare.:muro: :muro:
Ma ascoltiamo Fede e guardiamo Amici che è meglio.:rolleyes:

Sarà pure un bravo economista (ho più di un dubbio ma tant'è..)

Di certo che nella attuale situazione, con quel governo, con questa congiuntura astrale, con gli ufo attorno alla terra etc....ha fatto malissimo il suo mestiere.

Quindi una di queste:
a) è incapace
b) è capace ma non gli andava
c) non c'è riuscito

zuper
16-04-2008, 22:48
grande maturità giudicare uno da come parla, Stephen Hawking ringrazia :rolleyes:

si ma hawking ha la scusa che nessuno lo capisce perchè dice cose TROPPO INTELLIGENTI :D:D

ELISAMAC1
16-04-2008, 22:50
probabilmente se ci fossero stati al governo sempre uomini come lui ora l'italia non sarebbe nella merda fino al collo....
peccato, per due volte ha tentato di risanare l'italia e per due volte l'hanno inculato inculando anche noi....

Tutti sono buoni a mettere tasse e basta!!!:eek:

killercode
16-04-2008, 22:50
si ma hawking ha la scusa che nessuno lo capisce perchè dice cose TROPPO INTELLIGENTI :D:D
Touchè :D

rap
16-04-2008, 22:52
Finalmente! è una settimana piena di ottime notizie! :rotfl:

Quadrifoglio
16-04-2008, 23:00
Tutti sono buoni a mettere tasse e basta!!!:eek:

se per te ha messo solo tasse quol dire che non hai mai letto nulla di quello che ha fatto e ti fidi ciecamente dalla tv del berlusca; informati che è meglio....
ci sarà un motivo se in europa non è disprezzato ma è stato anche presidente della commissione europea al contrario del tuo begnamino.

ti fidi troppo del tuo "Dio" berlusconi, te lo abbiamo già detto diverse volte....

zuper
16-04-2008, 23:01
se per te ha messo solo tasse quol dire che non hai mai letto nulla di quello che ha fatto e ti fidi ciecamente dalla tv del berlusca; informati che è meglio....
ci sarà un motivo se in europa non è disprezzato ma è stato anche presidente della commissione europea al contrario del tuo begnamino.

ti fidi troppo del tuo "Dio" berlusconi, te lo abbiamo già detto diverse volte....

c'era qualcuno che si era salvato il 3d sui commenti europei riguardo al prodi :D:D

forse fastfreddy????

zuper
16-04-2008, 23:03
c'era qualcuno che si era salvato il 3d sui commenti europei riguardo al prodi :D:D

forse fastfreddy????

cazzo ma chi sono??????

http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1175157

Valuk
16-04-2008, 23:06
Come economista è sicuramente meglio dell' economista autoproclamato Givluo Tvemonti :asd: :asd:

evelon
16-04-2008, 23:12
se per te ha messo solo tasse quol dire che non hai mai letto nulla di quello che ha fatto e ti fidi ciecamente dalla tv del berlusca; informati che è meglio....
ci sarà un motivo se in europa non è disprezzato ma è stato anche presidente della commissione europea al contrario del tuo begnamino.

ti fidi troppo del tuo "Dio" berlusconi, te lo abbiamo già detto diverse volte....

Guarda, io berlusconi non ce l'ho tra le persone "stimabili" eppure.....è difficile dire che prodi non è disprezzato in europa...

La prova fatta alla guida della commissione eu è stata un mezzo disastro (o forse un disastro completo)

killercode
16-04-2008, 23:13
cazzo ma chi sono??????

http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1175157

E' indubbio che Prodi fosse uno schifo rispetto alla media europea, ma ha salvato il culo all'Italia facendola entrare nell'euro

ilratman
16-04-2008, 23:15
Tutti sono buoni a mettere tasse e basta!!!:eek:

finalmente qualcuno che mi può rispondere perchè sinceramente non ho ancora capito e nessuno mi ha ancora detto che tasse ha messo.

non lo faccio per polemica ma sinceramente io non lo ho capito e siccome non mi piacciono le cose per sentito dire ti chiedo solo di spiegarmi.

sono mesi che tutti dicono questa cosa ma nessuna mi ha ancora saputo dire che tasse ha messo in più o quali ha aumentato in maniera così pesante, anche perchè sinceramente io non me ne sono accorto.

zerothehero
16-04-2008, 23:18
E' indubbio che Prodi fosse uno schifo rispetto alla media europea, ma ha salvato il culo all'Italia facendola entrare nell'euro

Io invece lo reputo sopra la media... aver gestito per due volte un asilo con 10 e più partiti non è facile. :fagiano:

zuper
16-04-2008, 23:21
E' indubbio che Prodi fosse uno schifo rispetto alla media europea, ma ha salvato il culo all'Italia facendola entrare nell'euro
e come ce l'ha fatta entrare nell'euro scusami?

con l'unico modo che conosce

LE TASSE!!!!!!!

http://it.wikipedia.org/wiki/Eurotassa

sander4
16-04-2008, 23:22
Prodi era così tenuto per le palle dai rissosi ricattatori che non poteva neanche prendersi i meriti per la base di Vicenza, dicendo che il sindaco aveva deciso in merito.
MA ci rendiamo conto?
Infatti adesso (giustamente) se la riderà della grossa... (dove andranno senza di me?)

Prodi è stato un ottimo presidente del consiglio, politico e economista.

Ci ha trainato nell'euro, grande merito; è l'unico che è riuscito a risanare questo paese in passato e che nell'ultimo governo ha avuto il coraggio di prendere decisioni impopolari, chiamando Padoa Schioppa a mettere a posto i conti. Uno che in un altro paese con i conti come i nostri sarebbe ministro sempre, non a caso è alla guida dell' IMFC.

Se avesse avuto anche Prodi una maggioranza al senato, non dico 40 senatori o 60 come Silvio, ma anche dieci, non sarebbe stato sotto ricatto di Dini, Mastella & company, e avrebbe potuto governare per cinque anni e senza compromessi. Nonostante ciò, riuscire a reggere due anni con un voto in più e ricatti incrociati è stata un'impresa.

Penso che non ce lo meritiamo comunque Prodi, ci meritiamo la finanza creativa di Tvemonti.

scorpionkkk
16-04-2008, 23:22
finalmente qualcuno che mi può rispondere perchè sinceramente non ho ancora capito e nessuno mi ha ancora detto che tasse ha messo.

non lo faccio per polemica ma sinceramente io non lo ho capito e siccome non mi piacciono le cose per sentito dire ti chiedo solo di spiegarmi.

sono mesi che tutti dicono questa cosa ma nessuna mi ha ancora saputo dire che tasse ha messo in più o quali ha aumentato in maniera così pesante, anche perchè sinceramente io non me ne sono accorto.

ma lascia perde..perdi tempo tu, perdono tempo loro...

è come se stessi andando a dire ai fans del grande fratello le ragioni per cui se lo vedono..e che ti devono rispondere? ..."boh"

ilratman
16-04-2008, 23:23
ma lascia perde..perdi tempo tu, perdono tempo loro...

è come se stessi andando a dire ai fans del grande fratello le ragioni per cui se lo vedono..e che ti devono rispondere? ..."boh"

:rotfl:

almeno spero che fra un po' lo facciano a reti unificate, così è la volta buona che non pago più il canone.

scorpionkkk
16-04-2008, 23:23
Tutti sono buoni a mettere tasse e basta!!!:eek:

ora col governo Berlusconi ci facciamo due risate...:D

_TeRmInEt_
16-04-2008, 23:24
Se non avesse avuto una manica di rissosi lazzaroni al governo, avrebbe potuto fare di più al governo...purtroppo paga il fatto di non aver mai avuto un partito e una forza propria con la quale mettere a posto i nanetti...poi certo, si è complicato la vita con la ridicola idea dell'autosufficienza. :fagiano:

E due... mi spavento :O

zuper
16-04-2008, 23:26
Prodi è stato un ottimo presidente del consiglio, politico e economista.

Ci ha trainato nell'euro, grande merito; è l'unico che è riuscito a risanare questo paese in passato e che nell'ultimo governo ha avuto il coraggio di prendere decisioni impopolari, chiamando Padoa Schioppa a mettere a posto i conti. Uno che in un altro paese con i conti come i nostri sarebbe ministro sempre, non a caso è alla guida dell' IMFC.

Se avesse avuto anche Prodi una maggioranza al senato, non dico 40 senatori o 60 come Silvio, ma anche dieci, non sarebbe stato sotto ricatto di Dini, Mastella & company, e avrebbe potuto governare per cinque anni e senza compromessi. Nonostante ciò, riuscire a reggere due anni con un voto in più e ricatti incrociati è stata un'impresa.

Penso che non ce lo meritiamo comunque Prodi, ci meritiamo la finanza creativa di Tvemonti.

http://it.wikipedia.org/wiki/Eurotassa

killercode
16-04-2008, 23:27
Io invece lo reputo sopra la media... aver gestito per due volte un asilo con 10 e più partiti non è facile. :fagiano:

La media europea è più alta di quella italiana, se in Italia è un buon politico in europa è uno scarso politico

e come ce l'ha fatta entrare nell'euro scusami?

con l'unico modo che conosce

LE TASSE!!!!!!!

http://it.wikipedia.org/wiki/Eurotassa
L'importante è il risultato, e il risultato ci ha salvato, anche se per ottenerlo abbiamo sofferto un pò

scorpionkkk
16-04-2008, 23:27
:rotfl:

e hai sbagliato faccina ..dovevi mettere questa...:cry: :cry: ..perchè c'è solo da piangere...

l'altro giorno un anziano mi ha detto che ha votato Berlusconi perchè "almeno sorride e ti mette allegria"..l'altro era troppo serio...che gli devo rispondere?..."bravo!".
Un altro ha votato destra perchè voleva votare Rutelli a Roma ma lui alterna sempre i voti quindi alle politiche ha votato a destra..anche a lui che gli dico..."bravo".

Ora che so queste cose il prox candidato contro Berlusconi sarà Macario con due dadi in mano..

Le elezioni sono cosi...

zuper
16-04-2008, 23:28
L'importante è il risultato, e il risultato ci ha salvato, anche se per ottenerlo abbiamo sofferto un pò

dal link

Nonostante il raggiungimento dell'obiettivo prefissato, l'eurotassa è stata criticata come esempio di politica economica triviale e poco elaborata, tesa a scaricare sui cittadini le colpe della politica, incapace di trovare una propria politica di risanamento

killercode
16-04-2008, 23:30
dal link
ho già risposto su, CI HA SALVATI

ilratman
16-04-2008, 23:31
e hai sbagliato faccina ..dovevi mettere questa...:cry: :cry: ..perchè c'è solo da piangere...

l'altro giorno un anziano mi ha detto che ha votato Berlusconi perchè "almeno sorride e ti mette allegria"..l'altro era troppo serio...che gli devo rispondere?..."bravo!".
Un altro ha votato destra perchè voleva votare Rutelli a Roma ma lui alterna sempre i voti quindi alle politiche ha votato a destra..anche a lui che gli dico..."bravo".

Ora che so queste cose il prox candidato contro Berlusconi sarà Macario con due dadi in mano..

Le elezioni sono cosi...

io :rotfl: per non :cry:

pensa che sono 4 anni che non vedo più assiduamente mia madre perchè adesso abito in un'altra regione e non avendole spiegato nulla indovina un po' cosa mi è andata a votare, non ci potevo credere, lei che ha insegnato a me adesso che è un po' rinco si è fatta convincere dalle tv.

zuper
16-04-2008, 23:32
ho già risposto su, CI HA SALVATI

eh no....se uno ci "salva" con le tasse....

CI SIAMO SALVATI NOI!!!

lui non ha proprio fatto un bel nulla..come riportato dal link...

incapace di trovare una propria politica di risanamento

zerothehero
16-04-2008, 23:32
E due... mi spavento :O

Le ho sempre pensate queste cose...come mai ti spaventi solo adesso? :D

Willy McBride
16-04-2008, 23:37
dal link

ma che discorso del piffero è? al solito in Italia è sempre colpa di qualcun altro. Adesso va di moda la casta dei politici, ma chi è che li vota i politici, chi è che negli anni '80 ha continuato a mandare continuamente al governo gente che raddoppiava il debito pubblico, assumeva 200.000 ferrovieri e non costruiva un chilometro di rotaie, spendeva e spandeva ipotecando il futuro?
in europa bisognava entrare e l'eurotassa, restituita al 60%, era l'unico modo per farlo

zerothehero
16-04-2008, 23:38
La media europea è più alta di quella italiana, se in Italia è un buon politico in europa è uno scarso politico


Prendiamo l'ipersopravvalutato Zapatero e mettiamolo in Italia..
Secondo te quanti minuti sarebbe durato con la stessa maggioranza che ha avuto Prodi?
Troppo facile governare con un grande partito socialista..vorrei vederlo con MAstella, Dini, Turigliatto ( :asd: ), 2 partiti comunisti, 25 ministri e 101 sottosegretari + altri componenti dell'asilo mariuccia...vorrei vedere cosa potrebbe fare Zapatero senza partito e con la consapevolezza di essere presidente del consiglio solo perchè i DS non potevano (per tenere unita la coalizione) mettere uno dei loro.

zuper
16-04-2008, 23:38
ma che discorso del piffero è? al solito in Italia è sempre colpa di qualcun altro. Adesso va di moda la casta dei politici, ma chi è che li vota i politici, chi è che negli anni '80 ha continuato a mandare continuamente al governo gente che raddoppiava il debito pubblico, assumeva 200.000 ferrovieri e non costruiva un chilometro di rotaie, spendeva e spandeva ipotecando il futuro?
in europa bisognava entrare e l'eurotassa, restituita al 60%, era l'unico modo per farlo

ok hai ragione...

ma tu consideri un MERITO l'averci fatto entrare in europa GRAZIE ad una tassa pagata da noi???

ilratman
16-04-2008, 23:39
ma che discorso del piffero è? al solito in Italia è sempre colpa di qualcun altro. Adesso va di moda la casta dei politici, ma chi è che li vota i politici, chi è che negli anni '80 ha continuato a mandare continuamente al governo gente che raddoppiava il debito pubblico, assumeva 200.000 ferrovieri e non costruiva un chilometro di rotaie, spendeva e spandeva ipotecando il futuro?
in europa bisognava entrare e l'eurotassa, restituita al 60%, era l'unico modo per farlo

tanto fra un po' ne usciamo e forse ce la ridanno no!

comunque l'autore del tread non ha ancora risposto alla mia domanda! :(

Willy McBride
16-04-2008, 23:42
ok hai ragione...

ma tu consideri un MERITO l'averci fatto entrare in europa GRAZIE ad una tassa pagata da noi???

sì, è stato un MERITO aver avuto il coraggio di adottare una misura così impopolare ma necessaria, quando un altro governo avrebbe fatto finta di niente, minimizzato l'importanza dell'europa (che ci frega dell'europa, non c'abbiamo la piccola media impresa) e buttato via l'ennesima occasione per paura di dire alla gente che per i grandi obiettivi è necessario soffrire e che non si può sempre tirare avanti truccando i bilanci dello stato

zuper
16-04-2008, 23:43
sì, è stato un MERITO aver avuto il coraggio di adottare una misura così impopolare ma necessaria, quando un altro governo avrebbe fatto finta di niente, minimizzato l'importanza dell'europa (che ci frega dell'europa, non c'abbiamo la piccola media impresa) e buttato via l'ennesima occasione per paura di dire alla gente che per i grandi obiettivi è necessario soffrire e che non si può sempre tirare avanti truccando i bilanci dello stato

scusami ma non sono d'accordo...

è troppo facile dire...mmmm ho bisogno di soldi, dove vado a prenderli???

metto una nuova tassa!!!

ma che merito è????

zuper
16-04-2008, 23:46
in europa bisognava entrare e l'eurotassa, restituita al 60%, era l'unico modo per farlo

mi ero dimenticato di ricordarti che prodi disse che l'avrebbe restituita COMPLETAMENTE

Willy McBride
16-04-2008, 23:51
scusami ma non sono d'accordo...

è troppo facile dire...mmmm ho bisogno di soldi, dove vado a prenderli???

metto una nuova tassa!!!

ma che merito è????

scusa ma che doveva fare? si è insediato nel 1996 e i conti dovevano essere a posto nel 1997, doveva stampare moneta falsa nel bagno di palazzo chigi e vendere i beni del demanio al ministero degli interni che poi li rivendeva ai lavori pubblici che poi li rivendevano alla banca d'italia che poi li rivendeva al demanio e così da qualche parte spuntavano 4000 miliardi di lire?
ha detto onestamente agli italiani che per non restare fuori servivano soldi, e gli italiani hanno pagato e centrato l'obiettivo. e il 60% dei soldi sono stati restituiti, per non parlare del risparmio enorme per lo stato, per le imprese e per chiunque avesse un mutuo grazie ai tassi più bassi e alla protezione che l'avere finalmente una moneta robusta ci ha garantito durante le varie crisi che si sono susseguite negli ultimi 10 anni

ma chi gliel'ha fatto fare, avesse anche lui raccontato palle e promesso mari, monti e ponti sugli stretti probabilmente sarebbe durato fino al 2001 e magari avrebbe pure vinto di nuovo

tanto che ce frega dell'europa, c'abbiamo la piccola media impresa che fa la guerra ai cinesi a chi vende a prezzi più bassi

zuper
16-04-2008, 23:53
scusa ma che doveva fare? si è insediato nel 1996 e i conti dovevano essere a posto nel 1997, doveva stampare moneta falsa nel bagno di palazzo chigi e vendere i beni del demanio al ministero degli interni che poi li rivendeva ai lavori pubblici che poi li rivendevano alla banca d'italia che poi li rivendeva al demanio e così da qualche parte spuntavano 4000 miliardi di lire?
ha detto onestamente agli italiani che per non restare fuori servivano soldi, e gli italiani hanno pagato e centrato l'obiettivo. e il 60% dei soldi sono stati restituiti, per non parlare del risparmio enorme per lo stato, per le imprese e per chiunque avesse un mutuo grazie ai tassi più bassi e alla protezione che l'avere finalmente una moneta robusta ci ha garantito durante le varie crisi che si sono susseguite negli ultimi 10 anni

ma chi gliel'ha fatto fare, avesse anche lui raccontato palle e promesso mari, monti e ponti sugli stretti probabilmente sarebbe durato fino al 2001 e magari avrebbe pure vinto di nuovo

un pdc serve anche a questo....

se no son bravo pure io a farlo...

servono soldi? aumento le tasse!

dave4mame
16-04-2008, 23:54
Chissà che contento sarà De Gasperi di cotal paragone...

con buona pace, come economista, di ciampi...

Willy McBride
16-04-2008, 23:55
un pdc serve anche a questo....

se no son bravo pure io a farlo...

servono soldi? aumento le tasse!

cazzo, che imbecille sto prodi. doveva telefonarti "zuper, non so che fare" "romano, non ti preoccupare, c'ho un piano già pronto. vendiamo le eolie agli americani, la sardegna all'emiro del dubai, poi tagliamo l'aliquota al 2.5% e se servono soldi noleggiamo tutti i secondogeniti ai bordelli paraguaiani"

zuper
16-04-2008, 23:58
cazzo, che imbecille sto prodi. doveva telefonarti "zuper, non so che fare" "romano, non ti preoccupare, c'ho un piano già pronto. vendiamo le eolie agli americani, la sardegna all'emiro del dubai, poi tagliamo l'aliquota al 2.5% e se servono soldi noleggiamo tutti i secondogeniti ai bordelli paraguaiani"

ho detto appunto il CONTRARIO...

che fino alle tasse ci arrivavo anche io...

era compito del miglior economista e statista italiano [cit di qualcuno ad inizio 3d] trovare qualcos di MEGLIO

redegaet
17-04-2008, 00:03
Quello che c'e' scritto x me nn ha alcuna importanza.X valutarlo bastava ascoltare le sue parole e tentare di capire cosa diceva (una vera impresa credo x tutti).E nn lo dico xke' sono di dx, perche' riesco a capire perfettamente ogni esponente del csx (anche dipietre).E con questo ho detto tutto.:D

Riesci a capire anche l'Umberto nazionale? No perchè io ho seri problemi.:D

dave4mame
17-04-2008, 00:03
L'importante è il risultato, e il risultato ci ha salvato, anche se per ottenerlo abbiamo sofferto un pò

ah, guarda, allora io ho la ricetta per abbattere del 70% il debito pubblico.
dichiaro inesigibile i titoli di debito detenuti dai cittadini italiani, e voilà, il gioco è fatto.
o magari basta imporre una tassa una tantum al 20% sui titoli di stato.



il grosso, grossissimo demerito di prodi - non mi stancherò mai di ripeterlo - è di aver negato fino allo spasmo il fatto di non avere una maggioranza e di aver rifiutato un governo di larghe intese.

e alla fin della fiera, cornuto e mazziato.
perchè se si può stare a discutere se lui sia un signore o meno, è inquestionabile che i suoi compagni di partito con lui non lo siano proprio stati...

eraser
17-04-2008, 00:18
Tutti sono buoni a mettere tasse e basta!!!:eek:

Altrettanti sono capaci di toglierle spendendo tutto l'avanzo primario che si era riuscito a mantenere nel corso degli anni.

Abbiamo un debito pubblico che fa paura (Fonte Eurostat), molto più alto della media europea.

Se continuiamo con questo debito pubblico senza saldarlo finiamo zampe all'aria, sia per il debito sia per gli interessi nel pagare questo debito.

L'avanzo primario è necessario per saldare questo debito.

Debito pubblico da saldare = avanzo primario necessario per saldare il debito.

Avanzo primario = Entrate - Uscite (detto in modo molto molto semplice e banale).

Avanzo primario 1996/2001 = 5% del PIL (Fonte Istat)

Avanzo primario 2001/2006 = (fine 2006) circa 0.3% (Fonte Istat)

Avanzo primario 2006/2008 = 3.1% (Fonte Istat)

Come detto sopra, l'avanzo primario è dato in termini molto semplici dalla differenza tra le entrate e le uscite.

La pressione fiscale ovviamente influenza le entrate.

Nel periodo 2001/2006 (Governo centro-destra) la pressione fiscale è stata del 41% circa (Fonte Istat), inferiore rispetto al centro-sinistra. Verissimo.

Quindi, in altre parole = Durante il governo del centro-destra la pressione fiscale era inferiore = Tutti contenti.

Guarda caso, però, nello stesso periodo 2001/2006 la spesa pubblica è aumentata costantemente (Fonte Istat).

Cosa significa tutto ciò? Le entrate sono state inferiori, le uscite sono aumentate = Avanzo primario crollato dal 5% circa allo 0.3% (cifre sopra citate).

Cosa significa tutto questo? Debito pubblico aumentato. Il periodo 2001/2006 è stato l'unico periodo durante il quale il debito pubblico è ri-aumentato invece di diminuire (Fonte OCSE).

Se il debito pubblico aumenta, cosa significa tutto questo? Che prima o poi sto debito bisognerà saldarlo. E per saldarlo è necessario per forza di cose riaumentare le entrate, sia combattendo l'evasione fiscale, sia purtroppo riaumentando le tasse. Tasse che non sarebbero state aumentate se l'avanzo primario non fosse crollato dal 5% del PIL allo 0.3% a causa di una politica economica che - seppur prometteva favole a tutti - a posteriori (statistiche alla mano) ha causato solo danni.

Ora le promesse sono:

Togliere ICI
Togliere bollo auto
Detassazione straordinari
Aumento stipendi
Varie opere pubbliche
[etc...etc....]


Io ci credo anche che potrebbe diminuire la pressione fiscale, ma ciò cosa significa? Significa nuovamente intaccare l'avanzo primario azzerandolo e aumentando il debito pubblico?

Perché se è così - le promesse piu o meno erano le stesse anche all'inizio della legislatura 2001/2006 - allora questo non significa diminuire le tasse, significa rimandarle per lasciare al successivo governo una situazione in cui le tasse saranno per forza una delle armi da dover utilizzare per risanare il debito pubblico.

seb87
17-04-2008, 06:50
Ho fatto bene a mettere ELISAMC1 in ignore list visti i commenti ? :D

giannola
17-04-2008, 07:01
Ah, beata ignoranza.
Il maggior economista e statista italiano dai tempi di De Gasperi non è stato nulla di particolare.:muro: :muro:
Ma ascoltiamo Fede e guardiamo Amici che è meglio.:rolleyes:

Solo che la differenza che passa tra lui e de Gasperi è che quest'ultimo ha realmente migliorato la qualità della vita della gente, Prodi invece l'ha solo peggiorata con una metodologia economica obsoleta e inefficace.

Questo a dimostrazione che una laurea e tanti libri scritti non fanno di una persona, un uomo di qualità.

John Cage
17-04-2008, 07:09
Prevedo che in futuro l'opinione su Prodi cambierà radicalmente.

Lucrezio
17-04-2008, 07:11
ho letto abbastanza...