View Full Version : Italiani all'estero: è giusto farli votare?
dasdsasderterowaa
05-04-2008, 09:58
Già, non me ne vogliano gli italiani all'estero di questo forum, ma mi chiedo da sempre se sia giusto dare la possibilità a cittadini che sono andati via dal paese e che non producono più ricchezza per l'Italia di votare e decidere la linea politica del governo nazionale.
Tutto questo me lo chiedo aldilà dei presunti brogli/irregolarità che avvengono nelle votazioni all'estero.
Voi che ne pensate?
A corredo del thread, posto un articolo de Osservatorio sulla legalità
Italiani all'estero : il ministero sulle presunte irregolarita' nel voto
Fonte: http://www.osservatoriosullalegalita.org/08/note/04apr1/0505voto.htm
Il ministero degli esteri nega irregolarita' nel voto degli Italiani all'estero, in particolare la compravendita di voti paventata da alcune testate. Nega inoltre che in alcune Sedi non siano stati inoltrati i plichi elettorali agli aventi diritto, in particolare, in Costarica, "contrariamente a dichiarazioni apparse sulla stampa", tutte le schede sono state regolarmente inviate, e molte sono già state restituite all’Ambasciata.
Ammessi invece "alcuni limitati disguidi nella confezione dei plichi elettorali, da considerare peraltro fisiologici, data la complessita' dell’esercizio ed il rilevante numero di connazionali ad esso interessati". In particolare, nella Circoscrizione di Mosca non era stato inserito lo stampato contenente la lista dei candidati, inviato quindi a stretto giro di posta. In Germania, invece, nella Circoscrizione di Colonia, numerosi plichi destinati ad elettori minori di 25 anni contenevano anche la scheda per il voto al Senato. In questo caso, potrà porsi rimedio in sede di pre-scrutinio da parte dell’Ufficio Centrale per la Circoscrizione Estero, che disponendo dei numeri di registro elettorale provvederà allo stralcio delle schede per il Senato che risultassero votate da tale categoria di elettori.
Quanto all’episodio registrato a Buenos Aires del rinvenimento di circa 120.000 buste in bianco eccedenti il fabbisogno stimato, il ministero precisa che "si tratta di semplici buste, e non di schede elettorali, come da alcuni sostenuto. E’ stato accertato al riguardo che il vettore postale incaricato dell’imbustamento e successiva distribuzione dei plichi aveva ritenuto prudente predisporre di propria iniziativa delle consistenti scorte di buste. Venuto a conoscenza dell’esistenza di tale stock supplementare di buste, il Consolato Generale in Buenos Aires, d’intesa con l’Ambasciata, ha determinato di provvedere alla distruzione immediata, avvenuta il 22 marzo, di gran parte del materiale di cancelleria in eccesso".
Relativamente alle "persistenti illazioni su una presunta compravendita di schede in alcuni Paesi, il Ministero e i dipendenti Consolati possono evidentemente agire solo in presenza di circostanziate segnalazioni. E’ il caso di Colonia, ove il Consolato ha convocato, per acquisire la loro versione dei fatti, i due connazionali i cui nominativi sono stati citati da un quotidiano in un servizio su asseriti brogli in Germania. E’ ovvio che qualora risultassero confermati elementi di rilievo penale, sarà dovere dell’Ufficio consolare presentare una precisa denuncia alla Autorità giudiziaria competente, come è dovere di ogni cittadino elettore o cronista presentare denuncia all’autorità giudiziaria qualora in possesso di elementi che abbiano valenza penale".
imho dopo 10 anni che uno non risiede più non dovrebbe aver più diritto al voto.
greasedman
05-04-2008, 10:07
Il voto all'estero in generale, e sopratutto così come l'ha voluto Tremaglia è una cazzata sesquipedale:
- costa tantissimo
- non garantisce un minimo di regolarità
- fa ridere (seggi in antartide... :rolleyes: )
- dà parità di voto a chi all'italia non paga nemmeno le tasse
Per me dovrebbero poter votare quelli che vivono in italia e all'italia pagano le tasse, non in base alla nazionalità.
shinji_85
05-04-2008, 10:14
Per me dovrebbero poter votare quelli che vivono in italia e all'italia pagano le tasse, non in base alla nazionalità.
Io restringerei (e non di poco) l'insieme di persone con diritto al voto anche tra queste... :D
E qui, come tutte le questioni in cui la burocrazia la fa da padrona, il diritto di voto è gestito MALISSIMO...
Appena compiuti i 18 anni ho fatto un paio di volte lo scrutatore... Poi manco ci ho riprovato perché mi ha fatto troppo schifo...
Una volta in un "Seggio Speciale", ovvero un ospedale (famoso anche per ospitare qualche paziente di ex manicomi)...
E se considero chi aveva il diritto di voto... E in che condizioni si trovava... Mi vien voglia di votare... ;)
Per come è strutturato il voto degli italiani all'estero, noi non scegliamo il governo nazionale, perchè i nostri voti eleggono dei rappresentanti , ma non entrano nel conteggio dei premi di maggioranza.
Quanto alla rappresentività degli italiani all'estero, il problema è che un conto sono quelli come me che hanno famiglia amici in Italia, sono cresciuti in Italia, e sono all'estero per lavoro
e quelli invece che avevano un nonno emigrante in argentina 60 anni fa e non parlano neppure italiano
dasdsasderterowaa
05-04-2008, 10:34
Per come è strutturato il voto degli italiani all'estero, noi non scegliamo il governo nazionale, perchè i nostri voti eleggono dei rappresentanti , ma non entrano nel conteggio dei premi di maggioranza.
Sì, d'accordo, non siete conteggiati per il premio di maggioranza, ma eleggete ben 6 senatori.
Ti sembrano pochi? possono praticamente ribaltare la maggioranza parlamentare ottenuta in ambito nazionale.
Quanto alla rappresentività degli italiani all'estero, il problema è che un conto sono quelli come me che hanno famiglia amici in Italia, sono cresciuti in Italia, e sono all'estero per lavoro
e quelli invece che avevano un nonno emigrante in argentina 60 anni fa e non parlano neppure italiano
Sei residente in Italia? paghi le tasse allo stato italiano? contribuisci alla ricchezza italiana?
Se le risposte sono no, non vedo perché tu debba avere diritto di votare per il governo nazionale, anche se sei italiano.
Sei residente in Italia? paghi le tasse allo stato italiano? contribuisci alla ricchezza italiana?
Se le risposte sono no, non vedo perché tu debba avere diritto di votare per il governo nazionale, anche se sei italiano.
Perfettamente d'accordo.
Io penso che si dovrebbe fare come negli USA.. i cittadini all'estero hanno diritto di voto, ma non esiste una circoscrizione estero, i loro voti sono conteggiati nello stato e nella circoscrizione in cui hanno avuto l'ultima residenza (o dove hanno risieduto i loro genitori se non hanno ma vissuto negli USA). In questo modo questi voti si mischiano con quelli della massa dei residenti locali e non sono più così determinanti, inoltre non ci sarebbero più figure ridicole come quella del senador Pallaro, potrebbero votare gli stessi partiti e gli stessi candidati che si presentano nella circoscrizione dove avevano risieduto prima di emigrare.
Sì, d'accordo, non siete conteggiati per il premio di maggioranza, ma eleggete ben 6 senatori.
Ti sembrano pochi? possono praticamente ribaltare la maggioranza parlamentare ottenuta in ambito nazionale.
Ipotesi molto irrelae, statisticamente impossibile, visto anche che molti eletti non saranno appartenenti a un polo per default
Sei residente in Italia? paghi le tasse allo stato italiano? contribuisci alla ricchezza italiana?
Se le risposte sono no, non vedo perché tu debba avere diritto di votare per il governo nazionale, anche se sei italiano.
Pago varie imposte all'italia, a partire di tutta la gestione burocratica anagrafica. Di cui ho bisogno perchè sono solo cittadino italiano.
Lavoro anche per l'Italia, quindi parte della ricchezza che produco finisce anche in Italia. Scendendo regolarmente in Italia pago varie tasse all'Italia, che paga qualunque consumatore.
Pago l'irpef all'italia? No
Neppure tu che sei studente
Io penso che si dovrebbe fare come negli USA.. i cittadini all'estero hanno diritto di voto, ma non esiste una circoscrizione estero, i loro voti sono conteggiati nello stato e nella circoscrizione in cui hanno avuto l'ultima residenza (o dove hanno risieduto i loro genitori se non hanno ma vissuto negli USA). In questo modo questi voti si mischiano con quelli della massa dei residenti locali e non sono più così determinanti, inoltre non ci sarebbero più figure ridicole come quella del senador Pallaro, potrebbero votare gli stessi partiti e gli stessi candidati che si presentano nella circoscrizione dove avevano risieduto prima di emigrare.
su questo sono d'accordo. La circoscrizione estera è ridicola.
domthewizard
05-04-2008, 10:42
Sei residente in Italia? paghi le tasse allo stato italiano? contribuisci alla ricchezza italiana?
Se le risposte sono no, non vedo perché tu debba avere diritto di votare per il governo nazionale, anche se sei italiano.
quoto anche io, e poi non vedo cosa possa fregare all'italiano residente all'estero del governo in italia; se governano male o bene a lui non entra niente in tasca. o sbaglio?
quoto anche io, e poi non vedo cosa possa fregare all'italiano residente all'estero del governo in italia; se governano male o bene a lui non entra niente in tasca. o sbaglio?
Sbagli.
A parte il mio caso, lavorndo anche per il mercato italiano le scelte economiche del governo influiscono direttamente sul mio lavoro
In secondo luogo, per tutta una serie di materie come previdenza, sanità, permessi di soggiorno, visa, ecc., sono direttamente influenzato dalle scelte che fa il governo con gli accordi che stipula con i paesi esteri
Sei residente in Italia? paghi le tasse allo stato italiano? contribuisci alla ricchezza italiana?
Se le risposte sono no, non vedo perché tu debba avere diritto di votare per il governo nazionale, anche se sei italiano.
Seguendo questo ragionamento, allora bisognerebbe dare il diritto di voto a tutti gli stranieri regolarmente residenti in Italia e che pagano le tasse e contribuiscono alla ricchezza italiana. Perchè non possono votare? perchè esiste una cosa chiamata cittadinanza. Quindi se usiamo come riferimento la residenza, non votano gli italiani all'estero ma votano gli stranieri in Italia, se usiamo la cittadinanza, votano gli italiani all'estero e non votano gli stranieri in Italia. E' molto semplice.
zerothehero
05-04-2008, 10:48
Se è giusto far votare gli italiani all'estero?
Si, ma solo quelli che hanno la cittadinanza italiana (niente doppia cittadinanza) mediante voto con corrispondenza, voti da inserire nella circoscrizione dell'ultima residenza in cui si è vissuti.
L'attuale sistema (votato da tutti) mi sembra un pasticcio (oltre ad essere oneroso sul piano politico, vedi Pallaro). :D
Seguendo questo ragionamento, allora bisognerebbe dare il diritto di voto a tutti gli stranieri regolarmente residenti in Italia e che pagano le tasse e contribuiscono alla ricchezza italiana. Perchè non possono votare? perchè esiste una cosa chiamata cittadinanza. Quindi se usiamo come riferimento la residenza, non votano gli italiani all'estero ma votano gli stranieri in Italia, se usiamo la cittadinanza, votano gli italiani all'estero e non votano gli stranieri in Italia. E' molto semplice.
oltre a ciò bisogna togliere il diritto di voto a tutti quelli che non lavorando non pagano l'irpef al fisco italiano. Sempre per essere coerenti con i principi di cloudis.
zerothehero
05-04-2008, 10:51
Seguendo questo ragionamento, allora bisognerebbe dare il diritto di voto a tutti gli stranieri regolarmente residenti in Italia e che pagano le tasse e contribuiscono alla ricchezza italiana. Perchè non possono votare? perchè esiste una cosa chiamata cittadinanza. Quindi se usiamo come riferimento la residenza, non votano gli italiani all'estero ma votano gli stranieri in Italia, se usiamo la cittadinanza, votano gli italiani all'estero e non votano gli stranieri in Italia. E' molto semplice.
Secondo me deve votare solo chi ha la cittadinanza italiana (oltre che i comunitari per le amministrative)..no ad extracomunitari, chi ha doppia cittadinanza e compagnia bella...il diritto di voto non c'entra nulla con il pagamento delle tasse (mica siamo in uno stato liberale censitario del diciannovesimo secolo.)
greasedman
05-04-2008, 10:59
Lavoro anche per l'Italia, quindi parte della ricchezza che produco finisce anche in Italia. Scendendo regolarmente in Italia pago varie tasse all'Italia, che paga qualunque consumatore.
Pago l'irpef all'italia? No
Neppure tu che sei studente
Anche se non paga l'irpef, resiedendo in italia consuma continuamente e quindi paga iva, tarsu, ici (magari la pagano i suoi ma la pagano anche per lui...)... è diverso, il tuo paragone non regge.
Comunque stiamo a filosofeggiare sul nulla: è inutile votare per corrispondenza o dove non si può garantire la regolarità.
Spendere cifre astronomiche per far votare quello che si trova in antartide o quell'altro che ha il fatello del bisnonno italiano e decide se votare berlusconi in base al gradimento dell'edizione numero 45634 del grandefratello che ha intercettato dal canada con la parabola... :rolleyes:
Che poi finiscono tutti col votare DeGregorio, l'uomo che dovrebbe andare da Barabaradurso come uomo con più menti del mondo, giusto perchè ha un network tv estero che strombeggia la sua panza 24h al giorno... Ma fatemi il piacere!
Anche se non paga l'irpef, resiedendo in italia consuma continuamente e quindi paga iva, tarsu, ici (magari la pagano i suoi ma la pagano anche per lui...)... è diverso, il tuo paragone non regge.
appunto la pagano i suoi
lui non paga nulla, meno di me.
ergo se volete proporre un riedizione del "no taxation without representation" trasformandolo in "representation only after taxation" avete molta gente a cui togliere il voto. forse cominciando da voi stessi:ciapet: :ciapet: :ciapet:
dasdsasderterowaa
05-04-2008, 11:45
Ipotesi molto irrelae, statisticamente impossibile, visto anche che molti eletti non saranno appartenenti a un polo per default
Ipotesi molto reale, invece: è ciò che è accaduto nel 2006, dove i senatori eletti dai residenti all'estero hanno alterato la maggioranza parlamentare al senato. E potrebbe succedere ancora una volta nel 2008.
Pago varie imposte all'italia, a partire di tutta la gestione burocratica anagrafica. Di cui ho bisogno perchè sono solo cittadino italiano.
Oh caspita, un gran contributo allora. :)
Lavoro anche per l'Italia, quindi parte della ricchezza che produco finisce anche in Italia. Scendendo regolarmente in Italia pago varie tasse all'Italia, che paga qualunque consumatore.
Uhm, non credo che parte della ricchezza finisca in Italia, semmai contribuisci alla lavorazione di qualche bene materiale o un servizio venduto dalla tua ditta francese ad una ditta italiana.
Contribuisci in pratica ad esportare capitali italiani all'estero.
Quando scendi in Italia, paghi soltanto l'IVA sul biglietto di ritorno e sui beni consumati in Italia. Tutto qui.
Inoltre, resta il fatto che tu, vivendo all'estero, sei ormai lontano dai problemi e dalla quotidianità italiana.
Pago l'irpef all'italia? No
Neppure tu che sei studente
Non so in Francia, ma in Italia esistono anche gli studenti lavoratori, anche se saltuari.
In ogni caso, sono residente in Italia 365 giorni all'anno e ogni mio acquisto contribuisce ad aumentare il prodotto interno lordo, anche se questo in realtà non è davvero un indice di ricchezza.
oltre a ciò bisogna togliere il diritto di voto a tutti quelli che non lavorando non pagano l'irpef al fisco italiano. Sempre per essere coerenti con i principi di cloudis.
Stai raggirando il discorso, come è tuo solito.
Ovvio che la condizione economica non può essere determinante per chi ha acquisito il diritto al voto per nascita ed è residente in Italia.
Rileggi meglio il mio post: http://www.hwupgrade.it/forum/showpost.php?p=21874755&postcount=6
La logica non lascia dubbi a fraintendimenti.
"Se le risposo sono no" significa che se tutte e tre sono false allora non hai diritto al voto.
Seguendo questo ragionamento, allora bisognerebbe dare il diritto di voto a tutti gli stranieri regolarmente residenti in Italia e che pagano le tasse e contribuiscono alla ricchezza italiana. Perchè non possono votare? perchè esiste una cosa chiamata cittadinanza. Quindi se usiamo come riferimento la residenza, non votano gli italiani all'estero ma votano gli stranieri in Italia, se usiamo la cittadinanza, votano gli italiani all'estero e non votano gli stranieri in Italia. E' molto semplice.
Certo che sono d'accordo, se oltre a pagare le tasse in Italia, sono anche cittadini italiani e hanno la residenza in Italia.
Se rispondono a queste tre condizioni, non è certo il colore della pelle a distinguerli da un italiano.
Rileggi meglio il mio post: http://www.hwupgrade.it/forum/showpost.php?p=21874755&postcount=6
La logica non lascia dubbi a fraintendimenti.
"Se le risposo sono no" significa che se tutte e tre sono false allora non hai diritto al voto.
Con tutto rispetto parlando, non sono le tue seghe mentali a determinare chi ha diritto di voto e chi no.
Il voto si basa sul principio di cittadinanza, e io sono cittadino italiano. C'è poco da discutere. Adesso è possibile votare dall'estero, ma anche prima della legge Tremaglia i cittadini italiani residenti all'estero avevano diritto di voto, ed avevano fino agli anni '90 diritto a una riduzione fino al 75% delle spese di viaggio per recarsi presso il comune a cui erano registrati per esercitare il proprio diritto.
Diritto costituzionale garantito a tutti i cittadini. Senza fare distinzione da massaie su chi paga cosa. E se usi questo principio sii almeno coerente con te stesso. Chi non lavora non partecipa alla creazione di ricchezza del paese, c'è poco da girare intorno al fatto che i tuoi pagano la tarsu o l'ICI
trallallero
05-04-2008, 11:58
Perfettamente d'accordo.
Anche io, infatti non voto.
Non lo farei, forse, neanche se fossi in Italia visto che non so chi votare, ma non capisco perchè, dato che lavoro all'estero, pago le tasse all'estero, ho la sanità all'estero, io possa votare.
E se votassi alla cazzo tanto per fare un dispetto ?
Se fossi comunista e votassi FN tanto per sfregio ? :Perfido:
o viceversa ?
per me non è giusto far votare i cittadini italiani residenti all'estero, perchè se sono andati via non vedo perchè debbano avere voce in capitolo sulla politica italiana.
NB: lo dico da cittadino italiano con una gran voglia di emigrare.
shinji_85
05-04-2008, 12:03
Se fossi comunista e votassi FN tanto per sfregio? :Perfido:
Sfregio a chi??? :sofico:
Chi non lavora non partecipa alla creazione di ricchezza del paese, c'è poco da girare intorno al fatto che i tuoi pagano la tarsu o l'ICI
chi non lavora ed è giovane, di solito, studia.....quindi si forma per creare ricchezza nel futuro.
A parte questo, a mio avviso, oltre un tot di anni fuori dall'italia non si dovrebbe poter votare.
trallallero
05-04-2008, 12:06
Sfregio a chi??? :sofico:
vabbè, avrei potuto dire:
se fossi di destra e votassi SA per sfregio ?
questo sarebbe peggio, lo so :asd:
chi non lavora ed è giovane, di solito, studia.....quindi si forma per creare ricchezza nel futuro.
A parte questo, a mio avviso, oltre un tot di anni fuori dall'italia non si dovrebbe poter votare.
Che significa che di fatto non solo non produce ricchezza, ma usa risorse della collettività.
Idem per le casalinghe (il 60% delle donne in età lavorativa non lavora) i pensionati.
Se volete andare avanti con questo principio contributivo, fate pure, ma almeno siate coerenti
matt22222
05-04-2008, 12:10
faccio un esempio del mio pensiero:
alle passate elezioni la moglie del premier dell' argentina, "italianissima:asd::asd: "ha votato . fuori dal seggio un giornalista le ha chiesto: "signora qual è l capitale d'italia??"
risposta :" è Venezia no??"
:muro: :muro: :muro: :muro:
comunque anche io sono del parere che chi è residente fuori dall'italia da un tot.di anni debba perdere il diritto al voto. cosa centrano ancora con l'italia costoro??
caio:D:D:D:D
Certo che sono d'accordo, se oltre a pagare le tasse in Italia, sono anche cittadini italiani e hanno la residenza in Italia.
Se rispondono a queste tre condizioni, non è certo il colore della pelle a distinguerli da un italiano.
Prima neghi il valore della cittadinanza degli italiani all'estero, ma poi pretendi che gli stranieri in Italia siano cittadini: insomma la cittadinanza ha valore o no? Non è per niente coerente il tuo discorso.
dasdsasderterowaa
05-04-2008, 12:15
Il voto si basa sul principio di cittadinanza, e io sono cittadino italiano. C'è poco da discutere. Adesso è possibile votare dall'estero, ma anche prima della legge Tremaglia i cittadini italiani residenti all'estero avevano diritto di voto, ed avevano fino agli anni '90 diritto a una riduzione fino al 75% delle spese di viaggio per recarsi presso il comune a cui erano registrati per esercitare il proprio diritto.
Non è proprio così. La Legge Tremaglia ha dato il voto anche ai figli degli italiani che risiedono all'estero. Stranieri, quindi, che non subiranno mai le conseguenze delle decisioni prese dal governo italiano.
Diritto costituzionale garantito a tutti i cittadini. Senza fare distinzione da massaie su chi paga cosa. E se usi questo principio sii almeno coerente con te stesso. Chi non lavora non partecipa alla creazione di ricchezza del paese, c'è poco da girare intorno al fatto che i tuoi pagano la tarsu o l'ICI
La mia non era una distinzione basata esclusivamente sulla condizione economica, ma c'erano anche altre condizioni (la residenza) che tu hai opportunamente sorvolato.
La mia non era una distinzione basata esclusivamente sulla condizione economica, ma c'erano anche altre condizioni (la residenza) che tu hai opportunamente sorvolato.
Hai fatto una distinzione in base a 3 principi da te fissati come necessari ma non sufficienti.
Poi però cambi la rilevanza dei principi che tu stesso hai espresso, in base a come ti pare (vedi ad esempio questione voto immigrati)
Se vuoi discutere di un principio fondamentale in democrazia come il diritto di voto, cerca almeno di essere coerente, se ci riesci
dasdsasderterowaa
05-04-2008, 12:22
Prima neghi il valore della cittadinanza degli italiani all'estero, ma poi pretendi che gli stranieri in Italia siano cittadini: insomma la cittadinanza ha valore o no? Non è per niente coerente il tuo discorso.
Per cortesia, mi indicheresti dove io avrei negato il valore della cittadinanza italiana?
Tutt'altro, la cittadinanza deve essere la prima condizione di base, ma non l'unica, aldilà della nazionalità.
Non è proprio così. La Legge Tremaglia ha dato il voto anche ai figli degli italiani che risiedono all'estero. Stranieri, quindi, che non subiranno mai le conseguenze delle decisioni prese dal governo italiano.
allora perchè parli di "italiani all'estero"?
_TeRmInEt_
05-04-2008, 12:29
Costituzione
Parte prima: diritti e doveri dei cittadini
Titolo IV: rapporti politici
Art. 48
Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età.
Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.
dasdsasderterowaa
05-04-2008, 12:33
Con tutto rispetto parlando, non sono le tue seghe mentali a determinare chi ha diritto di voto e chi no.
Il voto si basa sul principio di cittadinanza, e io sono cittadino italiano. C'è poco da discutere. Adesso è possibile votare dall'estero, ma anche prima della legge Tremaglia i cittadini italiani residenti all'estero avevano diritto di voto, ed avevano fino agli anni '90 diritto a una riduzione fino al 75% delle spese di viaggio per recarsi presso il comune a cui erano registrati per esercitare il proprio diritto.
Diritto costituzionale garantito a tutti i cittadini. Senza fare distinzione da massaie su chi paga cosa. E se usi questo principio sii almeno coerente con te stesso. Chi non lavora non partecipa alla creazione di ricchezza del paese, c'è poco da girare intorno al fatto che i tuoi pagano la tarsu o l'ICI
Aspetta, ti faccio degli esempi, vediamo se ci riesci con il mio aiuto:
Sei residente in Italia? paghi le tasse allo stato italiano? contribuisci alla ricchezza italiana?
Se le risposte sono no, non vedo perché tu debba avere diritto di votare per il governo nazionale, anche se sei italiano.
Il tuo caso (cittadino italiano con residenza all'estero):
1) No 2) No 3) No
--> per me non hai diritto al voto
Il mio caso (cittadino italiano con residenza in Italia e lavoratore saltuario):
1) Sì 2) Sì 3) Sì
--> per me ho diritto al voto
Caso di un 18enne con cittadinanza italiana che vive in Italia ma ancora non lavora:
1) Si 2) No (anche se in realtà i genitori pagano per lui) 3) Si
--> per me ha diritto al voto
Se consideriamo uno straniero, che NON E' un CITTADINO ITALIANO, allora non ha diritto al voto anche se vive e lavora in Italia.
Caso dello straniero che E' CITTADINO ITALIANO che però non lavora:
1) Si 2)No 3)Sì
--> per me ha diritto al voto perché vive in Italia.
Caso dello straniero che E' CITTADINO ITALIANO, però ora è residente e lavora all'estero:
1) No 2)No 3)No
--> per me non ha diritto al voto.
Semplice no? :D
_TeRmInEt_
05-04-2008, 12:34
Non è proprio così. La Legge Tremaglia ha dato il voto anche ai figli degli italiani che risiedono all'estero. Stranieri, quindi, che non subiranno mai le conseguenze delle decisioni prese dal governo italiano.
Cosa?
Ma almeno le vostre leggi le conoscete? :sofico:
http://it.wikipedia.org/wiki/Cittadinanza_italiana
ius sanguinis, questo sconosciuto :rolleyes:
dasdsasderterowaa
05-04-2008, 12:39
Costituzione
Parte prima: diritti e doveri dei cittadini
Titolo IV: rapporti politici
Art. 48
Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età.
Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.
Come già detto, la legge Tremaglia ha in realtà esteso il diritto al voto anche ai figli degli italiani che risiedono all'estero.
So bene che la costituzione dice quelle cose, infatti questo thread non è una critica all'art. 48, ma solo una riflessione se sia giusto o meno, soprattutto così com'è garantito questo diritto dalla Legge Tremaglia
goldorak
05-04-2008, 12:42
Se è giusto far votare gli italiani all'estero?
Si, ma solo quelli che hanno la cittadinanza italiana (niente doppia cittadinanza) mediante voto con corrispondenza, voti da inserire nella circoscrizione dell'ultima residenza in cui si è vissuti.
L'attuale sistema (votato da tutti) mi sembra un pasticcio (oltre ad essere oneroso sul piano politico, vedi Pallaro). :D
Cos'e' questa discriminazione artificiale verso la doppia cittadinanza ? :mbe:
Uno che ha la doppia cittandinanza e' forse meno italiano di un italiano doc qualcunque cosa voglia dire italiano doc ? :rolleyes:
_TeRmInEt_
05-04-2008, 12:44
Come già detto, la legge Tremaglia ha in realtà esteso il diritto al voto anche ai figli degli italiani che risiedono all'estero.
So bene che la costituzione dice quelle cose, infatti questo thread non è una critica all'art. 48, ma solo una riflessione se sia giusto o meno, soprattutto così com'è garantito questo diritto dalla Legge Tremaglia
E' falso. La legge Tremaglia ha solo aggiunto questo comma all'articolo 48
La legge stabilisce requisiti e modalità per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all'estero e ne assicura l'effettività. A tal fine è istituita una circoscrizione Estero per l'elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge.
Che in pratica aggiunge solo la circ. Estero e il voto via posta. Qualsiasi cittadino italiano residente all'estero prima poteva recarsi in italia (con parziale rimborso delle spese di viaggio) nel suo comune dov'è iscritto all'AIRE e votare.
Evitiamo di sparare cazzate a mitraglia :)
Aspetta, ti faccio degli esempi, vediamo se ci riesci con il mio aiuto:
Il tuo caso (cittadino italiano con residenza all'estero):
1) No 2) No 3) No
--> per me non hai diritto al voto
Il mio caso (cittadino italiano con residenza in Italia e lavoratore saltuario):
1) Sì 2) Sì 3) Sì
--> per me ho diritto al voto
Caso di un 18enne con cittadinanza italiana che vive in Italia ma ancora non lavora:
1) Si 2) No (anche se in realtà i genitori pagano per lui) 3) Si
--> per me ha diritto al voto
Se consideriamo uno straniero, che NON E' un CITTADINO ITALIANO, allora non ha diritto al voto anche se vive e lavora in Italia.
Caso dello straniero che E' CITTADINO ITALIANO che però non lavora:
1) Si 2)No 3)No
--> per me ha diritto al voto perché vive in Italia.
Caso dello straniero che E' CITTADINO ITALIANO, però ora è residente e lavora all'estero:
1) No 2)No 3)No
--> per me non ha diritto al voto.
Semplice no? :D
dai tuoi esempi mi pare evidente che tu non abbia la piu pallida idea di cosa significhi cittadino italiano
ti aiuto
significa persona dotata della cittadinanza italiana
Non capisco una cosa il cittadino italiano che risiede in italia ma non lavora partecipa alla ricchezza del paese. Il non cittadino che risiede in italia, ma non lavora in vece non partecipa.
non ha nessun senso
l'ultimo caso poi è un pot pourri di senza senso
E' impossibile essere contemporaneamente cittadino italiano e straniero. (straniero significa senza cittadinanza italiana, non esiste nessuna classificazione legale in base alla razza).
Insomma mi pare che tu stia parlando di cose che non conosci neanche lontanamente
Cos'e' questa discriminazione artificiale verso la doppia cittadinanza ? :mbe:
Uno che ha la doppia cittandinanza e' forse meno italiano di un italiano doc qualcunque cosa voglia dire italiano doc ? :rolleyes:
comunque tecnicamente è una distinzione impossibile da fare, perchè un consolato non è informato sulla doppia cittadinanza degli iscritti all'aire
zerothehero
05-04-2008, 12:54
Con tutto rispetto parlando, non sono le tue seghe mentali a determinare chi ha diritto di voto e chi no.
Il voto si basa sul principio di cittadinanza, e io sono cittadino italiano.
Quindi niente voto per gli extracomunitari?
:D
_TeRmInEt_
05-04-2008, 12:56
Quindi niente voto per gli extracomunitari?
:D
Ovvio, voteranno dove sono cittadini.
Quindi niente voto per gli extracomunitari?
:D
Per me no.
Io sono a favore dell'integrazione degli immigrati. E sono favorevole a un processo di italianizzazione nel senso legalistico, ovvero di creare o migliorare (a seconda di come lo vedi) il ricevimento della cittadinanza italiana per quelle persone che sono venute in italia per lavorare, si sono stabilite e ci risiedono.
Una volta che diventi cittadino italiano hai diritto al voto come tutti gli altri. Non vedo la necessità di invertire il processo.
zerothehero
05-04-2008, 12:59
Ovvio, voteranno dove sono cittadini.
Per me no.
Ok, pensavo che l'insana idea di far votare gli extracomunitari alle amministrative fosse molto diffusa. :stordita:
Ok, pensavo che l'insana idea di far votare gli extracomunitari alle amministrative fosse molto diffusa. :stordita:
beh per le amministrative non vale il principio della cittadinanza puro e semplice. a questo punto la cosa sia legata ad accordi bilaterali
dasdsasderterowaa
05-04-2008, 13:19
E' falso. La legge Tremaglia ha solo aggiunto questo comma all'articolo 48
Che in pratica aggiunge solo la circ. Estero e il voto via posta. Qualsiasi cittadino italiano residente all'estero prima poteva recarsi in Italia (con parziale rimborso delle spese di viaggio) nel suo comune dov'è iscritto all'AIRE e votare.
Evitiamo di sparare cazzate a mitraglia :)
No, aspetta, intendevo dire che, siccome gli stranieri figli di italiani hanno la possibilità di ottenere la cittadinanza italiana, di fatto la Legge Tremaglia ha consentito loro di votare per il governo nazionale, anche se vivono all'estero e la loro vita non è direttamente subordinata alle leggi italiane.
dai tuoi esempi mi pare evidente che tu non abbia la piu pallida idea di cosa significhi cittadino italiano
E' impossibile essere contemporaneamente cittadino italiano e straniero. (straniero significa senza cittadinanza italiana, non esiste nessuna classificazione legale in base alla razza).
Più che altro, a me pare che tu non sappia il significato del termine "straniero", ovvero colui che è nato in un altro paese.
Quindi, non ti scandalizzare quando si dice "straniero con cittadinanza italiana" perché è un'espressione assolutamente corretta. ;)
Si intende colui che è nato fuori dall'Italia ma che ha ottenuto la cittadinanza italiana.
Non capisco una cosa il cittadino italiano che risiede in italia ma non lavora partecipa alla ricchezza del paese. Il non cittadino che risiede in italia, ma non lavora in vece non partecipa.
non ha nessun senso
EDIT:
metto le mani avanti: ho erroneamente messo "No" al terzo punto al caso "straniero senza cittadinanza che risiede in Italia ma non lavora".
Se consuma, partecipa, ma bisogna chiedersi come fa a consumare senza un lavoro e senza una famiglia che lo sostiene.
_TeRmInEt_
05-04-2008, 13:27
No, aspetta, intendevo dire che, siccome gli stranieri figli di italiani hanno la possibilità di ottenere la cittadinanza italiana, di fatto la Legge Tremaglia ha consentito a loro di votare per il governo nazionale, anche se vivono all'estero e la loro vita non è direttamente subordinata alle leggi italiane.
E io ti ripeto che è falso. Lo ius sanguinis, non ha nulla a che vedere con la legge Tremaglia, e neppure la possibilità di votare.
Questa legge ha solo reso più facile il voto ai residenti all'estero che altrimenti erano costretti a recarsi nei propri comuni per votare. Legge che in ogni caso io critico, perché una porcata (stile porcellum) per i brogli che ne derivano. Sarebbe stato molto più opportuno creare dei seggi nelle varie ambasciate, come avviene in quasi la totalità degli stati europei.
Ma ripeto la legge Tremaglia non ha nulla a che vedere con lo ius sanguinis.
No, aspetta, intendevo dire che, siccome gli stranieri figli di italiani hanno la possibilità di ottenere la cittadinanza italiana, di fatto la Legge Tremaglia ha consentito loro di votare per il governo nazionale, anche se vivono all'estero e la loro vita non è direttamente subordinata alle leggi italiane.
questa possibilità ce l'avevano anche prima
Tremaglia non ha cambiato le regole per ottenere la cittadinanza
Più che altro, a me pare che tu non sappia il significato del termine "straniero", ovvero colui che è nato in un altro paese.
Quindi, non ti scandalizzare quando si dice "straniero con cittadinanza italiana" perché è un'espressione assolutamente corretta. ;)
Si intende colui che è nato fuori dall'Italia ma che ha ottenuto la cittadinanza italiana.
Quindi per te ad esempio Italo Calvino non era un italiano, ma uno straniero
buono a sapersi
in ogni caso si tratta di tue personalissime interpretazioni, che non hanno nessun valore legale.
Qua però si parla di leggi e norme (costituzionali per di piu).
Su queste si devi basare, non sulla costituzione secondo Cloudis.
E secondo la costituzione italiana, sono Italiani i cittadini Italiani (un po' tautologica come affermazione forse, ma a quanto pare bisogna partire dalle basi)
Infatti una sciocchezza del genere non l'ho mai scritta.
lo dici qua
Caso di un 18enne con cittadinanza italiana che vive in Italia ma ancora non lavora:
1) Si 2) No (anche se in realtà i genitori pagano per lui) 3) Si
Caso dello straniero che E' CITTADINO ITALIANO, però ora è residente e lavora all'estero:
1) No 2)No 3)No
Il diciottenne che non lavora e vive dai genitori partecipa alla creazione di ricchezza
Il pensionato svizzero che si ritira in Toscana invece no.
Perchè? boh
dasdsasderterowaa
05-04-2008, 13:31
imho dopo 10 anni che uno non risiede più non dovrebbe aver più diritto al voto.
Il limite temporale è presente anche in altri paesi.
Anch'io sarei favorevole.
dasdsasderterowaa
05-04-2008, 13:37
E io ti ripeto che è falso. Lo ius sanguinis, non ha nulla a che vedere con la legge Tremaglia, e neppure la possibilità di votare.
Ma ripeto la legge Tremaglia non ha nulla a che vedere con lo ius sanguinis.
Non ho mai detto che lo ius sanguinis sia stato garantito dalla legge Tremaglia, ma ho solo detto che siccome gli stranieri figli di italiani hanno la possibilità di ottenere la cittadinanza italiana, di fatto la Legge Tremaglia ha consentito loro di votare per il governo nazionale, anche se vivono all'estero e la loro vita non è direttamente subordinata alle leggi italiane.
Insomma, cittadini che prima non votavano, ora possono.
_TeRmInEt_
05-04-2008, 13:38
Il limite temporale è presente anche in altri paesi.
Anch'io sarei favorevole.
Quali?
Ad esempio io voto in Francia, avendo cittadinanza francese per ius sanguinis, dalla maggior età senza esserci mai risieduto...
Quali sarebbero questi paesi?
_TeRmInEt_
05-04-2008, 13:41
Non ho mai detto che lo ius sanguinis sia stato garantito dalla legge Tremaglia, ma ho solo detto che siccome gli stranieri figli di italiani hanno la possibilità di ottenere la cittadinanza italiana, di fatto la Legge Tremaglia ha consentito loro di votare per il governo nazionale, anche se vivono all'estero e la loro vita non è direttamente subordinata alle leggi italiane.
Insomma, cittadini che prima non votavano, ora possono.
Falso: ma li leggi i miei post ?
Questa legge ha solo reso più facile il voto ai residenti all'estero che altrimenti erano costretti a recarsi nei propri comuni per votare.
EDIT: Ecco il modulo di opzione di voto, per poter votare nelle modalità ante-riforma Tremaglia
http://www.ambsanmarino.esteri.it/NR/rdonlyres/AAC77FC8-2615-4A75-8A09-FFBE69041B7E/0/FACSIMILEMODULOOPZIONE.doc
Un po' di onestà intellettuale...
dave4mame
05-04-2008, 14:11
ad ogni modo lo studente non è che non paga "in quanto studente", ma in quanto non ha imponibile.
è una cosa un tantinello diversa....
Sawato Onizuka
06-04-2008, 15:28
non dovrebbero votare solo perché la maggior parte (anche se non lo ammetterà mai :mad: eccetto il sottoscritto :asd: ) metterà la crocetta sulla peggiore casella possibile in modo da inguaiare volutamente il belpaese ... tanto a loro che gli importa ? :O
dasdsasderterowaa
06-04-2008, 16:07
Falso: ma li leggi i miei post ?
Sarebbe falso che "di fatto la Legge Tremaglia ha consentito loro di votare per il governo nazionale, anche se vivono all'estero e la loro vita non è direttamente subordinata alle leggi italiane"?
Cioè, vuoi forse negare che la Legge Tremaglia ha allargato il bacino di votanti (cioè di colore che effettivamente votano)? :rolleyes:
Non credo che uno statunitense con anche cittadinanza italiana (ad esempio un figlio di un emigrato), si sarebbe recato in Italia per votare.
Ora invece con la scheda elettorale via posta può farlo, e ribaltare, come è già successo nel 2006, la maggioranza politica al senato ottenuta in ambito nazionale.
Il nocciolo del thread è proprio questo: per me alle elezioni politiche deve votare solo chi ha la cittadinanza italiana ed è residente in Italia.
gigio2005
06-04-2008, 16:12
no.
_TeRmInEt_
06-04-2008, 16:32
Sarebbe falso che "di fatto la Legge Tremaglia ha consentito loro di votare per il governo nazionale, anche se vivono all'estero e la loro vita non è direttamente subordinata alle leggi italiane"?
Cioè, vuoi forse negare che la Legge Tremaglia ha allargato il bacino di votanti (cioè di colore che effettivamente votano)? :rolleyes:
Non credo che uno statunitense con anche cittadinanza italiana (ad esempio un figlio di un emigrato), si sarebbe recato in Italia per votare.
Ora invece con la scheda elettorale via posta, può farlo, e ribaltare, come è già successo nel 2006, la maggioranza politica al senato ottenuta in ambito nazionale.
Il nocciolo del thread è proprio questo: per me alle elezioni politiche devono votare solo chi ha la cittadinanza italiana ed è residente in Italia.
Difficile negare l'evidenza, sono felice che attraverso la maieutica, cambi le carte in tavola in ogni caso... poco importa, la legge Tremaglia dà applicazione alla costituzione.
Non dico nei stati del mondo, ma nella maggior parte delle democrazie, danno la possibilità ai propri cittadini residenti all'estero di votare. Fattene una ragione.
Non ti sta bene? Bene allora fai una proposta di legge per cambiare il diritto di cittadinanza da ius sanguinis a ius soli, ma non credo che la Lega sarebbe tanto felice di ciò :asd:
dasdsasderterowaa
06-04-2008, 17:17
Così ho comprato sei voti.
Di Rodolfo Casadei
Andare a Colonia e scoprire che portarsi a casa le schede elettorali degli italiani all’estero è ancora un affare da pochi euro. Ecco come e dove trovare i plichi spediti dal consolato tedesco
Colonia
“Wenn unzustellbar, zurück! Consolato Generale d’Italia, Universitätsstrasse 81 - 50931 Köln”. La scritta sulla busta bianca rettangolare, marchiata col timbro blu della postalizzazione tedesca in alto a destra, non lascia adito a equivoci: quando questo plico non trova il suo destinatario, deve tornare all’ufficio del consolato italiano di Colonia, responsabile della spedizione. Invece si trova, insieme a un’altra quasi identica, nelle mie mani. Per due precise ragioni: la prima è che il destinatario ha regolarmente ricevuto quanto gli era stato inviato; la seconda è che successivamente ha deciso di cederla a me in cambio di denaro. Sì, è andata proprio così: ho comprato sei plichi contenenti le schede del voto degli italiani all’estero. Ho preso un aereo, sono sceso in una città tedesca dove nessuno mi conosceva e nel giro di 48 ore ho trovato chi mi ha venduto il suo voto. Potevo acquistarne altri ma mi sono fermato a sei perché lo scopo era raggiunto: dimostrare quanto è facile alterare la regolarità del voto della Circoscrizione Estero. Due anni fa l’inchiesta di Tempi sui brogli nel voto degli italiani nel mondo non provocò alcun serio provvedimento migliorativo. Vediamo se stavolta il sistema continuerà a fingere di essere cieco oltre che analfabeta. Adesso dovrà non solo far finta di non saper leggere, ma anche di non vedere la foto della merce ottenuta da Tempi.
Certo, chi vuole potrà sostenere che la foto e questo racconto non dimostrano niente, perché in questo momento i plichi non sono più nelle mie mani. Infatti li ho restituiti intatti ai destinatari legittimi, poveri diavoli sui quali non c’è motivo di infierire. Se i nostri connazionali all’estero mercanteggiano così facilmente il proprio diritto a partecipare alla democrazia italiana, è per una lunga serie di ragioni: indifferenza alle vicende politiche nazionali, sfiducia nei riguardi dei candidati, rapporti di sudditanza nei confronti di persone da cui hanno ricevuto favori, in alcuni casi condizioni di vera e propria povertà che rendono allettanti persino i pochi euro offerti per il loro voto. Forse pochi sanno che sono finiti i tempi in cui i nostri emigranti riuscivano a mantenersi in Belgio, Germania, Svizzera, eccetera e nello stesso tempo a mandare in patria i soldi per la casa dove avrebbero trascorso la vecchiaia. Oggi i nostri emigrati che continuano a svolgere occupazioni ordinarie o umili (e nel Nord Europa sono la grande maggioranza) non possono immaginare altro futuro che nei paesi in cui si sono trasferiti, e con garanzie di welfare molto meno generose che in passato. Insomma, è l’occasione che fa l’uomo ladro. Fino a quando a regolare il voto degli italiani all’estero sarà una normativa difettosa e irrealistica come quella in vigore, l’onestà e la trasparenza del responso elettorale saranno una barzelletta.
La spedizione non era iniziata nel migliore dei modi. Per osare la mia offerta ero entrato in un bistrot italiano di Ehrenfeld, quartiere della prima periferia di Colonia popolato di italiani e di turchi. Ogni pochi metri si incontrano bar e salumifici tricolore, Internet cafe e Döner Kebab turchi. Il locale mi era stato segnalato come uno di quelli al centro di collette di voti a favore di un candidato. Il gestore del locale pagherebbe dei ragazzi che gli portano plichi chiusi ancora da votare, e il candidato (uno della Destra) li ricomprerebbe da lui a un prezzo maggiorato dei due terzi. Pensavo di poter conquistare poco alla volta la confidenza di qualche avventore e arrivare per gradi al dunque. Ma mantenere l’incognito sulla propria identità professionale in un bar di emigrati italiani (siciliani) in Germania è più difficile che entrare nudi in chiesa e passare inosservati. Nel giro di un quarto d’ora si riunisce un trio di avventori, ognuno dei quali entrando ha lanciato un’occhiata indagatrice allo sconosciuto seduto al tavolino fra il quadro di padre Pio e due macchinette mangiasoldi. Dopo un po’ di borbottii cominciano a parlare ad alta voce dello schifo della politica italiana e dello schifissimo del voto italiano all’estero. «Hanno già cominciato a chiedere le schede come l’altra volta», urla quello che sembrava il più distinto dei tre. «Se un giornalista sente le cose che stiamo dicendo gli si rizzano tutti i capelli in testa». «Io a casa ho sette schede», grida mentre solleva le mani e fa il numero con le dita. «Se mi danno 10 mila euro gliele do tutte». Più modesto il quarantenne vicino a lui: «No, io gliele do se mi pagano l’affitto: 800 euro». Di lì a poco pago il conto e me ne vado, umiliato.
«Possono permettersi il lusso di comprare le buste elettorali per cercare di essere eletti. La storia dura già da due settimane, la quota di una busta si aggira oggi sui 5 euro». Altro che 10 mila o 800 euro. È il testo di una dichiarazione rilasciata all’agenzia di stampa Aise da un candidato residente a Colonia, Rosario Cambiano, che si presenta al Senato per l’Udc. Lo contatto per saperne di più circa l’identità dei compratori, ma lui taglia corto e si defila: «Sì, l’ho già detto, il prezzo finale è 5 euro. Chi porta le buste al collettore riceve 3 euro l’una, poi quel signore le rivende al candidato per 5 euro. Ma guardi che ci sono molti altri problemi in questo voto. Quando ho presentato i miei documenti per la candidatura, ho scoperto che il mio nome non figurava più nell’Aire (l’anagrafe degli italiani residenti all’estero, nda) benché io viva qua da 26 anni, ma era riapparso nell’anagrafe del mio Comune italiano di nascita. Ho dovuto chiamarli io per riavere i miei diritti. E un’altra cosa: mia moglie è russa di passaporto, ma alle passate elezioni le hanno inviato il plico per votare come cittadina italiana all’estero. Sono andato io a restituirlo al consolato».
Effettivamente le incongruenze fra gli elenchi dell’Aire, quelli in possesso dei consolati e quello in base a cui il ministero degli Interni fa spedire le schede agli elettori sono un altro grandissimo casino del voto italiano all’estero. Sono potuto entrare in contatto con una famiglia nella quale la giovane moglie, dell’età di 23 anni, ha ricevuto insieme alla scheda per la Camera anche quella per il Senato, benché in quest’ultimo caso l’età per il voto sia fissata a 25 anni. E con un’altra famiglia dove un ragazzo di 15anni – quindici anni! – ha ricevuto un plico elettorale a lui intestato contenente una sola scheda: quella per il Senato… Entrambi me le hanno lasciate per ricordo.
Il postino distratto
Poi ci sono quelli che i plichi non li hanno ricevuti. Entro in un condominio della Velnoer Strasse di Ehrenfeld dove abitano quattro famiglie italiane. Parlo con uno dei ragazzi. Mi racconta che oggi, sabato 29 marzo, ultimo giorno utile per ricevere le schede (poi bisogna andare a protestare al consolato), delle quattro famiglie italiane del palazzo solo due hanno ricevuto i plichi. Però alla famiglia che ne aspettava sei ne è arrivato solo uno, e a quella che ne aspettava quattro pure. In totale, di diciannove plichi attesi ne sono arrivati solo due. Che fine hanno fatto gli altri? Si può ragionevolmente pensare che siano stati portati via dalle buchette della posta: i due sopravvissuti erano troppo “profondi” per essere recuperati, ma gli altri no. Quest’anno alcune circoscrizioni consolari (per esempio quelle del Belgio) hanno deciso di spedire i plichi con una raccomandata: i destinatari devono firmare quando ricevono le buste. Quelle della Germania no: i postini tedeschi sono addestrati a infilare la posta al sicuro in fondo alle buchette, ha fatto sapere l’ambasciata italiana. Sono testimone diretto che non è così: ho pedinato qualche postino tedesco sabato mattina, e se avessi voluto avrei potuto rubare la posta che lui imbucava. Sono giovanissimi, hanno una tuta gialla e nera e spingono sul marciapiede un carrello giallo col contrassegno del corno da caccia. Quando il postino ha girato l’angolo della Leyendeckerstrasse, tutte le porte dei palazzi erano ancora aperte e negli atrii si vedeva la posta che debordava dalle buche. Per il semplice fatto che sabato era in distribuzione un giornale pubblicitario, Imzukaufen, che col suo volume teneva aperte le bocche delle cassette.
La raccolta porta a porta
Ma non è affatto necessario rubare i plichi per ottenerli. Spesso basta andare per le case. Carmelo Bruna, capomastro di origine siciliana, ha ricevuto una visita mercoledì sera: «Si sono presentati due signori giovani e mi hanno detto: “Siamo del partito di Berlusconi. Se la pensa come noi ci dia per favore le buste. Ci pensiamo noi a votarle”. Io gli ho risposto: “Ma non sono nemmeno ancora arrivate!”». I visitatori potevano in realtà essere di qualsiasi partito. Gira voce che il più grosso dei gruppi organizzati che vanno in giro a chiedere i plichi agli italiani faccia riferimento a una ditta di macchine da gioco con sede legale in Liebigstrasse. Alle elezioni passate costoro avevano fatto incetta di plichi per un candidato donna dell’Unione, che ha ricevuto tantissimi voti e sfiorato l’elezione pur essendo poco conosciuta. Quest’anno invece si sarebbero gemellati con un importante candidato del Popolo della Libertà. Un altro candidato molto attivo appartiene alla Destra: raccoglierebbe i plichi in esclusiva in almeno tre bar italiani in Leyendeckerstrasse, Subbelratherstrasse e Mühlheimstrasse a Kalk, un sobborgo di Colonia.
A proposito: le mie sei buste io le ho pagate 150 euro, cinque volte più del valore di listino al 29 marzo. Spero tanto di aver provocato una spirale inflazionistica.
_TeRmInEt_
06-04-2008, 17:24
Che il voto via posta sia una porcata l'ho già detto. Andava fatto con un seggio nelle varie ambasciate, come succede in tutto il mondo.
Mi fanno ridere, in ogni caso, i tuoi tentativi di sviare il discorso :mc:
dasdsasderterowaa
06-04-2008, 17:41
Che il voto via posta sia una porcata l'ho già detto. Andava fatto con un seggio nelle varie ambasciate, come succede in tutto il mondo.
Mi fanno ridere, in ogni caso, i tuoi tentativi di sviare il discorso :mc:
Il voto per corrispondenza è presente anche in altri paesi europei, così come in Svizzera, in USA e Canada, mentre gran parte dei paesi dell'America Latina accettano solo il voto in ambasciata o in un consolato.
Grecia e Irlanda, invece, non concedono proprio il diritto di voto ai cittadini espatriati, mentre meno della metà dei paesi dell'Unione Europea (tra questi l'Italia, la Francia e la Spagna, ma non la Germania e l'Inghilterra, ad esempio) concedono il diritto di voto anche agli stranieri con la doppia cittadinanza, anche se non hanno mai messo piede nel paese di origine dei loro avi.
_TeRmInEt_
06-04-2008, 18:30
Il voto per corrispondenza è presente anche in altri paesi europei, così come in Svizzera, in USA e Canada, mentre gran parte dei paesi dell'America Latina accettano solo il voto in ambasciata o in un consolato.
Grecia e Irlanda, invece, non concedono proprio il diritto di voto ai cittadini espatriati, mentre meno della metà dei paesi dell'Unione Europea (tra questi l'Italia, la Francia e la Spagna, ma non la Germania e l'Inghilterra, ad esempio) concedono il diritto di voto anche agli stranieri con la doppia cittadinanza, anche se non hanno mai messo piede nel paese di origine dei loro avi.
Beh quindi? Assodato che tranne qualche eccezioni la regola è dare il voto ai cittadini residenti all'estero, poi ogni stato decide come meglio garantire tale diritto.
Imho il voto per corrispondenza non dà sufficienti garanzia di regolarità come un seggo, motivo per il quale ho fatto opzione per votare nel mio comune d'iscrizione all'aire.
dasdsasderterowaa
06-04-2008, 19:13
Beh quindi? Assodato che tranne qualche eccezioni la regola è dare il voto ai cittadini residenti all'estero, poi ogni stato decide come meglio garantire tale diritto.
Imho il voto per corrispondenza non dà sufficienti garanzia di regolarità come un seggo, motivo per il quale ho fatto opzione per votare nel mio comune d'iscrizione all'aire.
Assodato che a me non importa cosa fanno negli altri paesi e che questo voleva solo essere un thread per conoscere i pareri degli altri utenti, potremmo però già iniziare a fare come in Germania o in Inghilterra, che concedono sì il voto, ma solo a chi ha vissuto (penso che ci sia un termine di tempo minimo) nel paese di origine dei genitori/nonni.
In questo modo, sfoltiremmo un po' la lista di "italiani" che se ne stanno nei loro paesi di origine e guardano le vicende italiane solo come spettatori interessati ma non coinvolti direttamente.
*MATRIX*
12-04-2008, 14:50
io credo che chi lascia l'italia e vive da anni in un altro paese non può votare
perchè vota per un governo al quale non avrà mai nulla a che fare
a meno che non dimostri di essere un pendolare (italia -> altro stato e viceversa)
zerothehero
12-04-2008, 14:53
Cos'e' questa discriminazione artificiale verso la doppia cittadinanza ? :mbe:
Uno che ha la doppia cittandinanza e' forse meno italiano di un italiano doc qualcunque cosa voglia dire italiano doc ? :rolleyes:
Si, chi ha doppia cittadinanza, secondo me non dovrebbe avere diritto di voto per il parlamento italiano.
Sawato Onizuka
12-04-2008, 16:49
ma solo xk' da bravi itaGliani vendono i propri voti a prezzi di hard discount :read:
_TeRmInEt_
12-04-2008, 17:52
Si, chi ha doppia cittadinanza, secondo me non dovrebbe avere diritto di voto per il parlamento italiano.
Perché? Io che ne ho tre voto regolarmente in tutti i paesi :O
nagoyakochin
13-04-2008, 08:03
io credo che chi lascia l'italia e vive da anni in un altro paese non può votare
perchè vota per un governo al quale non avrà mai nulla a che fare
Come italiano all'estero sarei anche d'accordo sul limite temporale e sulla rimozione del diritto di voto per le seconde o terze generazioni che de facto non esercitano il diritto di cittadinanza, ma mi permetto di farvi notare che non e' vero che non abbiano nulla a che fare con il Governo Italiano. Chi sostiene questo e' fortemente ignorante della giurisprudenza che regola l'AIRE e la vita degli italiani all'estero.
Di fatto, come ho scritto in un altro thread, l'azione del Governo italiano influisce fortemente su di noi, anche se in modo diverso. Non patiamo il cambiamento del codice della strada ovviamente ma, ad esempio, subiamo e molto piu' di voi le conseguenza delle variazioni della politica estera del paese. Andando piu' nel banale, ad esempio, noi non possiamo dimenticarci di rinnovare il bollo del passaporto. Questa e' una tassa diretta!
Per ogni tipo di certificazione dobbiamo sottostare alle leggi italiane e alla giurisprudenza consolare. Siamo inoltre obbligati a rispettare alcuni limiti. Vi faccio un esempio banale, ma molto importante per chi risiede in uno stato ad ordinamento monarchico = l'impossibilita' di accettare onorificenze estere.
La lista potrebbe continuare...
Quanto alle tasse indirette esistono due categorie di paesi: quelli con cui l'Italia ha stipulato una convenzione bilaterale e quelli con cui non lo ha fatto.
Nel primo caso si puo' scegliere di pagare le tasse in uno dei due paesi (di solito quello in cui si risiede), nel secondo bisogna comunque dichiarare in Italia i redditi prodotti nel paese estero che dunque, in molti casi, subiscono una doppia tassazione. In parole povere si pagano le tasse all'Italia per un reddito prodotto all'estero e gia' sottoposto a tassazione. Esiste inoltre, per alcuni paesi, l'eccezione dell'esclusione del principio dello "stato piu' favorevole", ovvero se la tassazione nel paese di iscrizione AIRE e' piu' bassa che in Italia siamo tenuti a versare la differenza all'erario italiano.
A chi obietta alla responsabilita' contributiva degli italiani all'estero ricordo inoltre che ogni reddito prodotto in Italia da cittadini iscritti all'AIRE e' sottoposto ad una ritenuta d'acconto maggiorata del 5%.
Basta?
nickyride
13-04-2008, 09:13
Chi ha scelto di andare a vivere via dall'Italia non dovrebbe avere il diritto di votare, anche perché dell'eventuale cambiamento non se ne gioverà/pentirà.
generals
13-04-2008, 09:18
Il voto all'estero in generale, e sopratutto così come l'ha voluto Tremaglia è una cazzata sesquipedale:
- costa tantissimo
- non garantisce un minimo di regolarità
- fa ridere (seggi in antartide... :rolleyes: )
- dà parità di voto a chi all'italia non paga nemmeno le tasse
Per me dovrebbero poter votare quelli che vivono in italia e all'italia pagano le tasse, non in base alla nazionalità.
:O
Sawato Onizuka
13-04-2008, 17:10
http://img389.imageshack.us/img389/4515/bastardinsideas7.jpg
nei seggi esteri nn hanno ancora appeso questa targa commemorativa ? :sofico:
dasdsasderterowaa
13-04-2008, 17:12
Si, chi ha doppia cittadinanza, secondo me non dovrebbe avere diritto di voto per il parlamento italiano.
Nemmeno se è residente in Italia?
In questo caso, lo farei votare.
francoisk
18-04-2008, 09:16
io li farei votare :D
risultati camera europa
confermano la loro intelligenza ad essere andati via dall'italia con un voto intelligente :ciapet:
dasdsasderterowaa
18-04-2008, 12:43
io li farei votare :D
risultati camera europa
confermano la loro intelligenza ad essere andati via dall'italia con un voto intelligente :ciapet:
Figurati, qualsiasi risultato capita, i seggi della Circoscrizione Europa vengono praticamente assegnati uno a testa, tra i due partiti più grossi.
oltre a quello che ha aggiunto l'amico giapponese vorrei dire che comunque (almeno nel caso degli usa) il senatore che poi eleggi e' quello che comunque gestisce i rapporti del tuo paese natale con lo stato estero dove risiedi , e che puo quindi fare iniziative utili agli italiani che risiedono all'estero (pure per quello che riguarda i consolati) , oppure (faccio esempi) corsi di italiano per i figli di cittadini italiani , gestione e stanziamento dei finanziamenti per le associazioni che promuovono la cultura italiana etc
Che significa che di fatto non solo non produce ricchezza, ma usa risorse della collettività.
Idem per le casalinghe (il 60% delle donne in età lavorativa non lavora) i pensionati.
Se volete andare avanti con questo principio contributivo, fate pure, ma almeno siate coerenti
Aggiungerei che se il fattore determinante per il diritto al voto é il fatto di pagare o meno le tasse in Italia, allora chi paga piu tasse deve avere diritto ad esprimere un voto che abbia un peso politico maggiore di chi ne paga meno o non ne paga affatto, sempre per coerenza.
Chi ha scelto di andare a vivere via dall'Italia non dovrebbe avere il diritto di votare, anche perché dell'eventuale cambiamento non se ne gioverà/pentirà.
e invece i mammoni che stanno a casa a 35 anni meritano di votare, ma per favore.
Sawato Onizuka
19-04-2008, 12:19
mammoni o no, tu hai idea di come mediamente si possa campare vivendo da soli in itaGlia ? :stordita:
sommojames
19-04-2008, 12:26
No, ma non perchè non pagano le tasse, perchè non devono subire la scelta derivante dal loro voto, dunque non sono spronati nel votare al meglio.
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