Fritz!
03-04-2008, 16:18
:doh: :doh: (Corriere)
Maroni l'aveva invitata ai comizi, il Senatùr la fa allontanare a braccia
Tenta di baciare Bossi, Paradiso cacciata
La showgirl a un comizio del leader dopo aver denunciato di essere stata espulsa dalla Lega in quanto trans
DAL NOSTRO INVIATO
PADOVA — «Non avendo più argomenti, quelli di sinistra portano qui finocchi». I militanti leghisti salutano così l'uscita di scena di Maurizia Paradiso, arrivata fino a Padova per «abbracciare un padre, io che non l'ho mai avuto» e portata fuori a braccia, tra insulti e lazzi, dopo uno svenimento vero o simulato, seguito alle parole senza appello di Umberto Bossi: «Qua i saltimbanchi non li vogliamo». Lei si dimena, urla: «Mi picchiano ». Non è vero, ma arriva l'ambulanza e se la porta via. Viene portata al pronto soccorso dove rimarrà fino a tarda notte in preda a una crisi di nervi, piantonata da sei agenti.
E dire che era arrivata camuffata sotto un foulard di seta e due occhialoni scuri per poter incontrare il suo idolo politico: «Sono una travestita che si è travestita, perché solo così potevo conoscere l'uomo che amo». Non aiuta, nel travestimento, la presenza della fida barboncina bianca Camilla. E infatti il servizio d'ordine della Lega la blocca subito sotto il palco. Maurizia Paradiso — già Maurizio, poi Baby L'Amour e Laura Kelly — non si perde d'animo, indossa la sciarpa padana e si fa sotto. Insiste, si avvicina e Bossi si spazientisce. Il pubblico rumoreggia, una guardia padana si avvicina e le toglie il fazzoletto verde dal collo.
Poi gli eventi precipitano, la showgirl si lascia cadere per terra e viene trascinata fuori a braccia, mentre Bossi si arrabbia: «Se non capisci, stai fuori, via. Ma guarda un po', tutte a noi capitano». Lei ha appena il tempo di urlare al pubblico: «Ma bravi, che carini». E a Bossi: «Volevo solo baciarti. È più difficile incontrare te che me al Misex ». Poi l'epilogo, per il quale rischia la denuncia per turbativa di comizio elettorale, con pena fino a tre anni. Il Senatùr può cominciare il suo comizio nel quale dice no al rinvio delle elezioni — «Siamo nelle mani della magistratura» —, spiega che non ci sarà «nessun inciucio » e che Berlusconi «non è mica matto, neanche lui vuole il voto agli immigrati».
Il fuori programma, tra il grottesco e il malinconico, segue la mini polemica tra la showgirl e il Carroccio, reo di non averle offerto una candidatura. Matteo Salvini aveva negato discriminazioni, «la tessera ce l'ha già», e Roberto Maroni l'aveva invitata a partecipare a un comizio. Detto, fatto. All'hotel Grand Italia di Padova, prima di entrare, si confessa: «Sono una partigiana del Carroccio. Io sono il federalismo, una regione a sé che si è gestita per 53 anni, tra gli squali. Da sempre faccio pubblicità occulta per la Lega a Colpo grosso e nelle mie trasmissioni». Non è bastato neppure questo per farsi accettare dal popolo leghista e per abbracciare Bossi. A portarla qui a Padova c'era però anche la speranza di fare carriera: «Che dice — chiedeva — Bossi mi farà andare all'Isola dei famosi? Lui è come un padre per me. Marano invece non mi vuole. È il mio ultimo desiderio. Ho avuto una vita difficile, una madre che batteva, un'operazione a 23 anni per cambiare sesso che mi ha provocato guai fisici. Ora sono malata, mi dovete sopportare ancora per poco».
Alessandro Trocino
03 aprile 2008
Maroni l'aveva invitata ai comizi, il Senatùr la fa allontanare a braccia
Tenta di baciare Bossi, Paradiso cacciata
La showgirl a un comizio del leader dopo aver denunciato di essere stata espulsa dalla Lega in quanto trans
DAL NOSTRO INVIATO
PADOVA — «Non avendo più argomenti, quelli di sinistra portano qui finocchi». I militanti leghisti salutano così l'uscita di scena di Maurizia Paradiso, arrivata fino a Padova per «abbracciare un padre, io che non l'ho mai avuto» e portata fuori a braccia, tra insulti e lazzi, dopo uno svenimento vero o simulato, seguito alle parole senza appello di Umberto Bossi: «Qua i saltimbanchi non li vogliamo». Lei si dimena, urla: «Mi picchiano ». Non è vero, ma arriva l'ambulanza e se la porta via. Viene portata al pronto soccorso dove rimarrà fino a tarda notte in preda a una crisi di nervi, piantonata da sei agenti.
E dire che era arrivata camuffata sotto un foulard di seta e due occhialoni scuri per poter incontrare il suo idolo politico: «Sono una travestita che si è travestita, perché solo così potevo conoscere l'uomo che amo». Non aiuta, nel travestimento, la presenza della fida barboncina bianca Camilla. E infatti il servizio d'ordine della Lega la blocca subito sotto il palco. Maurizia Paradiso — già Maurizio, poi Baby L'Amour e Laura Kelly — non si perde d'animo, indossa la sciarpa padana e si fa sotto. Insiste, si avvicina e Bossi si spazientisce. Il pubblico rumoreggia, una guardia padana si avvicina e le toglie il fazzoletto verde dal collo.
Poi gli eventi precipitano, la showgirl si lascia cadere per terra e viene trascinata fuori a braccia, mentre Bossi si arrabbia: «Se non capisci, stai fuori, via. Ma guarda un po', tutte a noi capitano». Lei ha appena il tempo di urlare al pubblico: «Ma bravi, che carini». E a Bossi: «Volevo solo baciarti. È più difficile incontrare te che me al Misex ». Poi l'epilogo, per il quale rischia la denuncia per turbativa di comizio elettorale, con pena fino a tre anni. Il Senatùr può cominciare il suo comizio nel quale dice no al rinvio delle elezioni — «Siamo nelle mani della magistratura» —, spiega che non ci sarà «nessun inciucio » e che Berlusconi «non è mica matto, neanche lui vuole il voto agli immigrati».
Il fuori programma, tra il grottesco e il malinconico, segue la mini polemica tra la showgirl e il Carroccio, reo di non averle offerto una candidatura. Matteo Salvini aveva negato discriminazioni, «la tessera ce l'ha già», e Roberto Maroni l'aveva invitata a partecipare a un comizio. Detto, fatto. All'hotel Grand Italia di Padova, prima di entrare, si confessa: «Sono una partigiana del Carroccio. Io sono il federalismo, una regione a sé che si è gestita per 53 anni, tra gli squali. Da sempre faccio pubblicità occulta per la Lega a Colpo grosso e nelle mie trasmissioni». Non è bastato neppure questo per farsi accettare dal popolo leghista e per abbracciare Bossi. A portarla qui a Padova c'era però anche la speranza di fare carriera: «Che dice — chiedeva — Bossi mi farà andare all'Isola dei famosi? Lui è come un padre per me. Marano invece non mi vuole. È il mio ultimo desiderio. Ho avuto una vita difficile, una madre che batteva, un'operazione a 23 anni per cambiare sesso che mi ha provocato guai fisici. Ora sono malata, mi dovete sopportare ancora per poco».
Alessandro Trocino
03 aprile 2008