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View Full Version : "I miei figli? Meglio abortire"


beach_man
01-04-2008, 16:29
Ripreso dal sito della STAMPA :

'Caro dottor Ferrara...' inizia così la lettera scritta da Luisa Caddeo a Giuliano Ferrara per raccontargli la sua storia. E' madre di due bambini, Sara e Roberto, 14 e 11 anni . 'I due bambini - scrive - sono portatori, sin dalla nascita, di handicap grave (Oligofrenia,Leucoencefalopatia e Ipotonia), giudicati invalidi al 100%, io e mio marito Carlo, percepiamo un totale di 800 euro al mese quale indennità d’accompagnamento...e poi alcuni pseudo servizi d’assistenza quali: accompagnamento dei bambini da casa a scuola e viceversa; supporto terapeutico psicologico (musicoterapia) e ausilio educativo mediante educatrice che permane nel nostro domicilio 2 ore al giorno'

Ho ricevuto ieri la lettera di Luisa. L'ho chiamata, le ho chiesto di raccontare anche a me la sua storia. Carlo Ibba e Luisa Caddeo sono due emigranti, lavorano in Germania, si conoscono lì, si innamorano, si sposano. Nasce il primo figlio, un po' prematuro ma secondo i medici si riprenderà. Si sbagliano. Il piccolo Roberto soffre di una malattia rara. I medici sostengono che forse con un po' di aria buona potrebbe migliorare. 'Venite dalla Sardegna? Tornateci. L'aria di lì può fare solo del bene al vostro bambino'.

Luisa e Carlo obbediscono. Lasciano il lavoro, l'assistenza garantita del welfare tedesco e tornano. Nasce un altro figlio. Lucia ha fatto gli esami, non risultava nulla, eppure i mesi passano e il bimbo non cresce. 'E' la stessa malattia del primo', grida lei ai medici. 'Mi diedero della depressa, dai loro esami non risultava nulla, ma con le malattie rare è così. Io che avevo già un altro figlio in quelle condizioni mi vedevo ripiombare nello stesso incubo'.

Ha ragione, ma fino ad un certo punto. E' lo stesso incubo, ma moltiplicato per mille. Da un anno lo racconta in un blog. Si chiama La lampada dei desideri. Vale la pena di leggerlo tutto se si vuole entrare nella vita di questa famiglia, lui disoccupato, lei a tempo pieno alle prese con due figli invalidi al 100%, i soldi che non ci sono, il mondo intorno assente anche lui.

Carlo non riesce più a trovare un vero lavoro. 'Ora ha 47 anni e con due figli con una simile disabilità viene automaticamente scartato perché la legge gli consente di assentarsi quando ce ne è bisogno', racconta Luisa. 'I lavori socialmente utili sono riservati a pochi eletti, e con l'età di mio marito è sempre più tenue la speranza di trovare un lavoro.. Noi siamo quindi disposti a trasferirci da qualsiasi parte del mondo,siamo disposti a spostarci,a svolgere qualsiasi mansione,in fabbrica,come fattori,come custodi....qualsiasi cosa.... L'unica cosa di cui non possiamo fare a meno è che ci sia una struttura adeguata che possa accogliere i nostri bambini per garantirgli una riabilitazione continua ed efficace. Qui in Sardegna il comune ci garantisce 40 minuti giornalieri di riabilitazione...pochissimi...ma importanti. Non possiamo toglierglieli,per loro sono fondamentali,e quindi per noi quella è la priorità. Sapete,ora qualche piccolo progresso l'hanno fatto! Roby ad esempio,che ha 12 anni, riesce a tenere il cucchiaino in mano e anche a mangiare un pochino. Ci sposteremo dovunque a patto che ci sia qualche struttura che accolga i bambini e li segua costantemente nelle vicinanze. Noi non abbiamo paura di niente,abbiamo solo paura di non riuscire a far vivere una vita dignitosa a Roby e Sara'.

Roberto e Sara vanno a scuola ma con alcune regole speciali. Quando gli insegnanti di sostegno non ci sono i bambini se li deve riportare a casa. E quando ci sono comunque 'i bambini non si possono sporcare più di una volta.. perchè nel contratto dei bidelli c'è una legge che dice per igiene personale si intente lavaggio del viso e delle mani(ma come fai a dire a dei bambini come loro non si possono sporcare più di una volta?'

Luisa scrive dell'odissea per ottenere dal Sistema sanitario nazionale gli ausili previsti dalla legge, dalle sedie a rotelle nuove ai tutori e i deambulatori. Oppure per capire come l'unico sostegno arrivi dai giornali locali che raccontano la sua storia e scuotono il dormiente mondo politico. Solo grazie alcuni articoli di giornale ottiene una casa Iacp, per due anni, e pieno di barriere architettoniche. 'Ogni giorno devo portare i miei figli in braccio fino a casa' racconta. La seconda pesa venti chili.

E poi la solitudine. 'Non c'è nessuno, siamo soli, non sappiamo nemmeno come informarci su quali sono le leggi a nostro favore. Che esisteva la 104 lo abbiamo saputo nel 2002 quando siamo andati all'ospedale Gaslini di Genova. Nessuno ci aveva detto nulla. Abbiamo mandato lettere al vescovo di Genova, ai sacerdoti di qui, abbiamo tentato di parlare con il Comune. Nessuno ci ha risposto'.

E quindi, la conclusione, amara, della lettera. 'Caro Ferrara, le confesso, pur se con molta tristezza, che se dovessi tornare indietro, sarei una di quelle donne che avrebbe il buon senso di NON donare ai propri figli una vita fatta di stenti e sofferenze, di indigenze assolute, di abbandono da parte di una società che si professa democratica ed attenta al sociale e che, invece, con indifferenza ripone nel dimenticatoio le tragedie che colpiscono le persone più deboli. Le confido anche che, spesso, mi sembra di intravedere nello sguardo dei miei due bambini (ovviamente loro non sono in grado di articolare le parole e di formulare logici pensieri) una sorta di rimprovero per avergli donato una “non vita”'.

La forza della disperazione....ti porta a rinunciare anche a quello che e' naturale avere. :(

Dream_River
01-04-2008, 17:06
La forza della disperazione ti porta ha inviare lettere a Ferrara!!!:eek:

Posso capire che non tutti riescano a sopportare la responsabilità e l'impegno di crescere due figli con tali complicazioni (scrivo "complicazioni" perchè sarebbe scorretto definire loro due malati quando è la società a essere malata).

Ma se spedisci una lettera a Ferrara devi essere DAVVERO disperato!

Redux
01-04-2008, 17:28
Sono assolutamente d'accordo e solidale con la mamma che ha scritto questa lettera.
Tuttavia, il fatto che in questo caso l'aborto sia la scelta migliore (anzi, non sia nemmeno una scelta, ma l'unica cosa da fare) non significa automaticamente che l'aborto deve diventare una pratica priva di regole e di limiti.

Dream_River
01-04-2008, 17:30
Ma chi l'ha detto che l'aborto qui è l'unica soluzione? Chi si può permettere di valutare la vita altrui?

Ci sono genitori, che a mio avviso sono grandissime persone, che sono riuscite a crescere anche bambini con gravi complicazioni, certo significa un sacco di sacrifici, ma per fortuna al mondo c'è ancora chi riesce a provare un disinteressato amore

Redux
01-04-2008, 17:33
Ma chi l'ha detto che l'aborto qui è l'unica soluzione? Chi si può permettere di valutare la vita altrui?


lo dice sua madre, e se una madre dice questo, fatti venire il dubbio che ci abbia pensato e che magari abbia più titolo di te, di me e di Ferrara a dire una cosa del genere.
Bisogna stare attenti a salire su certi pulpiti e sentenziare.

the_joe
01-04-2008, 17:37
lo dice sua madre, e se una madre dice questo, fatti venire il dubbio che ci abbia pensato e che magari abbia più titolo di te, di me e di Ferrara a dire una cosa del genere.
Bisogna stare attenti a salire su certi pulpiti e sentenziare.

Certo, e a chiederlo ai bambini????

La madre sicuramente è disperata, e la società che NON si cura dei suoi figli fa schifo, ma dare la colpa ai bambini tanto da voler invocare per loro la pena di morte........

Redux
01-04-2008, 17:39
Certo, e a chiederlo ai bambini????

La madre sicuramente è disperata, e la società che NON si cura dei suoi figli fa schifo, ma dare la colpa ai bambini tanto da voler invocare per loro la pena di morte........

Non ha parlato di ucciderli ora, è molto più sottile, non siate ingiusti travisando quello che ha scritto.

dave4mame
01-04-2008, 17:43
più che altro la domanda è "come fa l'aborto ad essere la soluzione", visto che la disabilità in entrambi i casi è stata diagnostica DOPO.

the_joe
01-04-2008, 17:46
Non ha parlato di ucciderli ora, è molto più sottile, non siate ingiusti travisando quello che ha scritto.


Infatti, il problema andava risolto alla radice.....

Quello che ho letto, è di UNA SOCIETA' che si "dimentica" dei suoi membri più sfortunati, in questo caso sono bambini con problemi, in altri casi sono i vecchi, cosa facciano, una bella eutanasia forzata di tutti quelli che creano problemi così il mondo finalmente potrà godersi un periodo di tranquillità.

Risolviamo il problema dando il giusto supporto a queste situazioni, chiedendo ai politici di NON pensare solo alla loro scorta o all'elicottero per andare a vedere il GP (che non costituisce reato).

Redux
01-04-2008, 17:46
più che altro la domanda è "come fa l'aborto ad essere la soluzione", visto che la disabilità in entrambi i casi è stata diagnostica DOPO.

Lei fa un ragionamento per assurdo e dice che se avesse saputo che vita avrebbero vissuto, avrebbe abortito.
Ora i sistemi per riconoscere certi handicap ci sono, non so se specificamente quelli che affliggono i suoi due figli, ma non è rilevante.
Prendi il caso degli idrocefali: con che cuore si può dire che una donna non deve abortire?

Redux
01-04-2008, 17:48
Infatti, il problema andava risolto alla radice.....

Quello che ho letto, è di UNA SOCIETA' che si "dimentica" dei suoi membri più sfortunati, in questo caso sono bambini con problemi, in altri casi sono i vecchi, cosa facciano, una bella eutanasia forzata di tutti quelli che creano problemi così il mondo finalmente potrà godersi un periodo di tranquillità.

Risolviamo il problema dando il giusto supporto a queste situazioni, chiedendo ai politici di NON pensare solo alla loro scorta o all'elicottero per andare a vedere il GP (che non costituisce reato).

Su questo hai perfettamente ragione, ma quella mamma, nel parlare di aborto, non parla di se stesse, ma della vita che fanno i suoi figli: non mette davanti la sua difficoltà di mamma, ma la vita che fanno i suoi figli.
Poi la difficoltà di mamma e papà ci sono ed è vergognoso che siano lasciati soli, questo è pacifico.

the_joe
01-04-2008, 17:50
Lei fa un ragionamento per assurdo e dice che se avesse saputo che vita avrebbero vissuto, avrebbe abortito.
Ora i sistemi per riconoscere certi handicap ci sono, non so se specificamente quelli che affliggono i suoi due figli, ma non è rilevante.
Prendi il caso degli idrocefali: con che cuore si può dire che una donna non deve abortire?

Infatti non lo dico, la scelta è sempre personale, però in questo tipo di scelta non è possibile mai e in nessun caso sentire anche il parere dei diretti interessati, certamente in caso di difetti gravi che pregiudicano profondamente la qualità della vita la decisione ci può stare, sono comunque questioni etiche e ognuno di etica ha la propria.

dave4mame
01-04-2008, 17:51
Lei fa un ragionamento per assurdo e dice che se avesse saputo che vita avrebbero vissuto, avrebbe abortito.
Ora i sistemi per riconoscere certi handicap ci sono, non so se specificamente quelli che affliggono i suoi due figli, ma non è rilevante.
Prendi il caso degli idrocefali: con che cuore si può dire che una donna non deve abortire?

oh, non fraintendermi; non sono su posizioni antiabortiste.
dico solo che in questo caso specifico c'era una contraddizione in termini...

Special
01-04-2008, 17:59
più che altro la domanda è "come fa l'aborto ad essere la soluzione", visto che la disabilità in entrambi i casi è stata diagnostica DOPO.

Più che altro la domanda è "come fà ad abortire se sono già nati?"


:rolleyes: :rolleyes: :rolleyes:

Ma come ragioni dai...

ShadowX84
01-04-2008, 18:33
Ripreso dal sito della STAMPA :



La forza della disperazione....ti porta a rinunciare anche a quello che e' naturale avere. :(

La forza della disperazione, in questi casi, ti porterebbe a fare delle atrocità che solo a pensarci viene la pelle d'oca.

E' la forza che riescono a darti queste persone nei momenti più bui (sempre, ma in particolar modo quando sono piccioli/giovani) che ti da un barlume di lucidità e che ti rende forte oltre ogni limite consentendoti di sopportare cose e sensazioni fuori dal comune, permettendoti di fare sacrifici che spesso da fuori difficilmente si riesce a comprendere.

Posto quanto sopra, quoto più o meno tutto quello che ha detto Redux in questo thread.

LucaTortuga
01-04-2008, 19:00
Forse qualcuno si è perso questa frase, sul finale dell'articolo:

"Le confido anche che, spesso, mi sembra di intravedere nello sguardo dei miei due bambini (ovviamente loro non sono in grado di articolare le parole e di formulare logici pensieri) una sorta di rimprovero per avergli donato una “non vita” ".

Si parlava dell'impossibilità di sentire il parere dell'interessato (nascituro) al momento dell'aborto: ma quale persona sana di mente desidererebbe una vita del genere?
Avete idea di cosa voglia dire odiare i propri genitori per averti costretto ad una vita schifosa?
E di quanto dev'essere tragico per un genitore, che già si sente in colpa di suo, avvertire quest'odio provenire da un figlio?

A volte pare che qualcuno consideri la "vita" un'entità a se stante, comunque positiva, a prescindere dalle emozioni e dai sentimenti della persona che deve viverla.

Fritz!
01-04-2008, 19:14
Mah storia agghiacciante.....

Comunque la colpa della società arriva fino a un certo punto.... Un handicap come una protesi, o anche cose piu gravi come la cecità, sono una questione. Ma di fronte a certe malformazioni o malattie così atroci anche nella migliore delle società possibili la vita di queste povere persone continuerà ad essere straziante.

Non posso non chiedermi se in certi casi la vita non sia una condanna

raph45
01-04-2008, 19:59
Capisco la sua storia, e anche io tempoo fa la pensavo come lei (soffro di una malattia invalidante anche io) ma oggi cmq sostengo la vita sempre e comunque perchè è un dono. Piuttosto il vero scandalo è la totale assenza di assistenza.

Redux
01-04-2008, 20:07
Capisco la sua storia, e anche io tempoo fa la pensavo come lei (soffro di una malattia invalidante anche io) ma oggi cmq sostengo la vita sempre e comunque perchè è un dono. Piuttosto il vero scandalo è la totale assenza di assistenza.

Con il dovuto rispetto, la tua invalidità ti consente di vivere, prova ne è che sei qui a scrivere e ad esprimere pensieri compiuti.
La vita sempre e comunque non è un approccio realisticamente ammissibile. E lo dico con notevole pena, perchè personalmente do un profondo valore alla vita.

ozeta
01-04-2008, 20:08
[parentesi]certe volte non vi rendete conto che passare la propria vita ad assistere un invalido al 100% equivale a distruggere 2 vite, non una sola[/]

paulus69
01-04-2008, 20:09
quoto e sottoscrivo tutti gli interventi di redux:
si è dimostrato l'unico ad aver correttamente interpretato lo sfogo della aedre citata nell'articolo...;)

Spectrum7glr
01-04-2008, 20:09
lo dice sua madre, e se una madre dice questo, fatti venire il dubbio che ci abbia pensato e che magari abbia più titolo di te, di me e di Ferrara a dire una cosa del genere.
Bisogna stare attenti a salire su certi pulpiti e sentenziare.

certo allora perchè non li ammazziamo direttamente? mi spieghi perchè adesso non si potrebbe? cazzo se lo dice la mamma...:rolleyes:

Redux
01-04-2008, 20:27
certo allora perchè non li ammazziamo direttamente? mi spieghi perchè adesso non si potrebbe? cazzo se lo dice la mamma...:rolleyes:

a parte il tono (che io non ho usato e quindi non vedo come tu ti debba permettere di usare), da quel che scrivi si evince che non hai letto/compreso la lettera e non hai letto/compreso quel che ho detto.

Spectrum7glr
01-04-2008, 20:30
a parte il tono (che io non ho usato e quindi non vedo come tu ti debba permettere di usare), da quel che scrivi si evince che non hai letto/compreso la lettera e non hai letto/compreso quel che ho detto.

illuminami: secondo te la mamma ha il diritto di dire che la vita dei suoi figli non è degna di essere vissuta?

paulus69
01-04-2008, 20:36
illuminami: secondo te la mamma ha il diritto di dire che la vita dei suoi figli non è degna di essere vissuta?
eccome....specialmente se la vita non è vita.
spiacente,ma non hai capito una cippa di ciò che la donna ha detto...e di ciò che redux ha argomentato.

Spectrum7glr
01-04-2008, 20:46
eccome....specialmente se la vita non è vita.
spiacente,ma non hai capito una cippa di ciò che la donna ha detto...e di ciò che redux ha argomentato.

guarda ho capito benissimo ma è la conclusione che mi lascia inorridito...se devi attirare l'attenzione su quello che è un problema drammatico mi spiace ma ti fermi prima dell'ultimo capoverso: il dramma è già perfettamente intelligibile senza il bisogno di mettere in bocca ai tuoi figli pensieri non loro.
Desiderare di tornare indietro o/o pentirsi di una scelta è un conto, altro è tirare in ballo le prime vittime dell'incapacità dello stato di dare attuazione vera alla legge 194 (che, ricordiamo, non è solo la legge che permette l'aborto, ma è prima di tutto una legge che vuole fare in modo che sia davvero l' "extrema ratio"...leggi: che deve fare in modo che chi ha il coraggio di portare avanti una gravidanza difficile non abbia poi a maledire il giorno in cui ha preso quella decisione).

zerothehero
01-04-2008, 20:52
Più che un inno all'aborto, pare una denuncia per la mancanza di assistenza e di aiuto da parte dello stato. :fagiano:

zerothehero
01-04-2008, 20:55
eccome....specialmente se la vita non è vita.
spiacente,ma non hai capito una cippa di ciò che la donna ha detto...e di ciò che redux ha argomentato.

Un essere umano non ha il diritto di giudicare se la vita di un altro è degna o meno di essere vissuta.
Non c'è neanche da discutere se queste cose.

paulus69
01-04-2008, 20:59
guarda ho capito benissimo ma è la conclusione che mi lascia inorridito...se devi attirare l'attenzione su quello che è un problema drammatico mi spiace ma ti fermi prima dell'ultimo capoverso: il dramma è già perfettamente intelligibile senza il bisogno di mettere in bocca ai tuoi figli pensieri non loro.

se hai ben capito,dovè la coerenza dei tuoi post?o è solo retorica ai danni di redux?(non ch'egli abbia bisogno di difensori...intendiamoci)
lo sai quanti genitori crescono e accudiscono amorevolmente prole che versa in stato neuro-vegetativo?
lo sai che spesso arrivano a programmare e attuare un suicidio/omicidio per la disperazione di in che mani lasciare i propri figli una volta che loro non ci saranno più?
ultimo caso 3 settimane fà....:O
se lo avessero potuto sapere prima...credi che li avrebbero messi al mondo?
dai...non raccontiamoci balle su questi argomenti.

paulus69
01-04-2008, 21:04
Un essere umano non ha il diritto di giudicare se la vita di un altro è degna o meno di essere vissuta.
Non c'è neanche da discutere se queste cose.

è la stessa madre che lo ha generato,sentito crescere in grembo,e che infine l'ha portato alla luce...è colpa della madre se è nato così?
può ben giudicare e a ragione ben veduta se non abbia fatto meglio ad abortire...
poi,se vuoi travisare...travisa pure.;)

paulus69
01-04-2008, 21:11
Un essere umano non ha il diritto di giudicare se la vita di un altro è degna o meno di essere vissuta.
Non c'è neanche da discutere se queste cose.

non per flammare....
ma ti porterei l'esempio dei nazisti dei campi di concentramento(un fratello di mio padre ci morì a 19 anni) e dei pedofili....
poi discutiamo....o non c'è neanche da discutere?

Spectrum7glr
01-04-2008, 21:19
non per flammare....
ma ti porterei l'esempio dei nazisti dei campi di concentramento(un fratello di mio padre ci morì a 19 anni) e dei pedofili....
poi discutiamo....o non c'è neanche da discutere?

chi sei te per decidere che uccidere qualcuno possa essere una soluzione? uccidere un assassino farebbe tornare in vita qualcuno?

ozeta
01-04-2008, 21:27
chi sei te per decidere che uccidere qualcuno possa essere una soluzione? uccidere un assassino farebbe tornare in vita qualcuno?

e mantenere in vita un essere umano che non può parlare, non può muovere alcun arto che soluzione è?

allora teniamolo in coma farmacologico, è praticamente la stessa cosa, forse meglio :doh:

paulus69
01-04-2008, 21:29
chi sei te per decidere che uccidere qualcuno possa essere una soluzione? uccidere un assassino farebbe tornare in vita qualcuno?
non metterti alla prova con sofismi degni di un gorgia....non lo sei.
si discuteva di giudicare la vita di qualcuno.....:read:
e non "decidere di uccidere....qualcuno".:read:
ed infine;se poi giudichi l'aborto un'assassinio....permettimi di ricordarti che l'aborto è regolamentato da legge di stato.ennesimo:read:

Spectrum7glr
01-04-2008, 21:29
e mantenere in vita un essere umano che non può parlare, non può muovere alcun arto che soluzione è?


sei nella testa di qull'essere umano?

Spectrum7glr
01-04-2008, 21:31
non metterti alla prova con sofismi degni di un gorgia....non lo sei.
si discuteva di giudicare la vita di qualcuno.....:read:
e non "decidere di uccidere....qualcuno".:read:
ed infine;se poi giudichi l'aborto un'assassinio....permettimi di ricordarti che l'aborto è regolamentato da legge di stato.ennesimo:read:

scusa paulus...non ti contraddirò più: per me hai sempre ragione :)

(rileggiti almeno il mio intervento però: ho detto da qualche parte che sono contrario all'aborto?)

ozeta
01-04-2008, 21:34
sei nella testa di qull'essere umano?

e tu invece? hai mai assistito un invalido al 100%? guardarlo negli occhi e vederlo piangere piange perché ti riconosce ma non può salutarti?

dave4mame
01-04-2008, 21:36
mettiamola così.
a chi piacerebbe passare un vita costretto a essere vestito, imboccato, scaricato tramite clistere e avere il culo pulito da un'altra persona?

c'è da augurarsi di non avere coscienza di sè stessi.

qualcuno una volta mi disse che "dio ci dona la vita, non ci condanna alla vita".

raph45
01-04-2008, 21:37
ed infine;se poi giudichi l'aborto un'assassinio....permettimi di ricordarti che l'aborto è regolamentato da legge di stato.ennesimo:read:

le leggi dello stato cambiano come il vento, cmq ritengo che la situazione descritta della lettera con l'aborto non c'entra un fico secco.

paulus69
01-04-2008, 21:39
scusa paulus...non ti contraddirò più: per me hai sempre ragione :)

(rileggiti almeno il mio intervento però: ho detto da qualche parte che sono contrario all'aborto?)
io sempre ragione?!:help:
mi spiace contraddirti:ma compio innumerevoli sbagli,e quando ne compio uno...ne immagino molti altri e diversi,così non ne rimango schiavo di nessuno...;)

paulus69
01-04-2008, 21:43
le leggi dello stato cambiano come il vento, cmq ritengo che la situazione descritta della lettera con l'aborto non c'entra un fico secco.
ed è un cazzo di vento che tira da 30anni nella stessa direzione...;)
cmq,perchè non lo riteni inerente?

Spectrum7glr
01-04-2008, 21:44
e tu invece? hai mai assistito un invalido al 100%? guardarlo negli occhi e vederlo piangere piange perché ti riconosce ma non può salutarti?

no, ma non credo che l'averlo assistito ti consenta di capire davvero cosa ha nella testa...esattamente come non sei in grado di capire cosa ha nella testa uno che assisti e che invalido non è (penso ai drogati che ho assistito sotto servizio civile).

raph45
01-04-2008, 21:53
ed è un cazzo di vento che tira da 30anni nella stessa direzione...;)
cmq,perchè non lo riteni inerente?

perchè alla fine è una denuncia sulla poca assistenza ricevuta, e perchè alla fine si parla di aborto perchè probabilmente si è trovata sola con dei figli gravemente malati, penso che se ci fosse stata una migliore assistenza non ci sarebbe parlato di aborto, e cmq ho vissuto anch'io (e lo vivo tutt'ora) una forte disabilità, e quindi capisco + di quanto pensi cio' di cui parla la signora riguardo l'aborto, cose che pensavo anche io alcuni anni fa, pero' ripeto la signora non ha nessun diritto di decidere della vita altrui in riferimento se uno deve vivere o meno, è un po' come la pena di morte.

paulus69
01-04-2008, 22:06
....la signora non ha nessun diritto di decidere della vita altrui in riferimento se uno deve vivere o meno, è un po' come la pena di morte.
o l'aborto....dove lo sviluppo di un feto è subordinato alla decisione della donna che lo concepisce...
un bel paradadosso....davvero.
sempre che ci sia vita da vivere....eh già.

dave4mame
01-04-2008, 23:24
no, ma non credo che l'averlo assistito ti consenta di capire davvero cosa ha nella testa...esattamente come non sei in grado di capire cosa ha nella testa uno che assisti e che invalido non è (penso ai drogati che ho assistito sotto servizio civile).

e ti auguro di non provarlo mai.
perchè vedere una persona, un familiare che hai amato ridotto in stato vegetale, privato della dignità di essere umano è la cosa più straziante che si possa provare.
e l'unica cosa che puoi sperare è che non abbia coscienza di sè stesso.

ozeta
01-04-2008, 23:46
no, ma non credo che l'averlo assistito ti consenta di capire davvero cosa ha nella testa...esattamente come non sei in grado di capire cosa ha nella testa uno che assisti e che invalido non è (penso ai drogati che ho assistito sotto servizio civile).

non puoi capire tutto, ma certe espressioni degli occhi non lasciano scampo ad altre interpretazioni

zerothehero
01-04-2008, 23:53
è la stessa madre che lo ha generato,sentito crescere in grembo,e che infine l'ha portato alla luce...è colpa della madre se è nato così?
può ben giudicare e a ragione ben veduta se non abbia fatto meglio ad abortire...
poi,se vuoi travisare...travisa pure.;)

Travisare de che?
Nessuno può giudicare se una vita è degna di essere vissuta..deve essere casomai il soggetto...la madre dell'articolo cerca aiuto che evidentemente non trova...

zerothehero
01-04-2008, 23:56
non per flammare....
ma ti porterei l'esempio dei nazisti dei campi di concentramento(un fratello di mio padre ci morì a 19 anni) e dei pedofili....
poi discutiamo....o non c'è neanche da discutere?

Per l'appunto..il nazionalsocialismo decideva chi era degno di vivere e chi era degno di morire in quanto nemico dello Stato e del Popolo tedesco...non credo si debba prendere l'esempio da loro.. :fagiano:

beach_man
02-04-2008, 09:03
Ragazzi ma dove sta scritto che la madre voglia "uccidere" i propri figli?Ma credete se cosi fosse avrebbe sacrificato 12 anni della sua vita??Con tutto quello che l'invadilita' di quei ragazzi implica?Non era piu semplice abbandonarli?E per cosa fare un secondo figlio?
La madre (a mio parere) vuol condannare chi troppo facilmente (soprattutto adesso sotto le elezioni) gioca con qualcosa di cui non ha nemmeno idea.
Problema sulla pillola del giorno dopo (per giunta legale) o la legge sull'aborto (ben regolamentata) discussioni accanite portate avanti a spada tratta da persone che non la potranno mai provare sulla loro pelle in quanto a partorire ci pensano le eventuali compagne, ma che possono bene lavarsene le mani se dovesse accadere a loro o nella miglior della ipotesi pagare gli alimenti.
Si parla tanto di problemi (passatemi il termine) "minori" senza vedere qual'e' il problema reale....per colpa dell'ignoranza (trattiamo con questo termine la non conoscenza,la non evoluzione della scienza), della possibilita' di saper prima cosa potrebbe succedere....questa madre si e' affidata al consiglio del medico che gli ha garantito che tutto era a posto.Voleva dei figli.....e tanto li voleva che ne ha partorito un'altro a fronte della malattia del primo, forse con un minimo di speranza che questo figlio potesse aver la fortuna di vivere una vita...cosi come la viviamo noi.Pur essendoci stata la malattia del primo figlio i medici gli "garantiscono" che tutto va bene.Ma i medici (limitati nell'ignoranza del momento) si sbagliano.
Tutto questo? Per poi sperimentare quello che e' il vero ABORTO imposto dalla societa'.Il poter non vivere in queste situazioni in cui la colpa e' da attribuire solo al destino.La societa' che ha portato sul lastrico una famiglia che ha speso fino all'ultimo spicciolo della sua vita e dei suoi soldi ,per rendere per quanto possibile, la vita dignitosa ai propri figli e che gli "regala" 40 min di reabilitazione al giorno e niente piu.
Intanto non si sente altro che parlare di problemi etici e di coscienza sull'uso o meno di una pillola che useranno altri...
Certo che a ragion veduta,sapendo che avra due figli in quella situazione e soprattutto che la societa' e' quella che e'.....magari anziche l'aborto avrebbe praticato l'astinenza.....ma si sa' che tutto non si puo prevedere.....ma molto si puo immaginare.

Purtroppo fin quando non ti capita qualcosa del genere non potrai mai capire che esiste un secondo mondo,parallelo...una seconda societa' molto ben diversa da quella di tutti i giorni, dove prevale l'ignoranza e la differenza assoluta.

Redux
02-04-2008, 09:25
illuminami: secondo te la mamma ha il diritto di dire che la vita dei suoi figli non è degna di essere vissuta?

Non prenderla come un diritto di uccidere, di togliere la vita. Immedesimati in una mamma, che ha lottato per 12 anni a fianco dei suoi bambini, e che dopo 12 anni vede che, nel disinteresse generale, i suoi bambini vivono una vita che non ha nessuna qualità, perchè non sono nemmeno in grado di esprimersi e di mangiare da soli.
Quella mamma ha sacrificato tutta se stessa ai suoi figli, e se fosse possibile darebbe loro anche di più, ma di più non c'è. E il suo amore di mamma è così grande da arrivare a formulare il desiderio di non aver mai messo al mondo quei bambini perchè lei ha visto, ha vissuto giorno per giorno il loro dolore, la loro difficoltà.
Una mamma, un papà vorrebbero sempre la vita dei loro figli, e nella loro natura non desiderare altro, fino alla fine. Ma in questa persona questo amore incommensurabile fa un salto ulteriore, arriva a negare (sia pure in un ragionamento per assurdo, perchè rimane pur sempre un discorso ipotetico) quell'insopprimibile istinto.
E allora io dico: bisogna dare ascolto a quella mamma, bisogna imparare da quella mamma, come da tutte le mamme e i papà che vivono una vita come la loro, senza speranza.
Io non sono certo uno tanto tenero con l'aborto, tutt'altro, ribadisco che per me rimane una pratica da circondare da mille cautele e nego radicalmente, ad esempio, che possa essere un rimedio ad errori o a difficoltà superabili con poco o tanto sacrificio.
Ma se non c'è sbocco, se non c'è nessuna possibilità se non vivere 10 o 20 anni di sofferenze e poi vederli spegnere, deve essere riconosciuto il diritto di fermare tutto prima che inizi. Magari con una commissione etica che dica la sua. Ma deve esserci la possibilità.
Una mamma e un papà possono accontentarsi di molto poco, quasi di niente, un mezzo sorriso al mese o anche meno, loro possono andare avanti, lo stesso: ma i loro bimbi?

the_joe
02-04-2008, 09:44
Non prenderla come un diritto di uccidere, di togliere la vita. Immedesimati in una mamma, che ha lottato per 12 anni a fianco dei suoi bambini, e che dopo 12 anni vede che, nel disinteresse generale, i suoi bambini vivono una vita che non ha nessuna qualità, perchè non sono nemmeno in grado di esprimersi e di mangiare da soli.
Quella mamma ha sacrificato tutta se stessa ai suoi figli, e se fosse possibile darebbe loro anche di più, ma di più non c'è. E il suo amore di mamma è così grande da arrivare a formulare il desiderio di non aver mai messo al mondo quei bambini perchè lei ha visto, ha vissuto giorno per giorno il loro dolore, la loro difficoltà.
Una mamma, un papà vorrebbero sempre la vita dei loro figli, e nella loro natura non desiderare altro, fino alla fine. Ma in questa persona questo amore incommensurabile fa un salto ulteriore, arriva a negare (sia pure in un ragionamento per assurdo, perchè rimane pur sempre un discorso ipotetico) quell'insopprimibile istinto.
E allora io dico: bisogna dare ascolto a quella mamma, bisogna imparare da quella mamma, come da tutte le mamme e i papà che vivono una vita come la loro, senza speranza.
Io non sono certo uno tanto tenero con l'aborto, tutt'altro, ribadisco che per me rimane una pratica da circondare da mille cautele e nego radicalmente, ad esempio, che possa essere un rimedio ad errori o a difficoltà superabili con poco o tanto sacrificio.
Ma se non c'è sbocco, se non c'è nessuna possibilità se non vivere 10 o 20 anni di sofferenze e poi vederli spegnere, deve essere riconosciuto il diritto di fermare tutto prima che inizi. Magari con una commissione etica che dica la sua. Ma deve esserci la possibilità.
Una mamma e un papà possono accontentarsi di molto poco, quasi di niente, un mezzo sorriso al mese o anche meno, loro possono andare avanti, lo stesso: ma i loro bimbi?

Discorso pienamente condivisibile.

C'è da aggiungere che nel caso della famiglia in questione, lo scandalo è dato dallo STATO che si disinteressa di queste cose.

ShadowX84
02-04-2008, 09:53
Non prenderla come un diritto di uccidere, di togliere la vita. Immedesimati in una mamma, che ha lottato per 12 anni a fianco dei suoi bambini, e che dopo 12 anni vede che, nel disinteresse generale, i suoi bambini vivono una vita che non ha nessuna qualità, perchè non sono nemmeno in grado di esprimersi e di mangiare da soli.
Quella mamma ha sacrificato tutta se stessa ai suoi figli, e se fosse possibile darebbe loro anche di più, ma di più non c'è. E il suo amore di mamma è così grande da arrivare a formulare il desiderio di non aver mai messo al mondo quei bambini perchè lei ha visto, ha vissuto giorno per giorno il loro dolore, la loro difficoltà.
Una mamma, un papà vorrebbero sempre la vita dei loro figli, e nella loro natura non desiderare altro, fino alla fine. Ma in questa persona questo amore incommensurabile fa un salto ulteriore, arriva a negare (sia pure in un ragionamento per assurdo, perchè rimane pur sempre un discorso ipotetico) quell'insopprimibile istinto.
E allora io dico: bisogna dare ascolto a quella mamma, bisogna imparare da quella mamma, come da tutte le mamme e i papà che vivono una vita come la loro, senza speranza.
Io non sono certo uno tanto tenero con l'aborto, tutt'altro, ribadisco che per me rimane una pratica da circondare da mille cautele e nego radicalmente, ad esempio, che possa essere un rimedio ad errori o a difficoltà superabili con poco o tanto sacrificio.
Ma se non c'è sbocco, se non c'è nessuna possibilità se non vivere 10 o 20 anni di sofferenze e poi vederli spegnere, deve essere riconosciuto il diritto di fermare tutto prima che inizi. Magari con una commissione etica che dica la sua. Ma deve esserci la possibilità.
Una mamma e un papà possono accontentarsi di molto poco, quasi di niente, un mezzo sorriso al mese o anche meno, loro possono andare avanti, lo stesso: ma i loro bimbi?

Sottolineo nuovamente tutto il tuo intervento, credo che sia un'ulteriore chiara spiegazione.


Mi permetto di fare solo una piccola riflessione che mi gira in testa da qualche mese (che non mi ha portato a nessuna conclusione se non a riflettere ancora...) e che si discosta dai fatti raccontati nella lettera.

Mi sono reso conto o per lo meno a me ha dato quest'impressione che il nostro punto di vista (con nostro intendo persone non disabili) verso queste persone varia molto da paese a paese e da cultura a cultura.
Non posso fare raffronti con casi specifici perchè non mi sono documentato in merito, ho solo fatto questi ragionementi leggendo dei giornali o delle notizie sul web.

Prendo un esempio su tutti (benchè molto diverso da quello riportato nella lettera): La bambina indiana nata con 6/8 arti, qui in Italia come in molti altri paese, da molti è stata accolta con dispiacere, addittura con orrore ecc... in India invece è addirittura considerata una sorta di reincarnazione di una divinità, la mamma ne è felicissima, è convinta di aver ricevuto un dono e la loro "casa" è diventata meta di pellegrinaggio.


Non lo so con questo che cosa voglio dire di preciso, però ripeto...è una cosa che mi fa sempre pensare molto...

...Ritornando IT e rilegandomi a diversi post, aggiungo un'ultima cosa: Per quanto mi riguarda, la disciminante FONDAMENTALE in questi casi è sapere se la persona interessata è cosicente o meno del suo stato, questo per la persona stessa (ma anche per un genitore o un fratello) FA la differenza.

Dream_River
02-04-2008, 10:08
Travisare de che?
Nessuno può giudicare se una vita è degna di essere vissuta..deve essere casomai il soggetto...la madre dell'articolo cerca aiuto che evidentemente non trova...

Ecco, questo intervento penso che riassuma in poche righe tutto quello che penso su questo caso, complimenti all'autore

Quoto anche tutto quello scritto da Spectrum7glr

Prendo un esempio su tutti (benchè molto diverso da quello riportato nella lettera): La bambina indiana nata con 6/8 arti, qui in Italia come in molti altri paese, da molti è stata accolta con dispiacere, addittura con orrore ecc... in India invece è addirittura considerata una sorta di reincarnazione di una divinità, la mamma ne è felicissima, è convinta di aver ricevuto un dono e la loro "casa" è diventata meta di pellegrinaggio.

Giusta Osservazione, questo fattore che tu metti in luce che i concetti di "malattia" o "handicap" sono molto relativi.
Inoltre nei paesi dove la religione più diffusa è l'Induismo o il Buddhismo, i malati sono visti quasi come un bene, perchè permettono di mettere alla prova e di coltivare la compassione nel nostro cuore (La quale è un elemento fondamentale della spiritualità Induista ma soprattutto Buddhista).
La compassione e l'apertura alla diversità, sono valori che la nostra società ormai a perso, perchè ormai le uniche cose che la nostra società premia sono l'utile e l'omologato

In generale comunque, per quanto riguarda l'aborto, penso che la libertà di abortire debba essere tutelata, ma allo stesso tempo ci dovrebbero essere forti campagne di prevenzione per evitare di ricorrere a questa triste soluzione

Fritz!
02-04-2008, 10:12
Giusta Osservazione, questo fattore che tu metti in luce che i concetti di "malattia" o "handicap" sono molto relativi.


A me questo pare un wishful thinking troppo buonista.

Qua si parla di persone, purtroppo, che non sono in grado autonomamente di sopperire a bisogni primari come nutrirsi o andare in bagno.

Incapaci purtroppo di parlare e comunicare il proprio pensiero. E proprio l'uso della parola è una delle differenze fondamentali tra uomini e animali.

Qua c'entra davvero poco il concetto di normalità imposto dalla società.

Dream_River
02-04-2008, 10:19
A me questo pare un wishful thinking troppo buonista.

Qua si parla di persone, purtroppo, che non sono in grado autonomamente di sopperire a bisogni primari come nutrirsi o andare in bagno.

Incapaci purtroppo di parlare e comunicare il proprio pensiero. E proprio l'uso della parola è una delle differenze fondamentali tra uomini e animali.

Qua c'entra davvero poco il concetto di normalità imposto dalla società.

Ma infatti la mia osservazione che hai citato riguarda il caso citato da Shadow

Proprio per evitare di comprendere anche casi limite come questi ho scritto "molto relativi" e non "del tutto relativi"

ShadowX84
02-04-2008, 10:37
Ciao Diego

...ci tengo a riprecisare che la mia era solo una riflessione personale che mi frulla in testa da un pò...


Giusta Osservazione, questo fattore che tu metti in luce che i concetti di "malattia" o "handicap" sono molto relativi.

Attenzione: il discorso che fai tu è diverso da quello che faccio io!
Sono d'accordo che non tutti le malattie o le disabilità sono uguali, un celebroleso non potrà mai essere paragonato ad una persona alla quale manca l'altima falange del mignolo, un persona con l'AIDS non potrà mai essere paragonata ad una con la tonsillite.
Ma questo vale anche in altre cose, in tutte le cose, anche l'amore, non è che si ama o non si ama, si può amare di più e si può amare di meno, non credo siano concetti assolutistici, però attento: una persona disabile rimarrà sempre tale indipendentemente dal grado della sua invalidità, dalle soluzioni adotatte per sopperire o ridurre la sua situazione disagiata o dall'amore che gli viene dato dai cari.

Non mi riferisco al concetto di omologazione della "persona-normale", parlo più terra terra, sotto la scienza, la religione e forse sotto gli affetti, parlo di "...all'atto pratico".

La bambina che ho riportato nel mio esempio come detto è stata vista come un "dono" divino, bene questo probabilmente l'aiuterà molto di più di chi la vede come un mostro o di chi la vede come un problema da risolvere (...non ho seguito gli sviluppi quindi non so se quella bambina dovrà/potrà essere operata ecc...) resta il fatto che è una bambina disabile e questo è incontrovertibile purtroppo! Ripeto...le conclusioni sul mio pensiero al riguardo non le metto...che ancora non ne ho...


Inoltre nei paesi dove la religione più diffusa è l'Induismo o il Buddhismo, i malati sono visti quasi come un bene, perchè permettono di mettere alla prova e di coltivare la compassione nel nostro cuore (La quale è un elemento fondamentale della spiritualità Induista ma soprattutto Buddhista).

Anche qui Diego non riesco a condividere, non è sulla "pelle" (passami il paragone) degli altri che si deve coltivare certe esperienze. Forse ho interpretato male io quello che hai scritto, ma proprio non riesco a non sussultare davanti alla frase: "i malati sono quasi visti come un bene" :(

Se vorrai chiarirmi meglio...te ne sarò grato ;)


La compassione e l'apertura alla diversità, sono valori che la nostra società ormai Ha perso, perchè ormai le uniche cose che la nostra società premia sono l'utile e l'omologato


:eek: Lo dico a Daniele di quell'acca :D

Secondo me (e sottolineo SECONDO ME..in quanto ognuno anche qui può vederla in modo diametralmente opposto al mio, c'è gente che c'ha fatto le guerre per certe cose...) il concetto di "diverso-utile-omologato" cambia in funzione della persona, da quello in cui crede, dal modo in cui vive, da quello che sente...

Che cos'è diverso? un nero? un extracomunitario? un gay? un malato? un povero? un disabile? uno controcorrente? un terrone? un disabile? un dittatore?

Che cos'è utile? Una persona che ti fa fare soldi? una persona che ti toglie da un guaio? una persona che ti fa sentire utile? una persona che ti ama?

Per che cosa sei utile tu? (anche qui gli esemipi di domande possibili sarebbero molti)

Che cos'è omologato? (idem come sopra...ma qui...si sta andando OT ;) )


In generale comunque, per quanto riguarda l'aborto, penso che la libertà di abortire debba essere tutelata, ma allo stesso tempo ci dovrebbero essere forti campagne di prevenzione per evitare di ricorrere a questa triste soluzione

Qui invece sono d'accordo al 100%

Dreammaker21
02-04-2008, 10:50
Che dramma e che pena per questa famiglia, probabilmente io, se fossi il padre, ad un certo punto li avrei uccisi e poi sarei andato a costituirmi.

Dream_River
02-04-2008, 11:27
Ciao Diego[quote]

Ciao :D

[quote] una persona disabile rimarrà sempre tale indipendentemente dal grado della sua invalidità, dalle soluzioni adotatte per sopperire o ridurre la sua situazione disagiata o dall'amore che gli viene dato dai cari.

Questo è indubbio, io mi riferivo per di più al rapporto fra la società e la condizione del malato.
In certe culture, avere le allucinazioni è una benedizione, in altre certe malformazioni sono segni divini.
Con questo volevo solo mettere in evidenza che in base alla cultura non cambia la malattia in se ma la considerazione che si a di essa (E che noi dovremmo averebbe più considerazione dei malati)

resta il fatto che è una bambina disabile e questo è incontrovertibile purtroppo! Ripeto...le conclusioni sul mio pensiero al riguardo non le metto...che ancora non ne ho...

Certamente lei è disabile, ma questo non diminuisce il valore della sua vita, a meno che non sia lei stessa a dirlo.
Quello che intendo, e che la società dovrebbe prendersi la responsabilità di prendersi cura dei suoi malati se questo vogliono essere assistiti (E non tutte le volte che ce ne l'opportunità, pensare di ucciderlo e elogiare la scelta della morte)

Anche qui Diego non riesco a condividere, non è sulla "pelle" (passami il paragone) degli altri che si deve coltivare certe esperienze. Forse ho interpretato male io quello che hai scritto, ma proprio non riesco a non sussultare davanti alla frase: "i malati sono quasi visti come un bene" :(

Non bisogna far crescere la compassione nel nostro cuore solo su questi casi, ma il malato ci offre una grande ooportunità, quella di mettere alla prova il nostro spirito e il nostro cuore nel saper "Tremare" di fronte al dolore altrui e desidere di porre fine al male del nostro prossimo, anche se questo comporta sacrificarci.
E questo che mi piacerebbe che la società capisse, il malato o un handicappato, non sono persone che solo ricevono e che sono parassiti della società, il fatto stesso che esistono li rende parte di questa realtà, in tutti i suoi aspetti, e la sua morte sarebbe indiscutibilmente una perdità.
Il malato e testimonianza vivemente del nostro dovere verso il prossimo

Il Buddha disse: "Sapendo che tutti quelli che ti circondano in giorno moriranno, come puoi provare odio?"

Allo stesso modo, il malato ci ricorda la sofferenza e l'imperfezione di questo mondo, e il nostro dovere di fronte a questi aspetti della realtà di essere compassionevoli sul prossimo.
Tutte le volte che assistiamo un malato, e questi ci ringrazia, dovremmo risponder e "Grazie a te"
Ma oggi il malato e da eliminare, molto meglio dargli una dolce morte che il dolce amore dei suoi cari (Ma il fatto che assistere un malato sia considerato da alcuni una condanna fa ben intendere quanta gente capisca davvero cos'è e cosa comporta l'amore)
Spero di essermi spiegato sufficientemente bene ;)

Secondo me (e sottolineo SECONDO ME..in quanto ognuno anche qui può vederla in modo diametralmente opposto al mio, c'è gente che c'ha fatto le guerre per certe cose...) il concetto di "diverso-utile-omologato" cambia in funzione della persona, da quello in cui crede, dal modo in cui vive, da quello che sente...

Che cos'è diverso? un nero? un extracomunitario? un gay? un malato? un povero? un disabile? uno controcorrente? un terrone? un disabile? un dittatore?

Che cos'è utile? Una persona che ti fa fare soldi? una persona che ti toglie da un guaio? una persona che ti fa sentire utile? una persona che ti ama?

Per che cosa sei utile tu? (anche qui gli esemipi di domande possibili sarebbero molti)

Che cos'è omologato? (idem come sopra...ma qui...si sta andando OT ;) )


Tutti i concetti che hai espresso cambiano in funzione alla società dove si vive, e molto spesso alle idee delle singole persone.
Io molto spesso parlo in relazione alla nostra società (Quando parlo di omologato, utile, ecc ecc)
Poi hai ragione a dire che certi concetti (come quello di omologato) cambiano in base alle motivazione e alle idee del singolo soggetto :)

bluelake
02-04-2008, 12:21
Forse ho interpretato male io quello che hai scritto, ma proprio non riesco a non sussultare davanti alla frase: "i malati sono quasi visti come un bene" :(
tranquillo, la concezione buddista della vita è incomprensibile pure a me dopo aver passato ore ed ore a parlarne :fagiano: e sì che quando ci mettiamo a parlare di religione tocchiamo delle vette filosofiche degne del miglior Hegel...

:eek: Lo dico a Daniele di quell'acca :D
tranquillo, è già nella lista delle cose per cui lo prendo continuamente in giro :D

LucaTortuga
02-04-2008, 12:23
Trincerarsi dietro il fatto che vite clamorosamente "indegne" di essere vissute, lo sarebbero solo se definite tali dagli interessati (che nella stragrande maggioranza dei casi non hanno nemmeno la possibilità di esprimersi) è di una meschinità unica.
In sostanza, per difendere il diritto di una fantomatica persona su 1.000.000.000 che potrebbe essere comunque felice di vivere nonostante patologie gravissime (pura ipotesi, molto probabilmente esistente solo nella testa di chi la formula), si dovrebbero costringere altre 999.999.999 persone ad una vita di continue sofferenze, togliendo ai genitori la possibilità di evitare ai propri figli questa ignobile condanna.
Mi piacerebbe davvero che, per un miracolo, tutti i malati gravissimi obbligati alla sofferenza forzata e senza uscita, godessero momentaneamente del dono della parola per dire cosa ne pensano di questa sadica idea di "rispetto per la vita".
Ma tanto gli alfieri della "vita a tutti i costi", che tirano in ballo a sproposito il "parere" del nascituro" considerandolo fondamentale solo perchè non conoscibile, alla fine se ne fregano anche di quegli adulti che riescono a comunicare la propria volontà di non vivere più una vita senza senso (vedi il povero Welby).

Dream_River
02-04-2008, 13:18
Trincerarsi dietro il fatto che vite clamorosamente "indegne" di essere vissute, lo sarebbero solo se definite tali dagli interessati (che nella stragrande maggioranza dei casi non hanno nemmeno la possibilità di esprimersi) è di una meschinità unica.

Io trovo più meschino trincerarsi dietro alla sofferenza di certa gente per giustificarne la morte (La quale non è mai una soluzione, ma un ripiego) e non prendersi l'impegno di avere dei doveri verso di loro, doveri di assitenza, di combattere il dolore, a godere della vita per quanto possa essere brutta, dettati se non dall'amore verso il prossimo (Che ormai per molti è un concetto molto astratto) almeno dall'amore di parentela.
Si può benissimo rispettare la libertà dei singoli individui senza dover dispensare morte a ogni occasione.
La morte non è mai un obiettivo, è sempre perdità, sconfitta, abbandono.
Rifiutarsi di riconoscere che sono le piccole e semplici cose della vita a poterci regalare la felicità per giustificare la mancanza di voglia della responsabilità che abbiamo verso il prossimo o l'intollarenza che abbiamo per qualsiasi vita che non sia come la nostra, e che siamo così presuntuosi da considerare quindi inferiore alla nostra, questo si che lo trovo ignobile

alla fine se ne fregano anche di quegli adulti che riescono a comunicare la propria volontà di non vivere più una vita senza senso (vedi il povero Welby).

Questa è tutta una tua supposizione, quando una persona può esprimere il proprio volere, può disporre della propria vita come gli pare
Non sono contrario ne all'aborto ne all'eutanasia, ma non accetto che questi siano considerati dei buoni strumenti, ma semmai dei mali necessari a cui ricorrere solo su precisi criteri, e il criterio fondamentale, secondo me, deve essere la volontà

LucaTortuga
02-04-2008, 13:28
Non bisogna far crescere la compassione nel nostro cuore solo su questi casi, ma il malato ci offre una grande ooportunità, quella di mettere alla prova il nostro spirito e il nostro cuore nel saper "Tremare" di fronte al dolore altrui e desiderare di porre fine al male del nostro prossimo, anche se questo comporta sacrificarci.


Purtroppo, in certi casi, il male a cui porre fine è la vita stessa.

Redux
02-04-2008, 13:30
Non sono contrario ne all'aborto ne all'eutanasia, ma non accetto che questi siano considerati dei buoni strumenti, ma semmai dei mali necessari a cui ricorrere solo su precisi criteri, e il criterio fondamentale, secondo me, deve essere la volontà

Sono perfettamente d'accordo con quello che dici qui.

Sono in linea di massima d'accordo anche con quanto non ho riportato, solo che non ha nulla a che vedere con il senso del post di apertura di questo thread: parlare di mancanza di voglia, di morte come obbiettivo, di intolleranza verso le diversità mi sembra che non abbia nessuna (e dico nessuna, non dico poca, dico proprio nessuna) attinenza con lo stato d'animo e la situazione espressa in apertura di thread.

Dream_River
02-04-2008, 14:18
Purtroppo, in certi casi, il male a cui porre fine è la vita stessa.

Può anche darsi, l'importante e che sia una scelta libera del soggetto

parlare di mancanza di voglia, di morte come obbiettivo, di intolleranza verso le diversità mi sembra che non abbia nessuna (e dico nessuna, non dico poca, dico proprio nessuna) attinenza con lo stato d'animo e la situazione espressa in apertura di thread.

Non è l'apertura del Thread che mi a preoccupato, ma per di più come si è sviluppato.
Diciamo che di quello che ho scritto solo in parte era riferito a certi interventi, un altra parte sono mie supposizioni o riferimenti all'argomento in generale al di fuori di questo forum

paulus69
02-04-2008, 20:13
Io trovo più meschino trincerarsi dietro alla sofferenza di certa gente per giustificarne la morte (La quale non è mai una soluzione, ma un ripiego) e non prendersi l'impegno di avere dei doveri verso di loro, doveri di assitenza, di combattere il dolore, a godere della vita per quanto possa essere brutta, dettati se non dall'amore verso il prossimo (Che ormai per molti è un concetto molto astratto) almeno dall'amore di parentela.
Si può benissimo rispettare la libertà dei singoli individui senza dover dispensare morte a ogni occasione.
La morte non è mai un obiettivo, è sempre perdità, sconfitta, abbandono.
:mbe:
scusa,studiati bene la natura terrestre,di cui pure noi facciamo(e continueremo a farne...)parte,il cui compito essenziale è la perdurazione/sopravvivenza delle specie mediante selezione naturale...
puoi reputarla crudele...ma è solo una antropoformizzazione tutta nostra.
quindi ti renderai conto che la morte non è sempre perdità,sconfitta ed abbandono..ma bensì sintono della vitalità del sistema stesso,capace di resistere all'entropia sapendosi rinnovare.
ma non riteniamoci tanto superiori o evoluti dall'alto della nostra sottile patina di civiltà:per raggiungere e mantenere tale patina...ben altri han dovuto lottare sacrificandone la propria;un bel paradosso...non c'è che dire.;)
l'amore per il prossimo,riferito all'animale uomo, più che astrazione è un vero e proprio non seguitur logico..tutti lo proclamiamo e quasi tutti se ne strafreghiamo...pure a livello di nucleo familiare(e dico ciò poichè l'essere umano "nasce" come animale sociale),e dico "quasi tutti" perchè necessariamente occorre l'eccezione che ne confermi la regola.;)
cmq,tralasciando questa disquisizione pseudo-filosofica...e non volendo produrmi in epistéme...concludo:
ciò che la donna ha affermato nell'articolo citato e portato al thread..non ha niente a che vedere con discorsi di soppressione volontaria o arbitraria dei possessori di invalidità...ma è solo lo sfogo di una donna che,se avesse saputo al tempo del concepimento ciò che sarebbe accaduto alla sua prole e a lei,si sarebbe sottoposta all'aborto.
e sia ben chiaro...non ci vedo niente di criticabile o condannabile.
:huh:

Dream_River
02-04-2008, 21:12
:mbe:
scusa,studiati bene la natura terrestre,di cui pure noi facciamo(e continueremo a farne...)parte,il cui compito essenziale è la perdurazione/sopravvivenza delle specie mediante selezione naturale...


Se mi considerassi solo un animale avresti ragione, ma ho una concezione della natura umana e della spiritualità diversa dalla tua, indi per cui non limito lo scopo della vita a "Nasci, Riproduciti, Muori"

paulus69
03-04-2008, 20:03
Se mi considerassi solo un animale avresti ragione, ma ho una concezione della natura umana e della spiritualità diversa dalla tua, indi per cui non limito lo scopo della vita a "Nasci, Riproduciti, Muori"
infatti,e per voler contraddistingerci dagli animali ci siamo affinati il senso dell'umorismo pur coltivando sapientemente la malvagità...
hai ragione:
siamo peggio degli animali.

Dream_River
03-04-2008, 20:18
Possiamo essere molto peggio degli animali, ma possiamo essere anche molto meglio

Io per essere migliore di un animale mi affido agli insegnamenti e alla dottrina Buddhista, che mi ha fatto scoprire un percorso spirituale che mi dona felicità serenità e una visione del mondo diversa da quella nichilista e materialista dilagante

Una visione che, in parte, condividono anche i Cristiani

Sei libero di pensare quello che vuoi, ti auguro solo che tu possa trovare la TUA strada verso l'assoluto ;)

scorpionkkk
03-04-2008, 21:09
Mi sembra siate tutti OT.

Qui non si parla di aborto: si parla (e qui si giustifica la lettera a Ferrara) di garantire la vita a parole (Giuliano Ferrara) senza sapere, senza vedere, cosa significa nella realtà di tutti i giorni farlo in situazioni difficili, quasi impossibili.

Si tratta, come al solito, di dire: "troveremo l'oro e diventeremo ricchi!!" presentandosi il giorno dopo con 10 bacchette da rabdomante.

La mamma sta dicendo proprio questo: "Vuoi garantire la vita? Garantiscimi un'assistenza nei casi più difficili , metti in campo delle idee, discuti di tematiche reali,altrimenti proprio la difficoltà di questi casi garantirà una vita sulla carta ma un inferno sulla terra"

Scorpion Dixit

Dream_River
03-04-2008, 21:33
Penso che alla fine siamo finiti a parlare di aborto per un motivo semplice

L'aborto è una tematica di attualità complesso che merita di essere discusso

Le idee(?) di Ferrara no