dantes76
28-03-2008, 21:34
Nessun aiuto Ue per Hirsi Ali
E’ scappata negli Stati Uniti nel 2006, e lì vuole restare. A Washington si sente protetta, in Europa ha paura di morire. Teme ritorsioni da parte del mondo islamico, un mondo a cui si è sempre opposta, a cui si sente legata solo per il colore della sua pelle. Ayaan Hirsi Ali, nata a Mogadiscio 38 anni fa, è scappata dalla Somalia da giovanissima per fuggire in Olanda, dove ha costruito con passione la sua carriera politica nell’ambito dell’impegno a favore dei diritt umani, in particolare delle donne.
In seguito alla morte di Theo Van Gogh, regista del cortometraggio «Submission» di cui lei stessa scrisse il testo, la deputata olandese ha iniziato a temere per la sua stessa vita e si è trasferita negli Stati Uniti. La scorta che la seguiva dal 2004 le viene negata nel 2007, quando l’Aja decide di destinare le forze armate soltanto ai residenti sul suolo nazionale.
Hirsi Ali sperava che l’Europa le venisse incontro. Con il sostegno dell’europarlamentare socialista francese, Benoit Hamon, l’ex deputata aveva fatto appello all’Unione europea perchè finanziasse la sua protezione. «Non voglio morire, amo la vita», aveva dichiarato nel corso di un accorato appello al Parlamento europeo, in seguito al quale aveva ricevuto anche l’appoggio del sottosegretario francese ai diritti umani, Rama Yade.
Ma gli eurodeputati europei che si sono spesi per la sua causa e firmato l’appello sono stati solo 144, troppo pochi: sarebbero servite almeno 350 firme. «Su questa vicenda si è confusa la difesa dell’Islam con la libertà d’espressione», ha lamentato Hamon nel commentare il fallimento del tentativo. «Dopo aver proclamato solennemente la carta dei diritti fondamentali, l’Europa deve intervenire» ha dichiarato l’eurodepuatato, perchè «non è accettabile che Hirsi Ali venga minacciata di morte».
Temendo di non riuscire a ottenere le firme necessarie, lo scorso febbraio Hamon propose una soluzione alternativa al finanziamento diretto: «lanciare un’azione pilota, volta a proteggere anche altri cittadini europei minacciati per ciò che hanno detto».
L’iniziativa avrebbe potuto essere finanziata da uno speciale pacchetto di 50 milioni di euro a disposizione del Parlamento europeo, che venne utilizzato già nel 2004 per sostenere le vittime dell’ attentato di Madrid, ma anche questo tentativo non è decollato.
Fonte: laStampa.it
http://www.uaar.it/news/2008/03/28/nessun-aiuto-per-hirsi-ali/
E’ scappata negli Stati Uniti nel 2006, e lì vuole restare. A Washington si sente protetta, in Europa ha paura di morire. Teme ritorsioni da parte del mondo islamico, un mondo a cui si è sempre opposta, a cui si sente legata solo per il colore della sua pelle. Ayaan Hirsi Ali, nata a Mogadiscio 38 anni fa, è scappata dalla Somalia da giovanissima per fuggire in Olanda, dove ha costruito con passione la sua carriera politica nell’ambito dell’impegno a favore dei diritt umani, in particolare delle donne.
In seguito alla morte di Theo Van Gogh, regista del cortometraggio «Submission» di cui lei stessa scrisse il testo, la deputata olandese ha iniziato a temere per la sua stessa vita e si è trasferita negli Stati Uniti. La scorta che la seguiva dal 2004 le viene negata nel 2007, quando l’Aja decide di destinare le forze armate soltanto ai residenti sul suolo nazionale.
Hirsi Ali sperava che l’Europa le venisse incontro. Con il sostegno dell’europarlamentare socialista francese, Benoit Hamon, l’ex deputata aveva fatto appello all’Unione europea perchè finanziasse la sua protezione. «Non voglio morire, amo la vita», aveva dichiarato nel corso di un accorato appello al Parlamento europeo, in seguito al quale aveva ricevuto anche l’appoggio del sottosegretario francese ai diritti umani, Rama Yade.
Ma gli eurodeputati europei che si sono spesi per la sua causa e firmato l’appello sono stati solo 144, troppo pochi: sarebbero servite almeno 350 firme. «Su questa vicenda si è confusa la difesa dell’Islam con la libertà d’espressione», ha lamentato Hamon nel commentare il fallimento del tentativo. «Dopo aver proclamato solennemente la carta dei diritti fondamentali, l’Europa deve intervenire» ha dichiarato l’eurodepuatato, perchè «non è accettabile che Hirsi Ali venga minacciata di morte».
Temendo di non riuscire a ottenere le firme necessarie, lo scorso febbraio Hamon propose una soluzione alternativa al finanziamento diretto: «lanciare un’azione pilota, volta a proteggere anche altri cittadini europei minacciati per ciò che hanno detto».
L’iniziativa avrebbe potuto essere finanziata da uno speciale pacchetto di 50 milioni di euro a disposizione del Parlamento europeo, che venne utilizzato già nel 2004 per sostenere le vittime dell’ attentato di Madrid, ma anche questo tentativo non è decollato.
Fonte: laStampa.it
http://www.uaar.it/news/2008/03/28/nessun-aiuto-per-hirsi-ali/