View Full Version : Travaglio ed il buon giornalismo
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Intervista a Borsellino
In minuscolo , gli stralci accuratamente “selezionati” da Travaglio.
In maiuscolo invece, le parti di testo fondamentali per capire il senso delle affermazioni di Borsellino, “ritagliate”
Domanda: E DELL'UTRI NON C'ENTRA IN QUESTA STORIA? (la storia della telefonata tra Mangano e l’uomo del clan Inzerillo sui cavalli in albergo – ndr)
Borsellino: «DELL’UTRI NON È STATO IMPUTATO NEL MAXIPROCESSO, PER QUANTO IO RICORDI. So che esistono indagini che lo riguardano e che riguardano insieme Mangano».
Domanda: A Palermo?
Borsellino: «Si. CREDO CHE CI SIA UN’INDAGINE CHE ATTUALMENTE È A PALERMO CON IL VECCHIO RITO PROCESSUALE NELLE MANI DEL GIUDICE ISTRUTTORE, MA NON NE CONOSCO I PARTICOLARI».
Domanda: Dell’Utri. Marcello Dell’Utri o Alberto Dell’Utri
Borsellino: NON NE CONOSCO I PARTICOLARI. Potrei consultare avendo preso qualche appunto (Borsellino guarda le carte. NDR), cioè si parla di Dell’Utri Marcello e Alberto, entrambi».
(…salto di 6 domande e 6 risposte…)
Domanda: C'È UNA COSA CHE VORREI SAPERE. SECONDO LEI COME SI SONO CONOSCIUTI MANGANO E DELL'UTRI?
Borsellino: «NON MI DOVETE FARE QUESTE DOMANDE SU DELL'UTRI PERCHÉ SICCOME NON MI SONO INTERESSATO IO PERSONALMENTE, SO APPENA… DAL PUNTO DI VISTA, DICIAMO, DELLA MIA PROFESSIONE, NE SO POCHISSIMO, CONSEGUENTEMENTE QUELLO CHE SO IO È QUELLO CHE PUÒ RISULTARE DAI GIORNALI, NON È COMUNQUE UNA CONOSCENZA PROFESSIONALE E SUL PUNTO NON HO ALTRI RICORDI».
Domanda: SONO DI PALERMO TUTTI E DUE...
Borsellino: «NON È UNA CONSIDERAZIONE CHE INDUCE ALCUNA CONCLUSIONE... A PALERMO GLI UOMINI D’ONORE SFIORAVANO LE 2000 PERSONE, SECONDO QUANTO CI RACCONTA CALDERONE, QUINDI IL FATTO CHE FOSSERO DI PALERMO TUTTI E DUE, NON È DETTO CHE SI CONOSCESSERO».
(…salto di 5 domande e 5 risposte…)
Domanda: SI È DETTO CHE MANGANO HA LAVORATO PER BERLUSCONI
Borsellino: «NON LE SAPREI DIRE IN PROPOSITO.. ANCHE SE, DICO, DEBBO FAR PRESENTE CHE COME MAGISTRATO ho una certa ritrosia a dire le cose di cui non sono certo poiché ci sono addirittura… so che ci sono addirittura ancora delle indagini in corso in proposito, per le quali non conosco addirittura quali degli atti siano ormai conosciuti e ostensibili e quali debbano rimanere segreti. Questa vicenda che riguarderebbe i suoi rapporti con Berlusconi è una vicenda - che la ricordi o non la ricordi - COMUNQUE È UNA VICENDA che non mi appartiene. Non sono io il magistrato che se ne occupa, quindi non mi sento autorizzato a dirle nulla».
Domanda: MA C’È UN’INCHIESTA ANCORA APERTA?
Borsellino: «So che c’è un’inchiesta ancora aperta».
Domanda: SU MANGANO E BERLUSCONI? A PALERMO?
Borsellino: «SU MANGANO CREDO PROPRIO DI SI, O COMUNQUE CI SONO DELLE INDAGINI ISTRUTTORIE CHE RIGUARDANO RAPPORTI DI POLIZIA CONCERNENTI ANCHE MANGANO». (Quest’ultima frase, nella versione di rai News, veniva sostituita con un semplice “si”, grazie ad un abile lavoro di taglio-video - ndr).
Sul link c'è anche un'interessante tabellina che confronta le tre versioni: del tribunale, di RaiNews e di L'Espresso
Ah, adesso capisco quello di cui si parlava sul Blog di Guzzanti.
Beh, analizzando il testo, devo dire che non mi piace che anche Travaglio si dedichi a precisi taglia/e/incolla soprattutto sulle parole di Borsellino. Ad una veloce analisi, mi pare che i tagli siano stati fatti non tanto per modificare le parole di Borsellino, ma per togliere quell'alone di cautela/indecisione e farlo suonare come molto più sicuro di alcuni coinvolgimenti. Il che è comunque grave.
Ah, sulla pagina del Blog che hai indicato c'è veramente tantissima carne al fuoco, ma dal modo in cui lo scrittore si pone rispetto all'argomento (partendo subito con la storia dei "cazzilli") e al soggetto "marconiglio", mi fa passare la voglia di perderci altro tempo su. E' evidente che l'autore ci sta godendo personalmente a sparare su Travaglio, e da uno così non mi aspetto obbiettività... E' proprio vero che chi si atteggia a superiore morale da fastidio :D
Un ultima provocazione: Questa "manipolazione" non cambia comunque di una virgola la situazione dei diretti interessati, gli atti processuali sono quelli e quelli restano... non capisco il perchè di tanta felicità da parte di alcune persone al riguardo. Davvero pensano che ci sia bisogno di loro per "difendere" persone di quel calibro?
da http://voglioscendere.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=1834196
Un uomo chiamato cavallo
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commenti
da l'Unità del 18 e 19 marzo 2008
Il senatore Paolo Guzzanti è su di giri. L’altro giorno, con grave sprezzo del pericolo, annunciava la nuova missione per la prossima legislatura: smantellare la legge Basaglia che abolì i manicomi. Una mossa autolesionista, ma che gli fa onore, visti gli ultimi sviluppi della commissione Mitrokhin, il cui “superconsulente” Mario Scaramella ha appena patteggiato 4 anni di reclusione per calunnia. Ora poi che la Corte d’appello di Milano ha assolto Guzzanti dall’accusa di aver diffamato tre giornalisti di Rainews24 (Morrione, Ranucci e Ferri) - da lui accusati nel 2001 di aver “manipolato” la famosa intervista di Paolo Borsellino, realizzata nel 1992 da due giornalisti di Canal Plus alla vigilia delle stragi di Capaci e via d’Amelio - non lo tiene più nessuno. Nel suo psico-blog sobriamente intitolato “Rivoluzione Italiana”, il nostro eroe trae dalla sentenza conclusioni a dir poco stupefacenti: “La Corte d’appello di Milano mi assolve dandomi atto che l’intervista a Borsellino era manipolata col copia incolla per far credere che il mafioso Mangano parlasse di droga con Dell’Utri, mentre invece parlava con un mafioso della famiglia Inzerillo. E si certifica che quando Dell’Utri parlava di cavalli, parlava di cavalli! E pensare che questo era un cavallo di battaglia del solito Travaglio che spadroneggia in tv e su youtube senza contraddittorio. E’ una sentenza devastante per il finto giornalismo basato su documenti falsi e manipolati”. Ora, la causa Guzzanti-Rainews riguarda Guzzanti e Rainews, non me. Quanto a me, ho vinto tutte e otto le cause intentatemi (insieme a Veltri, Luttazzi e Freccero) da Berlusconi & C. al Tribunale di Roma per l’”Odore dei soldi” e per “Satyricon”: quel che abbiamo scritto e detto era tutto vero. Purtroppo non si può dire altrettanto di Guzzanti. La sentenza che l’assolve non dice mai che l’intervista trasmessa da Rainews fu “manipolata col copia incolla per far credere” ecc: dice che il montaggio di Canal Plus (che poi curiosamente, dopo le stragi, non lo mandò mai in onda) è una “rielaborazione della cassetta originale” con “differenze” e “alterazioni del testo originario”: il che spesso avviene quando si prende una lunga chiacchierata e la si sintetizza al montaggio. Che l’integrale fosse più lungo lo sapevano pure i bambini. Che l’avesse pubblicato l’Espresso nel ’94, l’avevamo scritto Veltri e io ne “L’odore dei soldi”. Non solo: nel “Raggio verde” sul caso Satyricon (marzo 2001), presente Guzzanti, Santoro mise a confronto la versione video montata dai francesi con quella integrale pubblicata dall’Espresso. Ergo, oggi Guzzanti scopre l’acqua calda e la sentenza non aggiunge una sillaba a quanto era già noto e stranoto. Anzi, i giudici sottolineano che “nessuna manipolazione è attribuibile a Morrione, Ferri e Ranucci”, mentre gli articoli di Guzzanti, “laddove risultano lesivi della reputazione delle parti lese, sono scriminati dal diritto di critica” (che “non si concretizza nella narrazione di fatti, bensì nell’espressione di un giudizio o di un’opinione che, come tale, non può pretendersi rigorosamente obiettiva”). C’è poi la questione della telefonata intercettata dalla Criminalpol tra Mangano e Dell’Utri il 19 febbraio 1980: i giudici di Milano scrivono ciò che tutti sanno da 7 anni, e cioè che è diversa da quella citata da Borsellino, fra Mangano e Inzerillo, sui “cavalli da mandare in un albergo”. Borsellino – in una risposta montata da Canal Plus sulla domanda a proposito della telefonata Mangano-Dell’Utri – si riferisce a quella coeva Mangano-Inzerillo, “inserita nel maxiprocesso” (dove Dell’Utri non era imputato, mentre Mangano e Inzerillo sì). E ricorda che al maxiprocesso si era “asseverata la tesi dei cavalli che vogliono dire droga” (Mangano chiamava la droga “cavalli o magliette”). Che tipo di “cavallo” sia, invece, quello di cui Mangano parla a Dell’Utri, nessuno lo sa. Né Borsellino ha mai detto che fosse un cavallo vero. Mangano prospetta a Dell’Utri “il secondo affare che ho trovato per il suo cavallo”. E Dell’Utri risponde di non avere i soldi. Mangano era in affari col cavallo di Dell’Utri? Dell’Utri rispondeva al telefono per contro del suo cavallo, noto business-man, anzi business-horse, che non riusciva ad afferrare la cornetta per via degli zoccoli? Mistero. Ma davvero Mangano era un esperto di cavalli? E che ci faceva un noto mafioso a casa Berlusconi? E perché nel novembre ‘93, dopo 11 anni di carcere, Mangano andava a Milano a trovare Dell’Utri che stava creando Forza Italia? Alla prossima puntata.
Un uomo chiamato Cavallo/2
Breve riassunto della puntata precedente. Nel 2001 Paolo Guzzanti accusa Rainews24 di aver “manipolato per fini politici” l’intervista di Canal Plus a Paolo Borsellino, realizzata 2 giorni prima della strage di Capaci. I giornalisti di Rainews lo citano in sede penale e civile per diffamazione. La Corte d’appello di Milano lo assolve perché, anche se ha “leso la reputazione” dei cronisti accusandoli falsamente di manipolazione, l’ha fatto in buona fede nell’ambito di un amplissimo “diritto di critica”, visto che il montaggio di Canal Plus risulta comunque “alterato” rispetto al “girato” integrale (pubblicato dall’Espresso). Il Tribunale civile di Roma invece condanna Guzzanti a pagare i danni ai giornalisti. Guzzanti, anziché festeggiare in silenzio lo scampato pericolo, si allarga un po’ e trasforma la sua assoluzione milanese in un’assoluzione anche per Dell’Utri (purtroppo condannato dal Tribunale di Palermo a 9 anni per mafia e dalla Corte d’appello di Milano, la stessa che ha assolto Guzzanti, a 2 anni per estorsione mafiosa) e in una condanna del “travaglismo” dei “giornalisti falsificatori, immondi e ributtanti vigliacchi che insudiciano la professione del giornalista”, che invece lui onora “da 45 anni”. Poi, sempre sul suo psico-blog, aggiunge che la sentenza milanese smonta “l’inesistente interesse di Borsellino per Berlusconi per mai esistiti legami mafiosi, buoni però per il travaglismo... Borsellino non sapeva nulla di Dell’Utri in rapporto con chicchessia della mafia”. In realtà Borsellino era molto informato e interessato, al punto da confidare ai due giornalisti francesi che la Procura di Palermo stava ancora indagando sui rapporti tra il mafioso Vittorio Mangano e il duo Dell’Utri-Berlusconi: “So che esistono indagini che riguardano Dell’Utri e insieme Mangano… Dell'Utri Marcello e Alberto, entrambi”. Domanda: e Berlusconi? “…Ho una certa ritrosia a dire le cose di cui non sono certo poiché... so che ci sono addirittura ancora delle indagini in corso in proposito, per le quali non conosco quali atti siano ormai conosciuti e ostensibili e quali debbano rimanere segreti. Questa vicenda che riguarderebbe i suoi rapporti con Berlusconi è una vicenda - che la ricordi o non la ricordi - che non mi appartiene. Non sono io il magistrato che se ne occupa, quindi non mi sento autorizzato a dirle nulla… So che c'è un’inchiesta ancora aperta”. Ma che ci faceva un mafioso come Mangano a casa Berlusconi tra il 1974 e il ’76? Guzzanti la mette così: “Mangano era stalliere nel podere di Arcore che Berlusconi comperò con tutta la fattoria e che poi diventò la sua nota magione. Mangano era incluso, per quanto ne so, insieme alle bestie e agli altri stallieri e fattori”. Ecco: Silvio acquista la magione (che non era una fattoria, ma la villa dei marchesi Casati Stampa) e ci trova già dentro Mangano, che fa parte del mobilio, un pezzo dell’arredamento. Così, per il suo noto buon cuore, non se la sente di licenziarlo. La balla guzzantiana è talmente grossa che non era venuta in mente nemmeno a due specialisti del ramo come Berlusconi e Dell’Utri. Che infatti, sentiti in vari processi, smentiscono platealmente il povero Paolo. Dell’Utri, 1996:“Mangano venne assunto alle dipendenze di Berlusconi su mia indicazione”. Berlusconi, 1987: “Ad Arcore avevo bisogno di un fattore, uno che si occupasse dei terreni, dei cavalli, degli animali… avendo animo di impostare un’attività di allevamento di cavalli, poi non realizzata (per la difficoltà di reperire uomini fidati, specialmente dopo la scoperta che Mangano era un pregiudicato)… Chiesi a Dell’Utri, che mi presentò Mangano”. “Pur essendo – scrivono i carabinieri di Arcore - perfettamente a conoscenza del suo poco corretto passato”. Il 5 febbraio 1980 Mangano, lasciata Arcore da 4 anni, chiama l’amico Dell’Utri e gli propone “il secondo affare per il suo cavallo”. Dell’Utri risponde che non ha soldi e Berlusconi “’n sura” (“non suda”, non paga). Guzzanti è certo che il “cavallo” fosse un vero cavallo, “una testa davanti e una coda di dietro”. Perché “i veri cavalli erano il vero mestiere di Mangano: spediva davvero cavalli, comperava davvero cavalli, vendeva cavalli e sellava cavalli”. Ma il “vero mestiere” di Mangano erano i traffici di droga, per i quali fu poi condannato a 11 anni. Guzzanti sostiene che Borsellino era convinto del cavallo. Balle. Nell’intervista integrale (Espresso ‘94), alla domanda “Nella conversazione con Dell'Utri poteva trattarsi di cavalli?”, il giudice risponde accennando a una telefonata coeva, tra Mangano e Inzerillo: “La conversazione inserita nel maxiprocesso… si parla di cavalli che dovevano essere mandati in un albergo. Quindi non credo che potesse trattarsi effettivamente di cavalli. Se qualcuno mi deve recapitare due cavalli, me li recapita all’ippodromo, o comunque al maneggio. Non certamente dentro l’albergo”. In ogni caso, la questione del cavallo è secondaria: che Dell’Utri nel 1980 frequentasse un narcotrafficante lo sapeva benissimo anche lui fin da allora. Interrogato nel 1996, ammette: “Nella telefonata ho adoperato un tono amichevole perchè Mangano faceva paura, ero cosciente della sua personalità criminale”. Ma due mesi dopo, 19 aprile 1980, Dell’Utri partecipa a Londra alle nozze di un altro narcotrafficante, Jimmy Fauci. E nel novembre 1993, mentre dà gli ultimi ritocchi a Forza Italia, riceve a Milano ben due visite di Mangano, appena scarcerato dopo 11 anni per mafia e droga. Ma non è finita. Perché, con buona pace di Guzzanti, è lo stesso Dell’Utri, il 29 novembre 2004 al Tribunale di Palermo, a smentire la passione equina di Mangano: “Peraltro non sapevo neanche di cavalli, perché era appassionato il Mangano di mastini napoletani che allevava lui e siccome lì ci volevano cani da guardia importanti, io ho pensato anche a questo…”.
Tale era il suo amore per i cani che – come ricorda Borsellino nell’intervista integrale – mentre lavorava a casa Berlusconi, “tra il ’74 e il ’75, Mangano restò coinvolto in un’indagine che riguardava talune estorsioni fatte in danno di talune cliniche private palermitane: ai titolari di queste cliniche venivano inviati dei cartoni con all’interno una testa di cane mozzata…”.
Ultima chicca: sempre al processo di Palermo, Dell’Utri ricorda che le mansioni di Mangano a casa Berlusconi erano ben diverse da quelle del fattore-stalliere: “Era un uomo di fiducia assoluta, tant’è che Berlusconi faceva accompagnare i bambini a scuola solo da lui, neanche dal suo autista, accompagnava qualche volta addirittura la moglie in città, a Milano, quindi una persona che fu rispettata… Dopo Mangano, Berlusconi si attrezzò con un corpo di guardia considerevole, che è sempre aumentato, sino ad essere oggi un esercito…”. Fedele Confalonieri conferma: “Fu da lì che (dopo l’allontanamento di Mangano da Arcore nel 1976, Berlusconi, ndr) cominciò a circondarsi di persone che potessero difendere lui e i suoi familiari , e anche la sua proprietà”.
Tripo colpo di scena: l’allevamento di cavalli ad Arcore non c’era (lo dice Berlusconi nel 1987); Mangano s’intendeva non di cavalli, ma di cani (lo dice Dell’Utri nel 2004); ad Arcore il mafioso Mangano non si occupava dei cavalli, ma del Cavaliere e dei suoi cari (lo dicono Dell’Utri e Confalonieri). E adesso, chi lo dice a Guzzanti?
dave4mame
27-03-2008, 09:34
occavolo... vuol dire che forse travaglio fa un uso distorto delle fonti informative?
orca.... e chi se lo aspettava.
Francamente non capisco cosa cambia da una versione all' altra .
Non è che una versione più corta , il senso del discorso è sempre quello , se poi riporta alcuni stralci di frasi è perchè sono più significativi di altri , il lavoro di taglia & cuci per cambiare il senso di una frase è ben diverso dal riassunto , ad esempio quando si prende la frase di un magistrato di Milano : "Cominciarono ad accusarci , dissero che eravamo giudici politicizzati" diventata "eravamo giudici politicizzati" come ha fatto qualcuno , ecco quello sconvolge tutta la frase , non mi pare invece che quello che è stato tagliato dal discorso di Borsellino alteri in alcun modo il senso del discorso .
dave4mame
27-03-2008, 10:04
non che io non ritenga dell'utri un filibustiere.
ma prova, solo a titolo di esempio, a soffermarti su questa
Borsellino: «DELL’UTRI NON È STATO IMPUTATO NEL MAXIPROCESSO, PER QUANTO IO RICORDI. So che esistono indagini che lo riguardano e che riguardano insieme Mangano».
non che io non ritenga dell'utri un filibustiere.
ma prova, solo a titolo di esempio, a soffermarti su questa
Appunto , tra :
«DELL’UTRI NON È STATO IMPUTATO NEL MAXIPROCESSO, PER QUANTO IO RICORDI. So che esistono indagini che lo riguardano e che riguardano insieme Mangano»
e
«So che esistono indagini che lo riguardano e che riguardano insieme Mangano»
cosa cambia ?
Nulla , assolutamente nulla , niente di niente , zero assoluto , attaccarsi a queste cose è semplicemente ridicolo .
Non è che "DELL’UTRI NON È STATO IMPUTATO NEL MAXIPROCESSO" cambi qualcosa o renda il fatto che ci siano state delle indagini sul suo conto meno vere , o forse Travaglio ha detto che Dell' Utri è stato imputato nel maxiprocesso ?
Borsellino parla del maxiprocesso perchè è quello che ha seguito , quindi dice che lui con dell' Utri non ha avuto mai niente a che vedere , però : «So che esistono indagini che lo riguardano e che riguardano insieme Mangano» , quindi erano altri che seguono quelle indagini , o forse le indagini non sono mai esistite ??
dave4mame
27-03-2008, 10:36
vabbè, se non riesci a cogliere la differenza, amen.
penso soppravviverò lo stesso :)
Appunto , tra :
«DELL’UTRI NON È STATO IMPUTATO NEL MAXIPROCESSO, PER QUANTO IO RICORDI. So che esistono indagini che lo riguardano e che riguardano insieme Mangano»
e
«So che esistono indagini che lo riguardano e che riguardano insieme Mangano»
cosa cambia ?
Nulla , assolutamente nulla , niente di niente , zero assoluto , attaccarsi a queste cose è semplicemente ridicolo .
Non è che "DELL’UTRI NON È STATO IMPUTATO NEL MAXIPROCESSO" cambi qualcosa o renda il fatto che ci siano state delle indagini sul suo conto meno vere , o forse Travaglio ha detto che Dell' Utri è stato imputato nel maxiprocesso ?
Borsellino parla del maxiprocesso perchè è quello che ha seguito , quindi dice che lui con dell' Utri non ha avuto mai niente a che vedere , però : «So che esistono indagini che lo riguardano e che riguardano insieme Mangano» , quindi erano altri che seguono quelle indagini , o forse le indagini non sono mai esistite ??
E secondo te per cosa sarebbe stata modificata la frase ? Per risparmiare 2 picolitri d'inchiostro o 3 nanogrammi di carta ?
E secondo te per cosa sarebbe stata modificata la frase ? Per risparmiare 2 picolitri d'inchiostro o 3 nanogrammi di carta ?
La frase non è stata modificata , è stata tagliata .
Guarda che gli articoli hanno una lunghezza massima , bisogna essere sintetici .
E secondo te per cosa sarebbe stata modificata la frase ? Per risparmiare 2 picolitri d'inchiostro o 3 nanogrammi di carta ?
Alt... mi sono perso. Non stiamo parlando del montaggio televisivo fatto da Canal+? In questo caso i tagli potrebbero essere stati operati per questioni di tempo.
Ma comunque.. ammettiamo pure che i tagli siano stati fatti con malizia e a scopo propoagandistico: i fatti cambiano? no... i processi sono stati svolti, gli scritti depositati, è tutto nero su bianco.
Travaglio fa venire l'orticaria a voi come a bertinotti e come a berlusconi...
è normale,quando si parla di fatti reali e accertati a tutti da fastidio essere smentiti...d'altronde carta canta.
dave4mame
27-03-2008, 13:15
più che bertinotti d'alema :)
Dalla tabella comparativa non mi sembra che emerga nulla di eclatante. Travaglio da le stesse informazioni usando meno domande, e non aggiunge nulla che Borsellino non abbia detto nell'intervista dell'Espresso.
In generale, come detto in precedenza, ha modificato /omesso alcune risposte in modo da far apparire più sicuro Borsellino e fargli dire esplicitamente, alla fine dell'intervista, che Berlusconi era implicato/indagato in qualcosa di relativo alla mafia. Non è onesto, ma Berlusconi si presta bene con le sue amicizie a manipolazioni simili...
enrix007
28-03-2008, 13:31
Ah, adesso capisco quello di cui si parlava sul Blog di Guzzanti.
Beh, analizzando il testo, devo dire che non mi piace che anche Travaglio si dedichi a precisi taglia/e/incolla soprattutto sulle parole di Borsellino. Ad una veloce analisi, mi pare che i tagli siano stati fatti non tanto per modificare le parole di Borsellino, ma per togliere quell'alone di cautela/indecisione e farlo suonare come molto più sicuro di alcuni coinvolgimenti. Il che è comunque grave.
Ah, sulla pagina del Blog che hai indicato c'è veramente tantissima carne al fuoco, ma dal modo in cui lo scrittore si pone rispetto all'argomento (partendo subito con la storia dei "cazzilli") e al soggetto "marconiglio", mi fa passare la voglia di perderci altro tempo su. E' evidente che l'autore ci sta godendo personalmente a sparare su Travaglio, e da uno così non mi aspetto obbiettività... E' proprio vero che chi si atteggia a superiore morale da fastidio :D
Un ultima provocazione: Questa "manipolazione" non cambia comunque di una virgola la situazione dei diretti interessati, gli atti processuali sono quelli e quelli restano... non capisco il perchè di tanta felicità da parte di alcune persone al riguardo. Davvero pensano che ci sia bisogno di loro per "difendere" persone di quel calibro?
Buongiorno, sono l'autore dell'articolo "Uno uomo chiamato cazzillo".
Solo alcune precisazioni:
Io non ritengo affatto di essere superiore moralmente a nessuno, non mi atteggio ad esserlo, e non godo in modo particolare a sparare su Travaglio piuttosto che su altri.
Occorre tenere presente due cose:
1) La recente diatriba fra Travaglio e Guzzanti è stata caratterizzata da una serie di articoli di Marco Travaglio, a cominciare dalla fine del 2006, fondati giustappunto sull'utilizzo di nomignoli (es: Guzzantosky) e di sfottò.
Travaglio insomma ha dato per primo questo taglio nel commentare vicende che invece sono molto serie. Manicomi, circhi equestri, polonio monzese, ecc...ecc...
E' riuscito quindi a far dell'umorismo di pessimo gusto anche sul metodo cinico e barbaro utilizzato per uccidere A.Litvinenko, (che ha chiamato "spia fosforescente") ed ha insultato chiamandole "spie in menopausa" il colonnello del KGB riparato a Londra O.Gordiewsky, persona invece stimatissima in Inghilterra e fregiata di titoli dalla regina in persona, e il grande scrittore e dissidente russo, vittima di persecuzioni in cliniche psichiatriche sovietiche, V.Bukowsky.
Poi in questa discussione qualcuno ha ricopiato il suo articolo "un uomo chiamato cavallo", dove il tono mi pare sia chiaro.
Io non ho fatto altro che conformarmi all'atmosfera che Travaglio ha messo su con tanta fatica ed impegno: quella della pagliacciata.
D'altro canto ad uno che fa il pagliaccio non mi sembra giusto rispondere con toni Ungarettiani, ma bensì trovo assolutamente equo fargli replicare da Scaramacai. Non so se posso trovarvi d'accordo con questo mia valutazione.
2) Il mio tono sarà stato anche quello che è stato, ma il mio articolo è frutto di alcuni giorni di lavoro serio e di attento esame di molta documentazione, e vi dirò questo: non siamo che all'inizio. Quella storia è ancor più sporca di come l'ho raccontata, ed il bello ha ancora da venire.
I punti fondamentali che contesto a travaglio sono questi:
- per anni travaglio ha detto e scritto che la versione dell'espresso era una versione imprecisa mentre quella trasmessa in TV era fedele, priva di tagli ed "assolutamente autentica". Oggi, che la verità è documentata dalle sentenze, dice che sostenere il contrario è scoprire l'acqua calda.
Quindi, è un cialtrone.
- Travaglio dice che l'alterazione è frutto di un lavoro di "sintesi", senza dolo e malizia, fatto da CanalPlus.
E' falso. Si tratta di un "montaggio" accurato, scientifico, e tutt'altro che sintetico.
E presto ci saranno nuove rivelazioni clamorose su questo aspetto.
- Dell'Utri oggi è stato condannato per reati specifici, quale concorrente a disegni mafiosi, che nulla hanno a che vedere con quell'intervista. L'intervista è del 92 e dietro di essa oggi si scopre l'esistenza di una cospirazione organizzata. Va considerato come un fatto a se' stante, anche se l'obbiettivo di tale cospirazione, anzichè Dell'Utri, fosse stato Hitler in persona.
Non è solo un episodio di brutto giornalismo, ma probabilmente qualcosa di peggio. Non dimentichiamo che si sono manipolate le parole di un morto, e che non era un morto qualsiasi, ma una persona a cui non si doveva comunque mancare di rispetto in questo modo.
I due giornalisti che hanno realizzato l'intervista pare siano in realtà agenti dei servizi segreti francesi, e piuttosto noti. (roba tipo "betulla", per intenderci).
- In quella che io ho definto "l'ultima manipolazione", il fatto grave è che Travaglio stralcia dal parlato di Borsellino una frase dove il magistrato parlava di indagini in corso a carico di Dell'Utri, e subito dopo questa stralcio si inventa la domanda "E Berlusconi"? Borsellino risponde che c'è un'inchiesta aperta. Il tutto per rimanipolare again and again , a distanza di 15 anni, il pensiero del magistrato, secondo il suo chiodo fisso: Borsellino aveva "confidato" nell'intervista che stava indagando su Berlusconi. (invece, non era vero).
Passaggio fondamentale, perchè una delle tesi accreditate dalla cassazione nel "Borsellino bis" è che Riina possa avere fatto saltare in aria il magistrato proprio per lanciare un "segnale" di amicizia a Berlusconi, dal momento che, come mafioso, poteva essere venuto a sapere dell'esistenza, proprio da quell'intervista, di indagini preoccupanti (per Berlusconi) su di lui da parte di Borsellino, cosa che l'avrebbe portato alla decisione di fare un favore non richiesto al cavaliere (perdonatemi se lo dico, ma siamo nella fantascienza).
In ogni caso Borsellino non ha mai risposto alla domanda "E berlusconi?", perchè quella domanda non c'è mai stata. Se l'è inventata ora fresca fresca Travaglio per i suoi ammiratori sempre entusiasti di farsi buggerare.
- Travaglio dice che anche i bambini sanno che la versione dell'espresso è una versione "integrale" e quella di raiNews, invece è roba di "sintesi".
Falso.
La versione dell'Espresso è manipolata comunque, e molto, e Travaglio lo sa.
Una versione fedele, o comunque più fedele, è agli atti proprio del processo di palermo a carico di dell'Utri. travaglio su voglioscendere pubblica la versione "Espresso", ma ci appiccica una domanda ed una risposta che sono invece prese dagli atti di quel processo, e che nelle altre versioni online "Espresso" invece non compaiono. Quindi lui lo sa quanto è integrale, quella versione dell'Espresso, lo sa bene.
Perchè tutto questo? E perchè mente ancora, invece di stendere un pietoso velo?
A presto, le prossime puntate di questo giallo avvincente.
Un cordiale saluto a tutti voi.
ENRIX
Buongiorno, sono l'autore dell'articolo "Uno uomo chiamato cazzillo".
*cut*
ENRIX
Buongiorno Enrix, e grazie per aver deciso di partecipare alla discussione :) Non ho molto tempo, ma il tema mi interessa e vado subito ai due punti.
Punto 1)
Beh che dire, qui hai effettivamente ragione. Mi rendo conto di aver frettolosamente giudicato il tuo articolo basandomi su queste particolarità e sui toni "derisori" quando questi sono anche spesso e volentieri utilizzati da Travaglio stesso. Lo rileggerò completamente e con calma durante il weekend perchè penso che anche se sia un episodio da prendersi a parte e che non cambia di molto la realtà dei fatti, è bene avere una visione d'insieme e quindi criticare il cattivo giornalismo se è stato fatto, sia da una parte che dall'altra. Quindi spero di non averti arrecato offesa col mio commento. :) Nel caso, me ne scuso.
Punto 2)
Solo su una cosa vorrei farti ragionare, e precisamente su questa frase:
Non è solo un episodio di brutto giornalismo, ma probabilmente qualcosa di peggio. Non dimentichiamo che si sono manipolate le parole di un morto, e che non era un morto qualsiasi, ma una persona a cui non si doveva comunque mancare di rispetto in questo modo.
Non vorrei che, come in tutte le cose, venisse a mancare l'obbiettività. Non nego che manipolare le parole di Borsellino sia deprecabile, ma vediamo la cosa nel suo insieme... parli di mancare di rispetto ad un uomo morto, ma quest'uomo è morto per mano delle persone che si stanno accusando! O almeno di persone strettamente correlate. Un piccolo peccato per mettere a nudo un gravissimo omicidio. E' sbagliato, ma se il fine era quello di sensibilizzare e "mettere in guardia", lo giustificherei.
Per il resto, mi sembra che le tue argomentaizoni siano solide, aspetto "le prossime puntate" con curiosità e lascio eventuali commenti a quando avrò riletto con calma tutto l'articolo.
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