Ser21
20-03-2008, 11:43
Ancora l'Agenda Rossa
E' ormai da mesi che negli incontri che faccio in tutta Italia e sul mio sito www.19luglio1992.com continuo a parlare di questa Agenda Rossa.
Ad essa ed alla sua sottrazione da parte dei Servizi è legato secondo me se non il motivo principale sicuramente il motivo immediato dell'eliminazione di Paolo Borsellino. Qualcuno sapeva o forse aveva addirittura visto Paolo prendere su quell'agenda degli appunti che dovevano sparire e qualcuno ha fatto in modo che quegli appunti sparissero. Non importa se per questo hanno dovuto preparare in fretta un'attentato che ha fatto saltare in area un intero quartiere e stroncato sei vite. Non importava quella che sarebbe sicuramente stata la reazione dello Stato e della società civile di fronte a questa strage così riavvicinata a quella di Capaci, la cui preparazione era stata invece estremamente meticolosa perché non ci fossero rischi di fallimento.
Importava solo che quell'agenda sparisse o meglio che venisse sottratta e conservata in luogo sicuro perché potesse essere usata, anche a distanza di anni, per potere gestire ricatti che potrebbero arrivare a livelli inimmaginabili all'interno delle Istituzioni e condizionare l'allora futura, ma oggi attuale, vita politica del paese.
Importava anche che insieme all'agenda sparisse ogni possibile traccia scritta o registrata che Paolo potesse avere lasciata a casa sua o nel suo ufficio sotto forma di appunti o di annotazioni relative alle sue indagini, ai suoi collo qui e ai suoi incontri di quei frenetici giorni di lavoro tra il 23 Maggio e il 19 Luglio nei quali Paolo continuava a dire "Ho fretta, ho fretta, devo fare in fretta" ed anche "Sto vivendo la mafia in diretta".
E' per questo che come Via D'Amelio era piena di uomini dei Servizi subito dopo, e probabilmente anche prima, dello scoppio della macchina piena di tritolo, così anche lo studio di Paolo in Via Cilea si riempì, mentre i resti di Paolo non erano ancora messi nella bara, di uomini non in divisa e non identificabili che misero a soqquadro tutto e portarono via tutto quanto era possibile. Questo è quanto mi hanno raccontato i miei nipoti Lucia e Manfredi.
Avevo pensato fino a qualche tempo fa che quanto contenuto nell'Agenda Rossa riguardasse soltanto la scellerata trattativa avviata tra Stato e Mafia e comunicata a Paolo il giorno 1 di Giugno nell'ufficio di Mancino, il quale si trincera dietro improbabili e impossibili amnesie per fingere di non ricordare.
Mi sto a poco a poco rendendo conto che lo scenario è in effetti molto più ampio.
Che riguarda anche le indagini che Giovanni Falcone non aveva potuto portare avanti su Gladio, le logge massoniche del Trapanese e quegli stessi traffici di armi per cui sarà uccisa Ilaria Alpi, indagini di cui Paolo era certamente al corrente e le cui tracce sono state fatte sparire insieme ai computers di Giovanni Falcone.
Che riguarda anche le indagini relative alle collusioni tra imprenditoria del Nord e organizzazioni criminali di cui Paolo parla in quell'intervista a due giornalisti francesi che pressioni di ogni tipo hanno sempre cercato di evitare che venisse portata all'attenzione dell'opinione pubblica..
Che riguarda anche le trattative dirette tra la mafia e quei nuovi referenti politici che la mafia stessa stava cercando dato che i precedenti non venivano più considerati affidabili come era dimostrato dall'omicidio di Salvo Lima, il referente in Sicilia di Giulio Andreotti. E forse la trattativa tra Mafia e Stato per cui e' stato ucciso Paolo Borsellino era più ampia di quanto io abbia sempre creduto e riguardava non solo il "papello", di Toto' Riina ma anche questi punti, che forse ne costituivano la parte principale. Oggi, dopo 16 anni, grazie al coraggio di un Giudice, Ottavio Sferlazza, che per ben due volte si è rifiutato di archiviare le indagini sulla sparizione dell'Agenda Rossa, furto che stava per andare in prescrizione dato che era stata rubricata finora come il semplice furto di una qualsiasi agenda, di Agenda Rossa si ricomincia a parlare.
Il Colonnello Arcangioli, allora Capitano e Comandante del Nucleo Operativo palermitano dell'Arma, viene finalmente indagato per furto aggravato con l'ulteriore contestazione di avere favorito l'associazione mafiosa.
Giovanni Arcangioli è l'uomo che è stato filmato mentre si allontana dalla macchina di Paolo ancora in fiamme con in mano la borsa di cuoio che sicuramente conteneva l'agenda, fotogrammi che sono saltati fuori quasi per caso e senza i quali forse di Agenda Rossa non si sarebbe mai parlato.
Giovanni Arcangioli dichiara ora, per difendersi, che non sono stati svolti accertamenti sui funzionari dei Servizi i Via D'Amelio e dice che occorre guardare in tutte le direzioni perché dalle stesse indagini della Procura di Caltanissetta emerge che altri, non lui, erano interessati all'Agenda.
Ma chi ci dice che lui non fosse interessato per conto di altri, chi ci dice che lui stesso non fosse in rapporto con quei Servizi che oggi accusa ma senza fare nomi ed indicare persone che sicuramente conosce.
Chi ci dice che non si tratta della solita tattica di disinformazione, in cui i Servizi stessi sono tanto versati, di accusare tutti in modo che si crei confusione e che alla fine non si arrivi da nessuna parte.
Se ha dei nomi da fare li faccia e chiarisca una volta per tutte quelle innumerevoli contraddizioni e cambi di versione in cui è caduto o di cui si è servito fino ad oggi.
E le stesse contraddizioni chiariscano anche quelle altre persone, anche magistrati o ex Magistrati, che fino ad ora sono stati interessati in questa vicenda piena di "non so", "forse" e non "ricordo".
A meno che tutti non siano stati colpiti da quella stessa epidemia la cui prima vittima è stata lo smemorato di Montefalcione.
Salvatore Borsellino
TRATTO DA www.19luglio1992.com
Onestamente,leggendo molto su queste vicende,mi era venuto naturale unire più punti di collegamento tra le varie inchieste.
Ci sono più inchieste che hanno avuto esiti negativi in quanto sono stati uccisi i pm che indavano,trasferiti i pm oppure avocate le inchieste.
Pensiamo alle loggi coperte di trapani e i trasferimenti d'ufficio di Cassarà e Montalbano,capi della mobile che all'epoca scoprirono grossi collegamenti tra mafia e massoneria trapanese;
All'attentato a Carlo Palermo,trasferito da triesta a trapani a causa delle sue inchieste su mafia-massoneria-politica,dopo appena 40 giorni aver preso posto alla procura di trapani;
Al trasferimento di Dalla Chiesa a Palermo,dopo aver indagato sulla P2 (si iscrisse per infiltrarsi e scoprire le trame di questa loggia coperta) e sul sequestro Moro... con le carte segrete del covo di via fani...
All'avocazione dell'inchiesta a Cordova,forse la più importante indagine sulla Massoneria,dopo che riuscì a dimostrare che le protezioni politiche erano lampanti...
Borsellino e Falcone stavano indagando grazie alle dichiarazioni di Buscetta ed altri collaborati sui collegamenti tra la Scorpion di Trapani e la massoneria coperta,per il traffico d'armi in Libano (Inchiesta della Alpi).
Senza dimenticare che Marcinkus riciclava denaro per conto della mafia tramite lo IOR,ergo,anche il vaticano aveva molto più che qualche interesse a non far venire fuori eventuali scandali come i finanziamenti a regimi di estram dx o per il riciclaggio di denaro post venidta di armi (la questione Alpi).
La faccenda Calvi entra in pieno titolo in questa vicenda in quanto era l'ambrosdiano con le consociate estere a gestire i trasferimenti materiali di denaro proveniente dallo IOR.
Speriamo che l'inchiesta riaperta nel 2006 per L'OMICIDIO di Calvi sappia dare qualche delucidazione in merito tra i collegamenti del banchiere e cosa nostra e l'ndrangheta.Anche se onestamente credo che come per le altre inchiesta,verrà tutto insabbiato,ergo trasferito a Roma.
Ricordiamo inoltre le collaborazioni tra vaticano e cia per una lotta comune contro il comunismo,come i finaiziamenti a Soladarnos in Polonia o a Peron in Argentin,nonchè ai generali greci.
Insomma,si sarebbe scoperto un calderone che,come al solito,avrebbe riscritto la storia Italiana.
Sarebbe il caso di sapere quali collegamenti possano essere intercorsi tra la P2 (che annoverava TUTTI capi dei Servizi ) e la mafia per gli attentati a Falcone e Borsellino.
Ricordiamoci anche Contrada che fungeva da collegamento tra certi ambienti di Roma,noti come per la vocazione massonica,e la sua condanna per associazione mafiosa....
Inizia a dipingersi un quadro diverso per questi due attenti,forse più simile aquello di Dalla Chiesa,in cui il generale fu ucciso dalla mafia ma su input diretto di altri ambienti,inorganici alla mafia.
Purtroppo il problema è sempre lo stesso: non permettere alla magistratura di indagare e far sparire i documenti fondamentali per dimostrare queste teorie (Carte di Dalla chiesa,agenda di Borsellino,Documenti di falcone nella sua cassaforte,archivio segreto di gelli in Argentina e Uruguay).
E' ormai da mesi che negli incontri che faccio in tutta Italia e sul mio sito www.19luglio1992.com continuo a parlare di questa Agenda Rossa.
Ad essa ed alla sua sottrazione da parte dei Servizi è legato secondo me se non il motivo principale sicuramente il motivo immediato dell'eliminazione di Paolo Borsellino. Qualcuno sapeva o forse aveva addirittura visto Paolo prendere su quell'agenda degli appunti che dovevano sparire e qualcuno ha fatto in modo che quegli appunti sparissero. Non importa se per questo hanno dovuto preparare in fretta un'attentato che ha fatto saltare in area un intero quartiere e stroncato sei vite. Non importava quella che sarebbe sicuramente stata la reazione dello Stato e della società civile di fronte a questa strage così riavvicinata a quella di Capaci, la cui preparazione era stata invece estremamente meticolosa perché non ci fossero rischi di fallimento.
Importava solo che quell'agenda sparisse o meglio che venisse sottratta e conservata in luogo sicuro perché potesse essere usata, anche a distanza di anni, per potere gestire ricatti che potrebbero arrivare a livelli inimmaginabili all'interno delle Istituzioni e condizionare l'allora futura, ma oggi attuale, vita politica del paese.
Importava anche che insieme all'agenda sparisse ogni possibile traccia scritta o registrata che Paolo potesse avere lasciata a casa sua o nel suo ufficio sotto forma di appunti o di annotazioni relative alle sue indagini, ai suoi collo qui e ai suoi incontri di quei frenetici giorni di lavoro tra il 23 Maggio e il 19 Luglio nei quali Paolo continuava a dire "Ho fretta, ho fretta, devo fare in fretta" ed anche "Sto vivendo la mafia in diretta".
E' per questo che come Via D'Amelio era piena di uomini dei Servizi subito dopo, e probabilmente anche prima, dello scoppio della macchina piena di tritolo, così anche lo studio di Paolo in Via Cilea si riempì, mentre i resti di Paolo non erano ancora messi nella bara, di uomini non in divisa e non identificabili che misero a soqquadro tutto e portarono via tutto quanto era possibile. Questo è quanto mi hanno raccontato i miei nipoti Lucia e Manfredi.
Avevo pensato fino a qualche tempo fa che quanto contenuto nell'Agenda Rossa riguardasse soltanto la scellerata trattativa avviata tra Stato e Mafia e comunicata a Paolo il giorno 1 di Giugno nell'ufficio di Mancino, il quale si trincera dietro improbabili e impossibili amnesie per fingere di non ricordare.
Mi sto a poco a poco rendendo conto che lo scenario è in effetti molto più ampio.
Che riguarda anche le indagini che Giovanni Falcone non aveva potuto portare avanti su Gladio, le logge massoniche del Trapanese e quegli stessi traffici di armi per cui sarà uccisa Ilaria Alpi, indagini di cui Paolo era certamente al corrente e le cui tracce sono state fatte sparire insieme ai computers di Giovanni Falcone.
Che riguarda anche le indagini relative alle collusioni tra imprenditoria del Nord e organizzazioni criminali di cui Paolo parla in quell'intervista a due giornalisti francesi che pressioni di ogni tipo hanno sempre cercato di evitare che venisse portata all'attenzione dell'opinione pubblica..
Che riguarda anche le trattative dirette tra la mafia e quei nuovi referenti politici che la mafia stessa stava cercando dato che i precedenti non venivano più considerati affidabili come era dimostrato dall'omicidio di Salvo Lima, il referente in Sicilia di Giulio Andreotti. E forse la trattativa tra Mafia e Stato per cui e' stato ucciso Paolo Borsellino era più ampia di quanto io abbia sempre creduto e riguardava non solo il "papello", di Toto' Riina ma anche questi punti, che forse ne costituivano la parte principale. Oggi, dopo 16 anni, grazie al coraggio di un Giudice, Ottavio Sferlazza, che per ben due volte si è rifiutato di archiviare le indagini sulla sparizione dell'Agenda Rossa, furto che stava per andare in prescrizione dato che era stata rubricata finora come il semplice furto di una qualsiasi agenda, di Agenda Rossa si ricomincia a parlare.
Il Colonnello Arcangioli, allora Capitano e Comandante del Nucleo Operativo palermitano dell'Arma, viene finalmente indagato per furto aggravato con l'ulteriore contestazione di avere favorito l'associazione mafiosa.
Giovanni Arcangioli è l'uomo che è stato filmato mentre si allontana dalla macchina di Paolo ancora in fiamme con in mano la borsa di cuoio che sicuramente conteneva l'agenda, fotogrammi che sono saltati fuori quasi per caso e senza i quali forse di Agenda Rossa non si sarebbe mai parlato.
Giovanni Arcangioli dichiara ora, per difendersi, che non sono stati svolti accertamenti sui funzionari dei Servizi i Via D'Amelio e dice che occorre guardare in tutte le direzioni perché dalle stesse indagini della Procura di Caltanissetta emerge che altri, non lui, erano interessati all'Agenda.
Ma chi ci dice che lui non fosse interessato per conto di altri, chi ci dice che lui stesso non fosse in rapporto con quei Servizi che oggi accusa ma senza fare nomi ed indicare persone che sicuramente conosce.
Chi ci dice che non si tratta della solita tattica di disinformazione, in cui i Servizi stessi sono tanto versati, di accusare tutti in modo che si crei confusione e che alla fine non si arrivi da nessuna parte.
Se ha dei nomi da fare li faccia e chiarisca una volta per tutte quelle innumerevoli contraddizioni e cambi di versione in cui è caduto o di cui si è servito fino ad oggi.
E le stesse contraddizioni chiariscano anche quelle altre persone, anche magistrati o ex Magistrati, che fino ad ora sono stati interessati in questa vicenda piena di "non so", "forse" e non "ricordo".
A meno che tutti non siano stati colpiti da quella stessa epidemia la cui prima vittima è stata lo smemorato di Montefalcione.
Salvatore Borsellino
TRATTO DA www.19luglio1992.com
Onestamente,leggendo molto su queste vicende,mi era venuto naturale unire più punti di collegamento tra le varie inchieste.
Ci sono più inchieste che hanno avuto esiti negativi in quanto sono stati uccisi i pm che indavano,trasferiti i pm oppure avocate le inchieste.
Pensiamo alle loggi coperte di trapani e i trasferimenti d'ufficio di Cassarà e Montalbano,capi della mobile che all'epoca scoprirono grossi collegamenti tra mafia e massoneria trapanese;
All'attentato a Carlo Palermo,trasferito da triesta a trapani a causa delle sue inchieste su mafia-massoneria-politica,dopo appena 40 giorni aver preso posto alla procura di trapani;
Al trasferimento di Dalla Chiesa a Palermo,dopo aver indagato sulla P2 (si iscrisse per infiltrarsi e scoprire le trame di questa loggia coperta) e sul sequestro Moro... con le carte segrete del covo di via fani...
All'avocazione dell'inchiesta a Cordova,forse la più importante indagine sulla Massoneria,dopo che riuscì a dimostrare che le protezioni politiche erano lampanti...
Borsellino e Falcone stavano indagando grazie alle dichiarazioni di Buscetta ed altri collaborati sui collegamenti tra la Scorpion di Trapani e la massoneria coperta,per il traffico d'armi in Libano (Inchiesta della Alpi).
Senza dimenticare che Marcinkus riciclava denaro per conto della mafia tramite lo IOR,ergo,anche il vaticano aveva molto più che qualche interesse a non far venire fuori eventuali scandali come i finanziamenti a regimi di estram dx o per il riciclaggio di denaro post venidta di armi (la questione Alpi).
La faccenda Calvi entra in pieno titolo in questa vicenda in quanto era l'ambrosdiano con le consociate estere a gestire i trasferimenti materiali di denaro proveniente dallo IOR.
Speriamo che l'inchiesta riaperta nel 2006 per L'OMICIDIO di Calvi sappia dare qualche delucidazione in merito tra i collegamenti del banchiere e cosa nostra e l'ndrangheta.Anche se onestamente credo che come per le altre inchiesta,verrà tutto insabbiato,ergo trasferito a Roma.
Ricordiamo inoltre le collaborazioni tra vaticano e cia per una lotta comune contro il comunismo,come i finaiziamenti a Soladarnos in Polonia o a Peron in Argentin,nonchè ai generali greci.
Insomma,si sarebbe scoperto un calderone che,come al solito,avrebbe riscritto la storia Italiana.
Sarebbe il caso di sapere quali collegamenti possano essere intercorsi tra la P2 (che annoverava TUTTI capi dei Servizi ) e la mafia per gli attentati a Falcone e Borsellino.
Ricordiamoci anche Contrada che fungeva da collegamento tra certi ambienti di Roma,noti come per la vocazione massonica,e la sua condanna per associazione mafiosa....
Inizia a dipingersi un quadro diverso per questi due attenti,forse più simile aquello di Dalla Chiesa,in cui il generale fu ucciso dalla mafia ma su input diretto di altri ambienti,inorganici alla mafia.
Purtroppo il problema è sempre lo stesso: non permettere alla magistratura di indagare e far sparire i documenti fondamentali per dimostrare queste teorie (Carte di Dalla chiesa,agenda di Borsellino,Documenti di falcone nella sua cassaforte,archivio segreto di gelli in Argentina e Uruguay).