c.m.g
20-03-2008, 08:45
giovedì 20 marzo 2008
Roma - Il Governo degli Stati Uniti ha più volte richiesto di poter avere accesso ai dati sugli utenti immagazzinati da Google. E BigG, quando queste richieste sono arrivate attraverso canali ufficiali e secondo le norme prescritte, ha di buon grado acconsentito a fornire quelle informazioni. A rivelarlo è il CEO dell'azienda di Mountain View, Eric Schmidt, nel corso di una intervista (http://news.zdnet.co.uk/internet/0,1000000097,39369897,00.htm?r=4) rilasciata durante il suo recente viaggio in Australia.
"Il governo USA ci ha richiesto in diverse occasioni di fornirgli informazioni - ha spiegato Schmidt ai giornalisti - ma nel nostro paese, proprio come qui in Australia, abbiamo un sistema legale che è molto importante per limitare indagini casuali delle istituzioni". Per Google, ora come in passato, il limite alle richieste è fissato dalle leggi vigenti: se queste venissero modificate per consentire maggiore libertà d'azione al Governo, l'azienda non potrebbe fare altro che assecondare le richieste.
Schmidt, comunque, rassicura (http://www.zdnet.com.au/news/software/soa/Is-Google-sharing-your-information-with-US-govt-/0,130061733,339287334,00.htm): "Tecnicamente, la risposta alla domanda è che noi non collaboriamo con il Governo a meno che non vengano rispettate tutte le procedure di legge". Se invece chi formula le richieste si sottopone al regolare iter burocratico e legale per ottenere le informazioni, allora BiG non esita a fornire quanto richiesto "se tutte le norme sono state rispettate".
E cosa succede col Patriot Act (http://punto-informatico.it/cerca.aspx?s=patriot%20act&t=4)? In teoria quella legge può essere appunto utilizzata per scavalcare le normali procedure burocratiche. Ma Schmidt tenta di dribblare questa domanda: "Meglio non cominciare un dibattito sul Patriot Act: c'è il Patriot 1, il Patriot 2, e ci sono molte questioni sollevate in tribunale riguardo il corretto impiego di quella legge". Quel che è certo, è che Google "deve rispettare la legge degli Stati Uniti", anche se - assicura Schmidt - "siamo molto attenti a verificare che ogni richiesta che riceviamo sia assolutamente legale".
Già in passato il Dipartimento di Giustizia statunitense aveva tentato (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=1387578) di ottenere l'accesso alla cronologia della ricerca degli utenti: un sistema, si diceva allora, per riesumare il Child Online Protection Act e tentare di assestare un colpo decisivo alla pornografia online. Google si era difesa (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=1412259) strenuamente, fino ad ottenere (http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1434974) una vittoria quasi piena con una riduzione considerevole dell'ampiezza del database consegnato nelle mani del Governo.
Le dichiarazioni odierne di Schmidt, tuttavia, riaprono la questione: Google è uno strumento (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=1984621) di monitoraggio dei netizen in mano ai governi (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=1632227), o difende (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=1882597) la privacy dei suoi utenti? Please Google, don't be evil (http://en.wikipedia.org/wiki/Don't_be_evil).
Luca Annunziata
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/2228919/PI/News/Google-consegna-i-dati-degli-utenti-al-Governo-USA/p.aspx)
Roma - Il Governo degli Stati Uniti ha più volte richiesto di poter avere accesso ai dati sugli utenti immagazzinati da Google. E BigG, quando queste richieste sono arrivate attraverso canali ufficiali e secondo le norme prescritte, ha di buon grado acconsentito a fornire quelle informazioni. A rivelarlo è il CEO dell'azienda di Mountain View, Eric Schmidt, nel corso di una intervista (http://news.zdnet.co.uk/internet/0,1000000097,39369897,00.htm?r=4) rilasciata durante il suo recente viaggio in Australia.
"Il governo USA ci ha richiesto in diverse occasioni di fornirgli informazioni - ha spiegato Schmidt ai giornalisti - ma nel nostro paese, proprio come qui in Australia, abbiamo un sistema legale che è molto importante per limitare indagini casuali delle istituzioni". Per Google, ora come in passato, il limite alle richieste è fissato dalle leggi vigenti: se queste venissero modificate per consentire maggiore libertà d'azione al Governo, l'azienda non potrebbe fare altro che assecondare le richieste.
Schmidt, comunque, rassicura (http://www.zdnet.com.au/news/software/soa/Is-Google-sharing-your-information-with-US-govt-/0,130061733,339287334,00.htm): "Tecnicamente, la risposta alla domanda è che noi non collaboriamo con il Governo a meno che non vengano rispettate tutte le procedure di legge". Se invece chi formula le richieste si sottopone al regolare iter burocratico e legale per ottenere le informazioni, allora BiG non esita a fornire quanto richiesto "se tutte le norme sono state rispettate".
E cosa succede col Patriot Act (http://punto-informatico.it/cerca.aspx?s=patriot%20act&t=4)? In teoria quella legge può essere appunto utilizzata per scavalcare le normali procedure burocratiche. Ma Schmidt tenta di dribblare questa domanda: "Meglio non cominciare un dibattito sul Patriot Act: c'è il Patriot 1, il Patriot 2, e ci sono molte questioni sollevate in tribunale riguardo il corretto impiego di quella legge". Quel che è certo, è che Google "deve rispettare la legge degli Stati Uniti", anche se - assicura Schmidt - "siamo molto attenti a verificare che ogni richiesta che riceviamo sia assolutamente legale".
Già in passato il Dipartimento di Giustizia statunitense aveva tentato (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=1387578) di ottenere l'accesso alla cronologia della ricerca degli utenti: un sistema, si diceva allora, per riesumare il Child Online Protection Act e tentare di assestare un colpo decisivo alla pornografia online. Google si era difesa (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=1412259) strenuamente, fino ad ottenere (http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1434974) una vittoria quasi piena con una riduzione considerevole dell'ampiezza del database consegnato nelle mani del Governo.
Le dichiarazioni odierne di Schmidt, tuttavia, riaprono la questione: Google è uno strumento (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=1984621) di monitoraggio dei netizen in mano ai governi (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=1632227), o difende (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=1882597) la privacy dei suoi utenti? Please Google, don't be evil (http://en.wikipedia.org/wiki/Don't_be_evil).
Luca Annunziata
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/2228919/PI/News/Google-consegna-i-dati-degli-utenti-al-Governo-USA/p.aspx)