View Full Version : Caso Peppermint-Logistep, il Garante in difesa degli utenti P2P
Redazione di Hardware Upg
14-03-2008, 09:36
Link alla notizia: http://www.hwupgrade.it/news/software/caso-peppermint-logistep-il-garante-in-difesa-degli-utenti-p2p_24625.html
Nuovo capitolo nella vicenda Peppermint-Logistep, che vede il Garante per la protezione dei dati personali esprimersi a favore degli utenti P2P, i cui dati personali sarebbero stati utilizzati in maniera illecita
Click sul link per visualizzare la notizia.
spannocchiatore
14-03-2008, 09:58
dio mio quanto son contento..
ed adesso quei furboni che hanno pagato chissà come la prenderanno!! era palese che la logistep non potesse fare tutto questo (qualcuno ha detto privacy?), ma qualcuno, ovviamente intimorito e con la coscenza sporca, ha pagato.
chissà che succederà ora, se i soldi verranno risarciti (cosa molto improbabile, visto che pagando implicitamente si ammetteva il reato) o meno (perchè l'utente è stato ingiustamente minacciato, potrebbe esservi reato).
fatto sta che un tribunale aveva detto il contrario, chissà con quale metodologia aveva deciso questo: la giustizia italina va male (lenta e parzialissima), si sapeva prima, si sa ora e probabilmente sarà sempre così
Ora sarebbe interessante una class-action per violazione della privacy...
E li sfido a dire che mancano le prove... ROTFL
pinolo79
14-03-2008, 10:01
Ohhhh, finalmente qualcuno che dica che nn ci si puo fare giustiza da soli... per stare nella ragione, Peppersticazz avrebbe dovuto rivolgersi alle autorità e nn a una ditta privata. Che diritto hanno loro di fare i giustizialisti....
zephyr83
14-03-2008, 10:08
e una bella sanzione no? Se hanno commesso un illecito devono pagare
Apocalysse
14-03-2008, 10:10
Piu che altro andrebbe anche rimosso il giudice che ha dato l'autorizzazione alla Peppermint-Logistep di accedere ai dati personali degli utenti e non poteva farlo, ma siamo in Italia e quindi farà carriera .....
Grandeee!!! Ma quanto ci godo!!!!!!!
Gli inquisitori sono diventati inquisiti.......... la prossima volta imparano. A questi ci vorrebbe una bella multa da 950 milioni di euro come quella della Micro, così oltre ad imparare si ricordano anche.
permaloso
14-03-2008, 10:31
la giustizia italina va male (lenta e parzialissima), si sapeva prima, si sa ora e probabilmente sarà sempre così
Piu che altro andrebbe anche rimosso il giudice che ha dato l'autorizzazione alla Peppermint-Logistep di accedere ai dati personali degli utenti e non poteva farlo, ma siamo in Italia e quindi farà carriera .....
mi dite che cosa centra la giustizia italiana?
l'etichetta discografica TEDESCA Peppermint Jam Records GmbH si rivolge ad una società SVIZZERA per fare una cosa presumibilmente illecita (poi dimostratasi tale) e secondo voi il foro competente che emette l'opinione di prima istanza è italiano? :confused:
Obelix-it
14-03-2008, 10:50
mi dite che cosa centra la giustizia italiana?
l'etichetta discografica TEDESCA Peppermint Jam Records GmbH si rivolge ad una società SVIZZERA per fare una cosa presumibilmente illecita (poi dimostratasi tale) e secondo voi il foro competente che emette l'opinione di prima istanza è italiano? :confused:
Il giudice che ha emesso la sentenza favortevole a Pepermint *E'* un giudice italiano.... tribunale di Roma, se non ricordo male... senno' col ciufolo che gli SP davano i nominativi..
ilsensine
14-03-2008, 10:51
Ora sarebbe interessante una class-action per violazione della privacy...
E li sfido a dire che mancano le prove... ROTFL
Possono portare una prova incontrovertibile: gli mp3 scaricati :asd:
Finalmente la parola fine a questo infame tentativo di attacco alla rete... perchè riflettendoci bene in sostanza di questo si tratta
Ora spero che i minacciati aspettino il 1 luglio ( giorno in cui sarà possibile effettuare le Class Action anche da noi ) e spillino a questi ladri abbastanza soldi da farli fallire miseramente.
BaZ....!!!!
14-03-2008, 11:38
http://provercelli.homestead.com/files/godo.jpg
http://www.godoclub.net/logo.gif
c'è bisogno di ripeterlo?? :D
Mi ricordo le canzoni impossibili da trovare, anche comprando compilation o altro, che invece su P2P ho trovato (anche se prese da cassette, intanto ce l'hai)...
Era puro terrorismo digitale, volevano solo i soldi, che te ne fai di rompere i maroni a tappetto così? E non si può nemmeno dire che era per prevenire, ti chiedevano il pizzo per non qurelarti...
Qui ci vorrebbe una citazione del cruciverbaro de ZZeligg.
ma ora che è stato stabilito che era illegale, la lettera che chideva i 300 euri per non procedere non può essere considerata un RICATTO di massa?
E quindi adesso sarebbero perseguibili penalmente, e ben gli starebbe.
monsterman
14-03-2008, 12:58
che gusto!!!!!!!!!!!!!
peppermint vai a ****** in pace e amen non si può essere così truffaldini da chiedere soldi per non procedere.
permaloso
14-03-2008, 13:18
Il giudice che ha emesso la sentenza favortevole a Pepermint *E'* un giudice italiano.... tribunale di Roma, se non ricordo male... senno' col ciufolo che gli SP davano i nominativi..
chiedo venia però non lo avevo rintracciato da nessuna parte
P.S. ma avete letto la lettera con cui venivano chiesti gli euri per non intraprendere l'azione legale? la ha scritta un tredicenne?
P.P.S. avete visitato il sito dello studio legale che ha inviato tale lettera? qualcuno di voi avrebbe pagato? oppure vi ci sareste fatti una grassa risata?http://www.antipirateria.it/Ital/Chi%20siamo.html
Lud von Pipper
14-03-2008, 13:21
Ora spero che i minacciati aspettino il 1 luglio ( giorno in cui sarà possibile effettuare le Class Action anche da noi ) e spillino a questi ladri abbastanza soldi da farli fallire miseramente.
Comportamento illecito sicuramente
Giudici che non sanno di cosa parlano ma danno aria alla bocca e poi comunque non pagano in prima persona, sicuramente.
Dare del ladro a chi subisce un furto e del derubato a chi invece ruba proprietà altrui via internet... :rolleyes:
Anche in questo caso la tutela della privacy coincide con la tutela dell'illegalità.
In uno stato di Diritto non è ammissibile utilizzare pratiche illegali come prove di un crimine (tranne per gravissime minacce di ordine pubblico).
Hanno sbagliato ed hanno torto marcio, soprattutto dato che hanno inviato una lettera minatoria molto vicina al ricatto, era scontato che finisse così.
jacopo147
14-03-2008, 13:59
credo me ne fosse arrivata una di quelle lettere, qualche anno fa però (possibile?) semplicemente l'ho cestinata :D
concordo sul fatto che sarebbe ora corretto farli pagare e tanto per questi atti illegali. loro e il giudice che li autorizzò.
Anche in questo caso la tutela della privacy coincide con la tutela dell'illegalità.
Una casa discografica, giustamente, sconosciuta, che si è fatta una marea di pubblicità a modico prezzo.
Dico avete provato a guardare cosa produce Peppermint?
Io quando è venuta fuori questa storia mi sono incuriosito visto che non l'avevo mai sentita nominare...
Produrrà sì e no 5 gruppi, totalmente sconosciuti, e nessuno avrebbe mai cagato di striscio questa etichetta se non avesse fatto il ridicolo casino che ha fatto.
Dovrebbero solo ringraziare che qualcuno si sia scaricato i pezzi che producono (e ancora non capisco come ciò sia potuto accadere, ma si vede che per fortuna c'è chi è curioso ed è disposto ad ascoltare di tutto), chissà che si diffondano un po' e magari qualcuno dei loro abbia successo... Perchè di certo non lo avrà grazie alla loro promozione...
Dovrebbero solo ringraziare che qualcuno si sia scaricato i pezzi che producono (e ancora non capisco come ciò sia potuto accadere, ma si vede che per fortuna c'è chi è curioso ed è disposto ad ascoltare di tutto)
Ma anche no...sicuro chi li ha scaricati pensava fosse altro. :D
Una casa discografica, giustamente, sconosciuta, che si è fatta una marea di pubblicità a modico prezzo.
Dico avete provato a guardare cosa produce Peppermint?
Io quando è venuta fuori questa storia mi sono incuriosito visto che non l'avevo mai sentita nominare...
Produrrà sì e no 5 gruppi, totalmente sconosciuti, e nessuno avrebbe mai cagato di striscio questa etichetta se non avesse fatto il ridicolo casino che ha fatto.
Dovrebbero solo ringraziare che qualcuno si sia scaricato i pezzi che producono (e ancora non capisco come ciò sia potuto accadere, ma si vede che per fortuna c'è chi è curioso ed è disposto ad ascoltare di tutto), chissà che si diffondano un po' e magari qualcuno dei loro abbia successo... Perchè di certo non lo avrà grazie alla loro promozione...
Sono andato a vedere, eccoli qua: http://www.peppermintcds.com/artists/
Qualcuno li conosce o li ha scaricati? :D
The_misterious
14-03-2008, 17:27
ora ci starebbe una bella class-action
Anche in questo caso la tutela della privacy coincide con la tutela dell'illegalità.
Se la casa discografica avesse voluto fare lo cose in regola avrebbe potuto chiedere all'autorità giudiziaria di controllare e tracciare il traffico (non so come dal punto di vista giuridico).
Ma a te farebbe piacere sapere che io posso avere tutti i dati di traffico che fai compreso il tuo nome e cognome indirizzo e numero di telefono ? Hai idea di quello che potrebbe fare una persona con quella mole di informazioni ?
Quì il punto non è difendere l'illegalità ma difendere i diritti delle persone; forse non ti ricordi che c'è la polizia postale che è pagata per fare anche questo genere di tracciamenti. Non esiste che un privato possa sapere quello che faccio con il mio pc....MA SCHERZIAMO !!!
fefochip
14-03-2008, 17:40
non so io non canterei vittoria cosi facilmente ...siamo nella paleostoria del diritto ,algli albori di internet e non sappiamo spesso prevedere cosa succederà tra 5 minuti.
purtroppo è successo in piu di una occasione che si sono ricevute buone notizia smentite poi subito dopo da altre deecisioni legali.
una cosa è certa il fenomeno p2p è talemte diffuso che è inconcepibile dal punto di vista pratico rendere illegale e quindi criminali tutte le persone.
fare una cosa del genere appellandosi a cosa è "giusto" e "sbagliato" vuol dire nonaver capito niente dello spirito pratico che muove una legge.
il discorso sarebbe lungo e si andrebbe immediatamente sul filosofico ma ribadisco che se un comportamento è socialmente sconveniente ma largamente diffuso non si può pensare di sanzionare tutti o mettere tutti in galera ....è una questione di buonsenso. al limite si devono porre in essere tutti i meccanismi possibili per scoraggiare tale comportamento e da rendere piu conveniente altri tipi di comportamento .
Per me la condanna deriva dal fatto che Peppermint ha agito prima dell'approvazione della direttiva IPRED2...
Antonio Ciccia su Italia Oggi pag. 35
La privacy protegge il peer to peer
Il garante protegge il peer to peer. In base al provvedimento del garante della privacy del
28 febbraio 2008, le società che hanno effettuato il monitoraggio dovranno cancellare,
entro il 31 marzo 2008, i dati personali degli utenti che hanno scambiato file musicali e
giochi attraverso il sistema P2P. Le società private non possono, infatti, svolgere attività di
monitoraggio sistematico per individuare gli utenti che si scambiano file musicali o giochi
su internet. Tra l'altro va ricordato che la giurisprudenza europea stabilisce che i fornitori
non sono tenuti a conservare dati per utilizzo nei processi civili, ma solo per esigenze di
giustizia penale. A chiusura dell'istruttoria sul «caso Peppermint», il garante ha bocciato la
società discografica che aveva svolto, attraverso una società informatica svizzera
(utilizzata anche dalla società Techland con riferimento a software relativi a giochi), un
sistematico monitoraggio delle reti peer to peer (P2P). Tramite l'utilizzo di software
specifici, le società avevano individuato numerosissimi indirizzi IP (che identificano i
computer collegati ad Internet) relativi a utenti ritenuti responsabili dello scambio illegale di
file: erano poi risaliti ai nomi degli utenti, anche italiani, al fine di potere ottenere un
risarcimento del danno. Sullo stesso fronte del garante italiano anche quello svizzero che
ha considerato fuori legge lo spionaggio del P2P. La bocciatura deriva dall'applicazione
della direttiva europea sulle comunicazioni elettroniche, che vieta ai privati di poter
effettuare monitoraggi, e cioè trattamenti di dati massivi, capillari e prolungati nei riguardi
di un numero elevato di soggetti. L'attività è illecita non solo nella sostanza, ma anche
rispetto al principio di finalità nel trattamento dei dati. Le reti P2P sono, infatti, finalizzate
allo scambio tra utenti di dati e file per scopi personali. L'utilizzo dei dati dell'utente può
avvenire, dunque, soltanto per queste finalità (personali) e non per scopi ulteriori quali
quelli perseguiti dalle società Peppermint e Techland (cioè il monitoraggio e la ricerca di
dati per la richiesta di un risarcimento del danno). L'indice puntato del garante ha rilevato
anche la violazione di altri principi fondamentali previsti dall'articolo 11 del codice della
privacy: i principi di trasparenza e correttezza. I dati, rileva il garante, sono stati raccolti a
insaputa sia degli interessati sia di abbonati che non erano necessariamente coinvolti nello
scambio di file. Il P2P sta attualmente passando al vaglio anche della magistratura
ordinaria, sotto un diverso profilo e cioè se i fornitori di servizi di comunicazione
elettronica, allo stato della legislazione vigente, possono comunicare in sede
giurisdizionale civile a Peppermint e Techland i nominativi degli interessati ritenuti
responsabili di violazioni del diritto d'autore in rete. Il Tribunale di Roma si è pronunciato in
senso negativo e ciò in base alla specifica disciplina della conservazione dei dati di
traffico, prevista solo per finalità di accertamento e repressione di reati (articolo 132 del
Codice della privacy). Nello stesso senso si è pronunciata la Corte di giustizia delle
Comunità europee (sentenza 29 gennaio 2008, pronunciata nella causa C-275/06). La
Corte di giustizia ha deciso che è possibile restringere all'ambito delle indagini penali o
della tutela della pubblica sicurezza e della difesa nazionale (con esclusione, quindi, dei
processi civili) il dovere di conservare e mettere a disposizione i dati sulle connessioni e il
traffico generati dalle comunicazioni effettuate durante la prestazione di un servizio della
società dell'informazione. La Corte ha rilevato che anche i dati di traffico conservati per
finalità di fatturazione non possono essere utilizzati in «controversie diverse da quelle
insorgenti tra i fornitori e gli utilizzatori: da ciò, ha escluso la possibilità che tali dati
potessero essere messi a disposizione per controversie civili relative ai diritti di proprietà
intellettuale».
__________________
Collaboro a www.unionegiovaniavvocati.it/viewforum.php?f=31
forum di discussione e di pareri legali gratuiti per i cittadini
dragonheart81
14-03-2008, 18:48
Là...rispondo così...:tie: :fuck:
Dovrebbero solo ringraziare che qualcuno si sia scaricato i pezzi che producono (e ancora non capisco come ciò sia potuto accadere, ma si vede che per fortuna c'è chi è curioso ed è disposto ad ascoltare di tutto)
secondo me l'intento era chiaro: fare un po' di soldi con canzoni sconosciute che nessuno comprava: se veramente volevano punire gli scaricatori li avrebbero denunciati penalmente, invece con questo finto ricatto di massa speravano che molti per paura e per evitare beghe pagassero volontariamente e si intascavano un paio di milioncini... un bel modello di business, simile a quello degli spammer...
ThePunisher
15-03-2008, 05:15
credo me ne fosse arrivata una di quelle lettere, qualche anno fa però (possibile?) semplicemente l'ho cestinata :D
concordo sul fatto che sarebbe ora corretto farli pagare e tanto per questi atti illegali. loro e il giudice che li autorizzò.
Quoto in pieno... purtroppo non succederà...
Renacchio
15-03-2008, 08:51
Le grandi compagnie sono talmente strapotenti che della legge se ne infischiano.
E' come se chiunque fosse autorizzato ad entrare in qualsiasi momento in casa mia, a mia insaputa, per vedere se ho rubato.
Violano il diritto alla luce del sole figuiramoci quello che fanno di nascosto.
th3o|dm4n
17-03-2008, 08:43
Le grandi compagnie sono talmente strapotenti che della legge se ne infischiano.
E' come se chiunque fosse autorizzato ad entrare in qualsiasi momento in casa mia, a mia insaputa, per vedere se ho rubato.
Violano il diritto alla luce del sole figuiramoci quello che fanno di nascosto.
dimentichi una cosa: la peppermint non è poi questa grande compagnia.
ha solo 5 artisti nella sua scuderia, e non si può dire che vadano per la maggiore.
mi verrebbe voglia di scaricare un loro brano, giusto per vedere poi cosa succederà... :stordita:
andreas.troschka
17-03-2008, 10:47
Leggendo i commenti si capisce come molti stanno incorrendo in un errore grossolano.
Il Garante, le normative UE, le leggi sulla privacy come le convenzioni di Strasburgo, non affermano che e' lecito condividere materiale coperto da copyright (e quindi riprendiamo o continuiamo come e piu' di prima che tanto adesso e' scritto nero su bianco che la legge ci copre...!)
Il rigetto in oggetto stabilisce una volta per tutte che i privati (e quindi anche le major della musica e del cinema) non possono attivare direttamente o indirettamente (per mezzo di altre societa' come la Logistep) procedure di investigazione informatica nei confronti di soggetti privati (es. gli utenti del P2P) e nelle loro comunicazioni di carattere privato, non possono raccogliere dati sulle attivita' dei medesimi.
Gli stessi, quindi, non possono avviare procedimenti giudiziari in ambito esclusivamente civile nei confronti di utenti privati di reti P2P dato che non possono cercare ne' detenere prove informatiche, ne' gli ISP sono autorizzati a fornire loro questi dati.
In altre parole, il condividere materiale protetto da copyright e' ora autenticato a tutti gli effetti quale reato ricadente sotto le norme del codice penale e come tale puo' essere investigato solamente dalle autorita' investite dalla magistratura, cioe' quelle di polizia. Inoltre le pene sono conseguenti, non necessariamente cioe' di esclusivo carattere amministrativo.
Raga'... non vi voglio spaventare, ma la questione non e' affatto terminata qui. Poiche' esistono delle denunce presentate dall'avvocato di Bolzano, la magistratura e' obbligata a procedere d'ufficio in sede penale anche se il denunciante ritira le denunce fatte in sede civile.
Se poi, come solitamente vanno le cose nel nostro Paese, in questo caso il tutto viene "insabbiato" per qualche motivo o la procedura prevede aspetti che non conosco (non sono un giurista) che interrompono l'iter avviato, beh, buona fortuna.
Resta il fatto che il caso Peppermint ha avuto una svolta chiarificatrice sulla questione (e cio' e' positivo), che pero' potrebbe indurre solo ad una modifica delle strategie delle major, obbligandole semplicemente a trovare un modo per coinvolgere maggiormente le autorita' competenti.
SniperZero
17-03-2008, 13:42
è mai possibile che per UNA volta lo stato ci ha garantiti?
ci deve essere qualcosa sotto...
cmq l'idea della class action non sarebbe del tutto da scartare... personalmente se avessi la certezza di essere nei loro db (ad esempio se avessi ricevuto la famosa lettera...) li denuncerei al 100%!!
e allora delle intercettazioni abusive di Moratti ,TELECOM E company ai danni di mezza Italia?? perchè qui nessuno si muove??
PERCHè?????????????????????????
qualcuno me lo sà spiegare per cortesia?
vBulletin® v3.6.4, Copyright ©2000-2025, Jelsoft Enterprises Ltd.