Igor
12-03-2008, 10:37
La sorpresa. Nella circoscrizione Europa spunta la lista del principe
Emanuele Filiberto si candida
Ma soltanto fuori dall’Italia
di Marisa Fumagalli
MILANO - Anche il rampollo dei Savoia scende in campo. Il nodo sabaudo come simbolo e, voilà, Emanuele Filiberto ha depositato la sua lista: «Valori e futuro»: lo stesso nome del movimento culturale da lui fondato per sancire, con lustro (almeno nelle intenzioni), il ritorno in patria, dopo la caduta dell’esilio per sé e per il padre Vittorio Emanuele, tenuto lontano dall’Italia per mezzo secolo. Dal movimento al partito, un passo breve e previsto. Lo slogan: patria, famiglia, onestà. Ed eccolo, dunque, in lizza alle prossime elezioni di aprile. Ma a sorpresa il principe, pur avendone diritto, non si candida nel suo Paese. Preferisce chiedere consensi agli italiani all’estero, presentandosi nella circoscrizione Europa.
A quanto pare, correrà da solo, senza apparentamenti. Sarà il dodicesimo candidato premier? Vedremo. C’è anche curiosità sui nomi che figurano nella sua lista — epicentro Ginevra — e su come affronterà la campagna elettorale. I Savoia, certo, non finiscono mai di sorprendere. Le recenti disavventure giudiziarie di Vittorio Emanuele hanno colpito profondamente la famiglia Savoia.
Che, tuttavia, non si è data per vinta. Rischiando, impavida, anche l’impopolarità. L’esempio più clamoroso fu la richiesta allo Stato italiano di 260 milioni di risarcimento danni per «violazione dei diritti dell’uomo», a causa del lungo esilio. Padre e figlio furono coperti da una valanga di critiche.
Ancora: l’estate scorsa, lo stesso Emanuele Filiberto fu al centro di una vicenda «sgradevole»: l’arresto per associazione mafiosa di Mariano Turrisi (una relazione pericolosa dell’ignaro principe?), ex presidente del movimento «Valori e futuro». Tant’è. Il trentacinquenne rampollo di Casa Savoia non rinuncia al progetto politico. Che ha la pretesa di porsi come punto di riferimento per le nuove generazioni.
«Affinché si possa giungere — recita un documento d’intenti del suo partito — alla costruzione di un nuovo grande futuro per la nostra patria». Ma la scelta di candidarsi all’estero può essere letta come una mossa prudente. Riparata. L’eventuale magra figura elettorale, fuori dai confini, infatti, sarebbe meno bruciante.
Corriere della Sera
12-03-2008
http://img205.imageshack.us/img205/1688/ef4detfl5.th.png (http://img205.imageshack.us/my.php?image=ef4detfl5.png)
Emanuele Filiberto si candida
Ma soltanto fuori dall’Italia
di Marisa Fumagalli
MILANO - Anche il rampollo dei Savoia scende in campo. Il nodo sabaudo come simbolo e, voilà, Emanuele Filiberto ha depositato la sua lista: «Valori e futuro»: lo stesso nome del movimento culturale da lui fondato per sancire, con lustro (almeno nelle intenzioni), il ritorno in patria, dopo la caduta dell’esilio per sé e per il padre Vittorio Emanuele, tenuto lontano dall’Italia per mezzo secolo. Dal movimento al partito, un passo breve e previsto. Lo slogan: patria, famiglia, onestà. Ed eccolo, dunque, in lizza alle prossime elezioni di aprile. Ma a sorpresa il principe, pur avendone diritto, non si candida nel suo Paese. Preferisce chiedere consensi agli italiani all’estero, presentandosi nella circoscrizione Europa.
A quanto pare, correrà da solo, senza apparentamenti. Sarà il dodicesimo candidato premier? Vedremo. C’è anche curiosità sui nomi che figurano nella sua lista — epicentro Ginevra — e su come affronterà la campagna elettorale. I Savoia, certo, non finiscono mai di sorprendere. Le recenti disavventure giudiziarie di Vittorio Emanuele hanno colpito profondamente la famiglia Savoia.
Che, tuttavia, non si è data per vinta. Rischiando, impavida, anche l’impopolarità. L’esempio più clamoroso fu la richiesta allo Stato italiano di 260 milioni di risarcimento danni per «violazione dei diritti dell’uomo», a causa del lungo esilio. Padre e figlio furono coperti da una valanga di critiche.
Ancora: l’estate scorsa, lo stesso Emanuele Filiberto fu al centro di una vicenda «sgradevole»: l’arresto per associazione mafiosa di Mariano Turrisi (una relazione pericolosa dell’ignaro principe?), ex presidente del movimento «Valori e futuro». Tant’è. Il trentacinquenne rampollo di Casa Savoia non rinuncia al progetto politico. Che ha la pretesa di porsi come punto di riferimento per le nuove generazioni.
«Affinché si possa giungere — recita un documento d’intenti del suo partito — alla costruzione di un nuovo grande futuro per la nostra patria». Ma la scelta di candidarsi all’estero può essere letta come una mossa prudente. Riparata. L’eventuale magra figura elettorale, fuori dai confini, infatti, sarebbe meno bruciante.
Corriere della Sera
12-03-2008
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