c.m.g
07-03-2008, 09:12
venerdì 07 marzo 2008
Roma - Filtri all'aeroporto di Denver? Schermate blu che bloccano l'accesso a certi contenuti? Sì. Permettono di soddisfare la sete di connettività dei viaggiatori e di prevenire le invettive di genitori preoccupati per i propri figli, che altrimenti rischierebbero di imbattersi di immagini inappropriate, approfittando del WiFi gratuito del terminal.
http://www.punto-informatico.it/punto/20080307/den.jpg (http://www.jaunted.com/story/2007/12/13/124716/98/travel/Denver+Airport%2C+Hotels+Censoring+the+Web)
Molto rumore per nulla, assicurano i rappresentanti della struttura aeroportuale: se il celeberrimo musicista David Byrne non avesse tentato di accedere a uno dei suoi siti preferiti dalla rete WiFi, se non avesse sollevato tutto quel polverone puntando il dito contro filtri che filtrano a sproposito, tutto sarebbe passato inosservato.
Byrne aveva infatti segnalato che il sistema di sicurezza, che protegge gli utenti del WiFi dell'aeroporto quanto (http://blog.isp-planet.com/blog/archives/2008/02/know_your_filte.html) i cittadini di paesi censori, non gli aveva permesso di navigare sul celebre blog BoingBoing (http://www.boingboing.net/). Era preoccupato del fatto che il famigerato messaggio che impediva l'accesso alla pagina avvertisse che blog e wiki sono categorie potenzialmente soggette a blocchi.
Ma non di soli blog e wiki si tratta, avverte (http://seattletimes.nwsource.com/html/travel/2004261997_webairportinternet05.html) The Denver Post: Vanity Fair (http://www.vanityfair.com/) è inaccessibile, troppo provocatorio, così come sono provocatorie le foto di Sport Illustrated (http://sportsillustrated.cnn.com/) che raffigurano gli statuari corpi nei nuotatori a bordo piscina.
A vigilare sulle sessioni online di viaggiatori c'è Webwasher, spiega Chuck Cannon, tecnico dell'aeroporto, ed è operativo dal momento (http://www.jaunted.com/story/2007/12/13/124716/98/travel/Denver+Airport%2C+Hotels+Censoring+the+Web) in cui l'aeroporto ha iniziato a fornire connettività gratuita. Il sistema di filtraggio permette di garantire il servizio dribblando le lamentele di coloro che online si imbattono in contenuti inappropriati, in primis le famiglie. I figli, evidentemente, hanno abbandonato passatempi dinamici quali il nascondino fra i gate e il salto della poltroncina: dotati di PDA e portatili si scatenano online e rischiano di imbattersi in contenuti inadatti a loro. Contenuti dei quali le famiglie puntualmente si lamentano, attribuendo la responsabilità al personale tecnico che gestisce il sistema WiFi.
Per questo motivo i filtri sono un buon compromesso, assicura Cannon: le pagine bloccate sono solo l'1 per cento su quasi due milioni di pagine caricate e le proteste formali da parte di coloro che imputano all'aeroporto pratiche censorie sono state solo due nel giro di tre mesi di operatività a pieno ritmo, con 4mila connessioni al giorno.
Non che i viaggiatori navighino esclusivamente le pagine a prova di Webwasher, non che si siano rassegnati alla selezione della rete operata a monte dal servizio dell'aeroporto. È un habitué del terminal di Denver a segnalare (http://www.boingboing.net/2008/03/05/censorware-that-bloc.html) a BoingBoing che non esiste modo di inoltrare ai gestori del servizio un reclamo riguardo alla pratiche censorie.
Gaia Bottà
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/2213304/PI/News/I-filtri--Servono-a-schivare-mamme-inviperite/p.aspx)
Roma - Filtri all'aeroporto di Denver? Schermate blu che bloccano l'accesso a certi contenuti? Sì. Permettono di soddisfare la sete di connettività dei viaggiatori e di prevenire le invettive di genitori preoccupati per i propri figli, che altrimenti rischierebbero di imbattersi di immagini inappropriate, approfittando del WiFi gratuito del terminal.
http://www.punto-informatico.it/punto/20080307/den.jpg (http://www.jaunted.com/story/2007/12/13/124716/98/travel/Denver+Airport%2C+Hotels+Censoring+the+Web)
Molto rumore per nulla, assicurano i rappresentanti della struttura aeroportuale: se il celeberrimo musicista David Byrne non avesse tentato di accedere a uno dei suoi siti preferiti dalla rete WiFi, se non avesse sollevato tutto quel polverone puntando il dito contro filtri che filtrano a sproposito, tutto sarebbe passato inosservato.
Byrne aveva infatti segnalato che il sistema di sicurezza, che protegge gli utenti del WiFi dell'aeroporto quanto (http://blog.isp-planet.com/blog/archives/2008/02/know_your_filte.html) i cittadini di paesi censori, non gli aveva permesso di navigare sul celebre blog BoingBoing (http://www.boingboing.net/). Era preoccupato del fatto che il famigerato messaggio che impediva l'accesso alla pagina avvertisse che blog e wiki sono categorie potenzialmente soggette a blocchi.
Ma non di soli blog e wiki si tratta, avverte (http://seattletimes.nwsource.com/html/travel/2004261997_webairportinternet05.html) The Denver Post: Vanity Fair (http://www.vanityfair.com/) è inaccessibile, troppo provocatorio, così come sono provocatorie le foto di Sport Illustrated (http://sportsillustrated.cnn.com/) che raffigurano gli statuari corpi nei nuotatori a bordo piscina.
A vigilare sulle sessioni online di viaggiatori c'è Webwasher, spiega Chuck Cannon, tecnico dell'aeroporto, ed è operativo dal momento (http://www.jaunted.com/story/2007/12/13/124716/98/travel/Denver+Airport%2C+Hotels+Censoring+the+Web) in cui l'aeroporto ha iniziato a fornire connettività gratuita. Il sistema di filtraggio permette di garantire il servizio dribblando le lamentele di coloro che online si imbattono in contenuti inappropriati, in primis le famiglie. I figli, evidentemente, hanno abbandonato passatempi dinamici quali il nascondino fra i gate e il salto della poltroncina: dotati di PDA e portatili si scatenano online e rischiano di imbattersi in contenuti inadatti a loro. Contenuti dei quali le famiglie puntualmente si lamentano, attribuendo la responsabilità al personale tecnico che gestisce il sistema WiFi.
Per questo motivo i filtri sono un buon compromesso, assicura Cannon: le pagine bloccate sono solo l'1 per cento su quasi due milioni di pagine caricate e le proteste formali da parte di coloro che imputano all'aeroporto pratiche censorie sono state solo due nel giro di tre mesi di operatività a pieno ritmo, con 4mila connessioni al giorno.
Non che i viaggiatori navighino esclusivamente le pagine a prova di Webwasher, non che si siano rassegnati alla selezione della rete operata a monte dal servizio dell'aeroporto. È un habitué del terminal di Denver a segnalare (http://www.boingboing.net/2008/03/05/censorware-that-bloc.html) a BoingBoing che non esiste modo di inoltrare ai gestori del servizio un reclamo riguardo alla pratiche censorie.
Gaia Bottà
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/2213304/PI/News/I-filtri--Servono-a-schivare-mamme-inviperite/p.aspx)