CYRANO
01-03-2008, 10:51
MILANO - Trenta tonnellate di acciaio inossidabile radioattivo importate dalla Cina sono state sequestrate dai carabinieri del nucleo di tutela dell' ambiente. Il materiale, insieme ad altre 350 tonnellate inerti, é giunto lo scorso maggio nel porto mercantile di La Spezia, proveniente dal più grande impianto siderurgico al mondo di proprietà della società cinese Tysco, destinato a importanti società italiane che lo ha lavorato e messo in commercio. Il nome delle fonderie italiane che lo hanno trattato non è stato reso noto.
Trattandosi di materiale semilavorato e non di rottame metallico destinato agli altiforni, la legge non prevede che sia sottoposto a preventivi controlli radiometrici prima di essere sdoganato. Successive verifiche sugli scarti di lavorazione, hanno permesso di scoprire la contaminazione da cobalto-60 dei laminati destinati alle diverse produzioni industriali (camini, serbatoi, pulegge, tramogge, cappe e ciminiere). La contaminazione, secondo gli investigatori, è probabilmente dovuta alla accidentale fusione durante il ciclo di lavoro di una sorgente radioattiva 'orfana'. Si definiscono 'orfane' le sorgenti radioattive che sfuggono dal controllo delle autorità. L'Italia è il secondo Paese in Europa, dopo la Germania, per lavorazione di rottami metallici importati.
La presenza di sorgenti radioattive 'orfane' (frequenti in Oriente e anche in Est Europa) nei carichi di rottami metallici destinati alle fonderie rappresenta un aspetto particolarmente importante nel quadro della protezione ambientale dato che esse sono destinate a contaminare il prodotto finito e a venire in contatto con gli utilizzatori finali. Con ogni probabilità l'impianto cinese produttore ha fuso una o più sorgenti radioattive di cobalto 60 le cui caratteristiche chimico-fisiche lo portano a legarsi perfettamente con il metallo fuso rendendolo radioattivo.
Sorgenti di cobalto sono usate nelle acciaierie per misurare lo spessore dei refrattari che rivestono gli alti-forni. In caso di sfruttamento eccessivo degli impianti ed in assenza di adeguata e costosa manutenzione può accadere che le sorgenti si fondano con l'acciaio. Parte del materiale, dopo essere stato lavorato, è stato di nuovo esportato e si troverebbe ora in Croazia, Turchia, Egitto, Polonia e Kazakistan.
L'Interpol è stata allertata. Considerato lo spessore e le qualità dell'acciaio in questione, si legge nel comunicato dei carabinieri, esso può essere utilizzato solamente per lo produzione di impianti industriali, o parte di essi: "si esclude quindi in modo assoluto che esso sia stato impiegato nella realizzazione di oggetti destinati all'uso domestico (pentole, posate, reti di letti, lavabi) o di largo impiego come auto o elettrodomestici. Il pronto recupero dell'acciaio radioattivo, sia questo commercializzato che quello ancora in giacenza consentono di escludere ipotesi di danni per la salute dei lavoratori, della popolazione e dell'ambiente".
Nel corso delle loro indagini, i militari del Comando Carabinieri per la Tutela dell'Ambiente si sono avvalsi dell'ausilio tecnico del 'Dipartimento Nucleare Rischio Industriale e Tecnologico' dell' APAT di Roma, dell' Agenzia delle Dogane, nonché delle ARPA regionali e delle Squadre NBCR dei Comandi Provinciali dei Vigili del Fuoco.
Ansa.it
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Cknaknakna
Trattandosi di materiale semilavorato e non di rottame metallico destinato agli altiforni, la legge non prevede che sia sottoposto a preventivi controlli radiometrici prima di essere sdoganato. Successive verifiche sugli scarti di lavorazione, hanno permesso di scoprire la contaminazione da cobalto-60 dei laminati destinati alle diverse produzioni industriali (camini, serbatoi, pulegge, tramogge, cappe e ciminiere). La contaminazione, secondo gli investigatori, è probabilmente dovuta alla accidentale fusione durante il ciclo di lavoro di una sorgente radioattiva 'orfana'. Si definiscono 'orfane' le sorgenti radioattive che sfuggono dal controllo delle autorità. L'Italia è il secondo Paese in Europa, dopo la Germania, per lavorazione di rottami metallici importati.
La presenza di sorgenti radioattive 'orfane' (frequenti in Oriente e anche in Est Europa) nei carichi di rottami metallici destinati alle fonderie rappresenta un aspetto particolarmente importante nel quadro della protezione ambientale dato che esse sono destinate a contaminare il prodotto finito e a venire in contatto con gli utilizzatori finali. Con ogni probabilità l'impianto cinese produttore ha fuso una o più sorgenti radioattive di cobalto 60 le cui caratteristiche chimico-fisiche lo portano a legarsi perfettamente con il metallo fuso rendendolo radioattivo.
Sorgenti di cobalto sono usate nelle acciaierie per misurare lo spessore dei refrattari che rivestono gli alti-forni. In caso di sfruttamento eccessivo degli impianti ed in assenza di adeguata e costosa manutenzione può accadere che le sorgenti si fondano con l'acciaio. Parte del materiale, dopo essere stato lavorato, è stato di nuovo esportato e si troverebbe ora in Croazia, Turchia, Egitto, Polonia e Kazakistan.
L'Interpol è stata allertata. Considerato lo spessore e le qualità dell'acciaio in questione, si legge nel comunicato dei carabinieri, esso può essere utilizzato solamente per lo produzione di impianti industriali, o parte di essi: "si esclude quindi in modo assoluto che esso sia stato impiegato nella realizzazione di oggetti destinati all'uso domestico (pentole, posate, reti di letti, lavabi) o di largo impiego come auto o elettrodomestici. Il pronto recupero dell'acciaio radioattivo, sia questo commercializzato che quello ancora in giacenza consentono di escludere ipotesi di danni per la salute dei lavoratori, della popolazione e dell'ambiente".
Nel corso delle loro indagini, i militari del Comando Carabinieri per la Tutela dell'Ambiente si sono avvalsi dell'ausilio tecnico del 'Dipartimento Nucleare Rischio Industriale e Tecnologico' dell' APAT di Roma, dell' Agenzia delle Dogane, nonché delle ARPA regionali e delle Squadre NBCR dei Comandi Provinciali dei Vigili del Fuoco.
Ansa.it
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