easyand
01-03-2008, 01:25
ODERZO. Gli anziani di Uzbin (Afganistan) chiedono vengano trovati gli assassini di Giovanni Pezzulo per ritrovare pace e stabilità.
Dopo l’attentato gli abitanti dell’area infatti si attendevano una rappresaglia dell’esercito italiano.
Il giorno dopo la tragedia tutta la popolazione si aspettava di vedere arrivare le truppe italiane pronte a bombardare i loro poveri villaggi. Ma così non stato. Anzi gli Alpini, che sovrintendono agli aiuti nella zona in questione, hanno fatto sapere ai capi dei villaggi tramite i loro portavoce che gli italiani non avrebbero reagito in alcun modo al lutto con altra violenza.
A quel punto gli stessi capi hanno deciso di indire una riunione, un consiglio tribale, convocando tutta la popolazione del distretto di Sorobi, dove si trova la valle di Uzbin, teatro del tragico agguato costato la vita a Giovanni Pezzulo. Nel corso dell’incontro i saggi hanno intimato alla gente di consegnare gli assassini del militare per mettere fine alla scia di sangue. «Vogliamo pace e stabilità - dicono - per questo gli abitanti della valle devono consegnare i colpevoli. Tocca a voi risolvere il problema».
E così una delegazione successivamente all’incontro, svoltosi qualche giorno dopo l’assassinio di Pezzulo, si è recata in ogni casa della valle di Uzbin per chiedere di identificare e consegnare i colpevoli dell’orrenda imboscata. Nel corso della riunione, che i presenti raccontano essere stata particolarmente accesa, i rappresentanti del paese sono stati messi in un angolo e i capi delle altre tribù hanno loro intimato di fare giustizia perché non debba più accadere nulla di simile. Ad un certo punto uno dei capi della principale tribù di Uzbin ha incolpato gli abitanti della piana di Tagab, che si torva fuori dalla competenza del distretto. Ma questo non ha convinto gli anziani.
«Se permettete che gli stranieri vengano ancora colpiti si fermeranno i progetti economici a favore della valle dovete trovare i colpevoli - ribadiscono i sostenitori della presenza delle truppe militari italiane in Afghanistan - a primavera la strada dovrebbe essere asfaltata, saranno costruiti pozzi e dighe, un ambulatorio medico e tre scuole. Tutto questo non avverrà se gli italiani verranno attaccati». E proprio una di quelle scuole è stato deciso sarà intitolata alla memoria di Giovanni Pezzulo.
Dopo l’attentato gli abitanti dell’area infatti si attendevano una rappresaglia dell’esercito italiano.
Il giorno dopo la tragedia tutta la popolazione si aspettava di vedere arrivare le truppe italiane pronte a bombardare i loro poveri villaggi. Ma così non stato. Anzi gli Alpini, che sovrintendono agli aiuti nella zona in questione, hanno fatto sapere ai capi dei villaggi tramite i loro portavoce che gli italiani non avrebbero reagito in alcun modo al lutto con altra violenza.
A quel punto gli stessi capi hanno deciso di indire una riunione, un consiglio tribale, convocando tutta la popolazione del distretto di Sorobi, dove si trova la valle di Uzbin, teatro del tragico agguato costato la vita a Giovanni Pezzulo. Nel corso dell’incontro i saggi hanno intimato alla gente di consegnare gli assassini del militare per mettere fine alla scia di sangue. «Vogliamo pace e stabilità - dicono - per questo gli abitanti della valle devono consegnare i colpevoli. Tocca a voi risolvere il problema».
E così una delegazione successivamente all’incontro, svoltosi qualche giorno dopo l’assassinio di Pezzulo, si è recata in ogni casa della valle di Uzbin per chiedere di identificare e consegnare i colpevoli dell’orrenda imboscata. Nel corso della riunione, che i presenti raccontano essere stata particolarmente accesa, i rappresentanti del paese sono stati messi in un angolo e i capi delle altre tribù hanno loro intimato di fare giustizia perché non debba più accadere nulla di simile. Ad un certo punto uno dei capi della principale tribù di Uzbin ha incolpato gli abitanti della piana di Tagab, che si torva fuori dalla competenza del distretto. Ma questo non ha convinto gli anziani.
«Se permettete che gli stranieri vengano ancora colpiti si fermeranno i progetti economici a favore della valle dovete trovare i colpevoli - ribadiscono i sostenitori della presenza delle truppe militari italiane in Afghanistan - a primavera la strada dovrebbe essere asfaltata, saranno costruiti pozzi e dighe, un ambulatorio medico e tre scuole. Tutto questo non avverrà se gli italiani verranno attaccati». E proprio una di quelle scuole è stato deciso sarà intitolata alla memoria di Giovanni Pezzulo.