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View Full Version : Il Pd pensa di cancellare l'art.18, Bertinotti chiede di estenderlo


dasdsasderterowaa
22-02-2008, 15:32
Torna lo scontro sullo statuto dei lavoratori. Pietro Ichino vincola la sua candidatura nel Pd all'abolizione di quella norma
che è stata il simbolo dell'autunno caldo, e poi della resistenza del centrosinistra a Berlusconi. Ora le parti si invertono.


Il Pd pensa di cancellare l'art.18. Bertinotti chiede di estenderlo

Fonte: Liberazione (http://www.liberazione.it/)


Due o tre notizie. Che vanno tutte nella stessa direzione. Due o tre notizie e un silenzio. Quello di Veltroni. Messi insieme "disegnano" un più che probabile nuovo attacco al sindacato, allo statuto dei diritti dei lavoratori. All'"articolo 18", quello che impedisce il licenziamento senza motivo, quello che esattamente nel marzo di sei anni fa la destra provò a cancellare. Ma non ci riuscì, grazie ad un'opposizione - politica, sindacale, sociale - che in quell'occasione si riscoprì capace di vincere.

Le due o tre notizie, allora. La prima. Magari, non è una news in senso stretto. E' invece un'intervista, pubblicata su Repubblica . Sono sei-domande-sei a Pietro Ichino, professore di diritto ma conosciuto soprattutto per i suoi editoriali sul Corriere . Dove, in genere, denuncia la scarsa produttività. Ultimamente dei dipendenti pubblici ma spessissimo dei lavoratori tout court. Ichino rivela che gli è stato proposto dal piddì di candidarsi nelle liste per la Camera e che quasi sicuramente accetterà. L'unica condizione che pone è la possibilità di «continuare le sue battaglie». Dentro questa definizione c'è anche - esplicito - il suo progetto di tornare a mettere mano allo Statuto dei diritti dei lavoratori, a cominciare dall'ormai famoso "articolo 18".
L'altra notizia, è quella che tutti gli osservatori davano per acquisita già da diversi giorni, nonostante il "teatrino" di trattative che sembravano sempre vicine al punto della rottura. Si parla dell'intesa fra democratici e radicali. Emma Bonino e altri otto del suo gruppo - meno Pannella, perché ha fatto troppe legislature, e meno Sergio D'Elia, che ha un passato troppo ingombrante - saranno eletti nelle liste di Veltroni. Se andrà bene al piddì, la Bonino sarà confermata ministra, altrimenti si accontenterà della Presidenza di una commissione. In più, avranno il dieci per cento dei rimborsi elettorali. Non ci sarà comunque il simbolo dei radicali, in nessuna delle varianti che si sono viste in questi anni. Nè la rosa, nè il pugno, nè altri fiori. Nulla.
Un accordo, insomma, che i radicali sembrano aver subito, piuttosto che contrattato. In più, si dice, Veltroni ha preteso un impegno perché la Bonino e i suoi "tengano conto" delle diversità di posizioni e di culture che esistono nel piddì. Tradotto: i radicali potranno parlare dei temi che più conoscono, i diritti civili. Ma un po' in sordina, sottovoce. Più esplicita, tanto che sarà scritta in un documento ufficiale, sarà invece la convergenza fra democratici e radicali sui temi sociali. Economici, sindacali. Su questo, tutti - da Veltroni alla Binetti, da Livia Turco alla Bonino, e via sempre più a destra, fino a Pietro Ichino - sembrano vederla allo stesso modo. Del resto, appena due anni prima dell'attacco voluto da Berlusconi, dalla Lega - allora ministro era Maroni - e dalla Confindustria - anche se era un'altra Confindustria, guidata da D'Amato - contro l'articolo 18, il movimento sindacale aveva dovuto fronteggiare un'altra, durissima offensiva. Lanciata, nel 2000, dai radicali che raccolsero le firme per due referendum: uno per abrogare proprio l'articolo 18 (meglio: una parte di quelle norme), l'altro per ostacolare le adesioni dei lavoratori al sindacato confederale. Due referendum naufragati perché non si raggiunse il quorum dei votanti.

E' dietrologia? Si dà troppo peso alle uscite preelettorali? Forse. Fatto sta che ieri Veltroni ha parlato di tutto. Davvero di tutto, sostenendo - esattamente come aveva fatto Berlusconi qualche giorno fa - che, nel caso di vittoria elettorale, alla prima riunione del «suo» consiglio dei ministri farà approvare dodici disegni di legge. Non si sa bene esattamente di cosa si tratti - Veltroni lo farà sapere il 13 marzo - ma saranno approvati. E riguarderanno più o meno la casa, la sicurezza, i treni e qualcos'altro. Ha parlato di tutto, insomma, meno che della proposta di Ichino.
E allora si può fare un conto. Perché anche in politica, anche nella politica italiana, la somma di due o tre addendi produce un risultato sicuro. Certificabile. E i progetti di Ichino, più i radicali - «depurati» dei loro temi, la laicità, la difesa intransigente dei diritti individuali - più il silenzio di Veltroni (e mettiamoci, una volta tanto, anche il silenzio di tutte le componenti del piddì: anche Rosi Bindi ha preferito glissare sull'argomento, preferendo parlare dei rischi che il suo partito si trasformi in una minicoalizione senza colore) fanno un nuovo attacco all'"articolo 18".

Quello voluto da Brodolini, il sindacalista socialista che fu anche ministro del lavoro, ormai quasi quarant'anni fa. Quello inserito nelle legge 300, che tutti conoscono come lo Statuto dei diritti. Una delle legislazioni più avanzate del vecchio continente, materialmente scritta da un giovane giurista alle prime esperienze: Gino Giugni. Allievo di Brodolini.
Una norma che impedisce alle aziende - solo alle grandi aziende, non vale nelle imprese con meno di 15 dipendenti - di cacciare un lavoratore senza nemmeno spiegargli il perché. Una legge che forse andrebbe rivista. Ma bisogna intendersi su quel verbo: «rivedere». Lo chiedono anche il ministro Ferrero e il leader della nuova sinistra, la «Sinistra/l'Arcobaleno», Fausto Bertinotti: «Sono d'accordo che la norma andrebbe riformata, dice. Ma ovviamente invertendone il senso: la riforma andrebbe fatta per "estendere" a tutti i lavoratori la tutela contro il licenziamento senza giusta causa». Insomma: di là il piddì (e non solo), di qua la sinistra. Anche su questo.

N.B:
In ossequio all'aggiornamento del regolamento qui riportato: http://www.hwupgrade.it/forum/showpost.php?p=21213861&postcount=12 pubblico questo articolo proveniente dal giornale Liberazione, testata di partito di Rifondazione Comunista, perché non ho trovato fonti alternative imparziali.

Invito tutti a discutere sul contenuto, senza polemiche sulla fonte. Grazie. ;)

laico79
22-02-2008, 16:44
Sarei curioso di sapere l'opinione della gente di destra sull'abolizione dell'articolo 18.

Fritz!
22-02-2008, 16:48
Invito tutti a discutere sul contenuto, senza polemiche sulla fonte. Grazie. ;) [/I]

Va bene però vista la fonte vorrei avere magiori informazioni nello specifico della proposta.

Perchè l'art 18 è in gran parte inutile, nella parte in cui prevede il reintegro nel posto di lavoro

Secondo me basta e avanza il risarcimento monetario in caso di licenziamento senza giusta causa

street
22-02-2008, 16:51
Sarei curioso di sapere l'opinione della gente di destra sull'abolizione dell'articolo 18.

favorevole. tanto per darti l' opinione di uno di centrodestra.

che, estendendo l' opinione, aggiunge anche che la pensa perfettamente come Fritz!: "è in gran parte inutile, nella parte in cui prevede il reintegro nel posto di lavoro"

La pensavo così prima, non capisco perché ora che lo dice il PD dovrei cambiar rotta.

Matuhw
22-02-2008, 16:52
Ah, è inutile. Licenzio un lavoratore che magari rompe le palle per la sicurezza sul posto di lavoro, gli do 6 mensilità, dopo una causa e mentre questo è senza stipendio, e me lo tolgo dalle palle. Fantastico.

Fritz!
22-02-2008, 16:57
comunque nell'intervista ichino ha posto come condizione la libertà sua di poter portare avanti le sue battaglie.

non dice da nessuna parte che il PD ha previstol'abrogazione dell'art 18.

Oltretutto ichino dice di riscrivere lo statuto dei lavoratori da tempo, che è un po' diverso da voler abrogare l'art 18 tout ccourt....

a me pare un articolo sul nulla

street
22-02-2008, 16:57
Ah, è inutile. Licenzio un lavoratore che magari rompe le palle per la sicurezza sul posto di lavoro, gli do 6 mensilità, dopo una causa e mentre questo è senza stipendio, e me lo tolgo dalle palle. Fantastico.

Preferisci il mobbing? entrambe le cose non son tutelate dall' art.18, tanto per parare subito il "il mobbing é illegale". Anche non attenersi alle norme sulla sicurezza.

Fritz!
22-02-2008, 17:01
nell'articolo comunque si dice che Pannella non sarà nelle liste. Buona notizia

Mailandre
22-02-2008, 17:12
Ci sono cose che NON si possono "comprare"; .... L'INGIUSTIZIA è una di queste !!
Una società deve basarsi sulle regole ,.. il GIUSTO ha i principi della giustizia ; venderla per 4 soldi o 10000000 fa perdere la dignità intrinseca dell'uomo!!
Io voglio rimanere un uomo ,..non un mercenario o un prostituto.

Fritz!
22-02-2008, 17:13
Ci sono cose che NON si possono "comprare"; .... L'INGIUSTIZIA è una di queste !!
Una società deve basarsi sulle regole ,.. il GIUSTO ha i principi della giustizia ; venderla per 4 soldi o 10000000 fa perdere la dignità intrinseca dell'uomo!!
Io voglio rimanere un uomo ,..non un mercenario o un prostituto.

eh?

Mailandre
22-02-2008, 17:19
,,,cut,,,

Secondo me basta e avanza il risarcimento monetario in caso di licenziamento senza giusta causa

hu??

generals
22-02-2008, 17:20
Ichino Candidato: :doh:

Insert coin
22-02-2008, 17:22
Sarei curioso di sapere l'opinione della gente di destra sull'abolizione dell'articolo 18.

Io invece sto aspettando il comunicato della CGIL che minaccia di portare a Roma 3 milioni di persone contro Veltroni se le intenzioni del PD fossero davvero queste... :asd:

Che dite, arriverà questo comunicato? :fagiano:

Fritz!
22-02-2008, 17:26
hu??

Bisognerebbe trovare i dati esatti, ma credo che i casi concreti di reintegro ordinato dal tribunale per via dell'art 18 siano pochissimi


E' normale, uno preferisce farsi pagare i danni e trovarsi un altro lavoro piuttosto che tornare alle dipendenze di chi lo ha umiliato licenziandolo senza motivo

generals
22-02-2008, 17:26
Io invece sto aspettando il comunicato della CGIL che minaccia di portare a Roma 3 milioni di persone contro Veltroni se le intenzioni del PD fossero davvero queste... :asd:

Che dite, arriverà questo comunicato? :fagiano:

e pensare che Ichino era un sindacalista Fiom-Cgil :asd:

Mailandre
22-02-2008, 17:26
Scelte chiare e interesse generale sono di parte

(22.2.08) - «E' giusto che in un grande partito ci siano voci diverse e, peraltro, io stimo il professor Ichino, che è anche iscritto alla Cgil. Come è noto ho idee diverse dalle sue, ma in un grande partito le opinioni diverse sono una ricchezza»
Con queste parole Paolo Nerozzi accoglie la notizia della candidatura di Pietro Ichino nelle liste del Partito democratico. Il segretario confederale della Cgil, insieme ad altri pezzi importanti del sindacato che inizialmente era legata a Sd, stanno per ufficializzare l'ingresso nel partito di Veltroni, al seguito di Famiano Crucianelli.
I sintomi dello scollamento di questa componente della Cgil con la formazione di Fabio Mussi non sono cosa di oggi, basti ricordare le polemiche sulla manifestazione contro il precariato del 20 ottobre e la loro assenza all'assemblea generale della Sinistra-l'Arcobaleno dell'8 e 9 dicembre.
Domenica prossima si ufficializzerà l'abbandono di Sd e l'adesione al Pd nel corso di un convegno che vedrà la partecipazione di Veltroni ed Epifani e vedrà tra i promotori, oltre a Nerozzi, Carla Cantone della segreteria Cgil, Massimo Cialente, sindaco dell'Aquila, Famiano Crucianelli e Olga D'Antona.

Sarà interessante, ma si spera non inquietante, capire come questa parte del sindacato riuscirà a coniugare la propria azione, materiale ed ideale, con chi rilancia ancora oggi il problema dell'articolo 18 come Ichino e con uomini espressione di Confindustria come il giovane Colaninno.
Tutto ciò dovrebbe essere in nome di una poco convincente vocazione maggioritaria, tanto da far dichiarare a Nerozzi che, da una parte, «il Pd è l'unica forza in campo per tentare di governare il Paese. Ha rimesso in moto un sistema politico bloccato facendo scelte chiare» mentre la Sinistra-L'Arcobalneo, dall'altra parte con il suo slogan “siamo di parte” non gli piace: «Ognuno nella vita politica è di parte. Ma il punto è che non bisogna mai perdere di vista l'interesse generale (...). Questo farsi carico dell'interesse generale non lo vedo».
Scelte chiare e interesse generale? Da una parte gli operai, i lavoratori e i precari, dalle altre parti i figli di papà: queste sono le scelte chiare, questo è l'interesse per il paese.
http://www.larinascita.org/index.php?option=com_content&task=view&id=2027&Itemid=75

generals
22-02-2008, 19:55
bhè finalmente Nerozzi si è deciso ad andarsene dopo aver fatto solo ostruzionismo a SD :rolleyes:

subvertigo
23-02-2008, 03:57
Beh ovviamente Liberazione fa propaganda per il suo partito.

Nel programma del PD non c'è alcuna abolizione dell'articolo 18...idea alquanto malsana e tanto che neanche gli industriali lo chiedono. Che poi ci siano personalità che in passato avevano sostenuto tale idea è un altro discorso, questo è solo un argomento propagandistico.

Figurati se il Veltroncino si mette contro l'armata dei sindacati e di 4/5 del suo stesso partito.

Mailandre
23-02-2008, 11:13
Beh ovviamente Liberazione fa propaganda per il suo partito.

Nel programma del PD non c'è alcuna abolizione dell'articolo 18...idea alquanto malsana e tanto che neanche gli industriali lo chiedono. Che poi ci siano personalità che in passato avevano sostenuto tale idea è un altro discorso, questo è solo un argomento propagandistico.

Figurati se il Veltroncino si mette contro l'armata dei sindacati e di 4/5 del suo stesso partito.

Veltroni si sfila dall'ombra di Prodi
"Il mio? Sarà un governo diverso"

......CUT......CUT,.....
.............e aggiunge che «nelle liste al Senato ci sarà anche il professor Pietro Ichino, che ha detto cose coraggiose, a volte difficili, e che sta a pieno titolo nel solco del riformismo».

articolo completo:
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200802articoli/30374girata.asp


P.s. Vedo troppe somiglianze fra il "Riformismo" e il "Liberismo",..
Vedremo se il sindacato riuscirà a mantenere la propria autonomia senza contraddizioni,...già sta "mollando" la Contrattazione al primo livello !! :rolleyes:

Fritz!
23-02-2008, 11:18
Ichino fa da tempo una campagna per licenziare i cosiddetti fannulloni

E questo scatena la rabbia di "certa sinistra"

Mailandre
23-02-2008, 11:24
Si SI ...tutti d'accordo sui fannulloni ,...ma la "GIUSTA CAUSA" E' UN'ALTRA COSA!!!

Fritz!
23-02-2008, 11:27
Si SI ...tutti d'accordo sui fannulloni ,...ma la "GIUSTA CAUSA" E' UN'ALTRA COSA!!!


tutti d'accordo ma ancora nessuno ha mai fatto nulla

IL PRESIDENTE DELLA VALLE D'AOSTA: «RICORREREMO CONTRO LA SENTENZA»
Pedofilia: reintegrato professore
E' tornato in classe ad Aosta un docente condannatoper diffusione di materiale pedopornografico
http://www.corriere.it/cronache/08_febbraio_22/insegnante_pedofilo_reintegrato_11e190d0-e182-11dc-b2e4-0003ba99c667.shtml

Mailandre
23-02-2008, 11:40
Non sostituiamoci alla Magistratura,...e lasciamo "Giustamente" andare avanti la Giustizia!!
Diversi sono i casi ,..e proprio per questo non si fa di tutta un'erba un fascio!!
che ne dici di "questo" caso invece??? :

" Licenziato ingiustamente, si suicida...11 anni fà, Il caso di Giampietro Caredda"

" Certificati medici che annunciavano depressione...
Per la preside della scuola e del Provveditorato il professore era assenteista...
Oggi, la la sentenza del Tar gli ha dato ragione, il verdetto: riassumetelo.
Ma un verdetto in ritardo, l'uomo si è suicidato 11 anni fà."

da un forum :
http://www.psiconline.it/forum/index.php?showtopic=7160

loreluca
23-02-2008, 11:51
Sarei curioso di sapere l'opinione della gente di destra sull'abolizione dell'articolo 18.
L'articolo 18 della costituzione è a mio avviso assurdo, andrebbe rivisto e nettamente ridimensionato; è un grande freno per le aziende e per l'economia del paese...

Jo3
23-02-2008, 12:09
Sarei curioso di sapere l'opinione della gente di destra sull'abolizione dell'articolo 18.

Da persona di centro-destra, dico che l'abolizione dell'articolo 18 e' un enorme passo indietro nei diritti dei lavoratori.
Diritti dei lavoratori che non sono stati guadagnati all'acqua di rose, ma sono stati sudati.

L'articolo 18 recita :


Art. 18
o meglio conosciuto come 'REINTEGRAZIONE SUL POSTO DI LAVORO' in caso di illegittimo licenziamento.
Tra le più innovazioni dello statuto c' è, appunto, l' art. 18 in tema di licenziamenti. Secondo tale norma, il giudice, con la sentenza che dichiara inefficace il licenziamento o annulla il licenziaento senza GIUSTA CAUSA o GIUSTIFICATO MOTIVO o ne dichiara la NULLITA', ordina la reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro. Il lavoratore ha diritto al risarcimento del danno subìto per il licenziamento di cui sia stata ACCERTATA l' INEFFICACIA o l' INVALIDITA'.

Casi pratici dell'applicazione dell'articolo 18


vederti lavorare fai schifo. Sei una brutta ‘terrona’ che mi costa 5 euro al minuto e non devi permetterti di perdere tempo ad alzare neppure gli occhi quando ti parlo”. Cosi’ una piccola imprenditrice comasca apostrofava quotidianamente una sua dipendente che, alla fine, sarebbe caduta in uno stato depressivo fino al punto da licenziarsi e che ora chiede di essere risarcita per mobbing. O meglio per ‘bossing’, una variante del mobbing’, testualmente mobbing strtegico, protratto nel tempo, come sottolinea nel suo dispositivo di sentenza il Giudice del Lavoro di Como, Beniamino Fargnoli che ha riconosciuto colpevole della violazione dell’articolo 2087 del Codice civile Ines Arcioni, titolare e legale rappresentante della I.n.e.s.c.r.e.a., un piccolo laboratorio di taglio e cucito con sede nel comasco attualmente in liquidazione. Ora bisogna verificare se il comportamento dispotico della datrice di lavoro abbia effettivamente provocato una patologia nella dipendente e l’eventuale nesso di causalita’. “Il riconoscimento del comportamento predominante dell’imputata - osserva la toga giudicante - non significa che la lavoratrice meriti ’sic et sepliciter’ un risarcimento” e per questo ha incaricato il Dottor Salvatore Zizolfi per una perizia, suklla base della quale quantificare il danno.

A sentire le testimonianze rese dalle colleghe della lavoratrice, assistita dagli avvocati Cesare Piovan e Paolo Borsani di Como, esce comunque un clima particolarmente testo in quel laboratorio: “Eravamo insultate e vessate tutti i giorni”, ha detto una testimone che in quel posto ha lavorato dal 27 novembre 1984 fino al 14 dicembre 2004. “Ultimamente il suo carattere era peggiorato. Bastava ogni piccola cretinata per far si’ che si scagliasse contro di noi. Lidia era la piu’ bersagliata. Non so come abbia resistito per dieci anni ad essere maltrattata a quel modo”. “Gli insulti nei suoi confronti - ha aggiunto un’altra testimone - erano all’ordine del minuto, non del giorno”. E ancora: “Ci diceva che eravamo li’ solo per rubarle lo stipendio in attesa della pensione e che si era rotta di mantenerci tutte quante”, avrebbe detto la datrice di lavoro che, stando a una terza testimone “eravamo, secondo lei, tutte degne di andare a battere sui marciapiedi”. Una a una le lavoratrici, una ventina in tutto, hanno trovato un altro posto di lavoro e il laboratorio di taglio e cucito e andato in fallimento. (AGI)

L'operaia in questione e' stata risarcita grazie all'articolo 18.

CYRANO
23-02-2008, 12:26
Quindi nella mia situazione , la ditta che non paga quanto deve , per ritorsione al coinvolgimento del sindacato da parte mia ( nostra ) , potrebbe licenziarmi senza l'art. 18 .
eh si..proprio un passo in avanti per i lavoratori.



Cò,az,òa

blamecanada
23-02-2008, 14:25
L'articolo 18 è una tutela importantissima che va mentenuta.


Il datore di lavoro ha diritto di licenziare il proprio dipendente per giusta causa.
Se una persona nona fa niente il datore di lavoro può licenziarlo anche con l'articolo 18.

È ora di smetterla di dipingere il datore di lavoro come una povera vittima, anche con l'articolo 18 rimane col coltello dalla parte del manico, l'articolo 18 non impedisce di licenziare, è solo un parziale freno contro l'abuso del licenziamento per motivi che nulla hanno a che fare con la prestazione lavorativa.

dasdsasderterowaa
23-02-2008, 15:19
L'articolo 18 non impedisce di licenziare, è solo un parziale freno contro l'abuso del licenziamento per motivi che nulla hanno a che fare con la prestazione lavorativa.

Sono d'accordo.

sider
23-02-2008, 17:06
Ricordiamo che la "giusta causa" c'è ed è applicabile.
Il vostro datore dci lavoro vuol far posto al figlio del cugino? nessun problema , ti sbatto in strada con 6-12 mensilità, non fa differenza.
Solo che se sei un padre di famiglia con 45-50, anni, impiegato, SEI FINITO.
Non ti riassume più nessuno. Non intristitemi portando avanti il discorso dell'eliminazione dell'art.18. Togliamo questo e la sanità pubblica, e togliamo la dignità alle persone.

laico79
23-02-2008, 17:18
L'articolo 18 della costituzione è a mio avviso assurdo, andrebbe rivisto e nettamente ridimensionato; è un grande freno per le aziende e per l'economia del paese...
Articolo 18 della costituzione???????
Art. 18.

I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale.

Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare.


Cmq vorrei sentire anche una motivazione + elaborata sulla contrarietà all'articolo 18 dello statuto dei lavoratori.

laico79
23-02-2008, 17:35
Non avrei capito il perchè l'articolo 18 frenerebbe l'economia del paese. vorrei che fosse esplicitata questa affermazione, cosi come la state argomentando sembra una posizione ideologica piuttosto che una necessità.

Matuhw
23-02-2008, 17:37
L'articolo 18 dispone il reintegro del lavoratore licenziato senza giusta causa, ma si tratta di numeri marginali rispetto all'ecatombe dei licenziamenti collettivi. Quello che manca sono gli ammortizzatori sociali per chi si ritrova espulso dal mondo produttivo o per chi vi è appena entrato con un contratto a tempo determinato. Senza ammortizzatori sociali la flessibilità si chiama in modo solo: precarietà.
Concentrarsi sul 18, che va mantenuto, svia l'attenzione dai licenziamenti collettivi di cui le aziende fanno un gran uso e per i quali non vi è alcuna tutela.

Bizkaiko
23-02-2008, 17:46
Non avrei capito il perchè l'articolo 18 frenerebbe l'economia del paese. vorrei che fosse esplicitata questa affermazione, cosi come la state argomentando sembra una posizione ideologica piuttosto che una necessità.

Più che l'articolo 18 in sé, secondo me è sbagliata la sua applicazione.
Trovare una giusta causa di licenziamento è praticamente impossibile.

Al punto che controllori di volo che dormono o vanno a giocare a biliardino lasciando scoperta la postazione (a Linate eh, mica in un aeroporto dove transita un aereo al giorno) sono ancora lì, che quelli che rubavano dai bagagli dei passeggeri a Malpensa lavorano ancora ("la colpa era degli stipendi troppo bassi", secondo il sindacati), gente che timbra in comune e poi va a fare la spesa (o a fare un secondo lavoro) lasciamo perdere...

Mi va benissimo, ed è una grande conquista, che non ti possano buttar fuori se fai il tuo lavoro, ma allo stesso modo, a tutela degli altri lavoratori, di chi paga lo stipendio (noi tutti se si tratta di dipendenti statali) E SOPRATTUTTO DEI DISOCCUPATI CHE CERCANO LAVORO, se tu fai il furbo, devi finire a casa subito e senza indennizzo, senza sindacati vari/amici/parenti che rompano le scatole,e anzi, saresti tu a dover risarcire l'azienda!

Matuhw
23-02-2008, 17:50
Alt.
Facciamo una distinzione tra pubblico e privato. Nel pubblico licenziare è quasi impossibile. Nel privato è molto più semplice, sia collettivamente che individualmente.

Jo3
23-02-2008, 17:52
Più che l'articolo 18 in sé, secondo me è sbagliata la sua applicazione.
Trovare una giusta causa di licenziamento è praticamente impossibile.

Al punto che controllori di volo che dormono o vanno a giocare a biliardino lasciando scoperta la postazione (a Linate eh, mica in un aeroporto dove transita un aereo al giorno) sono ancora lì, che quelli che rubavano dai bagagli dei passeggeri a Malpensa lavorano ancora ("la colpa era degli stipendi troppo bassi", secondo il sindacati), gente che timbra in comune e poi va a fare la spesa (o a fare un secondo lavoro) lasciamo perdere...

Mi va benissimo, ed è una grande conquista, che non ti possano buttar fuori se fai il tuo lavoro, ma allo stesso modo, a tutela degli altri lavoratori, di chi paga lo stipendio (noi tutti se si tratta di dipendenti statali) E SOPRATTUTTO DEI DISOCCUPATI CHE CERCANO LAVORO, se tu fai il furbo, devi finire a casa subito e senza indennizzo, senza sindacati vari/amici/parenti che rompano le scatole,e anzi, saresti tu a dover risarcire l'azienda!


Guarda che per i contratti collettivi del lavoro, bastano 3 lettere di richiamo per essere licenziati : per i contratti atipici, molto meno. (di solito e' sufficiente l'indennita di 1 mese di stipendio).

Vedo che hai ben poca esperienza di lavoro, altrimenti queste cose le sapresti.

laico79
23-02-2008, 17:52
Alt.
Facciamo una distinzione tra pubblico e privato. Nel pubblico licenziare è quasi impossibile. Nel privato è molto più semplice, sia collettivamente che individualmente.
Quoto

Bizkaiko
23-02-2008, 17:56
Alt.
Facciamo una distinzione tra pubblico e privato. Nel pubblico licenziare è quasi impossibile. Nel privato è molto più semplice, sia collettivamente che individualmente.

Infatti il problema maggiore sono le aziende statali / parastatali che sono dei carrozzoni costosissimi.
E il costo lo paghiamo noi e le aziende con le tasse.
I dipendenti pubblici sono una lobby iper-protetta dai sindacati, ma tutelando i farabutti ci smenano tutti gli altri, compresi i loro colleghi onesti.
Togliere i privilegi a quella "casta", rendendo FATTIBILE il licenziamento per giusta causa, servirebbe a levarci di torno un po' di ladri, diminuendo i costi, ed a dare una "sferzata" a quelli che per sbrigare una semplice pratica ci mettono una giornata...

Mailandre
23-02-2008, 17:59
Ogni contratto collettivo di lavoro è regolamentato da precisi articoli.
Per esempio quello Metalmeccanico cita le seguenti applicazioni:
(direi più che sufficienti )



Art. 25 - Licenziamenti per mancanze

A) Licenziamento con preavviso.

In tale provvedimento incorre il lavoratore che commetta in frazioni alla disciplina ed alla diligenza del lavoro che, pur essendo di maggior rilievo di quelle contemplate nell'art. 24, non siano così gravi da rendere applicabile la sanzione di cui alla lettera B). A titolo indicativo rientrano nelle infrazioni di cui sopra:

*

insubordinazione ai superiori;
*

sensibile danneggiamento colposo al materiale dello stabilimento o al materiale di lavorazione;
*

esecuzione senza permesso di lavori nell’azienda per conto proprio o di terzi, di lieve entità senza impiego di materiale dell’azienda;
*

rissa nello stabilimento fuori dei reparti di lavorazione;
*

abbandono del posto di lavoro da parte del personale a cui siano specificatamente affidate mansioni di sorveglianza, custodia, controllo, fuori dei casi previsti al punto e) della seguente lettera B);
*

assenze ingiustificate prolungate oltre 4 giorni consecutivi o assenze ripetute per tre volte in un anno nel giorno seguente alle festività o alle ferie;
*

condanna ad una pena detentiva comminata al lavoratore, con sentenza passata in giudicato, per azione commessa non in connessione con lo svolgimento del rapporto di lavoro, che leda la figura morale del lavoratore;
*

recidiva in qualunque delle mancanze contemplate nell’art. 24, quando siano stati comminati due provvedimenti di sospensione di cui all’art. 24, salvo quanto disposto dall’ultimo comma dell’art. 23.

B) Licenziamento senza preavviso.

In tale provvedimento incorre il lavoratore che provochi all'azienda grave nocumento morale o materiale o che compia, in connessione con lo svolgimento del rapporto di lavoro, azioni che costituiscono delitto a termine di legge.

A titolo indicativo rientrano nelle infrazioni di cui sopra:

*

grave insubordinazione ai superiori;
*

furto nell’azienda;
*

trafugamento di schizzi o di disegni di macchine e di utensili o di altri oggetti, o documenti dell’azienda;
*

danneggiamento volontario al materiale dell’azienda o al materiale di lavorazione;
*

abbandono del posto di lavoro da cui possa derivare pregiudizio alla incolumità delle persone od alla sicurezza degli impianti o comunque compimento di azioni che implichino gli stessi pregiudizi;
*

fumare dove ciò può provocare pregiudizio all’incolumità delle persone od alla sicurezza degli impianti;
*

esecuzione senza permesso di lavori nell’azienda per conto proprio o di terzi, di non lieve entità e/o con l’impiego di materiale dell’azienda;
*

rissa nell’interno dei reparti di lavorazione.

http://digilander.libero.it/rsuxerox/rsuxerox/contratti/conmetal/ccnl.htm

laico79
23-02-2008, 18:03
Il settore pubblico è una vera e propia casta (anche se non tutti) certa gente sembra li messa dagli dei per come si comporta. Certa gente dovrebbe essere cacciata a calci nel sedere. Cmq questa è un altra questione rispetto all'articolo 18. Un fannullone è giusto che sia mandato via, una persona che viene mandata via perchè sciopera(per una giusta causa), per una opinione diversa, o perchè magari una donna non glie la dà al suo datore di lavoro, non lo ritengo giusto. Ora in un sistema economico come il nostro in cui non è agievole trovare un posto di lavoro fisso(semi) è necessario trovare un freno a questo genere di comportamento. Insomma un conto è avere la flessibilità un conto è lo schiavismo.

Bizkaiko
23-02-2008, 18:05
Guarda che per i contratti collettivi del lavoro, bastano 3 lettere di richiamo per essere licenziati : per i contratti atipici, molto meno. (di solito e' sufficiente l'indennita di 1 mese di stipendio).


Per certi elementi (ladri & assenteisti) dovrebbe poter bastare 1 volta, altro che 3 lettere di richiamo...


Vedo che hai ben poca esperienza di lavoro, altrimenti queste cose le sapresti.

Ma cosa ne vuoi sapere tu di quello che faccio io?!:rolleyes:

laico79
23-02-2008, 18:20
Vorrei aggiungere un altra cosa il principio per cui l'articolo 18 frena l'economia oltre ad essere discutibile di per se mi sembra che introduca il principio per cui si può fare di tutto in nome dello sviluppo, mi sembra uno modo di pensare pericoloso.
A questo punto anche lo smaltimento legale dei rifiuti frena l'economia portiamo i rifiuti speciali nelle nostre citta tanto tutto fa economia sviluppiamo le aziende il settore sanitario è tutto un circolo virutuoso. :muro: