View Full Version : Berlusconi, volevo Biagi restasse
(ANSA) - ROMA, 15 FEB - Berlusconi: 'mi sono battuto perche' Biagi restasse in tv ma prevalse in lui il desiderio di essere liquidato con un compenso molto elevato'. Il leader del Pdl ha ribadito di non aver mai allontanato Biagi dalla Rai: 'avevo solo chiesto che non si facesse un uso criminale della rete pubblica'. Una 'ignominia', una 'falsita'' contraddetta da carte che possono documentare tutto: cosi' Bice e Paola Biagi, le figlie di Enzo, che si dicono 'letteralmente indignate' dalle parole di Berlusconi.
http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus//ticker/news/2008-02-15_115169567.html
killercode
15-02-2008, 22:45
Fermatemi...altrimenti potrei fare una pazzia....:mad:
_TeRmInEt_
15-02-2008, 22:49
Proprio una faccia tosta...
ma tanto ora Biagi non può fare altro che ribaltarsi nella tomba...
che vergogna.
:sbonk: :sbonk: è uno scandalo altrochè... :rolleyes:
bugiardo!! come sempre
vergogna
radiovoice
15-02-2008, 22:57
ha detto di peggio quel...quel....:mad:
Una "ignominia", una "falsità" contraddetta da carte che possono documentare tutto. Bice e Paola Biagi, le figlie del giornalista scomparso lo scorso novembre, si dicono "letteralmente indignate" dalle parole di Silvio Berlusconi che questa sera ha dichiarato che Enzo Biagi lasciò la Rai per ottenere una elevata liquidazione. "Mi sono battuto perché Biagi non lasciasse la televisione, ma alla fine prevalse in lui il desiderio di poter essere liquidato con un compenso molto elevato" ha detto il leader del Pdl nel corso di Tv7.
FabioGreggio
15-02-2008, 22:59
bugiardo!! come sempre
vergogna
E bbasta con queste demenzialità!
Ma non c'è decenza nemmeno per i morti.
Cristo, ma quando se ne va fuori dalle scatole?
Non se ne può più di idiozie!
fg
:sofico: :sofico: :sofico:
la prossima quale sarà ??? che aveva convinto luttazzi e snatoro a restare con lui ?? :sofico:
Maverick18
15-02-2008, 23:01
Senza parole
No comment :Puke:
Manco i morti lascia in pace con le sue ca**ate.
EarendilSI
15-02-2008, 23:30
Tratte dalle dichiarazioni di Enzo Biagi all'ANSA:"Non sono stato buttato fuori, al contrario ho raggiunto di mia iniziativa un accordo pienamente soddisfacente che gratifica sotto tutti i profili, morali e materiali, i miei 41 anni dedicati alla Rai".
Questo riferito alla liquidazione ricevuta...
dantes76
15-02-2008, 23:35
Tratte dalle dichiarazioni di Enzo Biagi all'ANSA:"Non sono stato buttato fuori, al contrario ho raggiunto di mia iniziativa un accordo pienamente soddisfacente che gratifica sotto tutti i profili, morali e materiali, i miei 41 anni dedicati alla Rai".
Questo riferito alla liquidazione ricevuta...
prima della liquidazione dice niente? e dopo visto che e cosei, perche ilvio cerca di giustificarsi sempre :Asd:
http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus//ticker/news/2008-02-15_115169567.html
sisisi... :O
lui si che rispettava quel "vecchio rancoroso" di Biagi... sisisisisi :O
Biagi. L'ex premier se la prende con Enzo Biagi: "E' una vergogna che un giornale come il Corriere della Sera ospiti i rancori di un vecchio rancoroso che ce l' ha con me"...
http://www.repubblica.it/2006/05/sezioni/politica/nuovo-governo-tre/berlusconi-contro-biagi/berlusconi-contro-biagi.html
oh... sisisisisi... :O
Tratte dalle dichiarazioni di Enzo Biagi all'ANSA:"Non sono stato buttato fuori, al contrario ho raggiunto di mia iniziativa un accordo pienamente soddisfacente che gratifica sotto tutti i profili, morali e materiali, i miei 41 anni dedicati alla Rai".
Questo riferito alla liquidazione ricevuta...
Enzo Biagi, censura criminosa
da Regime di Peter Gomez e Marco Travaglio (Bur, 2004)
http://voglioscendere.ilcannocchiale...logdoc=1675272
[…]
Il contratto di collaborazione di Biagi con la Rai è biennale e viene rinnovato dunque ogni due anni, anche se una clausola ne prevede la prosecuzione automatica alla scadenza, salvo disdetta di uno dei due contraenti. L’ultimo scade il 31 dicembre 2001. […]
I due toscanacci
[…]Il 10 maggio, due giorni dopo il monologo di Berlusconi a Porta a Porta con contratto, notaio e scrivania incorporati, Biagi intervista un altro toscanaccio: Roberto Benigni, premio Oscar 1999 per il film La vita è bella. Fra una battuta su Berlusconi e una sulla sinistra, Benigni ribadisce quello che tutti sanno, e cioè che voterà per l’Ulivo. Ma alla sua maniera. Colta, spiritosa, poetica.[…]
Biagi finisce di nuovo nel mirino del centrodestra. C’è chi annuncia apertamente che in Rai durerà poco. Per Adolfo Urso di An, Biagi s’è macchiato dell’«ennesima porcata». Per Alessio Butti, sempre di An, «Biagi potrebbe lasciare il campo a qualche giovane». Gasparri lo inserisce in una lista di personaggi «faziosi» dettata da lui e da altri esponenti del Polo al giornalista Daniele Vimercati nel programma Iceberg, su Telelombardia, il 26 marzo 2001. La lista di proscrizione comprende anche Santoro, Luttazzi e il Tg3 in blocco.
Il nuovo contratto
In giugno, dopo il voto, Beretta lascia la Rai per la Fiat. Fa comunque in tempo a confermare Il fatto nel palinsesto della nuova stagione. […] Il 28 giugno 2001 la nuova bozza di contratto, concordata con De Luca e approvata dal responsabile delle risorse artistiche e strategiche della Divisione Uno (cui fanno capo Rai1 e Rai2) Giancarlo D’Arma, viene inviata a Biagi, che la accetta nel mese di luglio.
Ma il 1° agosto viene nominato il nuovo direttore di Rai1: che poi è un «ex», Agostino Saccà, calabrese di Taurianova, passato dal «Giornale di Calabria» a «Panorama» e nel ’76 alla Rai: un altro ex craxiano approdato alla corte di Berlusconi. Il contratto s’inabissa nel suo cassetto. Per sempre. Biagi ripartirà in virtù di quello vecchio, scaduto ma automaticamente prorogato. Qualcuno però deve assumersi la responsabilità di rimandare in onda Il fatto. Il direttore di Divisione Giancarlo Leone invita subito Saccà a confermarlo per iscritto.
Saccà nicchia: non vuole mettere la sua firma sotto una dichiarazione così compromettente. Si sa cosa pensa Berlusconi del Fatto: la firma di Saccà sotto il nome di Biagi potrebbe compromettere la sua scalata alla direzione generale, poltrona ambita anche da Leone. […]Il tira e molla si trascina fino a metà settembre, quando mancano pochi giorni alla ripartenza del programma. Mazzetti affronta Saccà a muso duro: «Tu sei il direttore, tu devi firmare». Volano parole grosse. Saccà recalcitra ancora un po’, ma alla fine, negli ultimi giorni di settembre, firma. In ottobre Il fatto riapre i battenti con l’ottava edizione, anche se il contratto di Biagi è scaduto da ormai due anni.
Spostare, anzi eliminare
Quanto poco convinta sia la firma di Saccà lo si capisce quasi subito. A novembre il direttore di Rai1 comincia a ipotizzare di spostare Il fatto dopo il Tg1 delle 13,30. Biagi e Mazzetti rispondono picche, e la cosa sembra finire lì. Ma il mobbing contro Biagi, che continua a registrare ascolti altissimi mentre la Rai perde punti su Mediaset un po’ a tutte le ore, riprende anche dal fronte politico. Il 3 ottobre 2001 il sottosegretario alle Comunicazioni Massimo Baldini (Forza Italia) annuncia: «Il fatto si può eliminare: non serve a niente». Zaccaria taglia corto: «Biagi è una risorsa per la Rai». E Biagi: «Baldini si vergogni e si informi sui nostri ascolti e introiti pubblicitari». Persino il ministro Gasparri prende le distanze dal suo vice: «Ha parlato male e a titolo personale». Certe cose si fanno, ma non si dicono.
Saccà torna alla carica ai primi del 2002, durante un’audizione in Vigilanza. «Biagi – dichiara il 29 gennaio – è per la Rai una risorsa preziosa e da non perdere. Ma la concorrenza di Striscia la notizia è troppo forte. Quando dovremo rinnovare il contratto, potremmo decidere un cambiamento di orario. In quella fascia la rete ha un problema: fare concorrenza a Striscia. Ci vorrebbe un programma di almeno 18-20 minuti con all’interno la pubblicità. Il fatto ha una media di ascolti del 21,5%. Rispetto all’anno scorso, complice anche l’allungamento del Tg5, ha perso 3-4 punti. Per questo riteniamo che in quella fascia oraria sia necessaria un’offerta alternativa».
Sfortuna vuole che proprio quella sera Il fatto stabilisca il nuovo record di ascolto del 2002, con uno share del 27,92% pari a oltre 8 milioni 39 mila telespettatori (punta massima di 8 milioni e mezzo). In ogni caso i dati forniti da Saccà sono sballati. A smentirli provvede subito lo stesso Biagi, con un comunicato stampa:
Ho appreso dalle agenzie che il direttore di Rai1 Agostino Saccà – che mercoledì scorso ho incontrato senza che me ne abbia minimamente accennato –, alla scadenza del mio contratto (per lui il prossimo settembre) ha intenzione di trasferire Il fatto ad un altro e più vago orario e che i dati di ascolto sono del 21,5%. Rispetto all’anno scorso avremmo perso 3 o 4 punti. Devo precisare che, pur dirigendo una rete, è male informato [...]. Dovrebbe leggere meglio i dati di ascolto.
La media della trasmissione non è uno stato d’animo, perché è riscontrabile. È di circa il 23%, con circa 6 milioni e 300 mila spettatori di media, per 81 puntate. E sono più o meno sugli stessi valori dello scorso anno, tenendo conto che l’ascolto della rete, in questa fascia oraria, è notevolmente calato. Se Dio vuole, non per colpa nostra. E, proprio questa mattina, il direttore generale Claudio Cappon ha sottolineato gli elevati ascolti della puntata di ieri. Se è una scelta editoriale, mi pare discutibile. Se, invece, è una scelta politica, la capisco benissimo. Anche il raffronto fra gli ascolti del gennaio 2001 e quelli del gennaio 2002 segna una crescita: da una media del 21,27% a una del 22,98% (6 milioni 302 mila spettatori, con punte di 8 milioni 776 mila), il tutto mentre Rai1 è scesa dal 22,57% al 22,06%.
Carte false
Saccà ha fornito alla Vigilanza i dati relativi ad alcune serate, non alla media degli ultimi mesi. Ma, anziché scusarsi, sostiene di essere stato «frainteso». Aggiunge che «Biagi, insieme a Vespa, è uno dei punti di forza e una risorsa preziosa della nostra offerta». Ma conferma che, «se Rai1 e la Rai dovessero decidere di fare un’offerta compatta di mezz’ora per fare concorrenza a Striscia, Biagi troverà un’altra collocazione degna della sua importanza». […]
Soccorso rosso
A difendere Saccà nella bufera interviene curiosamente il presidente diessino della Vigilanza, Claudio Petruccioli: «Con una certa sorpresa ho visto oggi che si è parlato di licenziamento di Biagi e dell’intenzione di sostituire Il fatto. Stando a quello che abbiamo ascoltato qui dentro, queste cose non sono state dette. Saccà ha espresso, innanzitutto, un forte apprezzamento per Biagi, accostandolo a Vespa e definendo i due giornalisti come le punte di diamante della informazione di Rai1».
L’ingenuità, chiamiamola così, di Petruccioli viene prontamente smontata qualche settimana appresso, quando Saccà riparte all’attacco ventilando la sospensione del Fatto nella settimana di Sanremo, con la scusa di dare più spazio al Festival della canzone italiana e intanto sperimentare un programma alternativo. Biagi resiste e, al termine di un’aspra quanto solitaria battaglia, ottiene che se ne riparli in vista della nuova stagione, con i nuovi vertici Rai (quelli attuali sono ormai in scadenza). […]
Il 5 marzo 2002 arriva il nuovo Cda. Saccà è promosso direttore generale, dopo aver dichiarato al «Corriere» il suo voto e quello di tutta la famiglia per Forza Italia. Un giuramento di fedeltà al regime in piena regola: «Io sono un aziendalista. Un uomo che ha il senso delle radici. Mio padre era socialista, io sono socialista. Resto uomo di sinistra, è la sinistra che si è spostata. Per questo voto Forza Italia. Io e tutta la mia famiglia votiamo Forza Italia, ma questo è un fatto privato». «Il mio pensiero è corso subito alla nonna...», lo fulminerà Biagi.
A Rai1 va Fabrizio Del Noce, ex giornalista del Tg1, poi deputato di Forza Italia, poi di nuovo in Rai come corrispondente da New York, ultimamente conduttore di Linea Verde, il programma sull’agricoltura. Il nuovo presidente della Rai è il professor Antonio Baldassarre, docente di diritto costituzionale, già giudice e poi presidente della Consulta, già direttore del Giurì della pubblicità e ora presidente della Sisal (concorsi Totip e Superenalotto). Un pedigree che, dimenticando la sua intima amicizia con Cesare Previti e la sua vicinanza ad An a dispetto di un passato di comunista ingraiano, sembra ideale per una figura di garanzia, super partes. […]
La guerra della cosiddetta Casa delle Libertà a Biagi continua sempre più virulenta. Per Bonatesta (An) il giornalista è il sintomo di una «democrazia insana». Biagi, intervistato da «Le Monde», replica: «Questa offensiva mi lascia del tutto indifferente. La mia generazione ha conosciuto il fascismo, il nazismo, il comunismo, pensate davvero che io possa preoccuparmi ora? La scomparsa del mio programma potrebbe fare comodo a Canale 5 di Mediaset [...]. Ma facciano un po’ come vogliono».
«Io non mi pento»
Mercoledì 17 aprile Baldassarre sale a Milano per incontrarlo. Un’ora di colloquio per parlare della nuova stagione e ribadire che «Biagi rappresenta la Rai». Ma l’indomani, in una conferenza stampa da Sofia, Berlusconi spara. Biagi risponde a stretto giro, con una dichiarazione all’Ansa:
L’uso della lingua italiana non è il forte del presidente del Consiglio e la frequentazione con Bossi non lo aiuta a esercitarlo, ma siccome ha detto «uso criminoso della tv», vorrei sapere quale reato ho commesso: stupro, assassinio, rapina? Non sono certo un suo estimatore, ma non credo di aver fatto niente. Sono stupito che, mentre il mondo si preoccupa del Medioriente e dell’Afghanistan, il presidente del Consiglio di un paese di circa 60 milioni di abitanti in giro per il mondo si preoccupi invece di Santoro, Luttazzi e Biagi.
Sono atteggiamenti che fanno riflettere: il presidente del Consiglio ha un concetto della libertà di stampa che mi pare ristretto. È un peccato che non si possa querelare il presidente del Consiglio, perché lui ha diritto di critica. Mi viene in mente quello che disse una volta John Kenneth Galbraith a proposito di un certo personaggio: «In altri tempi sarebbe stato un fascista, ora è soltanto un cretino». Uno che fa battute come quella di Berlusconi dimostra che, nonostante si alzi i tacchi, non è all’altezza. Purtroppo si dimostra che gestire un paese è un po’ più complicato che gestire un’azienda. Continuo a credere che un presidente del Consiglio che ha conti aperti con la giustizia avrebbe dovuto avere la decenza di sbrigare prima le sue pratiche legali e poi proporsi come guida del paese.
Poi prepara un editoriale straordinario, intitolato Libertà e pluralismo, che legge quella stessa sera a Il fatto:
Non è un gran giorno per l’Italia: per quello che succede in casa e per quello che si dice fuori. A Milano, lo sapete, un piccolo aereo da turismo è andato a sbattere contro il Pirellone [...]. Disgrazia. Ma c’è anche chi all’estero parla di crimine.
Da Sofia il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, non trova di meglio che segnalare tre biechi individui, in ordine alfabetico: Biagi, Luttazzi, Santoro che, cito tra virgolette, «hanno fatto un uso della televisione pubblica – pagata con i soldi di tutti – criminoso. Credo sia un preciso dovere della nuova dirigenza Rai di non permettere più che questo avvenga». Chiuse le virgolette.
Quale sarebbe il reato? Stupro, assassinio, rapina, furto, incitamento alla delinquenza, falso o diffamazione? Denunci. Poi il presidente Berlusconi, siccome non prevede nei tre biechi personaggi pentimento o redenzione – pur non avendo niente di personale –, lascerebbe intendere, se interpretiamo bene, che dovrebbero togliere il disturbo. Signor presidente Berlusconi, dia disposizione di procedere, perché la mia età e il senso di rispetto che ho per me stesso mi vietano di adeguarmi ai suoi desideri.
Sono ancora convinto che in questa nostra Repubblica ci sia spazio per la libertà di stampa. E che ci sia perfino in questa azienda che, essendo proprio di tutti, come lei dice, vorrà sentire tutte le opinioni. Perché questo, signor presidente, è il principio della democrazia. Sta scritto, dia un’occhiata, nella Costituzione.
In America, ne avrà sentito parlare, Richard Nixon dovette lasciare la Casa Bianca per un’operazione chiamata Watergate, condotta da giovani cronisti alle dipendenze di quel grande e libero editore che era la signora Katharine Graham proprietaria del «Washington Post». Questa, tra l’altro, viene presentata come televisione di Stato, anche se qualcuno tende a farla di governo, ma è il pubblico che giudica.
Nove volte su dieci, controllare, Il fatto è la trasmissione più vista della Rai. Lavoro qui dal 1961 e sono affezionato a questa azienda. Le voglio bene. Ed è la prima volta che un presidente del Consiglio decide il palinsesto, cioè i programmi, e chiede che due giornalisti, Biagi e Santoro, dovrebbero entrare nella categoria dei disoccupati.
L’idea poi di cacciare il comico Luttazzi è più da impresario, quale lei è del resto, che da statista. Cari telespettatori, questa potrebbe essere l’ultima puntata de Il fatto. Dopo 814 trasmissioni, non è il caso di commemorarci. Eventualmente, è meglio essere cacciati per aver detto qualche verità, che restare al prezzo di certi patteggiamenti. Signor presidente Berlusconi, non tocca a lei licenziarmi. Penso che qualcuno mi accuserà di un uso personale del mio programma che, del resto, faccio da anni, ma ho voluto raccontare una storia che va al di là della mia trascurabile persona e che coinvolge un problema fondamentale: quello della libertà di espressione.
Oltre alle proteste dei politici dell’opposizione, c’è anche l’imbarazzo del segretario Udc Follini: «Sono affezionato all’idea che in tv vi siano molte opinioni». Baldassarre se la cava con un «ho già chiarito come la penso sull’autonomia di questa azienda dalla politica».
La denuncia più lucida viene da un liberale di vecchia scuola, il politologo Giovanni Sartori, che rilascia una durissima intervista al «Corriere»: quelle del premier – dice – sono dichiarazioni «avventate, gravi e bambinesche. Berlusconi non si tiene, quello che ha in pancia gli scappa in bocca. E così getta la maschera [...]. C’è il pericolo di un regime berlusconiano. [...] Regime non vuol dire regime fascista, in passato si è parlato di regime democristiano o di regime gollista. A me sembra esatto dire che Ciampi sta spalancando le porte a un regime berlusconiano. Le regole di fondo della democrazia sono in pericolo».
I girotondi manifestano davanti alle sedi Rai. La Cdl, in Vigilanza, chiede che i programmi d’informazione Rai (Biagi, Santoro, Mannoni e persino Vespa) vengano chiusi fino alle amministrative del 26 maggio. Proposta respinta.
Del Noce studia...
Il 23 aprile, davanti alla Vigilanza, Baldassarre proclama: «La Rai è un’istituzione indipendente autonoma dalla politica. L’ho detto cinque o sei volte al telefono a Biagi. Biagi e Santoro sono un patrimonio professionale dell’azienda e la Rai farà di tutto per non privarsi del loro apporto giornalistico…».
Lo stesso giorno anche Saccà scioglie inni al vecchio Enzo: «L’azienda non può subire dall’esterno interventi né censori né di epurazione. Personalmente, nessuno mi ha chiesto di fare epurazioni. Enzo Biagi è un grande professionista, ha la stima dell’azienda, è equilibrato, forse con qualche scivolata, ma non va associato né a Luttazzi né a Santoro. Infatti non ha avuto nessuna sanzione dall’Authority. Finché sarò direttore generale episodi del genere non si ripeteranno». Ma, secondo Gasparri, sono Biagi e Santoro che «stanno cercando con tutti i mezzi il martirio mediatico. Verrebbe proprio da dire: allora diamoglielo, quello che cercano. O no?».
Il nuovo direttore di Rai1 Del Noce fiuta l’aria che tira. Dovrebbe programmare il palinsesto della nuova stagione, ma non degna il volto più noto della sua rete nemmeno di una telefonata. La redazione del Fatto continua a lavorare al buio, senza sapere quel che sarà del suo futuro. «Sto studiando...», risponde Del Noce a chi gli chiede notizie di Biagi. Biagi compreso. Mazzetti, dirigente di Rai1, non viene mai invitato a una sola riunione operativa dal nuovo direttore.
Ormai è chiaro che Biagi è out, ma nessuno ha il coraggio di dirlo all’interessato e al suo pubblico. Stanco di aspettare e offeso da tanta indifferenza, il giornalista si sfoga il 22 maggio con «l’Unità», «La Stampa», «Il Messaggero» e il «Corriere» e dice:
«Baldassarre continua a ripetere che la Rai si identifica con me, ma forse Saccà ha un’altra idea e chissà qual è quella del consiglio di amministrazione. La sensazione è che si vogliano fare dei favori politici, non c’è altra spiegazione. Alla Rai hanno sempre un referente, anzi un “editore di riferimento” per usare il gergo locale. Con me nessuno s’è ancora fatto vivo.
L’altro giorno ho parlato con uno che si chiama Del Noce, il quale continua a dire che sta studiando. Io qui studio da 41 anni e mi pare di aver completato il corso, almeno tanto da capire che si tratta di scuse che si usano con una persona non gradita». L’ipotesi di spostare l’orario del Fatto sarebbe un errore: «Ci sono degli orari per ogni tipo di programma: Il fatto è legato al telegiornale, è la spiegazione di un fatto che è stato raccontato poco prima. Solo un cretino può pensare di toglierlo da quella collocazione: sta lì perché si presume che sia l’approfondimento di una notizia, è il commento dell’argomento che in quel giorno si pensa abbia appassionato di più la gente. Spostarlo sarebbe come mettere un articolo di fondo in mezzo agli annunci economici. Tutto qui. Ero pronto anche a finire a mezzanotte. In mezzo agli annunci economici del tipo: bolognese prosperosa riceve caldissima in portineria...».
Ancora un pensiero a Saccà: «Questa è gente che è partita socialista ed è finita in Forza Italia. E pensare che credono di essere dei tecnici e degli esperti di tivù. Vedo più conversioni sulla via di Arcore di quante ci furono sulla via di Damasco».
E uno a Del Noce: «Che umiliazione essere esaminati da uno così. Del Noce è stato strappato all’agricoltura e buttato dentro la direzione della Rai, che è qualcosa di assai complicato. Che bellezza essere studiato da uno che si occupava di agricoltura, sia pure a sfondo culturale, visto che trovava il modo di presentare fra i pascoli il libro del suo amico Bruno Vespa...».
Infine un accenno all’opposizione, pressoché inesistente: «Difeso dalla sinistra? Sinistra? E cos’è la sinistra? Le pare che un programma con sei milioni di spettatori abbia bisogno di essere difeso da qualche partitino?».
Il servo furbo
Ancora una volta è Giuliano Ferrara a incaricarsi della difesa d’ufficio dei censori Rai, con un durissimo attacco a Biagi sul «Foglio» del 23 maggio. Titolo: Biagi, il trombone e il segnale orario. […]
Ecco: non è la Rai che sta cacciando Biagi su ordine di Berlusconi. È Biagi che «si caccia da solo per biechi interessi di bottega».
Contro di lui Baldassarre e Saccà si mobilitano addirittura con una nota ufficiale congiunta, come nelle ore gravi: La Rai depreca Il fatto che un collaboratore autorevole dell’azienda come Enzo Biagi usi espressioni e toni offensivi nei confronti di un giornalista, quale Fabrizio Del Noce, stimato da sempre per la sua indiscussa attività professionale e che ora è stato chiamato dal consiglio di amministrazione, su proposta del direttore generale, a dirigere una delle più importanti strutture editoriali dell’azienda stessa. Il presidente e il direttore generale esprimono solidarietà al direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce, confermandogli la stima e la fiducia da sempre riposta in lui.
Per conto terzi
Biagi non si lascia intimidire e risponde con la consueta ironia:
«Troppo onore. Saccà e Baldassarre hanno scritto una nota insieme? Si vede che vanno d’accordo...». E continua a lavorare alle ultime puntate dell’ottava edizione: in quel momento è a Palermo, per i dieci anni dalla strage di Capaci. «Forse» dice «sarebbe meglio che Saccà e Baldassarre si preoccupassero più dei programmi che del caso Biagi, visto che la Rai è in crisi ed è battuta abbastanza di frequente da Mediaset. Per cui non si capisce più per chi stiamo lavorando».
Poi ripete che solo un cretino può spostare l’orario del Fatto: «Lo capisco che certe frasi non siano piaciute. Ma continuo a pensare che togliere da una fascia oraria un programma che – lo dicono loro – è il più visto, nove volte su dieci, tra quelli della Rai, non mi sembra molto illuminato. Oppure lo fanno per altre ragioni. Voglio comunque accordargli la buona fede, non voglio pensare che lo facciano in conto terzi...».
Quanto a Del Noce, «mi ricordo i programmi che faceva, finivano tutti a tavola. Sembrava una specie di collaudo di ribollite. Dicono che l’ho offeso? Io piuttosto mi sento offeso da chi mi sposterebbe, ma che non mi ha ancora parlato. Quello che so lo leggo dai giornali. Se mi fanno delle proposte, che non mi hanno fatto, io le valuterò. Ma sono un vecchio da riposo, non sono un giovane da studio. Lo spostamento orario è legittimo, basta però che sia spiegato, che non abbia l’aria di una punizione o di una cosa fatta in conto terzi. Se è dettata da ragioni editoriali, come no? Posso dire che non la condivido, ma questo è quasi fisiologico».
Infine un accenno a Baldassarre, che si era sempre sperticato in elogi e ora lo attacca a quattro mani con Saccà: «Mi dispiace molto che il presidente Baldassarre abbia cambiato opinione su di me, ma da una vita sono abituato a correre da solo».
Il 24 maggio Santoro dedica al caso Biagi la penultima puntata di Sciusià, intitolata appunto «Per conto terzi?». E presenta un sondaggio dell’Abacus: all’87% degli intervistati Il fatto piace e solo al 12 non piace; gli elettori dell’Ulivo che l’apprezzano sono il 95%, quelli della Casa delle Libertà il 74%. Il 94% degli ulivisti ritiene Biagi una risorsa importante per la Rai, e così il 68% dei polisti. In studio (come vedremo alle pp. 133-134), tutti gli ospiti berlusconiani sorridono all’idea che Biagi possa essere cancellato, tantopiù dopo il diktat bulgaro di Berlusconi. Mentana, anziché prendere le difese dell’anziano collega, dice che «Biagi è uno dei giornalisti più potenti d’Italia.
Per Sergio Zavoli, nonostante fosse stato marginalizzato, tutta questa levata di scudi non c’è mai stata. Nel mondo dell’informazione nessuno può avallare la presenza di qualcuno che dice “tu scompari”. Ma, nonostante l’attacco di Berlusconi, Biagi e Santoro ora sono in Rai e se qualcuno volesse toglierli dopo quell’attacco sarebbe più difficile. Se poi si discute di palinsesti il discorso è diverso e non vorrei che il problema fosse la collocazione alle 20,40. Se, invece di cinque minuti ogni sera, Biagi facesse una prima serata di due ore, che facciamo, scendiamo in piazza? Comunque io non voglio che si tolgano le persone e se tolgono Biagi e Santoro non resteremo certo indifferenti». Anche Marcello Veneziani si dice pronto alla pugna. Troverà il modo di dimenticarsene presto.
Il 31 maggio va in onda l’ultima puntata del Fatto. Biagi e Mazzetti tracciano il bilancio dell’ottava edizione: 168 puntate con uno share medio del 21,8% contro il 16,88% del programma successivo; per 110 giornate il programma di Biagi è stato il più visto della Rai. Eppure l’avvenire è tutto da scrivere:
«Io non so quello che farò in futuro» dice Biagi, «beato chi non conosce la sua sorte, come dice la Bibbia. Potrà essere anche una trasmissione in seconda serata. Può esserci qualsiasi cosa, ma mi piacerebbe che me lo avessero detto. È giusto che chi ha potere lo eserciti, se avesse anche un po’ di garbo sarebbe meglio. Io smetto di fare Il fatto. Ma se quelli che vengono dopo fanno meno ascolti di noi, si dimettono. Mi sembra una sfida leale».
E ancora: «Rimango stupito quando leggo sui giornali che c’è qualcuno che mi sta studiando per capire quello che devo fare. Se mi studiano, vuol dire che sono un po’ ripetenti. Aspetto che mi dicano. Ma non sono un uomo buono per tutte le stagioni. Si sa come la penso, sono un ex Partito d’azione e ho fatto parte delle brigate “Giustizia e Libertà”. Non è escluso che io abbia i miei punti di vista e le mie faziosità, ma rispetto sempre quelle degli altri». Se ci sono stati errori, aggiunge, «sono imputabili a me».
Ma fra questi non c’è l’intervista a Benigni: «Roberto è prima di tutto un amico, e ogni anno con lui faccio un numeretto. Inoltre Benigni è venuto da noi gratis, quando altri erano disposti a ricoprirlo d’oro. C’erano le elezioni, e allora? Era libero in quel periodo e io l’ho invitato ben volentieri. Perché quando va a Sanremo, pagato profumatamente, viene ricoperto di fiori, ma se viene da me, gratis, è condannabile? Io non ho violato nessuna par condicio, infatti nessuna Authority è mai intervenuta nei confronti del Fatto per averla violata».
Biagi sa già, in cuor suo, che questo non è un arrivederci, ma un addio alla Rai: «A 82 anni, ormai, la mia vita se n’è andata, ma posso considerarmi fortunato perché ho fatto un lavoro che ho sempre amato e per il quale sono anche stato pagato. Inoltre questa professione è un po’ come un acquedotto che deve portare nelle case acqua potabile. C’è chi la porta più o meno frizzante, ma sempre potabile deve essere».
«Fatemi sapere»
Per un altro mese il suo telefono resta muto. Nessuno si fa vivo per proporgli qualcosa. Spetterebbe a Del Noce. Il quale però continua a tacere. Biagi gli telefona più volte, ma le risposte sono le solite. Evasive, snervanti, umilianti: «Sono appena arrivato, sto valutando, sto studiando, ti farò sapere...». Alla quinta risposta del genere, Biagi perde la pazienza e scrive a Baldassarre e Saccà:
Alla cortese attenzione del presidente prof. Antonio Baldassarre e del direttore generale dottor Agostino Saccà. Questa nota non è un sollecito, ma vuole essere soltanto un piccolo richiamo d’attenzione. Da quarant’anni lavoro in Rai e vedo che si annunciano i programmi dell’autunno, mentre non so niente del lavoro che mi attende.
Penso che dopo la dichiarazione del Presidente del Consiglio in Bulgaria non ci siano prospettive per Il fatto , anche se per oltre cento sere è stato la trasmissione più seguita della Rai (controllare eventualmente i dati). Poiché il mio contratto scade a dicembre desidero sapere se la Rai intende rinnovarlo e che progetti ha. Se vale il palinsesto del presidente del Consiglio o se ci sono alternative.
Nonostante l’opinione dell’on. Gasparri [che lo ha elegantemente paragonato al confetto Falqui, N.d.A.], non mi ritengo né eterno né indispensabile come il purgante che citava, dimostrando ancora una volta molta attenzione per il corpo e poca per la mente. Cordiali saluti, Enzo Biagi.
Nessuna risposta. Nemmeno quando Biagi sottolinea con orgoglio aziendalista i grassi introiti pubblicitari incassati dalla Rai grazie al Fatto. E fa notare come viale Mazzini stia giocando contro se stessa, a tutto vantaggio di Mediaset:
Apprendo con piacere che l’ottava edizione del Fatto (che su 168 puntate per 111 volte è stato il programma più visto della Rai) ha anche contribuito notevolmente alle entrate pubblicitarie dell’azienda. Come è stato comunicato in commissione di Vigilanza, uno spot da 30 secondi nella fascia oraria della messa in onda della nostra trasmissione ha reso 86.900 euro (168 milioni 262 mila lire), mentre i programmi che l’hanno sostituito nella stessa collocazione hanno reso 84.200 euro (163 milioni di lire), cioè 2.700 euro (5 milioni 262 mila lire) in meno.
Poi ci sono altre trasmissioni, sempre di informazione, che, se pur in altre fasce orarie, non riescono a superare i 18.000 euro (34 milioni 853 mila lire) per ogni spot pubblicitario, quasi 5 volte in meno del Fatto. Tutto questo è accaduto in una stagione televisiva che, purtroppo, ha visto Rai1 perdere la leadership nei confronti di Canale 5 e il calo delle entrate pubblicitarie, come è stato più volte denunciato dai responsabili della Sipra. Tali perdite hanno condizionato, tra l’altro, il palinsesto della scorsa stagione portando alla chiusura di alcune trasmissioni leader, come il traino del Tg1, Quiz Show.
A questo punto mi pongo una domanda: è proprio vero che la soppressione del Fatto, dopo otto edizioni, nel consueto orario, in qualche modo annunciata dal presidente del Consiglio e padrone di Mediaset niente meno che in una conferenza stampa in Bulgaria, è dovuta esclusivamente a ragioni di palinsesto e di concorrenza? O perché, con la collaborazione di Benigni, facemmo una puntata, niente meno, «criminosa»?
Enzo Biagi.
Saccà continua a ripetere che si appresta a incontrarlo per chiarire tutto. Ma dell’annunciata visita non c’è traccia. Baldassarre, dal canto suo, ripete che la collocazione del Fatto dipende esclusivamente da Biagi. Il quale cade dalle nuvole e riprende la penna in mano per un breve, sconsolato comunicato:
Non credo, come ha detto il presidente Baldassarre, che la collocazione del mio programma dipenda da me, perché, in questo caso, sarebbe già a posto. Non ho che un malinconico privilegio da vantare: lavoro in Rai da 41 anni e non ho mai accampato diritti di orario. Mi è capitato perfino di andare in onda dopo mezzanotte. Penso di avere acquisito, invece, un solo diritto: quello di essere rispettato. Nessuno mi ha detto né se, né come, né quando potrò mantenere il mio impegno di collaborazione. Da un mese aspetto la più volte annunciata visita del direttore generale, Agostino Saccà. Visto che non figuro in nessun palinsesto, presumo sia stata rimandata.
Enzo Biagi.
A fine giugno Baldassarre e Saccà presentano a Cannes i nuovi palinsesti Rai. E del Fatto, come pure di Sciusià, non c’è traccia alcuna. Nemmeno del programma condotto da Fabio Fazio che avrebbe dovuto riempire la fascia di Rai1 parallela a Striscia, appaltata invece alle comiche di Max & Tux (Massimo Lopez e Tullio Solenghi). Del Noce fa l’offeso: «Biagi mi ha insultato e prima di comunicare con lui mi aspetto delle scuse». Già, ma i presunti «insulti» sono arrivati proprio perché lui non comunicava con Biagi.
«Nessuno tocca Biagi»
Contro l’epurazione di Biagi e Santoro protestano in tanti. Oltre al centrosinistra, si fanno sentire la Federazione della stampa, la Cgil, migliaia di telespettatori, i girotondi e persino la Federazione europea dei giornalisti, che il 26 giugno parla di «situazione intollerabile» per la libertà d’informazione in Italia, dove è «il presidente del Consiglio a usare la televisione pubblica in modo criminale».
Il 27 giugno il rappresentante dell’Osce (che riunisce 55 paesi d’Europa, America settentrionale e Asia) per la libertà dei media, il tedesco Freimut Duve, scrive a Berlusconi per chiedere immediati «chiarimenti sulla rimozione del Fatto e di Sciuscià», visto che molte voci in Italia «hanno definito questa rimozione una mossa politica».
Saccà minimizza: «… Una nuova collocazione oraria del Fatto legata, ripeto, solo a esigenze di palinsesto; seconde serate dedicate a inchieste; eventuali prime serate. Vedremo la disponibilità di Biagi». Ma Biagi – domanda il «Corriere» a Saccà – tornerà in autunno su Rai1? «Per quanto riguarda la direzione generale e la direzione di Rai1, certamente sì. Con tutto il rispetto vorrei solo dire a Biagi: non è vero che Il fatto sia la trasmissione più vista di Rai1. In una fascia oraria di altissimo ascolto anche una percentuale si traduce in milioni. Ma noi ragioniamo in share: e ci sono programmi che ne totalizzano di più. Però non credo sia quello il problema di Biagi che assicura una qualità, un timbro, un segno che fanno parte del patrimonio della Rai». Il diktat bulgaro non c’entra? «Macché. Infatti nessuno tocca Biagi. …». Ma il capufficio stampa della «nuova» Rai, Giuseppe Nava, sembra parlare un’altra lingua, quando il 9 giugno rilascia questa dichiarazione ufficiale all’«Unità»: «I vertici della Rai sostengono che Enzo Biagi ha perso appeal».
Biagi monta su tutte le furie. Ma il 1° luglio Baldassarre torna a rassicurarlo: «La Rai non si priverà di nessuno dei giornalisti che oggi rappresentano voci discordanti rispetto alla maggioranza». E il 9 luglio, dinanzi alla Vigilanza: «Ho sempre detto che Biagi e Santoro sono due pezzi del patrimonio della Rai, di cui la Rai non si sarebbe mai privata. È quindi falso che ci fosse l’intenzione di escludere autorevoli personalità come Biagi e Santoro dalla programmazione». Con Biagi – spiega – «l’accordo è già concluso», mentre per Santoro «i tempi sono un po’ più lunghi», ma già «nel prossimo incontro definiremo la vicenda». […]
L’estate della vergogna
Il 2 luglio, in corso Sempione, Saccà e Del Noce incontrano finalmente Biagi e Mazzetti. «Siamo molto soddisfatti dell’incontro», dicono all’uscita i due direttori. «Soddisfazione per questo incontro chiarificatore» esprime anche Biagi. Il quale si è chiarito con Del Noce dopo le polemiche, e gli ha riconosciuto il diritto di modificare il palinsesto per esigenze di concorrenza. L’impasse pare sbloccarsi. Rai1 ufficializza l’intenzione di combattere Striscia con un nuovo programma di 30 minuti. Biagi e Mazzetti si dicono disposti a progettarlo.
Ma niente da fare: la mezz’ora anti-Striscia dovrà essere un varietà. A Biagi la Rai propone un contratto per venti «speciali» in seconda serata e cinque in prima serata, a partire da gennaio-febbraio 2003. […]
L’accordo dovrà essere formalizzato con un apposito contratto, che viene confezionato prima delle vacanze dopo varie telefonate fra Mazzetti e il dirigente responsabile D’Arma. Saccà e Del Noce hanno promesso, il 2 luglio, di inviarlo a Biagi al più presto. Ma la promessa non potrà essere mantenuta, perché Del Noce continua a non trasmettere alla Divisione Uno la lettera ufficiale con la richiesta della rete. Il contratto è pronto fin da subito, ma senza quella missiva non vale nulla. E quella missiva arriverà con clamoroso ritardo rispetto agli impegni presi: Del Noce la sbloccherà soltanto dopo la metà di settembre, cioè alla vigilia della messa in onda di Max & Tux, due mesi e mezzo dopo l’incontro di presunta «riconciliazione».
L’estate porta altre cannonate contro Biagi. Un fuoco di sbarramento che parte ancora una volta da Forza Italia e da An. «Enzo Biagi – dichiara il ministro Gasparri il 23 luglio – da 40 anni occupa tutti gli spazi in tv, senza lasciare nemmeno una serata libera. È come il confetto Falqui, basta la parola, e non certo perché stimoli certe funzioni come quel prodotto…». […]
In settembre, per la prima volta dopo otto anni, i telespettatori di Rai1 non trovano più Il fatto. Al suo posto, gettando platealmente la maschera, la «nuova» Rai manda in onda la mini-striscia comica (o presunta tale) di Max & Tux. Una scelta sconcertante, visto che Saccà e Del Noce avevano giustificato lo spostamento e poi la soppressione del Fatto proprio con l’esigenza di tener testa a Striscia con un programma più lungo, della stessa durata. Max & Tux è ancor più breve del Fatto (3-5 minuti contro gli 8-14 delle ultime edizioni del programma di Biagi) e ancor meno compatto, trattandosi di una serie di comiche-lampo. La fascia 20,30-21 di Rai1 è addirittura frantumata in tre programmi: dopo le comiche, c’è il breve varietà itinerante La zingara, seguito da un montaggio di vecchi spezzoni dalla cineteca Rai.
Biagi si sente preso in giro. I preparativi per le sue prime serate vanno a rilento. Ogni giorno spunta un nuovo intoppo. E si scopre una miriade di clausole non dette: Biagi non potrà praticamente occuparsi di attualità politica italiana (il contratto fa «particolare riferimento a situazioni internazionali»). Dovrà andare in onda solo la sera del venerdì, l’unica rimasta libera dall’occupazione di Vespa (imperversante dal lunedì al giovedì col suo Porta a Porta extralarge), ma anche la più infelice per gli ascolti, visto che molti italiani sono in viaggio per il week-end. Infine Del Noce pretende di controllare a priori i temi trattati e, a posteriori, la scaletta di ogni trasmissione, a dispetto della totale autonomia di cui Biagi ha sempre goduto («i contenuti saranno definiti con la Direzione di rete»).
«Tolgo il disturbo»
Ormai è chiaro che quella ingaggiata dai vertici Rai è una guerra di logoramento ai fianchi, volta a indispettire Biagi per indurlo a rinunciare. Obiettivo centrato. Biagi chiede «un po’ di rispetto, dopo 41 anni di Rai». Poi sbotta: «Con questa gente non voglio avere più nulla a che fare». Il nuovo programma non partirà, come conferma a «Repubblica» il 19 settembre:
Io voglio rifare Il fatto: questa è l’unica proposta di lavoro che mi sento di accettare, nessun’altra. Non mi sento di restare in Rai a qualsiasi condizione. Posso fare le seconde serate, anche le terze. Posso fare perfino un po’ di pornografia, così sono contenti i nonni e i babbi. Ma non posso accettare certe collocazioni come se fossero una punizione. Non sono disponibile a morire per strangolamento, per una lenta asfissia.
È da settembre che non vedo e non sento più nessuno. Un progetto, soprattutto se nuovo, ha bisogno di lavoro, di scambi di idee, di prime iniziative. Invece, intorno a me, c’è solo silenzio e indifferenza: e allora andassero a quel paese.
Un portavoce dell’azienda ha detto che non ho più il vecchio smalto. Gli ricordo che il mio nuovo libro ha già 62 mila prenotazioni. E che le università di Pisa e Bari mi assegnano due lauree honoris causa. Niente male, per un vecchio rincoglionito.
Siamo una vecchia generazione di cronisti. Indro Montanelli se n’è andato. Restiamo io e Giorgio Bocca, che teniamo botta perché entrambi dell’agosto del ’20. Ma, voglio dire, non durerà in eterno. Ho 82 anni. Tra un po’ tolgo il disturbo e raggiungo la mia povera moglie al camposanto. E lì, tra i miei ultimi ricordi, avrò le stucchevoli discussioni con questa gente, dopo la mia onorata carriera, dopo aver lavorato in ogni epoca e con qualsiasi vertice Rai. Ma sì, ma che vadano a quel paese.
Oltretutto il suo amico Sandro Parenzo, patron di Telelombardia, sembra pronto a consorziare cento emittenti locali per rimandare in onda Il fatto in tutta Italia. Intanto gli ascolti della «nuova» Rai precipitano. Rispetto al luglio del 2001, nello stesso mese del 2002 le tre reti pubbliche hanno perso 348 mila spettatori, mentre quelle di Mediaset ne hanno guadagnati 281 mila. In picchiata anche Tg1 e Tg2: solo il Tg3 guadagna qualche posizione. Max & Tux vanno malissimo: sono precipitati in pochi giorni dal 27 al 18%, e contro una concorrenza molto blanda di Canale 5 che non schiera ancora Striscia la notizia, ma gli ultimi scampoli del concorso estivo per le nuove «veline». […]
Antonio Ricci rivela a Biagi di aver ricevuto una telefonata da Saccà: «Voleva che diluissi le prime puntate di Striscia, almeno nella fascia di Max & Tux, per aiutarli a reggere il confronto con Il fatto. Naturalmente gli ho detto di no». Infatti, lungi dal perdere ascolti con la nuova «concorrenza» di Rai1, Striscia consolida il suo primato proprio contro Max & Tux e per la prima volta supera il 40% di share.
Per Biagi (ma anche per Santoro) si fa sotto il Tg3. Il 18 settembre il direttore Antonio Di Bella, dopo vari contatti informali, va a trovare Mazzetti e butta lì: «E se portassimo Enzo da noi? Pensavo a una coproduzione fra la rete e il telegiornale. Che ne dici?». Qualche giorno dopo il direttore di rete Paolo Ruffini sale a Milano per incontrare Biagi. Si discute di uno spazio fisso dentro il Tg3 e, in alternativa, di una striscia quotidiana sul tipo del Fatto alla fine del tg e dei notiziari regionali, fra le 19,55 e le 20. Biagi preferirebbe la seconda proposta. Ma ecco subito un nuovo fuoco di sbarramento.
«Lavorerò gratis»
[…]I vertici Rai escogitano prontamente nuovi pretesti e bugie per bloccare la trattativa. Anzitutto puntano sui costi veri o presunti del programma di Biagi, argomento demagogico, ma di sicuro effetto. Saccà sostiene che il budget di Rai3 non può permettersi Biagi e il suo staff, anche se poi scrive a Biagi una lettera piena di complimenti.
Baldassarre gli va dietro e, incontrando Ruffini e Di Bella il 19 settembre, li avverte: «Non chiedeteci un euro in più rispetto alle disponibilità di bilancio». […] Ma il vecchio Enzo, il 20 settembre, rimuove l’ostacolo con una lettera a Saccà che è un capolavoro di ironia. Offre di lavorare praticamente gratis:
Caro direttore, ti ringrazio della lettera e dei pensieri affettuosi che contraccambio, ma devo rinnovarti il senso del mio disagio. Da 41 anni faccio il giornalista in Rai: ho cominciato come direttore del tg e ho continuato con programmi annuali; l’ultimo – Il fatto – è stato trasmesso per 8 stagioni di seguito. Confermo che mi sento legato profondamente alla Rai, anche per motivi di gratitudine, ma sempre nel rispetto della mia dignità professionale e umana.
L’ultima edizione del Fatto, dati incontrovertibili, su 168 puntate per 111 sere è stato il programma più visto delle 3 reti. Riconosco al direttore di Rai1 il diritto di cambiare il palinsesto con l’intenzione di battere Striscia la notizia, ma in quell’incontro – che ormai è diventato famoso – mi fu prospettato il proposito aziendale di una trasmissione unica e omogenea che avrebbe riempito lo spazio tra Tg1 e prima serata.
Mi risulta invece che ieri sera sono andati in onda ben 4 spezzoni diversi. Ho letto che Rai3 è disponibile a programmare Il fatto, ma viste le dichiarazioni del presidente Baldassarre si opporrebbero problemi economici. Glieli risolvo subito: io sono pronto a rinunciare alle clausole finanziarie del mio contratto, che non risulta certo tra i più onerosi (anche nel mio settore) e desidero che diate anche a me il compenso che tocca all’ultimo giornalista assunto (senza raccomandazioni) , da spedire però ogni mese a don Giacomo Stagni, parroco di Vidiciatico (Bo) che in un istituto ricovera i vecchi delle mie parti che non hanno nessuno. Sono a disposizione se il mio lavoro può ancora servire. Auguri e molti cordiali saluti da Enzo Biagi.
La palla torna nelle mani della Rai. Ma qui, morto un alibi, se ne fa subito un altro: il dopo-Tg3 – sostiene Saccà – sarebbe una collocazione «suicida», con al massimo uno share del 5%. E comunque quella fascia è già stata promessa ad Angela Buttiglione, nuovo direttore dei notiziari regionali, per uno «sportello federalista».
Il 23 settembre Ruffini scrive ufficialmente a Saccà e a Giuseppe Cereda (responsabile della Divisione Due, in cui è inserita Rai3) per confermare la sua intenzione di dare un tetto a Biagi, Santoro e Fazio: «Sarebbe un errore per Rai3 non cogliere l’inaspettata opportunità di coinvolgere Santoro, Biagi e Fazio nei palinsesti della rete (permettendo così anche il recupero dell’immagine dell’azienda, rispetto a coloro che ci accusano di voler parlare con una voce sola, mettendo in discussione il pluralismo interno e dunque il ruolo stesso del servizio pubblico)».
[…]
Ricci se la ride: «Max & Tux e Il fatto potevano coesistere benissimo, invece han voluto togliere di mezzo uno che rompeva le scatole: Biagi è stato eliminato per ragioni politiche ».
Il 21 ottobre esce su «Sorrisi e canzoni tv» un sondaggio di Datamedia (l’istituto prediletto da Berlusconi): il 42% dei telespettatori preferiva Il fatto a Max & Tux, apprezzato soltanto dal 7% del pubblico.
Dice Biagi all’«Unità» il 26 settembre:
«Io vado volentieri su Rai3 e sono gratissimo a chi me lo ha proposto. Ma lo devono decidere loro. C’è un signore che è direttore generale... Chi può impedirmi di andare in onda? Chissà, la direzione generale, il governo, diciamo chi comanda».
Alla lettera di Ruffini, nessuno risponde. Il direttore di Rai3 sollecita l’azienda il 3 ottobre, in un’intervista al «Corriere»: «Mi aspetto un sì o un no dai vertici Rai. Ci vuole il “concerto” dell’azienda per partire». Ma Saccà è il solito muro di gomma: prima non dice né sì né no, poi scrive a Ruffini per respingere l’idea del Fatto dopo il Tg3, alle 19,53.
A suo avviso è impossibile, in quanto bisognerebbe ridurre la durata del Tg3 e spostare il meteo e la pubblicità. Biagi potrà andare in onda su Raitre, ma alle 18,50, cioè prima e non dopo il Tg3. Proposta insensata, visto che un programma di approfondimento deve seguire, non precedere il notiziario. «A casa mia» osserva Biagi, stremato «prima si danno le notizie, poi i commenti».
Ricevuta di non ritorno
Quello stesso giorno, 26 settembre, accade un fatto che chiude per sempre la partita. Biagi si vede recapitare una lettera raccomandata con ricevuta di ritorno. È firmata da Agostino Saccà. Contiene l’annullamento del contratto che lo lega a viale Mazzini e che, come abbiamo visto, si rinnova automaticamente a ogni scadenza salvo disdetta di una delle due parti. Il mancato aggiornamento del contratto entro il 30 settembre del 2001 l’aveva prorogato di un altro anno, fino al 31 dicembre 2002. Ora, se nessuno lo avesse modificato o annullato entro il 30 settembre 2002, sarebbe rimasto valido sino alla fine del 2003. Ecco perché, in tutta fretta, a quattro giorni dalla data fatidica, Saccà chiude i conti con Biagi per raccomandata R.R. Il destinatario coglie al volo il messaggio:
«Mi hanno licenziato, dopo 41 anni, senza nemmeno il preavviso che si dà alle colf».
Dopo l’adorata moglie Lucia, scomparsa in febbraio, il vecchio Enzo ha perso anche la Rai. Rimanda indietro senza la sua firma la nuova bozza di contratto che Del Noce gli ha spedito con due mesi e mezzo di ritardo per i famosi e fumosi «speciali» su Rai1. E si affida a un civilista di fama, Salvatore Trifirò, per portare la Rai in tribunale con una causa che lo risarcisca dei danni d’immagine, professionali e biologici subìti nella lunga epurazione. È una causa vinta in partenza, ma l’avvocato, visti i tempi medi della giustizia italiana e l’età di Biagi, sconsiglia la via giudiziaria e propone una transazione. Viale Mazzini accetta. Discorso chiuso.
[…]
Intanto la Rai perde altri colpi: dal 1° settembre al 9 novembre, la seconda rete è scesa di 12,5 punti di audience rispetto allo stesso periodo del 2001. Max & Tux ed Excalibur, cioè i sostituti di Biagi e Santoro, continuano a precipitare. Saccà, per tutta risposta, si aumenta il Tfr. Rivela che «con Biagi non c’è nessun problema». E, a chi contesta la nuova infornata di nomine, ricorda che «mi ha chiamato Berlusconi». Per complimentarsi, si suppone.[…]
La risposta definitiva della Rai sul caso Biagi non arriva, né arriverà mai. Il gioco è proprio questo: fingere una trattativa eterna (ormai con l’avvocato di Biagi), per attribuire al giornalista la responsabilità dello scontato esito negativo. Il 12 dicembre Saccà rivela di aver inviato una lettera all’avvocato Trifirò per offrire a Biagi «ospitalità su Rai3 alle 18,53, prima del telegiornale». Ma da mesi il giornalista ripete che i programmi di approfondimento vanno in onda dopo, e non prima dei tg, dunque la risposta è scontata: nessun rischio che possa accettare. «Ho l’impressione che la disponibilità di Biagi si sia spenta», arguisce acutamente Ruffini. Infatti, il 13 dicembre, Biagi decide di metter fine per sempre all’inverecondo balletto, declinando la proposta indecente. Il comunicato di Trifirò parla di «ragioni personali».
Chiunque abbia seguito l’estenuante e umiliante trattativa le conosce benissimo, dal diktat bulgaro in poi. Ma non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere, e così parte il coro delle prefiche, dell’unanime rammarico. […]
E il mobbing continua. Il 5 dicembre la Rai avvia una procedura di sospensione contro Loris Mazzetti, reo di aver pubblicamente criticato i vertici dell’azienda: «Non avendo il coraggio di licenziare Biagi, adesso se la prendono con i suoi più stretti collaboratori per tappare loro la bocca», denuncia l’associazione Articolo 21. Qual è la colpa di Mazzetti? Aveva scritto e diffuso, il 14 novembre, alle agenzie e ad alcuni siti Internet una lettera aperta al presidente Baldassarre e, per conoscenza, a tutto il Cda:
[…]
Il 4 settembre 2003 il quotidiano britannico «The Spectator» pubblica un’intervista a Berlusconi che, dopo aver riabilitato Mussolini e dato dei «matti» a tutti i magistrati, risponde a una domanda sugli attacchi che ha subìto da giornalisti famosi come Montanelli e Biagi: «Credo ci sia un elemento di gelosia in ognuna di queste persone, perché non riesco a trovare un’altra spiegazione. Tutti questi giornalisti, Biagi, Montanelli, erano più anziani di me e credevano di essere loro quelli importanti nel nostro rapporto. Poi il rapporto si è capovolto e io sono diventato ciò che loro stessi volevano essere. Dunque, dato che loro non mi sono politicamente affini, si è sviluppato un sentimento irrazionale tra giornalisti italiani molto famosi». Montanelli non può più rispondere: è morto da due anni. Biagi, invece, replica: «Sai che risate si sta facendo Indro adesso. Ma c’è poco da ridere e tanto da piangere. Non per me che ho 82 anni, ma per i giovani: quale esempio arriva da questo personaggio che rappresenta l’Italia?».
Incensurato, dunque censurato
La redazione di Biagi, in corso Sempione, viene smantellata. Nello studio Tv5 del Fatto, ora, si girano le telepromozioni. Nel 2003 cambia il vertice Rai. Baldassarre e Saccà se ne vanno col resto della compagnia, dopo un anno di disastri. Alla presidenza, come vedremo, viene designato Paolo Mieli, ma appena accenna all’intenzione di riportare in Rai Biagi e Santoro, lo rimandano da dove era venuto. Al suo posto arriva Lucia Annunziata, che non pone condizioni e infatti non fa nulla di concreto per riportare i due fuoriclasse al loro posto.
Il 15 marzo l’Abacus rende noto un nuovo sondaggio: il 78,7% degli italiani rivuole in Rai Enzo Biagi e il 67,9% Michele Santoro. Favorevole anche la maggioranza degli elettori della Casa delle Libertà (il 62,9% per Biagi, il 51,2% per Santoro). Ma il nuovo direttore generale Flavio Cattaneo è sprezzante. Dinanzi alla Vigilanza, il 15 maggio, risponde così a una domanda: «Biagi ha concluso un accordo soddisfacente con la Rai che gratifica 41 anni di collaborazione». E il 19 settembre, interpellato da Enrico Lucci delle Iene, si supera. Domanda: quando tornano Biagi e Santoro? Risposta: «Bisogna chiederlo a loro, noi stiamo lavorando, stiamo incontrando Santoro e discutendo varie opportunità, c’è un rapporto cordiale, speriamo di risolvere la questione a breve. Quanto a Biagi, non è più un dipendente Rai. Se lo volete a Mediaset... è libero sul mercato».
Il cerchio si chiude. Berlusconi ordina alla Rai di cacciare Biagi. La Rai lo caccia. Poi il direttore della Rai lo offre a Mediaset. In Rai Biagi non può metter piede nemmeno in veste di ospite. Quando Morandi chiede di poterlo intervistare a Uno di noi e Bonolis a Domenica In, dalle alte sfere non arriva nessuna risposta. Che, comunque, è un’ottima risposta. In compenso Bonolis potrà liberamente intervistare maghi, fattucchiere, Monica Lewinsky e Donato Bilancia, il serial killer con 17 delitti sulla coscienza e 12 ergastoli sul groppone. Biagi meglio di no: è incensurato. Dunque, censurato.
Nelle infinite celebrazioni per i cinquant’anni della televisione (1954-2004), Enzo Biagi che ne ha attraversati quarantadue non è contemplato. Non esiste.
Ai primi di dicembre del 2003 Pippo Baudo, che conduce su Rai3 il programma celebrativo Cinquanta, ha la malaugurata idea di chiedere a una giuria di 25 fra critici e giornalisti della carta stampata di votare il miglior programma del secolo. E i 25 malcapitati hanno l’incauta idea di premiare Il fatto. Appena la valletta gli porta il foglio con i risultati della votazione, Baudo trasecola. Interrompe la registrazione e s’infila dietro le quinte, per far ricalcolare i voti due o tre volte. Alla fine deve arrendersi: ha vinto proprio Biagi. L’imbarazzo dilaga in viale Mazzini. Cattaneo – dicono i bene informati – vorrebbe pareggiare il conto con un premio speciale a Vespa per Porta a Porta.
Ma, mentre alla Rai si manovra, un giornalista presente in studio dà la notizia sul suo giornale: «Il fatto è il programma del secolo». Nessuno ha il coraggio di alzare il telefono e di informarne Biagi, che lo apprende per caso da un amico che ha letto i giornali. La presidente Annunziata parla di «giusto riconoscimento per una straordinaria carriera che non è ancora finita». Butti di An concede: «Biagi è stato un buon giornalista, ma solo quando non parlava di politica con i soliti sermoncini anti-Berlusconi». L’altro epuratore di An in Vigilanza, Bonatesta, vomita: «Se vince Il fatto, vuol dire che il livello dei programmi Rai in questo mezzo secolo è stato davvero basso».
[…]Biagi, ancora una volta, ne esce da gran signore:
«Poco male, quel che ho fatto per la Rai la gente lo sa. E i riconoscimenti che vengono dal basso contano più di quelli dall’alto».
Ma quella raccomandata con ricevuta di ritorno, firmata Saccà, pesa ancora come un macigno:
«Sono un vecchio cronista, se non mi avessero cacciato avrei continuato a raccontare l’Italia. Una notizia al giorno, per cinque minuti. Per questo non mi hanno più voluto. Li spaventa la realtà. Mi viene quasi voglia di fondare un comitato per la riabilitazione di Achille Starace. Era un gerarca anche lui, ma almeno è morto da uomo».
ci vuole tutta la notte per leggere il post sopra... :D
CarloR1t
16-02-2008, 00:21
Tratte dalle dichiarazioni di Enzo Biagi all'ANSA:"Non sono stato buttato fuori, al contrario ho raggiunto di mia iniziativa un accordo pienamente soddisfacente che gratifica sotto tutti i profili, morali e materiali, i miei 41 anni dedicati alla Rai".
Questo riferito alla liquidazione ricevuta...
L'Ansa è solo un'agenzia che riporta quello che dicono altre fonti.
La vera fonte di quella notizia è questa:
http://it.youtube.com/watch?v=JutaLj3xRXM
http://www.youtube.com/watch?v=1d9gDEZBof8
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=219007
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=11955
Quanto al 'non sono stato buttato fuori' e all'accordo 'pienamente soddisfacente che gratifica sotto tutti i profili, morali e materiali...'
Travaglio
http://www.youtube.com/watch?v=nw38yFnQMiY
Biagi
http://www.youtube.com/watch?v=d4eulx4FH_o
Tonini
http://www.youtube.com/watch?v=LeUQAb-y5dc
Altri
http://www.youtube.com/watch?v=G9qlYBuhsxQ
http://www.radioradicale.it/leditto-bulgaro-le-scuse-di-berlusconi-rifarei-tutto-quello-che-ho-fatto
ci vuole tutta la notte per leggere il post sopra... :D
Nessuno ti obbliga a leggerlo ;)
Hitman04
16-02-2008, 01:54
Dove sono tutti i destri? A commentare la notizia di Zapatero? :asd:
redegaet
16-02-2008, 02:34
Vedrete che domani dirà d'essere stato frainteso.:asd::muro:
Ma è possibile che se due moderati come Biagi e Montanelli hanno avuto problemi con Berlusconi, gli elettori moderati in Italia, non si possano porre qualche domanda su che principi e moralità persegua quest'omino qui?
Si può considerare libera l'informazione in Italia, quando sono stati messi ko giornalisti come questi, che erano due colonne dell'informazione italiana, liberale e moderata, non comunista?:read:
Invece in compenso dovrò sorbirmi tutta la campagna elettorale da quel volpone di Vespa, che i tanto temuti comunisti al governo non hanno esautorato dall'incarico, neanche quando son saltate fuori certe intercettazioni.
W i Fede, i Rossella, i Giordano, i Belpietro, i Feltri....
subvertigo
16-02-2008, 06:23
Vedrete che domani dirà d'essere stato frainteso.:asd::muro:
Ma è possibile che se due moderati come Biagi e Montanelli hanno avuto problemi con Berlusconi, gli elettori moderati in Italia, non si possano porre qualche domanda su che principi e moralità persegua quest'omino qui?
La colpa è della classe giornalistica che tranne rarissime eccezioni (Travaglio) non fa informazione, ma semplicemente fanno i camerieri. E con il finanziamento pubblico ai giornali (vivono su quello) sono estremamente ricattabili.
Sinclair63
16-02-2008, 08:01
E bbasta con queste demenzialità!
Ma non c'è decenza nemmeno per i morti.
Cristo, ma quando se ne va fuori dalle scatole?
Non se ne può più di idiozie!
fg
E', ma la cosa peggiore è che c'è chi gli crede :muro:
Spero che la vedova lo sputtani davanti a tutta l'Italia per quel [censored] che è
Sinclair63
16-02-2008, 08:19
:sofico: :sofico: :sofico:
la prossima quale sarà ??? che aveva convinto luttazzi e snatoro a restare con lui ?? :sofico:
Probabile, siamo in piena campagna elettorale tutto fa brodo :muro:
chissa' come commentera' tdi150 :D :D
"ecco un altro post su berlusconi" :D :D :D :D
Un altro comunista che mette le man nelle tasche degli Italiani:O :O
Ramingo^^
16-02-2008, 09:41
E Santoro? La Guzzanti? Luttazzi???? Voleva che rimanessro anche loro???
Ma per piacereeeeee....e c'è chi lo vota :(
http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus//ticker/news/2008-02-15_115169567.html
E' una cosa ributtante, dopo avergli rovinato la vita e la carriera da vivo, si permette di infamarlo da morto, VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA!!!
Parafrasando Montanelli spero che non solo l'Europa, ma il mondo intero tratti berlusconi con l'indignazione ed il disprezzo che merita.
http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus//ticker/news/2008-02-15_115169567.html
arrè? :doh:
ormai credo si tratti di arteriosclerosi o comunque di una qualche forma degenerativa della senilità. :boh:
arrè? :doh:
ormai credo si tratti di arteriosclerosi o comunque di una qualche forma degenerativa della senilità. :boh:
Tutto ciò è molto tranqullizzante dato che dovrà solo guidare una nazione che, sfiga vuole, è quella in cui noi viviamo.
Ho letto il nome di Saccà nel post chilometrico ... Saccà ... Saccà ...
Ho già sentito questo nome...
Non sarà per caso parente di quel Saccà scendiletto di Berlusconi intercettato poco tempo fa? :rolleyes:
pietro84
16-02-2008, 10:22
:( che tristezza... poteva evitare questo argomento.
:( che tristezza... poteva evitare questo argomento.
E' fortunato che Biagi non puo' scrivere, perche' gli farebbe un culo grosso come un hangar!
shinji_85
16-02-2008, 11:00
E' fortunato che Biagi non puo' scrivere, perche' gli farebbe un culo grosso come un hangar!
Sempre se avesse uno spazio significativo da cui farlo...
Certo che in questo modo è veramente troppo "comodo" per il NOSTRO PresDelCons...
http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus//ticker/news/2008-02-15_115169567.html
Bugiardo , bugiardo , bugiardo , menzogne su menzogne , e ancora non si vergogna :mad:
Spero che la vedova lo sputtani davanti a tutta l'Italia per quel [censored] che è
Purtroppo la moglie lo ha preceduto :(
ormai no go davvero più paroe...
C,òaòzòa
Bugiardo lui e una nullità Riotta che gli ha permesso, senza replicare, di raccontare questa menzogna.
JarreFan
16-02-2008, 12:51
Lui delira, ma quello che mi fa girare davvero le palle è Riotta, che non gli ha fatto UN MINIMO di contraddittorio!
L'avrei voluto vedere con Travaglio di fronte...
La trovo una cosa di una tristezza infinita , senza pudore propio.
Vergogna
Lui delira, ma quello che mi fa girare davvero le palle è Riotta, che non gli ha fatto UN MINIMO di contraddittorio!
L'avrei voluto vedere con Travaglio di fronte...
Non ha le palle per vedersela con Travaglio, prenderebbe un'insaccata senza precedenti.
johannes
16-02-2008, 13:20
è scandaloso che per fare propaganda elettorale critichi una persona morta.
che vergogna.
non votatelo!
pietro84
16-02-2008, 13:21
Bugiardo lui e una nullità Riotta che gli ha permesso, senza replicare, di raccontare questa menzogna.
infatti.
e che cavolo quel Riotta, è un giornalista anche lui, un po di solidarietà poteva mostrarla.
Che schifo.
E Riotta mi fa ancora più schifo! :ncomment: :ncomment: :ncomment: :ncomment: :ncomment: :ncomment: :ncomment: :ncomment:
Se le cose alla mia laurea non saranno cambiate in questa nazione me ne vado all'estero, ho deciso! A costo di dover partire da un fast food...
infatti.
e che cavolo quel Riotta, è un giornalista anche lui, un po di solidarietà poteva mostrarla.
http://it.youtube.com/watch?v=Pa1KhNyxuwc
dantes76
16-02-2008, 13:35
Riotta, messo li dal Csx :rolleyes:
Potrebbe anche essere vero.
shinji_85
16-02-2008, 14:12
Potrebbe anche essere vero.
Perfetto!
Per me a B. basta e avanza rendere la sua "bugia" credibile... E mi sa che lo è per molti...
Ad esempio... Io non so nulla circa questo discorso:
Tratte dalle dichiarazioni di Enzo Biagi all'ANSA:"Non sono stato buttato fuori, al contrario ho raggiunto di mia iniziativa un accordo pienamente soddisfacente che gratifica sotto tutti i profili, morali e materiali, i miei 41 anni dedicati alla Rai".
Questo riferito alla liquidazione ricevuta...
Quanto ha preso???
Io addirittura ricordo qualcosa a che fare con la beneficenza, ma potrei confondermi... :boh:
Ma qualcuno aveva il dubbio che berlusconi avrebbe ammesso la sua colpa? Voi avete troppa fiducia in berlusconi. Francamente la cosa non mi sorprende più, non mi aspetto niente di meglio da lui, è buono solo come comico.
pietro84
16-02-2008, 15:32
Ma qualcuno aveva il dubbio che berlusconi avrebbe ammesso la sua colpa? Voi avete troppa fiducia in berlusconi. Francamente la cosa non mi sorprende più, non mi aspetto niente di meglio da lui, è buono solo come comico.
no, ma mi sarei aspettato che almeno tacesse
no, ma mi sarei aspettato che almeno tacesse
Perchè tacere? Per addossarsi colpe non sue?
pietro84
16-02-2008, 15:44
Perchè tacere? Per addossarsi colpe non sue?
:confused:
come non sue?
:confused:
come non sue?
tutto è possibile.
Siete proprio così sicuri che Biagi fosse il santo che tutti dipingono?
tutto è possibile.
Siete proprio così sicuri che Biagi fosse il santo che tutti dipingono?
Insomma con ste frasi sibilline... cosa c'è di Biagi che dovremmo sapere e che non sappiamo?
Insomma con ste frasi sibilline... cosa c'è di Biagi che dovremmo sapere e che non sappiamo?
E che ne sò!
Lo dipingete tutti come se fosse stato il cavaliere dall'armatura lucente sul cavallo bianco disarcionato dall'infame cavaliere nero!
Quando uno inventa bugie a ripetizione per renderle convincenti si autoconvince che siano vere, per cui dal suo punto di vista sono vere, per questo non mi sorprende più nulla, in una puntata a ballarò disse che le televisioni erano in mano alla sinistra, ti sorprendi che uno che dice una balla del genere non possa dirne di altre altrettanto gravi?
Perchè tacere? Per addossarsi colpe non sue?
Ecco appunto.
-kurgan-
16-02-2008, 16:28
E che ne sò!
Lo dipingete tutti come se fosse stato il cavaliere dall'armatura lucente sul cavallo bianco disarcionato dall'infame cavaliere nero!
lo si dipinge come un bravo giornalista cacciato a pedate nel sedere.
shinji_85
16-02-2008, 16:31
Io oramai mi son convinto che...
NESSUNO voleva che Biagi se ne andasse...
E LUI invece ha fatto di tutto per fuggire dalla RAI...
In fondo non dava fastidio a nessuno...
Ed era motivatissimo a lasciare il suo lavoro... ;)
Maverick18
16-02-2008, 16:33
Quando uno inventa bugie a ripetizione per renderle convincenti si autoconvince che siano vere, per cui dal suo punto di vista sono vere, per questo non mi sorprende più nulla, in una puntata a ballarò disse che le televisioni erano in mano alla sinistra, ti sorprendi che uno che dice una balla del genere non possa dirne di altre altrettanto gravi?
Eheh, in quella puntata disse che anche le superiori e le università lo erano. Non è certo che uno che fa del vittimismo...:)
Quando uno inventa bugie a ripetizione per renderle convincenti si autoconvince che siano vere, per cui dal suo punto di vista sono vere, per questo non mi sorprende più nulla, in una puntata a ballarò disse che le televisioni erano in mano alla sinistra, ti sorprendi che uno che dice una balla del genere non possa dirne di altre altrettanto gravi?
E' anche possibile che le televisioni siano in mano alla sinistra, dopo tutto chi produce i programmi televisivi, TG compresi, sono individui con idee che possono essere anche in antitesi con quelle di Berlusconi.
Se davvero i giornalisti fossero sotto il tallone della destra berlusconiana, perchè ad oggi non si sono ribellati? Perchè non ho notato manifestazioni di piazza e moti rivoluzionari? Perchè la sinistra in 2 anni di governo non mosso un dito contro Mediaset?
L'informazione mi pare sia un servizio pubblico.
Io oramai mi son convinto che...
NESSUNO voleva che Biagi se ne andasse...
E LUI invece ha fatto di tutto per fuggire dalla RAI...
Essì.. proprio nessuno :D
http://video.google.com/videoplay?docid=6840986114293352145
(se il tuo post era a sfondo ironico mi scuso! Ormai è difficile capire cosa è e cosa non lo è, tanto la realtà sta sconfinando nel grottesco)
Poi ci sarebbe anche da parlare a riguardo del rispetto per i morti ma tant'è.. in campagna elettorale è abolito pure quello.
E che ne sò!
Lo dipingete tutti come se fosse stato il cavaliere dall'armatura lucente sul cavallo bianco disarcionato dall'infame cavaliere nero!
Sulla cacciata di Biagi dalla RAI si e' detto e scritto a fiumi, la vicenda e' chiarissima a chiunque, ma siccome silvio dice che Biagi se n'e' andato sua sponte tu gli credi? A uno che ha anche una condanna in tribunale per falsa testimonianza?
Qui non si parla della correttezza di Biagi, peraltro universalmente riconosciuta, nessuno si e' mai sognato di metterla in dubbio, qui si parla di come andarono le cose e le cose andarono cosi'. (http://it.youtube.com/watch?v=8Q55Te1p6yY)
Fino a quel vergognoso diktat Biagi lavorava in RAI, dopo quel lurido diktat Biagi ha perso la sua trasmissione, in favore di boiate che non raggiungevano lo share di Enzo manco sommate.
Io oramai mi son convinto che...
NESSUNO voleva che Biagi se ne andasse...
E LUI invece ha fatto di tutto per fuggire dalla RAI...
In fondo non dava fastidio a nessuno...
Ed era motivatissimo a lasciare il suo lavoro... ;)
Sei entrato nell'ottica di berlusconi.
E' anche possibile che le televisioni siano in mano alla sinistra, dopo tutto chi produce i programmi televisivi, TG compresi, sono individui con idee che possono essere anche in antitesi con quelle di Berlusconi.
Se davvero i giornalisti fossero sotto il tallone della destra berlusconiana, perchè ad oggi non si sono ribellati? Perchè non ho notato manifestazioni di piazza e moti rivoluzionari? Perchè la sinistra in 2 anni di governo non mosso un dito contro Mediaset?
L'informazione mi pare sia un servizio pubblico.
Quando uno tiene per le palle l'intera editoria, non c'entra se e' al governo o meno, perche' questa non e' una questione di essere nella maggioranza o all'opposizione, questa e' Propaganda Due, tessera 1816.
http://www.berlusconisilvio.com/tesserap2berlusconi.gif
Maverick18
16-02-2008, 16:40
E' anche possibile che le televisioni siano in mano alla sinistra, dopo tutto chi produce i programmi televisivi, TG compresi, sono individui con idee che possono essere anche in antitesi con quelle di Berlusconi.
Il TG4 è di sinistra ?
I servizi del Tg1 su Berlusconi (ma anche su uomini di sinistra) pieni di tagli per favorire chi è al governo ?
Se davvero i giornalisti fossero sotto il tallone della destra berlusconiana, perchè ad oggi non si sono ribellati?
Montanelli, uno dei pochi giornalisti seri, che ne ha dette di ogni su Berlusconi, e che ha lasciato la redazione de Il Giornale ?
Perchè non ho notato manifestazioni di piazza e moti rivoluzionari?
Quest'argomento merita molto spazio imho.
Perchè la sinistra in 2 anni di governo non mosso un dito contro Mediaset?
Probabilmente avranno i loro interessi anche loro...
E' anche possibile che le televisioni siano in mano alla sinistra, dopo tutto chi produce i programmi televisivi, TG compresi, sono individui con idee che possono essere anche in antitesi con quelle di Berlusconi.
Se davvero i giornalisti fossero sotto il tallone della destra berlusconiana, perchè ad oggi non si sono ribellati? Perchè non ho notato manifestazioni di piazza e moti rivoluzionari? Perchè la sinistra in 2 anni di governo non mosso un dito contro Mediaset?
L'informazione mi pare sia un servizio pubblico.
Ecco appunto.
E che ne sò!
Come al solito , si pensa che la "verità sta nel mezzo" quindi basta spararle enormi e subito c' è qualcuno che persa che "se le spara così vuol dire che forse qualcosa di vero c' è" , peccato che se uno dice la verità e l' altro racconta frottole si va a finire che si crede a metà balle di quelle che vengono raccontate , quindi per essere sicuro il Silvio ne spara il quadruplo di quelle che ci si aspetta da uno normale e la gente se ne beve un bel po' .
"Calunniate , calunniate , qualcosa resterà"
Quando uno tiene per le palle l'intera editoria, non c'entra se e' al governo o meno, perche' questa non e' una questione di essere nella maggioranza o all'opposizione, questa e' Propaganda Due.
Allora i giornalisti sono i primi responsabili dato che non hanno il coraggio di alzare la testa e gli italiani a seguire perchè tanto gli va bene così com'è l'Italia. Finchè c'è il calcio e la pay per view c'è democrazia!
Allora i giornalisti sono i primi responsabili dato che non hanno il coraggio di alzare la testa e gli italiani a seguire perchè tanto gli va bene così com'è l'Italia. Finchè c'è il calcio e la pay per view c'è democrazia!
I giornalisti campano scrivendo, se si mettono contro silvio e' il giorno buono che non li fa scrivere piu' nessuno.
Salvo poche e coraggiose eccezioni.
E' come colpevolizzare uno che vedendosi puntare un'arma consegna il portafogli, cosa puo' fare altrimenti?
shinji_85
16-02-2008, 16:46
Sì... Ero ironico... :D
Quella per me è una delle poche spiegazioni per chi crede alle parole di B. :boh:
Sì... Ero ironico... :D
Quella per me è una delle poche spiegazioni per chi crede alle parole di B. :boh:
Avevo capito cmq il fatto è questo che anche difronte a un fatto oggettivo se uno è convinto riesce a ribaltare la frittata. Berlusconi è propietario della tv comerciale che ha una posizione quasi monopolista, e lui mi viene a dire che la televisione è in mano alla sinistra, è un esempio di disonestà intelletuale ma lui secondo me ne è convinto fin nel midollo.
I giornalisti campano scrivendo, se si mettono contro silvio e' il giorno buono che non li fa scrivere piu' nessuno.
Salvo poche e coraggiose eccezioni.
E' come colpevolizzare uno che vedendosi puntare un'arma consegna il portafogli, cosa puo' fare altrimenti?
Chi decide di fare il giornalista fa una scelta morale, quella di informare.
Nel caso in cui il giornalista inizia a scrivere sotto dettatura è solo un propagandista, un pubblicitario.
Se la situazione della libertà di stampa fosse così nefasta (e per me lo è davvero), dato che in Italia di giornalisti ce ne saranno a migliaia, se avessero dignità dovrebbero unirsi qualunque siano le loro idee ed affermare un chiaro no alle corporazioni che vogliono meter loro le parole in bocca.
Purtroppo così non è per un semplice motivo: la maggioranza è costituita da vigliacchi.
Troppo facile a dirsi ....
Piero Gobetti
http://it.wikipedia.org/wiki/Piero_Gobetti
esercitare la professione del giornalista è assumersi una responsabilità, un impegno civile e morale.
@lessandro
16-02-2008, 17:07
Che dite, se becco il berlusca per strada...ed inzio ad offenderlo da quì a capodanno 2980....e poi faccio un intervista con un "ma no, mi ha frainteso, io gli voglio bene :O"....passerò guai, oppure resterò impunito come lui? :fagiano:
Cmq, schifo schifo...e solo schifo. :rolleyes:
E pensare che c'è gente che crede davvero alle minchiate che spara...:rolleyes: :muro:
Chi decide di fare il giornalista fa una scelta morale, quella di informare.
Nel caso in cui il giornalista inizia a scrivere sotto dettatura è solo un propagandista, un pubblicitario.
Se la situazione della libertà di stampa fosse così nefasta (e per me lo è davvero), dato che in Italia di giornalisti ce ne saranno a migliaia, se avessero dignità dovrebbero unirsi qualunque siano le loro idee ed affermare un chiaro no alle corporazioni che vogliono meter loro le parole in bocca.
Purtroppo così non è per un semplice motivo: la maggioranza è costituita da vigliacchi.
Troppo facile a dirsi ....
Piero Gobetti
http://it.wikipedia.org/wiki/Piero_Gobetti
esercitare la professione del giornalista è assumersi una responsabilità, un impegno civile e morale.
Stai facendo mirror climbing estremo, giornalista non e' sinonimo di martire, tant'e' che all'articolo 21 della nostra Costituzione c'e' scritto:
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
E' lo stato ha il dovere di far rispettare questa liberta', altrimenti avrebbero scritto che il giornalista deve lavorare aggrappandosi coi denti e con le unghie.
La nostra situazione e' anomala per due motivi, il primo e' che c'e' un dittatore economico/mediatico, la seconda e' che chi governa invece di fargli abbassare le orecchie, come fanno nei paesi civili, e' colluso con lui.
greasedman
16-02-2008, 17:29
Non apriteli questi tread, si leggono cose che fanno venir voglia di consumarsi il cranio contro una parete.
Preferisco pensare che rimangano deliri isolati di un vecchio psicopatico che qualcuno vota solo per convenienze personali.
Grazie.
Tralascio i commenti sui contenuti della dichiarazione perchè oggi ho esaurito le bestemmie a mia disposizione, ma un essere che spala merda su una persona deceduta, sapendo che il diretto interessato non potrà mai difendersi, mi fa solo SCHIFO.
Non riesco a capacitarmi del fatto che esista ancora gente che crede alle panzanate di questo essere spregevole.:muro:
nomeutente
16-02-2008, 18:07
vecchio psicopatico che qualcuno vota solo per convenienze personali.
3 gg
generals
16-02-2008, 18:09
ha detto di peggio quel...quel....:mad:
Una "ignominia", una "falsità" contraddetta da carte che possono documentare tutto. Bice e Paola Biagi, le figlie del giornalista scomparso lo scorso novembre, si dicono "letteralmente indignate" dalle parole di Silvio Berlusconi che questa sera ha dichiarato che Enzo Biagi lasciò la Rai per ottenere una elevata liquidazione. "Mi sono battuto perché Biagi non lasciasse la televisione, ma alla fine prevalse in lui il desiderio di poter essere liquidato con un compenso molto elevato" ha detto il leader del Pdl nel corso di Tv7.
l'ho ascoltato ieri sera e mi ha fatto ribollire il sangue, scandaloso come non mai, il direttore ha dovuto riprenderlo visto che ha avuto il coraggio addirittura di parlare male (caso liquidazione) di una persona MORTA! :Puke:
ps: per non parlare delle altre falsità immonde, E' UNA VERGOGNA per l'umanità quest'uomo!
non perde mai un occasione pe sta zitto...
tutto è possibile.
Siete proprio così sicuri che Biagi fosse il santo che tutti dipingono?
e tu sei proprio sicuro che berlusconi non lo abbia mandato via?
come mai col csx al governo è tornato anche biagi?
ma hai sbattuto ieri mattina la testa e ti è partita la memoria ?
:D
Enzo Biagi. Vi raccontiamo la vera storia dell’editto bulgaro
articolo di Filippo Facci - giovedì 08 novembre 2007, 07:00
Il giornalista ha sempre detto di non essere stato cacciato dalla tv di Stato, ma la politica e una parte dell’informazione l’hanno strumentalizzato: non si sono fermati neanche di fronte alla sua morte
Enzo Biagi non fu mai allontanato né cacciato dalla Rai, come lui stesso ha sempre ammesso. Tantomeno fu allontanato a seguito di un oscuro editto bulgaro. La parziale e volontaria dipartita di Biagi non è coincisa con nessun regime né alcuna censura, come lui ha pure ammesso in diverse interviste anche reperibili in rete.
Minuti d’oro
La vicenda parte nel 2001, quando nella televisione pubblica c’era un anziano collaboratore di 82 anni, Biagi, che conduceva una trasmissione che si chiamava Il Fatto e che aveva almeno due problemi: uno di palinsesto e uno politico. Il primo è questo: il programma di Biagi non andava certo male per essere un prodotto giornalistico, pur extralight, ma andava in onda nella fondamentale fascia pre-serale e perdeva parecchi punti rispetto a Canale5, che vantava e vanta l’imbattibile Striscia la notizia. In un periodo in cui peraltro la Rai veniva accusata di fiancheggiare Mediaset, c’era il problema di non perdere vagonate di incassi pubblicitari durante il programma di Biagi, dunque di ricollocarlo per inventarsi qualcos’altro al suo posto.
Ovviamente non era impresa da poco, anche perché Biagi era un’istituzione, un signore in Rai da 41 anni con un contratto del valore di due miliardi di lire: in sei minuti guadagnava quello che in due ore guadagnava Bruno Vespa e questo al lordo di un ufficio privato e di una redazione. Non è che si potesse spostarlo con un tratto di penna, sicché ci lavorarono per un po’: sinché il direttore di Raiuno Fabrizio del Noce e il direttore generale Agostino Saccà proposero e trovarono infine un accordo con Biagi (lo trovarono, ripetiamo) che prevedeva questo: un programma biennale di dieci speciali in prima serata e altre venti puntate storiche in seconda serata; il tutto con l’aggiunta di un altro miliardo ai due che Biagi già percepiva annualmente. Non pareva male, e infatti Enzo Biagi indisse una conferenza stampa l’11 aprile 2002 (occhio alle date) e annunciò che gli andava benissimo, pur senza privarsi di qualche sarcasmo tipico suo: «Non ho problemi di orario, posso fare un programma anche a mezzanotte, magari mettendo una piccola nota di pornografia. Non c’è problema, sono un signore che fa questo mestiere da tanti anni».
La fine del "Fatto"
Non fosse chiaro, Biagi l’11 aprile 2002 ha già deciso di non fare più Il Fatto se non sino alla scadenza contrattuale del 31 maggio. Il particolare non da poco è questo: in quella data non c’è ancora stato nessun cosiddetto editto bulgaro. Non-c’è-stato. Quello che c’era da tempo, ed eccoci al secondo problema, era una questione politica. Enzo Biagi, in un periodo di elezioni, parteggiava apertamente per Romano Prodi, avversario di Silvio Berlusconi, o più spesso avversava Silvio Berlusconi e basta. Biagi non ha mai negato neanche questo. È rimasto celebre il caso del 10 maggio 2001: Biagi, a ridosso del voto, si era portato in trasmissione Roberto Benigni e lo show era stato a senso unico: «Non voglio parlare di politica, sono qui per parlare di Berlusconi. Il contratto di Berlusconi ormai è un cult, la cassetta lì l’ho registrata, l’ho messa tra Totò e Peppino e Walter Chiari e Sarchiapone».
Il caso Luttazzi
E se un anziano aveva invitato un celebre comico, due mesi prima un comico aveva invitato un giornalista: Daniele Luttazzi aveva chiamato Marco Travaglio a Satyricon (Marzo 2001) e quest’ultimo aveva parlato di rapporti tra Berlusconi e mafia e stragi, tutte vicende archiviate o infondate, sinché Luttazzi aveva congedato Travaglio in questo modo: «In questo paese di merda tu sei uno che ha coraggio». Anni dopo, a Travaglio mancherà tuttavia il coraggio di scusarsi, visto che non una delle accuse amplificate in quella trasmissione (teoricamente comica) è rimasta in piedi. In ultimo il caso de Il Raggio verde di Michele Santoro, trasmissione che al di là degli strali del centrodestra era stata giudicata squilibrata nei confronti di Forza Italia dall’Authority delle Telecomunizioni (invenzione del centrosinistra), ma ora non perdiamoci. Il punto è che ciò nonostante, come stra-detto, l’11 aprile 2002 Biagi aveva preso decisioni autonome di concerto con l’azienda. Il celebre editto di Sofia fu il 18 aprile successivo, quando Silvio Berlusconi a domanda rispose che «Santoro, Biagi e Luttazzi hanno fatto un uso della televisione pubblica, pagata con i soldi di tutti, criminoso; credo sia un preciso dovere della nuova dirigenza Rai di non permettere più che questo avvenga». Berlusconi, anni dopo, si dichiarerà pentito dell’espressione «criminoso» perlomeno riferita a Biagi, che avrà anche modo di elogiare ricambiato: resta che dal famoso editto parte la leggenda di un’epurazione quantomeno singolare per modalità. Cioè: Silvio Berlusconi, che ha vinto le elezioni e aveva dunque cambiato il consiglio di amministrazione Rai (come aveva fatto l’Ulivo e come lo farà Prodi, perché è la regola), si mette a fare epurazioni scegliendo di rispondere a una domanda di un giornalista formulata in Bulgaria.
Il ripensamento
Peraltro da principio non cambiò nulla. Enzo Biagi proseguì il suo programma sino alla prevista chiusura del 31 maggio 2002: fu solamente dopo che decise di non accettare (più) una proposta che pure aveva accettato informalmente. Difatti, ricevuta la bozza del contratto, improvvisamente la rimandò indietro: «Non sono un uomo per tutte le stagioni». Ormai il caso Biagi/Santoro più l’imbucato Luttazzi era esploso e Biagi, volente o nolente, per la sinistra era divenuto un santino da parabrezza. A Biagi, comunque, fu fatta un’altra offerta: il direttore di Rai Tre Paolo Ruffini gli propose di rifare Il Fatto sulla sua rete, e questo su preciso mandato del Consiglio di amministrazione Rai.
Perché disse di no? Probabilmente perché la collocazione di palinsesto, prevista dalle 18,53 sino alle 19, ossia all’inizio del Tg3, a Biagi non andava bene: questo scrissero i giornali. Economicamente parlando, poi, l’offerta fu giudicata da Biagi «differente da quella relativa a Il Fatto». Come è noto, Biagi anni dopo cambierà idea su Rai Tre e vi condurrà Rt - Rotocalco televisivo. Ma al tempo, tornando agli albori del 2003, l’unica trattativa che Biagi accettò con gioia fu quella per la transazione economica che lo vide separarsi dalla Rai, operazione, parole sue, «effettuata con il pieno consenso dell’interessato e con di lui piena soddisfazione». Biagi ottenne una buonuscita di un milione e mezzo di euro e il 3 gennaio 2003 rilasciò questa dichiarazione all’Ansa: «Non sono stato buttato fuori, al contrario ho raggiunto di mia iniziativa un accordo pienamente soddisfacente che gratifica sotto tutti i profili, morali e materiali, i miei 41 anni dedicati alla Rai».
Ma il polverone continuerà imperterrito. La strumentalizzazione di Biagi gli impedirà di rendere armonico il proprio fisiologico accomiatarsi, faticherà a restituirgli quell’argentea serenità che nei suoi ultimi giorni, per fortuna, pare aver ritrovato. In Rai ci penserà il grande semplificatore, Adriano Celentano, a esordire con RockPolitik spiegando che «tutto è cominciato il 18 aprile 2002», appunto l’editto di Sofia. È il giorno in cui Michele Santoro si materializza come dall’oltretomba: viva la fratellanza, viva la libertà, viva la tredicesima. Ma non è ancora il giorno, orribile, schifoso, in cui l’Unità sia riuscita a scrivere: «Gli attacchi al lavoro di Biagi hanno coinciso con la morte della moglie e della figlia. Togliendogli il lavoro hanno infierito sul suo dolore e alla fine lo hanno stroncato». È successo ieri. Orribile. Schifoso.
© SOCIETÀ EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=219007&PRINT=S
e tu sei proprio sicuro che berlusconi non lo abbia mandato via?
come mai col csx al governo è tornato anche biagi?
ma hai sbattuto ieri mattina la testa e ti è partita la memoria ?
:D
Se hai voglia di insultare dillo.
Se hai voglia di insultare dillo.
Fai prima tu a dire se ci stai prendendo per il culo :D
La tua é psico-politica spicciola che attaca giusto con i disinformati o ad un comizio elettorale , non di certo su un forum
John Cage
16-02-2008, 18:30
Enzo Biagi. Vi raccontiamo la vera storia dell’editto bulgaro
articolo di Filippo Facci - giovedì 08 novembre 2007, 07:00
Ma il polverone continuerà imperterrito. La strumentalizzazione di Biagi gli impedirà di rendere armonico il proprio fisiologico accomiatarsi, faticherà a restituirgli quell’argentea serenità che nei suoi ultimi giorni, per fortuna, pare aver ritrovato. In Rai ci penserà il grande semplificatore, Adriano Celentano, a esordire con RockPolitik spiegando che «tutto è cominciato il 18 aprile 2002», appunto l’editto di Sofia. È il giorno in cui Michele Santoro si materializza come dall’oltretomba: viva la fratellanza, viva la libertà, viva la tredicesima. Ma non è ancora il giorno, orribile, schifoso, in cui l’Unità sia riuscita a scrivere: «Gli attacchi al lavoro di Biagi hanno coinciso con la morte della moglie e della figlia. Togliendogli il lavoro hanno infierito sul suo dolore e alla fine lo hanno stroncato». È successo ieri. Orribile. Schifoso.
© SOCIETÀ EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=219007&PRINT=S
di terribile e schifoso c'è questo articolo faziosissimo.
E di terribile e schifoso c'è anche l'ultima sparata di Berlusconi.
Andala, guarda che non siamo nati ieri. Ormai l'abbiamo capito come funzionano le cose in questo paese.
Ci dovrebbe essere da vergognarsi ad infierire su una figura come Enzo Biagi.
Che schifo di uomini che esistono al mondo
Enzo Biagi. Vi raccontiamo la vera storia dell’editto bulgaro
articolo di Filippo Facci - giovedì 08 novembre 2007, 07:00[...]
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Ma stai scherzando?! Prima professi il giornalismo indipendente scomodando icone come Piero Gobetti ed ora citi il giornale, che altro non e' che l'organo stampa di silvio? Se domani silvio dicesse che il papa e' comunista, il giornale non avrebbe alcuna difficolta' a cercare prove della veridicita' delle affermazioni di silvio.
Trova una fonte che abbia un'autorevolezza maggiore o uguale a quella del Topolino, quindi sono esclusi il foglio, il giornale, libero e novella 2000, tutti evidentemente inferiori al noto settimanale di fumetti.
Fabiaccio
16-02-2008, 18:50
sì che bello!
Continuiamo a farci prendere per il culo da questa gente!!! :rolleyes:
Dev'essere una soddisfazione mica da poco! :rolleyes:
Peccato solo che i morti non possano resuscitare...
Ah ma tanto naturalmente sarà stato frainteso e sarà il solito complotto comunista di tutte le tv in mano alla sinistra :rolleyes: :rolleyes: :rolleyes:
Ma stai scherzando?! Prima professi il giornalismo indipendente scomodando icone come Piero Gobetti ed ora citi il giornale, che altro non e' che l'organo stampa di silvio? Se domani silvio dicesse che il papa e' comunista, il giornale non avrebbe alcuna difficolta' a cercare prove della veridicita' delle affermazioni di silvio.
Trova una fonte che abbia un'autorevolezza maggiore o uguale a quella del Topolino, quindi sono esclusi il foglio, il giornale, libero e novella 2000, tutti evidentemente inferiori al noto settimanale di fumetti.
Stai facendo mirror climbing estremo, giornalista non e' sinonimo di martire, tant'e' che all'articolo 21 della nostra Costituzione c'e' scritto:
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
E' lo stato ha il dovere di far rispettare questa liberta', altrimenti avrebbero scritto che il giornalista deve lavorare aggrappandosi coi denti e con le unghie.
La nostra situazione e' anomala per due motivi, il primo e' che c'e' un dittatore economico/mediatico, la seconda e' che chi governa invece di fargli abbassare le orecchie, come fanno nei paesi civili, e' colluso con lui.
http://www.hwupgrade.it/forum/showpost.php?p=21118476&postcount=74
Di conseguenza quale testata avrebbe un'autorevolezza maggiore o uguale a quella del Topolino?
Se quello che riporta Filippo Facci sono falsità perchè la famiglia dello scomparso non gli ha fatto causa?
shinji_85
16-02-2008, 18:54
Che rimandassero in onda questo: http://it.youtube.com/watch?v=1MaDgMTn0U8
SquallSed
16-02-2008, 19:07
bah...quà si cita il giornale, si dicono cose platealmente false!
per chi vuole farsi un'idea dei fatti, vada a leggere l'ultimo libro di biagi "quello che non si doveva dire" con tutti i suoi appunti sui temi che avrebbe voluto trattare nella sua trasmissione e che invece non ha potuto fare. Anche dopo la fine del governo berlusconi nessuno lo ha più voluto, anche se gli avevano fatto delle promesse....
non parliamo a vanvera per favore, almeno sui morti, sopratutto un grande giornalista poi..
mi girano davvero i coglioni.
http://www.hwupgrade.it/forum/showpost.php?p=21118476&postcount=74
Di conseguenza quale testata avrebbe ?
Se quello che riporta Filippo Facci sono falsità perchè la famiglia dello scomparso non gli ha fatto causa?
Il Corriere, la Repubblica, e forse qualcun'altro, ma non sicuramente il giornale di colui che ha sbattuto fuori Biagi dalla RAI.
bah...quà si cita il giornale, si dicono cose platealmente false!
per chi vuole farsi un'idea dei fatti, vada a leggere l'ultimo libro di biagi "quello che non si doveva dire" con tutti i suoi appunti sui temi che avrebbe voluto trattare nella sua trasmissione e che invece non ha potuto fare. Anche dopo la fine del governo berlusconi nessuno lo ha più voluto, anche se gli avevano fatto delle promesse....
non parliamo a vanvera per favore, almeno sui morti, sopratutto un grande giornalista poi..
mi girano davvero i coglioni.
L'ho letto il mese scorso, ma evidentemente l'ho frainteso, quelle sono le parole di uno che se n'e' andato sua sponte, nonostante silvio si facesse in quattro per tenerlo alla RAI.
redegaet
16-02-2008, 19:10
Quando uno inventa bugie a ripetizione per renderle convincenti si autoconvince che siano vere, per cui dal suo punto di vista sono vere, per questo non mi sorprende più nulla, in una puntata a ballarò disse che le televisioni erano in mano alla sinistra, ti sorprendi che uno che dice una balla del genere non possa dirne di altre altrettanto gravi?
Credo che tu ti riferisca a questo:
http://www.youtube.com/watch?v=EWxcediEqXE
Poi se la gente del pubblico di Ballarò ride è perchè sono un covo di comunisti, non perchè lui spara delle panzane immani. :rolleyes:
Ci mancava che tirasse fuori che la sinistra ha in mano pure le scuole materne....
redegaet
16-02-2008, 19:14
E' anche possibile che le televisioni siano in mano alla sinistra, dopo tutto chi produce i programmi televisivi, TG compresi, sono individui con idee che possono essere anche in antitesi con quelle di Berlusconi.
Se davvero i giornalisti fossero sotto il tallone della destra berlusconiana, perchè ad oggi non si sono ribellati? Perchè non ho notato manifestazioni di piazza e moti rivoluzionari? Perchè la sinistra in 2 anni di governo non mosso un dito contro Mediaset?
L'informazione mi pare sia un servizio pubblico.
Infatti Mentana è stato rimosso prima della scorsa campagna elettorale, perchè avevano idee che non garantivano uno zerbinaggio sufficiente.
Santoro, Biagi, Travaglio defenestrati quando lui era al governo. Se protestano finiscono a casa, c'è poco da fare. E Vespa anche sotto il governo della sinistra rimane al suo posto, ma avete sentito le intercettazioni? Ma in che mondo vivete?
Quando è al governo il Silvio ha in mano 6 reti, quando c'è la sinistra al governo non arriviamo ad un 3 a 3. E' uno schifo, con anche la sinistra che ha le sue colpe, ma la maggior parte delle colpe è da attribuire all'anomalia Berlusconi. E poi lo devo sentir dire che in Italia non c'è democrazia. In effetti ha ragione, ma se manca la democrazia è per colpa sua, che sovverte tutte le regole di un paese democratico!
SquallSed
16-02-2008, 19:19
ps. per chi fosse interessato alla lettura del libro, vi posto le prime 3 pagine, poi annatevelo a comprà :O
http://img229.imageshack.us/img229/6408/23900191vp2.th.jpg (http://img229.imageshack.us/my.php?image=23900191vp2.jpg)
http://img229.imageshack.us/img229/5476/23ut3.th.jpg (http://img229.imageshack.us/my.php?image=23ut3.jpg)
notare la casuale presenza di agostino saccà anche quì...e non venitemi a dire che biagi era di parte, forse uno dei pochi veri giornalisti che l'italia abbia avuto..certamente meno di parte del giornale o di un politico
Se quello che riporta Filippo Facci sono falsità perchè la famiglia dello scomparso non gli ha fatto causa?
Basta che ti vai a leggere la risposta che hanno dato allo stesso Berlusconi e ti rispondi da solo. Ma da uno che legge la velina di partito e le vende in giro come fosse la Bibbia...
«LASCI STARE I MORTI» - Una «ignominia», una «falsità» contraddetta da carte che possono documentare tutto: così Bice e Paola Biagi, le figlie di Enzo, hanno commentato le dichiarazioni di Silvio Berlusconi, dicendosi «letteralmente indignate» «La moralità di nostro padre non si può discutere - dicono all'unisono Bice e Paola - è documentata. È stato un partigiano che ha avuto la schiena dritta dal '45, e non solo con il signor Berlusconi, e per questo ha pagato. Berlusconi deve farla finita, deve stare zitto e non strumentalizzare un morto che non può rispondere per la sua campagna elettorale». Le due figlie di Biagi, che proprio stasera festeggiano i vent'anni di due loro nipoti, («e a tutto pensiamo - dicono - tranne che a Berlusconi, grazie a Dio»), aggiungono poi di voler «seguire il consiglio del presidente Napolitano, che era amico di nostro padre, e che invita a smorzare i toni. Continueremo con la stessa discrezione che abbiamo avuto finora ma Berlusconi deve smetterla di dire falsità. Piuttosto dovrebbe istruirsi un pò e leggere per esempio "Le mie prigioni" così da capire che ad attaccare un morto si fa un danno soprattutto a se stessi». Proprio Paola in queste settimane sta curando il carteggio del padre: «quando sarà pubblico - conclude - si vedrà chi ha ragione e chi si è sempre comportato con dignità e moralità»
http://www.corriere.it/cronache/08_febbraio_15/berlusconi_biagi_25f74d60-dc07-11dc-ad63-0003ba99c667.shtml
sid_yanar
16-02-2008, 20:14
www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=219007&PRINT=S
pazzesco il fatto che tu abbia linkato un articolo scritto su un quotidiano di diretta proprietà e controllo di una delle parti in causa. Tra l'altro lo stesso quotidiano è noto per inventare e costruire notizie ad uso e consumo del suo padrone.
Bastian UMTS
16-02-2008, 20:19
http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus//ticker/news/2008-02-15_115169567.html
Non dico quello che penso di Berlusca in merito a questa notizia....verrei radiato dal forum
scorpionkkk
16-02-2008, 20:21
http://www.hwupgrade.it/forum/showpost.php?p=21118476&postcount=74
Di conseguenza quale testata avrebbe ?
Se quello che riporta Filippo Facci sono falsità perchè la famiglia dello scomparso non gli ha fatto causa?
Non credo sia una dimostrazione sufficiente...
Filippo facci "ridere" è l'esempio di giornalismo imparziale che noi tutti vorremmo avere. Un esempio di faziosità fuori dall'ordinario. Questa gente è pronta a dire tutto è il contrario di tutto per portare avanti il loro interesse. Disonesta morale ed intelletuale allo stato elementare.:mad:
dantes76
16-02-2008, 20:37
pazzesco il fatto che tu abbia linkato un articolo scritto su un quotidiano di diretta proprietà e controllo di una delle parti in causa. Tra l'altro lo stesso quotidiano è noto per inventare e costruire notizie ad uso e consumo del suo padrone.
no e' normale, loro, sono quelli che a una trasmissione cntro la mafia, se ne deve fare una a favore, per par condicio... percio' di cosa ti stranizzi? delle' essere controllore e controllato allo stesso tempo?
Enzo Biagi. Vi raccontiamo la vera storia dell’editto bulgaro
articolo di Filippo Facci - giovedì 08 novembre 2007, 07:00
...
Filippo Facci :doh:
"Enzo Biagi, uno che piace solo alle vecchie e ai deficienti".
http://www.macchianera.net/2006/12/12/il_giornalismo_che_questo_paes.html
EarendilSI
16-02-2008, 23:15
“Le sinistre mi hanno usato in campagna elettorale, ma anche con loro al governo sono rimasto fuori dai giochi ed ‘Il fatto’ in televisione non me l’hanno più ridato”
Tanta ipocrisia, durante i funerali, ed anche dopo. In “Annovero”, gli amici di Michele Santoro hanno accusato l’ex premier Berlusconi, per l’allontanamento del giornalista dalla Tv di Stato nel 2002, di avergli addirittura “tolto la vita” (parole, irresponsabili, del cardinale Esilio Tonini). Fingevano, tutti, di non aver letto l’ultimo libro di Biagi, pubblicato dalla Rizzoli nell’ottobre del 2006 con il titolo “Quello che non si doveva dire”, nel quale il “nemico giurato” di Berlusconi non risparmiava bordate contro le sinistre del suo grande amico Prodi che continuavano a tenerlo lontano dalla Rai. “Se il mio nome, la mia faccia ed i miei appelli funzionano per le campagne elettorali, non capisco come mai non vadano bene per un programma televisivo”, scriveva l’ex sponsor delle sinistre-Ulivo. L’avrà poi, il suo nuovo programma in tv, il grande Biagi: non su Rai 1 ed in prima serata, come sperava, ma su Rai 3 ed in seconda serata. Un contentino, certo, quel “Rotocalco televisivo”: lui teneva molto al vecchio programma “Il fatto”, che le sinistre del suo grande amico Romano Prodi non vollero più ridargli di Gaetano Saglimbeni
E’ stato il leit-motiv del programma “Annozero” di Michele Santoro e di tante altre trasmissioni della Tv di Stato: sarebbe stato il famoso “editto” emesso dal premier Silvio Berlusconi durante la sua visita del 2002 in Bulgaria a far morire di sdegno e rabbia il giornalista-scrittore Enzo Biagi, scomparso il 6 novembre 2007.“Quell’allontanamento improvviso dalla Rai, che era stata per decenni la sua grande casa, gli ha toto la vita”, ha detto il cardinale Ersilio Tonini, suo grande amico. Per Marco Travaglio, uno dei grandi epurati del 2002 (insieme a Santoro, Daniele Luttazzi e Biagi), “chi gli ha rovinato la vita negli ultimi cinque anni dovrebbe vergognarsi, questo sì che è criminoso”; per Dario Fo, interpellato da Rai 1, “quando uno che ama il suo lavoro come lo amava Biagi viene tolto di mezzo in quel modo brutale, lo si ammazza a metà”; e per il premier Romano Prodi, intervistato da tutte le tv a reti unificate, “quella esclusione, il suo grande amico Biagi, la considerò un attentato alle libertà fondamentali; e sì, cominciò a morire allora, il grande Biagi, insieme alla adorata moglie ed alla carissima figlia”.
Parole in libertà e tanta ipocrisia, con accuse “strappalacrime” piuttosto fantasiose, decisamente risibili (in considerazione soprattutto dei cinque anni intercorsi tra il famoso “editto bulgaro” e la morte del giornalista) che, se sono giustificabili in bocca ai Travaglio, Santoro, Fo, Prodi e compagni, tradizionali nemici di Berlusconi, non possono non apparire “da irresponsabile” in bocca ad un prelato come Tonini. “Sì, lo hanno ucciso alle spalle”, ha ribadito il cardinale al momento di congedarsi da Santoro, con strilli tra il rabbioso e l’isterico che mal si conciliavano con la serietà che tutti gli riconosciamo, con il suo abituale equilibrio. E sono state proprio le accuse del cardinale a suscitare sorpresa e sconcerto tra i telespettatori. Nel folto numero degli arrabbiatissimi accusatori, era lui probabilmente l’unico ad ignorare quello che invece non potevano ignorare e fingevano di ignorare i grandi amici di Biagi che nella campagna elettorale del 2001 avevano vomitato su Berlusconi, dalla Tv di Stato pagata dai cittadini, più accuse di quelle che i pubblici ministeri di Milano e Palermo gli avevano rivolto in dodici anni di spettacolari e inutili processi (finiti tutti nel nulla, come gli italiani sanno).
Fingevano di non aver letto, gli illustri signori della sinistra “illuminata”, l’ultimo libro di Enzo Biagi, pubblicato dalla Rizzoli nell’ottobre del 2006 con il titolo “Quello che non si doveva dire” (sul famoso “editto bulgaro”), nel quale il “nemico giurato” di Berlusconi non risparmiava bordate contro le sinistre del suo grande amico Prodi che continuavano a tenerlo lontano dalla Rai. “Se il mio nome, la mia faccia ed i miei appelli funzionano per le campagne elettorali, non capisco come mai non vadano bene per un programma televisivo”, scriveva il Biagi che era stato sponsor ufficiale di Prodi e delle sinistre-Ulivo in campagna elettorale. L’avrà dopo pochi mesi, il suo nuovo programma in tv, il grande Biagi, grazie forse a quella protesta libraria: non su Rai 1 ed in prima serata, come sperava, ma su Rai 3 ed in seconda serata. Un contentino, certo, quel “Rotocalco televisivo”: lui teneva molto al vecchio programma “Il fatto”, che le sinistre del suo grande amico Romano Prodi non vollero più ridargli.
E dunque, signori Prodi, Santoro, Travaglio, Fo, come interpretare le sdegnate parole dell’allora ottantaseienne giornalista, ad un anno dalla morte? Come può sostenere il politico giornalista Walter Veltroni, ex direttore dell’Unità ed oggi sindaco di Roma e segretario del Partito democratico, che “gli ultimi anni di Enzo Biagi sono stati segnati dalle sofferenze per ciò che aveva subìto dal centrodestra di Berlusconi”? Le sofferenze gliele avevano procurate anche le sinistre, non soltanto Berlusconi. Non ne sapeva nulla, il mio illustre collega (in giornalismo) Veltroni?
Scrive Enzo Biagi in quello che sarebbe stato il suo ultimo libro, a pag. 221: “Con lo sfratto di Silvio Berlusconi da palazzo Chigi, nel maggio del 2006, ho pensato che qualcosa sarebbe cambiato anche nella mia vita e, sono sincero, mi aspettavo una telefonata da viale Mazzini, se non altro come segnale di ritrovata indipendenza dal Cavaliere. Nel frattempo è tornato al vertice dell’azienda Rai Claudio Cappon, di cui conservo un buon ricordo. Ma neppure lui si è fatto vivo. Sicuramente, il nostro direttore generale ha altri problemi, ben più complessi del mio, da risolvere”.
Ed ancora: “Sin dall’inizio ho avuto la consapevolezza che, anche con il centrosinistra al governo, io rimango fuori dai giochi. In poche parole, sono convinto che nessuno mi farà fare più ‘Il fatto’. C’è un grande alibi, la mia età. Ma non è che 86 anni vogliano dire per forza che uno è rincoglionito. E poi, se il mio nome, la mia faccia ed i miei appelli funzionano per le campagne elettorali, non capisco come non vadano bene per un programma televisivo”,
Capito, cardinale Tonini? Queste sono le testuali parole scritte in un libro dallo stesso Biagi un anno prima di morire, non dai suoi nemici: dalle quali appare chiaro, fin troppo per chi ha voglia di capire, che anche le sinistre lo avevano abbandonato, il loro sponsor Enzo Biagi. E non per la sua venerabile età, tanto meno (chiaramente) per questioni politiche, vista la perfetta identità di vedute tra Prodi, Fassino, Bertinotti, Diliberto, Pecoraro Scanio ed il giornalista che aveva invitato ufficialmente gli elettori a votarli per salvare l'Italia (così diceva) da Berlusconi. Lo avevano abbandonato perché i dati audience riportati da “Il fatto” dell'allora ottantunenne Biagi erano stati più che modesti, un autentico “flop”, tale da non poter giustificare in alcun molo i tanti (troppi) miliardi di lire che il giornalista Biagi incassava dalla Tv di Stato per le sue prestazioni.
Era stata inventata per contrastare i grandi ascolti di “Striscia la notizia” su Canale 5, la trasmissione “Il fatto”; ed il risultato era stato che il programma di Antonio Ricci, opposto a quello di Biagi sulla concorrente Rai 1, aveva portato più spettatori alla rete di Berlusconi. Glielo daranno poi nella primavera del 2007 il nuovo programma, al giornalista più pagato d'Italia, quando era già alla vigilia degli 87 anni: “Rotocalco televisivo”, non quotidiano ma settimanale, su Rai 3, alle ore 23,30. Nuovo compenso, un milione e mezzo di euro: un buon gruzzolo, per il Biagi descritto dagli amici (e dal cardinale amicissimo) come una sorta di “martire”, immolatosi sulla strada del berlusconismo e del Silvio dittatore. Risultati del costosissimo nuovo programma quasi notturno? Ancora più deludenti, come ampiamente previsto dagli stessi dirigenti della Rai, rispetto a quelli, già modesti, de "Il fatto".
La realtà, piaccia o non piaccia a Prodi e compagni, è questa. L'emerito cardinale Tonini, se dovesse ancora essere invitato a parlare in tv o altrove del suo amico Biagi, farebbe bene a leggerlo, quel libro. Eviterebbe di raccontare fandonie ai telespettatori o ai lettori di giornali: che i politici cacciaballe alla Prodi ed alla Veltroni possono raccontare ed un prelato no, non può e non deve raccontare, per la dignità dell’abito che porta.
Gaetano Saglimbeni
www.gaetanosaglimbenitaormina.it
A parte che io sono tutt'ora convinto che Biagi durante il periodo preelettorale si comportò in modo errato (non al livello dei Luttazzi o Santoro ovviamente), ma questo è un bell'articolo per capire come la sx strumentalizzi in modo ipocrita i fatti...
Bellissimo poi sentire quelli che dicono che non bisogna leggere il Giornale, Libero ma Repubblica perché è più autorevole...
Se foste più obiettivi direste che la Repubblica è un giornale ampiamente schierato con il PD e, come il Giornale lo definite l'organo di partito di FI, così dovreste definire Repubblica, ma si sa non si può pretendere ai sinistri di essere obiettivi, per loro l'unico modo di essere obiettivi è condividere le loro idee, i loro ideali e chi non condivide, per loro, è pure difficile considerarlo alla stregua di un essere umano consenziente visto che chi vota cdx è disinformato, lobomotizzato, delinquente, mafioso e in questo forum del loro comportamento se ne ha un evidente esempio...
www.gaetanosaglimbenitaormina.it
A parte che io sono tutt'ora convinto che Biagi durante il periodo preelettorale si comportò in modo errato (non al livello dei Luttazzi o Santoro ovviamente), ma questo è un bell'articolo per capire come la sx strumentalizzi in modo ipocrita i fatti...
Strano mi era sembrato che a non tacere dove avrebbe dovuto fosse stato Berlusconi che fosse stato lui a tirare in ballo Biagi. Quindi chi strumentalizza cosa (a parte te con questo post)? Percui cosa c'entra l'articolo che hai postato, il primo trovato in rete dove si afferma che Biagi parlava male della sinistra (oltre a rincarare la dose di piscio fuori dal secchio)? Nulla. Cosa c'entra essere di destra o di sinistra? Nulla. Sia mai ammettere che il caro Silvio abbia fatto affermazioni censurabili a prescindere provando a infangare la memoria di un morto nel maldestro tentativo di giustificare l'ingiustificabile (che poi sarebbe il punto ovvero, è bene ribadirlo, cosa ha detto Berlusconi e non cosa Biagi avrebbe pensato di Prodi etc...). E poi ci si lamenta pure di certi aggettivi...
Nell'articolo da te pubblicato, Earendil, si parla di come la sinistra non abbia aiutato Biagi a ritornare in TV, con il solito, piagnucolante refrain "eh ma anche Prodi" del quale ormai non se ne può più.
Ora, io ci credo a quello che sta scritto nell'articolo, lungi da me il mettere in discussione le parole di Biagi stesso, e quindi mi sento di biasimare la sinistra del passato governo ANCHe per questo.
MA il topic riguardava una cosa diversa. Semplicemente: Berlusconi ha mandato via Biagi dalla rai? si. Nell'articolo che hai postato non si dice il contrario, quindi prendiamolo per vero. Berlusconi ieri sera ha non solo ritrattato il suo famoso "editto bulgaro", ma ha pure aggiunto che lui non voleva che Biagi se ne andasse, ma che Biagi stesso ha voluto andare via dalla Rai per prendere la succosa liquidazione.
Questa, fino a prova contraria, è una falsità. Detta senza contraddittorio. A scapito di un uomo morto che non può replicare. Questo è l'argomento del topic.
Eh ma Prodi...
www.gaetanosaglimbenitaormina.it
A parte che io sono tutt'ora convinto che Biagi durante il periodo preelettorale si comportò in modo errato (non al livello dei Luttazzi o Santoro ovviamente), ma questo è un bell'articolo per capire come la sx strumentalizzi in modo ipocrita i fatti...
Bellissimo poi sentire quelli che dicono che non bisogna leggere il Giornale, Libero ma Repubblica perché è più autorevole...
Se foste più obiettivi direste che la Repubblica è un giornale ampiamente schierato con il PD e, come il Giornale lo definite l'organo di partito di FI, così dovreste definire Repubblica, ma si sa non si può pretendere ai sinistri di essere obiettivi, per loro l'unico modo di essere obiettivi è condividere le loro idee, i loro ideali e chi non condivide, per loro, è pure difficile considerarlo alla stregua di un essere umano consenziente visto che chi vota cdx è disinformato, lobomotizzato, delinquente, mafioso e in questo forum del loro comportamento se ne ha un evidente esempio...
Non fai altro che confermare l'onesta' di Biagi, da giornalista modello quale era, non ne ha mai risparmiate a nessuno, e sempre con un rispetto impeccabile.
E poi cosa c'entra essere di destra o sinistra? Sono forse comunista solo perche' la mia coscienza mi vieta di votare una cricca di malavitosi?
Ed e' anche fuori topic, la notizia e' che berlusconi ha detto una ciclopica puttanata sul conto di una delle personalita' piu' illustri del '900, al quale tra l'altro ha rovinato la carriera. Dove sta Prodi o la sinistra in tutto cio'? Va bene, se ne sono guardati dal reintegrarlo in RAI, ma non sono cosi' sprovveduti da raccontare cazzate sul suo conto per fare campagna elettorale mendace.
comunque la cosa vergognosa (disgustosa) e' che l'abbia tirato fuori ora , vero o non vero che sia
Enzo Biagi. Vi raccontiamo la vera storia dell’editto bulgaro
articolo di Filippo Facci - giovedì 08 novembre 2007, 07:00
Il giornalista ha sempre detto di non essere stato cacciato dalla tv di Stato, ma la politica e una parte dell’informazione l’hanno strumentalizzato: non si sono fermati neanche di fronte alla sua morte
Enzo Biagi non fu mai allontanato né cacciato dalla Rai, come lui stesso ha sempre ammesso. Tantomeno fu allontanato a seguito di un oscuro editto bulgaro. La parziale e volontaria dipartita di Biagi non è coincisa con nessun regime né alcuna censura, come lui ha pure ammesso in diverse interviste anche reperibili in rete.
cut[/url]
Filippo Facci:
cut...
Dal 1994 ha scritto per Il Giornale, per L'Opinione, per Il Tempo sino a tornare a Il Giornale nel 1998 e curando una rubrica quotidiana sulla prima pagina ("Appunto"). Collabora anche con Il Foglio e con Grazia. Una sua rubrica su Il Domenicale, settimanale culturale di matrice cattolica edito da Marcello Dell'Utri, è stata soppressa per dissensi con la direzione. Per qualche anno, su Il Giornale e sul Foglio, ha scritto anche critiche e reportage di musica classica.
fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Filippo_Facci
A parte che io sono tutt'ora convinto che Biagi durante il periodo preelettorale si comportò in modo errato
Raccontare la verità è "errato"
Raccontare le balle invece va bene
Strana concezione del giornalismo alberga nel cdx ( ma spesso anche nel csx ) , per cui raccontare falsità a uso e consumo di qualche politico è "corretto" , lasciare i politici mentire spudoratamente annuendo col capo è "fare buona informazione" , mentre andare a raccontare le cose come stanno è "fazioso" , "criminoso" , "distorto" , chiedere spiegazioni delle menzogne è "aggredire" , fare domande è "terrorismo" .
Evidentemente nel resto del mondo civilizzato ci sono solo giornalisti "faziosi" , "aggressivi" e "scorretti" , ed è pieno di gente che fa un "uso criminoso" delle TV pubbliche e private , mentre i migliori li abbiamo qui in Italia , Vespa , Fede e Mentana ce li invidiano in tutto il mondo ed è solo invidia quello che fa dire alla BBC che la RAI di Berlusconi era "all' altezza della Pravda di Breznev" .
Avanti così , facciamoci del male
http://it.youtube.com/watch?v=Pw1Yx3v8juY&feature=related :cool:
speriamo che ora berlusconi non smentisca..." intervista a bice biagi
Dal Paradiso non ti caccia nessuno
di Stefano Corradino
Eravamo a casa in famiglia e stavamo festeggiando felicemente un compleanno. Un momento privato e dolce. Mentre spegnevamo le candeline alcuni colleghi ed amici ci hanno telefonato per riferirci delle dichiarazioni di Berlusconi. La prima reazione è stata di profonda amarezza, la consapevolezza che neanche il dolore riesce mai ad essere un fatto privato Così Bice Biagi commenta lintervento di Silvio Berlusconi su Tv7 che ha di nuovo tirato in ballo il padre Enzo.
Partiamo dalla dichiarazione. Berlusconi ha detto mi sono battuto perché Biagi non lasciasse la televisione ma alla fine ha prevalso il desiderio di poter essere liquidato con un compenso molto elevato
Per prima cosa è stata una transazione e non una liquidazione. Lui non voleva portare la Rai in Tribunale. Secondo: se proprio la vogliamo mettere sul piano meramente economico il Berlusconi imprenditore sa che ci avrebbe guadagnato di più restando a lavorare lì.
Era un po che Berlusconi non ritornava sullepisodio delleditto bulgaro.
Non ne sentivamo la mancanza. Ci aveva fatto tirare un sospiro di sollievo lappello del presidente Napolitano, grande amico di nostro padre, ad abbassare i toni in campagna elettorale. Mi sembra a questo punto che per Silvio Berlusconi poco contino le parole del Capo dello Stato.
La vostra prima reazione: più rabbia o amarezza?
Rabbia, indignazione, e dolore La rabbia per le tante falsità pronunciate e per il pensiero che si possa sparlare di una persona che non cè più per meri fini elettoralistici.
Magari rettificherà nei prossimi giorni
Spero ci risparmi lennesima imbarazzante affermazione sono stato frainteso. Piuttosto chieda scusa per una persona che non cè più.
Vi appellerete al diritto di replica in tv?
Vedi, nostro padre non era un antiberlusconiano ma un democratico. Un uomo che ha combattuto contro le ingiustizie, e larroganza del potere, molto prima di conoscere Silvio... Continuare a dire le stesse cose e credere in quei valori per noi è il modo migliore per rispondere a Berlusconi... E poi la risposta più autentica e che ci incoraggia a continuare viene dalle donne e dagli uomini che ieri ci hanno fermato per la strada, in un supermercato o in autobus per esprimerci la loro solidarietà. Questo è quello che Enzo avrebbe apprezzato di più.
Si sta concretizzando il progetto di una Fondazione a lui dedicata nella città di Reggio Emilia. Un luogo per non perdere la memoria.
Non solo, il progetto a cui si sta lavorando è quello di una sede dove studenti, ricercatori, docenti, professionisti potranno consultare e studiare l'esperienza di un giornalista e scrittore che ha attraversato un secolo. Una iniziativa per accendere e suscitare nei giovani - attraverso l'istituzione di dottorati, borse di studio, premi nazionali, master e incontri con personalita' di rilievo - quell'interesse critico e quella curiosita' che hanno sempre contraddistinto il lavoro di Biagi.
Ha intervistato personaggi come Primo Levi, Pier Paolo Pasolini, Robert Kennedy, Henry Kissinger... solo per citarne alcuni. Importanti lezioni di giornalismo per i giovani che volessero intraprendere la sua stessa carriera.
Le interviste sono centinaia, raccontano la storia del mondo e del secolo che ci siamo lasciati alle spalle. Molte le vedremo su Raitre a partire dal 5 marzo prossimo, in un primo ciclo di otto puntate dedicate proprio alle sue interviste più importanti.
Immaginiamo che Enzo abbia ascoltato da lassù lintervento del Cavaliere sulla sua liquidazione.
Con la consueta ironia e una battuta delle sue lo avrebbe elegantemente liquidato
http://www.articolo21.info/notizia.php?id=6191
radiovoice
20-02-2008, 11:41
http://it.youtube.com/watch?v=Pw1Yx3v8juY&feature=related :cool:
Ancora una volta, ribadisco, un tipico, indecente comportamento da parte di Berlusconi.
francoisk
20-02-2008, 11:54
votatelo:O , l'italia ha proprio bisogno di una persona così :asd:
Lord Archimonde
20-02-2008, 12:17
Francamente il danno più grande è che ci ha privato degli ultimi 5 anni di carriera di Enzo Biagi
www.gaetanosaglimbenitaormina.it
A parte che io sono tutt'ora convinto che Biagi durante il periodo preelettorale si comportò in modo errato (non al livello dei Luttazzi o Santoro ovviamente), ma questo è un bell'articolo per capire come la sx strumentalizzi in modo ipocrita i fatti...
Bellissimo poi sentire quelli che dicono che non bisogna leggere il Giornale, Libero ma Repubblica perché è più autorevole...
Se foste più obiettivi direste che la Repubblica è un giornale ampiamente schierato con il PD e, come il Giornale lo definite l'organo di partito di FI, così dovreste definire Repubblica, ma si sa non si può pretendere ai sinistri di essere obiettivi, per loro l'unico modo di essere obiettivi è condividere le loro idee, i loro ideali e chi non condivide, per loro, è pure difficile considerarlo alla stregua di un essere umano consenziente visto che chi vota cdx è disinformato, lobomotizzato, delinquente, mafioso e in questo forum del loro comportamento se ne ha un evidente esempio...
Guarda, hai ragione, perché è chiaro che la Repubblica è di parte almeno quanto il Giornale, anzi forse peggio perché ha il piglio di chi crede di non esser scoperto... però dai ... non si può sempre far finta di non vedere e difendere a spada tratta.
L'uscita su Biagi è veramente assurda, far credere che Biagi si sia fatto liquidare per DENARO, quando non è stato così ... in diretta televisiva ...
ora che è morto e non può rispondere ... senza prove, senza documenti (anche perché sarebbero contro di lui).
E' una carognata senza limiti. Cioé crede di poter raccontare quello che vuole, di poter calpestare chiunque, di pensare che chi lo ascolta non ha nessuna coscienza ... che può rimodellare i fatti a seconda di come più gli comodano.
E spero che non offenda l'intelligenza di tutti venendosene fuori con la solita "sono stato travisato" perché manca solo che ci dia degli imbecilli pure a noi ascoltatori ...
Io non penso che l'elettorato di destra sia stupido e lobotomizzato, io non penso che l'elettorato di sinistra sia ossessionato e invidioso: sono stato da sempre elettore di Fini, fiero di esserlo e certe cose non le rinnego, come tutto il male che ho sempre pensato della sinistra italiana.
L'errore più grande lo fa proprio la supponenza di chi crede di sapere cosa sia giusto votare e cosa no, di chi crede di avere la verità infusa, di chi ci propone la brace per uscire dalla padella dandoci implicitamente degli stupidi.
Io invito a fare solo una cosa, abituatevi a VERIFICARE e mettere in dubbio tutto quello che vi viene detto, tutto quello che leggete. Vi costerà un po' di sbattimento, se vi può consolare sappiate che la cortina di copertura spesso non è nemmeno così spessa.
http://au.youtube.com/watch?v=Pw1Yx3v8juY
Bellissimo poi sentire quelli che dicono che non bisogna leggere il Giornale, Libero ma Repubblica perché è più autorevole...
Se foste più obiettivi direste che la Repubblica è un giornale ampiamente schierato con il PD e, come il Giornale lo definite l'organo di partito di FI, così dovreste definire Repubblica, ma si sa non si può pretendere ai sinistri di essere obiettivi...
beh, se proprio la vogliamo dire tutta, il Giornale è al pari dell'Unità, in quanto a faziosità. però vedi, almeno qua abbiamo il buonsenso di, per esempio, non postare un articolo dell'unità, su una questione che riguarda Padellaro :D
perchè avrebbe poco senso... nn so, come chiedere ai Della Valle se Mutu gioca bene o no... boh, di esempi ce ne sono mille milioni, possibile che nn riusciate a capire che prendere il Giornale come "fonte autorevole" su fatti che riguardano Berlusconi ha lo stesso senso di prendere Famiglia Cristiana per scoprire news scottanti sul papa?? :D
beh, se proprio la vogliamo dire tutta, il Giornale è al pari dell'Unità, in quanto a faziosità. però vedi, almeno qua abbiamo il buonsenso di, per esempio, non postare un articolo dell'unità, su una questione che riguarda Padellaro :D
perchè avrebbe poco senso... nn so, come chiedere ai Della Valle se Mutu gioca bene o no... boh, di esempi ce ne sono mille milioni, possibile che nn riusciate a capire che prendere il Giornale come "fonte autorevole" su fatti che riguardano Berlusconi ha lo stesso senso di prendere Famiglia Cristiana per scoprire news scottanti sul papa?? :D
Concordo.
Comunque tra Repbblica e Il Gironale c'è un abisso in quanto a faziosità. Si sente che Repubblica è influenzata dalla sinistra, ma da qua ad essere solo lontanamente paragonabile ad una segreteria di partito quale il Giornale....
Concordo.
Comunque tra Repbblica e Il Gironale c'è un abisso in quanto a faziosità. Si sente che Repubblica è influenzata dalla sinistra, ma da qua ad essere solo lontanamente paragonabile ad una segreteria di partito quale il Giornale....
Meglio fazioso ed esplicito, piuttosto che di parte ma SUBDOLO.
Meglio fazioso ed esplicito, piuttosto che di parte ma SUBDOLO.
posso anche essere d'accordo, ma sei sicuro che chi lo legge sia cosciente del fatto che è fazioso? :) se fosse così, nn ci sarebbero problemi :) quando si inizia a prenderlo invece per portare prove alle tesi che si cerca di sostenere, diventa piuttosto imbarazzante :D
posso anche essere d'accordo, ma sei sicuro che chi lo legge sia cosciente del fatto che è fazioso? :) se fosse così, nn ci sarebbero problemi :) quando si inizia a prenderlo invece per portare prove alle tesi che si cerca di sostenere, diventa piuttosto imbarazzante :D
L'ingenuo lettore alle prime armi ci mette 2 secondi a capire che il giornale non è obbiettivo ... poi ci sono i casi cronici dove è il cuore che comanda ed impedisce al cervello di provare una timida autocritica.
fracarro
21-02-2008, 10:55
Io non penso che l'elettorato di destra sia stupido e lobotomizzato, io non penso che l'elettorato di sinistra sia ossessionato e invidioso: sono stato da sempre elettore di Fini, fiero di esserlo e certe cose non le rinnego, come tutto il male che ho sempre pensato della sinistra italiana.
Il problema è che c'è qualcuno che invece lo pensa o per lo meno con le proprie dichiarazioni sembra pensarlo.
A riguardo cosa ne pensi dello scioglimento di AN nel partito di Berlusconi? Le giustificazioni di Fini ti hanno soddisfatto?
Io invito a fare solo una cosa, abituatevi a VERIFICARE e mettere in dubbio tutto quello che vi viene detto, tutto quello che leggete. Vi costerà un po' di sbattimento, se vi può consolare sappiate che la cortina di copertura spesso non è nemmeno così spessa.
Magari!!! Avrò dei pregiudizi, ma per esperienza personale con AN e i comunisti ci puoi ancora parlare riguardo magari qualche malefatta dei proprio rappresentanti. Con un forzista non ci sono mai riuscito.
Il problema è che c'è qualcuno che invece lo pensa o per lo meno con le proprie dichiarazioni sembra pensarlo.
A riguardo cosa ne pensi dello scioglimento di AN nel partito di Berlusconi? Le giustificazioni di Fini ti hanno soddisfatto?
Premetto che alle prossime elezioni voterò Di Pietro e PD piuttosto che Fini e PDL.
Così ti regoli.
Premetto anche che è chiara la vena polemica che fai perché vuoi mettere in dubbio la mia coerenza.
Detto questo no, non ho nemmeno ascoltato Fini, ma ho una mia di spiegazione che può andar bene o no, penso semplicemente che l'avventura di AN sia finita, che Fini ha completato il processo di centralizzazione del partito, che ha capito che più di così AN non può pretendere, che andrà al PPE standosene alla larga per ora e che penso tornerà più avanti, che non poteva fare altrimenti e che tradire il legame con Berlusconi avrebbe messo a rischio tutto quello che ha fatto fino ad ora.
Lo capisco, ma non appoggio il PDL. Non dimentico che ha votato CONTRO l'indulto, ne vado tutt'ora fiero, come di altre posizioni prese, ad esempio, sulla legge della fecondazione assistita in opposizione alla vergognosa massa garantista.
Magari!!! Avrò dei pregiudizi, ma per esperienza personale con AN e i comunisti ci puoi ancora parlare riguardo magari qualche malefatta dei proprio rappresentanti. Con un forzista non ci sono mai riuscito.
Io con i comunisti non sono MAI riuscito a parlare. Con i forzisti nemmeno.
Diciamo che non sono mai riuscito a parlare con chi parte dal presupposto di aver ragione.
L'ingenuo lettore alle prime armi ci mette 2 secondi a capire che il giornale non è obbiettivo ... poi ci sono i casi cronici dove è il cuore che comanda ed impedisce al cervello di provare una timida autocritica.
allora, secondo te, earendil in quale categoria va messo? :) casi cronici, oppure ingenuo lettore che non ha ancora capito che il giornale non è obbiettivo? :)
radiovoice
21-02-2008, 11:15
Il Giornale è ORGANO DI PARTITO. nonchè di diretta PROPRIETA' di Berluskaiser.
La Repubblica è semplicemente ORIENTATO verso il csx.
Stop.
danny2005
21-02-2008, 12:41
12:09 Almunia: "Mai approvato il programma di Berlusconi"
Il commissario europeo agli affari economici Joaquin Almunia non ha mai ricevuto un programma economico del centro destra. "Non avendolo mai ricevuto non posso neanche commentarlo", ha detto oggi Almunia. Nei giorni scorsi Berlusconi aveva detto che il programma economico del centro destra era stato inviato a Bruxelles e che avrebbe avuto un parere favorevole.
repubblica.it (http://www.repubblica.it/2008/02/dirette/sezioni/politica/verso-voto/21-febbraio/index.html)
tanto per restare in tema di cose dette ma non vere..............
12:09 Almunia: "Mai approvato il programma di Berlusconi"
Il commissario europeo agli affari economici Joaquin Almunia non ha mai ricevuto un programma economico del centro destra. "Non avendolo mai ricevuto non posso neanche commentarlo", ha detto oggi Almunia. Nei giorni scorsi Berlusconi aveva detto che il programma economico del centro destra era stato inviato a Bruxelles e che avrebbe avuto un parere favorevole.
repubblica.it (http://www.repubblica.it/2008/02/dirette/sezioni/politica/verso-voto/21-febbraio/index.html)
tanto per restare in tema di cose dette ma non vere..............
:rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: Qua si nota che Almunia è comunista. O forse è stato spedito via posta e si è perso in chi sa quale magazzino...
Comunque Repubblica ha di sinistra palese gli editoriali (Mauro, Scalfari e altri) e alcuni commenti al centro del giornale (anche l'amaca di Serra). Ma sulle notizie non mi pare molto schierato.
Il Giornale, invece, alcune notizie se le inventa di sana pianta...
fracarro
21-02-2008, 19:09
Premetto che alle prossime elezioni voterò Di Pietro e PD piuttosto che Fini e PDL.
Così ti regoli.
Premetto anche che è chiara la vena polemica che fai perché vuoi mettere in dubbio la mia coerenza.
Nessuna vena polemica ne tantomeno è la tua coerenza ad essere messa in discussione ma quella di Fini. Paragonando le sue dichiarazioni di un mese fa e quelle di oggi si capisce che è stato "comprato" da Berlusconi e questo dovrebbe far incazzare i suoi elettori che in lui magari vedevano un forte leader che difendeva i proprio ideali. Io lo vedevo come il mglio che c'era a destra e condividevo alcune battaglie. Per esempio il referendum che poi ha rinnegato.
Detto questo, tu mi sembra che sia passato da un eccesso all'altro. Ossia IMHO è più "lineare" che un elettore di AN deluso passi alla destra (una sua costola che è stata creata un paio di mesi fa probabilmente per le tendenze centriste di Fini) piuttosto che al PD. Buon per Veltroni.
Detto questo no, non ho nemmeno ascoltato Fini, ma ho una mia di spiegazione che può andar bene o no, penso semplicemente che l'avventura di AN sia finita, che Fini ha completato il processo di centralizzazione del partito, che ha capito che più di così AN non può pretendere, che andrà al PPE standosene alla larga per ora e che penso tornerà più avanti, che non poteva fare altrimenti e che tradire il legame con Berlusconi avrebbe messo a rischio tutto quello che ha fatto fino ad ora.
Su questo non sono d'accordo perchè invece era proprio da uno duro e puro come Fini che mi aspettavo (come a fatto a Novembre) una presa di posizione netta contro Berlusconi. Invece da quello che sta accadendo nel panorama politico questo coraggio di rischiare l'hanno avuto la destra (i veri duri e puri, ma IMHO un po pericolosi), la rosa bianca e l'UDC. Io ho la netta sensazione che Berlusconi gli ha promesso la successione del PDL e solo per questo Fini ha accettato di aderire ad un partito che un mese prima schifiva.
Il problema che secondo me Fini ancora una volta trascura è che più tempo resterà sotto l'ala di Berlusconi meno visibilità avrà e soprattutto l'ultima parola in qualunque questione ce l'avrà sempre Berlusconi. Una volta che quest'ultimo lascerà la politica chi potrà garantire che una buona fetta di PDL perso il loro vero ed unico leader non confluisca da qualche altra parte?
Io con i comunisti non sono MAI riuscito a parlare. Con i forzisti nemmeno.
Diciamo che non sono mai riuscito a parlare con chi parte dal presupposto di aver ragione.
Attenzione!!! Io parlavo solo di far ammettere loro che magari il leader aveva fatto una cazzata che non condividevano nulla più. Non puoi certo pretendere di cambiare le loro posizioni. IMHO la gente non è ancora in grado di pensare ai proprio interessi, molto più facile scegliere qualcuno a seconda delle bugie che spara in TV e poi seguirlo senza fare domande.
...Detto questo, tu mi sembra che sia passato da un eccesso all'altro. Ossia IMHO è più "lineare" che un elettore di AN deluso passi alla destra (una sua costola che è stata creata un paio di mesi fa probabilmente per le tendenze centriste di Fini) piuttosto che al PD. Buon per Veltroni.
Fosse stato per me non avrei votato Veltroni, ma Di Pietro, infatti non è ancora detto che vada a votare. Deciderò con calma.
Linearità? E' proprio per la linearità del mio pensiero di giustizia e legalità che mi sento, dopo Fini, più vicino a Di Pietro che a Berlusconi. Mentre capisco che chi vota Silvio dopo AN magari lo fa solo per non votare a sinistra, che penso capirai da solo essere un motivo frivolo.
Su questo non sono d'accordo perchè invece era proprio da uno duro e puro come Fini che mi aspettavo (come a fatto a Novembre) una presa di posizione netta contro Berlusconi.
Si ero contento di quella reazione, ma per questione di principio più che puramente politica. L'avventura in solitaria per AN non avrebbe avuto senso, perché Fini con AN non potrà mai puntare a Governare il Paese.
Sarebbe andata peggio, avrebbe disperso i voti, a favore di chi? Colpa della legge elettorale alla quale nessuno ha mai voluto porvi rimedio.
Invece da quello che sta accadendo nel panorama politico questo coraggio di rischiare l'hanno avuto la destra (i veri duri e puri, ma IMHO un po pericolosi), la rosa bianca e l'UDC.
L'UDC e Casini hanno guadagnato gran punti, che perderanno nel momento in cui andranno a sistemarsi in mezzo a Mastella & Co.
Io ho la netta sensazione che Berlusconi gli ha promesso la successione del PDL e solo per questo Fini ha accettato di aderire ad un partito che un mese prima schifiva.
Può darsi, ma potrebbe essere riduttivo. Sicuro che lo schifasse veramente? O ha solo alzato la voce?
Non credo possa puntare alla successione di Silvio se prima non si scrolla di dosso il concetto di estrema destra che si porta dietro. L'accesso al PPE in Europa (dove in precedenza non è stato voluto proprio perché considerato di estrema destra) servirà proprio a questo.
Attenzione!!! Io parlavo solo di far ammettere loro che magari il leader aveva fatto una cazzata che non condividevano nulla più. Non puoi certo pretendere di cambiare le loro posizioni. IMHO la gente non è ancora in grado di pensare ai proprio interessi, molto più facile scegliere qualcuno a seconda delle bugie che spara in TV e poi seguirlo senza fare domande.
Cambiare le idee? Ma scherziamo? Mi sarei accontentato di un semplice scambio di vedute senza quella sensazione di passare per idiota perché quelle persone con cui parlavo riuscivano con estrema certezza a distinguere dov'era il male e dov'era il bene (certezza che io non ho MAI AVUTO) ... salvo poi rimanerci di CAZZO alle mancanze dei loro beniamini (vedi la legge sul conflitto di interessi).
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