franco_o
13-02-2008, 08:42
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it (http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/campania/cronache/articoli/2008/02_Febbraio/12/latorre_retata.shtml)
:eek: :cry:
CASERTA - Dopo il versante flegreo, con l'arresto del boss Licciardi, le operazioni delle forze dell'ordine si spostano ora sul litorale domitio. Una vasta operazione contro il clan La Torre, attivo a Mondragone, ha portato a 41 ordinanze cautelari da parte dei carabinieri di Caserta.
Ci sono anche due agenti della Polstrada di Mondragone e un agente della polizia penitenziaria in servizio nel carcere napoletano di Secondigliano tra gli arrestati. Secondo gli inquirenti, la cosca aveva un atteggiamento «altamente pervasivo» verso le istituzioni, in particolare nei confronti delle forze dell’ordine. I tre agenti arrestati sono accusati di associazione mafiosa per aver favorito attività illecite del clan.
L’agente di custodia è accusato, in particolare, di essere stato il "messaggero" del clan e di avere assicurato i collegamenti tra i detenuti e i vertici dell’organizzazione; i due poliziotti - due fratelli, uno dei quali attualmente non in servizio per motivi di salute - di avere fatto da guardaspalle al capo storico del clan, Augusto La Torre, proteggendolo da eventuali agguati quando, dal suo rifugio, si recava al comando carabinieri di Mondragone per firmare il registro. Il bilancio dell’operazione è di 23 arresti, 14 notifiche in carcere di provvedimenti restrittivi: quattro dei destinatari degli arresti risultano latitanti mentre due ordinanze di custodia cautelare in carcere sono sospese, in attesa dell’estradizione. L’accusa per tutti è di associazione per delinquere di tipo camorristico traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni, e per alcuni di lesioni volontarie, porto e detenzione di armi e munizioni.
I due fratelli sono anche accusati di essere intervenuti per convincere imprenditori o commercianti a pagare le tangenti richieste. Le indagini, scattate nel 2001, a seguito di una circostanziata denunciata di un imprenditore taglieggiato, si sono sviluppate sulla base del ritrovamento in un rifugio di un latitante, Ernesto Cornacchia, di un libro mastro, una sorta di registro contabile del clan, nel quale erano indicate le retribuzioni previste per affiliati e loro familiari, gli importi delle tangenti versate all’organizzazione, le spese legali sostenute e - hanno spiegato il pm Catello Maresca ed il comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Carmelo Burgio - anche i «contributì» previsti per gli associati, soprattutto se detenuti o ai familiari di affiliati deceduti.
Le tangenti erano imposte ad aziende impegnate nel campo immobiliare oppure impegnate nella distribuzione di caffè e gelati. Gli investigatori hanno anche accertato l'imposizione del noleggio di videogiochi ai gestori dei locali pubblici della zona. tale attività avrebbe consentito alla cosca di incamerare ingenti somme di denaro tanto che, i La Torre, rifiutarono l'offerta del potente clan dei Casalesi, disposti a pagare circa 30mila euro mensili per subentrare nel monopolio dei videogiochi.
12 febbraio 2008
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CASERTA - Dopo il versante flegreo, con l'arresto del boss Licciardi, le operazioni delle forze dell'ordine si spostano ora sul litorale domitio. Una vasta operazione contro il clan La Torre, attivo a Mondragone, ha portato a 41 ordinanze cautelari da parte dei carabinieri di Caserta.
Ci sono anche due agenti della Polstrada di Mondragone e un agente della polizia penitenziaria in servizio nel carcere napoletano di Secondigliano tra gli arrestati. Secondo gli inquirenti, la cosca aveva un atteggiamento «altamente pervasivo» verso le istituzioni, in particolare nei confronti delle forze dell’ordine. I tre agenti arrestati sono accusati di associazione mafiosa per aver favorito attività illecite del clan.
L’agente di custodia è accusato, in particolare, di essere stato il "messaggero" del clan e di avere assicurato i collegamenti tra i detenuti e i vertici dell’organizzazione; i due poliziotti - due fratelli, uno dei quali attualmente non in servizio per motivi di salute - di avere fatto da guardaspalle al capo storico del clan, Augusto La Torre, proteggendolo da eventuali agguati quando, dal suo rifugio, si recava al comando carabinieri di Mondragone per firmare il registro. Il bilancio dell’operazione è di 23 arresti, 14 notifiche in carcere di provvedimenti restrittivi: quattro dei destinatari degli arresti risultano latitanti mentre due ordinanze di custodia cautelare in carcere sono sospese, in attesa dell’estradizione. L’accusa per tutti è di associazione per delinquere di tipo camorristico traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni, e per alcuni di lesioni volontarie, porto e detenzione di armi e munizioni.
I due fratelli sono anche accusati di essere intervenuti per convincere imprenditori o commercianti a pagare le tangenti richieste. Le indagini, scattate nel 2001, a seguito di una circostanziata denunciata di un imprenditore taglieggiato, si sono sviluppate sulla base del ritrovamento in un rifugio di un latitante, Ernesto Cornacchia, di un libro mastro, una sorta di registro contabile del clan, nel quale erano indicate le retribuzioni previste per affiliati e loro familiari, gli importi delle tangenti versate all’organizzazione, le spese legali sostenute e - hanno spiegato il pm Catello Maresca ed il comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Carmelo Burgio - anche i «contributì» previsti per gli associati, soprattutto se detenuti o ai familiari di affiliati deceduti.
Le tangenti erano imposte ad aziende impegnate nel campo immobiliare oppure impegnate nella distribuzione di caffè e gelati. Gli investigatori hanno anche accertato l'imposizione del noleggio di videogiochi ai gestori dei locali pubblici della zona. tale attività avrebbe consentito alla cosca di incamerare ingenti somme di denaro tanto che, i La Torre, rifiutarono l'offerta del potente clan dei Casalesi, disposti a pagare circa 30mila euro mensili per subentrare nel monopolio dei videogiochi.
12 febbraio 2008