Walkingcontradiction
10-02-2008, 11:59
Oggi mi è capitato di scrivere un commento su un articolo nel sito di pcprofessionale. Il commento rappresenta una critica sull'effettiva utilità del rincorrere la novità a tutti i costi, specialmente da parte dell'utente medio. Ho pensato di postarlo anche qui, in modo da sapere cosa ne pensate e magari ragionare insieme.
L'articolo riguardava le novità che ci attendono quest'anno, e il mio commento si accodava ai due precedenti che esprimevano perplessità sulle richieste energetiche dei nuovi componenti.
Eccolo:
Mi trovo perfettamente in sintonia con i due commenti precedenti. E' vero che parte dell'appeal del settore informatico è sempre stato dato dal continuo susseguirsi di novità, di rivoluzioni velocistiche, di repentini stravolgimenti qualitativi e di costo, che portavano nelle nostre case dei mostri super tecnologici che fino all'anno prima erano considerati dei sogni per l'utente medio. Ma questa caratteristica (pur sempre affascinante) poteva essere utile e gradita, solo finché essa ci ha portato a miglioramenti effettivi nella produttività individuale e un ampliamento nel campo di utilizzo di un pc (basti pensare alla multimedialità, la convergenza tra stereo, tv, telefono, tutto). Negli anni passati, infatti, una novità non era bella solo in quanto tale, ma era soprattuto necessaria a farci fare un salto di qualità nell'utilizzo quotidiano del nostro amato pc.
Oggi le cose sono cambiate, ed è evidente a tutti che, chi insegue le novità a tutti i costi, spendendo spropositi per avere più fps nei giochini, o le fantastiche super mega veloci memorie, mega dissipatori, super alimentatori, ecc, ha qualcosa di morboso. Eppure è questo l'andazzo generale: spingere al max il pc per poter alla fine fare le stesse cose che si fanno con un pc che costa un quinto, o anche meno. Questo prima non accadeva, e la cosa mi lascia più che perplesso.
Siamo sicuri che tutto questo rappresenti un progresso? Io non ne sono del tutto convinto.
Sono ormai anni che sono afflitto dalla consapevolezza che il nostro pianeta è in sofferenza (il riscaldamento globale è stato scoperto dai media mainstream solo in questi mesi. Meglio tardi che mai!). Badate che non si tratta di un problema "da ecologista", ma di una grave minaccia per tutti noi. Il pianeta siamo noi! La natura non è un entità separata dalla nostra vita. L'intera nostra esistenza è legata allo stato di salute dell'ambiente da cui ricaviamo risorse alimentari ed energetiche. La nostra società avanzata si basa su equilibri che sono più delicati di quello che pensiamo. La stessa industria informatica sarebbe la prima a crollare in un mondo dominato da sconvolgimenti sociali ed economici, conseguenti lale difficoltà di sopravvivenza di intere popolazioni (sto parlando di crisi del sistema intero, cominciando dalle economie locali, fino a vere e proprie guerre di sopravvivenza in un mondo che non offre più risorse per tutti).
Questa consapevolezza era placata, fino a qualche tempo fa, dalla convinzione che la tecnologia non è solo la causa di tutto questo, ma può anche esserne la soluzione.
Applicarla nel modo giusto può permetterci di arginare i danni fatti, incrementare la produttività e nel contempo ridurre il fabbisogno energetico (per non parlare della possibilità di trovare nuove fonti energetiche, ma lasciamo stare).
In questo ambito anche l'informatica può fare (e in parte sta già facendo) una grande differenza, e in tantissimi campi. Pensate a quante risorse si possono risparmiare grazie alle capacità comunicative, elaborative, organizzative, ottimizzative, che ci vengono dall'uso capillare e organizzato delle tecnologie informatiche.
Tutto questo però è in contrasto evidente con la rincorsa costante alla novità superflua, con il gigantismo esagerato dei sistemi software (si veda Vista), con il trasformarsi degli oggetti informatici in oggetti di moda, di apparenza.
Insomma l'informatica (di massa) è esageratamente votata al consumismo. Un consumismo fine a se stesso che comincia a svuotarla del suo ruolo di grande spinta evolutiva nella società umana. I veri progressi (che cmq ci sono) nel campo informatico sono altri. E spesso non vengono sottolineati e ampliati dalle masse di utenti.
Nel campo del software, poi, a mio avviso stiamo vivendo una crisi seria. Per parlare di progresso in questo settore si dovrebbero prendere in considerazione concetti come l'efficienza, l'ottimizzazione. E invece ci ritroviamo con questo Vista, che sta facendo si che una quantità enorme di macchine perfettamente funzionanti e utili siano messe da parte per poter far girare un S.O. (un S.O.!!) enormemente sovra dimensionato. Questo rappresenta un formidabile stimolo per l'economia. Ma riflettete un attimo all'energia richiesta per alimentare questi nuovi pc super pompati! E quella necessaria per produrre le nuove macchine, o il costo ecologico per smaltire le macchine in disuso.
Tuto questo perché? Per fare le stesse identiche cose (navigare, progettare, editare, giocare, ascoltare, guardare, ecc) che si facevano prima?
Anche per questi motivi non leggo più le riviste generaliste (come la vostra). Esse sono per lo più una vetrina per i nuovi, e spesso inutili, prodotti. Sono votati alla rincorsa delle novità, sono uno strumento di spinta economica perché la loro unica funzione è quella di invogliare l'utente medio a COMPRARE e non a FARE. Non hanno quasi più la funzione di alfabetizzazione informatica che potevano avere negli anni novanta (e non parliamo dell'assoluta inutilità oggi come oggi di stampare su carta le riviste di informatica, lette da chi di certo sa come usare il web).
Il mondo rincorre solo il concetto di crescita economica (produrre di più, vendere di più), ma senza tener conto dell'effettiva utilità di ciò che viene prodotto, e soprattuto del danno che tutto ciò comporta.
Il capitalismo ha avuto un ruolo centrale nel farci arrivare a questo livello culturale e tecnologico, ma oggi mostra i suoi limiti e la sua incompatibilità con la vita sui lunghi periodi. Bisogna trovare una nuova via.
Mi chiedo dove sia finito il buonsenso...
L'articolo riguardava le novità che ci attendono quest'anno, e il mio commento si accodava ai due precedenti che esprimevano perplessità sulle richieste energetiche dei nuovi componenti.
Eccolo:
Mi trovo perfettamente in sintonia con i due commenti precedenti. E' vero che parte dell'appeal del settore informatico è sempre stato dato dal continuo susseguirsi di novità, di rivoluzioni velocistiche, di repentini stravolgimenti qualitativi e di costo, che portavano nelle nostre case dei mostri super tecnologici che fino all'anno prima erano considerati dei sogni per l'utente medio. Ma questa caratteristica (pur sempre affascinante) poteva essere utile e gradita, solo finché essa ci ha portato a miglioramenti effettivi nella produttività individuale e un ampliamento nel campo di utilizzo di un pc (basti pensare alla multimedialità, la convergenza tra stereo, tv, telefono, tutto). Negli anni passati, infatti, una novità non era bella solo in quanto tale, ma era soprattuto necessaria a farci fare un salto di qualità nell'utilizzo quotidiano del nostro amato pc.
Oggi le cose sono cambiate, ed è evidente a tutti che, chi insegue le novità a tutti i costi, spendendo spropositi per avere più fps nei giochini, o le fantastiche super mega veloci memorie, mega dissipatori, super alimentatori, ecc, ha qualcosa di morboso. Eppure è questo l'andazzo generale: spingere al max il pc per poter alla fine fare le stesse cose che si fanno con un pc che costa un quinto, o anche meno. Questo prima non accadeva, e la cosa mi lascia più che perplesso.
Siamo sicuri che tutto questo rappresenti un progresso? Io non ne sono del tutto convinto.
Sono ormai anni che sono afflitto dalla consapevolezza che il nostro pianeta è in sofferenza (il riscaldamento globale è stato scoperto dai media mainstream solo in questi mesi. Meglio tardi che mai!). Badate che non si tratta di un problema "da ecologista", ma di una grave minaccia per tutti noi. Il pianeta siamo noi! La natura non è un entità separata dalla nostra vita. L'intera nostra esistenza è legata allo stato di salute dell'ambiente da cui ricaviamo risorse alimentari ed energetiche. La nostra società avanzata si basa su equilibri che sono più delicati di quello che pensiamo. La stessa industria informatica sarebbe la prima a crollare in un mondo dominato da sconvolgimenti sociali ed economici, conseguenti lale difficoltà di sopravvivenza di intere popolazioni (sto parlando di crisi del sistema intero, cominciando dalle economie locali, fino a vere e proprie guerre di sopravvivenza in un mondo che non offre più risorse per tutti).
Questa consapevolezza era placata, fino a qualche tempo fa, dalla convinzione che la tecnologia non è solo la causa di tutto questo, ma può anche esserne la soluzione.
Applicarla nel modo giusto può permetterci di arginare i danni fatti, incrementare la produttività e nel contempo ridurre il fabbisogno energetico (per non parlare della possibilità di trovare nuove fonti energetiche, ma lasciamo stare).
In questo ambito anche l'informatica può fare (e in parte sta già facendo) una grande differenza, e in tantissimi campi. Pensate a quante risorse si possono risparmiare grazie alle capacità comunicative, elaborative, organizzative, ottimizzative, che ci vengono dall'uso capillare e organizzato delle tecnologie informatiche.
Tutto questo però è in contrasto evidente con la rincorsa costante alla novità superflua, con il gigantismo esagerato dei sistemi software (si veda Vista), con il trasformarsi degli oggetti informatici in oggetti di moda, di apparenza.
Insomma l'informatica (di massa) è esageratamente votata al consumismo. Un consumismo fine a se stesso che comincia a svuotarla del suo ruolo di grande spinta evolutiva nella società umana. I veri progressi (che cmq ci sono) nel campo informatico sono altri. E spesso non vengono sottolineati e ampliati dalle masse di utenti.
Nel campo del software, poi, a mio avviso stiamo vivendo una crisi seria. Per parlare di progresso in questo settore si dovrebbero prendere in considerazione concetti come l'efficienza, l'ottimizzazione. E invece ci ritroviamo con questo Vista, che sta facendo si che una quantità enorme di macchine perfettamente funzionanti e utili siano messe da parte per poter far girare un S.O. (un S.O.!!) enormemente sovra dimensionato. Questo rappresenta un formidabile stimolo per l'economia. Ma riflettete un attimo all'energia richiesta per alimentare questi nuovi pc super pompati! E quella necessaria per produrre le nuove macchine, o il costo ecologico per smaltire le macchine in disuso.
Tuto questo perché? Per fare le stesse identiche cose (navigare, progettare, editare, giocare, ascoltare, guardare, ecc) che si facevano prima?
Anche per questi motivi non leggo più le riviste generaliste (come la vostra). Esse sono per lo più una vetrina per i nuovi, e spesso inutili, prodotti. Sono votati alla rincorsa delle novità, sono uno strumento di spinta economica perché la loro unica funzione è quella di invogliare l'utente medio a COMPRARE e non a FARE. Non hanno quasi più la funzione di alfabetizzazione informatica che potevano avere negli anni novanta (e non parliamo dell'assoluta inutilità oggi come oggi di stampare su carta le riviste di informatica, lette da chi di certo sa come usare il web).
Il mondo rincorre solo il concetto di crescita economica (produrre di più, vendere di più), ma senza tener conto dell'effettiva utilità di ciò che viene prodotto, e soprattuto del danno che tutto ciò comporta.
Il capitalismo ha avuto un ruolo centrale nel farci arrivare a questo livello culturale e tecnologico, ma oggi mostra i suoi limiti e la sua incompatibilità con la vita sui lunghi periodi. Bisogna trovare una nuova via.
Mi chiedo dove sia finito il buonsenso...