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View Full Version : Un uso "alternativo " del carcere.


CYRANO
08-02-2008, 16:58
L’OPPORTUNITÀ. Ambizioso obiettivo dall’intesa tra Cooperativa Saldo&Mecc e Confindustria
Qui il carcere è un’officina che crea “benessere”
All’interno del San Pio X è attivo un laboratorio che finora ha occupato 84 detenuti. Una vera azienda che in sei anni ha moltiplicato i fatturati ed ora pensa a potenziamenti
Già messe le basi per creare un nuovo reparto produttivo per la lucidatura dell’alluminio
Assindustria e Camera di Comm. vaglieranno il finanziamento per l’acquisto dei nuovi macchinari


Nell'ambito delle attività legate alla Responsabilità Sociale d'Impresa, Confindustria Vicenza, in collaborazione con il CPV della Camera di Commercio e la Direzione della Casa Circondariale di Vicenza, mette in campo un progetto per avviare all'interno del carcere di Vicenza un nuovo reparto di lucidatura dei metalli.
All'interno del carcere S.Pio X di Vicenza è attiva da anni un'officina che dà lavoro (e stipendio) a un discreto numero di detenuti, regolarmente occupati per otto ore al giorno a svolgere attività di saldatura e carpenteria metallica per aziende vicentine. L'officina è gestita dalla cooperativa sociale Saldo&Mecc, sorta nel 2001 con l'obiettivo di favorire l'integrazione sociale ed economica dei detenuti, puntando appunto sul lavoro e sulla formazione di una professionalità ricercata sul mercato. L'idea iniziale è stata di alcuni soci volontari esterni e di alcuni detenuti che, con l'appoggio della direzione del carcere, avevano frequentato un corso di formazione di saldatura finanziato dal Fondo Sociale Europeo per disoccupati o inoccupati.
SETTE ANNI DI VITA. In sette anni di vita Saldo&Mecc ha occupato in totale 84 persone e ha svolto, in collaborazione con lo IAL Veneto (Istituto addestramento lavoratori), 8 corsi di formazione che hanno interessato nel complesso 85 detenuti e hanno portato al rilascio di 15 brevetti di saldatore. Come una vera piccola azienda, il fatturato è salito dai 12 mila euro del primo anno agli oltre 100 mila del 2006.
Oggi questa realtà è diventata un punto di riferimento importante nelle attività di recupero e reinserimento nella società che l'istituzione carcere deve porsi nei confronti dei detenuti. Una realtà che ha attirato l'attenzione anche di Confindustria Vicenza e del Centro Produttività Veneto della Camera di Commercio, che in queste settimane stanno mettendo in piedi con la Saldo&Mecc e con la direzione della Casa Circondariale un progetto destinato a dare nuovo impulso all'attività della cooperativa.
Il progetto prevede che l'attuale officina venga potenziata e affiancata da un nuovo reparto produttivo dedicato espressamente alla lucidatura dell'alluminio, una fase lavorativa molto ricercata dalle imprese vicentine e per la quale c'è dunque parecchia richiesta di professionalità e manodopera da parte del mercato.
LE RESPONSABILITÀ DI ASSINDUSTRIA. L'iniziativa del nuovo reparto per l'officina del carcere è partita da Stefano Talin, l'imprenditore che all'interno di Confindustria Vicenza ha la delega per la responsabilità sociale, in collaborazione con il Tavolo CSR del Centro Produttività del Veneto.
«Come Associazione riteniamo doveroso sviluppare attività di responsabilità sociale e favorire la crescita nelle aziende di una sempre maggiore sensibilità intorno a questi temi - dice Talin -. Quando, in occasione di un incontro sul tema del reinserimento lavorativo dei detenuti organizzato dalla Camera di Commercio con il supporto dello Sportello CSR del Centro Produttività, siamo stati informati delle potenzialità di sviluppo che ha la cooperativa sociale attiva nel carcere di Vicenza, abbiamo ritenuto doveroso impegnarci concretamente su un progetto che, fatta salva la necessità di salvaguardare il principio della certezza della pena, dia ai detenuti la possibilità di occupare il tempo di vita del carcere svolgendo una mansione come quella della lucidatura dei metalli, che consente di acquisire una professionalità richiesta dalle aziende e perciò spendibile nel mercato del lavoro, una volta scontata la pena».
«Il progetto - osserva Talin - punta da un lato a dare nuovo sviluppo alla cooperativa, con il conseguente aumento occupazionale di soci detenuti, e dall'altro a fornire nuove occasioni di arricchimento professionale e aumentare le possibilità che le persone oggi detenute possano un domani avere maggiori possibilità di reingresso nel mercato del lavoro e quindi nella società».
UN PROGETTO IN TRE FASI. Il "Progetto Metalli Puliti" pensato con Confindustria Vicenza e CPV è articolato in tre fasi. La prima, già avviata, riguarda l'invio di un responsabile della cooperativa presso un'azienda, la Lucidatura SD di Albettone dell'imprenditore Diego Ambrosi, per acquisire gli elementi tecnico-produttivi di base necessari ad avviare l'attività. La seconda fase riguarda l'acquisizione di un impianto per lucidatura dell'alluminio, completa dei necessari apparati di aspirazione. La terza fase è quella che porterà all'avvio dell'attività, che fin d'ora può contare su un cliente sicuro: la fonderia StampoPress di Montegalda, di cui è titolare l'imprenditore Aldo Dal Maso, e che potrà fare da volano per altre aziende che, vista la domanda di lucidatura metalli esistente in provincia, non dovrebbero tardare a farsi avanti.
«La lucidatura dei metalli è un segmento del mercato in costante espansione - conferma Guerrino Tagliaro, presidente della cooperativa e anima dell'iniziativa -. Richiede però attrezzature specifiche: una smerigliatrice e pulitrice combinata e un impianto di aspirazione delle polveri con filtri carellati. Oggi non abbiamo le risorse per un investimento del genere, da qui la richiesta di un finanziamento, sottoposta sia agli Industriali che alla Camera di Commercio. La nostra è un'azienda che si confronta con il mercato e vive con il proprio fatturato. I detenuti che lavorano da noi sono soci lavoratori e percepiscono un regolare salario. Non siamo dunque una realtà protetta, ma una 'palestra' che mette in condizione di fare un lavoro vero in una vera realtà lavorativa».
UN PONTE CON LA LIBERTÀ. Un ponte tra lo stato di detenuto a quello di cittadino libero, insomma. Un ponte che, se attraversato con volontà di rimettersi in gioco, fa trovare dall'altra parte una professionalità da spendere sul mercato del lavoro, per un concreto reinserimento sociale ed economico.
«Pensare di risolvere i problemi soltanto attraverso la reclusione è un'illusione - osserva Tagliaro -: se in carcere una persona ha le porte chiuse per uscire, nella società rischia di trovare chiuse le porte per entrare: la trasformazione passa attraverso la riscoperta della dimensione umana del vivere sociale, legata alla possibilità di avere un lavoro e una propria autonomia economica. La conquista di una professionalità e di un lavoro non risolve tutti i problemi, ma certo sono ottimi strumenti per iniziare una nuova vita».
Da parte sua, anche la direzione della Casa Circondariale di Vicenza appoggia questo progetto con favore. «È un'iniziativa che riteniamo valida sia perché consente l'acquisizione di nuova professionalità attraverso una formazione professionale adeguata, sia per il valore psicopedagogico dell'attività lavorativa svolta anche all'interno della struttura penitenziaria di Vicenza - dice Irene Iannucci, direttore della Casa Circondariale di Vicenza -. Il percorso di reinserimento diventa dunque più efficace, potendo mettere in gioco una professionalità spendibile nel mercato del lavoro».

Giornale di vicenza 08/02/2008

Io vedo la cosa positivamente. voi ?



Cnkamlzmla

D1o
08-02-2008, 17:08
preferirei asfaltare le strade o pulire fossi e boschi ma per il momento mi accontento:O

sider
08-02-2008, 18:02
Ottima maniera per "recuperare" chi se lo merita

beppegrillo
08-02-2008, 19:09
Beh se si pensa che mooltissimi detenuti potrebbero fornire servizi utili, anzichè poltrire nelle celle, è sicuramente una cosa positiva.
Per me è indifferente se asfaltano le strade, producono vino o pasta, possono ottenere anche i loro guadagni ma al netto dei soldi che spendiamo per il vitto ad esempio.

D.O.S.
08-02-2008, 19:24
non vedo di buon occhio il fatto che le aziende entrino dentro il carcere.
i corsi di formazione professionale sono un'ottima idea ma quando escono i detenuti devono fare i conti con il pregiudizio delle persone nel darli un lavoro stabile.


insomma ... non vorrei che tale iniziativa fosse un modo molto comodo per trovare forza lavoro sottopagata ( e per giunta senza sindacato )

Xile
08-02-2008, 20:07
Fosse per me intrudurrei i lavori forzati 8 ore al giorno con le pistole puntate, così la gente ci pensa due volte prima di fare cazzate e entrare in carcere pensando di fare la bella vita.

dasdsasderterowaa
09-02-2008, 00:10
Sono d'accordo con la pena alternativa solo per i reati che non sono contro la persona o di associazione a delinquere.